29 March, 2024
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Il generale Domenico Rossi ha rimesso oggi le proprie deleghe di sottosegretario della Difesa dopo una trasmissione delle Iene, dalla quale emergerebbe che un parlamentare, il deputato Mario Caruso (del gruppo di Democrazia solidale Centro democratico), avrebbe formalmente assunto il figlio del sottosegretario, che non si presenterebbe mai al lavoro, per fargli un favore, e che lo stipendio in realtà gli arriverebbe dal padre.

Domenico Rossi sostiene che si tratta di «accuse infondate e lesive della mia persona, insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione. In ogni caso – ha aggiunto Domenico Rossi – al fine di non coinvolgere l’Amministrazione che rappresento e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità, ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal ministro della Difesa. Con questa iniziativa voglio fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate, e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito. Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio – ha concluso Domenico Rossi – e di esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali.»

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Si è svolta questa mattina, presso il piazzale “Silvio Olla” della Caserma “Pisano” di Teulada, sede del 1° Reggimento Corazzato e del 3° Reggimento Bersaglieri, la cerimonia del 81° anniversario della costituzione del 1° Reggimento Corazzato, alla presenza del sottosegretario di Stato della Difesa, on. gen. Domenico Rossi, già comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada, del Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Divisione, Giovanni Domenico Pintus, dell’on. Paolo Luigi Dessì e di tutte le autorità civili (tra le quali una decina di sindaci dei Comuni del territorio) e militari del Sulcis Iglesiente. Nel corso della cerimonia sono state rivissute la storia e le imprese del 1° Reggimento Corazzato. Al termine, il comandante del 1° Reggimento, col. Fabrizio Giardini, il generale Cosimo D’Arrigo, già comandante del 1° Reggimento, ed il sottosegretario della Difesa Domenico Rossi, nel corso di una breve cerimonia hanno consegnato dei doni a Salvatore Sulas, imprenditore di Carbonia, per il rapporto di amicizia avuto con il 1° Reggimento per alcuni decenni.

Nell’ambito della cerimonia sono stati schierati sul piazzale lo stendardo del 1° Reggimento corazzato, la banda della Brigata “Sassari” ed i gonfaloni dei comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi.

La storia del Reparto

Il 1° Reggimento Fanteria Carrista fu costituito a Vercelli il 15 settembre 1936. Nel 1940 il 3° battaglione carri M 13/40, venne inviato in supporto alla Brigata Corazzata Speciale in Libia. Nello stesso anno il Comando di Reggimento ed un battaglione carri L, raggiunsero l’Africa Settentrionale. Il 26 dicembre 1940 il battaglione carri L, da poco giunto in Libia, passò alle dirette dipendenze del X C.A.. Il 1° gennaio 1942 fu sciolto a causa delle perdite subite ed il suo personale fu assorbito dal Centro Carristi A.S.. La 3ª Compagnia nel frattempo, operò da luglio a settembre con la colonna Santa Maria, quindi passò in rinforzo alla divisione “Savona” e dovette essere considerata dispersa a seguito della caduta di “Sollum”. La 2ª Compagnia operò a sua volta, a fine novembre, nella zona di “Tobruk”. Anche il Comando del 1° Reggimento, nel gennaio del 1941, venne inviato in Africa Settentrionale, dove si sciolse a causa degli eventi bellici nel mese successivo, nel corso dei combattimenti determinati dalla prima offensiva britannica.

Il comando di Reggimento venne ricostituito in Patria il 15 marzo 1941, per trasformazione del comando Truppe al Deposito, e mobilitato dall’ottobre del 1941 all’8 settembre 1943. L’11 settembre 1943 il Reggimento ed il deposito vennero disciolti a causa dei noti avvenimenti conseguenti all’armistizio. Il 10 luglio 1948 lo Stato Maggiore dell’Esercito ordinò di costituire in Roma il Comando del 1° Reggimento Carristi che, incorporato il II Battaglione e dislocatosi nella caserma di “Pietralata”, nel settembre passò alle dipendenze dell’Ariete. Il 1° aprile 1949 il 1° Reggimento Carristi, cambiò la numerazione in 132°, spostandosi da Roma nella sede di Aviano il 28 aprile, ed incorporando il 1° Battaglione Carri che da “Casarsa” si portò ad Aviano (28 aprile 1950). Il 26 marzo 1959 fu costituito il Campo Addestramento Unità Corazzate (CAUC), in seguito all’esigenza dello Stato Maggiore dell’Esercito di creare un Campo di Addestramento per le Unità Corazzate, con sede a Capo Teulada. Il successivo 1° maggio 1959 prese vita a Capo Teulada il (CAUC), per lo specifico addestramento dei reparti che impiegano mezzi corazzati.

