29 April, 2024
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Si è svolto questo pomeriggio, a Villa Devoto, sede istituzionale della Giunta regionale, a Cagliari, il vertice sulla vertenza della Portovesme srl convocato dal presidente Christian Solinas, con le organizzazioni sindacali territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec, Cgil Sardegna Sud Occidentale, Ust Cisl, Uil Confederale e RSU di Portovesme e San Gavino Monreale. Hanno partecipato al vertice l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili, i consiglieri regionali Michele Ennas e Fabio Usai ed il ragionier Carlo Lolliri (ex amministratore delegato della Portovesme srl, n.d.r.), in qualità di consulente a titolo gratuito del presidente della Regione in materia di industria.

«Nel corso della riunione si legge nel verbale stilato al termine, dopo tre ore di discussioneè emersa la forte preoccupazione delle parti determinata dalla decisione annunciata dall’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi, determinata, a detta dell’azienda, dai rincari energetici. Una motivazione che, tenuto conto degli utili registrati dall’azienda e dell’ancora forte domanda interna di zinco e piombo, Regione e Sindacati considerano inidonea a giustificare le annunciate chiusure. Regione e Sindacati concordano sull’esigenza che l’Azienda faccia immediata chiarezza sulle reali prospettive dei plessi produttivi di Portovesme e San Gavino Monreale, in un’ottica di corrette relazioni istituzionali-industriali, attraverso un Piano industriale, numeri e progetti concreti e valutabili. Le contraddittorie prospettazioni emerse finora da parte aziendale lasciano invece temere un allarmante indebolimento del sistema produttivo, e forse un definitivo smantellamento dell’unico polo della metallurgia non ferrosa della Sardegna.»

In seguito ad ampia ed approfondita discussione le parti hanno concordato quanto segue:

  1. l’impegno del Governatore e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna di attivarsi con l’attuale Governo in carica, affinché in questa fase di transizione governativa si mettano in campo tutti gli strumenti utili e necessari ad impedire la fermata delle linee produttive della Portovesme S.r.l.:
  2. l’impegno da parte del Presidente della Regione Sardegna a convocare la proprietà Glencore al fine di richiedere la sospensione di qualsiasi iniziativa di fermata degli impianti;
  3. la richiesta di proroga dell’attuale cassa integrazione in scadenza al 24 ottobre 2022.

Si moltiplicano le prese di posizione di amministratori locali ed esponenti politici sulla drammatica situazione venutasi a determinare alla Portovesme srl, dopo l’annuncio della fermata della linea piombo fatto dalla direzione aziendale.

«Lo stop alla linea del piombo, deciso dall’Azienda, con la fermata dello stabilimento di Portovesme e della fonderia di San Gavino, rappresenta una situazione inaccettabile, per la quale occorre una mobilitazione decisa da parte della politica, delle parti sociali e di tutte le comunità interessate da una decisione che mette a rischio il futuro lavorativo di 200 lavoratori, a cui si aggiungono gli impiegati nelle ditte in appalto – scrive in una nota Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito democratico -. L’aumento nel costo dell’energia, pur sostanzioso, non deve rappresentare un pretesto per chiudere una delle ultime realtà produttive rimaste in piedi nel territorio, alla luce anche dei profitti rilevanti realizzati nel periodo pre crisi e degli importanti aiuti statali ricevuti per salvaguardare la produzione e per garantire gli ammortizzatori sociali necessari.»
«E’ necessario che la Glencore, proprietaria degli stabilimenti, proceda ad avviare quanto prima un solido confronto con i lavoratori, con le amministrazioni locali e con le istituzioni regionali e nazionali, che devono urgentemente attivarsi affinché venga utilizzato uno strumento fondamentale come l’Energy release, indispensabile per garantire una discesa dei costi energeticiconclude Daniele Reginali -. Chiediamo all’azienda di sospendere qualsiasi iniziativa che blocchi l’attività produttiva e che si metta in campo qualsiasi iniziativa per garantire il futuro del polo industriale e soprattutto dei lavoratori che rischiare di perdere la propria occupazione.»

