28 March, 2024
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Venerdì 27 ottobre, alle ore 18.00, presso la Sala Fabio Masala dello Spazio Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema verrà presentato il nuovo libro di Antonio La Rosa dal titolo “Vivo dove sto”, un’edizione limitata a 1.000 copie, contenente una raccolta di pensieri poetici, bozzetti e uno speciale segnalibro ricavato da una grande tela, dipinta e poi tagliata in mille pezzi dall’autore. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Carbonia.
A dialogare con l’autore saranno Marco Loi e Peppino La Rosa.
La serata prevede anche una performance dell’autore la proiezione di un breve video che racconta la residenza artistica di Antonio presso l’ex Cartiera della Zecca di Stato di Roma, in cui ha realizzato i millesimi che si trovano dentro il libro.
Antonio La Rosa (Calasetta, 1976) è un libero pensatore, un artista: ha recitato nei teatri italiani per quindici anni e oggi vive a Roma dove dedica il suo tempo in prevalenza alla scultura, alla pittura e scrittura di aforismi e pensieri poetici.
La sua ricerca artistica verte sugli equilibri instabili e sulla sospensione funambolesca dell’umanità nell’era contemporanea.
Nel 2015 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo “Pensieri sparsi fra equilibri instabili”, che racchiude esperienze artistiche e di vita.
Nel 2019 è stato scelto al fine di realizzare un monumento commemorativo per i cinquecento anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci e nello stesso anno ha ricevuto il premio Ponte Vecchio a Firenze.
Negli anni, espone sotto il patrocinio dei comuni sia di Cagliari sia di Roma come nelle città di Milano Piacenza, Catanzaro, Porto Rotondo, Porto Cervo, Nizza e le sue opere sono entrate in diverse collezioni private di fama.
“Vivo dove sto”, edito da Pavart, è la sua seconda raccolta di pensieri.

Il 27 ottobre, a Carbonia, si terrà la presentazione del libro “Vivo dove sto” di Antonio La Rosa, artista dalle mille sfaccettature: pittore, scultore scrittore poeta, attore teatrale. Nella prefazione del libro scritta da Davide Cortese, Antonio La Rosa viene definito come un “disertore di un mondo che omologa le persone e allinea i pensieri”. Di seguito il link dell’intervista di Nadia Pische all’artista.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/332409262525881

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La Fondazione MACC di Calasetta apre la stagione 2017 presentando due mostre che si terranno nei siti gestiti dalla stessa: La Torre Sabauda e il Museo d’arte contemporanea. La volontà di rendere fruibili i locali, ha portato al coinvolgimento dei diversi artisti attivi a Calasetta.

La mostra “Sguardi e Parole” propone una selezione di scatti fotografici che leggono la realtà territoriale dell’isola di Sant’Antioco e in particolare di Calasetta. Attimi e momenti immortalati dallo sguardo dei fotografi amatori Antonio Biggio, Gianni Canè, Toni Cirronis Mercenaro, Fabrizio Schirru, Stelio Usai e Roberto Rubens Zucca. Gli sguardi proposti dai fotografi, saranno accompagnati dalle “parole” o meglio, dai versi in tabarchino scritti in questi anni dai tanti calasettani e non, che ammirando la cittadina, il suo paesaggio e la sua gente, si sono lasciati ispirare. La mostra allestita alla Torre sarà aperta al pubblico dal 12 al 28 maggio, dalle ore 18.30, mentre la lettura delle poesie da parte del vicesindaco Remigio Scopelliti e di Irma Armeni, è fissata per domenica 21 maggio.

Il Museo d’arte contemporanea MACC presenta invece una mostra collettiva dal titolo Calasett’Art’17. I partecipanti sono diversi artisti più o meno noti al pubblico nazionale, ma accomunati dalle medesime origini calasettane o legati alla cittadina per un senso identitario sviluppato oramai da anni, data la loro permanenza nella località. La mostra propone alcune opere di Antonio La Rosa, Gianni Mascia, Loredana Pillon, Danila Rovere, Fabrizio Sgrò, Maria Grazia Spiga e Marco Vigo. Le tele o sculture presentano un misto di stili, dall’informale alla pop art, fino ad arrivare al figurativo.

Opening sabato 13 maggio, alle 18.30, a seguire Tanto Experience, concerto per pianoforte e flauto con Maura Porru e Ambra Beretta. La mostra chiuderà al pubblico il 21 maggio.

