20 December, 2025
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Il Servizio demanio e patrimonio dell’assessorato degli Enti locali ha pubblicato un avviso esplorativo finalizzato all’indagine di mercato per l’acquisizione di manifestazioni di interesse, in merito alla valorizzazione e riuso del compendio regionale di Foresta Burgos. L’indagine, che è stata estesa ai confinanti immobili di proprietà del comune di Burgos, consentirà all’Amministrazione regionale di orientarsi nelle successive fasi del processo di concessione secondo le indicazioni contenute nella delibera della Giunta regionale n. 4/16 del 30 gennaio 2018.

«Diamo seguito – spiega l’assessore Cristiano Erriu – agli accordi sottoscritti dal presidente Francesco Pigliaru con il comune di Burgos. Le richieste della comunità locale, formulate alcuni mesi fa durante un incontro pubblico con i cittadini e i rappresentanti politici del territorio, non sono rimaste inascoltate. Questo compendio ha notevoli potenzialità sotto il profilo turistico e può offrire importanti opportunità di sviluppo economico e occupazionali. La Giunta ha individuato quale obiettivo strategico finale dell’iniziativa la crescita e il potenziamento dell’attività di allevamento del cavallo anglo-arabo-sardo e la promozione e sviluppo del turismo equestre. Le Agenzie regionali Agris e Forestas manterranno la loro presenza istituzionale nel compendio e continueranno a prestare la loro attività: del compendio, infatti, fanno parte i terreni ad uso pascolativo ed i fabbricati attualmente in uso a Forestas e Agris, dove sono presenti scuderie, officine, fienile, stalla, uffici e l’ex caseificio»

L’avviso riguarda il complesso immobiliare che ha ospitato la sede della ‘Scuola aperta per i servizi di Polizia a cavallo e per le Forze di Polizia ad ordinamento civile’ (in buone condizioni di conservazione e manutenzione, si estende su una superficie complessiva di circa 18 ettari ed è composto da 14 corpi di fabbrica, tra i quali due scuderie di rilevanti dimensioni, una mensa, appartamenti mono/bivani, l’alloggio del comandante e un galoppatoio all’aperto), il complesso immobiliare del borgo storico (costituito da 7 fabbricati comprendenti una serie di alloggi, una palazzina e un edificio di culto) più due edifici di proprietà comunale (la cosiddetta palazzina direzionale ed un fabbricato con originaria destinazione alberghiera, mai entrato in funzione) e un maneggio coperto di proprietà regionale, con una superficie di 2.600 metri quadrati.

Nel vigente PUC del comune di Burgos, la zona urbanistica in cui è ubicato il complesso immobiliare è classificata in parte come Zona F di interesse turistico (dove aveva sede la disciolta Scuola di polizia) e in parte come Zona E agricola.

«L’indagine – precisa l’assessore Erriu – è preordinata alla individuazione della migliore ipotesi di valorizzazione del compendio, sulla base del quale calibreremo il successivo bando di gara secondo quelle che saranno le risposte che otterremo dal mercato.»

Oggi l’avviso è stato pubblicato sul sito istituzionale della Regione, nella sezione ‘Servizi alle imprese-locazioni e concessioni patrimoniali’. Nei prossimi giorni sarà pubblicato sul BURAS e su quattro quotidiani (due nazionali e due regionali). Le dichiarazioni di interesse dovranno pervenire entro il 30 novembre 2018 all’Assessorato degli Enti locali, Finanze ed Urbanistica – Servizio Demanio e Patrimonio e Autonomie Locali di Sassari, via Roma 46, 07100 Sassari.

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«Se le regole chiare e semplici per il governo del territorio, promesse dal candidato presidente Mario Puddu, sono in linea con quanto il governo nazionale sta proponendo per attuare l’annunciato ‘cambiamento’, per la Sardegna si aprirebbe, in caso di vittoria del M5S alle prossime elezioni regionali, un periodo di vuoti proclami e mancate risposte, accompagnati magari da baldanzosi e minacciosi annunci ‘di andare al di là delle regole’. Nella foga di una campagna elettorale un po’ troppo anticipata, Mario Puddu parla di un testo non letto o letto molto male.»

