26 April, 2024
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Sono stati attivati lo scorso 28 febbraio, i nuovi ambulatori di Chirurgia ed Urologia della Casa della Salute di Giba. Il progetto è nato un anno fa, su iniziativa del consigliere di maggioranza Francesco Uccheddu, sostenuto dalla Giunta guidata dal sindaco Andrea Pisanu.

Per il raggiungimento del risultato, sono stati di fondamentale importanza l’impegno e la disponibilità del direttore generale della ASSL di Carbonia, dott.ssa Maddalena Giua, e dei primari dei reparti di Urologia, dottor Andrea Solinas, e di Chirurgia, dottoressa Antonella Piredda, dell’Ospedale Sirai. Il progetto porterà grossi benefici non solo ai cittadini di Giba, ma anche a quelli di tutto il Basso Sulcis. Diminuiranno, infatti, i tempi d’attesa per le visite chirurgiche ed urologiche, sarà possibile per coloro che hanno difficoltà a spostarsi, curarsi nel loro paese, realizzando la cosiddetta “dislocazione dei servizi”. Il servizio è finalizzato anche a combattere la mobilità passiva, in quanto molti cittadini che fino ad oggi si sono recati a Cagliari per curare le loro patologie, avranno la possibilità di farlo nel loro territorio.

«L’Amministrazione comunale di Giba – commenta Francesco Uccheddu – ha creato un servizio che ha una grande importanza sociale. Questa è la dimostrazione di come un obiettivo che inizialmente sembrava irraggiungibile, con la sensibilità e la competenza delle persone possa essere raggiunto.»

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E’ stato siglato questa mattina, nella sala Fiorentino dell’ospedale Sirai di Carbonia, un protocollo d’intesa tra ATS – ASSL Carbonia, AREUS e Rotary Club Carbonia, con il quale si sancisce la donazione da parte del Rotary, di un progetto per la realizzazione di una piazzola HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) h24 presso il presidio ospedaliero Sirai di Carbonia. Erano presenti la dottoressa Antonietta Cuccheddu, presidente del Rotary Club Carbonia; la dottoressa Maddalena Giua, direttore della ASSL Carbonia; il dottor Giorgio Lenzotti, direttore generale AREUS; Franco Auteri, l’ingegnere socio del Rotary che ha redatto il progetto.

Il progetto riguarda una serie di interventi da realizzare presso un’area presente all’interno del presidio ospedaliero, di proprietà della ASSL di Carbonia, finalizzato a superare l’attuale criticità legata alla mancanza di un’area di sosta e di atterraggio per l’elisoccorso nell’area del Sulcis Iglesiente, la cui missione non è solo garantire su tutto il territorio regionale il soccorso sanitario di emergenza urgenza, ma anche garantire il trasporto di sangue e coadiuvare le attività connesse ai trapianti.

Soddisfazione è stata espressa dal direttore di Area Maddalena Giua, per un «accordo che dimostra quanto siano importanti i rapporti tra la ASSLe le associazioni, in termini di positive ricadute sul miglioramento e potenziamento dell’offerta dei servizi sociosanitari nel territorio».

«Un accordo di grandissimo valore – ha sottolineato il direttore AREUS Giorgio Lenzotti – che consente di integrare e completare per il territorio del Sulcis Iglesiente le attività di emergenza urgenza con un soccorso sanitario tempestivo sempre più vicino al territorio.»

Grande soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Rotary Club di Carbonia, Antonietta Cuccheddu, che nel sottolineare la mission dell’associazione che tende alla partecipazione attiva ed al miglioramento dei servizi territoriali, vede in questo accordo «il precipuo interesse socio-sanitario del territorio del Sulcis Iglesiente e la tutela del diritto alla salute del cittadino, anche in situazioni di emergenza».

Alleghiamo le fotografie della presentazione di stamane, alle quali seguiranno i video degli interventi di Antonietta Cuccheddu, Franco Auteri e Giorgio Lenzotti.

   

 

 

 

 

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Il Rotary Club di Carbonia donerà alla ASSL di Carbonia il progetto per la realizzazione di un’elisuperficie da realizzare presso l’ospedale Sirai, con lo spirito del “Servizio al di sopra di ogni interesse personale”, al fine di agevolare le operazioni di soccorso a mezzo di elicottero e di favorire l’integrazione fra le strutture ospedaliere della Regione Sardegna.

Il progetto che prevede una piazzola HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) H24, è stato redatto dal socio ing. Francesco Auteri.

La conferenza stampa per la cerimonia di donazione avverrà presso la Sala Fiorentino del Presidio Ospedaliero Sirai di Carbonia, alle ore 12.00, mercoledì 13 febbraio 2019.

Saranno presenti:

la dott.ssa Antonietta Cuccheddu, presidente del Rotary Club Carbonia

la dr.ssa Maddalena Giua, direttore ASSL Carbonia

il dott. Giorgio Lenzotti, direttore generale dell’AREUS Sardegna, Ente beneficiario del progetto.

Sono invitati all’evento i sindaci dei Comuni del territorio, le autorità di pubblica sicurezza e vigili del fuoco, le associazioni di volontariato per Soccorso Sanitario.

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Il 12 gennaio scorso si è svolto a Giba l’incontro dibattito sui servizi attualmente erogati nella Casa della Salute di Giba e sull’imminente apertura dei nuovi ambulatori, promosso dal sindaco di Giba Andrea Pisanu e dal consigliere comunale di maggioranza Francesco Uccheddu.

All’incontro, moderato dal consigliere Francesco Uccheddu, hanno partecipato il Direttore di Area Socio Sanitaria di Carbonia Maddalena Giua, il Direttore della Struttura Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NIPIA) di Sanluri e Carbonia Silvio Maggetti, il Direttore della Struttura Complessa di Urologia del P.O. Sirai Andrea Solinas, il Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Antonella Ivana Piredda ed il Dirigente medico della SC di Chirurgia del P.O. Sirai Nicola Pulix.

