28 April, 2024
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Il mondo visto da un bambino autistico sulla musica di David Bowie e Brian Eno, reinterpretata da Elio nell’emozionante film d’animazione “Lo specchio di Lorenzo” (2021). L’opera è stata presentata ieri nella terza giornata del Sardinia Film Festival, alla presenza di Cristian Jezdic, produttore del lavoro con la beQ entertainment insieme a Rai Ragazzi, e della regista Angela Conigliaro, che hanno ripercorso tutte le fasi della lavorazione, compresa quella per ottenere i diritti del leit-motiv del corto, “Heroes” dagli eredi del Duca Bianco.
«È stata una traversata nella traversata ed un azzardo produttivo», ha spiegato Cristian Jezdic, presidente del festival.
«Hanno voluto vedere gli storyboard, sentire la cover di Elio e soltanto allora hanno dato il via libera.»

Il cantante italiano è padre di un bimbo autistico, e ha aderito al progetto ritenendolo di grande qualità. La sua versione di “Heroes” è una piccola perla tutta da scoprire così come la colonna sonora di Rocco Tanica e Diego Maggi.
L’opera è realizzata con il contributo della Fondazione Sardegna Film Commission e degli animatori della New Animation in Sardegna (NAS), del progetto di formazione sull’animazione e del progetto Coop Lombardia autism friendly. Il produttore sta ora lavorando allo sviluppo di serie de “Lo specchio di Lorenzo”.
Una serie web di tutt’altro genere è invece la divertente e caustica “Life sucks! But at least I’ve got elbows” presentata dal suo creatore e ospite del SFF Nicola Piovesan. Protagonista una famigliola in 3D che s’interroga sui temi capitali della modernità tra black humour e saggezza infantile.
Un approccio crudo alla realtà intravisto nei corti in competizione, caratterizzati da narrazioni sulla guerra, l’inquinamento ambientale, la ludopatia o la violenza di genere. Trame profonde riflesse anche in “The best of Animayo”, il festival delle Canarie, di cui ieri il suo direttore e selezionatore agli Oscar, Damiàn Perea ha introdotto alcuni corti premiati in tutto il mondo, in cui problematiche come la migrazione o l’anoressia vengono trattate con delicatezza poetica ma senza fare sconti allo spettatore.
Il programma di martedì 7 dicembre
Il tema dell’ambiente sarà al centro dell’attenzione domani (7 dicembre) alle 10.30 al Cityplex Moderno con“Spazio Green”, l’atteso seminario sul cinema “verde” condotto da Nevina Satta, direttrice di Fondazione Sardegna Film Commission. La stessa Nevina Satta, insieme a Bepi Vigna e Silvia Armeni, alle 12.00 presenterà il libro di Luciana Pensuti “C’era una volta il cartone animato” (ed. Kappabit).
Nel pomeriggio, oltre ai film in concorso dalle 16.00 alle 23.30, la serata alle 17.40 godrà dell’arrivo di Astutillo Smeriglia, creatore della webserie “Preti”, fenomeno da centomila follower candidato nel 2013 al David di Donatello.
La manifestazione, a ingresso libero ma con obbligo di green pass, è organizzata dal Cineclub Sassari, con il sostegno dell’assessorato regionale della Cultura, della Fondazione Sardegna Film Commission, la Fondazione di Sardegna, la Edison, e la collaborazione di Cartoon Italia, Paf, Asifa, Animayo, Nas New Animation in Sardegna, Cityplex Moderno, Character e Libreria Azuni.
Il programma completo del festival è visibile sul sito www.sardiniafilmfestival.it e sui canali social della manifestazione.

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Ancora due giorni di musica, libri e spettacolo, con la travolgente comicità di Francesco Paolantoni che domenica 15 luglio a Dolianova chiuderà la terza edizione del festival Street Books. A Villa de Villa l’attore presenterà alle 21.00 il suo libro “Improvvisamente… Niente”, e poi dalle 22.30 condividerà il palco con lo showman Demo Mura e l’attrice Manuela Zero, per un trio d’eccezione che con lo spettacolo “Le storie siamo noi” completerà nel segno del varietà il programma della manifestazione, organizzata dal Circolo dei Lettori Miele Amaro.

Sabato 14 invece, nella penultima giornata del festival, Street Books tornerà nello splendido scenario del sagrato della cattedrale di San Pantaleo dove alle 21 andrà in scena “Liricanto, letteratura per la musica”, con i cori Inkantos D’Olia di Dolianova e Cantores Mundi di Cagliari, la soprano Paola Spissu ed il pianista Marco Schirru, diretti da Boris Smocovich. Sarà un viaggio attraverso i libretti d’opera e letteratura, alla scoperta del rapporto c’è fra testo e musica nel melodramma. 

Il programma di sabato si aprirà alle 19.00 a Villa de Villa con “Che Musica! 20 rockstar leggendarie”, un appuntamento dove i più piccoli potranno ascoltare la vita e le musiche delle leggende del rock dalle parole di Laura Pusceddu e dai brani eseguiti dal cantante Marco Leo. Dai Nirvana ai Rolling Stones, dai Pink Floyd a David Bowie, fino ai Daft Punk: venti musicisti rivoluzionari, le cui vite sono un grande esempio di volontà, determinazione, libertà e coraggio di essere se stessi.

