16 December, 2025
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La Giunta Comunale ha presentato il logo ufficiale della Festa di Sant’Antioco Martire. Un’immagine simbolo che trae ispirazione dalle molteplici componenti religiose, iconografiche e folkloristiche che delineano la Festa, nell’intento di rappresentarne i valori fortemente identitari, traducendoli, allo stesso tempo, in una raffigurazione moderna e accattivante. Nel logo si distinguono, infatti, tutte le suggestioni che lo hanno ispirato, dall’aureola del Santo alle bandierine, dai colori dell’abito tradizionale antiochense ai richiami floreali, etc. «Abbiamo voluto creare un logo che identificasse la Festa di Sant’Antioco – spiega l’assessore al Turismo Roberta Serrenti – attraverso una grafica distintiva e affascinante, che guarda al futuro. La 659eª edizione della Festa prosegue nel solco tracciato dai nostri predecessori, che in questi anni hanno compiuto un importante lavoro di divulgazione della figura del Santo patrono del paese e di tutta la Sardegna. E proprio sulla base di quanto lasciatoci in eredità, abbiamo deciso di allestire un programma che salvaguardasse innanzitutto gli aspetti legati alla Tradizione e alla Fede, con un occhio attento verso la promozione turistica. Il nuovo logo si inserisce proprio in questo progetto promozionale».

Per l’importanza che riviste la Festa di Sant’Antioco, infatti, il piano dell’Amministrazione comunale è quello di avviare un percorso che tenda a potenziare l’evento non solo dal punto di vista culturale e religioso, ma anche da quello della valorizzazione del territorio. «Occorre puntare sull’ottimizzazione del patrimonio storico, culturale, turistico e religioso di cui disponiamo – prosegue Roberta Serrenti – cercando di aprirci ad una dimensione internazionale: non è un caso, infatti, che nella tre giorni della Festa saranno presenti 12 operatori turistici che parteciperanno a un Educational tour nell’isola di Sant’Antioco per la promozione integrata del territorio rivolto a possibili mercati di riferimento come Gran Bretagna, Francia e Germania».

«Un logo ufficiale dedicato alla Festa di Sant’Antioco – sottolinea l’assessore alla Cultura Rosalba Cossu – consente di identificare con maggiore forza un evento che appartiene alla nostra identità. E ci aiuta a veicolare tutti gli aspetti culturali insiti nella Festa, dalla Tradizione alla Fede. All’interno del logo è certamente viva l’impronta che il Santo ha lasciato nel nostro territorio. Un’impronta che oggi vediamo in questo marchio, ma che è quotidianamente presente sia nei colori della nostra vegetazione, sia nell’abbigliamento del Santo, degli uomini e delle donne che indossano gli abiti tradizionali in occasione della Festa». Presto verrà presentato l’intero programma della 659ª edizione della Festa di Sant’Antioco, che si svolgerà dal 14 al 16 aprile 2018.

 

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Questa mattina, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, il vice sindaco Eleonora Spiga e l’assessore della Cultura Rosalba Cossu hanno incontrato il Direttore della Direzione Marittima di Cagliari, Capitano di vascello Giuseppe Minotauro, accompagnato dal comandante della Capitaneria di Porto di Sant’Antioco, Tenente di vascello Maria Teresa Ostuni, e dal Comandante della delegazione di spiaggia di Calasetta – Circomare Sant’Antioco, Robertino Esposito. All’incontro ha preso parte anche il sindaco di Sant’Anna Arresi, Teresa Pintus.

La visita istituzionale è stata l’occasione utile per affrontare tutta una serie di tematiche che pongono in relazione la Guardia Costiera con le Amministrazioni comunali di Sant’Antioco e Sant’Anna Arresi. In particolare, il tavolo di confronto si è concentrato sugli aspetti legati alla pianificazione del Porto di Sant’Antioco e al problema degli sbarchi dei migranti. Per quanto riguarda la pianificazione del porto, il sindaco Ignazio Locci ha ripercorso le tappe specificando lo stato attuale della procedura. Sul problema sbarchi, i due sindaci hanno evidenziato le criticità che sorgono ogniqualvolta si verificano simili episodi, soprattutto in riferimento al recupero dei cosiddetti barchini, spesso abbandonati nei luoghi di approdo. Da parte della Guardia Costiera è stata manifestata apertura in tal senso, al fine di trovare soluzioni condivise che possano porre rimedio al problema.