Il consigliere Francesco Uccheddu, aprendo i lavori ha presentato l’iniziativa quale momento di partecipazione e confronto con  l’obiettivo di presentare  ai cittadini del comune di Giba le attuali prestazioni sanitarie erogate dagli specialisti presenti all’incontro, al fine di favorire una maggior diffusione delle prestazioni erogate, non sempre conosciute dagli utenti.

il primo relatore, il Direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA,) ha illustrato l’attività di questa branca specialistica della medicina, che si occupa della presa in cura dei minori con disturbi dello sviluppo neuropsichico (neurologici e psichici), e garantisce  l’assistenza dei bambini e agli adolescenti in età fra zero e diciotto anni ed alle loro famiglie.

Si tratta di un servizio, ha precisato Silvio Maggetti, che eroga prestazioni di neuropsichiatria dell’età evolutiva, psicologia, riabilitazione ed educative. Per quanto concerne le modalità di accesso al  Servizio, è stato precisato che questo può avvenire chiamando direttamente  la Segreteria (situata presso il PO Santa Barbara di Iglesias) al numero 0781 3922325 (fax: 0781 3922321) dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 14.00. Successivamente, il paziente verrà richiamato per avere la data del primo appuntamento e,  in tale circostanza, verrà informato che dovrà presentare l’impegnativa del pediatra o del medico di medicina generale.

Il Direttore della Struttura di Chirurgia del Sirai, con una interessante comunicazione sull’evoluzione della chirurgia, ha proseguito gli interventi affermando che, nel corso degli anni, la chirurgia e la medicina in generale hanno conosciuto un notevole sviluppo, al punto che la moderna chirurgia non solo cerca di porre rimedio alla patologia del paziente ma allo stesso tempo cerca di minimizzare i disagi dovuti all’intervento e massimizzare il successo terapeutico. Si sta evolvendo, quindi, come una disciplina sempre meno invasiva, che tende a limitare la traumaticità dell’intervento stesso.

Il dirigente della Chirurgia ha, poi, illustrato la casistica generale degli ultimi anni con una particolare attenzione alla chirurgia oncologica e all’aumento della sopravvivenza di questi pazienti, alcuni dei quali presenti in sala. Il Direttore della Struttura di Urologia ha, invece, descritto le diverse patologie che afferiscono alla Struttura di Urologia. Fra i problemi più diffusi,  è stata citata l’iperplasia prostatica benigna, un ingrossamento della prostata che colpisce molti utenti della nostra zona  causando disturbi urinari che minano la qualità della vita, come minzione notturna con interruzione del sonno, elevata frequenza diurna, urgenza ma difficoltà ad iniziare la minzione, gocciolamento post-minzionale e getto urinario di intensità ridotta. Tra le ulteriori patologie che richiedono l’intervento dell’urologo, estremamente frequenti sono poi i calcoli urinari, problemi contro i quali la prevenzione rappresenta un’arma fondamentale. Infine, fra le patologie con cui hanno più spesso a che fare gli uomini sono inclusi il cancro della prostata, l’infertilità e la disfunzione erettile.

Grazie all’introduzione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) sul tumore della prostata, ha chiosato il dottor Andrea Solinas, ci sono stati indubbi vantaggi e il coinvolgimento dei medici di Medicina Generale con l’obiettivo finale di garantire a tutti i pazienti una Medicina personalizzata che tiene conto da un lato delle caratteristiche biologiche del tumore, e dall’altro, dei bisogni del singolo paziente, così da ottenere, come ricaduta, la migliore sopravvivenza e qualità di vita dell’individuo.

Il dottor Nicola Pulix ha concluso  le relazioni su tema preordinato, parlando della sua esperienza di chirurgo in assistenza domiciliare a supporto dalle cure domiciliari e dei medici di medicina generale, con particolare enfasi sull’integrazione ospedale territorio. Il manager dell’Area Socio Sanitaria Maddalena Giua, ha chiuso i lavori comunicando l’imminente apertura dei due ambulatori specialistici di urologia e chirurgia e dell’ambulatorio infermieristico, con l’obiettivo di ridare spessore della Casa della Salute di Giba che dovrà diventare il fulcro della sanità territoriale integrata, per una risposta completa e appropriata al cittadino.

I diversi interventi, dei cittadini presenti in sala, hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire anche un punto unico di accesso (PUA), capace di ricomporre il processo del cittadino, e di assicurare  le promesse di sviluppo e apertura dei nuovi servizi già fatte dal 2014.

Il Direttore di Area ha, infine, affermato che le Case della Salute non sono tutte uguali, ma si basano su un modello flessibile, capace di adattarsi alle caratteristiche delle diverse realtà territoriali.

Antonello Cuccuru

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Giorgio Madeddu.

Lettera aperta ai cittadini del Sulcis Iglesiente

Cari amici,

nei giorni scorsi la dirigenza Assl ha inaugurato i locali del nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale CTO di Iglesias. Celebrazione patetica, fotocopia di quanto abbiamo ammirato in precedenza, nessuna auto critica sui ritardi biblici sulle promesse del passato, siamo stati spettatori di improbabili dichiarazioni, esaltanti, quasi maniacali dei dirigenti sul presente e futuro della nostra sanità. In perfetto stile sanità-partito inaugurazione di locali (mura per essere chiari), Barranu-Dirindin: Ospice al Santa Barbara? O come le stravaganti inaugurazioni di Maurizio Calamida: Triage Fast Track Infermieristico al CTO senza Pronto Soccorso, 118 al terzo piano dell’ospedale F.lli Crobu ed inaugurazione prenatalizia di poltrone ed audiovisivi nella pediatria del Santa Barbara, con l’allora presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Non ci sono dubbi l’aria natalizia, soprattutto se prossima alle elezioni, scatena le compulsioni inaugurative, e si festeggia il nulla, alcolizzando le vere carenze e responsabilità, bollicine di visibilità preelettorali.

