28 April, 2024
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I Riformatori sardi, da tempo sostenitori della necessità di riformare la sanità sarda con l’istituzione di un’unica azienda, sottolineano con soddisfazione il percorso intrapreso dalla Giunta Pigliaru verso questo obiettivo.

«La Asl unica – hanno detto oggi il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, il capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, e il coordinatore regionale del Centro studi Franco Meloni – è l’unico vero modo di riformare sul serio la sanità sarda ed è per questo che da sempre siamo su questa linea. Siamo felici che si cominci a parlarne sul serio.»

«Ne avevamo discusso – ha spiegato Michele Cossa – anche con Pigliaru  nel faccia a faccia pubblico che avevamo fatto con lui pochi mesi dopo le elezioni: il presidente della Regione ne aveva subito apprezzato la concretezza. Le autorevoli prese di posizione di questi giorni e di queste ore vanno finalmente in questa direzione e non possiamo che esserne felici. La nostra proposta di legge è ancora in commissione sanità del Consiglio regionale che attende di essere calendarizzata: ci auguriamo che adesso se ne possa discutere davvero anche nelle sedi istituzionali.»

«Da criticare – dice il capogruppo Attilio Dedoni – la posizione dell’assessore Arru che, intervistato dalle tv pochi istanti dopo l’intervento del presidente del Consiglio regionale che ha aperto sulla Asl unica, ha detto che non era il caso di parlarne. Invece bisogna parlarne urgentemente.»

Ospedale Brotzu Cagliari2

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Domani, giovedì 22 ottobre 2015, alle 18.30, nella nuova sede dei Riformatori sardi in viale Sant’Ignazio 30, a Cagliari, si terrà un’assemblea degli amministratori comunali sulla riforma degli enti locali e sul piano di razionalizzazione della rete ospedaliera predisposto dalla Giunta regionale, in discussione in commissione Sanità del Consiglio regionale.

In particolare sulla sanità, a introdurre la discussione sarà il libro bianco predisposto dal Centro studi del partito, coordinato da Franco Meloni, che mette a nudo  tutti i limiti di un piano mal fatto, confusionario e contraddittorio.

Sulla riforma degli enti locali, invece, la posizione del partito è fortemente critica. Secondo i Riformatori l’unica cosa da fare è quella che hanno suggerito i sardi con i referendum di tre anni fa: abolizione totale delle Province e il trasferimento delle competenze a Regione e Comuni.

Sede ex Provincia 8

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«Siamo stati tra i pochi a non contestare apertamente la Giunta dopo il varo della Rete Ospedaliera nelle scorse settimane, dicendo anzi che apprezzavamo lo sforzo di regolazione del sistema e di ottimizzazione nell’uso delle risorse. Adesso che abbiamo visto il provvedimento, e lo stiamo ancora esaminando e soppesando visto che definirlo fluviale è un eufemismo, dobbiamo dire che ne siamo abbastanza delusi. Intanto, va ben aldilà di una semplice redistribuzione di posti letto, come una rete ospedaliera dovrebbe essere, ma investe aree che sarebbero di pertinenza di un Piano sanitario regionale. Questo fa una grande differenza perché il primo va semplicemente in commissione, il secondo deve essere adottato dal Consiglio.»

Lo dice il coordinatore del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni.

«Detto questo – aggiunge l’ex direttore generale dell’Azienda Brotzu di Cagliari ed ex consigliere regionale – bisogna dire che il provvedimento appare improntato a caratteri di assoluta arbitrarietà mentre si cerca di far sembrare tutto matematico o almeno legato a standards più o meno condivisi. Non è così, le scelte politiche ci sono, legittime ma politiche: traspare qua e la che si vuole accontentare qualcuno o qualche territorio mentre altri sono trattati letteralmente a pesci in faccia, vedi San Gavino in un caso e Iglesias o Alghero nel secondo. Molte altre scelte appaiono arbitrarie o comunque non giustificate : perché – giusto per fare un esempio – Nuoro diventa I livello “rinforzato” e Oristano no?

Eppure la vicinanza di Olbia, che avrà pure il Mater Olbia con le superspecialità, e gli ambiti di popolazione farebbero pensare al contrario: intendiamoci, non abbiamo nulla contro Nuoro ma ci piacerebbe- sempre per esempio – che anche Oristano fosse trattata come merita ma qui pare che la presenza in Giunta di autorevoli esponenti di Nuoro o direttamente o per interposta persona, abbiano fatto pendere la bilancia da una parte, e questo non è né giusto né accettabile. Ma nel complesso il provvedimento appare modesto sotto il profilo culturale nonostante i paroloni in dosi massicce e, soprattutto, timido: poche scelte, quasi tutte nella direzione di accontentare il più possibile interessi ben ravvisabili sullo sfondo, e la evidente tendenza cambiare definizioni e terminologia ma a lasciare sostanzialmente tutto com’era.»

«Difficile che da questa cosa confusa vengano fuori le centinaia di milioni di euro di risparmi che, secondo la maggioranza attuale di centro sinistra, si sarebbero facilmente recuperati una volta fatti fuori i direttori nominati dal centrodestra. E, infatti, il primo provvedimento incisivo è il blocco delle assunzioni – conclude Franco Meloni –, altro che razionalizzazione, meglio chiamarli con il loro nome, tagli.»

Franco Meloni copia

I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge per il riordino degli Enti locali. Il trasferimento alla Regione delle funzioni e del patrimonio delle quattro province abolite dal referendum del 2012 (Olbia Tempio, Carbonia Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra); un piano (entro sei mesi) della Giunta per il trasferimento ai Comuni o ad altri enti pubblici delle funzioni e delle relative risorse umane e finanziarie; mantenimento in regime commissariale delle quattro province storiche (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano) fino alla definitiva approvazione della modifica costituzionale all’esame del Parlamento.

E’ questa la proposta di riordino degli Enti locali che i Riformatori contrappongono al disegno di legge della Giunta (in discussione nella Prima commissione) e che il coordinatore Michele Cossa, ha definito “paludoso”, “incerto nei tempi” e “pericoloso” perché rischia di moltiplicare apparati e organismi. «Addirittura – ha detto Cossa – davanti alla proposta inemendabile della Giunta, affermiamo che è meglio tenersi le otto province piuttosto che ritrovarci con decine di Unioni di Comuni».

Il disegno di legge dei Riformatori, redatto in collaborazione con l’ufficio studi del partito, rappresentato, nel corso dell’incontro di questa mattina con la stampa, dagli ex consiglieri regionali Franco Meloni e Franco Pisano e dal già assessore del Turismo, Roberto Frongia, si compone di soli 4 articoli, il terzo dei quali norma la delicata questione del personale in carico agli enti intermedi. Si prevede, dunque,  il trasferimento del personale delle amministrazioni provinciali alla Regione, garantendo il mantenimento della posizione giuridica ed economica. Il costo che ne deriverebbe per le casse regionali – così è scritto nel testo di legge – andrebbe in detrazione dal fondo unico degli Enti locali.

Sede Provincia via Mazzini Sede Provincia Medio Campidano 1 copia

Ospedale Brotzu Cagliari 4

I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge per l’introduzione del “codice ictus” nel sistema sanitario regionale.

«L’introduzione del codice ictus – ha detto il consigliere regionale Luigi Crisponi – è una proposta importantissima che potrebbe salvare molte vite; già 5 Regioni hanno introdotto questa nuova procedura nei rispettivi servizi sanitari e deve farlo anche la Sardegna. Con questa proposta di legge i Riformatori sardi intendono dare una risposta più appropriata ed efficace ai 3200 casi di ictus che si verificano in Sardegna e che, finora, vengono trattati presso i punti di Pronto Soccorso mentre sarebbe necessario attivare, attraverso l’introduzione del nuovo codice, una corsia preferenziale.»

Il potenziamento delle 3 Stroke Units (i centri specialistici) presenti sul territorio regionale al Brotzu di Cagliari, al San Francesco di Nuoro ed al Santissima Annunziata di Sassari sarebbe inoltre, secondo il presidente del Centro studi dei Riformatori Franco Meloni, «fondamentale non solo per ridurre ove possibile i casi di morte ma anche per prevenire le gravissime invalidità che accompagnano le fasi successive all’ictus; nella sanità moderna si va affermando un modello di trattamento orizzontale dell’ictus in cui gli specialisti delle Stroke Units operano al fianco di quelli che seguono le varie tipologie di riabilitazione».

«Si tratta – ha sottolineato il consigliere regionale Michele Cossa – di dare una risposta nuova a esigenze particolarmente complesse, intervenendo sia sulla sopravvivenza che sulla riabilitazione; non molto tempo fa il Consiglio regionale ha approvato l’introduzione del codice rosa con effetti pratici molto modesti e, onestamente, la  proposta che sottoponiamo all’attenzione del Consiglio regionale ci pare  molto più concreta. La nostra idea è quella di trasformare questa proposta di legge in un emendamento alla prossima riforma sanitaria che speriamo arrivi in Aula al più presto.»

«Nel quadro di un ragionamento più ampio sulla sanità in Sardegna – ha concluso il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni – crediamo sia molto più utile mettere al centro i problemi dei cittadini-utenti piuttosto, come in questo caso, che proseguire con i commissariamenti; la politica è in grave ritardo ed il sistema sanitario sardo ha bisogno di interventi radicali, di risposte vere e serie in grado di restituire funzionalità ad un servizio essenziale per la comunità regionale.»

I Riformatori del Sulcis Iglesiente organizzano un incontro/confronto sul tema “Bonifiche e sviluppo”.

L’iniziativa si terrà venerdì 6 marzo 2015 con inizio alle ore 17,15 presso la sala convegni della Sotacarbo S.P.A. in località Grande Miniera di Serbariu a Carbonia.

I lavori verranno aperti, alle 17.30, dalla relazione del prof. Giovanni De Giudici, docente del dipartimento di scienze chimiche e geologiche dell’università di Cagliari, sul tema “Bonifiche ambientali e sviluppo, le competenze della ricerca scientifica , gestione del territorio ed innovazione”.

Alle 18,15 sono previsti gli interventi del presidente del Consorzio industriale del Sulcis Iglesiente, Giorgio Alimonda; del sindaco di Narcao, Gianfranco Tunis; del presidente del Centro studi Riformatori Sardi, Franco Meloni.

Seguiranno il dibattito e, alle 19,45, le conclusioni del coordinatore regionale dei Riformatori Sardi, Michele Cossa.

I lavori verranno moderati dal leader dei Riformatori Sardi, Massimo Fantola.Massimo Fantola 1 copia

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A Cagliari si riparla del progetto Betile, lanciato qualche anno fa dalla Giunta Soru e poi accantonato, e i Riformatori sardi intervengono per esprimere la loro posizione.

«Fa piacere che il centrosinistra comunale esca dal torpore della normale amministrazione dei marciapiedi per pensare finalmente allo sviluppo – scrivono in una nota Giorgio Angius consigliere comunale, Noemi Migliavacca, coordinatrice cittadina e Franco Meloni, presidente del Centro Studi Riformatori Sardi -. Certo queste iniziative ad un anno dalle elezioni fanno pensare più ad una boutade da campagna elettorale, piuttosto che ad una effettiva volontà di cambiamento, ma facciamo finta di niente.

I Riformatori sardi sono più che d’accordo sull’opportunità di realizzare a Cagliari un grande museo che possa ospitare manufatti d’arte sarda di ogni periodo, ma anche d’arte moderna di qualsiasi parte del mondo. Se ne gioverebbe la città e la Sardegna come punto di riferimento culturale di formazione per i sardi, ma anche e soprattutto come volano per allungare la stagione e completare l’offerta turistica.

La conduzione di un grande museo non è banale e ha senso affidarsi a grandi gruppi, così come potrebbe essere sufficiente selezionare un direttore artistico di valore internazionale. Naturalmente se si pensa alle sceneggiate che hanno caratterizzato la scelta dei sovrintendenti dell’Ente lirico di Cagliari, non possiamo che augurarci che questo centrosinistra si tenga lontano da questo campo.»

Due punti essenziali sembrano però non sfiorare i nuovi fautori del Betile – fanno notare i Riformatori sardi: 

«1. l’aspetto economico. Parlano di 90 milioni di euro come se fosse niente. Ne basterebbero un paio per sistemare alla grande uno dei cento grandi edifici abbandonati della città, anche attraverso un recupero di fabbricati che possa consentire soluzioni architettoniche di prestigio. Il mondo è pieno di architetture avvenieristiche di archistar di moda, ormai esse stesse diventate “non luoghi”. Un recupero di qualità consentirebbe di coniugare l’identità di edifici unici della nostra città con la creatività di nuove soluzioni funzionali ed estetiche.

2. la realizzazione di nuovi metri cubi di cemento in riva al mare. Se non è necessario, perchè continuare a costruire in aree che ovunque in Sardegna si sta cercando di tutelare? Non erano a sinistra i difensori più intransigenti delle coste.

Possiamo dare dei suggerimenti? Il capannone Nervi è un esempio di architettura del Novecento e si presterebbe perfettamente per la posizione e per gli elementi al contorno ad un recupero che lo metta in relazione sia con la città, che con il mare, magari attraverso elementi aggiuntivi che ne possano accrescere la capacità. La caserma Ederle rivissuta come città della cultura, sull’esempio dell’Arsenale di Venezia, diventerebbe un esempio di riconversione per le centinaia di aree militari in via di dismissione in Italia.»

Manifestazione, domani mattina, alle 10.30, organizzata dai Riformatori sardi, di fronte ai cancelli della Saras, a Sarroch. Saranno presenti il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa; il presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu; il presidente dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni; il consigliere regionale Luigi Crisponi; il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni; l’avvocato Roberto Frongia. L’obiettivo è convincere la Giunta regionale a fare la sua parte nella vertenza sulle accise.

Saras di notte copia

Franco Meloni copia

«È sempre antipatico dire io l’avevo detto” ma quando ci vuole ci vuole. E noi Riformatori sardi l’avevamo proprio detto che la Giunta regionale stava sbagliando approccio con un Governo che certamente non aveva a cuore gli interessi della Sardegna, almeno non particolarmente. Ora, man mano che passano i giorni, ci si rende conto che l’accordo firmato a luglio era una solenne patacca e se ne rende conto anche la Giunta che, infatti, si è ben guardata dal ritirare i ricorsi pendenti davanti alla Corte Costituzionale, come pure si era impegnata a fare. I numeri riportati dalla stampa di oggi sono impietosi, e la notizia che altri 400 milioni potrebbero essere decurtati dalle entrate regionali è a dir poco drammatica». Lo dice il coordinatore regionale del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, intervenendo sul caso entrate.

«La situazione è drammatica – prosegue Meloni – perché ci si è dimenticati, tra l’altro, che la Giunta ha accettato supinamente una decurtazione di ben 570 milioni come contributo al ripiano dei debiti dello Stato, impegnandosi a ritirare il ricorso che la Giunta precedente aveva presentato. Altrettanto supinamente si è deciso di non difendere davanti alla Corte Costituzionale la vertenza “accise”, che avrebbe avuto ottime possibilità di portare nelle tasche dei sardi almeno un miliardo di euro, tanto che i consiglieri regionali dei Riformatori sardi hanno dovuto fare un tentativo coraggioso per sostituirsi ad una regione imbelle e costituirsi al posto della giunta davanti alla Corte.»

«Una resa – dice ancora Meloni – in nome di un atteggiamento collaborativo del Governo che tutti, incluso il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Raffaele Paci, si stanno rendendo conto che non ha pagato nella maniera più assoluta. L’assessore Paolo Maninchedda, notoriamente individuo sincero, lo ha detto apertis verbis ed ha pure fatto capire che il presidente la pensa come lui. Ma non lo può dire»

«Ma – conclude l’esponente dei Riformatori sardi – noi possiamo dirlo, hanno fatto un pasticcio e chi rischia di pagarne il prezzo sono i sardi».

Franco Meloni 0 copiaMichele Cossa

Un vero e proprio processo “sulle entrate e le accise”, con una vera accusa e difesa e un vero giudice, i docenti e gli studenti di economia in una vera aula di tribunale: l’aula magna di quella Facoltà di cui l’assessore Paci è un autorevolissimo docente. La propongono i Riformatori sardi.

Il tema delle entrate è infatti il vero nodo della politica regionale, oggetto da sempre di un forte conflitto tra lo Stato italiano e la nostra Regione, sul quale si giocano l’effettività e i limiti della nostra autonomia. Per questo motivo le scelte e le strategie che concernono le entrate hanno necessità di essere studiate con estrema attenzione, perchè da esse dipende tutta la politica regionale: livello dei servizi (dalla sanità ai trasporti al sostegno alle imprese), potenziamento della infrastrutturazione, il taglio dell’IRAP. In una parola le prospettive di crescita e di occupazione della Sardegna.

E’ perciò necessario un confronto ampio e senza pregiudizi: solo così si potranno mettere in campo azioni adeguate ed evitare errori di valutazione.

Noi abbiamo detto da tempo come la pensiamo, esprimendo un giudizio fortemente negativo sull’accordo di luglio tra la Giunta Pigliaru e il Governo.

Inoltre, c’è un nodo di enorme importanza che tra un mese arriverà al pettine: quello delle accise sul quale a metà Gennaio la Corte Costituzionale si esprimerà in seguito al ricorso del governo contro la Finanziaria 2014, che prevedeva l’iscrizione nel bilancio regionale del miliardo di accise prodotto in Sardegna.

 E qui dobbiamo dire di avere troppa stima per l’assessore per pensare che voglia davvero trincerarsi dietro parole che, destinate ad una sintesi giornalistica, possono anche non essere state precise, quando invece la sostanza lo è senza alcun dubbio : il comma 1 dell’articolo 1 della L.R. n. 7/2014 è chiarissimo al riguardo e dice che le accise – TUTTE – spettano alla Sardegna.

Tanto è vero che il Governo, lungi dal discettare su finezze tecnico-amministrative come fa l’assessore, ha scelto l’accetta e ha presentato un bel ricorso contro la norma.

Ricorso sul quale la Regione ha scelto di essere contumace (la Giunta ha infatti deciso di non opporsi), ciò che ha costretto i Riformatori sardi a tentare il tutto per tutto chiedendo alla Consulta di ammettere la loro opposizione al ricorso del Governo.

Su queste cose riteniamo necessario uscire dalla polemichetta sterile di tutti i giorni, che non serve a nessuno e soprattutto non serve alla Sardegna, e proponiamo a Paci di confrontarci davanti a un giudice autorevole: gli studenti e i docenti della Facoltà di economia dell’Università di Cagliari. Davanti a loro, si potrebbe dire “fuori casa”, vogliamo esporre le nostre ragioni e ascoltare i suoi argomenti, lasciando alla “giuria” di trarre le conclusioni. In questo modo si farebbe un buon servizio alla politica e alle istituzioni, dando anche un contributo utile e interessante a sviscerare tutti gli aspetti della madre di tutte le battaglie con lo Stato.

Franco Meloni, Direttore Centro Studi

Michele Cossa, Coordinatore Regionale