21 December, 2025

La Giunta comunale di San Giovanni Suergiu ha approvato il progetto per il nuovo appalto del servizio di igiene urbana, avviando così l’iter per la pubblicazione della gara, che sarà gestita da una centrale di committenza qualificata.

Il nuovo appalto, della durata di sette anni, è stato progettato per garantire un servizio più efficiente, sostenibile e tecnologicamente avanzato ma soprattutto costruito a partire dalle esigenze espresse dai cittadini. Prima della redazione del progetto, l’Amministrazione, infatti, ha promosso un processo partecipativo basato su un questionario di gradimento rivolto alla popolazione. Questo strumento ha consentito di raccogliere indicazioni puntuali sugli aspetti positivi e sulle criticità del precedente appalto, fornendo una base solida per la progettazione del nuovo servizio, più aderente alle necessità del territorio e della comunità.

Tra le principali novità figurano la nuova frequenza per la raccolta della plastica, ritenuta insufficiente rispetto alle necessità: si passerà da quindicinale a settimanale così da evitare accumuli e migliorare la qualità del materiale raccolto. Al contrario, per il secco indifferenziato la frequenza sarà ridotta a quindicinale, in linea con le abitudini virtuose della popolazione, che ha indicato di non ritenere necessaria una raccolta settimanale.

«Questo progetto è il risultato di un processo partecipativo – spiega Camilla Melis, assessore all’Ambiente -. “Attraverso il questionario rivolto ai cittadini abbiamo raccolto informazioni utili per capire cosa funzionava e cosa andava migliorato. Il nuovo appalto nasce da quell’ascolto: introduce tecnologie più moderne, semplifica la gestione e punta a un servizio più efficiente, pulito e trasparente per tutta la comunità

Altre novità riguardano la digitalizzazione e la tracciabilità del servizio: i contenitori saranno dotati di tag RFID, i mezzi di sistemi GPS, e l’intero servizio sarà gestito attraverso una piattaforma informatizzata che permetterà il monitoraggio e la rendicontazione in tempo reale. È inoltre prevista un’applicazione mobile per i cittadini, con notifiche automatiche e promemoria per l’esposizione dei rifiuti, un canale diretto per segnalazioni e prenotazioni dei ritiri e un calendario digitale sempre aggiornato.

«San Giovanni Suergiu si conferma un Comune virtuoso sottolinea la sindaca Elvira Usai grazie al senso civico e alla partecipazione dei nostri cittadini che negli anni hanno dimostrato di saper gestire con responsabilità la raccolta differenziata. La produzione di secco residuo è minima e la percentuale di raccolta differenziata si mantiene stabilmente oltre l’80%. È un risultato che conferma la bontà delle scelte fatte e l’impegno collettivo della nostra comunità, riconosciuto anche da Legambiente, che continua a inserirci tra le realtà più virtuose della Sardegna per qualità e quantità della differenziata

Il distacco comunicativo, sui temi sanitari, tra Regione, Province e Comuni, è una delle cause del fallimento del sistema sanitario regionale. L’incomunicabilità iniziò nel dicembre del 1992 quando il ministro Francesco Di Lorenzo escluse i politici provinciali dalle amministrazioni delle USL, e inventò i “manager”. Tale incomunicabilità peggiorò per una malintesa interpretazione della riforma del titolo quinto della Costituzione, avvenuta il 18 ottobre 2001 quando, di fatto si passò dal SSN unico ai 21 SSR (Sistemi Sanitari Regionali). La Costituzione, riformata agli articoli 114 e 117, da allora conferisce alla Regione una “potestà legislativa” che prima non aveva; al tempo del Sistema Sanitario Nazionale unico, infatti, tale potere era riservato solo allo Stato. Esattamente la Costituzione afferma, all’articolo 117, che la Regione ha la potestà di produrre leggi regionali “concorrenti” per gestire il proprio Sistema Sanitario Regionale. La potestà legislativa concorrente delle Regioni prevede che sia lo Stato che le Regioni possano legiferare nelle stesse materie. Lo Stato stabilisce i principi fondamentali (in questo caso i LEA) mentre alle Regioni spetta il compito di emanare leggi attuative e di dettaglio per il resto. La Regione Sardegna, pertanto, ha la potestà legislativa per poter delegare la competenza di gestire la Sanità alle Province e ai Comuni. Con una legge ad hoc la Sardegna potrebbe disporre che vengano delegate le funzioni di Presidente della ASL ad un rappresentante politico del luogo. Nominato il Presidente, la Regione può affiancargli un Consiglio di amministrazione, che sarà formato da una rappresentanza di sindaci della stessa Provincia. Con queste figure politiche, poste al vertice della ASL, le amministrazioni locali possono riottenere il titolo per controllare la ASL. 