Il CAUC dal 1° maggio 1974 si trasformò in 1° Reggimento Fanteria Corazzato e nella circostanza ereditò la Bandiera di Guerra e le tradizioni del 1° Reggimento fanteria carrista. Il 9 marzo 1993 il Reggimento venne ridenominato “1° Reggimento Corazzato”. Il 3 ottobre 1999, a seguito dell’abolizione da parte dello Stato Maggiore dell’Esercito dei carristi come specialità dell’Arma di Fanteria, e con il conseguente passaggio di tutte le Unità carriste dall’Arma di Fanteria a quella di Cavalleria, il 1° Reggimento Corazzato, con solenne cerimonia tenutasi a Pinerolo alla presenza del Capo dello Stato, del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ricevette in consegna lo Stendardo, adottato dalle Unità dell’Arma di Cavalleria in luogo della Bandiera di Guerra. Il 25 novembre 2009, a seguito della ricostituzione a Teulada del “3° Reggimento bersaglieri”, ha perso il Battaglione corazzato ed ha assunto la configurazione di Comando poligono mantenendo la denominazione di “1° Reggimento Corazzato”.

Alleghiamo un ampio album fotografico della cerimonia con tre filmati e le interviste al sottosegretario di Stato della Difesa on. gen. Domenico Rossi e al generale di divisione Giovanni Domenico Pintus.

Giampaolo Cirronis

 

        

                                                                                                             

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Dopo la cerimonia de “La Giornata della Solidarietà” svoltasi all’ospedale Sirai di Carbonia, il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, si è trasferito a San Giovanni Suergiu, nell’aula consiliare di via Roma, per una seconda cerimonia commemorativa in onore del maggiore Giuseppe La Rosa, ucciso in un agguato in Afghanistan.

L’Associazione Regionale Bersaglieri, in onore del militare caduto, ha donato al comune di San Giovanni Suergiu un quadro raffigurante “L’ultima cena” che è stato posizionato all’interno dell’aula consiliare. Sono intervenuti alla cerimonia, il generale Giovanni Domenico Pintus, il comandante della Capitaneria di Porto di Cagliari Roberto Isidori, il vescovo della diocesi di Iglesias mons. Giovanni Paolo Zedda, numerosi sindaci e amministratori dei comuni del Sulcis, la Banda della Brigata Sassari che per l’occasione ha suonato e ha cantato il classico repertorio dei “Dimonios”, gli studenti della scuola media “Guglielmo Marconi”, che hanno proposto delle letture sul tema della pace e della solidarietà al generale Domenico Rossi, molto conosciuto nel Sulcis Iglesiente, per aver guidato dal 1995 al 1996 il 1° Reggimento Corazzato di Teulada.

Il sindaco Elvira Usai ha sollecitato il sottosegretario Domenico Rossi ad occuparsi in prima persona delle gravi problematiche presenti nel territorio e Domenico Rossi ha accolto l’invito, chiedendo a tutti i sindaci presenti di preparare una piattaforma comune nella quale siano racchiuse le principali richieste per il superamento dei problemi esistenti. A fine cerimonia, il sottosegretario della Difesa ha ribadito l’impegno assunto con la Regione, con la quale è in corso un confronto, per una mitigazione del peso delle servitù militari, soprattutto nelle zone non più interessate all’attività addestrativa, sottolineando i segnali positivi emersi con la soluzione della vertenza dei pescatori di Cabras, con il protocollo firmato per l’estensione degli indennizzi anche ai pescatori di quella zona della Sardegna, esempio concreto di un approccio di natura diversa di questo Governo alla problematica delle servitù militari.

«Vogliamo rivedere i requisiti per dare il giusto ai veri pescatori» ha detto inoltre Domenico Rossi che ha confermato che negli accordi «si dovranno tenere sempre presenti due aspetti: uno costituito dalle esigenze operative addestrative e l’altro dalle esigenze dei singoli territori. Da queste due esigenze non si può prescindere, al loro interno, ciò che sarà possibile fare, lo faremo.»

Alleghiamo un vasto album fotografico, con uno stralcio dell’intervento del sindaco Elvira Usai, l’intervento del sottosegretario di Stato Domenico Rossi e l’Inno dei Mameli suonato dalla Banda della Brigata Sassari.

