16 April, 2024
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Il Terzo Settore si rivolge alla politica: «Bisogna valorizzare le reti locali e renderle protagoniste».

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Alla vigilia delle elezioni regionali, il Forum del Terzo Settore della Sardegna rivolge alla politica la richiesta di una maggiore attenzione ai temi dell’associazionismo, del volontariato e della solidarietà.

«Il Terzo Settore della Sardegna è una realtà consolidata nel sistema sociale sardo e negli anni è fortemente cresciuto in tutti gli ambiti che lo compongono: Volontariato, Promozione Sociale, Cooperazione Sociale, Mutualità e Fondazioni. Oggi il Terzo Settore assicura una molteplicità di servizi e produzioni, che si traducono in lavoro, inclusione sociale di soggetti svantaggiati, prefigurazione di nuove ed efficaci strategie di intervento socio-economico determinando in misura crescente un ruolo decisivo nel welfare, sempre più ridotto dal progressivo venir meno dell’intervento diretto degli enti pubblici», si legge in un documento approvato dall’Assemblea regionale del Forum del Terzo Settore della Sardegna.

«Il Terzo settore in Sardegna è ricco di numerose realtà non associate né riconducibili a reti di organizzazioni e questo rende difficile inquadrare il terzo settore come un soggetto unico e omogeneo. Né si può pensare di ricondurlo alle sole grandi o piccole reti nazionali, pure presenti in Sardegna, che per quanto presenti, non rappresentano da sole tutto questo vastissimo mondo. È presente in Sardegna una fitta rete di piccole e medie organizzazioni di livello locale e un numero crescente di organizzazioni locali a forte impatto regionale. Tutto ciò determina una notevole difficoltà del settore a costruire in modo organico e omogeneo una rete rappresentativa di tutto il Terzo Settore Sardo.»

«L’autogoverno del Terzo Settore è reso ancor più necessario dalla legge 106/2016 e dai decreti attuativi, che delineano non solo un nuovo quadro legislativo e normativo ma anche un nuovo scenario che ricomprende tutto il Terzo Settore.»

«Questo processo dovrà essere governato a livello nazionale come a livello locale, valorizzando le autonomie territoriali e rendendole protagoniste, perché possa realizzarsi nell’interesse dei destinatari delle attività degli enti di Terzo Settore, salvaguardandone l’identità e l’autonomia e favorendo lo scambio e l’intreccio culturale tra settori diversi che sono chiamati ad interagire. La riforma indica la necessità che gli enti di TS trovino il luogo in cui ciascuno, nella sua autonomia, ha adeguata rappresentanza. Un compito arduo, difficile e irrinunciabile che va perseguito con entusiasmo e determinazione, sapendo che la crescita del Terzo Settore significa la crescita della solidarietà sociale e dell’economia solidale.»

«In tal senso va riconosciuto il ruolo svolto dall’unico Centro di servizio per il volontariato della Sardegna nel costruire una rete solidale ed operativa tra le organizzazioni di volontariato della Sardegna. Né va taciuto il contributo programmatico sul fronte delle politiche sociali, con particolare riferimento alla povertà e alla presenza del volontariato e del Terzo Settore nell’Isola. La riforma del Terzo Settore chiama in causa in modo considerevole il ruolo e le attività del Csv, non più rivolte solo al Volontariato ma anche ai volontari presenti e operanti in tutti gli enti di Terzo Settore.»

«Allo scopo di favorire questi processi di crescita e comunicazione del Terzo Settore Sardo, sarà opportuno promuovere e organizzare una Conferenza Programmatica Regionale aperta a tutti i soggetti del Terzo Settore Sardo. Un momento di confronto, dialogo, di partecipazione, di analisi di problemi e di proposte di soluzioni comuni tra gli enti di Terzo Settore della Sardegna. Sarà una delle opportunità e una delle occasioni per far emergere la vitalità e le potenzialità del Terzo Settore in Sardegna e le capacità del Forum che lo rappresenta. Un punto di arrivo – conclude la nota – e, insieme, il punto di ripartenza.»

 

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