23 April, 2024
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Emergenza medici di base: esposto denuncia di un cittadino di Carbonia, Vincenzo Panio, alla Procura della Repubblica, contro i “responsabili dei pubblici servizi sanitari territoriali e regionali della Sardegna”

Lo stato di gravissimo degrado in cui versa il servizio sanitario pubblico in Sardegna registra ogni giorno casi di estremo disagio in cui si trovano migliaia di cittadini. La situazione sta precipitando per la carenza dei medici di base, destinata ad aggravarsi nel breve e medio termine per il collocamento in pensione di molti medici e la mancanza di sostituti.

Oggi registriamo l’iniziativa assunta da un cittadino di Carbonia, Vincenzo Panio, ex consigliere comunale, nonché ex comandante del Corpo di Polizia municipale dello stesso comune minerario, che ha presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica contro i «responsabili dei pubblici servizi sanitari territoriali e regionali della Sardegna».

Il testo integrale.

Signor Procuratore,
Non è con grande piacere che rivolgo a Lei il presente “esposto-denuncia” contro i responsabili territoriali del Sulcis Iglesiente e di quelli regionali della “sanità pubblica”, ma, dopo attenta riflessione e valutazione sui gravi e irrisolti problemi di tale settore, constatato che detti problemi sono verosimilmente la conseguenza diretta e indiretta di atti omessi o mal compiuti da parte dei vertici di detti servizi, credo sia mio diritto-dovere

denunciare

alla S.V. la grave – direi terribile! – situazione che da qualche tempo si è venuta a creare nel Sulcis Iglesiente (ma parte anche in altri ambiti territoriali sardi) in ordine a vere e proprie omissioni di atti dovuti a garanzia del diritto alla salute dell’intera comunità e in particolare delle cosiddette “fasce più deboli” di donne e uomini che si trovano quotidianamente privati di detto diritto per il colpevole comportamento dei vertici dell’organizzazione sanitaria pubblica. Ciò con conseguenze assai più gravi per una moltitudine di cittadini (nel Sulcis Iglesiente molte centinaia) che combattono quotidianamente con patologie gravi e delicate tanto che se trascurate possono portare in breve alla morte. Oltre a migliaia di persone rimaste dal 1° agosto scorso senza assistenza medica di base.
Ciò premesso, precisato che mi chiamo Vincenzo Antonio Panio, che sono nato a Vallermosa il 12.11.1943 (78 anni compiuti), che risiedo a Carbonia,

espongo quanto segue:

1°) – Soffro da tempo di diverse patologie (vedasi elenco allegato) di cui almeno due assai gravi per le quali da anni sono costretto a frequenti visite ed esami medici, nonché costretto ad assumere diversi farmaci tra cui alcuni vitali per assicurarmi una esistenza quanto meno sopportabile.
2°) – Dal 1° agosto 2022, a causa del pensionamento del mio “medico di base” (ma anche altri due “medici di base” di Carbonia con migliaia di pazienti) non ho più assistenza medica né prescrizione di farmaci a carico del servizio sanitario pubblico.
3°) – Ribadisco che detta situazione riguarda complessivamente alcune migliaia di persone di Carbonia e territorio circostante tra cui, ripeto, alcune centinaia in costanti condizioni di salute precaria per cui devono fare frequenti controlli medici e assumere senza interruzione i farmaci necessari per il loro stato di salute.
4°) – Allo stato, di fronte a ciò – e non si intravedono cambiamenti a breve – non esistono altri medici disponibili in quanto tutti coloro che esercitano in città la medicina di base avrebbero già raggiunto da tempo i “massimali di pazienti” consentiti dal sistema sanitario per ciascuno di essi.
5°) – In tale situazione i suddetti cittadini, me compreso, vivono in uno stato di totale abbandono in merito alla “sanità di base” in quanto non possono riceve l’ordinaria, ma indispensabile, assistenza medica: dalle visite, alla prescrizione di farmaci ed esami clinici anche ordinari.
6°) – Un esempio: nei giorni scorsi ho dovuto fare una visita specialistica per accertare le cause di alcune situazioni sintomatiche alquanto sgradevoli e che mi condizionano non poco la vita quotidiana. Avevo l’impegnativa-prescrizione del medico di base (fatta prima che lui andasse in pensione). Allo stato, presso il servizio sanitario pubblico mi hanno informato che avrei potuto fare detta visita solo tra alcuni mesi.
Ma poiché mi era stato detto che era opportuno e necessario accelerare i tempi, mi sono rivolto ad un medico specialista privato, ovviamente a pagamento. Mi ha visitato due giorni dopo la mia richiesta. La visita ha avuto una durata complessiva (tra ricevermi, interpellarmi sullo stato di salute ed eseguire i controlli) di 25 minuti in totale. Al termine, mi è stato fatto pagare un compenso di 250 euro (dieci euro al minuto). Non ho titolo per stabilire se tale compenso sia o meno congruo, ma mi domando: «Un povero (non è il mio caso, ho lavorato per quasi 60 anni) o comunque un uomo o una donna che non hanno reddito, come possono fare a sostenere tali costi per curarsi»? La mia risposta: «Non si curano e continuano a stare male».
7°) – Nel referto conclusivo rilasciatomi dal suddetto medico privato è contenuta una specifica prescrizione per l’esecuzione di una decina di esami di laboratorio. Ebbene, gli esami non li potrò fare a carico del servizio sanitario pubblico in quanto non sono in grado – a causa dell’attuale stato del sistema sanitario pubblico – di poter avere la prescrizione-impegnativa del medico di base. Potrò farli solo presso strutture private e mediante pagamento di diverse centinaia di euro.
8°) – Domando ancora: «Chi non ha mezzi economici sufficienti o ne è totalmente privo, poiché non ha la necessaria “ricetta-impegnativa” del medico di base con la prescrizione di tali esami, dovrà privarsi di eseguirli e dovrà continuare a stare male rischiando di mettere in grave pericolo la propria salute?»
9°) – In relazione a tutto quanto sopra, mi sono adoperato per avere notizie sulle prospettive di soluzione. Risultato: agli sportelli dei servizi sanitari, gli addetti affermano che non hanno risposte perché trattasi di una situazione per la quale gli incaricati non hanno ricevuto disposizioni superiori, né si possono ipotizzare risposte a breve e medio termine. Perché i vertici regionali o delle aziende sanitarie locali non hanno preso decisioni in merito.
10°) – Risultato: nel frattempo le migliaia di cittadini rimasti senza assistenza medica di base cosa faranno? Anche avendone bisogno, non si potranno curare e vedranno peggiorare la loro situazione mentre coloro che soffrono di gravi patologie dovranno prepararsi alla morte.
11°) – Da qualche settimana si leggono notizie sulla stampa, accompagnate da proclami trionfalistici, che Sindaci, Medici, Sindacati, etc., si stanno riunendo alla ricerca di soluzioni. Ma quando arriveranno nessuno lo dice.
12°) – Siamo in presenza di gravi violazioni dei diritti umani, sia di ordine morale sia di ordine giuridico. Espressamente siamo in presenza della palese violazione del Diritto Costituzionale e della legislazione “a valle” di tale diritto. Infatti, siamo in violazione dell’art. 32 della nostra bellissima Costituzione (troppo spesso tradita) che, tra l’altro, in particolare, prevede la piena tutela della salute dei cittadini … . Ma quando? Con ciò siamo anche in violazione dei principi costituzionali generali primari e fondamentali che stabiliscono tra l’altro che il diritto alla salute è “diritto sociale fondamentale” e, pertanto, inviolabile dell’uomo singolo e della collettività.
E, pertanto, rimane totalmente inevaso anche il più recente provvedimento (Decr. Ministero Salute n° 77 del 23/05/2022) riguardante la definizione dei modelli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale dei Servizio Sanitario nazionale, entrato in vigore il 07/07/2022.
Signor Procuratore, io non Le chiedo nulla di specifico, perché – ne sono certo – Lei comprenderà a che cosa è rivolta la presente istanza: migliaia di cittadini chiedono la restituzione dell’assistenza sanitaria da tempo sottratta dall’incuria e le inadempienze dei vertici responsabili pubblici preposti alla guida del settore.

Grazie, cordialità.

Vincenzo Antonio Panio

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