29 April, 2024
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Impegno comune tra Regione e Governo per Portovesme, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis.

Questi i temi affrontati oggi a Roma nell’incontro, programmato nei giorni scorsi, tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ed il presidente della Regione Christian Solinas per una panoramica sui principali temi di interesse della Sardegna ed in particolare l’area industriale di Portovesme ed il complessivo sistema produttivo del Sulcis Iglesiente, nella prospettiva del mantenimento dei livelli occupazionali e dello sviluppo delle filiere strategiche.

«La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa conferma il presidente Christian Solinase siamo disponibili a fare qualsiasi intervento di nostra competenza per il mantenimento del sito. Prendiamo atto della decisione dell’azienda di riqualificare la produzione con un ambizioso progetto di riconversione degli impianti, e ribadiamo il nostro impegno ad accompagnare i lavoratori nella fase di transizione.»

«Nessun lavoratore sarà lasciato solodice ancora il presidente Christian Solinas -. La Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale.»​

E’ stata siglata l’intesa per la Cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione aziendale per l’Eurallumina. A fronte della richiesta dell’azienda di garantire la continuità aziendale e la salvaguardia dei livelli occupazionali mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali per l’unità produttiva di Portovesme,  è stato sottoscritto oggi, presso l’assessorato del Lavoro, in modalità a distanza, il verbale d’accordo istituzionale per l’erogazione della CIGS per 210 lavoratori dell’Eurallumina, per un periodo di 52 settimane, a decorrere dal primo gennaio 2023 sino al 31 dicembre 2023, in continuità con lo strumento conservativo già in utilizzo. Hanno firmato l’accordo l’assessore regionale del lavoro, Ada Lai, la Società Eurallumina Spa, Confindustria Sardegna Meridionale, le Organizzazioni Sindacali regionali e territoriali, Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL Territoriali del Sulcis lglesiente, Conf.Safi e le RSU/RSA dello stabilimento Eurallumina di Portovesme.

«Un accordo importante per la tutela dei lavoratori e delle loro famigliesottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, che permette di guardare con maggiore serenità al futuro e al rilancio dell’azienda. La continuità del ricorso agli ammortizzatori sociali consentirà alla Società di portare avanti il progetto di rilancio e riorganizzazione aziendale, volto all’ammodernamento degli impianti produttivi ed alla definizione dell’iter legislativo relativo al modello di approvvigionamento energetico da adottare.»

«La Regione conferma il suo impegnoha assicurato l’assessora al Lavoro Ada Laia salvaguardare l’occupazione e proseguire le interlocuzioni avviate nei tavoli istituzionali a livello nazionali e regionale.»

Durante l’incontro l’azienda ha ribadito la volontà di ripartire per portare avanti il progetto di rilancio produttivo, che negli ultimi tempi ha subito una serie di modifiche e rallentamenti dovuti a fattori esogeni, indipendenti dalla strategia aziendale, che hanno rallentato la produzione. Il progetto complessivo di ammodernamento degli impianti, infatti, è subordinato alla risoluzione di due macro-problematiche inerenti all’alto costo dell’energia termica ed elettrica, nonché alla scarsa qualità della bauxite necessaria alla produzione. La questione dell’approvvigionamento energetico è frenata dall’incertezza normativa, sia per quanto riguarda le fonti utilizzabili che le modalità di fornitura. Gli investimenti futuri da parte della Società, infatti, sono condizionati dal rilascio delle preliminari autorizzazioni amministrative.