Nota bene: esiste già un embrione di questa idea nell’attuale Piano sanitario regionale in cui si riconosce alla Commissione Sanitaria Provinciale la funzione di controllo (esterno e puramente teorico) sul Direttore Generale della ASL; tuttavia tale Commissione è del tutto ininfluente ed è senza reali poteri. Ciò che si ipotizza in questa proposta è la costituzione di una struttura, di natura politica locale, posta all’interno dell’organismo dirigenziale della ASL, che affianchi e sovrasti politicamente il Direttore generale. 

Il Sistema Sanitario Nazionale varato nel 1978 funzionava molto bene. Ebbe il difetto di non rispettare la regola del pareggio di bilancio e di indebitare lo Stato. Nella storia fu la sanità più stimata dagli italiani. 

Aveva due caratteristiche: una buona e una cattiva. La buona consisteva nell’impegno, posto dai politici locali, nel garantire una sanità apprezzata dalla popolazione. La caratteristica deleteria consisteva nell’abuso, delle “spese a piè di lista” delle USL, per ottenere i rimborsi di spese eccessive su quelle programmate, giustificandole come necessarie. Spese che avvennero senza freni. I debiti registrati nella Sanità pubblica furono tali da indurre i governi successivi che amministrarono l’Italia dal 1992 in poi, a eliminare le figure dei politici locali dalle USL. Al loro posto, alla direzione delle ASL, vennero incaricati i “manager”. Questi erano figure monocratiche che riassumevano, in una unica persona, tutti i poteri e tutte le funzioni che prima appartenevano ad una macchina amministrativa più complessa, e rappresentativa del territorio, fatta di amministratori locali. La riforma dei “manager” ebbe il pregio di mettere sotto stretto controllo la contabilità e rispettare il pareggio di bilancio; ebbe, tuttavia, il difetto di attribuire a quella figura amministrativa anche una funzione a cui non poteva essere adeguata: la funzione di interprete della volontà popolare. Compito che è sempre stato delegato, e sarà, ai politici locali e provinciali. Il manager, a causa della sua natura prettamente tecnica, aveva come primo obiettivo la contabilità, anche a costo di andare contro le aspettative di assistenza. Attraverso questa via, in circa tre decenni, la Sanità pubblica si è sgretolata. 

Una volta riconosciuta l’inadeguatezza della Sanità dei “manager”, oggi si potrebbero riprendere in considerazione gli strumenti politici del passato che resero efficiente la Sanità pubblica. Ciò è possibile restituendo incarichi di gestione ai politici locali imponendo, tuttavia, la loro esclusione dal controllo della contabilità; questa dovrebbe restare un dominio esclusivo e indipendente del Direttore generale della ASL. Una figura “estranea” nata a quello scopo. 

L’articolo 117 della Costituzione, così come modificato nel 2001, ci offre lo strumento legittimo per procedere; esso conferisce la “potestà legislativa” alle Regioni in tema di sanità. In sostanza, attraverso la “legiferazione concorrente”, le Regioni possono produrre norme proprie adatte a cambiare la propria sanità futura. 

La Regione Sardegna può legiferare sulla struttura organizzativa delle sue ASL restituendo ai nostri Comuni e alle Province la funzione di controllo al loro interno. Una volta stabilito il vincolo del pareggio di bilancio, riservato in esclusiva al manager, si potrebbe mettere l’intera amministrazione sotto il controllo politico dei sindaci e del presidente della Provincia. Sarebbe sufficiente un’integrazione all’articolo che indica gli organi direttivi delle ASL introducendo le figure del: 

– Presidente della ASL (eletto dai sindaci e incaricato dalla Giunta regionale), e del 

– Consiglio di amministrazione (eletto con regole simili a quelle per la Provincia). 