                                                                                                       

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E’ stata celebrata questa mattina, all’ospedale Sirai di Carbonia, la “Giornata della solidarietà”, in memoria del maggiore Giuseppe La Rosa, medaglia d’oro al valor militare, caduto in Afghanistan in occasione di un vile attentato terroristico. Giuseppe La Rosa era di stanza al 3° Reggimento Bersaglieri della sede di Teulada e, come tanti suoi colleghi, frequentava come donatore il Centro Trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia.
Alla cerimonia, organizzata dalla Direzione della ASSL di Carbonia, dall’Associazione Nazionale Bersaglieri, dall’Associazione Amici del Sirai e con la collaborazione dell’AVIS di Carbonia, hanno preso parte il sottosegretario della Difesa on. Domenico Rossi, Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano e già Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, dal 1995 al 1996 comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada; il generale Giovanni Domenico Pintus; il vescovo della diocesi di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda; il direttore ASSL dott.ssa Maddalena Giua; il dirigente medico del Presidio dott. Sergio Pili; il direttore del Centro trasfusionale dott. Angelo Zuccarelli; il sindaco di Carbonia Paola Massidda.
I militari presenti hanno compiuto un gesto di generosità donando il sangue e così oggi nella provincia del Sulcis Iglesiente tra i Centri trasfusionali di Carbonia e Iglesias e l’unità mobile sono state raccolte ben 64 sacche di sangue.
Durante la breve conferenza commemorativa, gli ospiti presenti, con in testa il sottosegretario Rossi, hanno sottolineato l’importanza della donazione, richiamando i cittadini a compiere questo gesto periodicamente, un dovere civico necessario per tutte le persone che ne hanno la possibilità.
L’auspicio della ASSL di Carbonia è che si concretizzi nei prossimi giorni un accordo con la Caserma di Teulada per l’invio periodico di militari donatori che garantiscano l’autosufficienza trasfusionale del Sulcis Iglesiente.
Negli ultimi anni grazie al Progetto Mongolfiera, alle collaborazioni con le Scuole della Provincia e con la Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias, la ASSL di Carbonia è riuscita a superare in alcuni periodi la cronica carenza di sangue e essere, non solo autosufficiente per i propri fabbisogni, ma di supporto ad altri centri trasfusionali dell’isola.
La ASSL invita tutti i cittadini in età compresa tra i 18 e i 70 anni a donare il sangue nell’interesse delle tante persone che necessitano di essere trasfuse.
La donazione di sangue non comporta alcun rischio per il donatore che oltretutto esegue gratuitamente tanti esami utili per verificare il proprio stato di salute.
Per donare il sangue bisogna essere maggiorenni, pesare almeno 50 kg e essere in buono stato di salute. Prima della donazione il donatore verrà valutato da un medico esperto in Medicina trasfusionale. Tutti i donatori riceveranno adeguato ristoro.

Con un vasto album fotografico, alleghiamo gli interventi del sindaco di Carbonia, Paola Massidda, e del sottosegretario di Stato, Domenico Rossi.

                                         

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Venerdì 24 febbraio presso l’ospedale Sirai di Carbonia verrà celebrata la “Giornata della solidarietà”, in memoria del maggiore Giuseppe La Rosa.

Il maggiore Giuseppe La Rosa, medaglia d’oro al valor militare, caduto in Afghanistan in occasione di un vile attentato terroristico, era di stanza al 3° Reggimento Bersaglieri della sede di Teulada e, come tanti suoi colleghi, frequentava come donatore il Centro Trasfusionale dell’ospedale Sirai di Carbonia.

La giornata celebrativa è stata organizzata dall’associazione nazionale bersaglieri e dall’associazione “Amici del Sirai”, con la collaborazione dell’Avis di Carbonia e il patrocinio dell’ATS Sardegna ASSL 7 di Carbonia.

Alla manifestazione presenzierà il sottosegretario della Difesa, on. Domenico Rossi.

La manifestazione, durante la quale verrà scoperta una targa in memoria del maggiore La Rosa, si svolgerà alle ore 10.15 (l’orario inizialmente era stato fissato alle 9.00, ma è stato poi leggermente posticipato per sopraggiunti problemi correlati al trasporto aereo) presso il Centro trasfusionale del presidio ospedaliero Sirai e, a seguire, presso la sala riunioni “G. Fiorentino” dello stesso ospedale Sirai.

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Venerdì 24 febbraio, il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, parteciperà a due eventi organizzati dall’associazione nazionale dei bersaglieri in memoria della M.O.V.M. Maggiore f. (b) Giuseppe La Rosa, già effettivo al 3° Reggimento bersaglieri.

