29 March, 2024
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“Sardegna isola del jazz”. L’assessore Gianni Chessa: «Anche la cultura indispensabile per rilanciare il sistema produttivo isolano»

«Nonostante il perdurare dell’emergenza sanitaria, prosegue la programmazione della Regione per la promozione turistica dell’Isola. Perciò, ho accettato di incontrare i rappresentanti dei maggiori festival jazz che da anni si svolgono in Sardegna, condividendo con loro l’opportunità di realizzare un progetto di crescita anche in quel settore, con l’obiettivo di promuovere il territorio attraverso il grande jazz, puntando ad intercettare i tanti appassionati e a costruire uno strumento di richiamo turistico anche in ambito internazionale.»
Lo ha detto l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa in riferimento al progetto “Sardegna isola del jazz”.
«Anche la cultura rappresenta un mercato che la Sardegna non può e non deve sottovalutare, soprattutto perché può contribuire alla destagionalizzazione dei flussiha aggiunto Gianni Chessa -. La Regione crede fortemente in questi progetti, sulla falsariga dei grandi eventi che stanno trasformando la Sardegna nell’Isola dello sport, con un importante ricaduta di presenze nel settore turistico e di vantaggi concreti per l’intero sistema produttivo isolano. E’ necessario valorizzare le migliori esperienze per presentare offerte di qualità del prodotto Sardegna.»
«È stata anche l’occasione per ribadire alcuni concetti relativi alla sentenza del Tar sul ‘click day’ per le manifestazioni culturali e di spettacolo. La Regione, seguendo il contenuto della sentenza, dovrà realizzare un altro bando per l’assegnazione delle risorse, ma non la considero una sconfitta ha concluso Gianni Chessa -. Bensì, è stata confermata la mia iniziale volontà e la regolarità del primo provvedimento, poi modificato su richiesta del mondo associazionistico, che rispondeva ai criteri della legge 7 sulla promozione turistica delle manifestazioni. Il danno, purtroppo, l’hanno subito le associazioni, anche quelle che hanno presentato il ricorso, perché c’era il mio concreto impegno, destinando maggiori risorse finanziarie, a far scorrere la graduatoria, così da ampliare, da 33 a 65, la platea dei beneficiari del contributo. Oltre questo aspetto, restano i toni di qualche protagonista della vicenda che sono andati sopra le righe e che, visti anche i magri risultati ottenuti per l’intero mondo delle associazioni, si sono rivelati inutili ed eccessivi.»
Antonio Caria

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