9 November, 2025
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Si è tenuto questa mattina all’Istituto Minerario “G. Asproni” di Iglesias il convegno “Fabbisogno nazionale di materie prime: quali strategie a livello nazionale e regionale?”, dedicato al tema del recupero e della valorizzazione sostenibile dei siti minerari dismessi, in un’ottica di rigenerazione ambientale e di sviluppo territoriale.

Promosso dall’Associazione Mineraria Sarda insieme agli Ordini professionali degli Ingegneri, dei Geologi e dei Periti Industriali, in collaborazione con la Regione Sardegna, ISPRA, ARPAS, l’Università di Cagliari e IGEA S.p.A., l’incontro ha rappresentato un momento di confronto tecnico-scientifico sulle nuove strategie nazionali e regionali per il recupero delle materie prime critiche e sul ruolo della Sardegna nel quadro della transizione ecologica.

Nel suo intervento, l’assessora della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi ha evidenziato che «le bonifiche e il recupero di materie prime rappresentano non solo un obiettivo di politica industriale, ma anche un impegno ambientale e sociale, perché la rigenerazione dei territori minerari è una forma di giustizia ambientale e di restituzione alle comunità».

L’assessora Laconi ha illustrato lo stato di attuazione del Piano Regionale delle Bonifiche, parte integrante del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, che prevede 151 aree minerarie dismesse per oltre 12mila ettari di superficie complessiva. Il documento, aggiornato con deliberazione della Giunta regionale n. 21/22 del 17 aprile 2025, individua le priorità di intervento, le modalità di bonifica e gli strumenti per la gestione sostenibile dei materiali di risulta.

Particolare rilievo è stato dato alle esperienze in corso nei siti di Montevecchio, Iglesias, Buggerru, Villasalto e Guspini, dove l’azione regionale integra gli obiettivi di sicurezza ambientale con la possibilità di recuperare materiali di valore economico attraverso piani di estrazione dai rifiuti di origine mineraria, secondo quanto previsto dalle più recenti norme europee e nazionali.

Nel corso del suo intervento, l’assessora ha evidenziato anche la necessità di promuovere una nuova alleanza tra industria e ambiente, sottolineando che «si può fare industria rispettando l’ambiente, e anzi, è proprio questa la direzione verso cui deve orientarsi un modello di sviluppo moderno e sostenibile. In un territorio come quello del Sulcis, segnato da una lunga storia industriale e da forti identità sociali, la riconversione ambientale può diventare motore di rinascita economica e di coesione territoriale».

Rosanna Laconi ha inoltre ribadito l’importanza del coinvolgimento e della partecipazione degli enti locali e territoriali, osservando che «per vincere una sfida così complessa serve la condivisione più ampia possibile: solo lavorando insieme – istituzioni, enti di ricerca, imprese e comunità – si possono superare anche le sfide più difficili e trasformare le criticità in opportunità di crescita sostenibile».

Il contributo dell’Assessorato regionale dell’Ambiente si inserisce in un percorso condiviso con le istituzioni scientifiche e gli enti di controllo, volto a semplificare e velocizzare le procedure tecniche e amministrative per le aree minerarie a minor priorità d’intervento, valorizzando al tempo stesso il ruolo strategico della Sardegna nella transizione verso un’economia circolare delle risorse.

!Come Regione e come Assessorato dell’Industria, stiamo lavorando per creare una sinergia con il mondo della ricerca e quello dell’imprenditoria al fine di costruire una filiera delle materie prime che possa generare il maggiore indotto economico possibile nel territorio regionale. Con questo obiettivo abbiamo già delle interlocuzioni con importanti imprese del territorio interessate ad avviare questo tipo di attività», ha detto l’assessore dell’Industria Emanuele Cani nel suo intervento in apertura del convegno.

Significativi gli interventi dell’amministratore unico di Igea Spa, Salvatore Mattana, e dei docenti dell’Università di Cagliari Battista Grosso e Giulio Sogos, che hanno illustrato la collaborazione avviata per la realizzazione di un progetto pilota per l’estrazione di metalli pesanti e materie prime critiche dai rifiuti estrattivi presenti nelle aree minerarie dismesse.

