29 March, 2024
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«Le alleanze delle mie amministrazioni, questo è un fatto, sono state tutte discusse e approvate in federazione… Alle illazioni non rispondo, non avendolo mai fatto neppure con gli avversari». E’ il passaggio più significativo della replica di Tore Cherchi al deputato Emanuele Cani che, in una nota diffusa qualche giorno fa, aveva attaccato pesantemente l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias (suo compagno di partito) di «essersi inserito in maniera tardiva ed inopportuna in una discussione (le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del deputato Francesco Sanna circa le modalità di svolgimento delle elezioni primarie a Domusnovas, e dalla successiva replica dell’assessore al Bilancio del Comune di Domusnovas, Massimo Ventura, ndc), dimostrando di non conoscere i fatti e il modo con cui in questi anni hanno operato i rappresentanti della federazione. Vorrei ricordare a Tore Cherchi – aveva aggiunto Emanuele Cani – che le primarie non sono state organizzate dalla Federazione del Partito Democratico ma dal centro sinistra e che il presidente del seggio di Domusnovas è comunque un esponente del Partito Democratico che bene potrà lavorare in prospettiva con i dirigenti storici locali del Partito Democratico a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per il loro costante impegno in questi anni.» «Tore Cherchi lasci fuori il partito provinciale da questa vicenda – aveva concluso Emanuele Cani – e non si permetta a fare insinuazioni attribuendo responsabilità a chicchessia seguendo metodi obsoleti di becera politica. Se vuole, il partito provinciale è pronto a una discussione approfondita sul tema delle primarie, le ultime e le passate, e sul rispetto delle decisioni in tema di alleanze politiche assunte nelle elezioni locali e sul rapporto del Partito e di alcuni suoi dirigenti con ambienti del centrodestra. Indipendentemente dalla sua volontà mi sento in dovere di promuovere una discussione su questi argomenti. Cosa che farò entro breve tempo.» 

«Considero utile l’apertura di una discussione sul partito nel Sulcis – ha sottolineato nella sua replica Tore Cherchi -. Spero in un dibattito costruttivo. A richiederlo sono innanzitutto i risultati elettorali delle politiche, pessimi seppure archiviati. Su Domusnovas mi è sufficiente l’opinione di un vecchio compagno, minatore a San Giovanni, per sapere dove stia il giusto. Mi tengo quella opinione e sto in quel campo, con Francesco Sanna. Come detto, episodi di malcostume e di segno opposto, si sono verificati anche in queste primarie, come in altre. Questi episodi rischiano di appannare la grande prova di democrazia delle primarie e l’impegno serio di migliaia di partecipanti. Il mio invito alla federazione era ed è per reprimerli comunque, dovunque, sempre e da chiunque siano promossi. In questo senso – ha aggiunto Tore Cherchi – la federazione ha un dovere. La reiterazione significa che non si fa o non facciamo abbastanza e che anzi si tende a considerare una compensazione e non un’aggravante, il fatto che si verifichino da più parti. Questa è la mia posizione, ferma, trasparente e non condizionabile da chicchessia. Conosco la destra solo per il Commissariamento della Provincia anche con una forte e diretta motivazione contro la mia persona e la mia amministrazione che per la destra erano da eliminare dal territorio. Le alleanze delle mie amministrazioni, questo è un fatto, sono state tutte discusse ed approvate in federazione. Lo si faccia sempre e per tutte le situazioni. Contribuirò alle decisioni. Alle illazioni non rispondo non avendolo mai fatto neppure con gli avversari.»

La polemica era stata accesa dal deputato Francesco Sanna che, a seggi ancora aperti, domenica 29 settembre ha diffuso un comunicato stampa nel quale denunciava che «numerose e convergenti segnalazioni riferiscono a Domusnovas di una pesantissima attività di voto organizzato da forze inequivocabilmente estranee al centrosinistra nelle primarie per la candidatura a Presidente della Regione Sardegna. Stanno prendendo parte al voto persone che non lo riconfermeranno nelle elezioni vere, indirizzate da amministratori locali già candidati in liste a sostegno dell’onorevole Cappellacci nella precedente elezione – ha aggiunto Sanna -. Penso che tale fatto non solo disturba e inquina la libera e volontaria espressione democratica dei cittadini di quella comunità, ma altera – qualunque esso sarà – il risultato della consultazione. Per questo – ha concluso Sanna – mi appresto a chiedere agli organi di garanzia delle primarie di bloccare l’attività del seggio e di non procedere allo spoglio delle schede».