Gli eventi, in collaborazione con l’Associazione per l’Assistenza Spirituale alle Forze Armate (PASFA), tesi a rafforzare i legami che insistono in Sardegna tra la Comunità Militare, quella Civile e le Associazioni di vario genere, si svolgeranno rispettivamente presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Carbonia, alle ore 8.45, e presso il comune di San Giovanni Suergiu, alle ore 10.30.

 

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I pescatori di Capo Frasca hanno vinto la loro battaglia, 600 lavoratori riceveranno gli indennizzi come tutti gli altri. E’ quanto prevede il protocollo firmato oggi a Palazzo Chigi, che riconosce gli indennizzi agli operatori economici della pesca del Comparto Marittimo di Oristano interessati dagli sgomberi degli specchi d’acqua per le esercitazioni militari del poligono di Capo Frasca.

«L’intesa siglata oggi è un risultato molto importante, viene finalmente garantita equità di trattamento anche ai pescatori di Capo Frasca, circa 600 lavoratori che vedono riconosciuti i loro diritti e potranno beneficiare degli indennizzi esattamente come tutti gli altri» ha commentato il presidente della Regione Francesco Pigliaru.
Erano presenti al tavolo, con il presidente Pigliaru, il sottosegretario del ministero della Difesa Domenico Rossi, il Segretario Generale della Presidenza del Consiglio Paolo Aquilanti ed i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze. «L’azione unita dei pescatori, degli amministratori del territorio, dei rappresentanti politici, la determinazione della Giunta, la capacità di ascolto e la disponibilità alla collaborazione di questo Governo nazionale e del ministero della Difesa, sono tutti gli ingredienti che ci hanno permesso di portare a casa un risultato atteso da ben 17 anni, da quando i primi indennizzi sono stati riconosciuti nel protocollo del 1999. Possiamo ben dirci soddisfatti».
In particolare l’intesa prevede l’erogazione degli indennizzi ai pescatori a decorrere dal 2015 applicando gli stessi criteri utilizzati per le altre Marinerie. Si tiene poi conto delle specificità. Alle Marinerie di Arbus e Terralba e a quelle ormeggiate nel porticciolo di Corru s’Ittiri, infatti, è riconosciuta la stessa specificità delle Marinerie di Teulada e Sant’Anna Arresi: godranno di un indennizzo aggiuntivo poiché sottoposte a maggiori limitazioni. Il protocollo stabilisce che il ministero della Difesa si impegna inoltre a valutare la possibilità di una rideterminazione delle aree di sgombero che consenta, in condizioni di sicurezza, una riduzione del periodo di interdizione alle attività di pesca e navigazione, con la specifica previsione dell’apertura di canali di transito nei momenti in cui le condizioni meteo marine avverse rendessero pericolosa la navigazione per altre vie. Per il tempo strettamente necessario allo svolgimento delle attività esercitative nel Poligono di Capo Frasca saranno adottate Ordinanze temporanee di sgombero.
Queste misure, fortemente richieste dai pescatori e portate dalla Regione al centro della trattativa, consentiranno agli operatori di esercitare la loro attività. Quando ciò non è possibile, saranno riconosciuti gli indennizzi.

Il sottosegretario della Difesa Domenico Rossi.

Il sottosegretario della Difesa Domenico Rossi.

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Su Capo Frasca è polemica tra il governatore della Sardegna e il sottosegretario della Difesa Domenico Rossi. «Il sottosegretario Rossi – dice il presidente Francesco Pigliaru – è bene informato del fatto che lo specifico tavolo di concertazione nato per definire le condizioni e i criteri certi di accesso agli indennizzi per i pescatori di Capo Frasca ha lavorato proficuamente da gennaio a marzo di quest’anno. Il documento tecnico conclusivo, condiviso da Regione, enti locali interessati e associazioni di categoria, è stato inviato a noi, al ministro Pinotti e ai Parlamentari della IV Commissione Difesa per la successiva condivisione politica. Da allora nessuna risposta da parte della Difesa nonostante i nostri numerosi solleciti. La nota del 15 settembre è solo l’ultima di una serie.»

Il presidente della Regione ricorda che il riconoscimento degli indennizzi relativamente alle ordinanze di sgombero a mare lungo la costa di Capo Frasca è contenuto nella risoluzione che è stata approvata il 27 ottobre 2015 all’unanimità dalla IV Commissione Difesa della Camera e che ha ricevuto il parere positivo del Governo.