Così l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha replicato alle accuse del candidato governatore del M5S.

«Tutto il testo unico in discussione in Consiglio – ha aggiunto Cristiano Erriu – è costruito avendo come riferimento proprio il Piano Paesaggistico, una conquista del centrosinistra e non della sua parte politica, e solo una sua scarsa conoscenza può far ritenere derogato dal disegno di legge. Non solo gli ormai improrogabili provvedimenti per l’adeguamento di strutture ricettive ormai obsolescenti erano già previsti dal PPR, ma a ulteriore tutela del patrimonio ambientale vengono ora introdotti ulteriori limiti quantitativi e qualitativi. Se gli ‘interessi dei signori del cemento’ demagogicamente invocati si concretizzano nel paio di centinaia di migliaia di metri cubi derivanti da una integrale applicazione degli incrementi, tali interessi appaiono veramente modesti e finalizzati piuttosto a creare occupazione attraverso il rilancio dell’offerta turistica, richiesta quasi unanimemente avanzata in tutti i dibattiti pubblici svolti nei territori. È inutile lanciare auspici per una riduzione del consumo di suolo, con i rituali richiami alla sostenibilità e compatibilità, se non si introducono, come fa in materia del tutto innovativa il disegno di legge, dispositivi che garantiscono concretamente questo risultato. Per ottenere questo è fondamentale il processo di semplificazione e velocizzazione dell’approvazione dei PUC, previsto dal testo in discussione, l’introduzione di una gestione comunale di nuova edificazione strettamente necessaria e sottratta alle aspettative di rendita fondiaria e precise norme per il recupero e riordino urbano e delle strutture dismesse, norme evidentemente sfuggite alla superficiale lettura di Puddu. Appare singolare, inoltre, che lo stesso Puddu prometta di puntare a riqualificazione e recupero dell’esistente, quando il governo a cui egli fa riferimento, ha di fatto cancellato proprio le risorse destinate ai piani di riordino delle periferie.»

«Tante altre sono le importanti norme sfuggite alla lettura di Puddu, contenute in un testo che riduce a 90 articoli, ben coordinati e coerenti, centinaia e centinaia di norme contenute a oggi in leggi, direttive e circolari sovrapposte nel tempo in maniera scoordinata e contraddittoria. Se è comprensibile che in una fase di campagna elettorale incipiente si intervenga a ruota libera senza rispetto per la realtà – ha concluso Cristiano Erriu -, è meno comprensibile che si metta in discussione l’approvazione di un provvedimento sollecitato da sindacati, operatori economici, Ordini professionali e comuni cittadini.»

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«La legge urbanistica da oggi all’esame del Consiglio regionale conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che la giunta Pigliaru e la maggioranza di centrosinistra che la sostiene sono completamente scollegati dalla società sarda.» 

Lo afferma Mario Puddu, candidato del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della Regione, secondo cui «dopo le proteste di urbanisti, intellettuali, associazioni e tanti cittadini, ora arriva anche la critica forte del Consiglio delle Autonomie Locali e di tantissimi sindaci. Espressioni come “eccesso di burocratizzazione”, “pressante azione di controllo della Regione sui Comuni” e infine l’accusa più grave per l’esecutivo regionale e cioè di ignorare “il problema dello spopolamento della zone interne”, farebbero tornare sui propri passi chiunque. Invece Francesco Pigliaru e Cristiano Erriu pur di tutelare gli interessi dei signori del cemento preferiscono mettere sotto i piedi la volontà dei sardi. Questa è un’altra conferma del fatto che Il Consiglio regionale non è più sostanzialmente rappresentativo della volontà dei cittadini».

