5 December, 2025
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Domenica 19 ottobre è stata commemorata, con una breve e sentita cerimonia nel piazzale del parcheggio del supermercato LIDL, la tragedia mineraria di Schisòrgiu in cui perirono 14 minatori e 8 rimasero feriti, nel più grave incidente sul lavoro mai accaduto in Sardegna. Certamente i poveri lavoratori carboniferi meritano un luogo più dignitoso ed idoneo di un piazzale per parcheggio come, ad esempio, la sistemazione di un terreno che si trova all’esterno dell’area recintata. Su questa ipotesi c’è un accordo di massima con l’attuale civica amministrazione di Carbonia ed interlocuzioni con un proprietario del suddetto terreno vicino. Si vedrà come andrà a finire.

La cerimonia è iniziata con il discorso introduttivo di Pierino Agus, presidente dell’associazione Amici della Miniera, che si occupa da alcuni anni anche di questa sentita celebrazione. Pierino Agus ha ricordato che la tragedia mineraria di Schisòrgiu si colloca tra i tanti incendi sul lavoro accaduti nel bacino carbonifero del Sulcis nel quale vi furono numerosissimi feriti e oltre 450 minatori morti, in ricordo dei quali si sta pensando di sistemare proprio un Memoriale monumentale, con i nominativi dei caduti, in uno spazio della Grande Miniera di Serbariu. Su questa idea sembrerebbe che sia d’accordo la stessa amministrazione civica di Carbonia ed è probabile che possa essere invitato all’inaugurazione del Memoriale il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con alte cariche dello Stato, rappresentanti del governo e delle due Camere, della nostra Regione Autonoma della Sardegna, di personalità religiose, militari e civili.
Subito dopo, come componente dell’associazione Amici della Miniera, ho ricordato le vere ragioni di queste tragedie. In una lettera riservata il prefetto di Cagliari, dott. Tito Cesare Canovai, chiedeva all’ing. Enrico Cori, Capo del Distretto Minerario della Sardegna, le ragioni di questi frequenti e numerosi incidenti minerari. L’ing. Enrico Cori rispose alla missiva del prefetto Tito Cesare Canovai, elencando tre cause fondamentali: il rapido incremento della produzione carbonifera giornaliera tanto da dover raggiungere una produzione di un milione di tonnellate all’anno; l’impiego di manodopera non specializzata, senza alcun addestramento e senza formazione professionale; e la deficienza di personale tecnico direttivo in particolare ingegneri soprattutto carboniferi.
Successivamente, a conclusione della cerimonia, il parroco don Giampaolo Cincotti, ha osservato che se questi adempimenti sulla sicurezza nel lavoro fossero stati predisposti dalle società minerarie carbonifere, certamente si sarebbero avuti meno incidenti sul lavoro e molte tragedie minerarie non sarebbero mai esistite.
Infine, guidati da don Giampaolo Cincotti, con le preghiere, i presenti hanno ricordato i poveri minatori caduti, veri martiri del lavoro.
Mauro Pistis