27 April, 2024
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In Sardegna, da ormai un decennio, l’autotrasporto viaggia con il freno a mano tirato.

«Il parco mezzi vetusto, il crollo della domanda, i costi di esercizio record, l’abusivismo, la concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri, i pagamenti sempre più dilatati nel tempo – afferma Giovanni Mellino, presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – il tutto unito alla cronica carenza di infrastrutture e alla condizione geografica, ne hanno fiaccato la tenuta

Secondo un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat, nella nostra regione dall’inizio della crisi a oggi si contano quasi 900 realtà in meno, che hanno lasciato senza un’occupazione circa 3mila addetti. Si è passati dalle 3.073 imprese del 2009 alle circa 2.200 del 2017; di queste 1.722 sono artigiane.

Un settore, quello del trasporto merci su strada, che distribuisce l’85,4 per cento delle merci che viaggiano nell’Isola, contro una media dell’Ue a 28 di 10 punti inferiore.

Alle 2.200 realtà presenti sul territorio, va aggiunto un numero sempre più crescente di unità prive di automezzi, almeno 1.500, che svolgono quasi esclusivamente attività d’intermediazione, avvalendosi sempre più spesso di vettori stranieri.

«E’ un parco mezzi datato, quello che circola nelle arterie viarie regionali – sottolinea Giovanni Mellino – che non contribuisce alla ripresa del settoreInfatti – aggiunge il presidente – secondo recenti dati, nell’isola il “sistema circolante degli autocarri” risulta il secondo più vecchio d’Italia. Tra quelli pesanti, oltre 16 tonnellate, si arriva ai 19 anni mentre per quelli di portata inferiore, tra le 3,5 e le 16 tonnellate, l’età si aggira sui 21 anni

A queste criticità si sommano i costi di esercizio più elevati d’Europa, a causa di troppe tasse, e un deficit infrastrutturale che costa all’intero sistema economico sardo centinaia di milioni di euro l’anno.

«Senza contare che il settore – continua Giovanni Mellino – è costretto a sostenere delle spese ingiustificate per la copertura assicurativa degli automezzi, per l’acquisto del gasolio e, quando viaggiano nella Penisola, anche di pedaggi autostradali

Per Confartigianato Trasporti tutto ciò si è tradotto in un dumping molto pericoloso, con una “guerra” dei prezzi che sta spingendo fuori mercato molti piccoli padroncini.

Pur di lavorare, sempre più frequentemente i Tir italiani viaggiano sottocosto mentre trasportatori, come quelli dell’Est, avendo costi fissi molto inferiori, e spesso violando le norme sui tempi di guida e le disposizioni sul cabotaggio, propongono prezzi inferiori. Con questa disparità di prezzo, molti autotrasportatori sono stati costretti a gettare la spugna.

Oltre a tutto questo, c’è da sommare il continuo calo della domanda e i pagamenti che non arrivano mai. La crisi di questi ultimi anni ha contratto la domanda aggregata e conseguentemente anche la produzione industriale. L’effetto di tutto ciò ha dato origine a una forte riduzione delle merci trasportate.

Nonostante qualche timido segnale di ripresa, rimane ancora un grosso problema farsi pagare dai committenti entro tempi ragionevolmente brevi. Una situazione che ha messo in seria difficoltà la stragrande maggioranza dei padroncini da sempre sottocapitalizzata e a corto di liquidità.

«Il Governo – precisa il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – più volte, è intervenuto a supporto del sistema con soluzioni incentivate per favorire l’aggregazione, la fusione o la collaborazione di più imprese del settore, rinnovare e adeguare il parco veicolare, per acquistare nuovi veicoli a metano, rimorchi, semirimorchi e casse mobili, rottamare i mezzi ormai obsoleti e, infine, acquisire beni strumentali per il trasporto intermodale

Giovanni Mellino.

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E’ giunta alla IV edizione, il “Bosa Beer Fest”, manifestazione brassicola regionale della Sardegna che i prossimi 24 e 25 aprile porterà nelle strade e nelle piazze della cittadina della Planargia 21 birrifici, di cui 15 sardi, 5 del resto d’Italia e 1 catalano, oltre 100 tipi di birre, prodotti agrogastronomici regionali e internazionali e programmi di intrattenimento per adulti e bambini.

L’appuntamento è stato presentato questa mattina a Cagliari dall’Associazione Culturale Sardinia4all, organizzatrice e curatrice dell’evento, dalla Conad, main sponsor, e da Confartigianato Imprese Sardegna, partner dell’evento, insieme ai consiglieri regionali Paolo Truzzu, Lugi Crisponi ed Alfonso Marras.