«La nostra idea di governo del territorio, a differenza del Ddl Erriu, è invece quella di coinvolgere i sardi nel governo del territorio e di trovare il giusto equilibrio tra il mantenere la testimonianza della memoria della Sardegna e il progettare un futuro sostenibile e compatibile con la massima salvaguardia di un bene comune che, lo sottolineiamo, è irripetibile – specifica Mario Puddu -. Per questo motivo non sono accettabili il tentativo di riprendere a costruire nella fascia dei 300 metri e la tendenza a favorire il consumo di suolo. Il MoVimento 5 Stelle è invece a favore della promozione di un modello di sviluppo equo e sostenibile basato su una visione strategica della Sardegna nel contesto mediterraneo e globale e che sia il più possibile partecipata e condivisa.»

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La commissione Urbanistica, presieduta da Antonio Solinas (Pd) presenterà alcuni emendamenti migliorativi sulla disciplina degli ambiti rurali contenuta nella legge (Dl 409) che da martedì prossimo sarà discussa dal Consiglio.

Le proposte di modifica, che recepiscono osservazioni del mondo agricolo e dei territori, sono illustrate dal prof. Giuseppe Pulina, coordinatore del gruppo di lavoro sull’agro, alla presenza dell’assessore Cristiano Erriu e dei consulenti tecnici dell’assessorato.

La prima riguarda l’art. 73 che verrà integrato con la definizione di attività agricola in ambito “familiare o hobbystico” che consentirà la realizzazione di fabbricati al servizio di tale attività nelle aree interne, mentre quelle costiere restano disciplinate dal Ppr.

Gli altri interventi guarderanno le tabelle nn. 7 ed 8, nelle quali saranno introdotti elementi di flessibilità nella dimensione dei fabbricati destinati alle colture (serre ad altre di tipo intensivo), alla zootecnia, con particolare riferimento ai bovini da latte, ed alla trasformazione e valorizzazione delle produzioni aziendali.

Il presidente della commissione, nelle sue conclusioni, ha auspicato fra l’altro che gli emendamenti (che dovranno ora essere definiti nella loro formulazione tecnica) possano essere espressione unitaria della commissione.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Alessandro Collu e Valerio Meloni del Pd, Pier Mario Manca del Pds ed Oscar Cherchi di Forza Italia.

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Le locazioni e le concessioni per l’utilizzo di terreni e fabbricati della Regione destinati o da destinare ad attività sportive, potranno essere rilasciate con procedure ad evidenza pubblica in favore delle associazioni sportive dilettantistiche o società sportive senza scopo di lucro, per una durata massima di 30 anni in ragione degli interventi di valorizzazione, ammodernamento e manutenzione straordinaria che i sodalizi si impegneranno ad eseguire a proprie spese. Lo prevede la delibera presentata l’altro ieri dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ed approvata dalla Giunta.

«Le associazioni e le società, per fare gli interventi di ammodernamento e valorizzazione degli impianti, generalmente fanno ricorso al Credito sportivo, dunque necessitano di garanzie in merito alla continuità della disponibilità del compendio regionale – sottolinea Cristiano Erriu -. La normativa per la relativa fruizione applicata sino ad oggi, ha imposto limiti di durata temporale dei relativi titoli, che risultavano incompatibili con le tempistiche richieste dal Credito sportivo per l’ammortamento dei necessari finanziamenti. Questa condizione ha determinato l’impossibilità da parte dei richiedenti di poter accedere al mutuo agevolato e di realizzare gli interventi previsti, con la conseguente perdita dei relativi benefici in termini di miglioramento ed efficientamento dell’impianto regionale gestito e del servizio reso nei confronti degli associati e della collettività.»