La loro azione verrebbe supportata dal Consiglio dei sanitari, formato da tutti i primari, da un rappresentante dei medici, da uno degli infermieri e da uno dei tecnici. Il Consiglio dei sanitari avrebbe le funzioni di organo propositivo e consultivo per il Presidente, per il Consiglio di amministrazione, e per il Direttore generale. 

Una volta restituita la rappresentanza politica territoriale alle ASL, sarebbe da considerare come ricostituita la “cinghia di trasmissione” tra cittadini e direzione tecnica della ASL. 

Proposta 

Si disegna una proposta che modifica un articolo della legge di istituzione del Servizio Sanitario Regionale. Si tratta dell’articolo che istituisce gli organi dirigenti della ASL. 

Gli organi della ASL sono: 

il Presidente: viene eletto dal Consiglio dei sindaci di tutto il territorio con le regole utilizzate per la Provincia; è incaricato dalla Giunta regionale. Ha funzioni politiche di proposta, programmazione e controllo. Rappresenta il Consiglio di amministrazione raccogliendo le istanze popolari. 

Il Consiglio di amministrazione; ha funzioni politiche di proposta, programmazione e controllo. 

Viene eletto, contestualmente al Presidente, dalle amministrazioni locali territoriali secondo lo stesso metodo dettato dalla legge regionale per i consigli provinciali. Si limiterebbe a 6 rappresentanti, più il Presidente. Ha la funzione di rappresentare le istanze popolari nel bisogno di salute. 

Il Consiglio dei sanitari; formato da tutti i medici di II livello, da un rappresentante dei medici di I livello, da un rappresentante degli infermieri, da un rappresentante dei tecnici, e da un rappresentante dei medici di base eletti dai rispettivi gruppi. È presieduto dal Direttore sanitario della ASL. 

Ha funzioni di rappresentanza delle istanze provenienti da tutto il personale sanitario ospedaliero e territoriale presso il Consiglio di amministrazione, il Presidente, il Direttore generale, il Direttore amministrativo. È inoltre di supporto tecnico, di proposta e di verifica al fine di migliorare l’efficacia dell’azione dell’apparato sanitario. 

Il Direttore sanitario della ASL viene eletto dal Consiglio dei sanitari. Viene indicato dal Presidente della ASL al Direttore generale che gli conferisce l’incarico. Assieme al Direttore amministrativo egli ha funzioni di supporto tecnico del Direttore generale, e di consulente del Presidente. Rappresenta il Consiglio dei sanitari. 

Il Direttore generale, incaricato dalla Giunta regionale. È il capo della gerarchia amministrativa. Pianifica la programmazione amministrativa informando il Presidente, il Consiglio di amministrazione e il Consiglio dei sanitari, il Direttore amministrativo. Ne recepisce i pareri e suggerimenti; decide di acquisirli o meno in autonomia, dandone il motivo. È il responsabile del pareggio di bilancio. Ha il potere esecutivo. 

Il Direttore amministrativo; è la seconda figura nella gerarchia amministrativa, ha funzioni esecutive in subordine al Direttore generale. 

Questa proposta deriva dall’assunto che le figure tecniche qualificate per cogliere i bisogni sanitari specialistici necessari alla popolazione sono i medici, gli infermieri e, soprattutto, lo è il massimo referente dell’apparato sanitario che è il primario ospedaliero (dirigente di II livello). I primari delle Unità operative hanno il polso dei bisogni sanitari della popolazione e dei provvedimenti tecnici per soddisfarli. Da essi dovrebbero nascere le indicazioni alle amministrazioni delle ASL; indicazioni che, raccolte dal Consiglio dei sanitari, vengono comunicate al Presidente e al Direttore generale. Si tratta di un campo dei bisogni ben preciso: il bisogno in medici specialisti, in personale infermieristico e tecnico, in nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, e in nuove strutture (Unità operative). In questa visione la parte amministrativa avrebbe competenza sulle manovre contabili per realizzare i progetti programmati, e avrebbe la fondamentale funzione di dare assistenza ai medici nel compimento della loro missione curativa secondo le necessità registrate. 

