29 March, 2024
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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione, Beni Culturali, Andrea Biancareddu, ha nominato i rappresentanti della Regione Autonoma della Sardegna nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Costantino Nivola”, con sede in Orani. Visti e valutati i curricula e il possesso dei requisiti in relazione alle funzioni da svolgere, sono stati nominati  Cristina Baiocchi e Gianfranco Oppo.

La Regione ha promosso e partecipato alla creazione della Fondazione “Costantino Nivola”, con sede in Orani, al fine di consentire e favorire, tra l’altro, l’analisi sistematica e la valorizzazione dell’opera e del messaggio artistico di Costantino Nivola, lo studio dell’arte contemporanea e delle sue forme di comunicazione nonché lo studio delle trasformazioni artistiche, sociali, culturali della Sardegna nella realtà contemporanea. I membri del Consiglio di Amministrazione, come anche il Presidente, durano in carica cinque anni e possano essere riconfermati.

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Il viaggio della Corte Costituzionale nelle carceri, nella testimonianza toccante del docufilm di Fabio Cavalli, ha chiuso la prima edizione dell’International Gramsci Festival, suggellando la declinazione di un tema, quello del “carcere”, che per tre giornate ha suscitato profondo interesse e attenzione a Ghilarza.

E in effetti il lavoro di Fabio Cavalli ha immortalato con grande maestria un momento storico: nel 2018 un gruppo di giudici della Corte Costituzionale ha deciso di visitare per la prima volta gli istituti di pena.

Da Marassi a Genova per proseguire con San Vittore a Milano, da Firenze a Napoli, sette magistrati sono entrati in altrettanti penitenziari, e il regista ne ha documentato il percorso dal nord al sud dello Stivale.

Fra gli aderenti all’iniziativa c’è anche la prima presidente donna della Corte, Marta Cartabria.

Il film sfiora nel profondo le coscienze di tutti. Si vede anche un ramo del carcere in cui sono alloggiati i transgender e una sezione in cui le mamme recluse vivono con i loro figli.

«La sorpresa è stata nel vedere la reazione dei giudici in questo momento di incontro e constatare che anche i detenuti lo considerassero importante per il loro percorso. Sia negli occhi dei primi che dei secondi, ma anche in quelli delle persone che vedono il filmato, ho visto l’umanità – ha affermato il regista – forse sono riuscito a far cadere il velo, la nebbia del pregiudizio, per un attimo, mostrando i cuori, le anime e le menti degli uni e degli altri.»
Rapito dai contenuti, il pubblico del festival è intervenuto con domande e testimonianze. Qualcuno ha anche parlato dei suoi ricordi della Torre Aragonese, quando era adibita a carcere.

Il punto di vista dall’altra parte delle sbarre è arrivato a inizio serata, nell’intervento dell’ergastolano nuorese Sebastiano Prino, che ha interloquito con il sociologo Gianfranco Oppo ed i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

«Quando sono entrato in carcere ero quasi analfabeta, poi ho ricominciato a leggere e piano piano mi è venuta la passione per la scrittura», ha detto Sebastiano Prino, che ora ha al suo attivo due pubblicazioni ed è conosciuto come il “detenuto-scrittore”.

«Sono qui per portare questa mia piccola testimonianza che spero possa servire non solo ad altri che vanno a finire in prigione, ma anche a chi le prigioni le governa – ha affermato – per dare veramente un cambiamento dentro quei posti perché da quei posti possono uscire delle persone migliori. Bisogna volerlo, soprattutto da chi sta in alto». Sebastiano Prino, che fu condannato alla massima pena per la partecipazione alla strage di Chilivani, oggi è considerato un esempio e vive in regime di libertà vigilata. Finirà di scontare la pena nel 2023.

Il ciclo virtuoso inaugurato dal neonato festival intorno a temi di così profonda sensibilità, in questi giorni ha permesso alla cittadina del Guilcer di essere al centro dell’attenzione a livello internazionale, ospitando personaggi di spicco che hanno manifestato profonda commozione per il loro arrivo in un luogo così altamente simbolico, in occasione peraltro della riapertura dell’edificio museale che fu dimora del giovane Antonio Gramsci.

Come ha ribadito più volte nel corso della kermesse il presidente della Fondazione, Giorgio Macciotta, «non vogliamo un museo imbalsamato, ma capace di permettere alle tematiche gramsciane di interagire con mondo. Finora si è fin troppo sottovalutato il forte richiamo internazionale che Gramsci può esercitare, non solo come risorsa di pensiero civile ma anche come risorsa economica per tutto il territorio».

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Sono vissuti in luoghi e periodi diversi, ma sono stati entrambi perseguitati con il carcere per difendere i propri ideali. Antonio Gramsci e Nelson Mandela hanno lasciato in eredità un ricco epistolario che ancora oggi presenta spunti di riflessione di fortissima attualità. Stamane, all’International Gramsci Festiva di Ghilarza, è stato tracciato un parallelismo tra le due esperienze di prigionia, nel corso di una conferenza patrocinata dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

A presentare una lettura comparata tra questi due giganti è stata Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, insieme a Seba Pezzani, che è il traduttore del testo in Italiano, al presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta, e al direttore Paolo Piquereddu.

Come ha spiegato Sahm Venter al pubblico della Torre Aragonese, lei aveva conosciuto Nelson Mandela un paio di giorni dopo il suo rilascio dal carcere. Poi nel 2006 aveva iniziato a lavorare per la Nelson Mandela Foundation e così, fino al 2009 aveva raccolto tutte le lettere scritte in carcere: circa un migliaio. In seguito sarebbero state riassunte in un volume e così pubblicate. Il volume è stato presentato al pubblico che ha mostrato forte interesse ed attenzione.

Dal raffronto è emerso che Antonio Gramsci aveva la possibilità di scrivere un maggior numero di lettere, e con minori restrizioni. Se il pensatore sardo, per quanto profondamente colpito dalla censura, riusciva a parlare di filosofia, e principalmente di temi  politici, al contrario il futuro presidente del Sudafrica poteva scrivere solo esclusivamente di questioni familiari. Almeno all’inizio.

In entrambi emerge l’ossessione per l’istruzione. Come è ben noto nel pensiero di Gramsci, anche Mandela pensava davvero che l’unica via per la libertà fosse quella dell’istruzione.

Tuttavia, se il primo pagò con la morte la difesa delle proprie idee, Nelson Mandela ne uscì vincitore, e non solo vide cadere dell’apartheid, ma riuscì addirittura a diventare Presidente della Repubblica.

Di questo interessante parallelismo si è detto colpito il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che in mattinata in forma riservata ha visitato i locali della struttura museale: «Porto il saluto del presidente Sergio Mattarella, che è venuto a visitare la Casa Museo ormai più di due anni fa. Siamo tutti ammirati dei progressi fatti nella realizzazione di questa istituzione, e anche delle iniziative, che sono di estremo interesse per gli argomenti trattati».

Nella serata conclusiva è in programma l’arrivo dell’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale, in un confronto dialettico con il sociologo Gianfranco Oppo e i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 sempre alla Torre Aragonese, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21.00 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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La prima edizione dell’International Gramsci Festival è stata inaugurata con la riapertura della Casa Museo, dopo sette mesi di inattività. A spalancare il portone ed entrare per primo nell’edificio (fresco di ristrutturazioni) è stato Antonio Gramsci jr che, al fianco del direttore Paolo Piquereddu, ha illustrato l’originale mostra fotografica allestita al primo piano con 45 immagini della “Famiglia Schucht”.

«Una mostra su Gramsci non c’era mai stata nemmeno nell’Unione Sovietica – ha affermato il nipote del grande pensatore -. In Russia è stata predisposta per la prima volta proprio quest’anno grazie all’appoggio della fondazione Gramsci di Roma, e mi è stata data la possibilità di lavorarci tanto. Ho riesaminato l’archivio familiare e tutti i documenti, alcuni dei quali sono stati ripresi dagli archivi del Comintern, e abbiamo scannerizzato tutto. Poi lo scorso anno, quando sono venuto a Ghilarza, è nata l’idea di portarvi questo bel progetto. È una grande emozione essere tornato qui, ci venni per la prima volta negli anni settanta con mio padre, poi ho studiato la musica a Santulussurgiu. Mi sento molto legato a questo territorio.»

Alcune foto sono inedite e rarissime, come il ritratto del trisnonno Alexander Schucht nella divisa da generale. C’è anche un’immagine del castello appartenuto alla famiglia, una casata nobile russa di origini tedesche. “Nonno Antonio” nel 1923 aveva sposato Giulia, dalla quale ebbe due figli, Delio e Giuliano. Di quest’ultimo è figlio Antonio jr.

Tra i preziosi documenti è esposto il certificato di battesimo della sorella di Giulia, firmato Vladimir Ilyich Ulyanov, il nome completo di Lenin. «Quando ha fatto il prete ha battezzato una mia parente», ha scherzato Antonio di fronte al pubblico numeroso.

Mentre alcune foto sono piuttosto antiche, risalenti addirittura a metà ottocento, una delle ultime ritrae Antonio jr bambino con suo padre per un “lasciapassare congiunto”. «La nostra famiglia non ha sentito su di sé le repressioni di Stalin – ha affermato nell’illustrare la mostra – è stata risparmiata probabilmente proprio grazie agli stretti legami con Gramsci».

All’ingresso del museo è stata presentata anche l’opera In punta di ago, un frammento di vita”, un libro realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, dedicato alla vita da studente di Gramsci a Torino, mentre nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI è stata allestita la mostraGlobal Gramsci con le illustrazioni di Agostino Iacurci, in cui l’immagine del filosofo si presenta quasi come un’icona pop a livello planetario.

In avvio della manifestazione alla Torre aragonese, il presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta ed il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, hanno illustrato il progetto destinato ad avere uno sviluppo ben più ambizioso, grazie al milione di euro ottenuto con la programmazione territoriale. Il concorso di progettazione che porterà alla realizzazione del polo museale sarà bandito la prossima settimana.

Intanto il festival sta coinvolgendo tutta la cittadina del Guilcer, dai negozi che ospitano “Le parole di Gramsci” alle strade dove campeggiano gigantografie in bianco e nero che raccontano “I luoghi gramsciani”.

Stasera (13 dicembre) dalle 17.00 tra gli ospiti più attesi del festival giungeranno lo scrittore irlandese Sam Millar con Seba Pezzani e subito dopo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.

Il programma di sabato (14 dicembre). Domani alle 10 la Torre Aragonese farà da teatro a una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17.00, l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30, all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista ed attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

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L’International Gramsci Festival entra nel vivo. Dopo la giornata di inaugurazione e l’apertura della Casa Museo, arriveranno a Ghilarza personaggi di spicco di livello internazionale per approfondire il tema guida, quello del “carcere”, declinato nelle sue diverse sfaccettature. C’è grande attesa per Sam Millar e Giovanni Maria Flick, che venerdì sera (13 dicembre) incontreranno il pubblico e i giornalisti nella sala della Torre Aragonese di Piazza San Palmerio.

L’appuntamento con l’autore irlandese Sam Millar è previsto per le 17.00. L’ex attivista dell’IRA, noto anche per essere stato compagno di carcere di Bobby Sands, dialogherà con lo scrittore Seba Pezzani a pochi mesi dall’uscita del suo ultimo libro “I cani di Belfast” (edito da Milieu).

Alle 18.30, la Torre Aragonese accoglierà invece il noto giurista e accademico Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, che terrà una conferenza a tema “Costituzione e Carcere: dalla riforma promessa alla controriforma realizzata, un titolo già di per sé pungente e provocatorio.

L’incontro si preannuncia piuttosto partecipato. Già ministro della Giustizia nel governo Prodi, Giovanni Maria Flick è entrato in magistratura a soli ventiquattro anni, classificandosi primo del concorso a livello nazionale. Nel 1976 ha intrapreso la carriera di avvocato penalista, interrotta vent’anni dopo con la nomina, da parte del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, a giudice della Corte Costituzionale di cui nel 2008 sarebbe diventato presidente.

Dopo la prolusione di Giovanni Maria Flick interverranno anche Antonello Spada, presidente dell’Unione Regionale degli ordini forensi della Sardegna, Aldo Luchi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cagliari, e Giuseppe Conti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Sassari.

Sabato, nella giornata conclusiva, ad incontrare il pubblico saranno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, Seba Pezzani, traduttore del testo, e Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma. Nel pomeriggio, l’“ergastolano-scrittore” nuorese Sebastiano Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo ed i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi. Infine l’attore e regista Fabio Cavalli all’Auditorium comunale introdurrà la visione del suo  film-documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”.

La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, ed il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni eassociazioni.

 

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Ospiti internazionali, mostre, proiezioni e incontri nel nome dell’intellettuale sardo più conosciuto al mondo, più letto di Grazia Deledda e icona universale dell’antifascismo. Ghilarza si prepara ad accogliere la prima edizione dell’International Gramsci Festival, un evento di portata internazionale che il 12, 13 e 14 dicembre, oltre alla presenza di personaggi del calibro di Giovanni Maria Flick, Seba Pezzani, Sam Millar, Sahm Venter, Fabio Cavalli e Antonio Gramsci jr, troverà uno dei momenti clou nel raffronto tra la figura dello studioso e quella di Nelson Mandela.

C’è grande attesa anche per la riapertura della Casa Museo, al numero 57 di Corso Umberto I, nella quale il pensatore sardo visse dai sette ai vent’anni (1898-1911). L’edificio, chiuso dai primi di luglio per lavori di ristrutturazione, in questi mesi è stato adeguato alle esigenze di fruizione museale con il rifacimento del tetto, l’adeguamento degli impianti, e la messa a disposizione di nuovi locali destinati a ospitare i servizi d’accoglienza.

Ma cuore pulsante di questa prima edizione del festival sarà un tema guida profondamente legato al pensatore di Ghilarza, vittima innocente di una giustizia ingiusta fino alle estreme conseguenze: il tema “carcere”. L’argomento sarà declinato attraverso le più rilevanti questioni, che vanno dagli aspetti costituzionali e quelli della rieducazione e il reinserimento nella società. La manifestazione è realizzata dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM la FIHRM e l’Ambasciata del Sudafrica in Italia.

Il programma è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa alla Torre Aragonese, durante la quale sono intervenuti il presidente della fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, il direttore del museo, Paolo Piquereddu, Barbara Mura dell’Associazione per Gramsci di Ghilarza, Ignazio Ibba, dell’Associazione Casa natale Antonio Gramsci di Ales, e Marinella Mura dell’Associazione Onnigaza di Ghilarza.

L’inaugurazione si terrà giovedì 12 dicembre alle 17 nei locali della Torre aragonese di piazza San Palmerio, con i saluti istituzionali e gli interventi del presidente della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, Giorgio Macciotta, del sindaco di Ghilarza, Alessandro Marco Defrassu e delle autorità regionali.

La cerimonia di riapertura della Casa Museo è prevista per le 17.30. All’interno della struttura saranno allestite due importanti mostre. La prima a cura del nipote diretto, Antonio Gramsci jr, una selezione di 45 immagini tratte dagli archivi della “famiglia Shucht”, i parenti russi del filosofo. La seconda, intitolataGlobal Gramsci, raccoglie le illustrazioni dell’artista Agostino Iacurci corredate di testi dai quali si evince la capillare diffusione degli studi gramsciani in ogni parte del mondo, dal Brasile, all’India e al Giappone.

Alla Casa Museo sarà inoltre consegnata l’opera In punta di ago, un frammento di vita, realizzata dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois e vincitrice del concorso Home promosso dall’Istituto Piemontese Antonio Gramsci.

Il festival coinvolgerà quindi l’“Agorà” del paese, dove sarà allestita la mostra “Gramsci dietro le sbarre”, un’esposizione delle migliori opere premiate nelle tre edizioni dell’omonimo concorso nazionale di pittura per detenuti, realizzato a cura dell’associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci di Ales.

Le strade del centro urbano accoglieranno le gigantografie fotografiche in bianco e nero dei “Luoghi gramsciani”, a cura dell’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, mentre i negozi saranno impreziositi dagli allestimenti “Le parole di Gramsci”, un’originale raccolta di oggetti legati ai suoi scritti, curata dell’associazione Onnigaza.

Venerdì 13 dicembre, dalle 12 alle 15.30 la manifestazione prende gusto attraverso l’evento gastronomico diffuso “Il cibo dei territori gramsciani”, proposto nel menù dei ristoranti di Ghilarza, Abbasanta, Tadasuni e Sedilo. L’iniziativa sarà replicata anche sabato dalle 12.00 alle 15.00.

Alle 17, primo protagonista della serata alla Torre Aragonese sarà l’autore irlandese Sam Millar, ex attivista dell’IRA e compagno di carcere di Bobby Sands, che dialogherà con lo scrittore Seba Pezzani, a pochi mesi dall’uscita del suo ultimo libro “I cani di Belfast” (edito da Milieu).

Alle 18.30 interverrà un altro ospite molto atteso, il giurista e accademico Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, che terrà una conferenza dal titolo “Costituzione e Carcere: dalla riforma promessa alla controriforma realizzata”.

Sabato 14 dicembre, alle 10 la Torre Aragonese sarà teatro di una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17.00 a raccontare la sua esperienza di vita sarà l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, esempio virtuoso di un percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Sebastiano Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

L’IGF è svolto in collaborazione con l’Unione dei Comuni del Guilcer, la Fondazione Istituto Antonio Gramsci di Roma, l’International Gramsci Society, l’Istituto Gramsci Sardegna, le Pro Loco di Abbasanta-Ghilarza-Norbello, l’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, l’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci di Ales, l’Associazione Onnigaza di Ghilarza, l’Associazione archeologica “Orgono” di Ghilarza, il Rotary Club Centro Sardegna, l’Unione regionale degli ordini forensi della Sardegna, la fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci.

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«L’informazione sui casi di suicidio è uno dei banchi di prova per un giornalismo rispettoso non solo della deontologia – che in Italia si occupa molto poco del tema – ma anche dell’etica, ossia del rispetto nei confronti dei soggetti interessati, delle persone coinvolte e dei lettori.»

Lo ha scritto Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana ed autore di una pubblicazione intitolata “Il suicidio e i media”. Carlo Bartoli sarà a Cagliari, Nuoro e Sassari mercoledì 14, giovedì 15 e venerdì 16 marzo, per partecipare a tre interventi formativi dal titolo “Il giornalismo alla prova del suicidio: etica e deontologia”, organizzati dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna nell’ambito del programma di formazione continua. La partecipazione a ciascuno degli eventi darà diritto a 5 crediti formativi per i giornalisti.

Ecco il programma:

CAGLIARI: 14 marzo 2018, dalle 14.00 alle 17.00
Sede: Sala Unione Sarda, Piazza Unione Sarda
Relatori: Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Carlo Bartoli (Odg Toscana), Antonello Tronci (psichiatra), Maria Francesca Chiappe (giornalista).

NUORO: 15 marzo 2018, dalle 14.00 alle 17.00
Sede: Sala Camera di Commercio, Via Papandrea, 8
Relatori: Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Carlo Bartoli (Odg Toscana), Gianfranco Oppo (sociologo), Sebastiano Cocco (avvocato), Franca Carboni (neuropsichiatra).

SASSARI: 16 marzo 2018, dalle 14.00 alle 17.00
Sede: Università di Sassari, Via Zanfarino, 62
Relatori: Francesco Birocchi (presidente Odg Sardegna), Carlo Bartoli (Odg Toscana), Paolo Milia (psichiatra), Daniela Scano (giornalista).

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Il Corecom Sardegna, in collaborazione con la Polizia di Stato, il ministero della Pubblica istruzione e l’Agcom, prosegue la campagna d sensibilizzazione contro il cyber bullismo ed i rischi di un uso improprio del web.

Per il 14 e 15 dicembre prossimi è in programma a Nuoro una “due giorni” di confronto e dibattito nella quale i massimi esperti della materia risponderanno alle domande degli studenti.

Gli incontri si terranno il 14 ed il 15, di mattina, presso l’Auditorium dell’Istituto Superiore “Francesco Ciusa”, dalle 8.45 alle 13.00.

Nel pomeriggio del 14, con inizio alle 15.30, l’incontro aperto a genitori, insegnanti, operatori sociali e cittadini, che sarà ospitato nell’Auditorium del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”.

Sono previste gli interventi di: Gian Maria De Paulis, autore del libro “Genitori alla riscossa”, che sarà distribuito gratuitamente ai ragazzi; Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale dell’adolescenza; Grazia Maria De Matteis, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza; Pierluigi Sanna, responsabile della Polizia postale di Nuoro; Gianfranco Oppo, ricercatore.

Di particolare interesse la testimonianza di Paolo Picchio, il padre di Carolina, la ragazza di Novara che si è tolta la vita dopo essere stata vittima di ripetute aggressioni sui social media. Da questa tragica vicenda è nata una consapevolezza nuova del problema che ha portato all’approvazione della legge contro il cyber bullismo.

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Il Corecom Sardegna, in collaborazione con la Polizia di Stato, il ministero della Pubblica istruzione e l’Agcom, prosegue la campagna di sensibilizzazione contro il cyber bullismo ed i rischi di un uso improprio del web.

Per il 14 e 15 dicembre prossimi è in programma a Nuoro una “due giorni” di confronto e dibattito nella quale i massimi esperti della materia risponderanno alle domande degli studenti.

Gli incontri si terranno il 14 ed il 15, di mattina, presso l’Auditorium dell’Istituto Superiore “Francesco Ciusa”, dalle 8.45 alle 13.00.

Nel pomeriggio del 14, con inizio alle 15.30, l’incontro aperto a genitori, insegnanti, operatori sociali e cittadini, che sarà ospitato nell’Auditorium del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”.

Sono previste gli interventi di: Gian Maria De Paulis, autore del libro “Genitori alla riscossa”, che sarà distribuito gratuitamente ai ragazzi; Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale dell’adolescenza; Grazia Maria De Matteis, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza; Pier Luigi Sanna, responsabile della Polizia postale di Nuoro; Gianfranco Oppo, ricercatore.

Di particolare interesse la testimonianza di Paolo Picchio, il padre di Carolina, la ragazza di Novara che si è tolta la vita dopo essere stata vittima di ripetute aggressioni sui social media. Da questa tragica vicenda è nata una consapevolezza nuova del problema che ha portato all’approvazione della legge contro il cyber bullismo.

 

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Sabato 6 maggio il docufilm “Spes contra Spem”, di Ambrogio Crespi, girato nel carcere di Opera, a Milano, e presentato alla 73ª edizione della biennale del cinema di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma, verrà proiettato presso il Teatro San Giuseppe di via Trieste 48, a Nuoro.

L’evento è stato organizzato dalla Scuola Forense e dall’Ordine degli avvocati di Nuoro.

Saranno presenti Sebastian Cocco, assessore della Cultura e Istruzione del comune di Nuoro, Roberto Corrias, presidente dell’Ordine degli avvocati di Nuoro, Monica Murru, Direttore della Scuola Forense, Ambrogio Crespi, regista, Maria Brucale del direttivo di “Nessuno Tocchi Caino”, Adriana Carta, M.d.S. di Nuoro, Francesca De Carolis, giornalista e scrittrice, Pino Roveredo, scrittore e garante regionale per il Friuli Venezia Giulia dei diritti dei detenuti. Gianfranco Oppo garante dei diritti dei detenuti per il comune di Nuoro. Modera Gerardo Ferrara.

Partecipano inoltre gli studenti del Liceo Scientifico E. Fermi, Liceo Classico G. Asproni, ITC Satta.

Negli ultimi sei mesi “Spes Contra Spem” è stato proiettato all’interno delle carceri, nelle aule dei tribunali, in alcune delle piu importanti sedi istituzionali del Paese, nelle scuole, nei cinema e nei teatro. Diverse migliaia di persone sono state coinvolte e conquistate dall’umanità e dalla verità del film; esponenti della magistratura, rappresentanti istituzionali, avvocati e docenti hanno commentato e approfondito i contenuti di un lavoro che tocca l’anima, oltre a temi di grande attualità. Da autorevoli personaggi è stato definito «un film contro la criminalità organizzata, un messaggio contro la mafia, un lenzuolo bianco. Un film che parla del cambiamento e del mutamento dell’uomo».

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha scritto: «Questo documentario fa riflettere. Credo che il suo primo significato sia proprio questo: un invito alla riflessione sul significato della pena più gravosa. Il documentario non discute le questioni di diritto: ne mostra pero il senso, per nulla astratto, ma in grado di incidere sulle vite di coloro che, per dirla con il versetto paolino citato da Pannella e scelto come titolo del film, “sperano contro ogni speranza”».

Speranza contro ogni speranza. E’ la sfida di chi è condannato all’ergastolo ostativo, quello del “fine pena mai”, che nega al detenuto ogni beneficio penitenziario e non lascia prospettive di una vita fuori dal carcere.

Per la regia di Ambrogio Crespi, “Spes contra spem – liberi dentro”, è un viaggio guidato da Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparuti, attraverso la voce di chi lo vive sulla propria pelle. Detenuti, ma anche agenti e operatori dell’amministrazione penitenziaria, che, grazie ai programmi di recupero dei condannati, provano a restituire a queste persone un’aspettativa per il futuro. Le parole chiave della narrazione sono “colpa” ed “espiazione”, ma anche, appunto, “speranza”“cambiamento”. Di particolare rilievo l’intervento del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, e quello di Santi Consolo, Direttore del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria.

“Spes contra spem – liberi dentro” è prodotto da Indexway in collaborazione con “Nessuno Tocchi Caino” e Radio Radicale. E’ andato in onda su Sky Atlantic in prima serata, su Sky cinema e Sky on demand. Il film vuole essere un manifesto contro la criminalità: attraverso le parole di chi ha commesso reati gravi, “Spes contra spem – liberi dentro” sgretola il mito del criminale stesso, senza nessuna clemenza, nessun buonismo e nessuna posizione ideologica preconcetta.