«La delibera – precisa ancora Cristiano Erriu – stabilisce che, nelle procedure ad evidenza pubblica, siano adottati criteri oggettivi e i requisiti soggettivi di preferenza, il cui peso sarà proporzionale ad alcuni parametri specifici: entità dell’investimento e tipologia dell’intervento preventivato, anche in ragione delle ricadute in termini di maggiore fruibilità dell’impianto da parte degli associati e della cittadinanza; radicamento nel territorio. Inoltre, le associazioni o società devono essere costituite da almeno 10 anni e possedere un settore giovanile certificato dalla Federazione di appartenenza, per l’avviamento allo sport degli under 18; infine, devono svolgere attività con finalità sociali e di prevenzione dalle devianze. In generale, con questa delibera la Regione intende porre rimedio a una situazione di grave disagio delle associazioni e società sportive, che svolgono un’importante ruolo sociale e vanno tutelate e aiutate, soprattutto quando affrontano impegni economici rilevanti.»

La Giunta ha dato mandato ai servizi Demanio e Patrimonio della Direzione generale degli Enti locali e Finanze di procedere alla ricognizione dei terreni e dei fabbricati regionali destinati o da destinare ad attività sportive ed avviare le procedure di gara per l’assegnazione degli stessi.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, ha approvato lo stanziamento delle risorse per la redazione degli strumenti urbanistici generali e attuativi. Per il triennio 2018-2020 saranno disponibili 5 milioni 461mila euro a favore degli enti locali che non siano ancora stati beneficiari di contributi regionali a tale scopo. Il contributo da assegnare a ciascun Comune non potrà essere superiore al 90% delle spese ammissibili, e costituirà per i beneficiari un’entrata con destinazione specifica e vincolata.

«Come annunciato da tempo – spiega l’assessore Cristiano Erriu – la Regione intende facilitare in tutti i modi la redazione dei Piani urbanistici da parte degli enti locali. Ai sensi della normativa vigente in materia urbanistica e paesaggistica, i Comuni il cui territorio ricade interamente negli ambiti di paesaggio di cui all’articolo 14 delle norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, sono tenuti ad adeguare i propri strumenti urbanistici generali ai piani sovraordinati, con particolare riferimento proprio al PPR e al Piano di assetto idrogeologico.»

«I Comuni, per poter dare corso ad una corretta pianificazione territoriale, propedeutica ad un corretto utilizzo del territorio, devono dotarsi al più presto di tutti i Piani urbanistici necessari. Due milioni di euro saranno destinati ai Comuni costieri, purché ancora non siano stati beneficiari di tali contributi dal 2006 ad oggi, e comunque soltanto per la redazione del Piano particolareggiato del centro di antica e prima formazione, fino al 90% della spesa ammissibile. I restanti 3 milioni 461mila euro – conclude Cristiano Erriu – andranno invece ai Comuni delle zone interne, con una quota fissa uguale per tutti e una quota che terrà conto della superficie del territorio comunale.»  

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Sarà il presidente della Regione a indire, con decreto, l’elezione dei presidenti e dei consigli provinciali. Le elezioni inoltre dovranno svolgersi in una data compresa tra il 45esimo giorno successivo alla data del primo turno del voto per l’elezione diretta dei sindaci e dei consiglieri comunali e non oltre il 15 ottobre 2018. L’esecutivo ha inoltre approvato i seguenti indirizzi e modalità operative: i presidenti delle province e i consigli provinciali sono eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali dei rispettivi comuni di appartenenza, in base della Legge regionale n.2 del 2016; per l’elezione degli organi provinciali si applicano le disposizioni delle leggi regionali in materia e le linee guida per lo svolgimento del procedimento elettorale.

Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la Giunta ha autorizzato l’eliminazione del vincolo di destinazione di due immobili regionali ceduti a un prezzo simbolico al comune di Porto Torres. La cessione è avvenuta con l’imposizione a carico dell’amministrazione comunale dell’onere di destinare gli immobili alla finalità di interesse pubblico e sociale rispettivamente di Ostello della Gioventù e Casa dello Studente. In un’ottica di gestione ottimale del patrimonio comunale, l’ente locale ha rappresentato la necessità di procedere alla locazione degli immobili in oggetto per finalità turistico-alberghiere attraverso la modifica il contratto di compravendita sottoscritto dalle parti.