La Giunta regionale istituisce l’Unità di Progetto “PNRR Sardegna”, che resterà operativa fino al 31 dicembre del 2026 in linea con l’articolazione temporale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

«Pronti a cogliere ogni opportunità offerta dal PNRR, a spendere al meglio tutte le risorse disponibili per la crescita economica della Sardegna. In un momento delicato e in un contesto storico difficile come quello attualespiega il presidente della Regione, Christian Solinassiamo chiamati a gestire nel modo migliore, piu’ rapido ed efficiente le risorse e a promuovere i progetti riconducibili a questo fondamentale strumento ideato dall’Europa per rimuovere il grande gap infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese. Il PNRR prevede una importante dotazione finanziaria a fondo perduto affinché l’indice che segna questo gap venga ridotto. Il PNRR – prosegue il presidente Christian Solinas – rappresenta certamente un’occasione storica per la nostra Isola, e  proprio per questo ci chiama alla responsabilità, richiede fermezza e competenza nelle decisioni, lungimiranza nell’azione. Nasce da queste esigenze la necessità di costituire una Unità di progetto temporanea dedicata all’attuazione del Piano nazionale e dei progetti strategicievidenzia il presidente della Regione in maniera tale che ci sia un’articolazione organica capace di gestire al meglio le risorse. Criticità, suggestioni, proposte, interrogativi passeranno da un soggetto unico strutturato che sarà il riferimento più vicino e utile a tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione dei progetti.»

Incardinata presso la Presidenza della Regione, l’Unità di progetto avrà infatti competenze dirette e fondamentali per la gestione delle risorse e gli investimenti che ne scaturiranno, tra cui la gestione unitaria del PNRR impattante sul territorio regionale; le attività di coordinamento unitario dei finanziamenti PNRR delegati alla Regione Sardegna; le attività di coordinamento tecnico e di monitoraggio dei progetti di cui risultano titolari la Regione o gli enti e società regionali; la verifica della coerenza delle attività in relazione ai programmi nazionali ed europei; la partecipazione alla Cabina di Regia per la programmazione unitaria per le politiche di sviluppo; la gestione della comunicazione, in coordinamento con il Servizio Comunicazione istituzionale della Direzione generale della Presidenza.

Per garantire la piena ed immediata funzionalità della struttura e dare continuità all’attività finora svolta verrà assegnato un contingente, in fase di primo funzionamento, composto da 4 unità di personale interno, oltre al responsabile dell’Unità che verrà scelto tramite apposito avviso, al momento individuato nell’attuale coordinatore della Segreteria Tecnica.

“Non accetteremo passivamente che Ministero ed ENEL trattino la Sardegna da colonia energetica nazionale senza che vi siano compensazioni adeguate per il territorio e per i sardi. Spegnere la centrale Grazia Deledda senza certezze sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori e sulle forniture per le grandi industrie energivore del Sulcis è inaccettabile. Pensare di disseminare la Sardegna di enormi accumulatori al litio-cobalto la cui durata non supera i tre anni significa precostituire un enorme problema ambientale di smaltimento di questi rifiuti altamente inquinanti”.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, si è espresso così a proposito della decisione del Governo di trasformare la centrale Enel di Portoscuso in un sito di accumulo elettrochimico di batterie pari a 122 megawatt. Una decisione – ora al vaglio dell’Avvocatura regionale per la valutazione di un possibile ricorso – che il Presidente della Regione definisce “inaccettabile, arrogante, unilaterale e non in linea con le necessità della Sardegna, già mortificata nella sua autonomia energetica e condannata ancora una volta a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi”.

“La nostra posizione sul tema energetico nel suo complesso è chiara e improntata alle reali necessità della Sardegna”, prosegue il presidente Christian Solinas ricordando la recente ordinanza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del Tar del 26 settembre scorso e sospende gli effetti del Decreto energia del Governo Draghi, fissando per il 23 febbraio del 2023 l’udienza per la discussione dell’appello nel merito.

“La Regione chiede di arrivare a  una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo. Su queste basi è stata accolta appena qualche giorno fa l’istanza della Regione e su questa linea continueremo a operare, difendendo la nostra autonomia energetica e facendo valere le ragioni della Sardegna e dei sardi, sottovalutate, ignorate e tralasciate anche oggi, nel merito della decisione del Ministero sul progetto Enel nel sito della centrale di Portoscuso. Non intendiamo barattare ha concluso il presidente della Regione l’esistente con soluzioni peggiorative e piovute dall’alto, che in un momento complicato e delicato come quello che stiamo vivendo si discostano così palesemente dalle necessità della nostra Isola e, a caduta, delle famiglie e delle imprese. Non possiamo accettare intese e provvedimenti che prescindano dai diritti irrinunciabili dei Sardi.”

 

Un commosso ricordo del maresciallo Capo della Brigata Sassari, Silvio Olla e delle altre vittime dell’attentato compiuto il 12 novembre del 2003 a Nassiriya è stato formulato, nel 19° anniversario della strage, dal presidente della Regione, Christian Solinas.

«Il nostro giovane conterraneo ha detto il presidente Christian Solinas -, perse la vita in uno degli eventi più tragici che hanno colpito le nostre Forze Armate, nel quale rimasero uccisi 19 italiani. Altri due giovani sardi della Brigata Sassari rimasero feriti.»

«32 anni, originario di Sant’ Antioco, Silvio Olla era un sottufficiale in servizio al 151° Reggimento della Brigata Sassari. Figlio di un maresciallo, fratello di un carrista (Francesco, oggi generale comandante del Comando militare dell’Esercito “Sardegna”, n.d.r.). Non dimentichiamo il suo sacrificioha concluso il presidente Christian Solinas -, così come quello di tanti altri giovani.»

La storia che ha preceduto la firma del Piano Sulcis è ampiamente conosciuta, un susseguirsi di vicende che ci ha consegnato il triste primato di provincia più povera d’Italia (allora e forse ancora oggi). Presidente della Regione Sardegna era Ugo Cappellacci e con il Piano voleva «salvaguardare le realtà esistenti e rendere competitivo territorio». Come? Con una commistione di interventi, molti provenienti dal passato, che sin da subito avevano fatto capire che si stava partendo con il piede sbagliato. Insomma un piano senza piano.

Per questo motivo fu duramente criticato dal Governo Monti che invece suggeriva l’indizione di un bando internazionale di idee per il Sulcis, per poi selezionare le migliori per raggiungere il vero obiettivo del Piano di Sviluppo per il Sulcis.

Tra i vari interventi sbandierati in pompa magna c’era il potenziamento delle infrastrutture viarie e portuali, con in testa la riqualificazione del porto di Sant’Antioco quale volano di sviluppo per la nautica d’eccellenza, la cantieristica e la ricettività.

L’invidiabile e strategica posizione al centro del Mediterraneo permette a questo porto di innescare una ripresa socio-economica senza uguali nella storia del nostro territorio. Il settore della nautica è in forte crescita, soprattutto ora che si aggiunge il settore green. Ricordiamo, inoltre, che questo settore lavora e fa lavorare l’indotto 12 mesi l’anno.

Cosa ha fatto il Piano Sulcis dopo 10 anni per viabilità e portualità? Zero riporto zero. Ad oggi ci sono ancora inutilizzati circa 50 milioni di euro recuperati dalla sonora bocciatura del famoso Nuovo Ponte di Sant’Antioco, inventato perché l’attuale stava per crollare (severissime prove di carico, ripetute più volte nel corso degli anni, hanno smentito le voci maligne).

Cosa c’è come progettazione per il porto di Sant’Antioco? Solo una pianificazione studiata 60 anni fa, ovviamente finalizzata al settore industriale e minerario dell’epoca. Nulla che si possa neppure avvicinare alle esigenze attuali. Progetti vecchi, pagati profumatamente con soldi nuovi. Per quanto riguarda la bonifica delle aree ex Sardamag attigue al porto, non si muove uno spillo e la pianificazione urbanistica va contro le aspettative del territorio. Se continua l’attuale indirizzo politico, in queste aree non potranno sorgere la ricettività ed i servizi per il nuovo porto.

L’aspetto positivo di tutta la vicenda è che è ancora tutto risolvibile. Sia chiaro, con la volontà politica di far del bene a questo territorio.

In conclusione, ringrazio di cuore i tre presidenti della Regione Sardegna che di anno in anno si sono fatti scivolare via le redini del Piano Sulcis.

Grazie Presidenti Ugo Cappellacci, Francesco Pigliaru, Christian Solinas e a scendere a tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno contribuito a questo clamoroso fallimento tripartisan.

Rolando Marroccu

Portavoce del Comitato Porto Solky – Sant’Antioco

«Abbiamo intrapreso un percorso per difendere a tutti i costi la nostra autonomia energetica e continueremo a farlo, forti delle nostre ragioni che oggi vengono ascoltate e riconosciute anche dai giudici di appello.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, ha commentato così l’ordinanza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del Tar del 26 settembre scorso e sospende gli effetti del Decreto energia del Governo Draghi, fissando per il 23 febbraio del 2023 l’udienza per la discussione dell’appello nel merito.

«La nostra posizione è chiara – ha aggiunto il presidente Christian Solinas ed è stata più volte espressa in tutte le sedi istituzionali e poi davanti ai giudici amministrativi. Il decreto non tiene minimamente conto degli svantaggi strutturali che derivano alla Sardegna dalle condizioni insulari e, in palese violazione del principio di uguaglianza, con una evidente disparità di trattamento tra i Sardi e gli altri italiani, ci obbliga a sostenere costi dell’energia in media più alti del 30% rispetto al resto del Paese.»

«Su questi principi, recentemente riconosciuti anche nella Carta Costituzionale, abbiamo fondato i nostri motivi di impugnazione contro un provvedimento unilaterale, piovuto dall’alto, che non ha consentito alla Regione di avere voce in capitolo. Il pronunciamento del Consiglio di Stato ci dà modo di poter discutere la questione nel merito e di far valere le ragioni dei sardi, nella speranza di trovare con il nuovo Governo in carica spunti di riflessione comune e di intesa che non potranno comunque prescindere dai diritti irrinunciabili dei Sardi», ha concluso il presidente Christian Solinas.

Le linee di produzione restano in funzione, è scongiurata, almeno fino al 31 gennaio, la chiusura della linea piombo. Si è concluso così e con un accordo per il collocamento di 392 lavoratori in cassa integrazione, in attesa di nuove interlocuzioni con il Governo sull’abbattimento dei costi dell’energia e di un progetto di rilancio e di riconversione dell’azienda, l’incontro svoltosi a Villa Devoto, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, con le rappresentanze di Portovesme srl, dei sindacati e di Confindustria.

La Portovesme Srl ha confermato la disponibilità a sottoscrivere un Accordo di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria che interesserà a rotazione 392 lavoratori e per una durata iniziale presumibile di 14 settimane decorrenti dal prossimo 25/10/2022.

Le parti hanno concordato di incontrarsi entro il prossimo 12 dicembre per verificare l’andamento dei prezzi energetici e l’effettiva disponibilità di provvedimenti e strumenti in grado di rendere possibili le produzioni.

La Regione, tramite l’Assessorato del Lavoro, ha confermato il massimo impegno per individuare tutti gli strumenti a salvaguardia dell’indotto e dei lavoratori indiretti interessati dallo stato di crisi anche con l’avvio di incontri specifici.

«Nessun lavoratore sarà lasciato indietroha detto il presidente Christian Solinas -. La Regione, ha aggiunto, continua a fare la propria parte per la salvaguardia dell’occupazione ma anche delle attività industriali in un polo di importanza strategica per l’economia del Sulcis e dell’intera Sardegna. Riunire tutte le parti intorno allo stesso tavolo è stato un elemento fondamentale per mantenere la vertenza su binari di reciproca collaborazione.»

Nel corso della riunione l’amministratore delegato della Portovesme Srl, ing. Davide Garofalo, ha rappresentato nel dettaglio gli impatti che gli elevati costi energetici stanno determinando nelle produzioni degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino.

La Regione ha confermato il proprio impegno affinché, attraverso opportune iniziative di proposta e sollecitazione dei competenti organi di Governo o attraverso strumenti e iniziative di carattere regionale e nazionale, sia possibile modificare i parametri di funzionamento del decreto sull’Energy Release attraverso la possibile fissazione di una quota di riserva di energia per le Isole atta garantire concretamente il principio di insularità. Il presidente Christian Solinas ha inoltre confermato l’impegno a sollecitare il Governo per una definizione di un accordo bilaterale di acquisto energia a prezzi calmierati secondo il modello già adottato per altre industrie energivore e a trovare strumenti alternativi all’Interconnector virtuale, non disponibile per Sardegna e Sicilia al contrario di quanto possibile per le altre regioni peninsulari. Strumenti ipotizzabili in una riadozione della “Super Interrompibilità per aziende altamente energivore o strumenti equivalenti al fine di equiparare gli aiuti riconosciuti per le aziende gasivore italiane, con esclusione della Sardegna non servita dal metano”, attraverso strumenti simili da riconoscersi per i combustibili alternativi utilizzati.

«Proseguiremo la nostra azione e il nostro impegno – ha concluso il presidente della Regione -, per un dialogo costante con il Governo anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza delle Regioni, affinché si mettano in campo gli strumenti utili e necessari a calmierare i costi energetici per portarli a valori sostenibili.»

Nuovo incontro sulla vertenza della Portovesme srl, a mezzogiorno, a Villa Devoto, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, Siederanno attorno allo stesso tavolo, le segreterie confederali territoriali di CGIL, CISL e UIL; la RSU della Portovesme srl; la direzione aziendale della Portovesme srl; l’assessore dell’Industria Anita Pili; l’assessore del Lavoro e vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

«Personalmente ho condiviso le preoccupazioni espresse dal tavolo odierno. Sono convinto che la decisione dell’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi (con la motivazione dei rincari energetici), sia stata pretestuosa, ai limiti della provocazione. Nondimeno, totalmente irrispettosa delle normali relazioni istituzionali-industriali. Dietro essa, potrebbe esserci un malaugurato disegno di smantellamento degli asset produttivi.»
Lo ha detto il consigliere regionale Fabio Usai, al termine del vertice svoltosi a Villa Devoto, a Cagliari, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas con le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l’assessora regionale all’Industria Anita Pili ed il consulente rag. Carlo Lolliri, sulla vertenza della Portovesme SRL.

«Non è un mistero, infatti, che la multinazionale in questi anni abbia conseguito utili miliardari – ha aggiunto Fabio Usaie nonostante ciò, alle prime difficoltà dettate dal caro-energia – che peraltro, indistintamente, colpisce ogni famiglia e impresa del Paese – abbia assunto decisioni drastiche senza nemmeno attendere l’insediamento del nuovo esecutivo nazionale, ossia l’unico interlocutore in grado di garantire realmente risposte sul fronte vertenziale. E va anche ricordato, che se oggi l’azienda subisce questa situazione, ciò è dovuto in parte anche alle poco lungimiranti scelte del suo management nel passato, quando vennero stipulati gli accordi sulle tariffe energetiche.»
«L’altro paradossale aspetto è che la Glencore parla di possibili (allo stato attuale fantomatiche) conversioni produttive basate su metalli rariha rimarcato Fabio Usai ma non presenta il minimo piano industriale corredato da serie analisi sugli impatti economici, occupazionali e ambientali, nonché sulle tempistiche di realizzazione delle stesse (e, in ogni caso, ogni ipotesi di conversione produttiva dovrà essere avviata con lo stabilimento in marcia e la salvaguardia dei posti di lavoro).»

«Tutto ciò è davvero inaccettabile, denuncia l’esponente politico. Anche in virtù del fatto che questa crisi industriale ricade su territori già gravemente colpiti dalla deindustrializzazione e dalla crisi occupazionale, che tanto hanno concesso, anche in termini di ricadute ambientali, allo sviluppo industriale – ha concluso Fabio Usai -. Mi associo perciò alle richieste pervenute a vario titolo dal tavolo istituzionale-sindacale per una convocazione della Glencore ai massimi livelli, per sollecitarla a recedere dalle proprie intenzioni, congelando le procedure di fermata impianti e cassa integrazione. È il momento di fare un fronte unico in ambito regionale per avviare, appena si insedierà il nuovo governo nazionale, interlocuzioni forti sul futuro degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino, e di conseguenza del tessuto industriale della nostra isola.»