19 December, 2025
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Presente e futuro del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, sono stati al centro degli incontri tra il presidente del Parco Geominerario Tarcisio Agus e l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis.

«Gli incontri con l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ci hanno consentito di rappresentare temi cari al Parco come il ripristino dei responsabili d’area, previsti dal Decreto Istitutivo del Parco, ma non in pianta organica o il tema delle bonifiche nelle aree minerarie, oggi confinate alla realizzazione di aree di stoccaggio, mentre si potrebbero avviare progetti di ricerca per un trattamento diverso dei detriti minerari ancora  potenzialmente produttivi. Non ultimo abbiamo ragionato sulla candidatura del Parco nella rete dei geositi Unesco scrive in una nota il presidente del Parco Geominerario Tarcisio Agus -. Aspetto delicato perché dopo l’affidamento, per la loro valorizzazione e promozione, di tutti i geositi della Sardegna, il Parco da solo e con l’attuale organico non può, come è stato detto più volte, nonché  rimarcato dalla rete Unesco, gestire da solo tutto il territorio dell’Isola. Ho chiesto che l’Assessore se ne facesse carico coinvolgendo tutti i parchi nazionali e regionali della Sardegna e gli enti interessati per costituire un organizzazione funzionante, come suggerito nelle raccomandazioni delle ispettivi.»

«Devo dare atto all’assessore Gianni Lampis dell’attenzione e della volontà di ricandidatura, tanto che ha convocato tutti i rappresentanti dei parchi ed enti interessati per un incontro che ha fissato per mercoledì 15 luglio presso la sala anfiteatro in via Romaconclude Tarcisio Agus -.  Sono fiducioso che l’ambìto sogno di una Sardegna Unesco Global Geopark possa avverarsi perché il determinante supporto della Regione Sardegna veniva auspicato da tempo dal Coordinamento Internazionale della rete europea EGN (European Geoparks Network).»

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Il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa interviene sul “caso Saras”, dibattuto in queste ore sui social, e lo porta all’attenzione del Consiglio regionale.

«Le fiamme alte che partono dalle torce e l’enorme nube di fumo che sovrasta lo stabilimento Saras in questi giorni preoccupa non solo i residenti della cittadina di Sarroch ma anche quelli di tutto il circondario, Cagliari compresa – scrive in una nota Michele Ciusa -. Anche ieri notte, nonostante le rassicurazioni date dall’Azienda, le fiamme sono rimaste alte accompagnate da un rumore quasi assordante. L’azienda ha spiegato che a causa di un blackout delle linee che collegano lo stabilimento alla rete elettrica nazionale c’è stato un blocco degli impianti, assicurando che non ci saranno conseguenze per l’ambiente e per la sicurezza. Alla luce di quanto sta accadendo e, soprattutto, di fronte alle richieste di massima trasparenza avanzate da singoli cittadini allarmati e da associazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente, chiedo al presidente Christian Solinas e all’assessore dell’Ambiente Gianni Lampisaggiunge Michele Ciusa – di attivarsi per verificare quanto accaduto in queste ore e soprattutto per evitare il ripetersi di eventi simili. Davanti a una colonna di fumo nero che, spinta dal vento, giunge persino sul Golfo degli angeli, non possiamo non esprimere massima preoccupazioni a prescindere dalle ragioni che abbiano portato al verificarsi di questo increscioso episodio.»

«Chiediamo che la Regione conclude Michele Ciusavigili inoltre sui controlli che verranno avviati dall’azienda in queste ore. I cittadini di Sarroch e dei paesi limitrofi hanno diritto alla massima tutela e la Regione Sardegna ha il dovere di attivarsi affinché tutte le operazioni eseguite all’interno dello stabilimento avvengano nel rispetto dell’ambiente, del nostro mare e dell’aria che noi tutti respiriamo, oltre che in totale sicurezza.»

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Proseguono gli interventi di ingegnerizzazione della rete idrica di Iglesias.  Con l’installazione di nuove apparecchiature e la realizzazione di nuove condotte. Gli ottanta chilometri di rete idrica di Iglesias divisi in distretti telecontrollati e dotati di valvole che regoleranno portate e pressioni. Abbanoa sta procedendo con gli interventi di ingegnerizzazione del sistema idrico cittadino avviato l’anno scorso con una campagna di monitoraggio dei principali snodi e dei serbatoi. Ciò ha consentito di studiare nel dettaglio le criticità e delineare gli interventi necessari a rendere efficiente la rete garantendone una migliore gestione. Ora sono in corso gli interventi che porteranno all’installazione di particolari strumentazioni di sezionamento, distrettualizzazione, misure e telecontrollo.