A Francesco Sanna aveva replicato Massimo Ventura, assessore al bilancio del Comune di Domusnovas che, dopo aver ribadito l’assoluta regolarità delle operazioni di voto, ha affermato che, ad intaccare lo spirito delle primarie, è stato piuttosto il deputato iglesiente che, dopo aver perso le primarie, è stato ripescato e candidato alla Camera dei deputati dalla Direzione nazionale del partito.

A difesa di Francesco Sanna è quindi intervenuto Tore Cherchi che, dopo aver sottolineato che Francesco Sanna è stato legittimamente candidato al Parlamento dalla Direzione nazionale del partito, ha dichiarato che «reagire al malcostume è un dovere di tutti e in particolare della federazione del Partito Democratico che deve scegliere a Domusnovas e altrove fra l’evidente ambiguità e la sperimentata serietà». Da lì la durissima presa di posizione di Emanuele Cani contro Tore Cherchi e la successiva replica dell’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias.

Per la cronaca, a Domusnovas l’europarlamentare Francesca Barracciu, sostenuta tra gli altri da Francesco Sanna e Tore Cherchi, ha ottenuto 20 voti; il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, sostenuto tra gli altri da Emanuele Cani, ha ottenuto 95 voti.

Le polemiche trovano terreno fertile, lo sottolineiamo ancora una volta, nell’ambiguità del regolamento delle primarie che, all’articolo 7, apre la partecipazione al voto a “tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge” e “ai giovani che, alla data del voto delle primarie, abbiano compiuto il sedicesimo anno di età”e “alle cittadine/i dell’Unione Europea residenti in Sardegna e le cittadine/i di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno e di carta di identità”. E’ evidente che con questo regolamento non si può vietare a nessuno, neppure a quanti abitualmente non votano i partiti del centrosinistra e quindi alle prossime elezioni voteranno partiti e candidati antagonisti del centrosinistra, di partecipare alle primarie; così come lo stesso regolamento apre la strada alle discussioni con la partecipazione al voto delle primarie di giovani minorenni che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che alle prossime elezioni regionali non potranno replicare il voto per le liste dei partiti del centrosinistra. Nel centrosinistra la discussione è sempre accesa tra i sostenitori di questo regolamento e quanti, viceversa, sostengono la tesi di un regolamento che ponga paletti più precisi sulla partecipazione al voto, riservata ai tesserati ai partiti del centrosinistra e ai maggiorenni.

Le primarie del centrosinistra domenica 29 settembre hanno designato l’europarlamentare Francesca Barracciu candidata alla carica di Governatore alle elezioni regionali del 2014 e, a distanza di cinque giorni, non si sono ancora spente le polemiche accese dal deputato Francesco Sanna che, a seggi ancora aperti, domenica ha diffuso un comunicato stampa nel quale denunciava che «numerose e convergenti segnalazioni riferiscono a Domusnovas di una pesantissima attività di voto organizzato da forze inequivocabilmente estranee al centrosinistra nelle primarie per la candidatura a Presidente della Regione Sardegna. Stanno prendendo parte al voto persone che non lo riconfermeranno nelle elezioni vere, indirizzate da amministratori locali già candidati in liste a sostegno dell’onorevole Cappellacci nella precedente elezione – ha aggiunto Sanna -. Penso che tale fatto non solo disturba e inquina la libera e volontaria espressione democratica dei cittadini di quella comunità, ma altera – qualunque esso sarà – il risultato della consultazione. Per questo – ha concluso Sanna – mi appresto a chiedere agli organi di garanzia delle primarie di bloccare l’attività del seggio e di non procedere allo spoglio delle schede».

Sulla vicenda hanno presso posizione altri esponenti del centrosinistra, tra i quali l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, le cui parole hanno scatenato una durissima reazione di Emanuele Cani, deputato e segretario della federazione del Sulcis Iglesiente, compagno di partito di Tore Cherchi.