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis Iglesiente, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici.»

La consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, ha presentato una nuova interrogazione alla Giunta regionale e, contestualmente, ha inviato una lettera al presidente della Regione, Christian Solinas, contenente la richiesta di immediata sostituzione della direttrice generale della Asl Sulcis, la dottoressa Giuliana Campus. 

«In meno di un anno dalla nomina della direttrice generale della Asl del Sulcis, la situazione della sanità è drasticamente peggiorata e non sembra proprio che ci siano le condizioni per invertire la pericolosa rotta ormai presa dai vertici aziendali», spiega Carla Cuccu.

«Non vorremmo conclude Carla Cuccu che si voglia lasciare al suo posto l’attuale direttrice generale per portare avanti un disegno di progressiva distruzione della sanità pubblica del territorio a favore di quella privata.»

«La bocciatura del ricorso presentato dalla Regione Sardegna presso il TAR del Lazio lo scorso luglio, per l’annullamento del Decreto Energia, rappresenta lo specchio dell’inerzia e della mancanza di prospettive per il futuro da parte della Giunta Solinas.»

Lo scrive, in una nota, Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente.

«Christian Solinas e l’assessora dell’Industria Anita Pili, infatti, pur avendo avuto tutto il tempo necessario ad avviare un confronto con il Governo per influire sulle scelte dell’esecutivo e proporre la propria visione strategica,  sono i protagonisti in negativo di una vicenda che avrebbe potuto rappresentare un’importante occasione di concertazione, nell’ambito di una transizione energetica efficiente in grado di rispondere alle esigenze del mondo produttivo e delle famiglieaggiunge Daniele Reginali -. E’ assurdo che dopo aver chiesto di concertare per trovare delle soluzioni sia stato presentato e bocciato un ricorso dal TAR del Lazio che oltre ad aprire uno scontro con il Governo nazionale, è l’esempio più significativo dell’incapacità di trovare soluzioni e dell’immobilismo di una Giunta che assiste alla crisi delle centrali sarde ed alla loro chiusura senza avere una proposta alternativa, e senza neanche mettere seriamente in campo le iniziative per una riconversione, lasciando da parte il ruolo attivo riservato all’Amministrazione regionale dallo Statuto Speciale nell’ambito delle politiche energetiche.»

«Una sconfitta pesante che rischia di privare le attività produttive della possibilità di essere competitive, ed impedisce alla Sardegna di essere energeticamente in linea con quanto accade nelle altre regioni italiane, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas metano che per quanto concerne la tariffa unicaconclude Daniele Reginali -. Si rischia in questo modo un vero e proprio “commissariamento”, con decisioni che non tengono conto della realtà dell’Isola, il tutto senza un programma coordinato e relativo ai temi dell’energia e della sostenibilità ambientale.»                                                                                                                   

«La Regione faccia la sua parte e sostenga concretamente i Comuni promuovendo una legge specifica che conceda contributi straordinari al fine di fronteggiare il “caro energia”, destinato a diventare dramma socio-economico. Un problema che va affrontato con la stessa risolutezza con cui ci si è occupati della pandemia da Covid-19. Faccio un appello al presidente Christian Solinas, nella speranza ascolti le istanze dei Sindaci, chiamati a dare risposte concrete ai cittadini, quotidiane, ma con le armi spuntate.»

A dirlo è Ignazio Locci, sindaco del comune di Sant’Antioco.

«Il rischio è che i Comuni si vedano costretti ad applicare misure urgenti volte al risparmio dell’energia, mettendo a rischio, loro malgrado, la sicurezza dei cittadini aggiunge Ignazio Locci -. Ed è quello che potrebbe accadere, ad esempio, se si spegnessero i lampioni in determinate fasce orarie, se si abbassassero le temperature degli edifici pubblici, scuole comprese. Senza dimenticare le ripercussioni sui servizi al cittadino, come mense scolastiche, impianti sportivi, servizi ai disabili e agli anziani. Del resto, inutile girare la faccia dall’altra parte: queste bollette non sono più sostenibili, sono ormai più che raddoppiate.»