Il resoconto de “L’Unione Sarda” sgomenta e indigna per la faccia tosta delle dichiarazioni: «Un traguardo importante-dichiara la d.ssa Giua…rilanciamo quest’ospedale», il rilancio di un ospedale non è garantito dai miglioramenti murari per quanto necessari, i pazienti fino ad ieri vergognosamente ricevuti in un accampamento medioevale che solo l’ammirevole premura e professionalità di medici e infermieri trasformava in Pronto Soccorso ma, germoglia, dall’entusiasmo e motivazione degli operatori, e dalla fiducia che la Comunità su questi ripone. Esaltare locali e tecnologie senza valorizzare il talento dell’Uomo è l’anticamera della decadenza. «Rilanciamo quest’ospedale.» Il CTO è stato riferimento e risorsa per l’intero Sulcis, oggi è un campo di battaglia simile alla Beirut bombardata, il Pronto soccorso anche dopo la recente cosmesi è, comunque, sprovvisto di affiancamento cardiologico e neurologico full time, parziale sostegno chirurgico, ortopedico e otorino, talenti questi umiliati dal week surgery di Onnis-Arru-Pigliaru. La d.ssa Giua come i precedenti (tutti) marziani di partito inviati da Cagliari per “stabilizzare” la devastazione della sanità del Sulcis Iglesiente, parla di rilancio del CTO? Stravagante! Eppure dovrebbe essere informata che prossimamente si concluderà la storia della Chirurgia pediatrica di cui non ha mai parlato. Raggiunto il pensionamento del primario e dell’aiuto anziano, accolto il trasferimento di un’apprezzata chirurga pediatrica, il reparto dopo 37 anni di straordinaria avventura scientifica ed umana, chiude miserevolmente i battenti, non per sconfitta professionale ma perché i politici si sono dimostrati quaquaraquà, dilettanti, superficiali. La Chirurgia pediatrica del F.lli Crobu orgoglio del Sulcis, muore non per mancata professionalità dell’equipe iglesiente, non perché improduttivi, ma perché gli illuminati partiti sardi hanno deciso da Soru-Dirindin, Cappellacci-De Francisci a Pigliaru-Arru, che il talento chirurgico-pediatrico del Sulcis dovesse morire. Il CTO di Iglesias è risorsa che merita una difesa territoriale, riteniamo dilettantistiche le difese di campanile e le immature, sterili e divisorie avanguardie solitarie, proponiamo alleanze ragionevoli dell’intero territorio finalizzate alla qualità sanitaria locale. Nei prossimi mesi l’ortopedia del CTO di Iglesias, dopo una storia di straordinaria professionalità da riferimento regionale morirà, gli ortopedici sopravvissuti perderanno per pensionamento il primario dott. Porqueddu, stimato professionista, ed il mitico Traumatologico del Sulcis, sarà cancellato, altro che Unità complessa, forse un ambulatorio part time, forse. Anche il servizio otorino, baluardo dell’intero Sulcis, presenta criticità e sofferenze, da riferire alla gestione e carenza del personale, la d.ssa Giua quando parla di rilancio pensa al poker di fine settimana ma francamente per il Sulcis il rilancio sanitario decollerà quando la sanità non avrà nulla a che fare con i partiti politici ed i talenti saranno premiati per quanto valgono nelle sale operatorie e negli ambulatori. Alla marziana d.ssa Maddalena Giua si affianca l’astronauta d.ssa Viviana Lantini, la sua dichiarazione impertinente «Ci siamo fatti un bel regalo di Natale…» meritava una pernacchia dei presenti senza sponsor ma, nel mondo degli equilibri politici ed anestesia ormonale, l’ipocrisia supera l’orgoglio. L’articolo si concludeva con la dichiarazione eccessivamente ottimistica del sindaco di Iglesias Mauro Usai sul futuro del CTO, è scontato, infatti, che dopo la cura dimagrante Calamida-Onnis-Giua, il CTO non sarà in tempi ragionevoli «…un presidio rispondente alle esigenze del territorio». 

Gli amministratori del Sulcis Iglesiente uniti e motivati alla difesa della sanità della loro Comunità non hanno altra chance, devono unirsi, superare i campanilismi ed i personali narcisismi oggi palpabili, difendere i bisogni dei loro cittadini e, se non si realizzano prima delle elezioni regionali, consegnare le schede elettorali. Noi non festeggiamo un bel niente, siamo seriamente preoccupati per il tracollo annunciato dal dilettantismo, mancata programmazione, del tirare a campare fino alle prossime elezioni e così via. A tanti forse è sfuggito un piccolo dettaglio, assenti i sindaci del territorio, assenti Pigliaru, Arru e Moirano che, normalmente, timbrano il cartellino anche per inaugurare fonendoscopi e cateteri vescicali. L’atmosfera di disinteresse e solitudine che aleggia attorno al CTO merita riflessione, umiltà ed inversione di marcia.

Cari Amici del Sulcis Iglesiente,

a seguire troverete alcune riflessioni sulla Chirurgia pediatrica da noi divulgate nel gennaio 2012, casistica fino al 2015, consegnatele ai consiglieri regionali che avete sostenuto e stimate, chiedete loro cosa hanno fatto, coinvolgeteli, come può il Sulcis risalire la china della decadenza morale, economica e politica se non riusciamo a trattenere, difendere e valorizzare i pochi talenti che abbiamo?

Iglesias, 24 dicembre 2018

Giorgio Madeddu

 

30 anni di Chirurgia Pediatrica

La vigilia di Natale del 1981 la sala operatoria dell’Ospedale Pediatrico F.lli Crobu, ospitava tra l’emozione generale, il primo intervento di Chirurgia Pediatrica. Nasceva nella nostra città la più significativa realtà chirurgica regionale sul piccolo paziente ma, considerando le stravaganze della politica sanitaria sarda, quale presente e quale futuro si prevede per questo nostro “Talento sanitario”?

24 dicembre 1981

L’avvincente storia della Chirurgia pediatrica del Crobu è stata protagonista di una nostra precedente divulgazione (novembre 2006) quando i lanciafiamme regionali nella bozza del Piano Sanitario Regionale avevano cancellato il Reparto dalle risorse sanitarie della Sardegna.

I nostri interventi spesso recidivanti, vuoi perché non molliamo la presa vuoi perché orgogliosamente liberi non possediamo affinità e prossimità con i linfonodi del potere (sanitario in questo caso) ai quali ricordiamo costantemente doveri e responsabilità. Caparbi perseveriamo, fiduciosi che il tempo sia assolutamente galantuomo.