«Reagire al malcostume è un dovere di tutti e in particolare della federazione del Partito Democratico che deve scegliere a Domusnovas e altrove fra l’evidente ambiguità e la sperimentata serietà.»

«Con questa dichiarazione – tuona Emanuele Cani – Tore Cherchi si inserisce in maniera tardiva e inopportuna in una discussione, dimostrando di non conoscere i fatti e il modo con cui in questi anni hanno operato i rappresentanti della federazione. Vorrei ricordare a Tore Cherchi che le primarie non sono state organizzate dalla Federazione del Partito Democratico ma dal centro sinistra e che il presidente del seggio di Domusnovas è comunque un esponente del Partito Democratico che bene potrà lavorare in prospettiva con i dirigenti storici locali del Partito Democratico a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per il loro costante impegno in questi anni.»

«Tore Cherchi lasci fuori il partito provinciale da questa vicenda – aggiunge Emanuele Cani – e non si permetta a fare insinuazioni attribuendo responsabilità a chicchessia seguendo metodi obsoleti di becera politica. Se vuole, il partito provinciale è pronto a una discussione approfondita sul tema delle primarie, le ultime e le passate, e sul rispetto delle decisioni in tema di alleanze politiche assunte nelle elezioni locali e sul rapporto del Partito e di alcuni suoi dirigenti con ambienti del centrodestra. Indipendentemente dalla sua volontà mi sento in dovere di promuovere una discussione su questi argomenti. Cosa che farò entro breve tempo.»

Le dichiarazioni di Emanuele Cani aprono una lacerazione interna al Partito Democratico che rischia di avere ripercussioni difficilmente prevedibili. Non è la prima volta, come evidenzia lo stesso Emanuele Cani, che le primarie sono motivo di scontro interno e, anziché elemento di unione, rischiano ancora una volta di trasformarsi in motivo di divisione se non addirittura di lacerazione. Martedì scorso, commentando i risultati delle primarie, abbiamo sottolineato che è lo stesso regolamento delle primarie a creare i presupposti per polemiche e divisioni, dal momento che all’articolo 7 apre la partecipazione al voto a “tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge” e “ai giovani che, alla data del voto delle primarie, abbiano compiuto il sedicesimo anno di età” e “alle cittadine/i dell’Unione Europea residenti in Sardegna e le cittadine/i di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno e di carta di identità”.

E’ evidente che con questo regolamento non si può vietare a nessuno, neppure a quanti abitualmente non votano i partiti del centrosinistra e quindi alle prossime elezioni voteranno partiti e candidati antagonisti del centrosinistra, di partecipare alle primarie; così come lo stesso regolamento apre la strada alle discussioni con la partecipazione al voto delle primarie di giovani minorenni che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e che alle prossime elezioni regionali non potranno replicare il voto per le liste dei partiti del centrosinistra. Nel centrosinistra la discussione è sempre accesa tra i sostenitori di questo regolamento e quanti, viceversa, sostengono la tesi di un regolamento che ponga paletti più precisi sulla partecipazione al voto, riservata ai tesserati ai partiti del centrosinistra e ai maggiorenni.

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Gianfranco Ganau

A meno di due settimane dal voto, fissato per la giornata di domenica 29 settembre, continua nel Sulcis la presentazione dei candidati alle primarie del centrosinistra per la carica di Presidente della Regione Sardegna. Dopo Simone Atzeni, 40 anni, candidato proposto dal Partito Socialista Italiano, presentato a San Giovanni Suergiu, e Francesca Barracciu, 47 anni, europarlamentare del Partito Democratico, presentata a Carbonia, un altro candidato proposto dal partito Democratico, Gianfranco Ganau, 58 anni, sindaco di Sassari, verrà presentato mercoledì 18 settembre a Carbonia, nel salone Velio Spano di Via della Vittoria. Tra i principali sostenitori di Gianfranco Ganau, ci sono l’ex senatore Antonello Cabras, da qualche settimana presidente della Fondazione Banco di Sardegna; il deputato Emanuele Cani e il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti. L’inizio della riunione è fissato alle 17.00.

