14 December, 2025
HomeCulturaAl via a Carloforte la residenza artistica del collettivo Giacinta: due settimane di lavoro e studio per una riflessione sul ruolo della donna in Sardegna, nel solco delle “giudicesse”

Al via a Carloforte la residenza artistica del collettivo Giacinta: due settimane di lavoro e studio per una riflessione sul ruolo della donna in Sardegna, nel solco delle “giudicesse”

Le donne della comunità di Carloforte si raccontano grazie al collettivo Giacinta, protagonista della terza edizione di Giudicesse, la residenza artistica al via sull’isola di San Pietro a partire da domenica 28 settembre.

Il progetto è promosso dal CSC Carbonia della Società Umanitaria, realizzato da U-BOOT Lab, con il patrocinio del comune di Carloforte e in collaborazione con Ottovolante Sulcis.

Giacinta è il collettivo selezionato dalla call di Giudicesse e riunisce tre artiste multidisciplinari impegnate a indagare l’interdipendenza tra ecologia, intimità e dimensione collettiva: Sara Basta, Miriam Goi e Maria Luisa Usai. La loro ricerca intreccia sperimentazione audiovisiva e processi analogici, strumenti capaci di attivare pratiche di autonarrazione e comunità.

Durante il periodo di residenza a Carloforte, in programma sino al 10 ottobre, il collettivo lavorerà insieme alle donne dell’isola, con l’obiettivo di costruire una narrazione corale che restituisca visibilità al quotidiano femminile e marino, aprendo possibilità nuove di appartenenza, rappresentazione e immaginazione comune.

L’obiettivo del progetto Giudicesse, sin dalla sua prima edizione, è duplice: da un lato – ispirandosi alla figura della donna in Sardegna nel periodo delle “regine giudicali”, riflettere sulle disequità di genere e sull’autodeterminazione di donne e ragazze; dall’altro esplorare nuovi approcci per la scoperta del territorio, attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità che lo abitano, per creare un’opera artistica esito di un processo di ricerca e azione attiva sul territorio.

«Le storie che vorremmo raccogliere a Carloforte spiegano le artistenon sono fatte di gesti eroici, ma della ripetizione quotidiana che attraversa il lavoro, la cura, lo spazio domestico e quello pubblico. La figura del Rais e i racconti sui tonnarotti hanno a lungo oscurato le pratiche femminili, eppure lì possiamo trovare tracce importanti della relazione tra comunità e ambiente. Durante Giudicesse cercheremo queste tracce insieme alle donne di Carloforte, interrogandoci su come vorrebbero essere rappresentate, su quale legame le unisca all’acqua e alle altre specie che abitano l’isola, su quali memorie resistono e quali si trasformano. Proporremo pratiche di narrazione e auto-narrazione che raccolgano oggetti, immagini, suoni e storie personali, intrecciando passato e presente. Useremo la cinepresa come strumento partecipativo: saranno le donne stesse a filmare e filmarsi, a diventare co-autrici di un racconto aperto anche alla comunità e alla natura. Le immagini nasceranno da procedimenti artigianali che intrecciano la materia viva del territorio – erbe, alghe, acqua di mare – con la memoria condivisa.»

La terza edizione di Giudicesse si concluderà con una restituzione pubblica del lavoro in residenza in programma venerdì 10 ottobre tra l’EXMA, l’antica Tonnara dismessa e gli spazi pubblici del paese.

 

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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