26 April, 2024
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La guida Vinibuoni d’Italia ha assegnato alla Cantina Siddùra di Luogosanto il riconoscimento “Azienda ecofriendly 2017”. Si tratta di un diploma che viene attribuito alle Cantine italiane che si sono distinte per aver applicato, nel 2016, una filosofia aziendale basata sul rispetto dell’ambiente e vi partecipano tutte le migliori realtà vitivinicole del Belpaese. Per questo motivo il certificato Ecofriendly è molto ambito. L’iniziativa è stata ideata da Vinibuoni d’Italia in collaborazione con il Touring club italiano e con Verallia.

Fin dalla sua fondazione, Siddùra ha lavorato seguendo una strategia produttiva ben precisa: «Abbiamo sempre messo il territorio al primo posto – spiega Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra – e quindi abbiamo ottimizzato quello che ci dà la natura, senza forzarne le specifiche capacità produttive. In questo modo abbiamo evitato di danneggiare l’ambiente. Proprio nel 2016 abbiamo compiuto un passo importante in tal senso, diventando un’azienda agronomica integrata: questo comporta il rispetto di un disciplinare (stilato ogni anno dalla Regione Sardegna) che regolamenta le attività da svolgere in campo, dalle tipologie delle lavorazioni all’impiego di determinati prodotti».

In particolare, negli anni Siddùra ha scelto di

  • eliminare gli sprechi di acqua grazie all’innovativo sistema tecnologico denominato “Piante che parlano”
  • utilizzare concimi di origine biologica
  • favorire l’inerbimento dei vigneti.

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Un altro passo verso il biologico. La Cantina Siddùra punta sempre di più sulla tutela dell’ambiente e la genuinità del prodotto. Per raggiungere l’obiettivo ha scelto un tipo di coltivazione più naturale, completando un processo di trasformazione che da azienda convenzionale la identifica come “azienda integrata”. Uno status acquisito in questi giorni e definito ufficialmente (al termine di una procedura burocratica) da un disciplinare dell’Unione Europea, recepito dal ministero delle Politiche agricole e dall’agenzia regionale sarda Laore, che impone limiti più restrittivi rispetto ai consueti trattamenti chimici. In pratica, da quest’anno le attività saranno sottoposte a una serie di controlli periodici che verificheranno il rispetto del disciplinare e, di conseguenza, confermeranno la qualifica di azienda “green”. Le regole non devono essere applicate solo nella tenuta principale di Luogosanto ma anche in tutti vigneti da cui arrivano le uve dei conferitori dei vitigni Cannonau e Cagnulari. Anche loro sono obbligati a garantire uguali standard qualitativi.

L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è “il Trofeo” all’Iwc (International Wine Challenge) per Bàcco, il Cagnulari della Cantina Siddùra. Ogni anno, la giuria IWC assegna delle medaglie d’oro ai vini considerati “best in class” e, successivamente, torna a degustare le sole medaglie d’oro, decretando i fuoriclasse di ogni categoria. Bàcco è stato considerato un “fuoriclasse”. Solo 13 vini italiani, sui 14mila in concorso provenienti da ogni parte del Pianeta, hanno ricevuto questo prestigioso premio e Bàcco è stato l’unico vino sardo a ottenere il Trophy Iwc. «Questo Cagnulari ha bisogno di una lavorazione sul campo davvero certosina – spiega Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra – infatti gli acini di questo vitigno autoctono hanno bucce molto sottili e rischiano di perdere la loro consistenza a causa degli sbalzi termici. Per questo motivo è necessario controllarli costantemente attraverso concimazioni fogliari e irrigazioni contenute».

luca vitaletti agronomo siddura

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Arrivano da Londra altri prestigiosi riconoscimenti internazionali per i vini della Cantina gallurese Siddùra. Il Cagnulari Bàcco 2014 Isola dei Nuraghi, ha vinto l’oro in uno dei più prestigiosi concorsi internazionali, l’International Wine Challenge 2016. La manifestazione si è svolta a Londra alcuni giorni fa: la giuria, composta da cinque tra i massimi esperti di vino a livello mondiale, ha attestato la medaglia d’oro al Cagnulari in purezza Bàcco dell’annata 2014 prodotto dalla cantina gallurese. Il grande risultato ottenuto dal rosso di Siddùra, non è l’unica sorpresa arrivata da Londra: il Vermentino di Gallura Spèra 2014 e il Cannonau in purezza Fòla 2013 hanno ottenuto la medaglia d’argento.

Dino Dini, l’enologo di Siddùra, riguardo ai riconoscimenti ottenuti a Londra, commenta: «Mi emoziona sempre di più vedere vitigni autoctoni della Sardegna salire sui primi gradini del podio di concorsi internazionali come l’International Wine Challenge. I nostri Cagnulari, Cannonau e Vermentino di Gallura sono tutti vini di carattere che hanno un forte legame con il territorio di origine, evocano i profumi e i sapori della nostra regione anche quando ci si trova seduti a un tavolo dall’altra parte del globo. Vini unici ed autentici, composti al 100 per cento dalle varietà di un singolo vitigno».

Il 2015 è stato un anno veramente importante per la giovane azienda di Luogosanto, che sta continuando a mietere successi ed ha ormai intrapreso un percorso di crescita che fa ben sperare per il futuro. Lo scorso settembre, il Vermentino Docg di Gallura Maìa ha ottenuto il massimo riconoscimento in Italia: i Tre bicchieri del Gambero rosso. Un risultato cercato e ottenuto grazie a un lavoro basato sulla ricerca della qualità e della purezza. Come ha sottolineato Giuseppe Carrus, vice curatore della guida dei vini del Gambero Rosso «i Tre Bicchieri non si danno ai vini buoni, ma ai grandi vini». La consegna del premio italiano più prestigioso nell’ambito vinicolo, è stata celebrata a Cagliari martedì 1 dicembre con un evento a cui hanno partecipato lo stesso Carrus; Fabrizio Abis, sommelier dell’Associazione italiana sommelier; Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra e Luca Vitaletti, agronomo della Cantina gallurese.

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 giuseppe carrus e massimo ruggero

Arriva in Sardegna un sistema all’avanguardia, proveniente da Israele, che promette di rivoluzionare la storia della viticoltura nell’isola. Il progetto, denominato “Le piante che parlano” sviluppato dalla cantina Siddùra di Luogosanto, consentirà alla pianta di “lanciare l’allarme” quando le proprie riserve idriche stanno per esaurirsi.  In pratica, la vite verrà monitorata continuamente da un sistema tecnologico. Attraverso l’inserimento di alcuni sensori nella stessa pianta e nel suolo, verrà inviato un  segnale a un processore che lo elaborerà creando un tracciato che l’agronomo potrà tenere sotto costante controllo attraverso il pc o lo smartphone.

In caso di carenza di acqua dovuta all’eccessiva secchezza del terreno o alla scarsa piovosità, lo specialista sarà in grado di intervenire immediatamente attraverso l’utilizzo di acqua irrigua.

“Piante che parlano” rappresenta un’innovazione di fondamentale importanza per la Sardegna.  Con la comunicazione diretta tra pianta e agronomo, infatti, si potrà contrastare efficacemente la secchezza dei terreni dovuta al costante aumento della temperatura e aggravato da scarsa piovosità. «Nel nostro clima la valutazione della necessità o meno di irrigare il vigneto è cruciale e al pari complesso», spiega Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra. Il progetto è stato ideato dalla società israeliana Netafim, leader mondiale nel settore dell’irrigazione.

Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra, sottolinea: «La possibilità di sopperire con alle carenze meteo comporta investimenti importanti, ma l’azienda Siddurà mira a questo: far stare la pianta bene per produrre uva di qualità». E la qualità deriva dall’intero processo di produzione del vino. Risultati confermati anche di recente al premio internazionale “Mundus Vini” 2015 che hanno visto attribuire la medaglia d’argento al vermentino Spèra 2013. Il riconoscimento risponde alla sfida lanciata da Siddùra: dimostrare che un anno di invecchiamento esalta le qualità del vermentino. Una teoria che trova conferma nel premio Mundus Vini ma anche nelle parole di Giuseppe Carrus, referente in Sardegna del Gambero Rosso: «Chi l’ha detto che il vermentino di Gallura non sa invecchiare? I recenti sondaggi – assicura Carrus – dimostrano che  il meglio di questo vino inizia a emergere l’anno successivo al suo imbottigliamento. È il caso di Spera 2013».

Tra le novità in casa Siddùra ci sono le etichette della nuova annata. Verranno presentate ufficialmente Porto Cervo Wine festival 2015, esclusiva vetrina dedicata ai migliori vini del territorio.