19 April, 2024
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Giornata densa di appuntamenti, a Cagliari, per “Forma e Poesia nel Jazz”, il festival organizzato dall’omonima cooperativa in scena fino a domenica 30 settembre negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Dopo gli appuntamenti di questa mattina, alle 18 spazio alla presentazione di “Sardegna, jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda e Rossella Faa, tra gli altri. Partecipa all’incontro con gli autori, il musicologo e musicista Enrico Merlin, che firma l’introduzione del libro.

A seguire, conferenza stampa di presentazione del progetto “377” del contrabbassista sardo Sebastiano Dessanay. Il musicista, da tempo trapiantato nel Regno Unito, partirà il mese prossimo per un tour in bicicletta che toccherà tutti i comuni della Sardegna, con l’intento di trarre ispirazione dall’incontro con la tradizione e contemporaneità della sua terra madre, scrivendo ogni giorno nuova musica ispirata dai luoghi e persone incontrate, per giungere, dopo un anno, alla realizzazione di un progetto musicale unico nel suo genere. 

Dopo la fortunata esperienza della scorsa edizione, ritorna al festival cagliaritano il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni: in mostra ben 65 esemplari di quello che è tra gli strumenti simbolo del jazz, compresi alcuni pezzi rari, come il gigantesco sax subcontrabbasso, e un clarinetto appartenuto al grande Benny Goodman. In programma, alle 21.00, anche una conferenza-spettacolo di Berni sul binomio sax-erotismo nel cinema.

Nel frattempo, alle 19, la musica avrà preso il via con il primo dei tre concerti della serata. Sul palco una delle rivelazioni della musica jazz degli ultimi anni, Ivan Dalia (reduce dall’incontro della mattina con l’ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi), alla testa del suo trio, con Alberto Sauri al basso e Javier Reyes alla batteria. La musica del pianista campano, classe 1985, cieco dalla nascita, ricerca e trova influenze provenienti sia dalla musica classica che dal jazz, ma anche dalla tradizione popolare. Di recente uscita il suo primo album in studio che vede la partecipazione di musicisti del calibro di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.

 Un altro piano trio, quello di Claudio Filippini, al centro del secondo set (ore 20.00). Il pianista di Pescara, che nel corso degli anni ha condiviso palcoscenici importanti con nomi del jazz nazionale ed internazionale come Wynton Marsalis, David Binney, Palle Danielsson, Tony Scott, Mike Stern, Noa, Mario Biondi, Giovanni Tommaso, Maria Pia De Vito, Chiara Civello, Fabrizio Bosso, Dario Deidda, Roberto Gatto e Stefano Di Battista, presenta il disco “Before the wind”, in uscita prevista per il prossimo ottobre: un lavoro, che pur mantenendo la propria matrice jazz, non si cristallizza su una formula fissa, ma verso una continua ricerca di nuove mete a cui approdare. Accanto a Filippini, in questa tappa sarda, il contrabbassista Luca Bulgarelli ed il batterista Marcello Di Leonardo, compagni di avventura ormai da tre lustri e che lui stesso definisce «la migliore sezione ritmica che un pianista possa desiderare».

L’ultimo atto della serata di sabato (alle 22.00) vede al centro dei riflettori Roy Paci in “Inediti, B-Sides e altre amenità”un live all’insegna della riscoperta di materiali meno noti e brani fuori scaletta, eseguiti da una formazione che, accanto al trombettista, compositore, arrangiatore e cantante siciliano, schiera Vito Scavo al trombone, John Lui alle chitarre e cori, Roberto De Nittis al pianoforte, Riccardo Di Vinci al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. In trentacinque anni di carriera, il poliedrico musicista nativo di Siracusa ha realizzato e partecipato a più di cinquecento album, collaborando con artisti del calibro di Manu Chao, Mike Patton, Negrita, The Ex, Vinicio Capossela, Gogol Bordello, Macaco, 99 Posse, Daniele Silvestri, Bombino, Caparezza, Hindi Zahra, Ivano Fossati, Subsonica, Piero Pelù, Marlene Kuntz, Frankie Hi-nrg, Tony Levin e tanti altri. Lo scorso febbraio ha partecipato al Festival di Sanremo insieme a Diodato con la canzone “Adesso” mentre è del 20 luglio l’ultimo singolo, “Salvagente“, che insieme al suo gruppo Aretuska vede la partecipazione del rapper Willie Peyote. Roy Paci ha anche realizzato colonne sonore per cinema, tv e teatro, ricevendo riconoscimenti come il prestigioso Nastro d’Argento e una candidatura al David di Donatello.