Il 23 aprile è stata inaugurata all’Exmà di Cagliari, Centro comunale d’Arte e Cultura, la personale dell’artista Antonio La Rosa che con “Equilibri instabili” porge, un invito ad osare… a non star fermi per paura di rompere l’equilibrio che si è raggiunto. E’ come se la staticità facesse morire l’uomo poco per volta, lo ingabbiasse, nel timore di perdere una certezza, dimenticando così l’emozione del protendersi verso un qualcosa di nuovo, tralasciando di ricordare che ogni equilibrio è momentaneo… e come tale deve essere visto, col conseguente desiderio di un’incessante voglia di ricrearlo sempre nuovo.

L’arte è la metafora attraverso la quale Antonio ci porta in una dimensione magica, dove le sue sculture pullulano di equilibri instabili, dove viene quasi spontaneo allungare una mano per “sistemarle”, apparentemente dure e fredde esprimono un movimento che alimenta la fantasia del fruitore che in alcune di esse coglie morbidezza, sentimento e poesia e in altre intravede rotture, inizio e fine di equilibri vitali in una sinergia che tiene il tutto unito. Sculture energiche in grado di comunicare serenità e sicurezza, forgiate da un artista che tanto ha da dire e che sceglie di farlo anche con la pittura… Una pittura, la sua, dove i colori dalle tinte calde e forti regalano calore ed un’emozione intensa capace di mettere le ali ai pensieri… ed è in quel momento che i palazzi delle metropoli, protagonisti delle sue tele, si avvicinano, si abbracciano, a testimomiare la presenza delle persone che ci vivono dentro, delle loro anime capaci di trovare il giusto equilibrio nella sinergia, nell’incontro, nel trovarsi vicini…

Fuori dallo spazio artistico di Antonio La Rosa, nella città che lo accoglie, tutto continua, nulla si ferma, il frastuono esterno non disturba la danza di colori e forme in cui ci si può perdere arrivando persino ad entrare in un laboratorio, al centro dello spazio espositivo, cuore del suo estro, dove tutto ha inizio e… dipingere con i suoi colori, tratti e linee di metropoli in cerca di vita, per diventare poi “la metropoli di tutti”.

Sparsi lungo le pareti sono adagiati i pensieri dell’artista…in attesa di essere letti, di essere colti, il tramite che minerà l’equilibrio del lettore, che lo proietterà verso nuove mete, verso nuovi porti, che farà nascere in lui la voglia irrefrenabile di viaggiare verso nuove ipotesi, verso nuove idee… in un cammino di scoperta dove la ricerca dell’equilibrio lo farà correre su un filo… come un funambolo… personaggio importante in alcuni dipinti dell’artista… e allora Antonio portaci con te… tienici per mano e continua ad emozionarci…

Nadia Pische

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IMG_7059-2Antonio La Rosa 2 copia Antonio La Rosa dipinge

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

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Oggi puntiamo le luci del palcoscenico sul brillante artista poliedrico Antonio La Rosa. Faremo di lui un dipinto gentile ed elegante, morbido e colorato al punto giusto, dalle tinte calde e dai sapori nostrani… ed il titolo sarà: “Antonio, un signore d’altri tempi”. Eh sì proprio così, il nostro amico Antonio ci ha aperto la serranda del suo “laboratorio” e, da quel momento, il caos del mondo reale è scomparso e siamo entrati in una dimensione fatta di “equilibri instabili”

L’artista, a cui Calasetta ha dato i natali, con parole umili ci racconta di se… gli occhi gli brillano mentre ricorda “Antonio bambino” e poi adolescente, si commuove nel ricordare quel giorno quando, dopo averlo detto alla madre Rita… comunica al suo papà Pasquale una decisione importante, quella che cambierà per sempre la sua vita: «Papà io parto! Vado a Roma per studiare recitazione…»