Su proposta dell’assessora Virginia Mura, è stata approvata la delibera che recepisce le linee interpretative, fissate da un accordo dello scorso 21 dicembre tra il Governo, le Regioni, le Province Autonome e gli Enti locali, della legge 12 marzo 1999 n.68, che disciplina il diritto al lavoro dei disabili. In particolare, si superano i dubbi interpretativi rappresentati, anche attraverso l’ANCI, da diverse amministrazioni sulle modalità di computo della quota d’obbligo del personale con disabilità da assumere. Il recepimento dell’accordo è un passo indispensabile anche per consentire la piena e regolare attività dell’Agenzia Sarda per il Lavoro, ASPAL, sul collocamento mirato delle persone con disabilità.

Su proposta dell’assessore Luigi Arru, la Giunta ha approvato il pagamento di 800 euro all’ Autorità Nazionale Anti Corruzione come contributo obbligatorio previsto per legge. Via libera anche all’integrazione delle Linee di indirizzo regionali sulla sicurezza in chirurgia: saranno aggiunte schede per la sicurezza del paziente chirurgico (SISPaC) relativamente al percorso di cardiologia interventistica e oculistica, per la sicurezza della paziente in sala parto; la scheda contagarze. La Giunta ha adottato le linee di indirizzo per la gestione diretta del sinistro, che mirano ad assicurare una tempestiva risposta alle richieste del cittadino mediante l’adozione di una procedura di gestione unica per l‘intero Servizio Sanitario Regionale. In tema di formazione, è stata accolta la proposta di affidare all’Ats la definizione delle modalità di accentramento delle procedure di organizzazione dei percorsi di formazione ECM per tutti i provider del Servizio sanitario Regionale e di accentrare le procedure di organizzazione dei percorsi.

Come proposto dall’assessore del Personale Filippo Spanu, d’intesa con l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’esecutivo ha conferito l’incarico di direttore generale dell’Agenzia Forestas a Giuliano Patteri, ingegnere, che ha ricoperto ruoli dirigenziali nella stessa agenzia ed è stato direttore del Servizio antincendio della Protezione Civile. La designazione è avvenuta in condivisione con la proposta di nomina formulata dall’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina. Con l’intesa con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, la Giunta ha poi ha stabilito di procedere alla stipulazione del contratto integrativo riferito al periodo 2016/2018 per il personale che presta la propria attività presso l’Ufficio stampa della Regione.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, via libera all’intesa con la Capitaneria di Porto di Oristano sull’aggiornamento, per il periodo 2018-2021, del Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che fanno scalo nel porto turistico di Torregrande.

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Anche nel Sulcis si attua il programma Sardegna in 100 chiese. Con 2 milioni e 100mila euro per 12 chiese, lo stanziamento complessivo, ma non definitivo del programma, in quanto ancora in corso, arriva a 7 milioni e 380mila euro (metà fondi europei Fesr e metà della Conferenza episcopale sarda attraverso i soldi dell’8permille). In totale sono finora coinvolte 39 chiese in tutta la Sardegna: oltre all’ultima approvazione della Giunta per il Sulcis su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, gli interventi già operativi riguardano anche 6 chiese in Ogliastra, 8 in Gallura, 1 nel Marghine, 9 in Anglona e Bassa Valle del Coghinas, 3 Monte Acuto Riviera di Gallura. Obiettivo finale è restituire a nuova vita un centinaio di chiese, per farne testimoni di storia e attrattori architettonici anche in chiave turistica, per visitatori interessati in particolare al filone religioso.
«L’accordo sottoscritto dalla Regione, dalla Conferenza episcopale sarda e dall’Anci è un esempio virtuoso di cooperazione interistituzionale che raggiunge l’obiettivo di valorizzare in modo più efficace i territori attraverso un pieno coinvolgimento di attori locali pubblici e privati – spiega l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu -. Percorsi che valorizzano il rapporto tra aspetti religiosi e turistici e risposte logistiche alle esigenze degli uomini di fede, recupero di importanti testimonianze architettoniche e culturali: sono risultati concreti di un accordo che si sviluppa anche su altri importanti versanti come quello della coesione sociale, della formazione e delle politiche giovanili.»
«Cultura, tradizione, storia della nostra terra, di cui anche le chiese secolari sono una testimonianza: con questi interventi valorizziamo le chiese della Sardegna che sono una parte importante del nostro enorme patrimonio culturale, per rendere questi luoghi di nuovo vivi, restituendoli alle comunità e a chi vorrà visitarli», dice l’assessore Raffaele Paci. Gli interventi sulle Chiese rientrano, con fondi dedicati, negli accordi di programmazione territoriale e ne seguono esattamente lo stesso metodo. Le comunità locali sono protagoniste assolute, come voluto fortemente dalla Regione: individuano una serie di chiese di grande interesse da valorizzare proprio come attrattori del territorio e, una volta approvato l’intervento e definito lo stanziamento, la Ces raddoppia il finanziamento regionale assicurando la stessa cifra messa a disposizione dall’amministrazione pubblica. «Abbiamo così un duplice risultato: luoghi storici e di culto che rinascono e nuovi cantieri di lavoro», conclude il vicepresidente della Regione.
Gli interventi riguardano Iglesias: Cattedrale Santa Chiara di Assisi (300mila euro), Chiesa della purissima (400mila), Chiesa di Sant’Antonio Abate (75mila), Chiesa di San Giuseppe (250mila), Chiesa di San Domenico (200mila), Iglesias Nebida Chiesa di Santa Barbara (200mila), Buggerru Chiesa San Giovanni Battista (100mila), Villaperuccio Chiesa di Santa Lucia (200mila), San Giovanni Suergiu (Chiesa Santa Maria di Palmas, 75mila), Giba Villarios (chiesa di Santa Marta 50mila), Masainas (Chiesa di San Giovanni Battista 150mila), Domusnovas (chiesa di Santa Barbara, 100mila).
1,4 milioni in Ogliastra per 6 chiese (Sant’Elena a Lotzorai, Sant’Andrea a Tortolì, San Giovanni Battista ad Arzana, San Leonardo a Barisardo, Santa Susanna a Osini, Sant’Erasmo a Jerzu); 1,5 milioni in Gallura per 8 chiese (San Simplicio e Sant’Andrea a Luogosanto, San Pietro di Silonis a Luras, San Giovanni Battista e SS. Trinità a Tempio Pausania, Sant’Antonio da Padova a Trinità d’Agultu e Vignola, San Pancrazio ad Aglientu, San Gavino di Petra Baina a Viddalba); 150mila euro nel Marghine per la chiesa di San Pantaleo a Macomer; 1 milione e 730mila euro in Anglona e Bassa Valle del Coghinas per 9 chiese (Santa Maria in Contra a Cargeghe, SS. Trinità di Saccargia a Codrongianos, San Leonardo del Cuga a Ittiri, Sant’Antonio Abate a Nulvi, Spirito Santo a Perfugas, San Michele di Salvennor a Ploaghe, Santa Anastasia a Tissi, Santa Croce a Usini e Sant’Antonio Abate Ossi a Florinas); 500mila euro per 3 chiese di Monte Acuto con l’Unione di Comuni Riviera di Gallura (Santo Stefano e Beata Vergine Immacolata a Oschiri, Chiesa del Rosario a Berchidda).
Gli accordi vengono firmati all’interno dei progetti di programmazione territoriale. Poiché per il Sulcis non c’è programmazione territoriale (essendo già in atto il piano Sulcis), è stata predisposta una delibera apposita, che prevede però l’identico percorso delle altre: forte concertazione e messa a punto degli interventi per la valorizzazione del patrimonio culturale – religioso del Sulcis Iglesiente. Non c’è una somma predefinita: di volta in volta la Ces propone e la Regione valuta il cofinanziamento. Il protocollo d’intesa tra la Regione Autonoma della Sardegna e la Conferenza Episcopale Sarda è stato sottoscritto il 22 settembre 2016, e prevede l’attivazione di reciproche forme di collaborazione nei settori dei beni culturali, dell’istruzione, della formazione, della promozione sociale e della sanità. Il 27 giugno 2017 la Regione, la Ces e l’Anci regionale hanno poi sottoscritto uno specifico “Protocollo di intesa per l’attuazione degli interventi di recupero e restauro degli edifici di culto aventi valore storico culturale proposti dalla Ces nel quadro del programma Sardegna in 100 chiese”, che disciplina appunto gli aspetti più tecnici relativi alla fase di realizzazione degli interventi e di rendicontazione delle risorse tra le diocesi e le Unioni di Comuni.
L’obiettivo finale è quello di procedere alla riqualificazione di circa 100 chiese di tutta l’Isola inserite all’interno di percorsi di valorizzazione e fruizione culturale, turistica e religiosa con il coinvolgimento e l’attiva partecipazione di Comuni e Unioni di Comuni su base territoriale. Un progetto ambizioso che coinvolge tutta la Sardegna e ha mobilitato territori, Diocesi e associazionismo culturale. Con i prossimi accordi da chiudere in autunno si stima di poter intervenire con altri 6 milioni circa su una ventina di chiese, dalla Rete metropolitana del nord Sardegna alla Marmilla, da Meilogu-Villanova a Montiferru Planargia, Sinis ed Oristano.

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«La polemica sollevata in questi giorni non ha ragione di esistere e ha lo squallido sapore della strumentalizzazione politica a spese della suinicoltura sarda».

A sostenerlo è Cristiano Erriu, assessore regionale dell’Urbanistica e degli Enti locali, in un post pubblicato nella sua pagina Facebook.

«Relativamente alla LR 28/2018 sul comparto suinicolo sardo è stata sollevata una polemica che alla luce dei dati della realtà sarda non ha ragione d’essere e si basa su presupposti non veritieri – spiega Cristiano Erriu -. In Sardegna esistono al 31/07/2018 (fonte Anagrafe Nazionale Zootecnica) n. 15.788 allevamenti di suini. Di questi n. 15.025 sono definiti a ciclo chiuso, cioè con animali da riproduzione, e n. 314 sono definiti con orientamento produttivo di tipo familiare. Soltanto a questi ultimi fa riferimento il comma 2 dell’articolo 4 della LR 28/2018 mentre non sono interessati da tale comma tutti i 15.025 allevamenti sardi registrati, piccoli o grandi che siano, come a ciclo chiuso o completo che possono cioè produrre e vendere maialetti come ritengono più opportuno.»

«Il comma 2 riguarda solo chi vuole per propria scelta allevare maiali da ingrasso senza riproduttori secondo la tradizione “de su mannale” – aggiunge Cristiano Erriu -. Chi vuole invece passare da allevatore ”familiare” ad allevatore produttore anche di maialetti con qualsiasi dimensione dell’allevamento deve solo registrarsi come tale, così come hanno fatto oltre 6.000 allevamenti dal 2010 ad oggi con l’entrata in vigore Del DLgs 200/2010 sulla identificazione e registrazione dei suini.
La legge regionale 28 quindi non cambia nulla per chi oggi voglia allevare maiali e produrre maialetti – conclude Cristiano Erriu – purché siano regolarmente registrati come lo sono ben 15.025 allevamenti sardi di qualsiasi dimensione.»