A dimostrazione del percorso avviato dall’Assessorato e della rilevanza del tema, il Servizio attività estrattive (SAERA) ha offerto un importante contributo sugli aspetti normativi e il quadro procedurale all’interno del quale questi nuovi progetti dovranno essere autorizzati.

Si è svolta nei giorni scorsi la prima riunione della Cabina di regia nazionale contro l’uccisione illegale di uccelli selvatici, coordinata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

All’incontro hanno partecipato il Raggruppamento Carabinieri CITES, l’Autorità di gestione CITES, i rappresentanti dei Ministeri competenti, della Scuola Superiore della Magistratura, delle Regioni, delle associazioni venatorie e ambientaliste e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, tutti uniti da un comune impegno nella lotta al bracconaggio e alla tutela della biodiversità. L’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente nel sottolineare i principi di tutela e salvaguardia della fauna selvatica sanciti dalla normativa europea, nazionale e regionale, ricorda che la Regione Sardegna partecipa attivamente ai lavori della Cabina di regia attraverso i propri esperti dell’Assessorato e del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale. La stessa Rosanna Laconi sottolinea anche il ruolo prezioso delle associazioni venatorie e ambientaliste, che nel tempo hanno dimostrato sensibilità e spirito di collaborazione nella lotta alle uccisioni illegali di avifauna: «La Sardegna adotterà la massima severità verso chi si rende responsabile di uccisioni illegali di fauna selvatica. La tutela della biodiversità rappresenta un dovere civico e morale, che la Regione persegue con rigore e responsabilità».

L’Isola sarà inoltre parte attiva e propositiva nell’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale contro l’uccisione illegale di uccelli selvatici, promuovendo in particolare attività di formazione specialistica per il personale di vigilanza venatoria. L’obiettivo è accrescere la conoscenza dei reati contro la fauna e favorire un approccio sempre più integrato nella prevenzione e repressione delle pratiche illegali che compromettono lo stato di conservazione delle specie ornitiche. Un ruolo strategico sarà affidato ai Parchi regionali e ai Centri di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità (CEAS), chiamati a promuovere iniziative di sensibilizzazione e a rendere i cittadini, le scuole e i portatori di interesse veri ambasciatori della lotta contro le uccisioni illegali di uccelli selvatici. L’assessora Rosanna Laconi fa presente che la Regione Sardegna avvierà un nuovo rapporto di collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, volto a intensificare i controlli sui ristoranti che acquistano o somministrano selvaggina di illecita provenienza.

La sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3, a Sant’Antioco, ha ospitato ieri sera il convegno su ambiente, bonifiche e sviluppo locale “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, organizzato dal Circolo del Partito Democratico e dal Partito Progressista di Sant’Antioco, primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Il dibattito, coordinato dal giornalista Stefano Garau, con il supporto di Mariano Gala, segretario del Circolo del Partito Democratico di Sant’Antioco, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale ed è stato incentrato sui ritardi delle bonifiche del territorio che si trascinando da oltre tre decenni, sulle azioni da compiere per riprendere e completare la loro realizzazione, base imprescindibile per la programmazione di investimenti produttivi nelle aree interessate, con i conseguenti riflessi occupazionali.
Sono intervenuti Francesca Ghirra, deputata, componente della X Commissione Attività Produttive; Emanuele Cani, assessore regionale dell’Industria; Rosanna Laconi, assessora regionale all’Ambiente; Salvatore Mattana, amministratore unico di IGEA; Rolando Marroccu, rappresentante del Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile; Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra; Emanuele Madeddu, segretario generale della FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale; Fausto Durante, segretario generale della CGIL Sardegna. Hanno partecipato gli onorevoli Antonello Cabras (in videoconferenza) e Luciano Uras.

Nel corso dei lavori, abbiamo intervistato Rosanna Laconi, assessora regionale della Difesa dell’Ambiente.

 

L’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, replica alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, su quella che definisce «l’asserita inerzia della Regione e dell’Assessorato all’Ambiente in materia di bonifiche nel territorio del Sulcis Iglesiente», precisando che le affermazioni diffuse non corrispondono al reale stato dei procedimenti.