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L’asilo Generale Carlo Sanna diventa scuola statale dell’infanzia. Dall’anno scolastico 2018/2019 entrerà a far parte dell’offerta proposta dall’Istituto Comprensivo Statale “Sant’Antioco-Calasetta” ed andrà ad affiancarsi alle scuole dell’infanzia di “Via Lazio” e “Via Manno”. Le iscrizioni dovranno essere formalizzate, entro il 6 febbraio prossimo, presso la segreteria dell’Istituto Comprensivo, in via Virgilio a Sant’Antioco. I moduli sono disponibili, oltre che nell’edificio di via Virgilio, anche nel “Carlo Sanna” e presso il centralino del Comune.

Cambia, quindi, la gestione: da servizio a carico del Comune, si passa a una conduzione affidata all’istituzione scolastica statale. Prende forma, dunque, il progetto “Polo per l’infanzia Generale Carlo Sanna”, deliberato dalla Giunta comunale nel novembre scorso. Un progetto che, finalizzato a dare risposta alle esigenze rappresentate negli ultimi decenni dalle nuove famiglie, prevede, oltre alla scuola dell’infanzia (gestione statale), anche l’attivazione della Sezione Nido e della Sezione Primavera (gestione comunale).

«Il nostro obiettivo – spiega l’assessore della Pubblica istruzione Rosalba Cossu – era appunto quello di assicurare, da una parte, un’offerta composita di valenza sociale ed educativa che consentisse ai genitori di crescere i propri figli in totale serenità senza rinunciare agli impegni professionali e alle incombenze quotidiane; dall’altra, un progetto che salvasse la storica struttura “Generale Carlo Sanna”, a rischio chiusura, rispettando la sua valenza storica e ciò che rappresenta per la comunità antiochense.»

 

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L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha consegnato cinque “attestati di merito” ad altrettanti giovani antiochensi che, nel corso del 2017, si sono distinti per i traguardi ottenuti nel loro ambito di studi e/o professionale. La cerimonia si è svolta nella serata di ieri (28/12/2017) nell’aula consiliare prima dell’inizio dell’ultima seduta di Consiglio comunale prevista per il 2017. Le pergamene sono state assegnate dal sindaco Ignazio Locci e dall’assessore della Pubblica Istruzione Rosalba Cossu. I cinque ragazzi destinatari del riconoscimento sono Filippo Lorrai, Alessandra D’Angelo, Silvia Pittasi, Nadia Locci e Maria Giulia Taccori (quest’ultima assente in quanto fuori sede).

Filippo Lorrai, con il suo libro “Il Grande Erik”,  ha vinto il premio letterario “La Giara”, promosso dalla RAI e dedicato ai romanzi inediti di giovani scrittori. Il concorso, il cui premio viene assegnato da una giuria d’eccezione, si propone di scovare nuovi talenti: con questo riconoscimento Filippo si è assicurato la pubblicazione del romanzo con la Rai Eri.

Alessandra D’Angelo, ricercatrice, ha vinto il Premio “Geoffrey Philips Analytical Science Award”,  ottenuto grazie ai traguardi raggiunti nell’ambito della ricerca farmaceutica presso la University of Greenwich. La nuova tecnica promossa da Alessandra fornirà alle aziende farmaceutiche un approccio più rapido e semplice per sviluppare farmaci ed offrire i trattamenti più efficaci ai pazienti.