Martedì 24 la due giorni verrà aperta dal convegno internazionale sulla birra dal titolo “La birra artigianale in Sardegna nello studio dei ricercatori della Newcastle Business School”. Alle 10.30, presso il Museo delle Conce, via ai lavori con l’introduzione di Giampiero Carta, Responsabile Comunicazione Sardinia4All cui seguiranno gli interventi di Ignazio Cabras, docente di Business e Sviluppo Economico a Newcastle Business School, Northumbria University (Regno Unito), Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Paolo Truzzu, Luigi Crisponi ed Alfonso Marras, consiglieri regionali della Sardegna.

Il 25 aprile, sempre al Museo delle Conce, dalle 17.30, presentazione del libro “Leggende Rossoblu” di Vittorio Sanna. L’autore conversa con Sandro Angioni.

Per i più piccoli saranno a disposizione il “Conad Children Village” e il “Bosa Beer Circus” con animazioni e giocoleria, i “live” allieteranno i presenti dal pomeriggio fino alla sera mentre la disco music Molella e di Sonik farà ballare giovani e adulti.

I visitatori, per la prima volta, a Bosa potranno usufruire del Biglietto Unico per visitare chiese e musei della città grazie alla partnership tra Bosa Beer Fest e le Coop. La Memoria Storica e L’Antico Tesoro.

Come nelle altre edizioni, a disposizione anche numerose strutture ricettive e la possibilità di praticare lo Yoga&Beer, escursioni in barca ed in Sup sul fiume Temo e due grandi spettacoli di musica e luci proprio in mezzo al fiume.

30 imprese, tanti dipendenti, un prodotto artigiano di elevata qualità e notevole varietà, grande entusiasmo. E’ questo il “mondo” delle imprese birrarie della Sardegna, cresciuto di ben 17 unità in soli 5 anni. Delle 30 realtà, 6 gestite da under 35 e 2 da donne, 12 si trovano in provincia di Cagliari, 7 ciascuna in quelle di Nuoro e di Sassari e 4 a Oristano.

«Come certificano i recenti dati – affermano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente ed il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – il settore nell’Isola cresce di giorno in giorno. Un mondo, quello dei piccoli birrifici, che arricchisce il territorio sardo, dove qualità e artigianato sono le coordinate fondamentali in cui s’inseriscono metodo di lavorazione, materie prime impiegate nonché professionalità, passione ed eccezionale competenza dei maestri birrai artigianiQuindi – aggiungono il presidente ed il segretario – un vero e proprio fenomeno culturale e un settore in espansione, ricco di opportunità e buone prospettive, che Confartigianato Imprese Sardegna ritiene sia il volano di una crescita di filiera, evoluta e dinamica, con impatti e ricadute benefiche trasversali che vanno dal mondo dei coltivatori sino all’indotto del turismo enogastronomico ed esperienzialeNell’ultima Manovra finanziaria regionale – sottolineano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli – anche la politica sarda ha certificato l’importanza delle imprese birrarie della Sardegna, approvando un emendamento, proposto dall’onorevole Truzzu, che stanzia 100mila euro per l’abbattimento di una quota di Accise. Anche questi segnali da parte della Regione – concludono il presidente ed il segretario – confermano come queste realtà rappresentino una eccellenza artigianale della nostra isola che va tutelata, valorizzata e supportata nella ricerca di nuovi mercati nazionali e internazionali, guardando oltre la produzione territoriale».

«Oltre al divertimento e alla degustazione della birra – affermano Antonio Marras e Giampiero Carta, rispettivamente presidente e responsabile della comunicazione dell’associazione Sardinia4all, esponendo il programma della 2 giorni – quest’anno vogliamo promuovere la birra come attività imprenditoriale. Per questo, da parte delle imprese produttrici, crediamo possa essere importante la partecipazione al convegno della mattina del 24, nel quale presenteremo uno studio condotto dai ricercatori della Newcastle Business School (Northumbria Univeristy) con l’intento di esplorare e analizzare lo sviluppo dei microbirrifici e delle birrerie artigianali in aree a forte vocazione e tradizione vitivinicola quali la SardegnaTramite focus groups con imprenditori locali – aggiungono Marras e Carta – ricercatori hanno analizzato i rischi e le opportunità d’impresa delle aziende brassicole sarde, il loro impatto sulle comunità locali nella creazione di opportunità economiche e nel promuovere il turismo, e altri aspetti riguardanti competizione/cooperazione con aziende vitivinicole operanti nel territorio. La birra può avere un impatto significativo in Sardegna – concludono i due organizzatori della Manifestazione – e offrire terreno fertile per varie attività economiche, nonché diventare incubatori importanti per lo sviluppo delle relazioni umane e del social networking. Lo studio intende colmare il vuoto di conoscenza, identificando e studiando i birrifici artigianali sardi come un importante esempio in un mercato tradizionalmente dominato dal vino

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L’associazione culturale Sardinia4all presenterà domani, 12 aprile, in una conferenza stampa, nella sala gruppi del Consiglio regionale, il “Bosa Beer Fest 2018”, in programma il 24 e 25 aprile.