I distretti. La rete idrica cittadina sarà divisa in sette distretti idraulici. Ognuno avrà una propria regolazione in base alle reali esigenze di portate e pressioni. Non solo: la distrettualizzazione delle reti consente, in casi di guasti, consente di isolare la sola zona interessata senza creare disservizi nel resto del centro abitato. Tutto questo grazie all’installazione di particolari apparecchiature la cui installazione è in corso.

Martedì 30 giugno 2020 i tecnici di Abbanoa saranno a lavoro per installare una nuova saracinesca sulla condotta di avvicinamento del diametro di 150 millimetri in località Cruccueddu ed eseguire manutenzioni sulle valvole regolatrici. Dalle 8.00 alle 14.00 sarà necessario sospendere l’erogazione idrica nel distretto di Serra Perdosa e dalle 9.00 alle 11.00 nel distretto di Campo Romano nelle vie Ancona, Brescia, La Spezia, L’Aquila, Prato, Riccione, Taranto e viale Vittorio Veneto.

Reti intelligenti. L’operazione rientra nel programma di ingegnerizzazione delle reti che il Gestore sta portando avanti tramite imprese altamente specializzate. La città di Iglesias è tra i primi trenta Comuni interessati dal progetto “Reti intelligenti” che si svolge a partire da un’indagine sulla rete ammalorata con installazione di misuratori portatili per l’esecuzione di prove idrauliche diurne e notturne e con ispezioni mirate. Alla fase di monitoraggio segue la “diagnosi”, ovvero la definizione delle criticità e delle cause di malfunzionamento della rete, con successivi rilasci di prescrizioni sempre più evolute e dettagliate per le soluzioni tecniche ottimali da adottare, tra le svariate combinazioni possibili (installazione di valvole regolatrici, sostituzione delle condotte, etc.), al fine di efficientare la rete dal punto di vista idraulico, energetico e gestionale (“prognosi”). La strategia di Abbanoa prevede un cambiamento radicale del tradizionale – e il più delle volte inefficace – paradigma di intervento sulle reti: non si può pensare di sostituire sistematicamente tutte le tubazioni con risorse infinite; si devono piuttosto concentrare gli sforzi per rendere intelligenti le reti esistenti agendo sulle cause che generano le dispersioni: in primis gli sbalzi di pressione e la presenza di aria nelle condotte.

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La commissione Autonomia, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega) ha approvato a larga maggioranza (col solo voto contrario del consigliere del Pd Robero Deriu) il testo di sintesi sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas all’interno del sistema-Regione: la legge passa ora all’esame del Consiglio.

Il testo, che unifica le cinque proposte presentate da diversi gruppi consiliari, ha sostanzialmente l’obiettivo di consentire l’impiego del personale di Forestas nella campagna antincendio con una disciplina contrattuale adeguata, dal punto di vista normativo ed economico, alle mansioni effettivamente svolte.

La legge, tuttavia, interviene nell’attuale fase emergenziale di transizione e rappresenta un primo passo verso la vera e propria contrattazione che sarà affidata agli organi competenti, il Coran per la parte datoriale e le organizzazioni sindacali per i lavoratori.

Alla seduta della commissione, fatta eccezione per l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis assente per un impegno istituzionale, hanno preso parte anche l’assessore del Personale Valeria Satta, il direttore generale dell’assessorato Silvia Cocco, il direttore generale di Forestas Salvatore Mele ed il Commissario straordinario Giovanni Caria.

Tutti hanno risposto, per i settori di competenza, alle numerose domande poste dai consiglieri regionali, che hanno riguardato in sintesi le possibilità di impugnazione, la concreta applicabilità, la copertura finanziaria, i profili di alcuni livelli professionali.

In particolare sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Roberto Deriu del Pd, Diego Loi e Massimo Zedda dei Progressisti, Eugenio Lai di Leu, Giuseppe Talanas di Forza Italia, Giorgio Oppi dell’Udc, Alessandro Solinas del M5S, Giovanni Satta del Psd’Az e Francesco Mura di Fdi.