«Inoltre occorre avere un occhio di riguardo sulle attività commerciali con potenza inferiore a 16,5 kwh, che allo stato attuale risultano tagliate fuori da ogni tipo di aiutoconclude il sindaco di Sant’Antioco -. È doveroso agire al di là delle misure che il Governo è in procinto di inserire nel Decreto Aiuti. La Regione Sardegna non deve perdere tempo.»

C’è soddisfazione per il via libera definitivo all’Insularità in Costituzione. «La volontà popolare ha prevalso: da oggi il principio di insularità è riconosciuto dalla nostra Costituzione. È stato un percorso lungo e sofferto ma finalmente l’art. 119 è stato modificato e lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’essere isolaha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais -. Il riconoscimento del principio di insularità nella nostra Costituzione è un risultato storico che apre una nuova pagina per la Sardegna. La battaglia però non è finita dobbiamo fare in modo che una mera affermazione si traduca in atti concreti che servano effettivamente a sanare gli svantaggi economici e sociali dei territori insulari.»
Entusiasta il presidente della Commissione regionale e del comitato, Michele Cossa (Riformatori sardi): «Abbiamo cambiato il corso della storia: oggi il Parlamento ha espresso la volontà di riconoscere i diritti delle isole. Da questo momento in avanti la Sardegna e tutte le Isole d’Italia hanno gli stessi diritti, riconosciuti dallo Stato, e la possibilità di avviare quel cambiamento necessario per superare gli handicap che fino a oggi ne hanno frenato lo sviluppo. Ci aspetta ora un grande lavoro affinché il principio di insularità in Costituzione venga declinato al meglio e porti a un reale giovamento per la Sardegna. Ora toccherà a noi far valere nei confronti dello Stato e, a catena dell’Unione Europea, le opportunità offerte dall’affermazione di questo principio.»
Sulla stessa linea dei due anche il presidente della Regione, Christian Solinas: «La Sardegna è oggi più forte e capace far valere diritti troppo a lungo negati, per avere giuste compensazioni degli svantaggi che la condizione insulare comporta. Dopo il riconoscimento dell’Europarlamento che ha votato la risoluzione Omarjee per i diritti delle Isole, frutto del lavoro della Regione Sarda, e ora sul piano nazionale con l’inserimento dell’insularità in Costituzione, siamo ancora più determinati nell’intento di tenere alto il nostro impegno per restituire alla nostra Isola, alla sua economia, ad ogni cittadino ciò che fino ad oggi è stato negato».
Antonio Caria

La Sardegna prosegue, anche in sede giudiziaria, la sua battaglia per la perequazione energetica. È stato inoltrato il ricorso al Tar del Lazio contro il Decreto Energia del Governo Draghi «chedice il presidente della Regione Christian Solinas -, non tutela il diritto dei sardi ad avere una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico, tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo. Questo decreto, mortifica la nostra autonomia energetica e condanna la Sardegna a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi, che hanno determinato per noi un costo dell’energia più alto, mediamente del 30%, rispetto al resto del Paese. Avevo anticipato la nostra posizione, e atteso invano un correttivo che non è arrivato. Di qui, la ferma decisione di opporci in ogni sede, nell’interesse dei Sardi. I motivi di impugnazione sono evidenti e solidi».

«La violazione del principio di leale collaborazione, l’assenza di una previa intesa con la Regione, da noi a lungo e ripetutamente sollecitata, in ordine a interventi strutturali che riguardano la vita dei cittadini e delle imprese. La violazione del principio di uguaglianza con una chiara disparità di trattamento tra i cittadini sardi e quelli delle altre Regioniprosegue il presidente Christian Solinas -: si propone, infatti, un servizio ingiustamente differenziato tra le diverse zone geografiche dell’isola e con tariffe differenziate. Il decreto esprime una violazione del principio di insularità, proprio oggi conclude il presidente Christian Solinas -, sancito solennemente dal voto finale del Parlamento sulla modifica costituzionale.»