Il silenzio della stanza, di quel preciso momento, è ancora tangibile, il padre non parla, non proferisce parola… Un figlio rinuncia ad entrare a far parte della piccola azienda familiare per inseguire un sogno… Diventare attore, come quelli che si vedono in tv, come quelli che non ci sono in Sardegna, la voglia di partire è forte, ma vacilla quando incontra lo sguardo del padre… e, comunque, decide di partire… A 24 anni, Antonio arriva nella capitale e per circa tre anni e mezzo studia recitazione in una scuola privata. Nel giro di poco tempo muove i primi passi sul palcoscenico e nel 2001 fa la sua prima entrata in scena… non smette di studiare, corsi e master class riempiono le sue giornate, si sposta in lungo e in largo sino ad arrivare a Los Angeles. Al suo rientro dagli USA mette su “I gitani dell’anima”, una compagnia che lo vede regista protagonista in uno spettacolo dei fratelli De Filippo “Stasera a casa di amici”, gira l’Italia con varie produzioni, tra le ultime “Natale in cantina” e “Il tempo di una lavatrice”. Ma come nasce l’attore? Per raccontarcelo Antonio torna indietro nel tempo… e co-me per magia rieccolo in 1ª media quando sfonda le scene interpretando Gesù in “Jesus Chryst superstar”... un vero successo che ricorda col sorriso… lo stesso che fa quando ripensa ai suoi disegni della scuola materna… disegnava un leone… sempre un leone… forse già allora nasceva il pittore. Attore, pittore… ma serviva un lavoro e Antonio diventa consulente per una banca… in fondo si trattava solo di recitare una parte…

Ma da grande cosa vorrà fare Antonio? Diventare grande? Antonio non vuole diventare grande… oggi ha 38 anni e vuole essere “l’uomo senza età”... ma il tempo se ne va, la vita scorre, l’artista che c’è in lui lo sa… e coglie l’attimo… quel che è, girovagando dentro se stesso comprende che nella vita tutto è precario ed è quasi necessario perdere l’equilibrio per trovarne subito uno nuovo… e lui l’equilibrio lo trova, lo perde e lo ritrova ancora… e fa delle sue arti una sinergia di equilibri instabili… Ma per comprendere meglio le sue mille sfaccettature occorre lasciarsi guidare all’interno del suo laboratorio, gli occhi ed il gusto per il bello traggono subito piacere: quadri dalle tinte calde adagiati sui cavalletti; tele dai soggetti graffianti che animano le pareti; una fila di 4 sedie dell’oratorio, le stesse su cui si sedeva quando da bambino si recava a vedere un film; barattoli di colore; un vecchio baule con tele e vetri; abiti di scena poggiati su un divano tigrato e poi pennelli, spatole e stracci per dar vita ad un tramonto col padre… ad un ritratto di famiglia moderna, separata ma unita… Antonio si sente cittadino del mondo… a suo tempo lasciò la Sardegna per andare incontro a qualcosa di più… nei suoi sogni l’aveva già fatto salendo su una di quelle mongolfiere che ha dipinto su tela… magari dopo aver sollevato il cilindro in segno di saluto, proprio come rappresenta un altro suo quadro… Un artista sul palcoscenico, tra i suoi scritti, tra le tele, ma da qualche anno anche tra “morbide” sculture di ferro in equilibrio precario e instabile… quasi una metafora della vita… noi in continua ricerca di equilibrio… di una spinta… dolce ma decisa… proprio come quella che mamma Rita gli dava su quell’altalena posta sotto quell’incredibile fico alto 5 metri… E allora altalene… mongolfiere… continua a volare in alto con i tuoi sogni e tra uno “sfrido” ed un “pennello” traccia grandi linee d’autore… magari quelle che porterai a teatro col nuovo spettacolo intitolato “Lemuri”, oppure quelle che a partire dal 23 aprile al 24 maggio all’Exma, Museo d’Arte contemporanea, a Cagliari ammireremo in tua compagnia, quando attraverso i tuoi laboratori ci catapulterai nel magico mondo dell’arte dove tutto è possibile… e dove niente è irraggiungibile… proprio come quel sogno che aveva tanto stupito papà Pasquale, che adesso è fiero del suo Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

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La gente è il più grande spettacolo del mondo! Così recita uno degli aforismi più conosciuti di Charles Bukowski.

E forse, è proprio da qui che ha preso spunto l’attrice e regista Angela Calefato, quando ha pensato di scrivere e portare in scena una brillante commedia sul rapporto di coppia: “Il tempo di una lavatrice”.

La storia di Oscar, interpretato magistralmente da Antonio La Rosa, e Clara, nella vita Angela Calefato, si snoda tra risate, isterismi, battibecchi, parole non dette, sguardi e gesti ora di sopportazione ora di desiderio… tutte componenti che… centrifugate ad hoc hanno messo in scena uno spaccato di quotidianità tra un uomo e una donna che decidono di condividere, come di consueto si dice, “gioie e dolori”.