Silvia Pittasi, Nadia Locci e Maria Giulia Taccori si sono distinte per la loro brillante carriera universitaria, tanto che la “Fondazione Italia-Usa”, in una cerimonia ufficiale svoltasi alla Camera dei Deputati, le ha omaggiate con una pergamena e con il diritto alla frequentazione gratuita di un prestigioso Master in Marketing. 

«Siamo orgogliosi dei nostri ragazzi – commenta il sindaco Ignazio Locci – i loro successi meritano un riconoscimento ufficiale: confidiamo nelle loro capacità e gli auguriamo traguardi sempre più importanti». Esprime soddisfazione anche l’assessore della Pubblica istruzione Rosalba Cossu: «Riconosciamo nella cultura e nel merito le direttrici da percorrere per la crescita sociale ed economica della nostra comunità. Questo attestato vuole rappresentare uno stimolo a crescere e a fare sempre meglio. Voglio inoltre sottolineare che il nostro storico Liceo Emilio Lussu prepara ragazzi in grado di distinguersi per capacità e professionalità e questo ci gratifica».

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La Giunta comunale di Sant’Antioco, nella seduta di giovedì 23 novembre 2017, ha approvato l’istituzione del Polo per l’infanzia sperimentale Generale Carlo Sanna”: un servizio fortemente voluto dall’amministrazione guidata dal Sindaco Ignazio Locci che, sin dal suo insediamento, ha avviato le procedure per la realizzazione del progetto (compresi i lavori propedeutici di messa in sicurezza della struttura, situata in via Massimo D’Azeglio). Alla base della decisione, sia i nuovi panorami legislativi che impongono tali percorsi, sia il significato storico e culturale che l’Asilo Carlo Sanna rappresenta nell’immaginario collettivo della comunità antiochense. L’Amministrazione comunale ha ritenuto doveroso puntare ad una rivisitazione dell’utilizzo della struttura (che rischiava la chiusura), finalizzato a dare risposta all’esigenza rappresentata negli ultimi decenni dalle nuove famiglie: quella dei servizi per la prima infanzia. Il progetto, infatti, prevede l’istituzione del Nido e della Sezione Primavera, che si affiancheranno alla già esistente Scuola dell’infanzia.

Per l’assessore della Pubblica istruzione Rosalba Cossu «rimettere in moto il “Carlo Sanna” rappresenta un importante traguardo: era nostra precisa intenzione attivare i servizi di valenza sociale ed educativa che consentono ai genitori di crescere i propri figli in totale serenità  senza rinunciare agli impegni professionali e alle incombenze quotidiane. E oltre alla sua funzione pratica, c’è poi un aspetto di non poco conto – conclude l’assessore Cossu – il valore storico dell’Asilo Carlo Sanna, che è stato centrale nella formazione di intere generazioni. Non potevamo permettere che venisse chiuso e perdesse la sua funzione originaria».

«I nuovi servizi del “Polo per l’infanzia Generale Carlo Sanna” prenderanno avvio nel 2018, garantendo continuità del percorso educativo e scolastico delle bambine e dei bambini di età compresa tra tre mesi e sei anni di età – spiega l’assessore delle Politiche sociali Eleonora Spiga – verranno attivati il Nido e la Sezione Primavera, nonché la Scuola dell’infanzia (attualmente già in funzione). Il Nido e la Sezione Primavera, va specificato, rappresentano una vera novità: a livello comunale, infatti, non era mai stata prevista la loro istituzione. Quanto alle rette – conclude l’assessore – saranno in funzione dell’Isee e dell’orario prescelto, che potrà essere parziale (7.15-13.00), pieno (7.15-16.00) ed eventualmente prolungato (7.15-18.00).»

Esprime soddisfazione il sindaco Ignazio Locci, per il quale «scongiurare la chiusura del “Generale Carlo Sanna”, attivando servizi indispensabili all’armonia e alla piena realizzazione delle famiglie, rappresenta una scommessa che vogliamo vincere senza riserve. Siamo felici di aver investito tempo e risorse in questo progetto».