Una basilica della Nostra Signora di Bonaria gremita ha dato l’estremo saluto a Giorgio Oppi, leader dell’UDC, morto ieri all’età di 82 anni. La Santa Messa è stata officiata dal padre gesuita Enrico Deidda.

In prima fila c’erano il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Cagliari Paolo Truzzu e di Iglesias (sua città d’origine) Mauro Usai, l’ex presidente della Regione ed attuale deputato Ugo Cappellacci.

Presenti, tra gli altri, numerosi assessori e consiglieri regionali, il senatore Emilio Floris, il segretario nazionale dell’UDC Lorenzo Cesa, l’ex presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. E ancora tanti amministratori e semplici cittadini, giovani e meno giovani, che hanno conosciuto ed apprezzato Giorgio Oppi nel corso della sua lunghissima esperienza politica ed amministrativa.

Padre Enrico Deidda nel corso della sua omelia ha ricordato la ferita aperta nel cuore di Giorgio Oppi, quella mai rimarginata del figlio scomparso nei primi anni ‘80, a soli 17 anni, vittima di un incidente stradale in pieno centro, a Cagliari. «Adesso il figlio Marco sarà stato tra i primi ad abbracciarlo in questa nuova dimensione della vita», ha detto padre Enrico Deidda.

Giorgio Oppi è stato uno dei maggiori protagonisti della politica sarda negli ultimi 50 anni. Venne eletto la prima volta in Consiglio regionale nel 1979, eletto altre sette volte, con la sola interruzione nel quinquennio 1994-1999, quando non venne ricandidato dal Partito Popolare, per aver superato il limite dei 3 mandati. 

Si ricandidò e venne rieletto nel 1999 nelle liste del CCD, per poi diventare il leader dell’UDC, forza politica con la quale ha recitato un ruolo di primattore nell’intero panorama politico regionale, fino ad alcune settimane fa, quando le condizioni di salute lo hanno costretto a fermarsi, fino a martedì 26 luglio, quando il suo cuore ha cessato di battere.

23 sindaci hanno chiesto lo stato di emergenza per la Sanità del Sulcis Iglesiente con una nota inviata al presidente della Giunta regionale Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, alla direttrice generale dell’assessorato della Sanità Francesca Piras, alla direttrice generale della Asl Sulcis Giuliana Campus e, per conoscenza, al Prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao.

«In data 6 luglio 2022 i 23 sindaci del territorio, afferente all’ASL Sulcis, si sono riuniti presso la sede legale in Carbonia alla presenza dell’assessore regionale della Salute on. dott. Mario Nieddu per discutere ed analizzare la situazione di profonda crisi in cui versa la sanità del territorio che da ultimo ha visto produrre la chiusura temporanea del PS del Presidio Ospedaliero CTO di Iglesiassi legge nella nota -. Considerato il rientro in servizio in data 11.07.2022 del personale, la cui assenza ha determinato la suddetta chiusura, chiediamo l’immediata riapertura del PS del PO CTO di Iglesias. Nel rinnovare la forte preoccupazione rispetto alla situazione di difficoltà progressiva in cui versano i servizi di cura del territorio ed ospedalieri mettiamo in evidenza il disagio crescente che si sta alimentando nelle nostre comunità, tra il personale socio-sanitario che esercita il proprio lavoro tra molti problemi nei presidi ospedalieri, a causa della carenza di organico. Davanti a noi si apre uno scenario di profonda crisi, il perdurare della pandemia, la necessità di assistenza primaria e specialistica, la mancata definizione dei processi di riforma, vedi atto aziendale e bilancio, oltre che la mancata attribuzione di responsabilità diretta da parte di Ares per le procedure selettive territoriali, acuiscono il dramma e non consentono di poter dare risposte ai cittadini. Si rende necessario, inoltre, attuare la riforma sanitaria territoriale con l’istituzione 7 giorni su 7 del ricovero programmato presso il PO CTO Iglesias e il PO Sirai Carbonia per evitare lo spostamento dei cittadini verso strutture ospedaliere extra territoriali che, oltre al disagio, aumentano i costi. Pertanto appare evidente che davanti ad una situazione emergenziale si deve rispondere con l’attivazione di procedure ed attività di emergenza.»