Sintesi storica

1978: L’Ente Ospedaliero F.lli Crobu di Iglesias presenta alla Regione un progetto per adeguarsi alle nuove esigenze sanitarie. Il nosocomio nacque nel 1958 per contrastare l’emergenza tubercolosi tra i bambini della nostra regione; era infatti particolarmente diffusa tra i figli dei minatori del Sulcis drammaticamente colpiti in quegli anni da silicosi e tubercolosi.

1979: La Regione accoglie la proposta e sul Lago Corsi planano: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e Rianimazione, Neuropsichiatria Infantile, Otorinolaringoiatria, Centro trasfusionale.

1981: In piena estate dott. Francesco Cossu primario anestesista organizza l’ equipe che affiancherà per quasi un ventennio le discipline chirurgiche del F.lli Crobu.

1981: 24 dicembre, il prof. Candido Daniele Pinna effettua il primo intervento.

Le fondamenta della Chirurgia pediatrica ad Iglesias hanno origini lontane, precedono l’applicazione in Sardegna della Riforma sanitaria e dello strapotere dei politici in sanità, prima nelle USL e dopo la legge 502 del 1992 nelle Aziende sanitarie locali. Germoglia dall’esigenza, rivendicata da più parti, di una chirurgia dedicata al bambino spesso reclutato impropriamente tra gli adulti e non certo dal famelico appetito clientelare che ultimamente rileviamo.

La Divisione diretta dal dott. Barletta, sostenuta da anestesisti dedicati all’assistenza pediatrica, conquista la fiducia dei sardi, da Teulada a La Maddalena raggiungono Iglesias piccoli pazienti e famiglie al seguito. Cresce, anno dopo anno, il numero dei ricoveri e degli interventi anche dei più impegnativi grazie alla passione, competenza e generosità di chirurghi e anestesisti che nei momenti più delicati si organizzano e condividono i dubbi e le sfide che la professione quotidianamente presenta.

Unico reparto di Chirurgia pediatrica della Sardegna ha ricevuto consensi e gratitudine dalla Comunità quanto disinteresse dagli amministratori ASL e dai politici regionali.

Nei suoi gloriosi 30 anni la Chirurgia pediatrica ha trattato oltre 15.000 bambini, negli anni ’90 si registravano 800 interventi all’anno per poi ridursi e attestarsi attualmente a 400.

L’ultimo decennio il reparto, diretto brillantemente dal dott. Licciardi, ha sperimentato il disinteresse e il dilettantismo delle intercambiabili gestioni della ASL 7.

Il primo grande attacco alla Chirurgia pediatrica?

La gestione stravagante del Servizio di anestesiologia!

Il primario dott. Cossu dal suo arrivo a Canonica sollecitava l’Azienda sanitaria a dotarsi di una Rianimazione pediatrica; lo riteneva un supporto fondamentale per il futuro non solo della Chirurgia pediatrica e della Pediatria ma anche dell’Otorinolaringoiatria che nell’’84 comincia come servizio e nell’’89 si trasformerà in reparto diretto dal dott. Medda ma anche dell’Ortopedia del CTO che negli anni 80 assisteva una buona percentuale di bambini. La proposta non verrà mai accolta e dott .Cossu avvertendo conclusa la sua missione chiederà il trasferimento a Cagliari, lo seguiranno i suoi collaboratori più anziani.

Servizio di Anestesiologia:

1998: 1 primario + 7 anestesisti. Esperienza media per medico: 13 anni

2000: 5 anestesisti. Esperienza media per medico: 4 anni

Come già denunciato nel 2006 l’Anestesiologia del Crobu, perfezionatasi prevalentemente sul bambino fu abbandonata senza ricevere rinforzi programmati. Le carenze d’organico, costantemente colmate da neospecialisti e consulenti esterni, non garantivano più il sostegno e la sicurezza del passato. Espletato il concorso per sostituire Dott. Cossu, la vincitrice chiede aspettativa ma agli inizi del 2002 rinuncia. La ASL effettua una scelta incomprensibile, smentisce se stessa, non promuove uno tra gli anestesisti idonei al primariato presenti nella stessa graduatoria ma, centralizza le anestesie dei tre ospedali cittadini preferendo ricompensare, generosamente, consulenti esterni e non investire su un primario anestesista dedicato alla Chirurgia pediatrica e all’Otorino.

2006: la bozza del Piano sanitario regionale prevedeva due U.O. di Chirurgia pediatrica inabissando, in perfetto stile battaglia navale sanitario, la divisione iglesiente, unica realtà sarda operativa allora da 25 anni. L’incomprensibile proposta dell’assessore Nerina Dirindin venne modificata da un emendamento che non decapitava la nostra Chirurgia pediatrica, ma secondo le nostre previsioni decretava la lenta agonia della Chirurgia Pediatrica Sarda. Le realistiche previsioni che comunicavamo nascevano dalla sfiducia nel sistema sanità inaffidabile e schizofrenico, poco avvezzo al rispetto e valorizzazione dei talenti autoctoni ma compulsivamente orientato a sostenere e premiare i rassicuranti portaborse in càmice.

Proposta di Amici della Vita per la Chirurgia pediatrica

Istituzione al CTO del Dipartimento pediatrico del Sulcis Iglesiente: Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Neuropsichiatria Infantile, Ginecologia e punto nascite (basta con i doppioni!)

Team di anestesisti dedicati al bambino e 2 posti letto di Rianimazione pediatrica (la ASL 7 ha 2 rianimazioni per adulti nessuna accoglienza pediatrica)

1 Cardiologo pediatra (la ASL 7 annovera 20 Cardiologi per l’Adulto, O ZERO! per i bambini),

1 Radiologo-Ecografista Pediatrico.

Pronto soccorso pediatrico.

L’investimento a sostegno di una squadra di Chirurghi validi e appassionati, sarebbe stato certamente modesto, in grado di soddisfare pienamente le richieste della Sardegna interrompendo la mobilità passiva extraregionale, sarebbe stata razionalizzazione vera!