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Questa mattina il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e l’assessore della Pubblica istruzione Rosalba Cossu hanno incontrato i bambini della classe Quinta A della Scuola elementare “Via Bologna”, appartenente all’Istituto Comprensivo “Sant’Antioco-Calasetta”. La visita ha avuto inizio nell’aula del Consiglio comunale, dove sindaco e assessore hanno risposto alle domande dei bambini, e si è conclusa nell’ufficio del primo cittadino. Per gli alunni la tappa nel Municipio ha rappresentato l’ultimo tassello di un progetto di studio sull’isola di Sant’Antioco denominato “Impariamo ad essere dei bravi cittadini e cittadine”. In particolare, i bambini si sono concentrati sull’analisi del gonfalone di Sant’Antioco (e sullo studio dei simboli che comprende), nonché sulla composizione del corpo politico e amministrativo del Comune. Il lavoro è stato racchiuso in un “fascicolo” poi consegnato al sindaco, il quale ha ricambiato donando il gagliardetto e il “crest” con lo stemma di Sant’Antioco. 

Per l’assessore Rosalba Cossu «è molto positivo che le insegnanti attivino questo meccanismo di crescita, rendendo i bambini responsabili sul loro diritto di essere cittadini. Che significa acquisire consapevolezza delle proprie origini e conoscenza del territorio sotto diversi aspetti: geografico, ambientale, culturale. Questo avviene tramite l’educazione civica, insegnando loro a essere bambini responsabili. Un ruolo che già conoscono e mettono in pratica quando si aprono ai compagni, soprattutto a quelli meno fortunati. Uscire dalle pareti della scuola – ha concluso l’assessore – è un elemento di crescita imprescindibile: per conoscere i ragazzi devono entrare nella realtà».

Il “fascicolo” custodisce anche una serie di richieste che gli alunni hanno avanzato al primo cittadino: «Faremo tesoro dei suggerimenti dei nostri ragazzi e cercheremo di inserirli in un documento politico – ha commentato il sindaco Ignazio Locci – è stato molto stimolante rispondere alle loro domande. Sono certo che portare i bambini in visita nel Municipio sia un’esperienza fortemente educativa e, per questo, mi auguro possano esserci altre occasioni di questo tipo».

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Una delegazione ministeriale giapponese ha visitato Sant’Antioco all’insegna della cooperazione tra territori transcontinentali, in uno scambio reciproco di competenze e professionalità. Al centro del viaggio-studio, il tema della diversificazione quale strumento per il controllo del prelievo alieutico (relativo all’attività della pesca), la valorizzazione degli antichi mestieri, la competitività delle comunità costiere e la salvaguardia dell’ambiente. In particolare, la delegazione ministeriale giapponese (composta da Shingo Takayoshi, Takuji Goto e Daisuke Kurihara) si è concentrata sulle attività del pescaturismo e dell’ittiturismo, quali forme di “sfruttamento” della risorsa mare nel rispetto dell’ambiente e del pescato. Da qui la visita ad alcune realtà antiochensi che sposano le due tipologie di attività legate alla pesca, nonché al MuMa (Museo del Mare di Sant’Antioco). «Sono molto contenta che abbiamo potuto mostrare professionalità e competenze che contraddistinguono la nostra storia legata alla pesca – commenta Rosalba Cossu, assessore della Cultura del comune di Sant’Antioco, presente alla visita negli spazi del Museo del Mare – il MuMa svolge un ruolo decisivo, soprattutto in termini di educazione dei giovani al rispetto dell’Ambiente e, in particolare, del mare: i nostri ospiti hanno mostrato entusiasmo e grande attenzione».