Il festival quest’anno prevede un convegno internazionale sulla birra, la presenza di 21 birrifici sardi, nazionali e internazionali, eventi gourmet, eventi live e numerose altre attività legate al mondo della birra.

Parteciperanno: Antonio Marras, presidente Sardinia4All, organizzatore dell’evento; Giampiero Carta, responsabile Comunicazione Sardinia4All; Stefano Mameli e Antonio Matzutzi, Confartigianato Imprese Sardegna partner dell’evento; Franco Fois, responsabile Conad – main sponsor dell’evento; e, infine, i consiglieri regionali Paolo Truzzu, Luigi Crisponi ed Alfonso Marras.

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La Terza commissione, presieduta da Franco Sabatini (Pd), ha avviato questa mattina, con gli interventi di Cna, Confartigianato, Confindustria e Confapi, il ciclo di audizioni sullo stato di attuazione degli interventi per il sostegno delle imprese ed in particolare per ciò che attiene i cosiddetti bandi T1, T2, T3 e T4 e gli incentivi della legge nazionale n. 949/1952 (Artigiancassa, operazioni di credito agevolato).

I primi a prendere la parola nel parlamentino del Bilancio sono stati i dirigenti della Cna che, con il segretario regionale, Francesco Porcu, hanno ripercorso le varie fasi del confronto sulle iniziative messe in campo dalla Regione per creare nuove opportunità di lavoro, favorendo la competitività delle imprese. Francesco Porcu ha evidenziato la necessità di azioni specifiche riservate alle piccole e medie imprese dell’Isola scongiurando così le evidenti disparità di condizioni, rispetto alle grandi imprese, in ordine alle capacità amministrative ed ai requisiti eventualmente richiesti. Ma il vero problema – a giudizio della Confederazione nazionale degli artigiani – è rappresentato dalle lungaggini burocratiche e dai ritardi nelle erogazioni dei fondi. «Una piccola impresa nostra associata – ha affermato Francesco Porcu – dopo aver risposto positivamente al bando, il 4 novembre 2016, con un investimento di 144mila euro, soltanto nel marzo del 2018 ha ricevuto comunicazione per il sopralluogo di verifica da parte della Regione e il tutto significa non aver ricevuto un euro a distanza di 18 mesi, né sapere quando lo riceverà». «È un meccanismo infernale – ha concluso il segretario della Cna – da sbaraccare al più presto e per le piccole e medie imprese serve ritornare a ragionare sulle cose che abbiano un senso».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Stefano Mameli (segretario regionale della Confartigianato) che ha lamentato la mancata sperimentazione, da parte della Regione, di un bando riservato alle micro imprese ed ha sottolineato ritardi nelle istruttorie e difficoltà nella rendicontazione per le pratiche del bando “T1” mentre sul bando “T2” ha evidenziato l’incertezza sull’entità dei nuovi stanziamenti, così da dare certezze alle imprese escluse dalla primo bando. Per ciò che attiene le disposizioni della legge 949, Confartigianato ha salutato con favore l’iniziativa, nel frattempo annunciata dal presidente Franco Sabatini, per promuovere nei territori la legge sulle operazioni del credito agevolato.

Il presidente di Confindustria, Alberto Scano, ha ricordato il giudizio positivo a suo tempo formulato sui bandi T1 e T2 ma ha affermato che nelle fasi di attuazione sono emerse difficoltà nei tempi delle istruttorie e delle erogazioni, nonché problematicità nelle varie interlocuzioni. Il presidente degli industriali sardi, sollecitato anche dal presidente della commissione, si è soffermato sul piano nazionale “Industria 4.0” per confermare un giudizio positivo ma Scano ha ribadito anche come tale piano abbia prodotto effetti nelle aree più sviluppate del Paese ed abbia registrato risultati assai più modesti nelle aree del Mezzogiorno. Il leader di Confidustria ha quindi confermato la preferenza per i bandi a sportello ed ha così concluso: «Alle imprese servono semplificazione e un clima di maggiore fiducia».

Mirko Murgia, presidente Confapi, ha elencato nel dettaglio i ritardi nelle istruttorie dei bandi T1 e T2, rispetto ai centoventi giorni preannunciati, ed ha proseguito con le lungaggini del “Piano Sulcis” e con la mancata pubblicazione dell’atteso bando T3. Murgia ha auspicato maggiore responsabilità da parte degli assessorati e degli enti regionali interessati e un continuo monitoraggio della spesa: «Propongo inoltre un tavolo permanente perché siano affrontati e risolti i problemi che abbiamo sinteticamente esposto».

Il lavoro della commissione Programmazione  e Bilancio, prosegue domani alle 10.30  con le audizioni degli assessori della Programmazione, dell’Industria, dell’Artigianato, del direttore del centro regionale di programmazione e del presidente della Sfirs.

A conclusione dei lavori della mattinata, il presidente della commissione, Franco Sabatini, ha inoltre ipotizzato una nuova convocazione per un confronto diretto tra i rappresentanti delle categorie produttive e gli assessori competenti per gli interventi a sostegno delle imprese. 

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Cresce anche in Sardegna il numero delle piccole imprese che fanno business utilizzando gli “open data”, i dati aperti rilasciati liberamente e gratuitamente dalla Pubblica Amministrazione che possono essere utilizzati, migliorati, condivisi per  valorizzare e incrementare le attività produttive e migliorare le condizioni delle comunità.

Aziende che si occupano di trasporti, di turismo, di marketing, di comunicazione, di cultura, di clima ma anche di ecologia, salvaguardia ambientale, di energia e di sicurezza che scoprono nuovi mercati, anche domestici, prima inesplorati.

«Tante imprese, grazie a queste “aperture”, in modo sempre più frequente e con investimenti minimi, riescono a nascere, creare reddito e opportunità di lavoro, ridurre i gap tecnologici sviluppando servizi che riversano poi al pubblico o ad altre realtà imprenditoriali.»

Così Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, a commento della conferenza stampa di presentazione della “VI edizione di Cagliari dell’Open Data Day 2018”, manifestazione in programma il prossimo sabato, 3 marzo, a Cagliari, dal titolo “Direzioni”, presentata oggi presso il Comune di Cagliari da uno degli organizzatori Giovanni Battista Gallus e organizzata dal Circolo dei Giuristi telematici con il supporto di Associazioni e Cittadini.

«Esempi concreti – continua Mameli – li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni mentre usufruiamo dei mezzi pubblici, ci informiamo sulla viabilità, esaminiamo le informazioni meteo, o più semplicemente consultiamo le applicazioni nello smartphone, i siti web o i progetti che più ci interessano. Insomma, tutta questa attività è la quotidiana concretizzazione di come una ingente quantità di dati possa diventare  accessibile anche al mondo delle imprese e alle famiglie.»

Confartigianato Imprese Sardegna, plaudendo all’iniziativa del Cagliari Open Day Data, sottolinea come gli open data siano «un vero e proprio patrimonio a portata di mano per qualsiasi azienda e startup».

«L’utilizzo di questi dati genera, infatti, un’opportunità di business e, se integrati con quelli privati, permettono di ottenere risposte strategiche a più tematiche come, per esempio, l’ottimizzazione del consumo energetico, l’identificazione delle frodi, l’ottimizzazione della ricettività turistica, o l’implementazione di sistemi di mobilitàUn esempio concreto – conclude Stefano Mameli – è quello di una impresa artigiana che si occupa da qualche anno di car sharing, la PlayCar di Cagliari, che utilizzando gli open data produce anche software gestionali per i parchi auto di tutto il Mondo

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Da Stati Uniti ed Europa in Sardegna per incontrare i produttori di mobili e complementi d’arredo. Appuntamento a metà marzo a Oristano: organizzano ICE-Agenzia, Confartigianato Sardegna e Regione Sardegna. Al via le domande di partecipazione: scadenza il 13 febbraio.

25 produttori artigiani di mobili e complementi d’arredo (in ferro, tessuto, legno, ceramica, vetro, pietra e altri materiali), della Sardegna, dell’Abruzzo e del Molise, incontreranno 15 compratori provenienti da Stati Uniti e vari Paesi europei a metà marzo a Oristano, nell’ambito del Piano Export Sud 2, attività a favore delle PMI delle Regioni del Mezzogiorno.

L’incoming sardo, organizzato dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con Confartigianato Imprese Sardegna e Regione Sardegna, ha l’obiettivo di sviluppare e consolidare la conoscenza della realtà produttiva di Arredo e Complementi del Meridione d’Italia e di favorire il processo di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese del settore.