Gli altri due candidati alle primarie sono Roberto Deriu, 44 anni, sindaco di Nuoro e presidente dell’Unione delle Province della Sardegna; e, infine, Andrea Murgia, 42 anni, dottore commercialista impiegato a Bruxelles alla direzione delle Politiche regionali.

 

Emanuele Cani.

Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.

 

Centro Intermodale.

Il Centro Intermodale visto da Monte Sirai.

I problemi legati ai servizi pubblici nei trasporti del Sulcis non finiscono mai. «Le cronache degli ultimi giorni – denuncia Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico – ci raccontano disservizi e disagi per i pendolari che viaggiano dal nostro territorio verso il capoluogo con i mezzi pubblici. Disagi che non sono nuovi ma si registrano da anni e interessano sia il trasporto ferroviario sia quello gommato. Gli scioperi del personale Arst dei giorni scorsi dimostrano quanto poco si sia deciso di investire per migliorare il servizio nel Sulcis. Quanto emerge viaggiando in treno è poi la conferma. Ebbene, la Regione avrebbe dovuto fare il cosiddetto contratto di servizio. Di quelle promesse e di quell’impegno nessuna traccia. Stesso discorso per gli altri interventi che avrebbero dovuto incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici. L’Amministrazione regionale – prosegue Emanuele Cani – probabilmente ha poco a cuore le esigenze di un territorio già  provato da una grave crisi economica e sociale come quello del Sulcis Iglesiente. È necessario che chi amministra dia risposte concrete ai cittadini con interventi ed atti conseguenti. Non è pensabile che si perda altro tempo. Ciò che si può fare in una settimana deve essere fatto, pensando ai problemi dei cittadini che meritano sempre risposte e rispetto. Da subito mi faccio promotore di un’iniziativa  presso il ministero dei Trasporti – conclude il deputato del PD – affinché  intervenga con Trenitalia per trovare soluzioni».

Sede Provincia via MazziniEmanuele Cani.

Il tempo dell’attesa è ampiamente finito ed ora inizia quello delle beffe. Perché il commissariamento delle Province portato avanti dalla Giunta Cappellacci inaugura una nuova fase per i territori periferici rispetto a Cagliari. Quello del progressivo impoverimento di tutto ciò che non sia Cagliaricentrico. Lo sa bene chi ogni giorno vive nei territori “provinciali”.

Il Consiglio regionale e la sua maggioranza, in questi mesi avrebbero dovuto legiferare e trovare una soluzione ai problemi che questo scellerato commissariamento ha creato. Ebbene nessun atto, neppure una proposta, solo danni per le periferie. E gli esempi si sprecano. Primo effetto negativo di questo atto antidemocratico che ha sovvertito il risultato elettorale democratico? Il Sulcis Iglesiente perderà non meno di 400 posti di lavoro; inoltre la soppressione della Provincia avrà un impatto sull’economia del territorio quantificato in circa 80 milioni di euro. Cifre che contribuiranno all’impoverimento di un territorio considerato già la Provincia più povera d’Italia. Non ci sono solo questi aspetti. I casi si sprecano ma vale la pena di indicarne qualche altro, proprio per spiegare meglio quali saranno gli effetti di questo atto antidemocratico sulle persone. Alla soppressione delle Province, per il momento commissariate da un funzionario indicato (e non democraticamente eletto) dal Governatore Cappellacci con un atto (antidemocratico), non è certo corrisposto il trasferimento delle funzioni ai comuni. A questo punto è bene porsi una serie di domande. Chi, una volta sciolte le Province, si occuperà della manutenzione degli edifici scolastici? Chi si occuperà del funzionamento e della ripartizione delle risorse nei territori? Chi si occuperà della manutenzione, sistemazione e messa in sicurezza delle strade provinciali? La Provincia di Cagliari? I Comuni? Altri organismi? E chi, la prossima estate si occuperà del reperimento di risorse economiche per i progetti legati alla Protezione civile e al soccorso a mare? Senza una rappresentanza politica e istituzionale il Sulcis Iglesiente avrà la forza, o forze gli strumenti per far  valere la sua voce?

Gli effetti di questo abbandono dello Stato dai territori ex provinciali non tardano a farsi vedere. Basti pensare che i tribunali saranno cancellati così come altre strutture importanti per un territorio come il Sulcis che ha 130mila abitanti, 30mila disoccupati e si estende in un territorio non certo omogeneo. Eppoi chi si occuperà del Piano Sulcis, la Provincia di Cagliari? O i Comuni che dovranno unirsi in consorzi. Perché con la soppressione della Provincia di Carbonia Iglesias e le altre Province regionali ci sarà un impoverimento, dal punto di vista istituzionale, delle periferie. Tutti i cambiamenti saranno in direzione Cagliaricentrica. È necessario che chi in maniera demagogica e strumentale si è speso perché la Regione e il suo Governatore cancellassero con un atto imperioso e non certo democratico, un risultato elettorale e democratico spieghi agli abitanti delle “periferie sarde” (se rapportate a Cagliari), come saranno affrontati e risolti i problemi delle migliaia di persone che ogni giorno devono districarsi in un territorio che ogni giorno vede perdere in maniera progressiva tutti i servizi. Perché i cittadini vogliono risposte e meritano rispetto.

Emanuele Cani

Deputato Pd

Segretario Pd Carbonia Iglesias

Emanuele Cani.

Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.

Si anima il dibattito sul futuro del Sulcis Iglesiente. Tra i sostenitori del mantenimento del sistema industriale con il rilancio del polo di Portovesme, oggi alle prese con le chiusure di Eurallumina ed Alcoa e le complicate prospettive di rilancio, e i sostenitori di un modello di sviluppo completamente diverso, imperniato sul turismo, si inserisce il deputato del PD Emanuele Cani, con una dichiarazione destinata a far discutere.

«Il Sulcis Iglesiente non ha bisogno di salvatori della patria dell’ultim’ora – sostiene Emanuele Cani -. Pensare di poter vivere di solo turismo, trasformando il territorio in un luogo per il turismo super lusso è quantomeno illusorio. D’altronde è stato indicato bene anche nel piano strategico predisposto dall’ormai ex Provincia che di solo turismo, pur con grande spinta, non si può vivere. E’ quantomeno singolare che si possa pensare ai grandi yacht, alle strutture per benestanti disposti a spendere per caffè a cinque stelle. Prima di esprimere giudizi sulla qualità del carbone, sulla strategicità delle fabbriche, credo sia indispensabile fare un approfondimento. Non si possono esprimere giudizi su situazioni particolari viaggiando con vie generali. Non si vuole il carbone del Sulcis, non si vogliono più le fabbriche. Ma l’alluminio e lo zinco da dove lo dobbiamo prendere? E l’energia come si produce? »

«Credo che, più che per proclami e annunci spot sia necessario, come avveniva in passato – conclude Emanuele Cani – documentarsi in maniera approfondita e circostanziata prima di esprimere giudizi. Le prese di posizione vanno sempre argomentate con supporti scientifici. Altrimenti sono solo parole in libertà pronunciate un giorno qualsiasi di fine estate.»

Porto Flavia.

Porto Flavia.

I siti turistico-minerari dell’Igea restano chiusi i fine settimana e dopo le 15.00. Si tratta di un fatto inaccettabile per una città come Iglesias che, in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando dovrebbe cogliere ogni possibilità per sfruttare al massimo il patrimonio culturale. Non è concepibile che la Regione, azionista dell’Igea, non intervenga per trovare una soluzione a questo problema ed è altrettanto inconcepibile che non ci sia un dialogo, un’interconnessione con il Parco Geominerario.

Come rappresentanti del Pd avvieremo subito un’indagine conoscitiva approfondita, impegnando anche le istituzioni, per conoscere nel dettaglio quanto avviene e, soprattutto, per far sì che si possa trovare una soluzione accettabile in modo da rendere fruibili questi monumenti di valore inestimabile.

Carla Cicilloni Segretario Pd Iglesias

Emanuele Cani Deputato e Segretario Provinciale Pd Carbonia Iglesias

Emanuele Cani.

Emanuele Cani, deputato PD.

Siamo ormai all’emergenza. Per questo motivo serve subito un’azione straordinaria per contrastare le fiamme che ancora una volta hanno colpito in maniera grave la Sardegna. Per contrastare questa piaga è necessaria una forte attività di prevenzione e, soprattutto un intervento dello Stato e della Regione con investimenti e risorse. Non è pensabile né accettabile che ancora oggi si verifichino episodi come quelli che stiamo registrando in questi giorni. E’ necessario programmare per tempo attività di prevenzione e pronto intervento.

Emanuele Cani – Deputato PD

La sede della Provincia in via Mazzini a Carbonia.

La sede della Provincia di Carbonia Iglesias in via Mazzini a Carbonia.

 

Emanuele Cani.

Il deputato del PD Emanuele Cani.

Sette deputati del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione al ministro degli Interni, Angelino Alfano (Popolo della Libertà), primo firmatario Emanuele Cani, sulla legittimità del commissariamento delle Province.

Questo il testo integrale:

«Con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n. 9/E del 10 marzo 2012 sono stati indetti i referendum ai sensi della legge regionale 17.7.57 n. 20 recante “ Norme in materia di referendum popolare regionale”, la consultazione referendaria svoltasi nella giornata del 6 maggio 2012 prevedeva 5 quesiti consultivi e 5 quesiti abrogativi;

successivamente, in esito alla consultazione referendaria, il 25 maggio 2012 il Presidente della Regione Sardegna ha provveduto, con Decreti n. 66, n. 69, n. 71 e n. 73, ad abrogare le norme istitutive delle province di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio e le norme di modifica delle circoscrizioni provinciali;

sempre con Decreto del 25 maggio 2012 n. 65, il presidente della Regione Sardegna ha decretato il risultato del referendum consultivo n. 5 inerente l’abolizione delle quattro province storiche della Sardegna: Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano;

la legge regionale 25 maggio 2012 n.11 recante “Norme sul riordino delle autonomie locali e modifiche alla legge regionale 18 marzo 2011, n.10, ha disposto che “gli organi provinciali in carica assumono in via provvisoria, e sino al 28 febbraio 2013, la gestione delle funzioni amministrative attribuite alle otto province che saranno soppresse all’esito dei referendum svoltisi il 6 maggio 2012 e provvedono alla ricognizione di tutti i rapporti giuridici, dei beni e del personale dipendente ai fini del successivo trasferimento”;

con legge regionale del 27 febbraio 2012 è stata, successivamente, disposta la proroga fino al 30 giugno 2013 dei termini di cui all’articolo 1 della legge regionale 25 maggio 2012 n. 11 fissati  dapprima al 28 febbraio 2013,  è bene precisare che in tale arco temporale non sono sopravvenute delle modifiche in ordine all’assetto delle autonomie locali;

anche dopo il 27 febbraio gli organi regionali in carica non hanno attuato alcun provvedimento volto a modificare l’assetto degli enti locali attualmente vigente, anche se messo in discussione dagli esiti della consultazione referendaria del 6 maggio 2012, fino ad arrivare alla data del 28 giugno 2013 senza una proposta organica di riordino dell’assetto delle autonomie locali; 

nonostante ciò con legge regionale del 28 giugno 2013 n. 15 recante “Disposizioni Transitorie in materia  di riordino delle Province” in particolare con l’articolo 1 comma 3 è stata disposta la nomina di 5 commissari straordinari al fine di assicurare la continuità delle funzioni già svolte dalle province e per predisporre entro sessanta giorni dall’insediamento gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma;

appare utile precisare che la nomina di tali commissari è avvenuta, con delibera della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione Sardegna al di fuori delle vigenti norme relative al commissariamento degli enti locali i cui casi sono previsti e disciplinati dall’art.141 del D.Lgs 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali),  e tra i quali non è contemplato quello della soppressione degli Enti medesimi;

inoltre, l’articolo 1 della legge regionale 28 giugno 2013 n. 15 ha disposto che il Consiglio Regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge medesima provveda ad approvare una proposta di legge costituzionale di riforma organica dell’ordinamento degli Enti Locali, ma ad oggi, trascorsi 18 giorni dall’approvazione di tale norma, non vi è ancora una proposta organica di riordino;

le scelte compiute dall’Amministrazione regionale in particolare la nomina dei 5 commissari per le Province antecedentemente alla scadenza del mandato delle cariche elettive e soprattutto senza che ci fosse una proposta organica di  riordino delle autonomie locali, ad oggi non ancora realizzata, stanno portando ad un grave incertezza nelle attività e nella gestione delle funzioni di competenza degli Enti provinciali anche perché la legge approvata dalla maggioranza regionale non prevede una scadenza temporale per i commissariamenti;