Non pensavamo minimamente di difendere una nostra proprietà, desideravamo salvaguardare una risorsa indispensabile ai bambini della nostra regione. Ipoteticamente nell’interesse generale il personale tutto della Chirurgia pediatrica del Crobu avrebbe potuto essere trasferito a Cagliari, Oristano, Nuoro e altrove adeguatamente potenziato riconoscendogli impegno, passione e capacità, avremo applaudito chiunque avesse sposato la linea della funzionalità ed efficienza ma abbiamo rilevato invece: clientelismo, campanilismo, gassosa maldestramente mimetizzata.

Piano sanitario regionale

2007: il 19 gennaio viene approvato il Piano sanitario regionale, prevede tre Chirurgie pediatriche: Iglesias e le due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Cagliari e Sassari ma ancor oggi dopo cinque anni non esiste un riferimento regionale alternativo alla Chirurgia pediatrica di Iglesias. Il 2007 doveva essere l’anno del trasferimento al CTO quasi pronto ad accogliere tutti i reparti per acuti di Iglesias.

L’esodo in effetti ci fu ma la carovana raggiunta Piazza Sella incocciò il semaforo che perentorio intimò: contrordine compagni, tutti al Santa Barbara dove l’anestesiologia è di ottimo livello, esperta sull’adulto ma con scarsa esperienza pediatrica. I chirurghi trovano subito limitazioni e patologie un tempo affrontabili nello storico Crobu saranno inviate a reparti della penisola con gravi disagi ai pazientini ed alle famiglie; certamente secondarie ma non trascurabili le ingenti spese regionali per i viaggi che alcuni battezzarono della speranza ma riteniamo più opportuno definirli del dilettantismo e dell’ignavia.

Il Direttore generale della ASL (dott. Benedetto Barranu) affermò pubblicamente che alcuni anestesisti avrebbero perfezionato nelle eccellenze continentali le conoscenze neonatologico-pediatriche, si sbilanciò, fece addirittura il nome della prima candidata con valigia pronta. Qualche mese dopo gli ricordammo, affettuosamente e pubblicamente, che l’anestesista aveva ottenuto un trasferimento (peraltro definitivo!!!) ad altra realtà nazionale e suggerimmo per il futuro di investire i denari della nostra Comunità per specializzare e valorizzare professionisti stanziali e non transeunti.

I risultati della Chirurgia pediatrica sono stati straordinari se consideriamo le difficoltà e gli ostacoli incontrati nei 30 anni di attività. Carenza cronica d’0rganico, salti mortali per garantire l’attività di reparto, di sala e ambulatoriale. Eterne guardie interdivisionali, prima con l’Otorinolaringoiatria poi con la Chirurgia generale e recentemente con la Pediatria, fanno pensare ad una equipe sempre in emergenza, pletora di reperibilità, impossibile l’aggiornamento e il confronto con le realtà nazionali e internazionali, riposi e ferie quasi impossibili, rischio significativo di burn-out e malpractice.

Non scordiamo che stiamo tratteggiando la storia dell’unica accoglienza di chirurgia pediatrica in Sardegna, non di un sotto utilizzato doppione sanitario, non di un’Unità operativa a mobilità passiva per la ASL 7 come tante altre (1400 visite ambulatoriali nel 2011 il 60% delle quali a provenienza extra ASL); ebbene, malgrado quanto abbiamo evidenziato è stata abbandonata al suo destino!

Come precedentemente riportato la maggioranza di centro sinistra alla regione sarda sostenne la proposta dell’assessore della Sanità per cui: Chirurgia pediatrica a Iglesias, Sassari e Cagliari.

La Dirindiniana fatica, presentata come brillante esempio di razionalizzazione sanitaria (massima efficacia a costi contenuti, eliminare i doppioni e i servizi sotto utilizzati o parassitari), al capitolo Chirurgia pediatrica si è dimostrata superficiale, irrazionale, disinformata! Le sarebbe bastato visitare il sito www.chped.it della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (S.I.C.P.) per evitare tanto dilettantismo. Fosse stata più umile e curiosa avrebbe appreso quanto da anni emergeva:

Italia: 57 Centri di Chirurgia Pediatrica istituiti tutti prima del 1983 in virtù del baby boom nazionale.

Il T.O.L. (tasso occupazione letti) delle Chirurgia pediatrica negli anni novanta è mediamente in Italia del 64% parametro che il legislatore considera premessa alla riduzione dei posti letto, o addirittura alla chiusura del reparto.

La S.I.C.P. prendendo atto della denatalità nazionale e dell’inappropriatezza dei ricoveri (bambini normalmente ricoverati in chirurgie per adulti in contrasto alle direttive del Piano sanitario nazionale 1994!) inviò nel marzo 1999 al ministro della Sanità un rapporto dettagliato concludendo che: istituire nuovi Centri di Chirurgia pediatrica. avrebbe favorito la dispersione delle patologie più importanti, impoverimento professionale degli Operatori e ulteriore riduzione del T.O.L.

La S.I.C.P., condividendo le conclusioni della British Association of Paediatric Surgeons sul rapporto tra numero reale e ottimale delle Chirurgia pediatrica in Europa, ritiene per l’Italia necessari 22 Centri ben organizzati: 1/2,5 milioni di abitanti.