L’ultimo sabato di novembre, un nutrito pubblico ha accolto i due attori presso il Teatro Centrale di Carbonia, con scroscianti applausi e risate divertite, che hanno lasciato spazio anche ad ampie riflessioni.

“Il tempo di una lavatrice” è stato promosso dal Rotary Club di Carbonia e dall’Ente Concerti Città di Iglesias, in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, la Provincia di Carbonia Iglesias, il Comune di Carbonia e la Fondazione Banco di Sardegna.

Quasi due ore di dialoghi che hanno catturato l’attenzione di tutti presenti e che hanno saputo far entrare molto facilmente nella parte tutte le coppie in sala.

Angela Calefato non è la prima volta che si dedica alla stesura di copioni inerenti i temi sociali, in passato aveva già scritto e recitato di mobbing, stalking, escort ed  immigrazione. L’estate scorsa l’esigenza di fermare su carta la storia di un tipico rapporto di coppia, frutto un po’ di esperienza personale e un po’ di una raccolta di “confessioni” di donne. A rendere lo spettacolo accattivante sono stati, oltre alla spontaneità degli attori, i particolari riti attraverso i quali è stato estremamente facile cadere rapiti dalla trama.

Tra le battute che hanno riscosso maggiore successo, una frase recitata dalla bellissima interprete ha colpito l’universo femminile portando alla riflessione che una donna frustrata non potrà mai essere una moglie o una mamma felice… e ancora l’insaziabile bisogno di parole da parte delle donne e la consapevolezza degli uomini nel decidere di amare piuttosto che capire le donne!

Antonio La Rosa, invece, non ha mai scritto interamente un copione, ma si è dedicato ad assemblare alcuni pezzi d’autore per dar vita ad un qualcosa che solletichi sempre più la sua voglia di mettersi sempre in gioco, riuscire sempre di più ad approfondire la sua professione, soddisfacendo il suo desiderio di crescere e migliorare.

Un incontro casuale quello di Angela e Antonio, che circa tre anni fa si ritrovano a recitare nello stesso spettacolo ognuno un monologo senza nessun tipo di interazione, una conoscenza da cui è nato uno splendido rapporto di lavoro basato su un feeling comune a tutte le scene.

La voglia di “essere un valore aggiunto per gli altri” e “la follia del fare” accomunano un artista pittore ed attore come Antonio ed una regista attrice come Angela, depositaria di segreti, che rielabora, per portare sul palco la vita di tutti giorni… dove nasce un amore e poi, col tempo di una lavatrice si consuma nelle incomprensioni e nei malintesi che solo tra un uomo e una donna si possono creare…

Sogni nel cassetto? Tanti! Per Antonio recitare con la regia di Gigi Proietti, magari mettendo in scena  un suo spettacolo dal titolo “Fra un atto e l’altro la vita“. Per Angela duettare con Anna Marchesini.

Tra la gente può esserci tutto quello che si può e non si può immaginare… basta saperlo cogliere… Angela Calefato c’è riuscita e in maniera del tutto semplice e naturale ha reso  visibile a tutti la profondità dei problemi che una storia d’amore può avere  insiti in se.

Prossimo appuntamento da non perdere: il 21 dicembre al Teatro Electra di Iglesias, alle 20.30.

Nadia Pische

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Il Rotary Club Carbonia presenta un’altra iniziativa culturale finalizzata alla raccolta di fondi da destinare alle famiglie colpite dall’inondazione.

Sabato 30 novembre, alle ore 21.00, presso il Teatro Centrale di Carbonia, verrà messa in scena la commedia “Il tempo di una lavatrice”, con Angela Calefato e Antonio La Rosa. L’evento è nato in collaborazione con L’Ente Concerti Citta di Iglesias.

«Una coppia di 40enni annoiati e in crisi coniugale, nel giorno dell’anniversario di nozze, cercherà in mille modi di salvare il rapporto divertendo lo spettatore per tutto il tempo…»

La lavatrice, unico testimone delle bizzarrie coniugali, per tutto il tempo dello spettacolo, non farà altro che caricarsi di roba sporca, lavarla, centrifugarla e restituirla pulita. Dopotutto è questo il desiderio di Oscar e Clara: uscire dalla crisi «bianchi più bianchi non si può» …

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