5 December, 2025
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Dopo mesi di grande attesa, e dopo il grande successo della passata edizione, dal 2 agosto al 7 settembre in alcune delle location più suggestive del Sud Sardegna e non solo, riparte la sedicesima edizione di ARTango&Jazz Festival, rassegna concertistica organizzata dall’associazione Anton Stadler ETS, sotto la direzione artistica di Fabio Furia, bandoneonista e compositore.

«ARTango è il risultato di una passione che si rinnova ogni anno: quella per il tango, inteso non solo come musica, ma come linguaggio dell’anima. È un invito all’incontro, alla fusione tra culture, generazioni e linguaggi – afferma il direttore artistico Fabio Furia –. In un tempo frammentato, la musica ci ricorda che siamo ancora capaci di ascoltarci; è un ponte tra generazioni, culture, stili. In questa edizione portiamo ancora più energia e voglia di condivisione. Sarà un festival vivo, coinvolgente che travolgerà l’anima dei presenti perché il tango è libertà, improvvisazione, racconto: e Artango lo celebra in tutte le sue forme.»

Il sipario sulla rassegna concertistica si alzerà sabato 2 agosto a Gonnesa presso il suggestivo scenario di Pozzo Baccarini. Alle 21.30 salirà sul palco il duo formato da Luisa Sello e Gianni Fassetta (flauto e fisarmonica), per un concerto dal titolo “Amarcord”.

Prima dell’evento sarà possibile raggiungere il sito partecipando ad un’escursione a piedi a cura di Janas Escursioni (attività a pagamento). Per info e prenotazioni: 3519667593.

Per raggiungere il luogo del concerto sarà obbligatorio usufruire del servizio navetta il cui costo è compreso nel biglietto, con partenza dal punto ristoro di Bindua (fronte Bindua bar). Inoltre, prima del concerto il pubblico è invitato alla degustazione enogastronomica in collaborazione con i vini della Cantina Aru e i produttori locali.

La rassegna concertistica proseguirà domenica 3 agosto nello scenografico Anfiteatro Passeggiata Sottotorre di Portoscuso. Alle 22.00 saliranno di nuovo sul palco Luisa Sello e Gianni Fassetta che col flauto e la fisarmonica incanteranno il pubblico con il concerto “Tristango”.

ARTango&JazzFestival sarà a Portoscuso anche il 18 agosto presso la storica Tonnara Su Pranu dove alle 22.00 il Duo Pianistico a 4 mani di fama internazionale, formato da Paolo e Aurelio Pollice terrà il concerto “Il giro del mondo in 80 giorni”.

A partire dal 28 agosto e fino al 30, arricchirà la XVI edizione della rassegna concertistica una nuova produzione Anton Stadler, lo spettacolo “Tango meets Jazz”, con il sassofonista Federico Mondelci, uno dei maggiori e più apprezzati interpreti del panorama musicale internazionale, il bandoneonista, compositore e direttore artistico del Festival Fabio Furia, il vibrafono, musicista e compositore Giacomo Riggi, il talentuoso pianista Marco Schirru e con la straordinaria partecipazione del quintetto d’archi Anton Stadler.

Tango meets Jazz rappresenta un concerto unico, che fonde tango e jazz in una combinazione rara ed entusiasmante. Un tributo al grande compositore Astor Piazzolla e a due grandi solisti, Gary Burton e Gerry Mulligan.

Lo spettacolo andrà in scena nei comuni di Gonnesa (28 agosto, Nuraghe Seruci), Sarroch (29 agosto, Parco di Villa Siotto) e Narcao (30 agosto, Villaggio Minerario Rosas). I tre spettacoli avranno inizio alle 21.30.

In occasione del concerto del 28 agosto, al termine dello stesso, il pubblico è invitato alla degustazione enogastronomica in collaborazione con i produttori locali.

Il sipario sulla sedicesima edizione di ARTango&Jazz Festival calerà domenica 7 settembre con un evento originalissimo e straordinario. Ad Iglesias, presso la Miniera di San Giovanni (Piazzale d’ingresso grotta Santa Barbara), alle ore 21.00 andrà in scena il concerto “Dreaming Buenos Aires”, con l’Orchestra Tipica di Tango composta dal bandoneonista Fabio Furia e gli allievi dell’Orchestra Tipica di Tango del Conservatorio di Cagliari.

Per assistere ai concerti è prevista la prenotazione obbligatoria per i concerti del 29 e 30 agosto sul sito www.associazioneantonstadler.com. Per info: infoantonstadler@gmail.com.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito, tranne il 2 e il 28 agosto e il 7 settembre. Il costo del biglietto singolo per i concerti del 2 e del 28 agosto è di 2 euro (servizio navetta e degustazione inclusa), mentre il costo del biglietto per il concerto del 7 settembre è di 15 euro.

ARTango&Jazz festival è finanziato dal Ministero della Cultura e realizzato con il contributo di: Regione autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Comune di Iglesias, Gonnesa, Narcao, Portoscuso, Sarroch, Portovesme s.r.l., in collaborazione con Janas Escursioni, Cantina Aru, Pozzo Baccarini, AIAM (Associazione Italiana Attività Musicali).

 

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Piacere, Chet Baker! Al Massimo di Cagliari il racconto in musica di una vita controversa

Con Luigi Tontoranelli

Pianoforte: Salvatore Spano

Tromba: Giovanni Sanna Passino

Spettacolo visto il 21/01/16 Teatro Massimo, Cagliari.

Non deve essere semplice raccontare alcune vite controverse ma “Piacere, Chet Baker” è uno spettacolo onesto, poetico.

Sul palcoscenico un solo attore, insieme ad un pianista ed a un trombettista al quale spetta una responsabilità pesante, sicuramente il ruolo più ingrato.

E’ una vita senza regole, quella di Chet Baker da Yale, Oklahoma: classe 1926 genio maledetto del jazz, cool jazz ad essere precisi, capace di perdersi in eroina e simili, quanto di spingere all’apice del successo – senza mai curarsene troppo-  ogni singola nota partorita dalla sua tromba.

Noi ci accomodiamo, siamo forse in cinquanta, inaspettatamente dirottati sul palcoscenico da cui vediamo le poltrone del teatro, completamente vuote, davanti a noi. Stiamo zitti, come mai il pubblico riesce a fare nell’attesa in platea, fino a quando veniamo liberati dalla tromba di Giovanni Sanna Passino che inizia a raccontare, sola. Salvatore Spano entra impeccabile dopo qualche battuta, seguito dalla voce di Luigi Tontoranelli, ideatore dello spettacolo, umilmente se stesso ed a tratti Chet.

Piacevolmente i linguaggi s’intersecano per raccontarci uno stesso spaccato di vita conclusasi, tragicamente e in modo sospetto, il 13 maggio del 1988 con il volo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Rivolto su un fianco, insanguinato e, forse, inconsapevole lì moriva il trombettista e cantante Chet Baker; vicino a lui solo un paio di occhiali rotti.

Tren’anni dopo, prendiamo parte – bravo Tontoranelli a lenire il tragico per raccontare vita, senza giudicare o infierire – alle molte antinomie del percorso di un uomo e non  del fantasma di un mito «che ha vissuto alla stregua di un poeta della beat generation, maledicendo se stesso e con una totale abnegazione per l’insana, ma verace, stoltezza d’essere» (come scrivono Monastra e Basile in una recente biografia di Baker “Un’estate con Chet”, Ed. Nutrimenti 2004).

Tornando alla bravura di Tontoranelli, sta nel non cercare espedienti, nel dirci ho voluto raccontare questa vita perchè mi è sbattuta addosso senza che io, lo ammetto, conoscessi nemmeno l’esistenza di questo signore. Una voce molto simile alla sua sentita, distrattamente, alla radio mentre guida, lo costringe a fermarsi e ad annotarsi il nome di Baker.

Poco dopo, dentro all’autogrill in un cesto di cd in offerta, ritrova quel tale e decide di approfondirne la conoscenza, per poi lasciarsi conquistare e portarlo, amichevolmente, sul palcoscenico del Massimo cagliaritano, all’interno della stagione di Sardegna Teatro, di cui Tontoranelli è, dal 1995, autorevole componente della compagnia stabile, nonché socio della cooperativa Teatro di Sardegna.

Baker suonato, cantato e rivissuto: restano dentro, l’immagine di Chet bimbo che vede, troppe volte, suo padre farsi e delirare, delle piccole mani di quello stesso bimbo a cui era stato regalato un trombone, enorme per lui e presto sostituito con una tromba che suonerà divinamente, da subito, seppur ignaro della grammatica musicale. Resta l’immagine di denti prima spezzati in adolescenza e poi – causa acidi ed eronia, ripersi da adulto – sostituiti con una dentiera che invalidava il suo talento e la giusta postura del bocchino. Restano l’astio di alcuni critici e dei puristi, che non giustificavano melodie del calibro di “I fall in love too easily”, ” You don’t know what love is”, “Time after time”, “My funny Valentine”; restano le collaborazioni con validi musicisti (Stan Getz, Gerry Mulligan, Jim Hall, Elvis Costello e molti altri) e resta l’amore costante del pubblico, compreso quello italiano che, spesso, vide esibirsi Baker – sempre che, come a Napoli, non gli rubassero sotto al naso la sua tromba d’oro, Martin Committee o Conn Connstellation che fosse. –

Resta il ricordo indelebile di un genio musicale e la poesia a ripulire ogni bruttura.

Cinzia Crobu