Su tutti, a capo del Sistema formato da medici e amministrativi deve esistere una figura che funga da interfaccia tra: popolazione (utenti), personale sanitario, e personale amministrativo. L’interfaccia deve necessariamente riassumere in sé la complessa funzione di rappresentante della politica territoriale all’interno di una struttura contemporaneamente tecnica e amministrativa: tale figura è il Presidente. 

Il Presidente ha la funzione di intermediatore tra politici locali e amministrazione della Sanità pubblica. Si tratta di quella interfaccia che venne negata dalle leggi di riforma varate con i vari DPR dal 1992 al 1999. 

Secondo la logica di questa ipotesi di proposta il capo della ASL deve essere un rappresentante politico del territorio (un sindaco o il presidente della provincia). La programmazione del servizio reso dai medici deve essere competenza del rappresentante del Consiglio dei sanitari; la funzione amministrativa-contabile, e del controllo di legittimità degli atti, deve essere competenza del Direttore generale (“o manager”), in qualità di responsabile unico della programmazione finanziaria e garante del pareggio di bilancio. Il Presidente della ASL deve avere le attribuzioni della “figura politica” di controllo e proposta, e occupa il vertice della piramide gerarchica della ASL. La base della piramide è formata dai cittadini elettori del territorio. 

Nella logica di questa esposizione, che è conforme agli articoli 114 e 117 della Costituzione, la catena di legittimità inizia con il consenso degli elettori; all’altro estremo si conclude con il Presidente della ASL. 

I cittadini elettori eleggono i sindaci; i sindaci designano fra di loro il Presidente della ASL; il Presidente della ASL ottiene l’incarico dall’assessore regionale; il Presidente della ASL sarà il Presidente del Consiglio di amministrazione; il Presidente riceve gli input sulla programmazione tecnico-sanitaria dal Consiglio dei sanitari; il Consiglio dei sanitari elegge il Direttore sanitario al proprio interno. Il Presidente dà gli input programmatici al Direttore generale. Il Direttore generale domina la macchina amministrativa ed ha la responsabilità dell’equilibrio di bilancio. 

Questa proposta è un disegno che indica concretamente la composizione della gerarchia politico-amministrativa destinata al riavvio della Sanità pubblica territoriale e regionale. 

Poste queste basi, si possono individuare i principi guida per la struttura da dare al personale di: organici dei medici, infermieri e tecnici, delle Case della salute, di comunità, territorio, ospedali. 

Mario Marroccu

L’evento più partecipato tra gli incontri territoriali, dal quale è scaturita una considerazione importante: il Turismo delle Radici è già presente nel Sulcis, ma ha bisogno che venga fatta rete, affinché funzioni davvero e diventi un valore aggiunto per il territorio.
Il progetto Sardinian Roots – Turismo delle Radici ha fatto tappa a Sant’Anna Arresi e ha raccolto molti consensi da parte di operatori, cittadini, politici e associazioni di categoria. Dopo le tappe di Mandas, Gavoi e Alghero, il quarto e ultimo incontro territoriale è diventato un momento chiave per la regione storica del Sulcis, che si è confrontata attorno a temi come la destagionalizzazione, il recupero della propria identità, la necessità di far diventare esperienza la permanenza in Sardegna. La zona è una delle quattro aree pilota del progetto, chiamata,
insieme a Trexenta, Sassarese – Algherese e Barbagia di Ollolai, a raccogliere l’invito alla creazione di una rete tra gli operatori e le istituzioni e all’utilizzo di piattaforma DMS dedicata ai viaggiatori delle Radici.

Un progetto per connettere le radici al futuro della Sardegna Sardinian Roots – Turismo delle Radici è un progetto promosso nell’ambito dello Spoke 2 di e.INS – Ecosystem of Innovation for Next Generation Sardinia, finanziato dal PNRR e coordinato dall’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con Rete Gaia Srl, Consorzio UNO, Imago Mundi OdV e Sintur.
L’obiettivo è ambizioso: creare una rete stabile di operatori, imprese e istituzioni capace di valorizzare le identità culturali delle regioni storiche sarde e rafforzare i legami con le comunità sarde nel mondo, attraverso la leva del Turismo delle Radici, ovvero un turismo esperienziale,
destagionalizzato e basato sul ritorno alle origini familiari e culturali.
L’iniziativa dialoga anche con il programma nazionale ITALEA, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana, volto alla promozione del turismo delle radici, rafforzando la possibilità di inserire il territorio e le sue imprese in importanti circuiti internazionali.

