22 December, 2025
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E’ stata presentata questa mattina, nella sala riunioni del sito ex minerario di Sa Marchesa, a Nuxis, la terza campagna di scavo archeologico didattico diretta da Riccardo Cicilloni, professore di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con i professori Elisabetta Marini e Vitale Sparacello del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente della medesima Università, che prenderà il via lunedì 5 settembre.

Allo scavo parteciperanno, anche quest’anno, durante tutto il mese di settembre, una trentina di studenti dei Corsi di Laurea in Beni Culturali e Spettacolo, in Archeologia e Storia dell’Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari, ma anche studenti dell’Università di Ferrara, coordinati sul campo dai dottori Marco Cabras e Federico Porcedda, con il supporto dell’antropologa Dr.ssa Fabiana Corcione.

Le attività di scavo e ricerca sono possibili grazie alla concessione di scavo del ministero della Cultura (miC) e ai contributi del comune di Nuxis, della Regione Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e con il supporto tecnico dell’associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna ed Oristano.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti alla nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame e poi del Bronzo effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C. L’obiettivo principale delle indagini di scavo sarà quello di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (prima età del Bronzo), e capire quale ruolo quest’ultima abbia nella formazione della successiva civiltà nuragica.

L’importante sito preistorico della grotta di Acquacadda di Nuxis, frequentato durante l’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di uno scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta professoressa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari. Da queste indagini si ricavò una delle prime datazioni radiocarboniche dell’archeologia sarda, che ha fatto sì che la grotta di Acquacadda sia stata citata in numerose pubblicazioni a carattere nazionale ed internazionale.

Le precedenti campagne di scavo, iniziate nel 2019, hanno permesso il recupero di informazioni di grande interesse scientifico. Nella grande grotta sono stati effettuati vari saggi archeologici, che hanno permesso di individuare resti di un focolare, associato a ceramiche eneolitiche di cultura Monte Claro ed a resti di pasto, di presumibile funzione sacrale, ed una ampia area di dispersione di materiali ceramici frammentati intenzionalmente, associati a resti scheletrici umani ed a preziosi reperti metallici, che sembrano testimoniare una frequentazione della grotta nell’età del Rame (III millennio a.C.) per scopi sacrali e funerari. La campagna di quest’anno mira ad ottenere ulteriori dati per meglio comprendere la complessa situazione.

I risultati degli scavi sinora effettuati sono stati presentati in vari articoli scientifici e interventi nell’ambito di Congressi nazionali ed internazionali.

Tutto il progetto è caratterizzato inoltre dalla collaborazione interdisciplinare tra i dipartimenti di Lettere, Lingue e Beni Culturali e quello di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Cagliari, ma non solo. Sono in corso una serie di analisi archeometriche finalizzate alla ricostruzione della vita delle comunità del tempo. Oltre agli studi sui resti osteologici umani, sono state effettuate analisi archeobotaniche (da parte del dott. Mariano Ucchesu) ed archeozoologiche (da parte dei dottori Alfredo Carannante e Salvatore Chilardi). Sui reperti rinvenuti sono state portate avanti una serie di attività laboratoriali: catalogazione, studio dei reperti ceramici e metallici. Sono inoltre in corso varie analisi geologiche ad opera dei colleghi geologi dell’Università di Cagliari, coordinati dai professori Giovanni De Giudici e Gianluigi Pillola.

Grande importanza viene data alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca, infatti, sono state affiancate altre finalizzate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale. Tutto ciò rientra nella cosiddetta “Terza Missione” dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Stamane abbiamo intervistato il professor Riccardo Cicilloni.

                                  

 

Il 5 settembre, nella grotta di Acquacadda, a Nuxis, prenderà avvio la terza campagna di scavo archeologico didattico diretta da Riccardo Cicilloni, professore di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con i professori Elisabetta Marini e Vitale Sparacello del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente della medesima Università. Allo scavo parteciperanno, anche quest’anno, durante tutto il mese di settembre, una trentina di studenti dei Corsi di Laurea in Beni Culturali e Spettacolo, in Archeologia e Storia dell’Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari, ma anche studenti dell’Università di Ferrara, coordinati sul campo dai Dott.ri Marco Cabras e Federico Porcedda, con il supporto dell’antropologa Dr.ssa Fabiana Corcione.