L’evento mira, infatti, a offrire una vetrina di presentazione dei prodotti “Made in Sud” a diversi mercati internazionali di potenziale interesse.

Il programma prevede il giovedì 15 marzo interamente dedicato agli incontri business to business tra aziende italiane e operatori esteri, mentre venerdì 16 sarà dedicato alle visite aziendali rappresentative delle eccellenze e delle peculiarità del territorio esclusivamente per i buyer esteri.

Ulteriori informazioni e documentazione sono reperibili all’indirizzo http://www.sardegnaimpresa.it o www.ice.gov.it. La partecipazione delle aziende artigiane all’iniziativa è gratuita ma è necessario inviare la domanda entro e non oltre il 13 febbraio all’indirizzo arredamento.artigianato@ice.it. Sulla base alle richieste e ai profili aziendali pervenuti, saranno selezionati, a cura degli Uffici ICE-Agenzia della rete, i 15 compratori esteri. Per approfondimenti ulteriori contattare Confartigianato Sardegna allo 070 44891.

«Grazie agli incontri business-to-business e alle visite sul territorio – afferma il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli – si consente alle imprese di avere un confronto diretto con i buyer e, quindi, con i mercati esteri. “In pratica mettiamo, a costo zero, le aziende nelle condizioni di attestare l’appetibilità delle proprie produzioni – continua Mameli – per indirizzarle verso quei mercati ritenuti più adatti a intraprendere dei rapporti commercialiPer gli imprenditori – conclude il Segretario – è fondamentale sfruttare queste occasioni d’internazionalizzazione offerte da iniziative come gli Incoming, che possono garantire nuove e proficue opportunità di espansione in altri mercati.»

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Confartigianato Imprese Sardegna promuove “Hair ring”, un contest per giovani acconciatori under 25, che si svolgerà dal 16 al 19 marzo al Cosmoprof di Bologna, il più importante evento italiano dedicato al mondo del benessere.

Grazie a questa iniziativa, una vera e propria “vetrina” organizzata dalla Camera Italiana dell’Acconciatura e da Confartigianato Benessere, con altre associazioni di settore, anche i giovani professionisti sardi dell’hair style, potranno sfidarsi a  colpi di spazzole, lacca e colori in quattro postazioni ad hoc riservate ai giovani talenti.

«Continua l’attenzione di Confartigianato Sardegna per valorizzare i giovani artigiani attraverso ogni iniziativa che sia per loro un’opportunità – afferma Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – per le nuove generazioni di acconciatori sardi questa è un’occasione unica perché potranno mostrare le proprie capacità ad un vasto pubblico e alla presenza di specialisti di alto livello nel settoreInfatti – sottolinea Stefano Mameli – il Cosmoprof, è la più prestigiosa manifestazione del settore a livello internazionale e si pone l’obiettivo di creare un ponte tra le industrie e i professionisti al fine di innalzare la qualità dell’intera filiera.»

Da 50 anni, Cosmoprof Worldwide Bologna è l’osservatorio leader internazionale sulle tendenze legate al settore della cosmetica e del mondo beauty. Lo spazio espositivo di Cosmoprof copre l’intero quartiere fieristico di Bologna Fiere ed è dedicato ai diversi settori dell’industria cosmetica: Perfumery and Cosmetics, Natural Products, Packaging, Machinery, Contract Manufacturing and Raw Materials, Beauty and Spa, Hair and Nails. Numerosi espositori, visitatori e acquirenti provenienti da tutto il mondo, trasformano la fiera anno dopo anno, in un vero e proprio “hub” internazionale dove i professionisti e i decision makers  si incontrano per sviluppare il loro business.

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252 milioni di euro di finanziamenti in meno in 5 anni e mezzo per le imprese artigiane sarde.

Sono questi i dati della lunga crisi, senza soluzione di continuità ormai dalla fine del 2011, del credito alle imprese artigiane della Sardegna.

Al 31 dicembre 2011 si registrava un’erogazione di 1 miliardo e 78 milioni di euro; a settembre 2013 i finanziamenti calavano di 175 milioni attestandosi a un totale di 903. Tre anni dopo, marzo 2016, ancora una flessione di 44 milioni, per un saldo di 859 milioni di euro. A dicembre dello stesso anno si toccavano 844 milioni di euro di erogazione mentre a giugno dell’anno appena concluso il saldo arrivava a 826 milioni.