«Si tratta di una questione di equità e parità di condizioni, come abbiamo ormai molte volte sottolineato, ed è una trattativa specifica, così come quella che concerne l’erogazione dei contributi ai Comuni per il quinquennio 2009-2014, anche in questo caso diritti maturati da tempo e non ancora riconosciuti. Non siamo davanti a generiche richieste di assistenza passiva – aggiunge il presidente Pigliaru -, ma a lavoratori che chiedono la mitigazione delle misure interdittive alla pesca attraverso la revisione delle ordinanze di sgombero, la riperimetrazione delle aree interdette, la bonifica dei fondali dalla presenza di ordigni bellici, la previsione di rotte per garantire i rientri in sicurezza nelle giornate avverse e infine il riconoscimento degli indennizzi per tutte quelle occasioni in cui le attività non possono essere svolte a causa delle attività esercitative. Per quanto riguarda la trattativa complessiva sulla presenza militare in Sardegna, poi, – precisa Pigliaru – la nostra posizione è quella che risale all’Ordine del giorno del Consiglio Regionale di giugno 2014 espressa anche nella Seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari: la Sardegna chiede riequilibrio, cessione di beni non utilizzati, istituzione di monitoraggi ambientali indipendenti, riconversione in senso duale delle attività svolte nei poligoni. Queste posizioni sono da tempo note al Ministro che, per quanto ci risulta, le sta valutando. Rispetto all’accordo su Capo Frasca – conclude il presidente della Regione – noi siamo pronti a siglarlo anche nelle prossime ore.»

Francesco Pigliaru 26

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Stintino - Via Sassari e la chiesa parrocchiale

L’assessore regionale degli Affari generali Gianmario Demuro, è intervenuto a Stintino, alla cerimonia di inaugurazione della mostra “Vita e morte dei prigionieri austroungarici sull’isola dell’Asinara, una crisi umanitaria” allestita nel nuovo Museo della Tonnara.

«La memoria è una ricchezza da coltivare per rafforzare la nostra coscienza civile e il nostro senso di appartenenza alla comunità – ha detto Demuro -. Questa iniziativa ci aiuta a comprendere meglio i fatti avvenuti nell’isola dell’Asinara tra il 1915 e il 1916, un capitolo doloroso della nostra storia.»

Erano presenti il presidente della Repubblica ungherese Janos Ader, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e alcuni rappresentanti del Governo magiaro.

La mostra ricorda il dramma di circa 27mila soldati dell’esercito austro-ungarico giunti in Sardegna, al termine di un lungo e tormentato ponte navale, con lo status di prigionieri. Molti di loro per la fame e le malattie non riuscirono a sopravvivere.

«L’iniziativa, promossa dal comune di Stintino, è un argine contro l’oblio rispetto a un episodio dimenticato della prima guerra mondiale. Recuperare questa memoria di dolori e sofferenze ci aiuta ad affrontare con maggiore consapevolezza il futuro. Rievochiamo una emergenza umanitaria paragonabile al dramma vissuto oggi dai migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere le coste dell’Occidente», ha aggiunto l’assessore Demuro.

L’assessore Demuro ha inoltre sottolineato il coinvolgimento diretto della Sardegna nella Grande Guerra. «La nostra isola ha pagato un tributo pesantissimo a quel conflitto con 13 mila soldati caduti e tantissimi feriti. Tutto questo non va dimenticato e la Giunta di cui faccio parte sostiene in modo convinto tutte le iniziative per rendere vivo il ricordo».

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Domenico Rossi copia

Questa mattina l’Auditorium dell’Istituto Giovanni Maria Angioy di Carbonia, ha ospitato un convegno sul 155° anniversario dell’Unità d’Italia. Il convegno è stato voluto dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), in collaborazione con il comune di Carbonia e l’Istituto Angioy.

I lavori sono stati aperti dal dirigente scolastico Antonietta Cuccheddu e dagli interventi del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e del dirigente dell’ambito scolastico di Cagliari Luca Cancelliere. Sono intervenuti Gianluca Borzoni, rappresentante dell’Università di Cagliari; Marinella Ferrai Cocco Ortu, presidente dell’Istituto Storia del Risorgimento Italiano; il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, e una rappresentanza di studenti.
La banda musicale della Brigata Sassari ha suonato prima e durante la cerimonia. Era presenta anche una rappresentanza dei Bersaglieri in uniforme.

Vediamo ora l’intervista realizzata con il sottosegretario Domenico Rossi, con il quale abbiamo parlato anche di servitù militari e, in particolare, del futuro dei poligoni sardi (ricordiamo che dal 1995 al 1996 il generale Domenico Rossi ha guidato, da colonnello, il 1° Reggimento Corazzato di Teulada). Domani, nel corso del telegiornale, riproporremo l’intervista con l’on. Rossi e le interviste con il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e con il dirigente dell’ambito scolastico di Cagliari. Luca Cancelliere.