«Con particolare riferimento al comune di Sant’Antioco, la Regione Sardegnadichiara l’assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconiha garantito negli ultimi anni un impegno costante e verificabile. Gli atti e i finanziamenti parlano chiaro: i procedimenti non sono fermi, ma si sono evoluti secondo le complesse regole dettate dallo Stato e dall’Unione europea. Se alcuni interventi non hanno ancora trovato piena attuazione, ciò dipende da criticità progettuali e amministrative riconducibili a livello locale, non da inerzie regionali.»

L’assessora Rosanna Laconi aggiunge.

  1. Le evidenze amministrative

Per l’area “Sa Barra”, il comune di Sant’Antioco è stato individuato quale soggetto attuatore.

  • L’intervento iniziale, del valore di 350.000 euro, è stato finanziato con risorse del Piano di disinquinamento del 1993. Il finanziamento è stato integralmente erogato e risultano agli atti spese rendicontate pari a 337.541,61 euro, nonostante il Comune dichiari di aver utilizzato tutte le risorse e di non avere economie. La richiesta di ulteriore documentazione, avanzata in data 3.08.2025 dal Servizio TAT è ancora in attesa di riscontro.
  • A seguire, il Comune ha beneficiato di 271.000 euro di fondi ministeriali per l’analisi di rischio e la progettazione della messa in sicurezza permanente.
  • Infine, l’area è stata destinataria di 7,29 milioni di euro di fondi PNRR, nell’ambito della misura M2C4, investimento 3.4 “Bonifica dei siti orfani”.

Tuttavia, la mancata certificazione dell’intervento nei termini di legge, dovuta a rilievi tecnici espressi anche dalla Provincia del Sulcis, ha reso necessario escludere temporaneamente il progetto dal Piano d’Azione nazionale, per evitare la perdita dei fondi e consentire la ricerca di nuove coperture finanziarie da parte del Comune, oggi candidate sul Just Transition Fund 2021-2027.

Per le aree circostanti l’ex stabilimento Sardamag, il Comune dispone di 7,7 milioni di euro, ma ha rendicontato soltanto 257mila euro su 922mila erogati, con ultimo pagamento risalente al 2018.

Le ripetute richieste regionali di aggiornamento (da ultimo nel febbraio 2025) non hanno ancora ricevuto riscontro.

Anche in questo caso, l’inerzia progettuale e contabile ha bloccato la possibilità di completare le opere.

Infine, per l’area portuale ex Baroid, l’intervento da 1,5 milioni di euro risulta ancora sospeso in attesa che il Comune integri la documentazione richiesta nel 2023.

  1. Un metodo fondato su responsabilità e collaborazione

Siamo i primi a volere la bonifica e la riqualificazione dei siti inquinati – aggiunge ancora Rosanna Laconi – ma il lavoro serio richiede responsabilità condivisa e rispetto delle procedure. Parlare di ‘protocolli d’intesa fuffa’ significa disconoscere strumenti che servono proprio a garantire trasparenza e coordinamento fra Stato, Regione e Comuni. Ogni euro speso deve essere tracciato, ogni progetto validato e ogni intervento eseguito secondo regole europee e nazionali.

La Regione conferma il proprio impegno a proseguire nel percorso avviato con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il rilancio delle bonifiche e l’uso dei nuovi fondi del Just Transition Fund e del PNRR, con l’obiettivo di trasformare il risanamento ambientale in un volano di rigenerazione economica e occupazionale. Il Sulcis non ha bisogno di polemiche, ma di lavoro concreto, trasparente e condiviso. E su questo la Regione c’è, con serietà e responsabilità istituzionale, conclude l’assessora Laconi.

 

«Le tanto auspicate bonifiche nel Sulcis Iglesiente sono ferme dal 2019, anno in cui era stato reso noto l’ultimo report dello stato di attuazione del piano Sulcis, contenitore all’interno del quale erano indicati gli interventi di risanamento necessari per il rilancio di questo territorio. Ma da allora non è stato compiuto alcun passo in avanti, mentre il principale soggetto attuatore, Igea spa, resta privo delle minime condizioni per operare, la Regione Sardegna e l’assessorato competente brancolano nel buio, tra protocolli di intesa colmi di “aria fritta” e totale assenza di una visione adeguata ai tempi che corrono, quella all’insegna della sostenibilità.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«Perché se da una parte viene sottoscritto e celebrato come salvifico l’ennesimo protocollo d’intesa con al centro il tema delle bonifiche, e mi riferisco a quello tra Regione e Stato teso all’istituzione di un tavolo tecnico permanente dedicato alle attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di interesse nazionale (SIN) “Sulcis Iglesiente Guspinese”, che ricorda tanto quelli siglati nell’ambito del Piano Sulcis e rimasti tutti inattuati, dall’altra marca visita una visione dell’assessorato in termini di sostenibilità, la vera chiave di volta per ridare speranza alla riqualificazione del territorioaggiunge Ignazio Locci -. Il tema delle bonifiche e della sostenibilità, dunque, si concretizzano con “fuffa” chiamata protocollo di intesa o non si concretizzano affatto.»

«Il tema, insomma, è sempre lo stesso, quello con cui ormai crescono generazioni di sulcitani: bonifiche trattate solo a parole, con convegni, protocolli, ma non con risorse adeguate, progetti concreti o interventi volti a snellire quella burocrazia che da anni tiene fermi i progetti di risanamento ambientale. Basti pensare al caso Sant’Antioco, dove le aree ex Seamag, sia quelle all’ingresso dell’abitato, sia quelle di scavo di “Su monti de su sennori”, utilizzate ai fini industriali fino ai primissimi anni Novanta, sono ancora lì, ferme, da risanare perché Igea non è minimamente in grado di proseguire, priva degli elementari strumenti conclude Ignazio Locci -. Non ha più alcun senso continuare a chiacchierare, finanche nei più alti tavoli tecnici, se chi dovrebbe eseguire le azioni concrete non viene messo nelle condizioni di lavorare. Sarebbe auspicabile, infine, che l’Assessora regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, si occupasse realmente di bonifiche e di sostenibilità, perché di tavoli tecnici che producono solo carta questo territorio ne ha visto abbastanza.»

Il Circolo del Partito Democratico e il Partito Progressista di Sant’Antioco hanno organizzato il convegno pubblico “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, dedicato ai temi dell’ambiente, delle bonifiche e dello sviluppo locale.
L’incontro si terrà venerdì 17 ottobre 2025, alle ore 17.30, presso la sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3 a Sant’Antioco.
L’iniziativa rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Obiettivo del convegno è promuovere il dialogo e la condivisione di idee per delineare strategie concrete di rilancio del Sulcis Iglesiente, grazie a proposte sostenibili e innovative di sviluppo territoriale.
Il dibattito sarà aperto al pubblico e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale.
Interverranno:
• Francesca Ghirra – Deputata, X Commissione Attività Produttive
• Emanuele Cani – Assessore Regionale all’Industria
• Rosanna Laconi – Assessora Regionale all’Ambiente
• Salvatore Mattana – Amministratore Unico IGEA
• Fausto Durante – Segretario Generale CGIL Sardegna
• Rolando Marroccu – Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile
• Graziano Bullegas – Presidente Regionale Italia Nostra
• Emanuele Madeddu – Segretario Generale FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale

Parteciperanno:
• Mauro Esu – Segretario PD Sulcis Iglesiente
• gli onorevoli Antonello Cabras e Luciano Uras
• Amministratori e consiglieri regionali del territorio.

 

È stato firmato nella sala riunioni della Presidenza della Regione, il protocollo d’intesa per l’istituzione del Tavolo Tecnico Permanente – coordinato dal prefetto di Cagliari – dedicato alle attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di interesse nazionale (SIN) “Sulcis Iglesiente Guspinese”. Alla firma hanno preso parte il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Cagliari, la Regione Autonoma della Sardegna, la Città Metropolitana di Cagliari, le Province del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, l’ANCI, l’ARPAS e l’ISPRA. Per la Regione Autonoma della Sardegna era presente l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, delegata dalla presidente della Regione Alessandra Todde a sottoscrivere il protocollo, per la prefettura di Cagliari il prefetto Giuseppe Castaldo.

Il documento, approvato dalla Giunta regionale su proposta della presidente Todde, nasce su proposta del MASE dall’esigenza di superare le frammentazioni che negli anni hanno rallentato le procedure di bonifica, costruendo un quadro stabile di collaborazione e di confronto tra istituzioni, al fine di individuare soluzioni condivise adeguate alle specificità del contesto territoriale. L’obiettivo comune che si vuole raggiungere con il protocollo è quello di accelerare le procedure di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese” , attraverso una serie di attività tra cui figurano il monitoraggio delle procedure di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese, l’aggiornamento dei dati ambientali e l’individuazione di obiettivi di scopo al fine di favorire l’adozione di ogni azione o iniziativa utile ad accelerare le procedure di messa in sicurezza e di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese”.

«Il SIN è un sito di competenza statale ma la Regione, con tutte le sue strutture, sta fornendo un supporto significativo, anche attraverso l’approvazione di questo Protocollo. È uno strumento che mette ordine e metodo in un processo che troppo a lungo ha sofferto lentezze e sovrapposizioni, definendo ruoli, tempi e responsabilità chiare.»

Il Tavolo Tecnico Permanente sarà coordinato dalla Prefettura di Cagliari, con riunioni periodiche finalizzate a verificare l’avanzamento dei lavori, promuovere il confronto con i Comuni e assicurare trasparenza verso le comunità locali.

Il prefetto di Cagliari Giuseppe Castaldo assicura il massimo impegno personale e degli Uffici della Prefettura, al fine di agevolare la sinergia tra le Amministrazioni per accelerare le procedure e superare le difficoltà.

Il Protocollo, della durata triennale, rappresenta un impegno concreto e condiviso per garantire al territorio del Sulcis Iglesiente Guspinese interventi ambientali coordinati, restituendo al tempo stesso nuove prospettive economiche e sociali.

«Delude apprendere ufficialmente dal ministro Adolfo Urso che non si potrà più produrre zinco nel polo industriale di Portovesme. Dopo i proclami del 27 dicembre scorso, significa che questi nove mesi di attività non hanno portato ad alcun risultato ma abbiamo solo perso tempo. A ciò si aggiunge l’elemento sconcertante secondo cui non ci sarebbe alcuna possibilità di incidere sui costi dell’energia, e questo significa che è a rischio la ripresa dell’intero comparto produttivo di Portovesme.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani al termine del tavolo di aggiornamento sulla vertenza relativa alla Portovesme Srl, tenuto oggi al Mimit.

«L’incontro è stato anche l’occasione per ribadire che sulle altre vertenze Sulcis non emerge ad oggi alcun elemento di novità, fatta eccezione per l’approvazione del Dpcm energia, sul quale la Regione Sardegna ha apportato un contributo determinantesottolinea l’assessore Emanuele Cani -. Ricordiamo invece al ministro che la Regione, da parte propria, in questi mesi ha impegnato cospicue risorse da destinare all’infrastrutturazione del Consorzio industriale di Portoveseme e contestualmente ha riattivato il tavolo propedeutico a risolvere l’annoso problema del dragaggio del porto, che costituisce un elemento sostanziale ai fini della ripresa produttiva del polo industriale.»

«Convocherò nei prossimi giorni un tavolo con le organizzazioni sindacali per fare il punto su una situazione che appare piuttosto complessa e preoccupante – annuncia Emanuele Cani -. Nel contempo confermiamo la nostra leale collaborazione con il Governo nel far fronte a tutte le problematiche ancora aperte e accogliamo con favore la proposta di un nuovo incontro per ulteriori approfondimenti, in particolare sulla questione delle materie prime critiche.»

«Un incontro mortificante per i lavoratori della Portovesme che attendevano segnali positivi». Questo il commento dell’assessora del Lavoro Desirè Manca, intervenuta per chiedere garanzie in merito al mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

«Alla specifica domanda in merito alle azioni che il Governo intende portare avanti per la conservazione dei circa 900 posti di lavoro, il ministro Urso non ha saputo rispondere. Sono profondamente rammaricata alla luce del fatto che, dopo dieci mesi di interlocuzioni, la Regione Sardegna e i lavoratori si aspettavano che le prospettive paventate dal ministro Urso si concretizzassero. Oggi invece apprendiamo che la strada della produzione di zinco e piombo non è più percorribile. Un clamoroso dietrofront al termine di un incontro totalmente deludente.»

«Prendo atto con grande preoccupazione che non si è addivenuti a una soluzione rispetto alla chiusura della linea zinco – commenta l’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi – ancor più in una fase nella quale la questione delle materie prime ha assunto, a livello comunitario e internazionale, un’importanza cruciale.»

Sarà un’inchiesta pubblica a garantire il pieno coinvolgimento dei cittadini nel procedimento riguardante la proposta di realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località “Su Giri de sa Murta” nel comune di San Giovanni Suergiu. La decisione è stata assunta dall’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente nell’ambito del procedimento unico che raccoglie tutte le valutazioni ambientali necessarie prima di autorizzare interventi di questo tipo. La normativa nazionale e regionale stabilisce, infatti, che progetti di rilevante impatto siano sottoposti a un esame accurato, che tenga conto sia degli aspetti tecnici sia della voce delle comunità interessate.

L’inchiesta pubblica è stata attivata a seguito delle numerose osservazioni presentate dal Comune di San Giovanni Suergiu, da cittadini e da associazioni del territorio, tra cui Italia Nostra Sardegna, che hanno richiesto un confronto aperto e trasparente.

«La Regione – ha dichiarato l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi ritiene fondamentale che su un tema così rilevante, che riguarda la salute, la qualità della vita e la tutela del territorio, sia assicurata la più ampia partecipazione. L’inchiesta pubblica permetterà a cittadini, enti e portatori di interesse di esprimersi in modo diretto e costruttivo.»

La procedura prevede l’organizzazione di incontri pubblici, durante i quali il progetto sarà illustrato in modo chiaro e accessibile e i cittadini potranno contribuire con osservazioni e proposte. Tutta la documentazione sarà consultabile sul portale regionale SardegnaAmbiente, garantendo trasparenza e informazione continua.

Con questa scelta, la Regione Sardegna conferma la volontà di prendere decisioni ancorate a basi solide e nel pieno rispetto delle norme, valorizzando al tempo stesso la partecipazione democratica e la tutela dell’ambiente come principi guida nelle valutazioni su opere di grande impatto per il territorio e per le comunità locali.

La Regione Sardegna, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi, ha approvato lo stanziamento di 2 milioni di euro per la gestione post-operativa e gli adempimenti preliminari nelle discariche pubbliche di rifiuti urbani, in coerenza con quanto previsto dal decreto legislativo n. 36 del 2003, che stabilisce obblighi pluridecennali di monitoraggio e controllo ambientale a partire dalla chiusura definitiva degli impianti.

«Con questo provvedimentodichiara l’assessora Rosanna Laconila Regione Sardegna ottempera agli obblighi di legge e ribadisce l’impegno per la sicurezza ambientale e per il rispetto delle normative europee e nazionali in materia di gestione dei rifiuti. Interveniamo per supportare gli enti titolari delle discariche nel presidio di impianti non più attivi, ma ancora soggetti a obblighi di vigilanza, prevenzione e manutenzione, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica.»

Lo stanziamento, sarà destinato alle seguenti discariche:

  • Iglesias – Is Candiazzus (Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari): 577.500 euro
  • Carbonia – Sa Terredda (Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari):  557.500 euro
  • Villasimius – Su Zimmioni (Comune di Villasimius):  500.000 euro
  • Bono – Monte Pazza (Comunità Montana del Goceano):  65.000 euro
  • Macomer – Monte Muradu (Consorzio zona industriale Macomer): 300.000 euro

L’assessorato, a seguito di una ricognizione dei fabbisogni effettuata con gli enti titolari, ha individuato un fabbisogno complessivo di oltre 2 milioni di euro. In fase di riparto, è stato valorizzato l’utilizzo di eventuali fondi residui non ancora programmati dagli anni precedenti, in particolare per le discariche del Consorzio Industriale di Cagliari, in modo da garantire l’equilibrio tra esigenze effettive e risorse disponibili.

I soggetti beneficiari saranno tenuti a rendicontare le attività svolte entro il 30 aprile 2026, corredando la documentazione con una relazione tecnica sugli interventi realizzati e sugli effetti conseguiti nella riduzione degli oneri futuri legati alla gestione post-operativa.