Le attività di scavo e ricerca sono possibili grazie alla concessione di scavo del ministero della Cultura (miC) e ai contributi del comune di Nuxis, della Regione Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e con il supporto tecnico dell’associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna ed Oristano.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti alla nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame e poi del Bronzo effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C. L’obiettivo principale delle indagini di scavo sarà quello di indagare il passaggio dalla cultura di Monte Claro (età del Rame) a quella di Bonnanaro (prima età del Bronzo), e capire quale ruolo quest’ultima abbia nella formazione della successiva civiltà nuragica.

L’importante sito preistorico della grotta di Acquacadda di Nuxis, frequentato durante l’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di uno scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta professoressa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari. Da queste indagini si ricavò una delle prime datazioni radiocarboniche dell’archeologia sarda, che ha fatto sì che la grotta di Acquacadda sia stata citata in numerose pubblicazioni a carattere nazionale ed internazionale.

Le precedenti campagne di scavo, iniziate nel 2019, hanno permesso il recupero di informazioni di grande interesse scientifico. Nella grande grotta sono stati effettuati vari saggi archeologici, che hanno permesso di individuare resti di un focolare, associato a ceramiche eneolitiche di cultura Monte Claro ed a resti di pasto, di presumibile funzione sacrale, ed una ampia area di dispersione di materiali ceramici frammentati intenzionalmente, associati a resti scheletrici umani ed a preziosi reperti metallici, che sembrano testimoniare una frequentazione della grotta nell’età del Rame (III millennio a.C.) per scopi sacrali e funerari. La campagna di quest’anno mira ad ottenere ulteriori dati per meglio comprendere la complessa situazione.

I risultati degli scavi sinora effettuati sono stati presentati in vari articoli scientifici e interventi nell’ambito di Congressi nazionali ed internazionali.

Tutto il progetto è caratterizzato inoltre dalla collaborazione interdisciplinare tra i dipartimenti di Lettere, Lingue e Beni Culturali e quello di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Cagliari, ma non solo. Sono in corso una serie di analisi archeometriche finalizzate alla ricostruzione della vita delle comunità del tempo. Oltre agli studi sui resti osteologici umani, sono state effettuate analisi archeobotaniche (da parte del dott. Mariano Ucchesu) ed archeozoologiche (da parte dei dottori Alfredo Carannante e Salvatore Chilardi). Sui reperti rinvenuti sono state portate avanti una serie di attività laboratoriali: catalogazione, studio dei reperti ceramici e metallici. Sono inoltre in corso varie analisi geologiche ad opera dei colleghi geologi dell’Università di Cagliari, coordinati dai professori Giovanni De Giudici e Gianluigi Pillola.

Grande importanza viene data alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca, infatti, sono state affiancate altre finalizzate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale. Tutto ciò rientra nella cosiddetta “Terza Missione” dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Sabato 3 settembre, alle 11.00, nel sito geo speleo archeologico «Sa Marchesa» Ex miniera Sa Marchesa – Acquacadda – Nuxis, si terranno la conferenza stampa e l’inaugurazione delle attività.

Gli interventi previsti.

Saluti delle autorità regionali e provinciali;

– Romeo Ghilleri, sindaco di Nuxis;

– Giovanna Pietra, funzionario archeologo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e per le Province di Sud Sardegna e Oristano;

– Marco Giuman, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Cagliari;

– Riccardo Cicilloni, Università di Cagliari, direttore scientifico dello scavo archeologico presso la Grotta di Acquacadda;

– Roberto Curreli, presidente Associazione Speleo-Club Nuxis;

– Marco Cabras, archeologo;

– Federico Porcedda, archeologo.

 

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Si è svolto ieri, 15 aprile, giornata mondiale dell’arte, il primo seminario digitale su uno dei patrimoni UNESCO della Sardegna: Su Nuraxi – Barumini. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo sardo dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO (AIGU) in collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “D. Panedda” di Olbia e rientra all’interno del progetto EDU.

In un momento in cui le attività didattiche e culturali sono fortemente limitate a causa dell’emergenza Covid-19, il webinar ha cercato di rispondere a varie esigenze formative configurandosi come un viaggio conoscitivo virtuale. Facendo un passo indietro nel tempo, lungo 3500 anni, si è andati a raccontare uno dei siti archeologici più suggestivi dell’Isola: l’area archeologica di Su Nuraxi di Barumini.

Sono stati circa 80 i partecipanti, tra gli studenti dell’Istituto Panedda di Olbia ed alcuni loro coetanei del Liceo Statale Dettori di Cagliari – guidato dal dirigente scolastico Roberto Pianta – che hanno ascoltato gli interventi di rappresentanti degli enti pubblici e privati in merito al valore archeologico del sito portato alla luce durante gli scavi condotti dall’archeologo Giovanni Lilliu, tra il 1950 e il 1957. Il primo relatore Giovanni Maria Mutzu, dirigente scolastico ITCS D. Panedda Olbia, ha aperto l’appuntamento con una premessa relativa all’importanza del legame tra la cultura e il territorio. I rappresentanti degli uffici periferici del MiBACT hanno illustrato agli studenti il ruolo del ministero dei Beni e le attività culturali e per il turismo in relazione al sito UNESCO: Manuela Puddu della Direzione Regionale Musei Sardegna, direttrice dell’area archeologica di Su Nuraxi, ha ripercorso la storia del nuraghe e presentato l’attività di valorizzazione del sito, mentre Chiara Pilo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ha parlato della tutela e della conservazione. Francesca Carrada ha illustrato la missione istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna in riferimento al patrimonio culturale materiale e immateriale riconosciuto dall’UNESCO. Ha concluso il seminario la Fondazione Barumini con il presidente del CdA Salvatore Bellisai il quale ha spiegato come il nuovo modello gestionale della Fondazione abbia permesso di ottimizzare la gestione, la valorizzazione e la promozione dell’area. Negli anni sono state ampliate le attività con la nascita del Polo Museale di Casa Zapata (2007), il Centro di comunicazione e promozione del patrimonio culturale titolato a Giovanni Lilliu (2008) e la scuola di restauro (2010). Oltre le attività di tutela, conservazione, accoglienza e visita guidata ai siti, l’offerta culturale si è arricchita attraverso la realizzazione di mostre, eventi, laboratori didattici, ricerche e differenti attività di promozione turistica a livello regionale, nazionale ed internazionale. Questi aspetti sono stati approfonditi da Caterina Lilliu, membro del CdA Fondazione Barumini e referente per le attività museali, insieme al coordinatore scientifico Giorgio Murru. Dal 2006 in cui si registravano circa 70.000 presenze si è passati nel 2019 a 160.000 presenze registrate nelle tre strutture gestite dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura.

I rappresentanti regionali AIGU Sardegna, Federico Porcedda e Gianfranco Sanna, hanno chiuso il webinar ringraziando tutti i relatori e studenti partecipanti e considerato il successo dell’iniziativa si valuterà il proseguimento di attività di divulgazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale attraverso il format digitale.

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Il 31 gennaio a Serri (Sud Sardegna) si conclude la prima edizione del progetto “Archeosperimentando”, festival dedicato all’archeologia sperimentale e alla divulgazione della scienza archeologica.

Il progetto, svoltosi nel mese di settembre, è stato teatro di numerose iniziative di tipo culturale, racchiuse nella manifestazione chiamata “Archeosperimentando”. L’amministrazione comunale, con il contributo della Fondazione di Sardegna, ha portato avanti le sue politiche di valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale locale, in particolare l’archeologia, insieme alla promozione del santuario Nuragico di Santa Vittoria di Serri, gestita dalla cooperativa Acropoli Nuragica.

Da anni, infatti, l’Amministrazione comunale serrese ha puntato sull’archeologia quale catalizzatore e diffusore non solo culturale, ma anche e soprattutto economico. La convinzione è quella, infatti, di un paese che possa vivere grazie al turismo, contribuendo così alla crescita di tutto il territorio.

Il 31 gennaio, in occasione della chiusura del progetto, sarà presentato al pubblico il cortometraggio Bias de trigu – Un viaggio tra storia e tradizione, con la regia di Fabio Ortu – Terra del Punt e con la collaborazione scientifica di Federico Porcedda, Samuele Antonio Gaviano, Giovanna Fundoni, Luca Doro, Claudio Bulla, Valeria Congiatu, Riccardo Cicilloni, Juan Antonio Camara Serrano, Liliana Spanedda, Massimo Casagrande, Gianfranca Salis e Chiara Pilo.

Alla realizzazione del cortometraggio hanno partecipato anche i volontari del Servizio Civile del comune di Serri, un gruppo di massaie locali del CAS (Centro di Aggregazione Sociale) e gli archeologi del laboratorio RIPAM dell’Università di Sassari.

Il corto racconta il pane nella storia di Serri e della Sardegna. Un lavoro di valorizzazione, ricerca e riscoperta di tradizioni che hanno basi millenarie. La coltivazione del grano e la lavorazione del pane, dal periodo nuragico alle tradizioni di un passato recente. Un piccolo centro dell’isola che si racconta, si raccoglie e unisce attorno alla propria terra ed alla propria storia contadina. Un progetto di ricerca scientifica ed archeologica che scopre e dimostra come la lavorazione del grano e la panificazione fosse sapere comune per la civiltà nuragica.

Il cortometraggio, inoltre, verrà presentato durante il Firenze Archeofilm, Festival internazionale del cinema di archeologia, arte ed ambiente. Il festival è organizzato dalla rivista, edita da Giunti, Archeologia viva e si svolgerà dall’11 al 15 marzo.

Archeosperimentando è stato ideato e promosso dal Comune di Serri, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio RIPAM (Ricerche Integrate di Protostoria e Archeometallurgia della Sardegna) e l’associazione Sicut Erat; non mancano i preziosi contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Università degli Studi di Cagliari e Sassari, nonché dell’Universidad de Granada, dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale (in corso a Serri per il secondo anno), della Comunità Montana Barbagia di Seulo, del Laboratorio di Archeologia del Paesaggio (LArP) dell’Università degli Studi di Cagliari, del Consorzio Turistico dei Laghi e della cooperativa L’acropoli nuragica, che gestisce l’area archeologica di Santa Vittoria a Serri.

Il programma dell’evento, oltre alla conferenza di chiusura del progetto Archeosperimentando, prevede la presentazione ufficiale delle attività culturali che avranno luogo in occasione del 250° anniversario della costruzione della chiesa di Sant’Antonio. Al termine verrà inaugurato il nuovo diorama del pozzo sacro di Santa Vittoria, che sarà esposto nelle strutture comunali.

«La valorizzazione del patrimonio culturale passa anche attraverso un’attenta attività di divulgazione scientifica – ha detto il sindaco di Serri, Samuele Gaviano -. Il progetto Archeosperimentando sviluppato a Serri in questi mesi ha coinvolto attivamente studiosi e appassionati di archeologia, ragazzi e adulti in differenti attività, e si conclude con il cortometraggio, un lavoro accurato sulla storia del grano che coniuga attività di studio e promozione. Un modo anche questo per trasmettere alle future generazioni i valori identitari e culturali del nostro paese.»

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Dopo la prima campagna di scavo svoltasi a Nuxis, presso la grotta di Acquacadda, diretta dal professor Riccardo Cicilloni, docente e ricercatore di Preistoria e Protostoria presso il dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con la prof.ssa Elisabetta Marini del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, è iniziata una vera e propria operazione culturale. Grazie all’apertura dello scavo al pubblico e alla chiusura dello stesso durante i mesi invernali, è stato deciso di raccontare la prima campagna di scavo attraverso una mostra fotografica dal titolo “Dig in Acquacadda – Racconto per immagini della prima campagna di scavo”.

La mostra fotografica amplifica ancora di più l’attività di divulgazione e accessibilità del dato scientifico: «Grazie alla mostra fotografica sarà possibile, anche per chi non può accedere alla grotta, vedere e apprezzare quanto fatto durante il mese di settembre scorso», dichiarano i curatori Federico Porcedda, Marco Cabras e Riccardo Cicilloni.

La mostra verrà inaugurata venerdì 20 dicembre, alle ore 18.00, per l’occasione presso la grotta di Acquacadda. L’esposizione sarà itinerante.

Grande importanza si sta dando alla comunicazione. Alle attività di studio e ricerca infatti si stanno affiancando attività legate alla divulgazione dei risultati e ad una maggiore conoscenza del dato scientifico, attraverso una serie di iniziative online e offline: social network, scavo aperto al pubblico, seminari e attività con la comunità locale.

Tutto ciò rientra nella cosiddetta Terza Missione dell’Università di Cagliari, la quale si pone come obiettivi quelli di favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società.

Le attività di scavo e ricerca sono state rese possibili grazie alla concessione di scavo da parte del MIBAC – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e si sono svolte con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e del Comune di Nuxis, con il supporto tecnico dell’Associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e per le Province di Oristano e Sud Sardegna. Le operazioni di scavo sono previste anche per le annualità 2020 e 2021, mentre le attività di ricerca e analisi dei dati di scavo sono in corso in queste settimane.

Il sito preistorico della grotta di Acquacadda (o Grotta de Su Montixeddu), frequentato a scopo funerario almeno dall’età del Rame, è già noto in letteratura in quanto negli anni ’60 del secolo scorso fu oggetto di un primo saggio di scavo, ancora praticamente inedito, condotto dalla compianta prof.ssa Maria Luisa Ferrarese Ceruti, afferente allora all’Università di Cagliari.

La ricerca ricade nell’ambito di un progetto più ampio, portato avanti dalla Cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, mirante all’investigazione delle fasi preistoriche antecedenti la nascita della civiltà nuragica, con particolare riferimento alle attività di estrazione dei metalli ed alle attività metallurgiche che le popolazioni dell’età del Rame, e poi del Bronzo, effettuarono a partire dall’inizio del III millennio a.C.

La manifestazione e la mostra sono state realizzate grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del turismo, artigianato e commercio.

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È andata in onda ieri sera, in prima serata su Rai 1, la puntata de “I soliti ignoti – il ritorno”, dove ha partecipato l’archeologo Marco Cabras, in rappresentanza del team di scavo della Grotta di Acquacadda.

L’archeologo cagliaritano, 36 anni, ha partecipato al programma come identità “esploratore di grotte preistoriche” e subito dopo la rivelazione dell’identità ha avuto modo di parlare brevemente dello scavo della Grotta di Acquacadda – Nuxis.

«È stato un momento giocoso, insolito per chi opera nel nostro ambiente, al quale ci siamo prestati con prudenza ma volentieri. Voglio ringraziare i miei colleghi per avermi supportato in questa esperienza – afferma Marco Cabras -. La produzione di un programma televisivo così complesso, il dietro le quinte, l’organizzazione ed il lavoro di squadra, per molti aspetti si somiglia a quello affronta che il team di uno scavo archeologico. È un’esperienza, al di là del lato ludico del programma, che ho accettato di fare anche per vivere in prima persona una produzione di altissimo livello.»

Continua così il lavoro di promozione delle attività di archeologia pubblica intraprese dal team, coordinato dal prof. Riccardo Cicilloni e dai suoi collaboratori, Federico Porcedda e lo stesso Marco Cabras, negli ultimi mesi. «Sicuramente un modo per condividere e far conoscere lo splendido scenario naturalistico, geologico, storico ed archeologico della Grotta di Acquacadda di Nuxis e portarla al di fuori della nostra isola», commenta il gruppo.

Le attività dell’area di “Sa Marchesa” sono gestite dallo Speleo Cub Nuxis.

Lo scavo della grotta di Acquacadda è stato possibile grazie ai finanziamenti della Regione Sardegna, del Parco Geominerario e del comune di Nuxis, con il supporto logistico dello Speleo Club Nuxis.

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Il comune di Serri ha ricevuto il Premio nazionale Bandiera Verde agricoltura 2019. Nella sala della Protomoteca del Campidoglio, a Roma, erano presenti il sindaco Samuele Gaviano e l’assessore della Cultura Federico Porcedda.

Serri è stato l’unico comune Italiano a ricevere il rinnovo del riconoscimento legato alle buone pratiche sulla valorizzazione del paesaggio, la salvaguardia dell’ambiente e delle antiche tradizioni, la promozione culturale, la tutela delle attività agricole e dei prodotti tipici.

Il comune di Serri aveva ricevuto il premio anche nel 2016 e la commissione ha ritenuto meritevole di rinnovo per le iniziative portate avanti in questi tre anni.

«Abbiamo dedicato il premio agli amministratori comunali, attuali ed ex, e a tutti i compaesani che collaborano in attività di valorizzazione e promozione – ha detto il sindaco, Samuele Gaviano -. Diverse sono le iniziative portate avanti in questi ultimi anni: la caratterizzazione ambientale nel Santuario nuragico di Santa Vittoria, il progetto di recupero dei muretti a secco patrimonio UNESCO, il piano d’azione per le energie sostenibili, il marchio De.CO, il piano particolareggiato del centro storico, gli scavi archeologici e tanto ancora.»

 

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Si conclude domani, nella miniera di Sa Marchesa, a Nuxis, la prima campagna di scavi nella grotta di Aacquacadda (nota anche grotta di Su Montixeddu). Ieri, la sala convegni di Sa Marchesa, ha ospitato un incontro di chiusura della campagna, caratterizzato da due relazioni. La prima è stata curata da Sabrina Cisci, responsabile per il Sulcis Iglesiente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, sul tema “Il Sulcis in età tardoantica”; la seconda è stata svolta dagli archeologi dell’Università di Cagliari Riccardo Cicilloni, Elisabetta Marini, Marco Cabras e Federico Porcedda, che hanno presentato i primi risultati della campagna di scavi. Al termine dei lavori, abbiamo intervistato il professor Riccardo Cicilloni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias ed il presidente dello Speleo Club di Nuxis, Roberto Curreli.

               

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Nuovo appuntamento con gli incontri di archeologia alla Grotta di Acquacadda – Cinquant’anni di ricerche nel Sulcis Iglesiente, mercoledì 25 settembre, dalle ore 18.00. La serata verrà aperta da Sabrina Cisci, responsabile per il Sulcis Iglesiente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, con una relazione sul tema “Il Sulcis in età tardoantica”. Seguirà una relazione degli archeologi dell’Università di Cagliari Riccardo Cicilloni, Elisabetta Marini, Marco Cabras e Federico Porcedda, che presenteranno i primi risultati della campagna di scavi 2019 presso la Grotta di Acquacadda, nel sito Geo Speleo Archeologico di Sa Marchesa.

   

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Prenderà il via domani, 2 settembre, a Nuxis, presso la grotta di Acquacadda, la prima campagna di scavo archeologico diretta dal professor Riccardo Cicilloni, docente e ricercatore di Preistoria e Protostoria presso il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari in collaborazione con la prof.ssa Elisabetta Marini del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Lo scavo si svolgerà per tutto il mese di settembre.

Le attività di scavo e ricerca sono state rese possibili grazie alla concessione di scavo da parte del MIBAC – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e si svolgeranno con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e del comune di Nuxis, con il supporto tecnico dell’Associazione Speleo Club Nuxis, che gestisce l’area, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e per le Province di Oristano e Sud Sardegna.

Le attività sono state presentate ed inaugurate ieri, nel corso di una conferenza svoltasi presso il sito geo speleo archeologico «Sa Marchesa», alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Piero Andrea Deias, sindaco di Nuxis; Roberto Frongia, assessore regionale dei Lavori pubblici; Michele Ennas, consigliere regionale; Alberto Zonchello, segretario particolare dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione; Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna; Giampiero Pinna, presidente della Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara; Riccardo Cicilloni, Università di Cagliari, direttore scientifico dello scavo archeologico presso la Grotta di Acquacadda; Elisabetta Marini, Università di Cagliari, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente; Salvatore Buschettu, presidente Federazione Speleologica Sarda; Roberto Curreli, presidente Associazione Speleo-Club Nuxis; Marco Cabras, archeologo; Federico Porcedda, archeologo; Antonello Pilloni, presidente della Cantina di Santadi ed ex sindaco di Nuxis per alcuni decenni.

Vediamo l’intervento del direttore scientifico della campagna di scavo, Riccardo Cicilloni.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220244646974280/