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Stamane, a Telti (SS), la chiesa di Santa Vittoria, per Time in Jazz, ospita alle 11.00 l’inedito duo pianistico di Enrico Zanini e Dino Rubino, già di scena nei giorni scorsi rispettivamente con Paolo Fresu e con Ada Montellanico e in piano solo. Il concerto è proposto con il sostegno di alcuni sponsor locali e seguito da una degustazione di vini Tercis.

Una musicista sarda (di Mogoro) è invece al centro dell’appuntamento del tardo pomeriggio a Ploaghe: Zoe Pia, clarinettista, compositrice e appassionata ricercatrice, di scena alle 18.30 nel convento dei Cappuccini: con lei al clarinetto, alle launeddas e ai live electronics, ci saranno Roberto De Nittis al pianoforte e alle tastiere, Glauco Benedetti al basso tuba e Sebastian Mannutza alla batteria e al violino. Si intitola “Shardana” il suo debutto discografico del giugno 2016 (Caligola Records), scaturito da un progetto di ricerca sulla Sardegna in ambito compositivo, musicologico e storico-archeologico, e che propone “un coraggioso innesto di linguaggi, repertori e suoni a cavallo tra il jazz di oggi, l’improvvisazione e l’etnia”, come ha scritto Paolo Fresu. La tecnica della soundscape composition unita al linguaggio contemporaneo le hanno permesso di raccontare in musica le energie nascoste nella tomba dei giganti di Sa Dom ‘e S’Orcu, i personaggi misteriosi come S’Accabadora, la forte tradizione processionale di Mogoro (il suo paese natale), la storia dei popoli del Mediterraneo, l’omaggio al grande cantautore Andrea Parodi, le leggendarie Domus de Janas ed il tradizionale riecheggiare del ballo sardo. Tra gli strumenti, spiccano le launeddas in una veste totalmente personale, filtrate da un’accurata ricerca delle possibilità timbriche del prezioso strumento millenario.

Al chiostro del convento di Ploaghe, il pubblico potrà anche visitare il Simposio internazionale del Mosaico (organizzato da Sardinia Contemporary mosaic & art in collaborazione con l’Associazione pro loco di Ploaghe, e la direzione artistica di Giulio Menossi), che ospiterà opere di dodici artiste internazionali dell’arte musiva.

La serata sul “palco centrale” del festival in Piazza del Popolo a Berchidda si apre come sempre alle 21.30: al centro dei riflettori nel primo set il duo formato da Adam Baldych e Helge Lien. Attivi insieme anche in altri progetti e in trio, il violinista polacco e il pianista norvegese propongono una raffinata miscela sonora, corposa e ben progettata.

Polacco, ma da una decina d’anni di casa a New York, è anche il grande protagonista del secondo set della serata: il trombettista, Tomasz Stanko, figura di primo piano della scena jazzistica internazionale, alla testa del New York Quartet, uno tra i suoi progetti più interessanti degli ultimi anni, con il pianista cubano David Virelles, il contrabbassista Reuben Rogers, originario delle isole Vergini, e il batterista americano Marcus Gilmore.

Con la sua inconfondibile voce strumentale, le sue improvvisazioni intensamente liriche e i suoi temi appassionati, caratteristici come le atmosfere tendenti al noir che spesso evocano, Tomasz Stanko ha pubblicato lo scorso marzo December Avenue, il suo dodicesimo album da leader per l’etichetta ECM, registrato proprio con il suo quartetto newyorchese.

Classe 1942, sulle scene fin da giovanissimo negli anni Cinquanta, nel corso della sua carriera Tomasz Stanko ha pubblicato trentasette album come leader e composto musica per numerosi film e produzioni teatrali. Dopo Berchidda, il pubblico di Time in Jazz potrà ancora applaudire il settantacinquenne trombettista polacco domani mattina (lunedì 14 agosto) alle 11.00, a Olbia, nella Chiesa di San Paolo, in duo con il pianista David Virelles. 

Spenti i riflettori sul palco centrale, la musica prosegue poi, come tutte le sere, al Jazz club allestito nella “piazzetta degli incontri”, davanti al Centro Culturale “Pietro Casu”, con il Rent a Trio (Matteo Cara al pianoforte; Edoardo Meledina al basso e Vito Cauli alla batteria) più ospiti.

 

 

zoe pia shardana | photocredits: Andrea Verzola | www.andreaverzola.com