Nelle conclusioni, il presidente Pierluigi Saiu ha ringraziato gli ospiti per i loro contributi esprimendo il suo apprezzamento per il senso di responsabilità dei commissari di maggioranza ed opposizione che hanno lavorato proficuamente per due importanti obiettivi comuni: affrontare la campagna antincendi a pieno organico ed assicurare un quadro di certezze contrattuali ai lavoratori di Forestas.

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Il direttore regionale Antonio Angelo Porcu, il prefetto di Cagliari Bruno Corda, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, il direttore generale della Protezione civile della Regione Sardegna Antonio Belloi d il comandante del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale Antonio Casula, hanno firmato oggi la convenzione tra il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e la Regione Sardegna per la Campagna antincendi boschiva 2020.
La convenzione, con un impegno economico da parte della regione per complessivi 600mila euro, permetterà il potenziamento del dispositivo di soccorso del Corpo Nazionale VVF con squadre VVF, in versione AIB, presso diverse strutture VVF dislocate sul territorio regionale e la presenza di personale qualificato VF presso la SOUP e i COP.
Significativa novità, la presenza di un D.O.S. (Direttore delle Operazioni di Spegnimento) VVF presso il Nucleo elicotteri di Alghero per circa trenta giorni nel periodo tra luglio e agosto con la possibilità di intervento del “Drago” (elicottero VF) nelle operazioni di spegnimento degli incendi cosiddetti di interfaccia (incendio boschivo che minaccia aree urbane).
È stata inoltre firmata un’importante dichiarazione d’intenti nel campo della Protezione civile, la cui applicazione consentirà l’aumento della sinergia tra i vigili del fuoco e la Protezione civile regionale.
Il documento prevede la collaborazione tra le strutture regionali di Protezione civile e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco al fine di rafforzare e rendere sempre più efficaci e sinergiche le attività congiunte di pianificazione, coordinamento, formazione, addestramento e attività operative, se possibile anche con il coinvolgimento del mondo del volontariato, nonché la collaborazione nell’attività di supporto ai sindaci per la redazione dei piani comunali di protezione civile, in particolare relativamente alla gestione dell’emergenza e del soccorso.
Le attività saranno focalizzate non solo sulle attività di AIB, ma anche sul contrasto del rischio idrogeologico, degli incendi di interfaccia, degli incidenti con rilasci di sostanze pericolose, di emergenze biologiche con rilasci di sostanze pericolose.
Allo scopo saranno attivati dei tavoli tecnici specifici per sviluppare le modalità operative di attuazione dell’impegno siglato.

 

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C’è preoccupazione per la sorte del servizio di Diabetologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale.
A lanciare l’allarme è il presidente della Fand del Medio Campidano Onlus, Mattia Orrù. Al centro del contendere è il presunto trasferimento del servizio al poliambulatorio di Sanluri.
Orrù sottolinea come, su questa vicenda, «l’Associazione abbia tentato più volte, invano, di avere un colloquio con i dirigenti Ats per comprendere meglio le scelte illogiche».
Lo scorso 5 febbraio è stata inviata una lettera, «senza avere mai risposta» rimarca Mattia Orrù, al presidente della Regione, Christian Solinas. «Noisi legge nella missivanon possiamo vivere con la paura di ammalarci o che i nostri cari si ammalino perché non ci si può curare, perché andare a chilometri di distanza non tutti lo possono fare. In questo triste periodo di crisi a livello lavorativo, ci sta mancando anche la salute purtroppo e non tutti possono permettersi di curarsi in altri ospedali o Asl lontani chilometri da casa e dall’ospedale in cui sono seguiti o ricoverati. Caro Presidente, io come portavoce di tutti gli altri pazienti e cittadini Campidanesi e non solo, le chiedo di portarsi una mano alla coscienza e darci una mano per trovare una soluzione interna alla struttura ospedaliera».
Una settimana più tardi viene anche chiesto un incontro sia al governatore che all’assessore della Sanità, Mario Nieddu. Richiesta ribadita anche il 18 maggio. «Oltre a queste richieste scritte – ha aggiunto Mattia Orrù – si è proceduto a richiedere telefonicamente un appuntamento anche telefonico con il dirigente della Asl Sanluri senza ricevere mai risposta. Poco dopo vengo contattato dalla segreteria del direttore della Assl di Sanluri con la promessa che in tempi brevi sarei stato ricevuto, ma ancora a oggi 12 giugno 2020 non sono stato ricontattato».
La richiesta è quella che il servizio resti a San Gavino Monreale. A questo proposito è nato anche, nei social, un comitato spontaneo di cittadini che hanno voluto esprimere il loro dissenso al trasferimento della diabetologia.
Una contrarietà che l’Associazione ribadì anche il 3 giugno nel corso in una riunione che si è tenuta a Lunamatrona alla quale hanno partecipato anche alcuni sindaci del territorio e i sindacati di appartenenza dei dipendenti dell’Ospedale.
«A fine riunione ha proseguito Mattia Orrùsi è presentato Gianni Lampis, assessore regionale dell’Ambiente, che ha assicurato che il servizio di Diabetologia sarebbe rimasto a San Gavino Monreale. Con questa rassicurazione sembrava tutto risolto, ma dopo alcuni giorni la notizia che il giorno 12 giugno 2020 sarebbe iniziato il trasferimento delle attrezzature dall’ospedale a Sanluri».
«Lo spostamento del servizio a Sanluriha concluso – non garantirebbe più nessuna di queste prestazioni che verrebbe persa, perdendo, dunque,  una qualità in termini di servizio generale offerto nei reparti (in particolar modo le mamme del servizio di ginecologia che eseguono la curva glicemica o i ricoverati in medicina).»
Un no al trasferimento che verrà ribadito nel corso di una manifestazione in programma lunedì 15 giugno, dalle 10.00, presso parcheggio dell’ospedale nelle aree adibite al mercatino rionale.

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Oltre 3,2 milioni di mascherine monouso sono state distribuite dalla Regione ai 377 Comuni sardi: due per ogni abitante, complessivamente ‪3.255.200 dispostivi. La distribuzione è stata coordinata dal Centro logistico della Protezione civile allestito nell’area fieristica di Cagliari, in collaborazione con le associazioni di volontariato e l’agenzia regionale Forestas.

«Un impegno straordinario dell’intera macchina regionale ha sottolineato il presidente Christian Solinascon il prezioso supporto delle associazioni di volontariato, al quale va il ringraziamento mio e della Giunta.»

Alle parole di apprezzamento del Presidente, si sono aggiunte quelle dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha la delega alla Protezione civile, «per l’operato svolto in questo periodo emergenziale nell’interesse primario di tutela della salute pubblica – ha scritto in una lettera inviata ai Sindaci -. Il Dpcm del 26 aprile ha disposto l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi chiusi o in quelli all’aperto in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e le mascherine ‘monouso’, consegnate dalla Protezione civile nazionale, rappresentano una misura preventiva per ridurre la diffusione del virus e mettere in sicurezza gli altri e se stessi».

«Abbiamo ritenuto di metterle a disposizione di ciascun Comune, affinché siano distribuite ai cittadini e ai servizi essenziali pubblici e privati, al fine di favorirne l’utilizzo da parte degli operatori e dei fruitori dei servizi», ha concluso l’assessore Lampis.

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Un altro passo importante verso la realizzazione a Monte Urpinu di un grande parco urbano e del Polo ambientale regionale. Così gli assessori regionali degli Enti locali, Quirico Sanna, e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, nel corso di una conferenza stampa stamame a Cagliari, hanno presentato i lavori avviati dall’Agenzia Forestas per la manutenzione ed il miglioramento del verde nell’area dell’ex 68° Deposito carburanti, dismesso dall’Aeronautica militare e acquisito dalla Regione nel 2007.  

«Stiamo portando avanti un’opera fortemente voluta dalla Giunta Solinasha sottolineato l’assessore Quirico Sannaottimizzando l’uso degli immobili regionali e restituendo alla città e alle famiglie un grande polmone verde che comprenderà anche una parte del parco dell’ospedale Binaghi, sempre di proprietà regionale, e un’altra area della Marina militare. Tutto questo patrimonio è stato dimenticato per tredici anni, noi ora lo vogliamo riqualificare e valorizzare in tempi brevi.»

Nell’area dell’ex Deposito carburanti sono anche presenti fabbricati militari per oltre 60mila metri cubi, che saranno interessati da successivi interventi di ristrutturazione e rappresentano veri e propri monumenti di archeologia industriale che la Regione vuole rendere fruibili al pubblico.

«Stiamo offrendo una grande opportunità alla città di Cagliari e a tutta la Sardegnaha detto l’assessore Gianni Lampis perché quindici ettari di parco urbano potranno finalmente essere messi a disposizione dei cittadini. Grazie al lavoro svolto in queste settimane dall’Agenzia Forestas stiamo procedendo alla riqualificazione dell’area guardando al futuro e puntando su un altro suo utilizzo: la Giunta regionale vuole realizzare qui il Polo ambientale degli uffici, portando il Corpo forestale e l’assessorato della Difesa dell’ambiente.»

L’Agenzia Forestas sta già operando con i lavoratori del Servizio territoriale di Lanusei utilizzando mezzi sofisticati e intervenendo con la massima cura in un compendio molto interessante dal punto di vista naturalistico. Forestas provvederà anche al taglio della vegetazione infestante con funzione antincendio. In particolare effettuerà la manutenzione delle fasce parafuoco perché l’area presenta un forte rischio di incendi nel periodo estivo. Verrà poi effettuata la messa in sicurezza delle piante pericolanti e sarà effettuata una scelta di quelle di maggior pregio.

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L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha pubblicato i dati basati sull’attività di controllo e monitoraggio delle acque di balneazione: per il 2020, la Sardegna ha il 99,7% di coste classificate come “eccellenti”, classe più elevata, che rappresenta il miglior dato nazionale, pari a quello della Puglia.

«L’attività di monitoraggio delle acque di balneazione, con 661 stazioni su 1.407 chilometri di costa, ha sempre costituito una delle attività di maggior interesse ed impegno per Arpas, che opera secondo un programma concordato con l’Agenzia regionale del Distretto idrografico e col ministero dell’Ambienteha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. I risultati di eccellenza raggiunti dalla Sardegna sono da attribuire ad una politica di trattamento capillare delle acque reflue ed una costante attività di vigilanza sulle acque marine costiere, coordinata con le varie autorità: Capitanerie di porto, Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo forestale e Polizia locale. Inoltre, molto si deve anche alla sensibilità sempre maggiore dei cittadini nei confronti dell’ambiente.»

Per ottenere i dati, almeno una volta al mese, durante le stagioni balneari dal 2016 al 2019, sono stati effettuati campionamenti ed analisi per tutelare la salute dei bagnanti, attraverso il monitoraggio di due indicatori di contaminazione fecale: enterococchi intestinali ed escherichia coli.

In riferimento delle tabelle allegate:

– i dati della Sicilia non comprendono le province di Agrigento, Catania, Messina (383 acque di balneazione per 455,183 km), per le quali non è stato possibile reperire la relativa classificazione;

– non sono considerate le aree di balneazione di nuova istituzione o ancora “non classificate” e le aree in cui ci sono divieti di balneazione permanenti;

– tra le aree di mare del Friuli Venezia Giulia ce ne sono anche due lagunari.

 

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Le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria hanno avuto effetto anche sulle fasi di riproduzione degli animali ed alcune specie di avifauna, non disturbate dalla presenza umana, si sono riappropriate di territori anche per la scelta dei siti di nidificazione.

«Soprattutto nel mese di maggioha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampisil Corpo forestale è stato impegnato anche nella salvaguardia della riproduzione di queste specie che arricchiscono la biodiversità dell’Isola, intensificando l’attività di monitoraggio e presidio del territorio al fine di consentire il completamento della fase riproduttiva

Tra i siti controllati, i più sensibili sono quelli nei quali hanno nidificato alcuni esemplari di fratino, un piccolo trampoliere limicolo che vive nelle zone costiere e lagunari, specie in pericolo di estinzione che, grazie alla chiusura delle spiagge alla frequentazione umana, ha deposto le uova in diverse spiagge solitamente frequentate dai bagnanti nel Sarrabus e nel Cagliaritano. Un altro caso è stato quello di una coppia di splendide cicogne bianche, che solitamente non nidificano in Sardegna, ma, avendo interrotto nel Sulcis il percorso migratorio dall’Africa verso il centro Europa, hanno utilizzato un palo elettrico dismesso in uno spartitraffico stradale, costruendovi il proprio nido.  

«L’attività di controllo del Corpo forestale è  indirizzata a dissuadere e prevenire qualsiasi comportamento che possa compromettere la nidificazione e la riproduzioneha concluso l’assessore Gianni Lampis -. A questa attività hanno collaborato anche i volontari delle associazioni ambientaliste e le guardie zoofile volontarie, presidiando i siti e sensibilizzando i cittadini al rispetto degli animali.»  

Dal Corpo forestale arriva l’invito a chi dovesse trovare nidi apparentemente abbandonati, anche in luoghi atipici, di lasciarli dove si trovano senza prelevarli ed a segnalare la loro posizione al numero di emergenza ambientale 1515.