28 April, 2024
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L’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari si conferma leader in Sardegna e in Italia nella comunicazione sanitaria social e non solo. La pagina Facebook dell’Aou di Cagliari ha superato i 15.500 fan, mentre l’account Instagram ha ben 4.634 followers.

Numeri da record per un’azienda pubblica, ancora di più per un’azienda sanitaria. «La nostra idea – dice Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Aou di Cagliari – è che i social siano un ambiente importante per creare un rapporto forte con i cittadini. I social non possono essere usati come  i vecchi medium, cioè solo per dare informazioni: la comunicazione social impone un dialogo costante con un continuo feedback e un rapporto che diventa sempre più forte».

I social stanno diventando sempre di più un luogo dove avere informazioni e poter risolvere i problemi in tempi rapidissimi. «I cittadini – dice ancora Fabrizio Meloni – ci chiedono tantissime informazioni tramite messenger e direct: diamo una risposta a tutti e in tempi rapidissimi. Perché è questo che i cittadini oggi chiedono: velocità e puntualità nelle risposte. Abbattendo ogni barriera, temporale e fisica».

Comunicazione social non significa solo essere presenti sulle piattaforme web. «Per noi – prosegue il responsabile Comunicazione e relazioni esterne – essere social significa usare i metodi social anche nella comunicazione tradizionale: ne è un esempio il progetto Pronto Soccorso comunica, con il servizio di accoglienza del Policlinico Duilio Casula organizzato anche con il supporto del corso di laurea di Scienze della comunicazione, in particolare con gli studenti della professoressa Elisabetta Gola. Comunicare con i cittadini – conclude Fabrizio Meloni – significa essere accanto a loro sempre.»

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I sardi da oggi hanno uno strumento in più per combattere il cancro: con un sistema di web conference i medici sono in grado di chiedere in tempo reale un consulto o discutere e analizzare i casi più dubbi e complessi. Insomma, i pazienti non hanno più un solo specialista che li seguirà ma, di fatto, gli oncologi saranno a loro disposizione. Tutto questo con la rete e un’app che ieri è stata inaugurata al Policlinico Duilio Casula: l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari ha messo insieme tutti i reparti della Sardegna, grazie al grande lavoro del direttore di Oncologia Medica, Mario Scartozzi.

«Con questo sistema – spiega il professor Mario Scartozzi – siamo in grado di mettere in connessione tutti i medici e avere al centro delle nostre analisi ogni singolo paziente». Una vera e propria rivoluzione. Al progetto hanno aderito con entusiasmo Daniele Farci (Oncologia Businco-Brotzu), Sergio Pili (direttore sanitario di Carbonia e tra i promotori dell’iniziativa), Antonio Pazzola (direttore della Clinica Oncologica di Sassari), Salvatore Ortu (Olbia), Giuseppina Sarobba (Nuoro) e anche gli ospedali di Oristano, Alghero e Lanusei. All’incontro inaugurale ha partecipato anche Sara Ruggiu dell’assessorato della Sanità.

Ma, in pratica, cosa succederà da oggi? Tramite un’app i medici si collegheranno in conferenza: ogni giorno discuteranno un tipo di tumore diverso e ciascuno presenterà i propri casi, facendo vedere ai colleghi gli esami e le immagini radiologiche. In questo modo tutti porteranno la loro esperienza e, in tempo reale, si deciderà che tipo di protocollo o terapia seguire. Le diagnosi saranno fatte senza perdere giorni preziosi.

«Con questa piattaforma – dice ancora Mario Scartozzi – noi siamo in grado di discutere, ragionare e decidere il trattamento per tutti i nostri pazienti, utilizzando la vasta esperienza delle oncologie sarde». Il sistema è molto intuitivo e semplice e, aggiunge il primario di Oncologia Medica del Policlinico Duilio Casula, «servirà in particolare a ragionare  e aiutare il paziente, ovunque si trovi, nel percorso di cura e guarigione. Inoltre siamo in grado di discutere i casi con esperti nazionali e internazionali che si collegheranno da qualunque parte del mondo».

Grande soddisfazione del direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino. «In Sardegna – dice Giorgio Sorrentino – c’è ottima sanità e questa iniziativa dimostra che davvero l’unione fa la forza: mettiamo insieme tutti gli oncologi per assicurare il meglio ai pazienti». Per il direttore sanitario, Nazareno Pacifico, si tratta «di una vera e propria rivoluzione: l’Aou di Cagliari crede nell’innovazione e nella tecnologia. Noi ci prendiamo cura dei nostri pazienti».

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La chirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari è al vertice nel trattamento delle neoplasie e quindi nella lotta contro il cancro. L’equipe del professor Adolfo Pisanu, direttore della Clinica Chirurgica Generale Laparoscopica e d’Urgenza del Policlinico Duilio Casula, ha eseguito un doppio intervento in simultanea su uno stesso paziente per un tumore al colon e al fegato e non solo ha completamente eliminato il tumore e le metastasi, ma ha anche evitato al paziente un nuovo intervento chirurgico.

«Si stima – spiega Adolfo Pisanu – che dal 15 al 25% dei pazienti con carcinoma del colon-retto presenta alla diagnosi metastasi epatiche fin dall’esordio di malattia. La gestione multidisciplinare del trattamento del carcinoma del colon retto con metastasi epatiche ha rappresentato nel passato un problema complesso. Dal punto di vista tecnico, generalmente si procede a una exeresi sequenziale “staged approach”. In questo caso parliamo di operazione “colon first” perché l’intervento viene fatto in due tempi: prima il colon e poi la resezione epatica. L’ideale è invece il trattamento simultaneo.»

L’equipe del professor Pisanu, inoltre ha eseguito un intervento di tumore al fegato per epatocarcinoma in paziente cirrotico a stretto contatto con la colecisti. In questo caso non era possibile il trattamento  con la radiofrequenza per il rischio di perforazione della colecisti.

Adolfo Pisanu sta dedicando particolare cura agli argomenti relativi alla resezione epatica, tanto che per tutto il 2017 è iscritto “open course” per aggiornamento tecnico e tecnologico presso la Chirurgia Epato-bilio-pancreatica dell’Ospedale Maggiore di Bologna e la Chirurgia Epatica del San Raffaele di Milano.