Dopo il consueto appuntamento con i Racconti DiVini (dedicato a Perlas, un Nuragus di Cagliari DOC delle Cantine di Dolianova), la serata proseguirà alle 22.45 a Villa de Villa con “Street Tube”, un viaggio planetario alla scoperta delle videoproduzioni indipendenti più innovative e all’avanguardia, un’immersione nelle immagini e nei suoni dei videomakers che stanno cambiando i paradigmi della video arte a cura di Video Vision.

La travolgente comicità di Francesco Paolantoni sarà invece al centro dell’ultima giornata dei Street Books. Domenica 15 luglio appuntamento alle 21.00, alla Villa de Villa con la presentazione di “Improvvisamente… Niente”, un libro che rappresenta una vera summa del linguaggio dell’attore e scrittore noto per le sue continue contaminazioni tra il reale e il surreale. La comicità dissacrante che l’ha reso famoso attira sempre l’attenzione sui significati e sui valori delle cose, anche quando sembra che tutto sia solo un gioco volto a strappare una risata. Francesco Paolantoni (che sarà presentato da Gianni Stocchino) cerca di creare una costante interazione tra lettore e scrittore. Un’operetta di rara forza, un incastro perfetto tra impegno e comicità.

«Nella mia carriera ho scritto tanto, per il teatro e per la televisione, ma un libro non mi ero mai sognato di farlo – spiega Francesco Paolantoni –. Ci ho provato. Avevo voglia di raccontare, di emozionare, di esprimermi. Scrivendo ho provato una sensazione diversa dal solito, di libertà di pensiero, di libero sfogo, di benessere mentale. Ho raccontato storie stralunate e surreali, che è un po’ il mio modo di leggere il mondo. Mi sono divertito a scriverle e spero che lo stesso possa accadere a chi le legge. Ormai è fatta, il libro c’è e io ho provato un po’ la sensazione da romanziere. Mi basta. Ecco, forse il senso è proprio questo, raccontare le storie serve, innanzitutto, a chi le scrive. Poi una volta che sono scritte su un libro, rappresentate in scena o raccontate al bar diventano di chi le legge e di chi le ascolta. Diventano di tutti. Perché ognuno ha le sue storie e le storie siamo noi.»

Francesco Paolantoni sarà ancora in scena alle 22.30 per lo spettacolo di chiusura del festival “Le storie siamo noi”, in cui dividerà il palco con l’attrice Manuela Zero e lo showman Demo Mura, e in cui si renderà omaggio alla contaminazione tra le arti sceniche con tre artisti poliedrici, ciascuno con le proprie attitudini ma che sul palco si integrano, dando vita a una sorta di gran varietà intenso, spassoso e travolgente.

Gli appuntamenti finali della terza edizione di Street Books saranno preceduti alle 19 dallo spettacolo “Sogno ad occhi aperti”, esito scenico della Libera Colonia delle Arti (campus estivo teatrale per bambini dai 5 ai 10 della compagnia Il Salto del Delfino) e dal consueto Racconto DiVino che alle 20.45 vedrà protagonista il Moscato di Sardegna DOC delle Cantine di Dolianova.

Sia sabato 14 che domenica 15 sarà inoltre attivo il servizio Bibliositting, mentre Gerardo Ferrara darà l’appuntamento alla prossima edizione proponendo l’Intervallo (con le foto edite e inedite di Dolianova), l’Almanacco di questo giorno e di quello dopo e i Titoli di coda a cura di Video Vision.

 

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Si annuncia all’insegna di una doppia ricorrenza il 2018 di Dromos: da un lato le venti candeline del festival ideato e organizzato dall’omonima associazione che ogni estate tiene banco a Oristano e in diversi centri della sua provincia, e dall’altro il cinquantenario del 1968, anno cruciale e che tanti e profondi cambiamenti ha innescato nella società, nel costume, nella cultura. Due anniversari da celebrare con gli strumenti propri di Dromos nel consueto appuntamento col festival, previsto tra il primo e il 15 agosto, che per l’occasione si riconoscerà sotto un titolo emblematico: DromosRevolution.

Tanta musica e arte, ma anche fotografia, letteratura e cinema caratterizzeranno un ricco programma di iniziative dedicate a un anno, una stagione che ha segnato uno spartiacque nella storia del secondo Novecento; e che, come scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu, ideatore della sezione del festival dedicata alle arti visive, fu soprattutto «l’aspirazione di una generazione nel portare l’immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell’immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale». Ed è soprattutto questo l’aspetto che Dromos intende approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival.

Il cartellone musicale prevede come sempre una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni, con un variegato e qualificato cast di artisti internazionali, nazionali e regionali, a ciascuno dei quali verrà chiesto, per l’occasione, di proporre un omaggio o una meditazione su quell’anno fatidico. Sul versante delle arti visive, è invece già in cantiere la mostra “68/Revolution”, curata da Ivo Serafino Fenu, dal giornalista Walter Porcedda e da Chiara Schirru per Askosarte, in collaborazione col collezionista Antonio Manca e con prestigiose gallerie d’arte. In continuità con la precedente e fortunata “Wild is the wind – l’immagine della musica”, dedicata a David Bowie e ospitata alla Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano tra fine dicembre 2016 e i primi dello scorso marzo, in “68/Revolution” convivranno memorabilia di un passato prossimo oramai classificabile nell’archeologia del rock e dei primi movimenti di contestazione giovanile assieme alle più spericolate ricerche estetiche contemporanee, i protagonisti di allora con i giovani artisti di oggi, che non hanno vissuto quell’esaltante momento storico ma del quale hanno comunque subito l’innegabile fascinazione.