5 December, 2025
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Accoglienza e affido familiare: a Iglesias il primo passo verso un Servizio territoriale dedicato

Il Distretto di Iglesias avrà un suo Servizio territoriale di affido e accoglienza: con uno sguardo verso il futuro si è aperta la Giornata della promozione dell’accoglienza familiare del 30 maggio, primo e significativo passo di un percorso lungimirante e condiviso. «Il servizio affidi territoriale ha spiegato in apertura dei lavori Paolo Carta, dirigente e coordinatore del PLUS Iglesias risponderà all’esigenza sentita dalle realtà sociali con cui ci interfacciamo ogni giorno, di uniformare la gestione degli affidi adattandola alle peculiarità del territorio e delle persone e dei servizi che lo abitano.»

Alla Sala Blu del Centro culturale di Iglesias, davanti a una platea composta da operatori del sociale e famiglie, gli esperti chiamati ad animare la giornata, Giancarlo Labate (giudice onorario del Tribunale dei minorenni) Carla Manca (assistente sociale dell’Ufficio minori e famiglie del Comune di Cagliari) e Silvia Caredda (psicologa del Centro della Famiglia di Cagliari) hanno portato le loro competenze e suggestioni.

Oltre ad affrontare i lati più tecnici dell’argomento e del mestiere, hanno fornito preziose indicazioni sulle quali anche il Servizio territoriale di affido e accoglienza baserà la sua attività, in linea con un approccio rinnovato e professionalità altamente specializzate e dal volto umano.

Gli esperti hanno infatti sottolineato l’urgenza di un cambio di paradigma, incentrato sul “recupero dell’idea di reciprocità”, come spiegato dal giudice onorario Giancarlo Labate. La dottoressa Carla Manca ha rimarcato l’importanza dell’empatia nel lavoro dell’assistente sociale: «E’ fondamentale portare la nostra persona nel nostro lavoro, essere capaci di guardarci dentro, e ricordare che le famiglie con cui ci interfacciamo non sono utenti, ma esseri umani». 

La giornata è stata anche l’occasione per sottolineare che le famiglie d’origine o “affidanti” un ruolo passivo; queste, al contrario, sono protagoniste a tutti gli effetti del percorso affidatario, in un rapporto alla pari e di scambio con la famiglia affidataria. «L’affido è come un puzzle ha affermato la psicologa Silvia Caredda -. Si tratta di un incontro che non prevede sostituzioni ma legami, l’andare incontro a qualcuno che in un determinato momento della vita sta incontrando delle difficoltà». «Proprio per questo motivo – ha continuato la psicologa – per diventare genitori affidatari non occorre essere dei supereroi: l’affido è un abito confezionato su misura, è pensato per ogni bambino e ogni famiglia, ciascuno con le sue peculiarità, bisogni e potenzialità».

Ogni affido è una storia a parte, e si può essere famiglia in tanti modi, tanti quanti lo sono le persone che la compongono. A patto che esista una rete di supporto, rappresentata da risorse condivise e relazioni di fiducia, in cui il concreto supporto da parte dei servizi sociali, istituzioni e comunità intera è fermo e duraturo. Come ha affermato a più riprese Angela Scarpa, assessora alle politiche sociali del comune di Iglesias: «L’affido rappresenta la realizzazione di quel proverbiale villaggio che sta alla base della crescita di un bambino, perché si senta protetto, ascoltato e felice».

Il ruolo fondamentale della comunità è stato dimostrato anche dalle testimonianze delle famiglie e delle giovani protagoniste della giornata, che hanno condiviso con i presenti dei veri e propri frammenti di vita.

Storie di sfide relazionali, momenti di solitudine e difficoltà, ma anche di crescita, introspezione e rinascita: «Non sarei la persona che sono oggi se non avessi fatto questa esperienza», ha raccontato una delle ragazze in sala. L’affido è l’arte di abbracciare il cambiamento e l’imprevisto: «Essere famiglia affidataria è un modo di essere, anche quando non lo si è più. Lo si è soprattutto quando si impara a lasciar andare i figli che abbiamo accolto, pronti e attrezzati per intraprendere una nuova strada». 

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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