Ma non solo pesca, per i visitatori giapponesi, che hanno fatto un tour tra alcune delle attrattive storico archeologiche di Sant’Antioco, Museo Archeologico Ferruccio Barreca, Villaggio Ipogeo, Tofet. Ad accompagnare il gruppo, l’assessore del Turismo del comune di Sant’Antioco Roberta Serrenti: «Per noi è sempre un piacere accogliere una delegazione istituzionale: si tratta di occasioni di scambio che possono creare proficue collaborazioni anche in termini turistici. Abbiamo mostrato alcuni dei nostri principali siti storico-archeologici che fanno di Sant’Antioco un polo di riferimento. Senza dimenticare la tappa al Museo archeologico, che conserva innumerevoli testimonianze della nostra storia millenaria».

La visita è stata organizzata da “Pescatour” (partner del Flag Sardegna Orientale e del Flag Sardegna Sud Occidentale) che, attraverso la rete delle imprese locali della pesca e del turismo, valorizza il patrimonio culturale conservando le tipicità per aprirle al grande pubblico. Il tour si è poi concluso nella Cantina di Sant’Antioco.

 

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«Il gemellaggio tra Sant’Antioco e la Municipalità di Tiro (Libano) non è soltanto la mera sottoscrizione di un protocollo ufficiale, quanto semmai un concreto progetto di condivisione culturale destinato a durare nel tempo, in un reciproco scambio di professionalità, competenze e conoscenza. Quel ponte ideale tra Sant’Antioco e Tiro, rinsaldato a distanza di millenni il 22 agosto scorso in Libano con la firma dell’accordo d’intesa, verrà ricostruito con i mattoni della conoscenza, della cultura, delle occasioni di crescita e sviluppo, sia economico che sociale.»

Lo scrivono, in una nota, Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco, e Rosalba Cossu, assessore della Cultura del comune di Sant’Antioco.

«Siglato il gemellaggio – aggiungono Ignazio Locci e Rosalba Cossu – si apre adesso una fase di ricerca fondi con particolare riferimento a specifiche linee di finanziamento rivolte alla cooperazione transfrontaliera. Il primo passo sarà quello di predisporre una congiunta programmazione delle attività di valorizzazione che potranno riguardare la mobilità di studenti per attività di ricerca scientifica da e verso i territori coinvolti; lo scambio di collezioni librarie relative al patrimonio archeologico di ciascun territorio e di best pratics da applicare nel campo della didattica e dell’archeologia sperimentale, con particolare riferimento ai laboratori rivolti alle scuole. E ancora, l’accordo favorirà la creazione e lo scambio di realtà virtuali e immersive relative ai monumenti archeologici Fenici di entrambi i siti. L’obiettivo comune, appunto, è promuovere la conoscenza, favorire il dialogo interculturale e la collaborazione transfrontaliera attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico, sulla scorta del legame antico e profondo che lega Sant’Antioco e Tiro: furono i Fenici, provenienti da Tiro, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., infatti, a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco.»

«L’accordo tra le due realtà istituzionali – concludono Ignazio Locci e Rosalba Cossu – è stato patrocinato dal contingente militare italiano impiegato nella missione UNIFIL, in particolare dal generale di Brigata “Granatieri di Sardegna” Francesco Olla, illustre cittadino antiochense, comandante della Joint Task Force – Lebanon Sector West. La delegazione antiochense è stata ospitata proprio negli spazi militari gestiti dal contingente militare. Per noi è stata l’occasione per toccare con mano la grande professionalità con cui, quotidianamente, le Forze militari si prodigano con grande umanità per garantire la pace in un territorio per niente semplice.»

La delegazione italiana era composta dal sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, dall’assessore alla Cultura Rosalba Cossu, dal dottor Piero Bartoloni, già professore ordinario di archeologia fenicio-punica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari e direttore del Museo archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant’Antioco, e dalla dottoressa Sara Muscuso, curatrice del Museo. In rappresentanza della Municipalità di Tiro, il sindaco Hassan Dbouk, il prof. Hassan Baddahui, docente all’Università di Beirut e la dottoressa Helen Sader, docente di archeologia presso l’American University of Beirut. Era presente alla firma anche Randa Assi Berri, moglie dello speaker della Camera libanese Nabih Berri e promotrice di innumerevoli iniziative culturali e sociali per i libanesi.