«L’annuncio del viceministro all’Ambiente Vannia Gava sull’investimento di quasi mezzo miliardo di euro per la bonifica dei siti contaminati rappresenta una notizia di grande rilievo per tutto il Paese, ma in particolare per la Sardegna, che riceverà ben 74 milioni di euro destinati al SIN del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Si tratta di una misura attesa da anni, che darà finalmente nuovo impulso al recupero ambientale dei nostri territori. Le bonifiche non sono solo un dovere ambientale, ma anche una straordinaria occasione di sviluppo sostenibile, capace di creare occupazione, migliorare la qualità della vita e restituire valore alle comunità locali. Un ringraziamento al viceministro Vannia Gava e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: la Lega continuerà a lavorare per garantire che ogni euro venga speso in modo efficace, trasformando le criticità in nuove opportunità per l’isola.»

Lo ha scritto in una nota Michele Ennas, segretario regionale della Lega Sardegna per Salvini Premier.

Sono iniziati anche nell’ufficio postale di Villamassargia, in via Roma, i lavori realizzati secondo la tipologia del progetto “Polis” di Poste Italiane, l’iniziativa aziendale dedicata ai comuni con meno di 15mila abitanti per rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.
I lavori di ammodernamento della sede comprendono la riorganizzazione degli spazi, l’installazione di nuovi arredi progettati per facilitare l’accesso ai servizi e le operazioni e altri importanti miglioramenti in ottica di ottimizzazione del comfort ambientale.
Alla riapertura, inoltre, i cittadini potranno richiedere direttamente a sportello i “certificati INPS”, i servizi “Atti di Volontaria Giurisdizione”, i certificati anagrafici e di stato civile.
Durante il periodo dei lavori, a partire da venerdì 7 novembre, Poste Italiane garantirà ai cittadini di Villamassargia la continuità di tutti i servizi attraverso una postazione dedicata presso l’ufficio postale di Musei, via Vittorio Emanuele, operativa secondo i consueti orari di apertura al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 08:20 alle ore 13:45 e il sabato fino alle 12.45.
Presso lo sportello dedicato saranno disponibili tutti i servizi postali e finanziari, compresi quelli “radicati” come le operazioni sui libretti di risparmio e sui conti Bancoposta e il ritiro della corrispondenza non consegnata per assenza del destinatario.
Gli interventi previsti presso la sede di Villamassargia, salvo imprevisti, avranno una durata stimata in 40 giorni lavorativi.

Venerdì 7 novembre sarà una giornata densa di suggestioni per il Carbonia Film Festival, che prosegue il suo viaggio nel segno del dialogo fra cinema, memoria e territorio. Come da tradizione, la mattina sarà dedicata al ciclo CFF Scuole, con la proiezione di Radiograph of a Family e la presenza dei registi iraniani Firouzeh Khosrovani e Morteze Ahmadvand, ospiti internazionali del festival. L’incontro, in programma alle 9.45, offrirà a studenti e studentesse un’occasione preziosa per confrontarsi con due autori che hanno saputo intrecciare autobiografia e storia collettiva in un racconto intimo e universale sulla memoria, l’identità e le fratture culturali del loro Paese.

Nel pomeriggio la città si accenderà di luci, immagini e suoni con l’inaugurazione di Mnemotheque, l’installazione immersiva ideata dal regista e compositore Giorgio Ferrero insieme allo studio creativo torinese MYBOSSWAS. A partire dalle 18.00 la facciata del Cine-Teatro Centrale di piazza Roma si trasformerà in un grande schermo di memoria condivisa, dove passato e futuro dialogheranno attraverso un montaggio creativo di materiali d’archivio su pellicola dal progetto “La tua memoria è la nostra storia” e su nastro magnetico, messi a disposizione dal CSC di Carbonia. Ferrero racconterà al pubblico la genesi di quest’opera che è, al tempo stesso, un viaggio nella coscienza visiva e sonora del territorio e un omaggio alla sua comunità. Per l’occasione l’artista sonorizzerà dal vivo l’opera accompagnato da Rudy Mongitore.

La serata proseguirà con Spazio Sardegna, sezione dedicata alle produzioni dell’isola e ai loro autori. In programma i cortometraggi Oplà di Giulia Camba e Vida e morti de unu maragotti di Stefano Cau, accompagnati dagli stessi registi, oltre alla presentazione del teaser di Erika, nuovo progetto del CSC di Carbonia, ancora in lavorazione, firmato da Letizia Dessì, che conferma la vitalità dell’attività produttiva della Fabbrica del Cinema di Carbonia.

Alle 21.00 riflettori puntati su Pierpaolo Capovilla, musicista e frontman de Il Teatro degli Orrori, che debutta sul grande schermo come protagonista de Le città di pianura di Francesco Sossai, tra i film italiani più apprezzati all’ultimo Festival di Venezia. Un road movie che attraversa il Veneto rurale e aggiorna la grammatica del racconto dell’Italia di provincia, con una tensione poetica e sociale che dialoga perfettamente con lo spirito del festival.

Tra incontri, installazioni e nuove visioni, quella di venerdì sarà, dunque, una giornata di passaggi e connessioni, in cui Carbonia ancora una volta si confermerà crocevia di sguardi e laboratorio di idee. Un festival che continua a intrecciare linguaggi e generazioni, costruendo memoria attraverso il cinema e restituendo alla città la sua vocazione di luogo d’incontro e riflessione condivisa.

 

La decadenza del sistema sanitario pubblico del territorio e la destrutturazione sistematica del DEA di 1° livello e dell’ospedale Sirai non si fermano e il sindaco di Carbonia “alza la voce” nei confronti della Regione Sardegna.

In una nota durissima inviata all’assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi e al commissario straordinario della ASL Sulcis Andrea Marras denuncia «le recenti drammatiche notizie giunte in merito al decesso di un paziente all’ospedale Sirai per una frattura al femore.»

«Un episodio di malasanità che non rappresenta un caso isolato, bensì lo specchio di un annoso malfunzionamento e di un progressivo smantellamento del DEA di primo livello dell’Ospedale Sirai e, più in generale, delle strutture sanitarie del territorioaggiunge Pietro Morittu -. A tal proposito, Vi chiedo di poter ricevere una dettagliata relazione sull’accaduto, anche alla luce di un’interpellanza e di una mozione protocollata da alcuni consiglieri comunali, che Vi trasmetto per opportuna conoscenza in allegato. Si rappresenta all’assessore dott. Bartolazzi, come richiesto reiteratamente dal Consiglio comunale anche in occasione della seduta del 29 ottobre scorso, la necessità di una Sua presenza a Carbonia per un Consiglio comunale aperto da organizzarsi in sala polifunzionale al fine di discutere in merito alle criticità esistenti nella sanità territoriale, sulle possibili soluzioni da mettere in atto per scongiurare ulteriori chiusure, il depauperamento di servizi essenziali per la nostra collettività e per rivendicare il ruolo decisivo della sanità ospedaliera e del territorio, auspicando nel contempo che la nostra Azienda sanitaria possa ritornare ad essere guida e luogo di formazione per i nuovi medici. Si chiede, pertanto, di conoscere quali urgenti azioni verranno intraprese per garantire il funzionamento e il mantenimento del DEA di primo livello dell’Ospedale Sirai, così come previsto dalla legge regionale di riordino sanitario.»

«Con la presente – conclude il sindaco di Carboniarichiedo la Vostra disponibilità al fine di concordare insieme l’organizzazione di una seduta del Consiglio Comunale di Carbonia, stabilendo una data che possa essere congeniale a ciascuno di Voi.»

Sant’Antioco, sono 210000 euro i finanziamenti, parte erogati dal comune, parte dalla regione che ha finanziato un progetto presentato dalla Pro Loco insieme a Welcome to Sant’Antioco e ad altri operatori, che serviranno a sostenere una serie di iniziative pensate per animare il Natale Antiochense. Ieri sera in un’aula comunale dove erano rappresentati diversi esponenti degli operatori economici della città il sindaco, insieme a diversi rappresentanti della maggioranza tra i quali l’assessore al turismo Roberta Serrenti e il presidente della Pro Loco, Federico Baghino, ha illustrato il programma delle attività per le prossime feste di Natale, in particolare saranno interessati tre fine settimana di dicembre, dal 6 al 8, dal 13 al 14 e dal 20 al 21. Nell’occasione il corso, dalla sera del sabato sarà chiuso al traffico fino alla domenica e nel primo degli eventi anche il lunedì 8. IL sindaco ha specificato che del finanziamento comunale parte andrà a coprire la spesa per le luminarie, che si annunciano particolarmente brillanti, parte ad integrare il progetto della Pro Loco che ha ricevuto dalla Regione Autonoma della Sardegna 50 mila euro, e parte per altre attività, come i cori Gospel e altre animazioni. Il focus dell’azione di Pro Loco e sindaco è proprio il centro, la parte che da Piazza Italia arriva fino a Piazza Umberto.

«Credo sia importante rimarcareha detto il sindaco Ignazio Locciche il nostro è un progetto mirato alla coesione sociale, dove famiglie e bambini in particolare possono trovare momenti di condivisione delle festività natalizie, in allegria e gustando prodotti del territorio. È una scommessa partita 8 anni fa che ha superato le diffidenze iniziali e coinvolge, con mio grande piacere, molte delle associazioni del territorio e soprattutto gli operatori economici. Si mira al turismo esperienziale ma non solo sperando di essere polo di attrazione soprattutto per il mercato sardo, per gli eventi collaterali sono stati coinvolti anche la Scuola Civica di Musica per un’animazione canora e musicale per tutto il periodo festivo.»

Dopo il sindaco la parola è passata a Roberta Serrenti. «E’ una storia cominciata 1l 15 agosto di 8 anni faha sottolineato – che quest’anno prevede Piazza Italia come centro dell’animazione, casa di Babbo Natale ed Elfi, per i bimbi la possibilità di scrivere la letterina a Babbo Natale, nei pressi del Municipio, il presepe di Gianni Salidu, prestato dall’associazione Sant’Antioco Abbraccia il Mare, e, fra le luminarie ci saranno elementi verdi che poi verranno messi a dimora nei terreni comunali, grazie alla Pro Loco, all’associazione dei Cuochi del Sud Sardegna, a Welcome To Sant’Antioco, ci sarà la possibilità di vedere artigiani e prelibatezze enogastronomiche, di mangiare, per i piccini di provare a cucinare, è importante che coinvolgiamo tutti gli operatori locali per il buon successo della manifestazione.»
«Il nostro Villaggio di Natale prevede la presenza di diversi operatori economici ed è stato possibile grazie alla collaborazione di tantiha aggiunto il presidente della Pro Loco Federico Baghinoabbiamo pensato a tre casette oltre a quelle riservate agli operatori economici e ai cuochi per un percorso esperienziale che consenta a tutti di provare e a noi di valorizzare le produzioni del territorio e della Sardegna. Sono inoltre previsti una serie di spettacoli che successivamente verranno annunciati, con noi collabora anche l’associazione Su Forti.»

Il responsabile della veicolazione pubblicitaria del progetto è Emanuele Zucca che ha specificato come la promozione degli eventi passerà, sui nuovi canali di comunicazione, attraverso influencer Instagram, Facebook e il sito di Welcome to Sant’Antioco, oltre a cartellonistica che arriverà fino a Cagliari, si vuole attrarre innanzitutto il Sud Sardegna e poi tutta la regione.

«Questa attivitàha dichiarato Gianni Esu, per Welcome To Sant’Antiocoha dato grandi soddisfazioni in passato, voglio ricordare che nessun programma è forte se gli operatori economici non partecipano e non si sentono coinvolti, il movimento che si creerà gioverà a tutti ne sono convinto.»

sono intervenuti anche Samuel Rainey per l’associazione Cuochi del Sud Sardegna che ha illustrato le diverse attività che i suoi aderenti metteranno in campo per esaltare profumi e sapori della nostra terra e Filippo Piras, dell’associazione culturale Su Forti che fornirà Babbi Natale e gli Elfi che animeranno le serate.

Carlo Floris

La coalizione provinciale Noi per il Sulcis – che riunisce Sinistra Futura, Movimento 5 Stelle, PSI e Orizzonte Comune – esprime la propria ferma contrarietà alla realizzazione della discarica di Is Urigus, nel territorio di San Giovanni Suergiu.
La costruzione di un impianto di questo tipo si inserisce in un territorio già provato da criticità ambientali e sociali, minando la prospettiva di uno sviluppo realmente sostenibile.
«La gestione dei rifiuti dichiarano i rappresentanti della coalizionenon può essere affrontata con logiche che non tengono conto del contesto in cui si inseriscono. Serve una pianificazione seria, trasparente e partecipata, che punti alla riduzione dei rifiuti, al riciclo e alla tutela dell’ambiente, non a nuove discariche vicino alle case.»
Le forze di Noi per il Sulcis annunciano «di aver realizzato la mozione che sarà presentata in Consiglio regionale, sostenuto anche da tutto il gruppo del Partito democratico – che ringraziamo, con l’obiettivo di fermare il progetto e aprire un confronto pubblico ampio e informato. Aderiscono anche i consiglieri di riferimento nella massima assemblea sarda».
La mozione è stata sottoscritta dai consiglieri di Sinistra Futura (Luca Pizzuto, Paola Casula, Peppino Canu), Movimento 5 Stelle (Michele Ciusa, Gianluca Mandas, Lara Serra, Emanuele Matta, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas), Partito Democratico (Roberto Deriu, Gianluigi Piano, Carla Fundoni, Salvatore Corrias, Alessandro Pilurzu, Valter Piscedda, Antonio Sau, Antonio Solinas, Camilla Soru) e Orizzonte Comune (Sandro Porcu, Salvatore Cau).
«Siamo felici che il Campo Largo a livello regionale dimostri serietà e interesse su un tema molto importante per il territorio.»

Giovedì 6 novembre il Carbonia Film Festival entra nel vivo con una giornata che intreccia sguardi femminili, memorie familiari e storie di esilio. In Fabbrica del Cinema, alle 18.00, il pubblico incontra le sorelle Nicole e Valentina Bertani, protagoniste del debutto a quattro mani Le bambine. Il film, che indaga l’età di passaggio con una sensibilità tutta personale, mette in scena un racconto intimo e potente sul crescere, sulle radici e sui legami che ci formano, restituendo al pubblico un cinema autentico, fatto di piccole epifanie e gesti quotidiani.

Alle 21.00 è il momento di uno degli appuntamenti più attesi del festival: l’incontro con i registi iraniani Firouzeh Khosrovani e Morteza Ahmadvand, ospiti internazionali di questa edizione, che presentano Gli uccelli del Monte Qaf. L’opera, sospesa tra realtà e sogno, attraversa i territori dell’esilio e della memoria, componendo un racconto poetico sulla diaspora iraniana e sul senso di appartenenza. Khosrovani e Ahmadvand, già vincitori dell’IDFA con Radiograph of a Family, confermano la loro capacità di trasformare l’intimo in universale, e il privato in una riflessione politica e umana che risuona ben oltre i confini geografici.

Ma i lavori del festival si aprono al mattino con CFF Scuole, il ciclo di appuntamenti dedicato alla scoperta del linguaggio cinematografico per i più giovani. Alle 9.45 gli studenti incontrano la regista e attrice tedesca Alissa Jung, per la proiezione – alla Fabbrica del Cinema –  del suo film Paternal Leave, un racconto intenso sul ruolo paterno e sulle fragilità maschili, e del cortometraggio Farah, nel quale una ragazza tedesca e una ragazza siriana imparano, grazie alla loro amicizia, a farsi valere e a difendere gli altri. Un’occasione di dialogo con una nuova generazione di spettatori, avvicinando ragazze e ragazzi al cinema come strumento di conoscenza, confronto e crescita collettiva.

Nel pomeriggio la Fabbrica del Cinema si trasforma nel cuore pulsante del festival. Dalle 17.30, Carbonia Film Festival propone Walk of Taste, il punto d’incontro informale dove il pubblico può sostare tra una proiezione e l’altra per gustare le proposte di street food e i drink di qualità firmati Momy e Yawe. Musica, chiacchiere e buon cibo accompagnano l’attesa del pubblico, restituendo al festival quella dimensione conviviale che da sempre ne contraddistingue lo spirito.