«Senza alcuna proposta di risoluzione e senza un’accurata attività programmatoria risulterà difficile garantire i servizi essenziali a tutela della salute delle persone residenti nel Sulcis Iglesienteaggiunge la nota -. Nello specifico dei problemi che imperversano, e sicuri di dover approfondire, in momenti ad hoc, in maniera organica e compiuta la definizione dell’atto aziendale e della riorganizzazione delle attività dei Presidi Ospedalieri e della medicina del territorio siamo qui a rappresentare alcune delle situazioni di profonda crisi. In particolare, versa in una situazione particolarmente critica il servizio di anestesia e rianimazione dove la carenza di personale specializzato non può assicurare la copertura delle emergenze e delle urgenze. Vorremmo che lo stato di agitazione di questi professionisti trovasse una soluzione alternativa ad eventuali ed improvvise chiusure delle sale operatorie dovute alla mancanza di anestesisti, impossibilitati per numero a coprire i turni in corsia e riteniamo l’azione di blocco momentaneo delle procedure di attribuzione sede non adeguata. Altrettanto gravi si presentano le situazioni delle SS.CC Pronto Soccorso, Cardiologia/Emodinamica, Medicina, Radiologia, Emodialisi, Ostetricia e Ginecologia che soffrono una condizione analoga di carenza di personale e quello che getta particolarmente nello sconforto è che dopo mesi di attesa e di interlocuzioni la situazione non è mutata, anzi l’avvicinarsi del periodo delle ferie e il marasma prodotto dallo scorrimento di graduatorie produrrà nel brevissimo tempo una situazione drammatica. Esprimiamo pertanto, con la presente, la necessità che le procedure selettive e di reclutamento del personale tengano conto della reale necessità dei territori e nello specifico della nostra azienda e richiediamo il rientro del personale ceduto in prestito all’ASL Cagliari (anestesisti, n.°2 unità) in periodo pandemico. Confidiamo che si possano accelerare le procedure cosiddette “Balduzzi” di conferimento di incarico quinquennale di direzione di strutture complesse, atto che garantirebbe prospettiva e sicurezza agli operatori in servizio e a coloro che dovessero valutare la “destinazione” del Sulcis. In ambito di medicina del territorio si rappresenta, quanto da lei già conosciuto, la crisi di personale che stanno vivendo le guardie mediche e l’assoluta necessità di trovare una soluzione per le assegnazioni delle sedi di Medicina generale e dei pediatri di libera scelta che mancano in tutto il territorio. In queste settimane andranno in quiescenza numerosi medici, risulta pertanto necessario trovare la modalità di sostituzione e presa in carico dei pazienti. Chiediamo, pertanto, in rispondenza di quanto discusso in occasione dell’ultimo comitato aziendale, considerata la situazione che si sta vivendo, un intervento repentino sulle procedure di sostituzione e prendendo in considerazione alcune soluzioni temporanee per far fronte al problema in tempi brevi come, per esempio, l’aumento dei massimali dei pazienti da 1.500 a 1.800 per ogni medico sul territorio, con la creazione di un elenco speciale separato da quello ordinario e le deroghe previste dall’acn della medicina generale.»

