27 April, 2024
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Lettera aperta dell’ex presidente della commissione Trasporti del comune di Carloforte al governatore Pigliaru sulla vertenza Saremar.

Gianluigi Mario Penco, ex presidente della commissione Trasporti del comune di Carloforte, ha inviato una lettera aperta, via mail, al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, sulla vertenza Saremar, che riportiamo integralmente.

«Esimio Presidente,

in virtù degli ultimi intendimenti della Regione Autonoma della Sardegna relativamente alla privatizzazione della società Saremar, si constata con grande delusione e amarezza, che tutte le richieste avanzate in questi anni da parte delle Amministrazioni locali, dalle Comunità, dalle Organizzazioni sindacali di categoria e in particolar modo dagli stessi marittimi, sono rimaste inascoltate.

Le esigenze manifestate, riguardano soprattutto la necessità di affidare la gestione della Saremar ad una società con un pacchetto di maggioranza pubblico, sulle garanzie inerenti il mantenimento dell’attuale livello occupativo, e la tanto richiesta ed attesa rimodulazione del sistema tariffario con l’introduzione nell’attuale impianto dei “Residenti in Sardegna”.

Il dialogo fra le parti è una scelta imprescindibile, obbligata; senza dialogo e condivisione rimarrebbe la marginalizzazione dei nostri territori. Necessita un percorso che invece dovrebbe garantire alle stesse Comunità isolane un servizio adeguato a soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini, ed il rispetto degli obblighi di servizio pubblico al fine di garantire il dovuto principio di continuità territoriale e un livello sufficiente di servizi regolari di trasporto  in modo da rilanciare lo sviluppo economico e sociale delle stesse Comunità.

Caro Presidente, i traghetti per tutti noi rappresentano la strada obbligata, e sono assolutamente determinanti per garantire alla stessa Comunità un’esistenza più serena e sicura, e per tanto sopra Le chiedo che venga rispettato:

  1. Il principio della continuità territoriale e la domanda di mobilità dei cittadini delle isole minori che garantisce il soddisfacimento dei bisogni primari del cittadino (salute, istruzione, sicurezza e lavoro), nonché l’uguaglianza sostanziale di cui all’art. 3 della costituzione e del trattato di Amsterdam;
  2. il riconoscimento dei trasporti marittimi locali per le Isole minori, alla stregua dei Trasporti Pubblici Locali (TPL), e come tali non soggetti a gara, in quanto non rispondenti alle ferree leggi del mercato, ove valgono e incidono aspetti di carattere meramente commerciale;
  3. il mantenimento dell’attuale livello occupativo ed il riconoscimento dell’attuale assetto di corse, come “minimo garantito”, rigettando qualsiasi progetto di ridimensionamento;
  1. il blocco del processo di privatizzazione della Società Saremar in quanto in contrasto con quanto stabilito dal 4° comma dell’art. 57 del DL nr. 112/2008 che cita: «In deroga a gli art. 10, 17 e 18 del decreto legislativo nr. 422 del 1997, e sussistendo comprovate esigenze economiche , sociali e ambientali, anche al fine di assicurare il rispetto del principio della continuità territoriale e la domanda di mobilità dei cittadini, le Regioni possono affidare, l’esercizio di servizi di cabotaggio a Società di capitale da esse interamente partecipate secondo le modalità stabilite dal diritto comunitario”;
  2. che la Regione Autonoma della Sardegna, nella questione dei trasporti marittimi assuma un ruolo attivo dichiarando immediatamente la propria disponibilità a entrare nella proprietà e nella gestione della Società di navigazione Regionale Saremar, a fianco dello Stato e delle altre amministrazioni interessate, stanziando a tal fine risorse adeguate e il rigetto categorico alla svendita, sotto qualsiasi forma, della Saremar da parte della Regione Sardegna;

In conclusione, convinto che prevarrà ragionevolezza e buon senso mi appello a Lei Caro Presidente, affinché metta in atto tutte le azioni necessarie per soddisfare le suddette legittime richieste al fine di garantire alle nostre Comunità Isolane quanto dettato dalla Nostra Costituzione.»

Gianluigi Mario Penco

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