 

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Verrà sancito martedì 22 agosto il gemellaggio tra il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, due centri separati da un ampio tratto di Mediterraneo, ma intimamente legati da radici comuni. Furono, infatti i Fenici, provenienti da Tiro, in Libano, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco. Un legame antico e profondo che verrà rafforzato nelle date del 21 e del 22 agosto, quando una delegazione dell’Amministrazione comunale di Sant’Antioco (composta dal sindaco Ignazio Locci e dall’assessore della Cultura Rosalba Cossu, accompagnati dalla dottoressa Sara Muscuso e dal professor Piero Bartoloni, rispettivamente Curatore e Direttore scientifico del Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco) si troverà a Tiro per la sottoscrizione di un accordo di collaborazione istituzionale. Obiettivo: sviluppare la conoscenza, intesa come fattore di crescita socio-economica, sia attraverso l’investimento in capitale umano capace di valorizzare le competenze e le abilità presenti delle due comunità, sia attraverso azioni di governo del territorio in grado di mettere in giusta luce l’identità, la specificità e la qualità dei beni culturali locali. 

Il gemellaggio tra le due realtà istituzionali è stato promosso dall’antiochense Francesco Olla, Generale di Brigata “Granatieri di Sardegna”, comandante della missione UNIFIL in Libano (operazione Leonte), che ha inoltre offerto la disponibilità del Contingente militare ad accogliere e gestire la visita della nostra delegazione in territorio libanese.

Il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, oltre a poter vantare entrambi un notevole complesso di beni archeologici (il sito di Tiro è stato peraltro riconosciuto Patrimonio Unesco), condividono molteplici finalità: dalla realizzazione di programmi finalizzati al miglioramento della qualità della vita, alla promozione di progetti applicati al territorio che possano garantire un duraturo sviluppo sociale, economico e culturale. Ed è proprio sulla base di questi presupposti che verrà avviato un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale.

«Siamo certi che azioni come queste si inseriscano nel solco della promozione culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico antiochense che definisce la nostra identità – spiegano il sindaco Ignazio Locci e l’assessore della Cultura Rosalba Cossu -. E in quest’ottica, sulla scorta del legame creato dai Fenici, l’incontro tra le comunità di Sant’Antioco e Tiro rappresenta un ponte tra Italia e Libano idealmente ricostruito, rinsaldato a distanza di millenni.»

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Dopo anni di assenza, al Museo archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant’Antioco, fanno ritorno due dei reperti più pregiati dell’intera collezione fenicio-punica. Da ieri mattina, infatti, l’orlo di coppa ionica in argento con un’importantissima iscrizione (che ci informa delle cariche amministrative della Sulky punica del III secolo a.C.) e il celebre anello punico con rosetta centrale della Sulky del IV secolo a.C., tornano a fare bella mostra di sé nei nostri spazi museali.

«L’operazione – spiegano Rosalba Cossu, assessore dei Beni culturali, Cultura, Scuola, e Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco – è stata resa possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Sardegna – le cui interlocuzioni si sono intensificate nelle ultime settimane – in particolare con il soprintendente Fausto Martino, e con la responsabile della zona del Sulcis Iglesiente Sabrina Cisci.»

«Un ritorno a casa che salutiamo con grande entusiasmo, considerato l’inestimabile valore dei due reperti. L’orlo di coppa ionica, estremamente raro e di straordinaria importanza per le informazioni scientifiche che fornisce, mancava dal MAB da ben sette anni: si trovava, infatti, in mostra a Cagliari dal 2010. L’anello, invece, era in esposizione dal 2016 in Germania, a Kalkriese, presso il Warusschlacht Museum. Questa notizia, che rappresenta per noi un vero e proprio evento – concludono Rosalba Cossu e Ignazio Locci – o -, si inserisce nel solco del nostro progetto di rivalorizzazione culturale dei beni che definiscono l’identità antiochense, a partire proprio dal nostro sconfinato patrimonio archeologico.»