La scelta dell’assessore Nerina Dirindin, mal si adattava a quanto sostenevano le Società scientifiche internazionali di Chirurgia pediatrica; per queste la nostra Regione avrebbe necessità al massimo di una Chirurgia Pediatrica. La singolare decisione di eliminare Iglesias e incoraggiare Sassari e Cagliari da inventare ex novo, insospettì anche quanti come noi ricercano l’essenzialità e detestano il facile campanilismo che nelle rivendicazioni sanitarie fa emergere squallidi egoismi di quartiere e condominio. Il passaggio successivo: garantire la sopravvivenza di Iglesias dopo le pressioni di un territorio sensibile più alla parrocchia che alla qualità del servizio regionale, spianò la strada a 3 Chirurgie pediatriche quindi 1 Centro/550.000 abitanti! Questa decisione, considerata una vittoria epica del centro sinistra sulcitano protagonista dell’emendamento di Pirro, portò la Sardegna alla più grande densità di Chirurgie pediatriche per popolazione del mondo che se realizzata determinerà contestualmente il ridimensionamento professionale delle tre equipe e per finire il fallimento economico dell’operazione. Le tre realtà saranno sicuramente motivo di inaugurazioni e assunzioni blindate ma numerosi saranno i letti ben rimboccati, nessuna svilupperà eccellenze e talenti (a meno che non sia stato già deciso chi deve ricevere i sostegni tecnologici e multi specialistici e chi no), i viaggi per la penisola non si arresteranno! La malinconia di assistere alla disintegrazione della straordinaria esperienza dei chirurghi del Crobu ci suggerì allora come oggi di assumere posizioni decise contestando le scelte regionali. Rinnoviamo oggi il nostro dissenso dopo aver rilevato che al Microcitemico di Cagliari sembra imminente l’avvio della Chirurgia pediatrica e in Gallura la stampa ci informa del feeling tra il San Raffaele, la giunta regionale e l’intero arco costituzionale dei politici sardi per il possibile decollo di un polo pediatrico d’eccellenza. Non è ben chiaro se nascerà la 4ª Chirurgia pediatrica lievitando a 1/400.000 abitanti (barzelletta interplanetaria) o se stiamo per convenzionarci e trasferire qualche milione di euro alle banche della sanità privata.

Abbiamo delegato la Sanità ai dilettanti!

La Sardegna ha bisogno di una sola Chirurgia pediatrica di ottimo livello capace di:

1. affrontare le problematiche delicatissime che i nostri neonati e bambini presenteranno.

2. scordare i viaggi della disperazione costosi e umilianti.

3. pensare con orgoglio di poter essere utili anche a quelle migliaia di bambini che dal nord africa si affacciano sulla nostra terra pieni di speranza.

Il polo Chirurgico pediatrico regionale non può prescindere dalla esperienza del F.lli Crobu, potrebbe non essere Iglesias la sua postazione futura ma quella storia non può essere accantonata.

Le responsabilità dei politici del passato sono evidenti ma ancora più palese è la superficialità e l’invisibile propensione alla programmazione sanitaria degli attuali governanti. Ridicoli, incoraggiano per la costante ansia clientelare la moltiplicazione di servizi (dirigenti medici, infermieri e amministrativi) destinati al fallimento assistenziale ed economico. Riteniamo ancora attuale la proposta avanzata un lustro addietro, proiettata a difendere un patrimonio professionale, culturale, umano, di accoglienza e solidarietà al bambino malato e al suo mondo. Valori ai quali non possiamo rinunciare, che travalicano il semplice campanilismo che possono eventualmente essere trapiantati altrove ma non possono andare dispersi per l’inconsistenza di quanti non hanno niente di più significativo che inaugurare intonaci, letti, soprammobili, ecografi. Crediamo si debbano festeggiare le imprese umane, le guarigioni dei pazienti, gli anni di sobrietà degli alcolisti e tossicodipendenti, la sopravvivenza dei malati tumorali. Ci emozioniamo davanti all’eroismo dei tanti operatori sanitari liberi che si impegnano in silenzio per la Comunità, insensibili al fascino mortale delle sirene, faranno certamente poca carriera ma danno significato pieno ad una nobile professione che la politica vuole subalterna e asservita ai propri interessi. Siamo disponibili a festeggiare il 100° malato terminale accolto nell’Hospice di Iglesias, il 1.000° intervento di Chirurgia pediatrica al CTO, il 1.000° bambino nato al CTO, la riapertura della Cardiologia ad Iglesias.

Si celebrano le opere realizzate dall’Amore e dall’Impegno dell’Uomo.

La sanità pubblica ha bisogno di riscoprire il senso della sua missione, accettare le sfide che la sofferenza costantemente presenta, avvicinarsi con maggiore umiltà alla malattia non sempre dominabile, ma in primo luogo deve affrancarsi dalla politica, cancro infiltrante e parassitario.

Riteniamo sempre più attuale e indifferibile prima della devastazione del Servizio Sanitario Nazionale sottrarre il controllo gestionale delle ASL ai partiti riportando alla Comunità responsabilità e autodeterminazione. Proponiamo da tempo:

Elezione popolare dei Direttori generali delle ASL (abrogazione art. 3 D.L. 502/92)

Designazione tra professionisti qualificati candidati a gestire la sanità territoriale sottoponendosi alla valutazione degli assistiti. Elezione contemporanea al presidente della Provincia e dove questa non si identifica al territorio della ASL con il sindaco della città capofila.

La Comunità elegge il proprio Direttore generale che riconfermerà o destituirà per la qualità del lavoro svolto e non per il servilismo ai partiti. Si otterrebbero due risultati straordinari:

Sanità pubblica calibrata sull’Uomo

Riportare i partiti politici, che dalla Sanità pubblica attingono il 75% del potere e della loro arroganza, alla reale percezione dei bisogni e delle necessità sociali.

In Sardegna alcuni sindaci, amministratori, partiti e associazioni giudicano i 10 referendum popolari utili a ridimensionare il potere della casta, riteniamo questi aspiranti dermatologi degli illusi, se non sottraiamo la linfa vitale del clientelismo e dell’assistenzialismo, di semplice cosmesi si tratta.

Ringraziamo tutto il personale della Chirurgia pediatrica di Iglesias per l’impegno, la professionalità e l’amore dimostrato ai Bambini sardi nei 30 anni della sua storia.

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.

Assistiamo passivi ad una decadenza globale del nostro tessuto sociale, la sanità pubblica è solo uno degli aspetti. La rassegnazione che i gestori della sanità vorrebbero inocularci merita reazioni composte ma decise dell’intera comunità.

Chirurgia pediatrica 2015

Nel dicembre 2012 il reparto è stato trasferito al CTO e fa sorridere che potrebbe festeggiare l’Assunta nuovamente al Santa Barbara qualora le indiscrezioni sulla “chiusura per ferie” troveranno conferma. La Chirurgia pediatrica di Iglesias ha subito negli ultimi 10 anni il più terroristico attentato politico ad un reparto ospedaliero che in Sardegna si sia mai visto:

a) Soru Dirindin; 3 Chirurgie pediatriche

b) Cappellacci De Francisci: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (San Raffaele)

c) Pigliaru Arru: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (Mater Olbia)

Due transumanze di operatori ma soprattutto di bambini e famiglie disorientate in 5 anni ma non escludiamo la terza nelle prossime settimane. Chi ha rallentato e ridimensionato il volume di interventi e solidarietà al Bambino è stata la gestione clientelare dei partiti orientati a premiare i grandi elettori piuttosto che i grandi talenti.

Interventi Chirurgia pediatrica: 1988/1989 media 800

2010/2011 media 400

2013: 278

2014: 248

2015: 94 (1 gennaio/31 maggio)

I risultati della Chirurgia pediatrica di Iglesias sono ancor oggi straordinari, se interpretati nel contesto del boicottaggio della Regione ma che i politici nostrani hanno alimentato. La devastazione della sanità del Sulcis è stata merce di scambio per carriere politiche, vantaggi ed equilibri di partito che non possiamo accettare né avallare.

La Chirurgia pediatrica di Iglesias è certamente la migliore realtà sarda, solo i partiti politici (tutti!!!) non sono al corrente della qualità e sicurezza che questi operatori garantiscono. Al dott. Onnis, che spesso propone numeri per avallare i sega-reparti della Regione, proponiamo una riflessione:

A fine maggio 2015, si è tenuta a Costa Rei una convention di chirurgia, dove si valutava la percentuale per reparto di trattamenti video laparoscopici nell’appendicite acuta, per le Chirurgie pediatriche i risultati sono stati: Cagliari: 11,3%, Sassari: 0, Iglesias: 43,9%.

Il reparto in Sardegna con le tecniche più all’avanguardia è quello di Iglesias, ha ridotto il numero di interventi per motivi politici non certo per stanchezza o demotivazione, mettiamoli nelle condizioni di lavorare attrezziamoli per essere competitivi (fu necessaria una sollecitazione popolare e giornalistica per acquistare lo sterilizzatore del gastroscopio), chiudiamolo se non tiene il confronto. Oggi, considerando la modestia delle Chirurgie pediatriche cagliaritana e sassarese, non sostenerlo è autentica follia, ingiustizia e danno sociale. Chiudere il reparto per ferie o come si paventa ambulatorio al CTO e 4 posti letto al Santa Barbara riducono inevitabilmente l’attività operatoria. Francamente è inaccettabile la scelta di interdire l’accesso estivo ai reparti di Ortopedia e Chirurgia pediatrica per le difficoltà oggettive che l’intero Sulcis sperimenterà, in una ASL con mobilità passiva impressionante, in una comunità dove la parola d’ordine di tutte le campagne elettorali è “avanti con il turismo” ridimensioniamo l’accoglienza sanitaria nei mesi di maggior affluenza turistica? Le scelte e le argomentazioni della ASL non convincono, del resto i rappresentanti dei medici ed infermieri del CTO sabato mattina hanno ribadito che la programmazione delle ferie non compromette la regolare attività dei reparti.

E’ arrivato il momento di assumerci responsabilità nuove e significative, impegnarci in prima linea, partecipare attivamente alla rinascita del Sulcis.

Iglesias, 13 giugno 2015

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Il percorso di Ats verso l’innovazione digitale in Sanità è approdato alla Assl di Carbonia. E’ in corso, infatti, un ciclo di incontri che farà tappa in tutte le Assl per informare e sensibilizzare i medici di medicina generale (mmg) e i pediatri di libera scelta (pls) dei territori delle diverse aziende socio sanitarie all’attivazione delle tessere sanitarie e dei fascicoli sanitari elettronici da parte dei loro assistiti.

Venerdì 26 ottobre us Antonio Onnis, direttore di Ats Assl Sanluri, Maddalena Giua, direttrice della Ats Assl Carbonia, Lea Venturino, Sardegna IT e Gianmaria Mancosu, Regione autonoma della Sardegna, hanno illustrato il progetto ai numerosissimi medici presenti al Centro culturale di Iglesias.

Un itinerario a tappe di cui la Assl di Sanluri è Assl pilota, che ora viene esteso in ambito Ats, per ribadire l’importanza dell’attivazione del fascicolo sanitario elettronico (fse) tra i cittadini e della tessera sanitaria-carta dei servizi come strumenti di integrazione tra ospedale e territorio e di comunicazione tra i professionisti sanitari ed i cittadini.

Il progetto, che nasce dalla collaborazione interistituzionale tra assessorato regionale alla Sanità, Sardegna IT ed Ats Sardegna, prevede due step. Il primo step mira a informare e coinvolgere mmg e pls; il secondo step prevede la formazione degli operatori delle singole aree socio sanitarie locali sull’attivazione di tessere sanitarie e dei fascicoli sanitari elettronici.

Erano presenti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta ed i medici di continuità assistenziale, che hanno seguito con interesse quanto esposto dai relatori: gran parte di loro hanno attivato la propria tessera sanitaria e rilasciato il consenso per l’accesso al proprio fascicolo Sanitario elettronico. Nei prossimi giorni un gruppo di operatori verrà formato in sede, a cura dei colleghi dell’Assl di Sanluri, così da poter rendere attive le tessere sanitarie per consentire ai cittadini l’accesso al proprio fascicolo sanitario e ai servizi online (cup-web, scelta e revoca del medico, ecc.).

 

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Si è svolto questo pomeriggio, presso la sede ATS di via Piero della Francesca, a Cagliari, l’incontro fra la CISL del Sulcis Iglesiente e la ATS – Assl Carbonia, alla presenza del Direttore Generale, Fulvio Moirano e del Direttore di Area, Maddalena Giua, del segretario generale CISL, Fabio Enne, della segretaria Laura Puddu, del segretario generale FELSA, Marco Mele e di una delegazione dei lavoratori della ditta Serco, società che fino al 31 agosto svolgeva per la ASSL di Carbonia servizi di facchinaggio, piccole manutenzioni e giardinaggio.

La richiesta del sindacato, com’è noto, è il recupero dei posti di lavoro dei 12 operatori della ditta che, a seguito della scadenza del contratto, ha attivato le procedure di licenziamento con decorrenza dal 1 settembre scorso.

L’incontro si è svolto in un clima di grande collaborazione e partecipazione delle parti: dopo un’ampia e scrupolosa analisi, sono state individuate delle possibili soluzioni, che verranno analizzate nei prossimi giorni, attraverso le quali sarà possibile recuperare i livelli occupazionali.

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Il direttore generale dell’ATS Sardegna, Fulvio Moirano, ha partecipato questa mattina, nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, ad un incontro di approfondimento sui contenuti del protocollo di studio sull’accorpamento delle Aziende Sanitarie in Sardegna, con il direttore della ASSL di Carbonia Maddalena Giua, dirigenti medici e paramedici. In discussione tutte le problematiche emerse nel percorso di attuazione della riforma della rete ospedaliera che hanno portato il sistema sanitario del territorio all’attenzione dei media e a manifestazioni di protesta sia da parte delle associazioni, sia dei sindaci che, non più di tardi della scorsa settimana, hanno incontrato lo stesso Fulvio Moirano nella sala riunioni del centro direzionale della ASSL di Carbonia.

Pubblichiamo due stralci degli interventi del dottor Fulvio Moirano e l’intervento della dottoressa Maddalena Giua.

         

 

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E’ durato quasi quattro ore, questa mattina a Carbonia, il confronto serrato tra l’assessore della Sanità, Luigi Arru, con il manager dell’Ats, Fulvio Moirano, la direttrice della Assl del Sulcis, Maddalena Giua, e i 23 sindaci del territorio. Alla riunione era presente anche Pietro Cocco, capogruppo del Pd in Consiglio regionale.

Luigi Arru ha aperto la riunione ribadendo la volontà di confronto e dialogo, nel reciproco rispetto dei ruoli. «Ci avete posto dei quesiti, la scorsa settimana, e oggi siamo qui per darvi risposte, a partire dalla richiesta di maggior chiarezza sulla Rete ospedaliera arrivata da più parti. Sulla riforma della Rete – ha ribadito Luigi Arru – non c’è alcuno stop da parte del ministero della Salute, ma è in corso un confronto tecnico su alcuni punti apparentemente in contrasto col decreto ministeriale 70. Siamo in attesa delle controdeduzioni del Ministero, ma la Rete non è bloccata né tanto meno è stata bocciata».

Fulvio Moirano e Maddalena Giua hanno spiegato cosa è stato fatto finora – ad iniziare dalla soluzione trovata per la fasce dopo anni di controversie – e precisato che molte delle situazioni segnalate dai Sindaci hanno avuto origine ben prima della nascita dell’Azienda unica, ad iniziare dal degrado delle strutture sanitarie del territorio. Rispondendo alle principali richieste dei primi cittadini, i vertici della Ats/Assl hanno affermato che, grazie allo sblocco del turn over e al piano delle stabilizzazioni, anche nelle strutture del Sulcis arriverà nuovo personale, a partire da metà giugno, mentre dal 1 luglio al Sirai di Carbonia arriverà l’emodinamista. Fulvio Moirano ha anche spiegato che sulle liste d’attesa si sta lavorando con decisione: si tratta di un problema non solo locale e certamente non di oggi, sul quale si interviene – ha detto – con maggior personale, col controllo delle agende ed eliminando quella sacca del 40% di prenotazioni che avviene in maniera non trasparente e per vie preferenziali.

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Si è svolto ieri mattina, nella sede della ASSL di via Dalmazia a Carbonia, l’incontro/confronto tra la delegazione del coordinamento dei Riformatori sardi e la direttrice generale Maddalena Giua.

«Nel corso dell’incontro, sono stati presi in esame tutti i problemi e le criticità che sono causa della situazione in cui versa la sanità nel territorio – scrive in una nota il coordinatore dei Riformatori sardi Francesco Loi -. Di seguito si richiamano per titoli i temi e gli argomenti trattati: le case della salute, la mancanza della lungodegenza e della riabilitazione e la mancata attivazione dell’hospice; la situazione degli organici, delle strutture, delle strumentazioni e presidi sanitari; la situazione delle sale operatorie ed il loro funzionamento; l’organico degli anestesisti ed il loro impiego; la situazione del reparto di ostetricia e ginecologia e la mancata attivazione della parto-analgesia; la situazione di radiologia in particolare al Sirai con la risonanza magnetica di primissimo livello che però funziona in modo limitato.»

«Tutte le criticità dell’emergenza urgenza hanno occupato buona parte dell’incontro con la situazione di emodinamica; della cardiologia; della neurologia; della traumatologia; della mancanza di una sala risveglio; dell’impossibilità di invio digitalizzato delle immagini TAC da Carbonia verso neurologia Brotzu con le gravi conseguenze che ciò può comportare; il servizio di elisoccorso con le ricadute su Carloforte – aggiunge Francesco Loi -. La prospettiva di chirurgia pediatrica. La situazione del servizio veterinario. Infine, il tema delle fasce, della produttività, dei concorsi e delle progressioni di carriera.»

«Per quanto riguarda la prospettiva, abbiamo preso atto che la nostra ormai storica proposta del nuovo ospedale, unico per il territorio è considerata positivamente dall’Azienda per la tutela della salute che la porrebbe come una priorità nella programmazione degli interventi futuri di edilizia ospedaliera – rimarca Francesco Loi -. Abbiamo dato atto della disponibilità e dell’attenzione con cui la direttrice ha portato avanti il confronto con la nostra delegazione; abbiamo preso atto sia degli impegni assunti e sia delle difficoltà manifestate su diversi punti.»

«Abbiamo stabilito di riprendere il confronto fra un mese per una puntuale verifica dei diversi punti trattati e solo allora noi esprimeremo le nostre valutazioni – conclude il coordinatore dei Riformatori sardi -. Nel frattempo continueremo il nostro impegno sia per denunciare le situazioni di criticità e sia per avanzare le nostre proposte e le nostre iniziative.»