considerato, inoltre che:

i compiti dei commissari sono indicati al comma 3 dell’art. 1 della citata legge 28 giugno 2013 n. 15, laddove si precisa che per “ assicurare la continuità dell’espletamento delle funzioni già svolte dalle province, nelle more dell’approvazione della legge di cui al comma 2, per le province, in relazione alle quali sono stati  proposti  i  quesiti  abrogativi,  di  Carbonia Iglesias,  Medio  Campidano,  Ogliastra  e  Olbia Tempio, soppresse a seguito dei referendum svoltisi il 6 maggio 2012, e del relativo decreto del Presidente  della  Regione  25  maggio  2012 n.  73,  sono  nominati,  con  delibera  della  Giunta Regionale,  su proposta  del Presidente  della  Regione,  commissari straordinari  che  assicurano  la continuità  delle  funzioni  già  svolte  dalle  province  e  predispongono  entro  sessanta  giorni dall’insediamento gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma di cui al comma 2, con particolare riferimento a: 

lo stato di consistenza dei beni immobili e mobili; 

la ricognizione di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi; 

la situazione di bilancio; 

l’elenco dei procedimenti in corso; 

le tabelle organiche, la composizione degli organici, l’elenco del personale per qualifiche e ogni altra indicazione utile a definirne la posizione giuridica.” ;

appare doveroso sottolineare il grave fatto che tale norma disponga la nomina di una figura monocratica che dovrebbe provvedere “all’amministrazione ordinaria dell’ente e garantire  il proseguimento dell’esercizio delle funzioni e  dell’erogazione dei servizi alla data di  entrata in vigore  della  presente  legge,  anche  attraverso  l’affidamento  diretto  ad  organismi  a  totale partecipazione pubblica, nel rispetto della normativa comunitaria”;

tale previsione legislativa stabilisce la totale sostituzione dell’organo politico collegiale democraticamente eletto con soggetti arbitrariamente nominati-:

si chiede di sapere se la nomina dei commissari disposta dalla Giunta Regionale possa essere ritenuta  legittima;

considerata la singolarità della situazione  descritta in premessa,  si chiede di conoscere se, una volta nominati i commissari, si possa e si debba ritenere che il segretario generale della provincia, dipendente del Ministero dell’interno,  continui ad esercitare regolarmente tutte le sue funzioni, compresa quella di direttore generale, laddove conferite, e tutte le altre connesse alla sua figura, tra le quali in particolare l’incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.»

Emanuele Cani.

Il deputato e segretario provinciale PD Emanuele Cani.

Due importanti iniziative sono in programma per lunedì 8 luglio nella sede del Partito Democratico a Carbonia. Alle 16.00 è previsto l’incontro tra il segretario provinciale Pd e deputato Emanuele Cani e i consiglieri provinciali del Centrosinistra e l’esecutivo della Provincia di Carbonia Iglesias.

Alle 18.00 si riunisce la direzione provinciale del Partito, allargata ai segretari di circolo ai parlamentari e consiglieri regionali e ai sindaci del Pd del territorio. Oggetto della discussione il commissariamento delle  province, che in una nota l’on. Cani definisce «l’atto con cui in maniera antidemocratica e diciamo pure fascista, è stato sovvertito un risultato elettorale democratico chiaro e limpido per far spazio a commissari indicati dal potere regionale e non certo dal popolo. Il Pd non si rassegna a subire in maniera succube e silenziosa questi atti».

«I due incontri – aggiunge Emanuele Cani – sono propedeutici alla definizione di una serie di azioni politiche e legali mirate a denunciare questo atto irresponsabile del commissariamento e trovare soluzioni per evitare un caos istituzionale che avrà serie ripercussioni sui cittadini. La nostra azione sarà forte e vigile per evitare che il commissario possa compiere un solo atto politico che spetta invece agli eletti del popolo.»

Ricordiamo che ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri presieduto dall’on. Enrico Letta (PD) ha approvato uno schema di disegno di legge costituzionale per l’abolizione di tutte le Province italiane, che sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata.