20 April, 2024
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Giorgio Madeddu (Associazione Amici della Vita Sulcis): «La Sanità? Riserva di caccia dei partiti politici».

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Giorgio Madeddu, presidente dell’Associazione Amici della Vita Sulcis, rivolge un appello ai Sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente e a tutti i cittadini del Sulcis Iglesiente, sullo stato della Sanità nel Sulcis Iglesiente. Di seguito, il testo integrale.

Illustrissimi Sindaci del Sulcis Iglesiente

Cittadini del Sulcis Iglesiente

La Sanità? Riserva di caccia dei partiti politici.

Cari Sindaci,

desideriamo condividere la crescente preoccupazione per la decadenza dei nostri servizi sanitari in questi ultimi anni sempre più inadeguati alle richieste di cura e riabilitazione che il nostro territorio esprime. Speriamo di coinvolgervi su una tra le maggiori, ma non l’unica, criticità registrate nell’ultimo decennio: l’offerta ortopedico-traumatologica un tempo orgoglio e attrazione, oggi motivo di mobilità passiva verso altre strutture pubbliche e convenzionate extraterritoriali.

La storia:

1946: Iglesias inaugura il CTO, avamposto dell’INAIL per la traumatologia, negli anni successivi si distingue anche per l’ortopedia e per decenni si dimostra riferimento regionale con mobilità attiva; conquista la fiducia dei sardi e ammirazione degli specialisti regionali per i quali è un sogno operare in Via Cattaneo, è all’unanimità considerata sicura crescita professionale. Gli Specialisti del CTO saranno il “lievito” per l’ortopedia di Carbonia e alla fine degli anni sessanta decollerà il reparto del Sirai, i primari del Sirai arrivavano dal CTO, autentico laboratorio scientifico e umano dove maestri indimenticabili preparavano allievi desiderosi di affermarsi nel Sulcis Iglesiente (S.I.).

1973: il CTO si trasforma con decreto del Presidente della Regione Sarda (4 maggio) in ente ospedaliero autonomo, persiste per altri due decenni la leadership ortopedica del Sulcis perfetta collaborazione e interscambio clinico e culturale tra le eccellenze del CTO e del SIRAI.

Posti Letto 1980 2010 2019

Traumatologia e Ortopedia CTO 124 18 16

Traumatologia e Ortopedia SIRAI 20 24 24

La T.O. del S.I. si ridimensiona da 144 42 40

Meraviglia non tanto la riduzione dei posti letto, la traumatologia da sinistri sul lavoro ha registrato una significativa flessione ( il lavoro nel S.I. è da tempo un miraggio) pertanto è impensabile ragionare sui 144 letti ortopedici di quaranta anni addietro ( la T.O. del Rizzoli di Bologna, per esempio, leader a livello europeo registra 249 p.l. ordinari + 16 in day hospital ma ha un bacino d’utenza nazionale e si è perfezionata per esempio in ortopedia oncologica, pediatrica, malattie rare dell’apparato muscolo scheletrico e altro ancora eppure nel 1980 i nostri ortopedici erano in grado di confrontarsi con i colleghi bolognesi), quanto la mobilità passiva dei pazienti (prevediamo per il 2019 circa tre milioni di euro per la sola ortopedia), di medici e infermieri che a differenza dei colleghi di 40 anni addietro escogitano fughe rapidissime verso altre opportunità, il giorno successivo alla loro assunzione, perché la nostra ASL ieri e ATS oggi non paga in crescita culturale e garanzie professionali (chi desiderasse approfondire l’argomento sulle fughe dei giovani specialisti legga l’analisi di dott. Barracca, Unione Sarda del 30 ottobre scorso). Cosa si è verificato in questi quarant’anni? Lo Tsunami delle quattro riforme sanitarie ricamate per trasformare la sanità in riserva di caccia dei partiti politici, ma questa è un’altra storia? Apparentemente. Torniamo a noi, attualmente il S.I. dovrebbe organizzarsi per garantire ai suoi abitanti risposte adeguate alle patologie ortopedico traumatologiche nei due nosocomi oggi inadeguati. Noi crediamo che le due Unità Complesse di T.O. con i 40 posti letto e con il personale previsto dalle disposizioni nazionali potrebbero rispondere adeguatamente ai bisogni del territorio e rimuovere la mobilità passiva dei pazienti, per attenuare la mobilità passiva degli operatori è necessario un decennio e forse più ma riteniamo urgentissimo un vigoroso cambio di marcia e una nuova organizzazione.

2019:

  1. a) SIRAI: Dirigente Medico di II Livello (primario) in pensione, ortopedici operativi 8 da alcuni mesi 6 poiché a due specialisti è stato concesso (incredibilmente) il trasferimento ad altra Assl.
  2. b) CTO: Primario in pensione, ortopedici operativi 4, negli ultimi 3 anni 3 in pensione e 1 trasferito, da tre anni in week surgery.

Cari Sindaci è abbastanza chiaro che siamo difronte ad una gestione sanitaria indolente e dilettantistica, i due primari non sono stati sostituiti così come i tre ortopedici del CTO e clamorosamente l’ATS targato Moirano (centro-sinistra) concede il trasferimento a 2 specialisti del SIRAI “traumatizzando” le potenzialità del reparto di riferimento territoriale all’urgenza ortopedica. Tre anni addietro avevamo 2 primari e 16 ortopedici oggi 10 ortopedici. La soluzione dell’ATS targata Steri (centro-destra): 4 o 5 ortopedici, qualcuno sembra soddisfatto, noi pensiamo sia una sconfitta, l’ennesima per il nostro territorio. La contro richiesta prevede 2 primari e 6 assistenti assunti dopo concorso pubblico, meritiamo professionisti seri che non chiedano il permesso ai partiti.

Cari Sindaci se la mobilità passiva (nostra proiezione) ortopedica si aggira sui tre milioni di euro, quasi tutta ascrivibile all’ortopedia in elezione tra le cliniche private convenzionate, la spesa che le famiglie non trovando risposte nel S.I. affrontano annualmente è di mezzo milione di euro (visite private con gli specialisti privati, disagi e viaggi, giornate sottratte all’attività professionale ma dedicate all’assistenza dei propri parenti a Cagliari, Quartu e Decimo). Cari Sindaci certamente siete aggiornati sull’indice di invecchiamento dei Vostri paesi e cittadine 25/26% con punte in alcune zone decisamente superiori, gli over 75 sono più numerosi dei bambini (0-14 anni), siete altrettanto aggiornati su quante protesi d’anca e di ginocchio dovute all’artrosi senile dei vostri concittadini trovano risposta nei nostri ospedali? Due protesi su tre si applicano ad est di Siliqua.

Proviamo insieme a fare economia domestica, come si organizzerebbe una concreta “mamma” del Sulcis?

2 Primari (170.000 euro lordi annui), 6 Ortopedici (360.000 euro lordi annui) totale 530.000 euro, qualsiasi mamma investirebbe sugli operatori che pesano meno del 20% della mobilità passiva aziendale, conquisterebbe la fiducia e riconoscenza delle famiglie del villaggio che risparmierebbero parte della pensione trovando risposte tra Carbonia e Iglesias. La differenza tra i dirigenti sanitari e la “mamma” sta nella libertà decisionale e nell’interesse per il proprio villaggio, la politica sanitaria lievita e si sviluppa per autopromuoversi e garantirsi continuità, la “mamma”, ruolo che potrebbero interpretare i sindaci, desidera ottenere il massimo risultato (cure dignitose a tiro di schioppo) con la minima spesa della propria comunità dovendo impegnare il gruzzoletto in altre iniziative familiari.

Cari Sindaci, non abbiamo registrato tra voi Unità di intenti ma al contrario patologico campanilismo, talvolta personalismi che alimentano trincee e distanze ma per restare in tema non abbiamo mai letto un vostro documento individuale o unitario che progetti la sanità di oggi e domani, siete stati storicamente in attesa delle direttive di Cagliari e Roma, degli affossatori dei nostri talenti. Regolarmente silenziosi e poco avvezzi a contrastare le segreterie regionali, spesso delusi anche se, talvolta, qualcuno/a intermittentemente comunica disappunto ma, mai gioco di squadra, mai coro, sempre con l’impulsività e istintività dei solisti destinati al teatro vuoto e senza repliche. Affrancatevi dalle logiche dei partiti, anche dai vostri, lavorate per trasformarli, come potete pensare che l’elemosina proposta dall’ATS dei 4/5 ortopedici selezionati senza concorso possano recuperare la deriva ortopedica del Sirai e CTO, i vostri concittadini continueranno a riferirsi altrove e Voi periodicamente vi lamenterete e chiederete un appuntamento all’Arru o al Nieddu di turno, riceverete promesse di interessamento convinti di non aver perduto quel tempo prezioso sottratto alla vostra comunità, fino al prossimo servizio decapitato e prossimo appuntamento…elencate i risultati della ASL e ATS degli ultimi 10 anni e intervistate i vostri cittadini. Alcuni tra Voi si illuminano alla proposta dell’ospedale unico del Sulcis in un territorio di anziani, di patologie croniche da curare nel territorio, per queste è necessario, economico e funzionale organizzare la sanità del territorio e non aumentare i posti letto ospedalieri, ma per quanti hanno superato i 30 anni i tempi della realizzazione in edilizia sanitaria sono biblici. Trent’anni addietro il Sirai era un cantiere, oggi pure, il CTO vent’anni addietro accoglieva i primi muratori e manovali, oggi appare come bersagliato dall’Isis, i lavori sono ancora in itinere, pale e cazzuole arrugginite denunciano l’interesse e determinazione: non titolabile dei manager che recentemente abbiamo ricevuto in dono dal Cencelli sanitario regionale. Il centro-destra premiò Calamida, il centro-sinistra Onnis e successivamente Giua qualcuno di Voi ricorda un’iniziativa di riscatto scientifico, clinico, ospedaliera e territoriale o miglioramenti nell’edilizia nosocomiale o ambulatoriale? E il centro-destra targato Solinas? sovrapponibile al passato con piccole varianti e alchimie cosmetiche, identiche regole del gioco (spoil system) dei predecessori e permettetemi ancor più dilettantismo del passato, quindi, se non interverranno miracoli, non dovremo aspettarci cambi di rotta. Il dinamismo dell’assessore Nieddu, visto che proprio lui ha proposto l’ospedale unico, fino ad ora non è pervenuto, si è distinto per le promesse, logopolitica, nessuna delle sue dichiarazioni si è trasformata in realtà. Tanti tra Voi, e i sindaci che vi hanno preceduto, hanno partecipato alla stesura e sostegno della legge regionale n.12 del 2014 (prevenzione della Fetopatia Alcolica) ideata, sognata, elaborata, nata dall’amore per la vita debole del Sulcis, ebbene l’assessore Nieddu, dopo aver promesso ad Amici della Vita Sulcis, non è riuscito dal 19 giugno (135 giorni ed è solo l’inizio) a comunicare ai CUP regionali che le GammaGT e la Transferrina Desialata markers di abuso alcolico sono, in virtù della suddetta legge, gratuiti per le Pazienti a rischio, non sembra alternativo ad Arru, sicuramente più statico, non delegherei a questi personaggi la sanità né in generale il futuro della nostra gente. Cari Sindaci alcuni tra Voi sono affascinati dalla decapitazione dei doppioni, per quanto riguarda l’ortopedia la nostra opinione è che se ben organizzati con personale adeguato, radiologia (scandalosamente oggi non abbiamo una risonanza magnetica funzionante), anestesisti, cardiologi e specialisti di supporto le due realtà potrebbero annullare la mobilità passiva, in quel momento se rilevassimo un tasso di occupazione letti ridotto si potrebbe valutare l’unificazione delle due ortopedie ma fino a quando ci sarà mobilità passiva (vitamine alla sanità privata) prodotta dal dilettantismo dei dirigenti parapartitici è indispensabile difendere le due realtà.

Alla tragedia sanitaria locale di cui l’ortopedia è solo un aspetto come rispondere?

  1. a) Unità del territorio intorno ad un progetto realistico attento alle proiezioni demografiche ed epidemiologiche.
  2. b) Consulta territoriale sanitaria permanente rappresentativa dei 23 comuni allargata ai sindacati, le parrocchie e le associazioni che spesso aiutano ad affrontare i viaggi della speranza sanitaria. Consulta coordinata da esperti in organizzazione sanitaria che riteniamo candidabili alla dirigenza della sanità locale
  3. c) Anticipare con proposte germogliate dai bisogni del territorio la regione e non attendere le periodiche mannaie ai nostri servizi sanitari.

Riproponiamo alla Vostra attenzione quanto nel settembre 2012 inviammo ai deputati e senatori sardi:

“Emendamento al Decreto Legge Barduzzi” (quarta riforma sanitaria)

all’art. 4: (sintesi delle modifiche al decreto legislativo 1992 n. 502 Riforma Sanitaria Amato/De Lorenzo)

  1. A) Elezione Popolare dei Direttori Generali delle ASL.
  2. 1. La regione incarica i D.G. delle ASL eletti dalle rispettive comunità contemporaneamente alle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale.
  3. 2. I candidati D.G. sottopongono ai cittadini della ASL curriculum, programma e obiettivi nonché i curriculum del Direttore Sanitario e Amministrativo che affiancheranno la sua gestione.
  4. 3. I candidati non sono soggetti a limiti anagrafici, restano in carica 5 anni, possono riproporre la propria candidatura, presentano annualmente alla conferenza dei sindaci, rappresentanze sindacali e associazioni di volontariato bilancio dell’attività assistenziale, economico e scientifico e ben dettagliato il programma per l’anno successivo.
  5. 4. Il D.G. garantisce i LEA alla comunità.
  6. 5. La regione risolve il contratto con il D.G. e i suoi collaboratori quando ricorrendo gravi motivi riceve la sfiducia della Conferenza dei sindaci a maggioranza assoluta
  7. B) Il Direttore di Struttura Complessa (Primario) e i suoi collaboratori vengono incaricato dal D.G. rispettando la graduatoria del concorso nazionale.

Per i politici potere-dipendenti vedersi sottrarre la sanità sarebbe motivo di angoscia, crisi d’astinenza, incubi notturni, per alcuni probabilmente ideazione suicidaria (politica chiaramente), sottraiamo la “sostanza”, prima possibile.

Per Voi Sindaci del Sulcis Iglesiente il presente e futuro sanitario del territorio è una priorità?

Giorgio Madeddu

Responsabile Scientifico di Amici della Vita Sulcis

Associazione Amici della Vita – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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