E’ impietoso il dossier “Trend del credito alle imprese artigiane della Sardegna a giugno 2017”, realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI su dati Artigiancassa e Banca d’Italia dal 2011 al giugno 2017, che è stato presentato questa mattina nell’Assemblea di Confartigianato Imprese Sardegna ad Abbasanta.

Il credito all’intero sistema produttivo della Sardegna, nell’ultimo anno è stato di 11 miliardi 815 milioni di euro, di cui 826 alle imprese artigiane; per queste ultime, in 12 mesi, i finanziamenti si sono ridotti di 40 milioni subendo un calo percentuale del 4,6%.

«I “rubinetti” del credito non accennano a riaprirsi – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – una situazione che stenta ancora a ripartire e che, visto il trend, non ha nulla di incoraggiante per i prossimi mesiSi è passati, infatti, da un rallentamento della contrazione sia nel dicembre 2016, sia a marzo 2017 (entrambe le rilevazioni erano al -1,7) – continua Matzutzi – contro la “ricaduta” di giugno 2017  con il -4,6%. Sinceramente un tonfo così non ce lo aspettavamo.»

Costantemente negativo, quindi rappresentativo della situazione regionale, è anche il trend a livello provinciale (giugno 2017-giugno 2016); la situazione peggiore si registra a Carbonia Iglesias, con un crollo dei finanziamenti del 7%, seguito dall’Ogliastra con -6,9%, dal -5,7% di Olbia Tempio e dal -5,5% di Sassari. Il calo più ridotto a Oristano con -0,3%.

Nel totale erogato alle imprese artigiane, la fetta più consistente va a Cagliari con 228 milioni di euro, seguita da Sassari con 168 e da Olbia Tempio con 143. Solo 29 milioni di euro sono andati all’Ogliastra.

«I nostri dati – aggiunge il presidente di Confartigianato – dimostrano che la situazione creditizia delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, rimane molto critica. Non bisogna abbassare la guardia. Serve un’attenzione della Politica anche per le piccole imprese in modo da trovare soluzioni che invertano questa tendenza. Il credito è il carburante indispensabile per rimettere in moto l’economia e ridare slancio e fiducia ai nostri imprenditori

Secondo Confartigianato Sardegna, se è vero che negli ultimi anni una buona parte delle imprese è entrata in crisi a causa di fattori diversi, come per esempio il rallentamento degli appalti pubblici, comportando di conseguenza anche la riduzione della domanda di credito del sistema produttivo, è pur vero che le banche giudicano “meno appetibili” le micro imprese ovvero hanno ancora “difficoltà” a comprenderne le esigenze. Inoltre, queste hanno anche la necessità di dare un rating all’azienda, vedere i bilanci anche se le imprese artigiane chiedono in prestito somme ridotte.

«Non ci stancheremo mai di ripetere che per affrontare l’emergenza credito è fondamentale il ruolo dei Confidi Artigiani, che in Sardegna operano numerosi, a supporto delle imprese che non dispongono di sufficienti garanzie reali richieste dal sistema bancario in modo generalizzato e di importi sempre più elevati, a volte anche superiori al finanziamento concesso. La riforma dei contributi regionali ai Fondi di garanzia dei Confidi, approvata nel 2015 non ha dato i frutti sperati. Nonostante la recessione e le restrizioni nell’accesso al credito – conclude il Presidente – questi Istituti si sono confermati strumenti di prim’ordine per lo sviluppo dell’artigianato e della piccola impresa sarda

«Aspettiamo – sottolinea il segretario regionale di Confartigianato Stefano Mameli – l’accelerata promessa sui bandi per gli incentivi agli investimenti. Sia per quelli già pubblicati sia con riferimento al così detto T0 – incentivo sino a 15mila euro molto richiesto dalle microimprese – per cercare di dare una scossa al tessuto economico sardo e recuperare terreno: per le piccole imprese artigiane il denaro risulta ancora troppo scarso e, soprattutto in alcune province, troppo caro.»

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Le imprese artigiane sarde dell’agroalimentare e della cosmesi incontrano i buyer di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Egitto e Qatar durante la “V Borsa Internazionale delle imprese Italo Arabe”, in programma oggi e domani a Cagliari.

Confartigianato Imprese Sardegna è presente con 7 imprese, le cui lavorazioni rispettano i precetti della legge islamica, produttrici di formaggi, di riso e pasta, e di cosmetici derivati da prodotti naturali. Per questo, il Caseificio Formaggi Sardi Mario Piras di Ozieri (SS), la Fattoria Su Grabiolu di Siamanna (OR), l’Azienda Falchi di Oristano, il Pastificio Porta1918 di Gonnosfanadiga (VS), il Caseificio Silvio Boi di Cardedu (OG), insieme ai produttori di cosmetici Herbsardinia e Fitomediterranea, entrambi di Cagliari, saranno impegnati, durante le 10 ore di contrattazione, in circa 50 incontri “business to business”.