 

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Assessorato Enti Locali

La Regione, con l’approvazione del disegno di legge ‘Gestione e valorizzazione del patrimonio regionale’, si dota di nuovi e più agili strumenti per ottimizzare l’amministrazione dei numerosi beni immobili di sua proprietà, in modo tale da avere maggiori benefici e ricadute in termini economici, culturali e sociali. Il Testo Unico semplifica le procedure: in tal modo i possibili fruitori potranno calibrare i propri investimenti e piani economici previsti per le varie tipologie di beni e destinazioni.

«Il disegno di legge – spiega l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu – si propone di assicurare la gestione del patrimonio immobiliare secondo i principi di efficacia, trasparenza, economicità, produttività, redditività e razionalizzazione delle risorse disponibili; promuove il recupero e la riconversione del patrimonio in un’ottica di rilancio economico e dell’imprenditoria, specie quella giovanile, di inclusione sociale e di sostegno alle Autonomie locali, alle organizzazioni no profit e del terzo settore; infine, valorizza le misure a sostegno della creazione di cooperative di comunità e di servizi di prossimità negli enti locali. Il recupero produttivo e la creazione di nuove opportunità di lavoro, specialmente per le nuove generazioni, è garantito mediante il ricorso a forme particolari di affidamento e gestione dei fabbricati e delle aree agricole, con metodologie di riuso finalizzate a conservare i valori fondativi di paesaggio.»

Sulla base dei dati riportati nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2017, la Regione risulta proprietaria di 12.682 cespiti del valore complessivo di un miliardo 135 milioni 680mila 162 euro, come di seguito meglio ripartiti:

Fabbricati
Numero beni: 3.831
Valore in euro: 872.153.540

Terreni
Numero beni: 8.851
Valore in euro: 263.526.622

Le tipologie dei beni sono le più variegate: abitazioni, uffici, terreni agricoli, aree urbane edificabili, aree verdi, foreste, fortini, chiese, scuole, depositi, magazzini, impianti sportivi, strutture alberghiere, capannoni industriali. Nel patrimonio figurano strutture che rappresentano testimonianze del passato, più o meno recente, e costituiscono beni di interesse culturale, ambientale e paesaggistico quali, a titolo esemplificativo, le ex fortezze militari di La Maddalena, l’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, l’ex Carcere di Castiadas, la Colonia penale di Tramariglio, Villa Pozzo a Sassari, le isole dell’Asinara e di Caprera.

La dislocazione diffusa e capillare degli immobili sul territorio regionale costituisce un valore aggiunto poiché la relativa riqualificazione e messa a reddito può costituire un volano per l’economia isolana ed una opportunità di rilancio, specialmente per i territori dell’interno.

La legge principale in materia di patrimonio regionale è la n. 35/1995, ormai obsoleta, che si occupa esclusivamente delle alienazioni e delle cessioni in favore degli enti locali. Il DDL racchiude tutti gli strumenti di gestione e valorizzazione del patrimonio, regolamentando le modalità e le procedure connesse a:

– assegnazione per usi istituzionali agli enti del sistema Regione;
– trasferimenti;
– cessione in favore di altre Amministrazioni pubbliche;
– alienazioni;
– conferimento in fondi immobiliari;
– sdemanializzazioni finalizzate all’acquisto;
– concessioni e locazioni a canone ordinario, agevolato e di valorizzazione;
– permuta;
– concessioni a titolo gratuito, usufrutto e comodato per finalità di pubblico interesse;
– valorizzazione e salvaguardia dei beni ferroviari dismessi, della rete regionale della mobilità verde e dell’archeologia industriale.

Il disegno di legge, inoltre, introduce una serie di atti pianificatori per la più efficace gestione e valorizzazione dei beni, tra cui: Piano di razionalizzazione; Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni; Programmi unitari di valorizzazione territoriale.