«Aggiungiamo di valutare eventualmente la richiesta di disponibilità dei medici in pensione per prestazioni nelle Guardie mediche diurne per attività di Medicina generale e di disporre dei medici Usca per attività di sostituzione temporanea dei MMG. Rappresentiamo queste possibili soluzioni – e nell’eventualità che se ne possano trovare di ulteriori e alternative – perché riteniamo che il rimedio della mancanza di medici di Medicina generale, dei Pediatri di libera scelta e la garanzia dei servizi di Guardia medica e Guardia medica Turistica, in situazione di grave carenza, sia propedeutico alla revisione complessiva della Sanità territoriale. Questa auspicata riorganizzazione delle attività ambulatoriali e dei laboratori analisi sul territorio decongestionerebbe, già di per sé, il Pronto Soccorso. Infine,concludono i 23 sindaci della Asl Sulcisribadiamo l’indispensabilità di ripristinare i servizi offerti presso le Case della Salute e altri ambulatori territoriali. Per tutte queste ragioni e, visto che l’assessore Nieddu ha prospettato soluzioni a lunghissimo termine, si richiede la dichiarazione di stato di emergenza della sanità nel Sulcis Iglesiente al fine di poter mettere in campo misure speciali per la riorganizzazione del personale sanitario.»

«Subito un incontro con l’assessore regionale alla Programmazione Giuseppe Fasolino e con la Commissione Industria del Consiglio regionale per affrontare la vertenza relativa all’incertezza economica che interessa la Sotacarbo.»

La richiesta di incontro arriva dalle segreterie FILCTEM-CGIL SSO, FLAEI-CISL Sardegna e UILTEC-UIL Sardegna, per le quali «si rende necessaria perché proprio ieri l’azienda ha comunicato ai dipendenti di non essere in grado di pagare gli stipendi per carenza di liquidità. Eppure dopo la nomina del nuovo Presidente avvenuta a febbraio ed il successivo finanziamento del CEEP-3, le organizzazioni sindacali erano state rassicurate che per la vertenza si sarebbe trovata una soluzione».

«Ricordiamo si legge in una notache in occasione dell’assemblea straordinaria dei soci che si è tenuta in data 18 giugno 2021, la Regione, in qualità di socio, ha ribadito il ruolo centrale di Sotacarbo nel panorama della ricerca scientifica regionale, e ha inoltre, dichiarato che attraverso opportuna delibera avrebbe ricapitalizzato l’azienda tramite il versamento verso Sotacarbo di 2,5 M€, divenuti poi in realtà 2,3 milioni di Euro. A questo si aggiunge l’approvazione nell’ultima finanziaria di un fondo per i prossimi tre anni. Tuttavia, questi provvedimenti non pare abbiano prodotto i risultati sperati in quanto, a oggi, non applicati per talune interpretazioni normative. Questo grave ritardo sta avendo conseguenze sulle attività di ricerca e mettendo a rischio il pagamento di fornitori e stipendi già dai prossimi mesi.»

«La Regione Sardegna deve essere conseguente agli impegni presi e tutelare un centro di ricerca di eccellenza come Sotacarboaggiungono le tre segreterie sindacali -. Qui siamo al paradosso: da una parte, e negli organi di stampa, si parla dell’attività e della grande occasione di questo centro ricerca e dall’altra si devono fare i conti con questo clima di profonda incertezza.»

«Ricordiamo che è cronaca di qualche giorno fa l’annuncio del presidente della Regione circa il finanziamento nazionale di 12 milioni di euro per recuperare i locali dell’ex ufficio tecnico della Grande miniera di Serbariu a Carbonia e per realizzare, nel Centro ricerche, un laboratorio avanzato di valenza internazionale per la produzione di idrogeno e altri combustibili da energia rinnovabileconcludono i segretari Emanuele Madeddu, Gianrico Cuboni e Pierluigi Loi -. Questo comportamento appare surreale, da un lato il presidente Christian Solinas proclama i risultati raggiunti dalla Sotacarbo, dall’altra la burocrazia regionale mortifica il lavoro dei ricercatori oramai punto di riferimento nel panorama internazionale della ricerca stessa.»