Nell’ambito dei vari workshop proposti dall’iniziativa, il segretario regionale Stefano Mameli, interverrà nel seminario “Internazionalizzazione e incentivi per le imprese” sabato 16, alle ore 9.15.

Per Confartigianato Sardegna, continuare a portare nel mondo l’eccellenza sarda, insieme agli ideatori della Borsa Italo Araba, è uno degli obiettivi principali dei prossimi anni; l’Associazione proseguirà ad aiutare le proprie imprese nei processi di internazionalizzazione, affiancandole in tutte le varie fasi e offrendo loro concrete opportunità di crescita.

«Le imprese hanno ormai capito che il “mercato domestico” non è più sufficiente e che quello globale offre molteplici opportunità da cogliere – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo le aziende artigiane stanno partecipando, in maniera sempre più crescente alla Borsa Italo Araba, importante evento organizzato per far cogliere le opportunità al sistema produttivo isolanoIl mercato degli Stati Arabi è una realtà fondamentale per lo sviluppo delle imprese sarde e per la Sardegna intera – conclude Antonio Matzutzi – l’export che cresce in questi Paesi significa che le nostre aziende stanno riuscendo a unire tradizione e maestria a ricerca e perfezione, per soddisfare le esigenze di clienti che pretendono innovazione e prodotti qualitativamente perfetti

Alcuni dati tratti dal dossier 2016 sull’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi, elaborato dell’Osservatorio per le MPMI di Confartigianato Imprese Sardegna.

E’ di oltre 96milioni di euro il bilancio 2016 dell’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi. Di questi, oltre 50milioni di euro sono rappresentati dalle esportazioni delle imprese artigiane e dalle Micro e Piccole imprese. La vendita verso la sponda sud del Mediterraneo di alimentari, articoli in pelle e tessili, abbigliamento, prodotti in metallo e altre produzioni manifatturiere, nell’anno appena concluso ha registrato una crescita del +2,7% rispetto all’anno precedente.

Sono questi i dati 2016 sull’export della Sardegna verso Arabia Saudita, Libia, Libano, Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Bahrein, Iraq, Giordania, Siria e altri paesi appartenenti alla Lega degli Stati Arabi, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati ISTAT.

47,9 milioni di euro di prodotti sardi del manifatturiero sono volati in Arabia Saudita (+45,2% rispetto al 2015), 15,2 verso gli Emirati (-33,1%), 14,9 verso il Bahrein (+ 161,1%), 4,8 verso la Tunisia (+28%), 4,5 verso il Marocco (+90,3%), 2,9 verso l’Egitto (-56,3%) e 2milioni verso la Libia (+187,6%).

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Sono 3.623 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare che nelle prossime festività, con acquisti diretti e on line, proporranno a circa 140mila famiglie isolane, pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesce e conserve per soddisfare ogni tipo di richiesta e palato, garantendo qualità, gusto, tradizione e genuinità.

Sulle tavole e sotto l’albero, anche quest’anno, fate trovare i prodotti agroalimentari artigianali della Sardegna: sono tipici della nostra isola, buoni e soprattutto genuini. Ma attenzione che siano realmente realizzati nella nostra terra, con ingredienti semplici e naturali”.

Con questa frase, Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, invita i consumatori a scegliere prodotti enogastronomici tradizionali e genuini, evitando l’acquisto di quelli di imitazione o di scarsa qualità.

«In un periodo come il Natale – aggiunge Stefano Mameli – anche se in un momento economicamente difficile, è importante affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazioneAnche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi

L’associazione artigiana, così, rilancia l’idea di un Natale all’insegna della tradizione e della genuinità alimentare isolana, ribadendo la necessità di marchi di qualità e disciplinari per le produzioni artigianali e ponendo l’accento sulla questione della commercializzazione e dell’acquisto dei prodotti di imitazione o di qualità non eccelsa.

«Non è una novità che sul mercato vengano immessi in maniera sempre più preoccupante i cosiddetti “cibi-fotocopia” ma i consumatori, in questi ultimi anni, sono sicuramente più attenti nello scegliere gli alimenti tradizionali sardi quali formaggi, salumi, pane, pasta, i dolci, vini e liquori, anche se nei negozi cresce il panorama dei prodotti “simil-Sardegna”

Ma le circa 140mila famiglie sarde che, secondo una recente indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, hanno intenzione di consumare prodotti tradizionali, staranno ben alla larga dall’ampio elenco di prodotti “sardinian fake food”, veri e propri “inganni culinari”, in cui prodotti di evidente importazione vengono spacciati come “originali sardi” come i malloreddus multinazionali, i maialetti olandesi, l’olio ottenuto da olive greche e tunisine, le salsicce “tipo sardo” confezionate in altre regioni d’Italia, le sebadas slovacche o il liquore di mirto ottenuto da bacche della Slovenia.

«Siamo certi che le Panadas di Oschiri, il formaggio Greviera di Ozieri, l’Aranzada di Nuoro, i Culurgionis ogliastrini, la Birra di Tertenia, il vino di Sorso, le Tiliccas della Gallura, i Mostaccioli di Oristano, il Torrone di Tonara o l’olio di Gonnosfanadiga – riprende Stefano Mameli – non temano confronti dal punto di vista qualitativo perché crediamo che il loro sapore, profumo e gusto non siano riproducibili artificiosamente.»

Infatti, in tanti fuori dall’Isola provano a “copiare” l’eccellente qualità, i profumi e i sapori che, per esempio, si possono trovare nei dolci che vengono ancora preparati in laboratori artigianali, con la più antica tradizione casalinga dell’isola, preziosa per la genuinità e semplicità dei suoi ingredienti base, sempre quelli da centinaia d’anni: uova, zucchero, farina, miele, mandorle, buccia di limone o arancia, mosto di vino cotto o pecorino freschissimo. Stesso discorso anche per la produzione delle paste fresche e ripiene, ancora oggi vengono prodotte con elementi naturali come la semola, l’acqua, le uova, o per i formaggi freschi, che non hanno ne’ additivi chimici, ne’ conservanti.

Delle oltre 3.600 imprese attive nell’artigianato alimentare nella regione, secondo i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPMI riportati nel dossier “Food economy e l’artigianato alimentare nell’Isola”, 1.427 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.648 sono attive nei servizi da asporto, 224 sono pastifici, 51 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 51 nel lattiero caseario, 43 nell’ambito delle spezie e condimenti, 41 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 26 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 37 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 33 nella lavorazione delle granaglie e altre 42 in altre produzioni, attività che nel primo semestre 2017 hanno esportato 86milioni di euro di valore, di cui 73 per i prodotti alimentari e 12 di bevande. A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.508 imprese, a Sassari-Gallura 1.107, a Nuoro 721 e a Oristano 287.

Negli ultimi dodici mesi (settembre 2016 – agosto 2017), a livello nazionale, le vendite all’estero di “Torte, pane con uva passa, panettoni, panettone di Natale, cornetti e altri prodotti dolci della panetteria, della pasticceria o della biscotteria”, compresi i dolci da ricorrenza, hanno registrato un incremento tendenziale del 5,8%, combinazione di una crescita del 5,0% sui mercati dell’Unione europea e dell’8,6% per i mercati extra Ue; tra i principali mercati aumenti a doppia cifra per Stati Uniti (+31,4%), Belgio (+24,2%), Polonia (+15,1%) e Svizzera (+13,9%).

Ormai le vendite di prodotti agroalimentari vòlano anche on line, nonostante il settore abbia enormi prospettive di crescita. Nel 2017, secondo l’analisi dell’Osservatorio eCommerce B2c, il mercato italiano online food&grocery vale 812 milioni di euro, +37% rispetto al 2016. Nonostante la crescita sia la più alta tra quelle registrate nei principali comparti merceologici online (tutti compresi tra +6% e +27%), questo incide solo per il 4% del mercato eCommerce B2c italiano, pari complessivamente a 23,1 miliardi di euro. Nel food&grocery la componente principale, in termini di valore degli acquisti, è rappresentata dall’Alimentare, con l’87% del comparto, per un valore di 708 milioni di euro, in crescita del +39% rispetto al 2016. Tra i prodotti più acquistati nell’alimentare, troviamo con il 54% i “secchi” (ossia confezionati, incluso il caffè), con il 31% i prodotti “freschi” (inclusi il cibo pronto e verdura/frutta), con il 9% le bevande alcoliche (birra, vino, distillati e liquori), con il 5% le bevande analcoliche (acqua, bibite e succhi) e con l’1% i prodotti surgelati.

«Infine, è doveroso ricordare i 193 prodotti agroalimentari tradizionali che la Sardegna annovera insieme alle centinaia di imprese artigiane sarde che si dedicano alle produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg – conclude Stefano Mameli – numeri che dimostrano quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici