19 May, 2024
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E’ una Pasqua diversa, per tutti, nell’intera comunità universale. Il Coronavirus in questa prima parte del 2020 ha letteralmente sconvolto la nostra vita, provocato decine di migliaia di vittime, tante altre, purtroppo, ne provocherà nelle prossime ore, nei prossimi giorni e settimane, forse anche nei prossimi mesi…L’uomo aveva conosciuto una Pasqua simile soltanto in altre cinque occasioni, in oltre due migliaia di anni (nel 541-542, con la peste di Giustiniano, che fece tra 50 e 100 milioni di morti; nel 1347, la Peste nera che si diffuse tramite i roditori e in Europa fece quasi 20 milioni di morti, e venne sconfitta nel 1353; la peste del 1630, diffusasi tra il 1629 ed il 1633, nota anche come peste manzoniana, che fece 1.100.000 morti; l’influenza spagnola, diffusasi tra il 1918 ed il 1920, che infettò circa 500 milioni di persone nel mondo, provocando almeno il 10% di morti, oltre 50 milioni; e, infine, l’influenza asiatica, pandemia di origine aviaria, che negli anni 1957/1960, fece circa due milioni di morti)

E’ una Pasqua assolutamente inedita, sia dal punto di vista religioso, sia da quello civile, da sempre caratterizzato da grandi festeggiamenti, pranzi in famiglia e tra amici, in casa o in vacanza, in giro per il mondo (quando si ha la possibilità di viaggiare), vigilia di una giornata, il Lunedì dell’Angelo, la Pasquetta, ancora più allegra e spensierata, da trascorrere al mare, in campagna o in montagna. Una Pasqua ed una Pasquetta rinchiusi in casa, in solitudine, che chi vivrà non potrà più dimenticare…

E’ una Pasqua diversa per tutti, ma resta una tappa transitoria, che rispettando le regole imposte a tutti noi dalle Istituzioni per contenere e prevenire la diffusione del virus, potremo presto metterci alle spalle. Non potranno farlo, purtroppo, le vittime di questo terribile nemico invisibile che si è introfulato tra noi e cerca, in ogni modo, di alimentare quanto più possibile il suo già terribile progetto distruttivo. E non potranno farlo i familiari delle vittime, così brutalmente colpite, che non hanno avuto neanche la possibilità di dare l’estremo saluto ai loro cari e assai difficilmente, anche in futuro, potranno ritrovare la serenità perduta, perché il dolore è troppo grande…

Anche in questa giornata di festa, dai più vissuta nelle rispettive abitazioni, sono tanti coloro che continueranno a lavorare, negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie, ma anche nelle Istituzioni e nei presidi di Polizia, per assistere chi lotta contro questo terribile nemico invisibile…e questo pomeriggio, come ogni giorno ormai da oltre un mese, arriverà il bollettino della Protezione civile, a dirci quante vittime il Coronavirus ha fatto oggi in Italia e quanti sono coloro che sono stati contagiati nelle ultime ore, sicuramente ancora tanti, troppi, anche se negli ultimi giorni è emerso qualche timido segnale di inversione di tendenza…

E’ una Pasqua triste, come non l’avevano mai conosciuta, che trascorreremo ricordando prima a noi stessi e poi agli altri, che al di là degli sforzi che portano avanti da diverse settimane e continueranno a produrre con grande spirito di sacrificio e straordinaria solidarietà, medici, infermieri, tutto il personale delle strutture sanitarie, spesso ancora oggi non nelle migliori condizioni logistiche per la carenza degli strumenti necessari a “combattere il nemico” (il sistema sanitario pubblico nazionale italiano, pur all’avanguardia nel mondo, non era preparato per affrontare e sconfiggere in tempi brevi una simile pandemia e, ad emergenza finita, dovrà essere sicuramente rivisto e corretto), l’arma migliore e più efficace per vincere la sfida che ci ha lanciato il Coronavirus, è nella disponibilità di ciascuno di noi!

Innanzitutto, RESTIAMO A CASA! E quando proprio non possiamo fare a meno di lasciare le nostre abitazioni, per ragioni di lavoro (la nostra economia ha subito un tracollo senza precedenti e va sostenuto subito per evitare di intraprendere una strada senza uscita), sanitarie (andare in farmacia o a sottoporci a cure per le tante altre patologie che, purtroppo, non sono state cancellate dall’irruzione del Coronavirus) o di approvvigionamento viveri (da fare con coscienza e senso di responsabilità), tuteliamo noi stessi e gli altri, utilizzando correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI), ormai entrati nel linguaggio comune.

L’emergenza delle scorse settimane, quando trovare le mascherine protettive era praticamente impossibile, è stata in larga parte superata, perché le Istituzioni hanno provveduto a reperire sul mercato, soprattutto quello internazionale, ingenti quantitativi di mascherine, e perché un po’ ovunque si è sviluppato uno straordinario senso di solidarietà, attraverso la produzione artigianale. Anche nel Sulcis Iglesiente si sono moltiplicate, giorno dopo giorno, le produzioni, come abbiamo documentato a più riprese, e oggi, giorno di Pasqua, vogliamo segnalare le mascherine chirurgiche “agricole” create a Sant’Antioco dall’atelier di moda di Cristiana Marongiu, evoluzione del lavoro avviato dal team Salidu-Pinna-Marroccu, Le mascherine ci accompagneranno probabilmente a lungo nella nostra vita quotidiana, queste ci regalano almeno un sorriso…

Nonostante tutto…Buona Pasqua…rigorosamente A CASA!

Giampaolo Cirronis

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La vita di ciascuno di noi è costellata di gioie e dolori ma non dobbiamo smettere mai di coltivare dei sogni che, prima o poi, riusciremo a realizzare…
Modesto Melis (nato a Gairo l’11 aprile 1920, morto a Carbonia il 9 gennaio 2017), negli ultimi anni della sua vita terrena, tra i tanti sogni, ne ha coltivato due che è riuscito a realizzare…
Il primo, il 14 settembre 2014, quando, 69 anni dopo, è tornato a Mauthausen e Gusen, in Austria, in due degli oltre 42.000 campi di concentramento creati dai Nazisti e dai loro Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, i luoghi che hanno segnato così profondamente gli anni della sua giovinezza, dai quali è riuscito a tornare miracolosamente vivo…
Il secondo, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, quando si è lanciato con il paracadute nel cielo di Serdiana, da 4.500 d’altezza, rivivendo in una manciata di minuti le fortissime emozioni di quando era giovane paracadutista…
Le emozioni che Modesto Melis ha saputo trasmettere, prima e dopo quei due eventi, ai suoi cari e a chi ha avuto la fortuna di stargli vicino, resteranno incancellabili, insegnamenti di vita straordinari per le presenti e future generazioni…
Nel 2014, alla vigilia del suo 94° compleanno, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito a Modesto Melis, l’onorificenza di Cavaliere.
Sono tra quanti, negli ultimi anni della sua vita, hanno avuto la fortuna di stare vicino a Modesto Melis e, con il fondamentale apporto dell’autore Giuseppe Mura, ho avuto il privilegio di pubblicare il libro che racconta la sua storia: “L’animo degli offesi”.
CIAO MODESTO
Giampaolo Cirronis
 

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La gravissima emergenza creata dalla diffusione del Coronavirus, sta facendo emergere quotidianamente uno straordinario spirito solidaristico tra persone, associazioni, intere comunità. Esempi, in tal senso, si registrano a tutti i livelli ma una sottolineatura particolare la meritano quando arrivano da chi, nel corso della vita, è stato meno fortunato ed è chiamato ad affrontare ogni giorno grandissimi sacrifici. Merita una segnalazione ed un elogio l’iniziativa assunta ieri dall’A.S.D. Polisportiva Girasole di Carbonia, associazione che da diversi anni si occupa della promozione e del sostegno dell’attività sportiva di atleti paralimpici, con la donazione della somma di 2.000 euro al Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, attivato dal sindaco di Carbonia, Paola Massidda, con ordinanza n. 31 del 13 marzo 2020, per coordinare tutti gli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Il COC sta lavorando in sinergia con le associazioni presenti nel Piano di Protezione Civile e con tutti gli altri sodalizi e le formazioni sociali il cui contributo può essere utile in un periodo emergenziale come questo, caratterizzato dall’epidemia da Covid-19.

«L’emergenza sanitaria ha provocato la sospensione di tutte le attività della nostra Polisportiva e, soprattutto, le trasferte che ogni anno facciamo con i nostri atleti per partecipare a vari eventi sia in Sardegna sia nella Penisolaspiega il presidente Enzo De Nardised abbiamo deciso di destinare 2.000 del nostro mini bilancio annuale alle iniziative utili a fronteggiare l’emergenza da Covid-19, a sostegno delle tante famiglie che si trovano in condizioni di estrema difficoltà sociale.»

E’ auspicabile che l’esempio dell’A.S.D. Polisportiva Girasole di Carbonia venga seguito da tutti coloro che sono in grado di dare un contributo, piccolo o grande che sia, utile ad attenuare, almeno in parte, il grave disagio sociale presente nella città di Carbonia e nell’intero territorio.

Giampaolo Cirronis

 

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Continua ad essere Sassari, in Sardegna, la provincia con la più elevata concentrazione di casi di positività in Sardegna (complessivamente 585 su 874, il 66,93%). Nelle ultime 24 ore, sui 49 nuovi casi positivi complessivi, ben 38 sono stati riscontrati nella provincia del Nord Sardegna, 10 nell’Area Metropolitana di Cagliari, 1 a Oristano. Sono rimasti fermi i numeri dei casi positivi, nelle province di Nuoro e nel Sud Sardegna.

La provincia del Sud Sardegna, per il terzo giorno, negli ultimi cinque, non registra casi di positività, dopo quello della giovane estetista di Calasetta di ieri e i 4 del giorno precedente. Nella provincia di Nuoro, negli ultimi tre giorni, si è registrato un numero complessivo ancora inferiore di casi di positività, 3. Nella provincia di Oristano, negli ultimi tre giorni, il numero complessivo di casi di positività è stato pari a quello della provincia del Sud Sardegna, 5. Molto elevato il numero di casi nella provincia di Sassari, 88 in tre giorni, 28 quelli dell’Area Metropolitana di Cagliari.

Negli ultimi tre giorni in Sardegna sono stati registrati 5 decessi, mentre il numero di pazienti in terapia intensiva è stabile, 24, così come è sostanzialmente stabile il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (117, 122, 123).

E’ in crescita il numero dei pazienti in isolamento domiciliare: 577 il 2 aprile, 598 il 3 aprile, 642 oggi 4 aprile. Il numero dei tamponi effettuati, oggi è diminuito rispetto agli ultimi due giorni: 469 il 2 aprile, 508 il 3 aprile, 311 oggi 4 aprile.

Giampaolo Cirronis

 

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#iorestoacasa…quante volte ce la siamo sentiti ripetere nelle ultime settimane, la parola d’ordine nella lotta contro quel nemico terribile ed invisibile che si chiama Coronavirus. Un nemico che, ad oggi 31 marzo 2020, nel nostro Paese ha già fatto 12.428 vittime, 31 in Sardegna, tiene in apprensione milioni di persone, ha già cambiato profondamente le nostre abitudini. Inevitabilmente, anche quando l’emergenza sanitaria sarà finita, resterà l’emergenza economica e…la nostra vita non sarà più la stessa…

Milioni di italiani sono chiusi in casa dall’inizio del mese di marzo, le scuole sono chiuse, la stragrande maggioranza degli esercizi commerciali sono chiusi, gli uffici pubblici hanno ridotto l’apertura ai servizi essenziali, molti altri servizi vengono assicurati con l’ormai noto sistema dello smart working, il lavoro da casa. E’ lo stesso sistema adottato dalle scuole per rendere meno traumatica la conclusione dell’anno scolastico, ormai vicina…

I DPCM del Governo Conte hanno imposto severe restrizioni, divenute sempre più rigide con il passare dei giorni e con l’aggravarsi dell’emergenza, ma i servizi essenziali sono stati sempre assicurati. E tra i servizi essenziali, indispensabile per mantenere in piedi lo stesso smart working, c’è internet, un mondo in continua evoluzione, divenuto ormai fondamentale nella vita quotidiana nella stragrande maggioranza delle persone.

In questi giorni così difficili, c’è chi è stato costretto a fermare la propria attività lavorativa e, i molti casi, accusa già forti difficoltà, alle quali le istituzioni stanno cercando di andare incontro con lo stanziamento di risorse straordinarie, e c’è invece chi non s’è mai fermato, proprio perché è chiamato ad assicurare la fornitura di servizi essenziali.

E’ il caso della Medianet, azienda nata e cresciuta a Carbonia, guidata dall’amministratore Pierpaolo Puddu, direttore generale Roberta Marchi, in continua espansione (oggi ha 24 dipendenti) che fornisce i propri servizi di telefonia e connettività internet a migliaia di clienti, da enti locali a grandi aziende, da piccole e medie imprese, a famiglie, con una rete che, dopo aver coperto l’intera provincia di Carbonia Iglesias (oggi provincia del Sud Sardegna), ha allargato i propri confini prima alla provincia di Cagliari (oggi Città Metropolitana), poi al resto del territorio regionale (già coperto al 70%); e dal 2018, con la fibra ottica FTTH (fibra ottica diretta al cliente), fornisce servizi di telefonia e connettività ad Enti, grosse e medie aziende e residenziali con prodotti dedicati e garantiti, con la possibilità di fornire contemporaneamente, lo stesso cliente, con infrastrutture diverse (radio, fibra, ecc.).

In questi giorni così difficili, anche con il ricorso allo smart working (per il 70% dei dipendenti), la Medianet sta facendo uno sforzo straordinario per garantire a tutti, in ogni angolo della Sardegna, continuità nella fornitura di un servizio che, oggi più che mai, è fondamentale per garantire i servizi pubblici, l’attività delle aziende chiamate a fornire i servizi essenziali e ai tanti cittadini che sono costretti a stare a casa, sia che lavorino sia che vogliano semplicemente tenere un contatto diretto con il mondo che li circonda, attraverso la rete.

Oggi c’è chi lavora con un solo obiettivo, il profitto. Ma c’è anche chi, è il caso della Medianet, alla ricerca del profitto, obiettivo primario per qualsiasi azienda, abbina una grande passione e, giorno dopo giorno, opera per non deludere la fiducia conquistata nei 20 anni di attività che si è messa alle spalle, con l’auspicio che la parola d’ordine #iorestoacasa…divenga, quanto prima possibile, solo il brutto ricordo di una fase terribile della nostra vita…sicuramente la peggiore dal dopoguerra ad oggi, e si possa, tutti insieme…iniziare la ricostruzione.

Giampaolo Cirronis

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Dopo il Carbonia, anche il Cortoghiana sogna la Coppa Italia. Questo pomeriggio, alle 15.00, sono in programma le partite di andata delle semifinali della manifestazione tricolore riservata alla Promozione regionale e tra le quattro squadre ancora in corsa c’è quella allenata da Marco Farci. Quarto in classifica in campionato e semifinalista in Coppa Italia, il Cortoghiana è la più bella rivelazione della stagione. La semifinale oppone ai biancorossi minerari la Macomerese, già avversaria del Carbonia nei quarti di finale nell’edizione 2017/2018, ed eliminata con una vittoria di misura in casa (1 a 0) ed una sconfitta a Carbonia (0 a 3, con goal di un 16enne Fabio Mastino e doppietta di Lorenzo Loi, oggi al Cortoghiana).

Cortoghiana-Macomerese verrà arbitrata da Andrea Senes di Cagliari, l’arbitro che ha diretto Carbonia-Guspini lo scorso 2 febbraio in Eccellenza (assistenti di linea Claudio Deiana e Nicola Mascia di Cagliari)

L’altra semifinale, Ilvamaddalena-Usinese, verrà diretta da Samuele Giudice di Sassari (assistenti di linea Michele Acciaro di Alghero ed Alessandro Cola di Ozieri).

Da notare che il Cortoghiana è l’unica squadra del girone A del campionato di Promozione ancora in corsa per la conquista della Coppa Italia, perché le altre tre sono tutte protagoniste del girone B. L’avversario del Cortoghiana, la Macomerese, attualmente è 9ª con 25 punti (il Cortoghiana è 4° nel girone A con 32 punti); l’Ilvamaddalena comanda la classifica con 53 punti (frutto di 17 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta, 50 goal segnati, 14 subiti), 8 di vantaggio sul Thiesi; l’Usinese è 7ª con 33 punti.

Mercoledì pomeriggio si giocheranno anche gli ultimi 3′ della sfida di campionato tra Sigma De Amicis 1979 e Sant’Elena, che venne sospesa lo scorso 19 gennaio sul risultato di 2 a 1 per la squadra quartese, per un malore al medico-accompagnatore del Sant’Elena. Con una vittoria, assai probabile visto che restano da giocare solo 3′, il Sant’Elena salirebbe dal 7° al 4° posto, con 33 punti, un punto davanti a Cortoghiana e Gonnosfanadiga,  Cortoghiana al quarto posto in classifica, due davanti all’Andromeda.

N.B. Nell’immagine in evidenza, l’arbitro Andrea Senes all’ingresso in campo al Comunale “Carlo Zoboli” per la direzione della partita Carbonia-Guspini, il 2 febbraio 2020.

Giampaolo Cirronis

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A Carbonia ha vissuto una delle tappe della sua lunga carriera da calciatore e a Carbonia è tornato, quattro anni fa, da allenatore, per guidare la squadra biancoblu nel campionato di Promozione regionale. Tre stagioni consecutive da protagonista, una promozione sfiorata e due Coppe sfumate soltanto ai calci di rigore, contro Bosa e Dorgalese.

La prima esperienza di Andrea Marongiu alla guida del Carbonia si è conclusa nell’estate del 2018, quando la società biancoblu decise di cambiare, affidando la panchina all’esordiente Fabio Piras. Lui ci rimase male, ma accettò la decisione, perché in fondo il calcio è così, è fatto di gioie e delusioni e queste ultime, spesso, formano più delle vittorie.

Poco più di un anno fa, dopo alcuni mesi alla finestra, Andrea Marongiu ha deciso di ricominciare accettando una “sfida impossibile”, la panchina della Monteponi, ultima in classifica in Promozione, con soli 2 punti dopo 9 giornate di campionato. Il presidente Giorgio Ciccu gli ha messo tra le mani una squadra quasi interamente rinnovata rispetto a quella che aveva iniziato la stagione con Andrea Marras, con un punta di diamante, Samuele Curreli, e lui, dopo una titubanza iniziale, determinata da una breve di transizione tra vecchio e nuovo organico e da un calendario “impossibile” (Orrolese in casa, Carbonia in trasferta e San Marco Assemini ’80 in casa, nelle quali ha raccolto solo un punto, nelle battute finali del derby con il Carbonia), ha confezionato un’impresa straordinaria e quasi irripetibile, rimontando posizione su posizione fino al quarto posto finale, con il sostanzioso contributo dei 19 goal di Samuele Curreli.

La scorsa estate, a Iglesias, è arrivato il divorzio e, di lì a poco, è maturato il “ritorno di fiamma” con il Carbonia. La società biancoblu ha acquisito il titolo per l’iscrizione al campionato di Eccellenza, sfiorato sul campo, attraverso la fusione con il Samassi, e ha progettato una stagione da protagonista, con una campagna acquisti di grande qualità. E per guidare la squadra in questa nuova avventura, ha “riportato a casa” lui, Andrea Marongiu che, a 50 anni, ha ritrovato ciò si era visto sfuggire poco più di un anno prima, impreziosito…dalla categoria superiore e da un organico di primissima qualità.

La scelta della società guidata da Carlo Foti è stata accolta positivamente dai più, per i risultati e, soprattutto, la qualità del lavoro svolto nella prima esperienza durata tre anni, ma non sono mancati gli scettici, che facevano leva sul fatto che Andrea Marongiu fosse all’esordio sulla panchina di una squadra di Eccellenza, peraltro costruita per una stagione di primissimo piano.

Il campo ha fin qui fugato ogni dubbio! Il Carbonia è primo in classifica in campionato, con 1 punto di vantaggio sul Castiadas, 5 sull’Ossese e 6 sulla Nuorese. E sabato 8 febbraio, ad Oristano, si gioca la Coppa Italia con l’Atletico Uri di Massimiliano Paba (battuta all’andata in campionato, con goal di Luca Organa, Samuele Curreli e Mattia Cordeddu), traguardo raggiunto con un percorso straordinario, fatto di cinque vittorie ed un pareggio, venti goal segnati e quattro goal subiti, il capocannoniere della manifestazione Samuele Curreli, con ben dieci reti (realizzate nelle prime quattro partite, con San Marco Assemini ’80 e Ferrini).

L’Atletico Uri non è sicuramente un avversario facile. Andrea Marongiu lo sa e tiene tutti in guardia. «Non sarà facile – ha detto più volte il tecnico di Gonnesa – ma questa volta la Coppa vogliamo portarcela a casa.»

Il Carbonia ha un conto aperto con la Coppa Italia, sfiorata tre volte, una in Eccellenza e due in Promozione, negli ultimi dieci anni. E le ultime due Andrea Marongiu le ha vissute in panchina, con il Bosa nel 2016 e la Dorgalese nel 2018 (in Eccellenza, nel 2010, in panchina c’era Graziano Mannu). Tutte perse ai calci di rigore. Ma anche l’Atletico Uri ha un conto aperto con la Coppa Italia, perché ha giocato due finali, entrambe perse, 2 a 1 con il Tortolì e 1 a 0 con il Tonara, nelle ultime tre stagioni.

Sabato 8 febbraio, nel tardo pomeriggio, una delle due, tra Carbonia ed Atletico Uri, sfaterà il tabù e festeggerà alzando la Coppa al cielo. Andrea Marongiu, stanotte, sognerà che a farlo sarà il suo capitano, Marcello Angheleddu. A volte…i sogni si avverano…

Giampaolo Cirronis

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L’inadeguatezza del servizio sanitario pubblico nel Sulcis Iglesiente è sempre più grave. Non passa giorno che non emergano testimonianze di cittadini che si trovano nella condizione di rivolgersi al servizio sanitario pubblico, a Carbonia come a Iglesias, e che, purtroppo, vanno incontro a disservizi incredibili e…inaccettabili…

Stamane abbiamo raccolto la testimonianza di Alessandro Pintor, cittadino di Carbonia con una lunga esperienza alle spalle nel settore del volontariato sanitario, che si è trovato nella condizione di avere bisogno, per un familiare, del servizio sanitario pubblico all’ospedale Sirai.

«Lunedì 27 gennaio, una persona anziana, 78 anni, cade e si frattura il femore, per l’esattezza una frattura sottotrocanterica, spiroide scomposta, con estensione al terzo diafisario e distacco del piccolo trocantere – spiega Alessandro Pintor -. Arrivo al Pronto Soccorso del Sirai alle 18.30 circa. Viene, dopo gli accertamenti del caso, trasportata in reparto alle ore 00.30 circa. Ricoverata nel reparto di Urologia perché quello di Traumatologia è strapieno. Il femore è stato sistemato in modo da non provocare dolore e messo in trazione la mattina successiva, un intervento che di norma, deve essere eseguito entro 48 ore per l’incolumità del paziente stesso. Nella giornata di giovedì – aggiunge Alessandro Pintor – viene finalmente trasportata nel suo reparto. Di giorno in giorno viene rimandato l’intervento per le cause, purtroppo, già note… Non ci sono anestesisti, non abbiamo abbastanza sale operatorie… Persone in queste condizioni ce ne sono ben più di una, purtroppo. Un malato di Siliqua, non vedente, con le piaghe da decubito, attende da lunedì scorso. Tra l’altro, medici ed infermieri sono sottoposti ad un superlavoro per carenza di organico, emergenza che si aggrava quando, come è accaduto nella settimana appena trascorsa, si verificano numerose urgenze – conclude Alessandro Pintor -. Non sappiamo chi sia responsabile ma ci terremmo tanto a saperlo.»

La testimonianza di Alessandro Pintor dice tutto, la Giunta regionale ha in cantiere una nuova riforma del servizio sanitario, le gravissime emergenze richiedono tempi brevi, brevissimi, perché il Sulcis Iglesiente sta vivendo un decadimento senza fine della Sanità pubblica, divenuto ormai insopportabile.

Giampaolo Cirronis

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Sabato 18 e domenica 19 gennaio, Carloforte ha ricordato uno degli episodi più rilevanti della storia carlofortina del secolo scorso, nonché il più grave disastro navale della Marina Mercantile Italiana nel dopoguerra, verificatosi esattamente 50 anni fa: la tragedia del Fusina.

La notte del 16 gennaio 1970, la nave Fusina, partita da Portovesme con un carico di blenda destinato a Fusina (Porto Marghera, in Veneto), a seguito di uno spostamento del carico e del forte maltempo, naufragò a nord dell’isola di San Pietro, con un bilancio drammatico. Dei 19 membri dell’equipaggio, la maggior parte di origine veneta, 18 persero la vita, compreso il minorenne Angelo Barbieri, il cui corpo, insieme a quelli di altri quattro marinai, non fu mai trovato. Ci fu un solo superstite, il cameriere di bordo Ugo Freguja, considerato un “miracolato” per il modo in cui riuscì a salvarsi.

A distanza di mezzo secolo dal drammatico evento, col patrocinio del comune di Carloforte, la Pro Loco ha organizzato una serata commemorativa sabato 18 gennaio, presso la sala Exme di via XX Settembre (presenti il sindaco Salvatore Puggioni ed alcuni amministratori. il comandante della Guardia Costiera ed il vice comandante della stazione dei carabinieri di Carloforte). Nel corso della serata, sono stati presentati documenti, filmati (le prime interviste a Ugo Freguja trasmesse dalla RAI), letture e testimonianze inedite (un’intervista telefonica realizzata dal giornalista Simone Repetto con Ugo Freguja sabato mattina), che hanno ripercorso le vicende della sciagura ed il suo ricordo nel tempo, a cui è stato dedicato il libro “La tragedia del Fusina”, pubblicato nel 2010 da Giampaolo Cirronis Editore, presentato anche a Chioggia, il 6 marzo 2010.

A fine serata, abbiamo intervistato il presidente della Pro Loco di Carloforte, Gianni Repetto.

                                      

 

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Carbonia ha dato il suo estremo saluto questo pomeriggio, a Michele Cancedda, morto alle 13.00 di ieri, 14 gennaio 2020, all’età di 85 anni. La chiesa della parrocchia di Cristo Re s’è riempita di parenti e amici, tra i quali molti ex amministratori del comune di Carbonia, con i quali ha condiviso una lunghissima esperienza da consigliere di minoranza, durata tre decenni, nelle file della Democrazia Cristiana, il partito nel quale ha sempre militato.

Eletto la prima volta nel lontano 1963, all’età di 28 anni, quando il sindaco era Antonio Saba, è stato sempre rieletto per complessive sei consiliature, con altri 4 sindaci: Aldo Lai (26 gennaio 1965 / 29 aprile 1967), Pietro Cocco 7 gennaio 1969 / febbraio 1983), Ugo Bruno Piano (14 marzo 1983 / 27 agosto 1990) ed Antonangelo Casula (27 agosto 1990 / 6 giugno 1993). Una sola breve interruzione, durata meno più di un anno, dal 22 novembre 1967 al 18 novembre 1968, quando il Comune, a seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale, venne guidato dal commissario prefettizio Salvatore Pandolfini. L’ultima consiliatura, iniziata nel 1988 e conclusa nel 1993, vide la città guidata da due sindaci: Ugo Bruno Piano ed Antonangelo Casula (era l’ultima consiliatura prima dell’entrata in vigore della legge 25 marzo 1993 n. 81 che disciplina l’elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia, dei consigli comunali e provinciali).

Pur avendo occupato a lungo i banchi della minoranza, Michele Cancedda si è distinto per l’impegno che ha sempre profuso nell’attività consiliare, in particolare nelle Commissioni, con naturale predisposizione per quella del commercio, settore dal quale proveniva dal punto di vista professionale. Ha sempre tenuto un rapporto sincero e cordiale sia con i consiglieri di maggioranza sia con gli altri della minoranza, ricevendo sempre in cambio, il rispetto da parte di tutti.

Conclusa l’esperienza in Consiglio comunale, ha lasciato la politica attiva ma è rimasto sempre un attento osservatore delle vicende cittadine, politiche e non, sulle quali ho avuto modo di confrontarmi con lui anche recentemente. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella famiglia e tra i tanti amici, molti dei quali oggi gli hanno tributato l’ultimo saluto.

Giampaolo Cirronis

Michele Cancedda consigliere comunale della DC negli anni ’80 (al suo fianco Francesco Auteri).

Michele Cancedda in una fotografia scattata 4 anni fa, il 17 gennaio 2016.