27 April, 2024
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Giovanni Paolo Zedda 3 copia

A Iglesias apre l’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Diocesi di Iglesias, attraverso la Caritas diocesana e in collaborazione con il Coordinamento cittadino degli organismi socio-assistenziali di natura ecclesiale (Caritas parrocchiali, Volontariato Vincenziano, Terz’Ordine Francescano, Sodalitas). L’Emporio si trova all’Exmà di Iglesias (ex mattatoio), in corso Colombo e intende proporsi – nella sua prima fase – come punto di raccolta e distribuzione di prodotti alimentari confezionati (pasta, riso, biscotti, olio, ecc.). I prodotti non verranno distribuiti con pacchi già predisposti ma saranno i beneficiari stessi, dopo esser stati ascoltati dagli operatori di almeno una delle realtà aderenti al progetto, a scegliere secondo le proprie necessità, come in un vero e proprio discount, in cui non si pagherà con denaro ma attraverso una carta personale conferita dopo l’ascolto.

L’inaugurazione del servizio si svolgerà nei locali dell’Emporio, lunedì 13 giugno alle 18.30, alla presenza del vescovo, S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda, che guiderà un breve momento di preghiera. 

Il progetto dell’Emporio è reso possibile grazie alla collaborazione degli operatori volontari coinvolti nel Coordinamento cittadino. Per circa due anni gli operatori hanno seguito un percorso comune di formazione all’ascolto e alla gestione di un software in grado di condividere, a livello informatico, le informazioni raccolte durante i colloqui (nel pieno rispetto della legge sulla privacy). Chi ha necessità non dovrà recarsi direttamente all’Emporio, ma contattare uno dei luoghi di ascolto della rete: Parrocchie cittadine, Centro di ascolto della Caritas diocesana, Caritas parrocchiali, sedi del Volontariato vincenziano cittadino, Terz’Ordine francescano della Chiesa conventuale di San Francesco. Qui i volontari faranno ascolto e valuteranno le richieste, anche quelle di natura alimentare. Una volta accreditate, le persone potranno recarsi all’Emporio dove potranno scegliere loro stesse i viveri dagli scaffali, come in un negozio. Avranno a disposizione una carta magnetica cui sarà assegnato un credito spendibile. Tale credito è attribuito seguendo diversi parametri, fra cui l’ampiezza del nucleo familiare; la tipologia, l’intensità e la durata del disagio; l’ISEE, ecc. La carta magnetica è personale ed è identificata attraverso un codice. I dati raccolti dai Centri della rete del Coordinamento confluiranno in un database che permetterà immediatamente di capire chi si è rivolto ai vari servizi territoriali, compreso l’Emporio, evitando duplicazioni di interventi e percorsi di tipo assistenziale.

Le prime risorse sono i volontari che generosamente si mettono a disposizione dei loro concittadini più bisognosi, sia nella fase dell’ascolto (con la possibilità, per chi lo richiede, di poter esser accolto e ascoltato in uno dei diversi punti della rete del Coordinamento). La dotazione alimentare sarà costituita dai viveri assegnati dall’AGEA alle Caritas parrocchiali, dai prodotti acquistati dalla Caritas diocesana di Iglesias, dalla generosità delle Parrocchie, ma anche dalla disponibilità di singoli cittadini e famiglie, che possono o conferire dei viveri nelle rispettive Parrocchie di appartenenza o portare direttamente della spesa nei locali dell’Emporio. Altre iniziative solidaristiche – come è stato nei giorni precedenti al Natale 2015 (in occasione dell’evento denominato “Miracolo di Natale”) – possono contribuire a garantire la continua dotazione del “fondo alimentare”.

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compleanno Grazia Boi

Sindaca per una sera. Ad indossare lunedì la fascia tricolore prestatale dal sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, alla veneranda età di 106 anni, è stata Grazia Boi. Ha compiuto 106 anni la nonnina di Sant’Antioco nata il 30 maggio del 1910 nella cittadina sulcitana che dal 1992, per motivi di salute, è ospite della Rsa “La Rosa del Marganai” dove è assistita amorevolmente dai medici e infermiere.

Lunedì 30 maggio, dunque, è stata festa grande alla Rosa del Marganai, dove l’ospite più anziana della struttura sanitaria ha compiuto 106 anni. A festeggiare insieme a nonna Grazia il traguardo di 106 anni, sono stati i figli, le figlie, due dei quali sono rientrati da Ginevra dove vivono, nipoti e pronipoti, tanti parenti e diversi cittadini di Sant’Antioco. A porgerle gli auguri della cittadinanza antiochense è stato il sindaco Mario Corongiu, che per alcune ore le ha ceduto la fascia tricolore, con l’assessore Paolo Garau. A festeggiare nonna Grazia anche il vescovo di Iglesias monsignor Giovanni Paolo Zedda, il cappellano della Rosa del Marganai, don Gabriele Atzei, il primario della struttura, medici, infermiere e le ospiti della struttura sanitaria. Grazia Boi è nata a Sant’Antioco il 30 maggio 1910. Suo padre emigrò in Argentina nel 1912, lasciando la moglie con due bambine piccole, Grazia e Maria, di due anni più grande. Dopo un’infanzia difficile si sposò a 17 anni con Peppino Selis, giovane contadino di Piscinas. Visse quasi sempre a Sant’Antioco. Dal matrimonio nacquero 7 figli, due maschi e cinque femmine. Oltre ai lavori domestici e la cura della famiglia, collaborò con il marito anche in campagna. Perse due figli ventenni per malattie allora inguaribili. Pur avendo avuto poca istruzione, frequentò sino alla terza elementare, fu una donna amante della lettura e della bellezza. Tre figlie e un figlio sono emigrati e vivono a Ginevra, in Svizzera, mentre la più giovane vive a Sant’Antioco. Ha avuto otto nipoti e dieci pronipoti.

Rimasta vedova nel 1991, ha continuato la sua vita con grande coraggio. Successivamente non è più riuscita ad essere autosufficiente, a causa di una depressione. Dal 2002 vive nella Rsa Rosa del Marganai di Iglesias, dove è la nonnina più anziana.

Tito Siddi

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“I porti del Mediterraneo e la sfida per l’accoglienza” è stato il tema di una tavola rotonda, coordinata da Roberto Lai, presidente dell’associazione Arciere Onlus che si è tenuta venerdì 20 maggio nell’Aula consiliare del comune di Sant’Antioco. L’obiettivo della conferenza è stato quello di proporre una riflessione, all’inizio della stagione degli sbarchi di migranti, sul ruolo dei porti e dei comuni nel Mediterraneo, per meglio comprendere quanto le istituzioni già svolgono e quale ruolo può ricoprire la società civile. Dopo il saluto ai presenti del sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, si sono succeduti i temi svolti dei vari relatori. A promuovere la Tavola rotonda, a cui ha partecipato anche il vescovo di Iglesias Monsignor Giovanni Paolo Zedda, è stato il dottor Emiliano Abramo, responsabile per la Sicilia della Comunità di Sant’Egidio, premiato con il prestigioso premio “Colomba d’oro per la Pace 2015” dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRAD) per l’importante lavoro di accoglienza in Sicilia.

«E’ parso significativo scegliere proprio la località di Sant’Antioco in quanto comune di periferia coinvolto nelle buone pratiche di accoglienza, terminale di una rotta di sbarchi, quella di barconi salpati dall’Algeria-  ha spiegato Emiliano Abramo – che potrebbe essere ancora più trafficata a causa della chiusura del corridoio balcanico e a causa delle difficoltà in territorio libico.»

Tra i relatori, il Direttore Marittimo della Sardegna Centro-Meridionale, Capitano di Vascello, Roberto Isidori, ed il tenente di vascello elicotterista comandante dell’ufficio Marittimo di Sant’Antioco, Diego Leone, che hanno esposto i numeri degli interventi di salvataggio in mare e l’attività che viene svolta dalla Guardia costiera. Il vescovo si è soffermato invece sui valori cristiani dell’accoglienza e dell’impegno della chiesa per favorire il processo di integrazione. Interessante l’intervento del deputato Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, che ha spiegato l’operatività e gli sforzi del governo sul versante immigrazione dando atto alla grande opera verso i migranti svolta dalla Comunità di Sant’Egidio.

«La piramide della vita: infanzia, giovani, età fertile e anziani si è appiattita – ha sottolineato Mario Marazziti -. I risultati degli sforzi del governo verso la famiglia si vedranno tra vent’anni. In questo contesto i migranti, anche se è difficile da capire, possono essere una risorsa e una garanzia di occupazione. Viviamo – ha concluso Marazziti – in un momento di grandi difficoltà ma anche di arricchimento perché un popolo senza anima non esiste.»

E’ stato un convegno ricco di temi umani, civili e sociali svolto alla presenza di tanti cittadini e di rappresentanti dell’Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito e diverse associazioni impegnati nel controllo delle frontiere e con il compito, che sta diventando ogni giorno più impegnativo, di salvare la vita a tanti disperati che solcano il mare a bordo di barconi fatiscenti per raggiugere l’Europa che non li vuole, e vivere in un mondo senza più guerre e povertà.

Tito Siddi

I porti del Mediterraneo

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Venerdì mattina la sala Conferenze della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, ospiterà il convegno “Economia migrante tra integrazione, lavoro e sfruttamento”, organizzato dalla Caritas diocesana di Iglesias. L’inizio è fissato alle ore 9.15.

L’iniziativa intende sollecitare una riflessione sugli aspetti positivi dell’immigrazione, vista come una risorsa per l’economia dei territori interessati dal fenomeno. Importante, infatti, è la presenza di lavoratori e d’imprenditori stranieri che contribuiscono all’economia locale anche in termini di lavoro, offerto non solo ai migranti, ma anche talvolta alla manodopera locale.

A fronte di quest’aspetto positivo, il convegno intende soffermarsi su un aspetto negativo, costituito dal fenomeno dello sfruttamento del lavoro: una piaga purtroppo molto diffusa nel nostro Paese (soprattutto al Sud), che toglie dignità alla persona, sottrae risorse al sistema fiscale, non contribuisce all’integrazione e soprattutto minaccia l’equilibrio sociale.

In occasione del convegno sarà presentato il progetto “Il pozzo di Giacobbe”, uno sportello di ascolto itinerante che l’Area immigrazione della Caritas diocesana ha attivato nei Centri di ascolto della Diocesi.

L’esperienza, realizzata grazie a un finanziamento della CEI (Fondi 8 per mille Italia), verrà raccontata dall’operatrice Aurora Fonnesu. Seguiranno le riflessioni su “Rapporto imprenditoria e immigrazione” (Franco Pittau, Fondatore di Idos Centro Studi Ricerche), “Criticità inerenti all’imprenditoria straniera a livello nazionale” (Giuseppe Bea, presidente Onimpresa Osservatorio Nazionale Imprese), “Normativa sul lavoro dei migranti” (Gianni Loy, ordinario Diritto del Lavoro Università di Cagliari), “Criticità inerenti all’imprenditoria straniera a livello locale” (Natalka Bandylyuk, operatrice ACLI). Concluderà Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesana di Iglesias, mentre l’iniziativa sarà coordinata dalla giornalista Elvira Usai.

I saluti d’apertura sono affidati a mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias, Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, e Giuliana Perrotta, prefetto di Cagliari.

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Grande spettacolo, questo pomeriggio, sul campo del Lungomare Silvio Olla, a Sant’Antioco, con le pariglie “Sa cursa po Santu Antiogu”, in onore del Santo Martire, con cavalieri provenienti da tutta la Sardegna e sfilata di cavalieri in costume sardo. Al termine sono state effettuate le premiazioni. Il primo premio è stato assegnato ai cavalieri di Oristano.

Alleghiamo un ricco album fotografico, mentre nel TG di domani trasmetteremo le immagini delle spettacolari figure proposte dai cavalieri.

Il programma dei festeggiamenti in onore di Sant’Antioco Martire domani raggiungeranno il loro clou, alle 17.30, con la Santa Messa celebrata dal vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, con il coro Anninora di Desulo, al termine della quale, dalla Basilica, partirà la processione. In serata spettacolo pirotecnico in laguna e concerto del gruppo Golaseca, in Piazza Umberto.

Domani sera pubblicheremo un servizio con le fotografie della sfilata di questa mattina e della processione di domani sera.

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Chiesa del Buoncammino

Lunedì 21 marzo, alle ore 19.00, Il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, benedirà la nuova Via Crucis artistica nel piazzale del Santuario della Vergine del Buon Cammino di Iglesias.

Si tratta di un’opera dell’artista iglesiente Stefano Cherchi, che ha arricchito le stazioni della via dolorosa con un’icona della Vergine apposta all’ingresso del Santuario. Il progetto artistico, nasce dalla felice intuizione di Mons. Carlo Cani, rettore del Santuario della Madonna del Buon Cammino, che invitò l’artista iglesiente Stefano Cherchi a cimentarsi in una artistica Via Crucis da collocare nel colle più caro agli iglesienti dove sorge il Santuario e il Monastero delle Sorelle Povere di santa Chiara. 

L’artista preparò una serie di bozzetti, che vennero pubblicati anche nel libro “Vi darò un cuore nuovo”, di Giampiero Maccioni (trapiantato di cuore il 26 ottobre del 1996), cui fece seguito la realizzazione della stessa Via Crucis, eseguita secondo la sequenza e l’iconografia già presentata attraverso i disegni realizzati con tecnica a grafite, donata alla diocesi e ora in bella mostra nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Operaio in Iglesias nel rione Campo Romano.

Il sogno di monsignor Cani, ora diventa realtà grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna che ne ha finanziato la realizzazione e al patrocinio della Diocesi di Iglesias che ha curato la messa in opera e dell’Associazione Sarda Trapianti “Alessandro Ricchi”.

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Arrigo Miglio 1 copia

Nella riunione della Conferenza Episcopale Sarda, tenutasi a Oristano il 16 febbraio 2016, i vescovi hanno riformulato i diversi ambiti del coordinamento pastorale regionale e assegnato le relative deleghe vescovili, così come di seguito riportato:

Atzei mons. Paolo: Comunicazioni sociali e Turismo

Carboni mons. Roberto Evangelizzazione dei Popoli, Cooperazione tra le Chiese, Ecumenismo e Dialogo, Migrazioni

Marcia mons. Mosè: Pastorale della Famiglia e della Vita

Melis mons. Corrado: Laicato, Servizio di Pastorale Giovanile e Pastorale Vocazionale

Miglio mons. Arrigo Osservatorio Giuridico e “Sovvenire”

Morfino mons. Mauro Maria: Clero e Vita Consacrata

Mura mons. Antonello: Cultura-Progetto Culturale, Educazione Cattolica, Scuola e Università

Sanguinetti mons. Sebastiano Beni Culturali ed Edilizia di Culto

Sanna mons. Ignazio Dottrina della Fede, Annuncio e Catechesi, Liturgia

Zedda mons. Giovanni Paolo Servizio della Carità, Pastorale della salute, Pastorale Sociale e del Lavoro, progetto “Policoro”

Nella stessa seduta, i vescovi hanno proceduto alle seguenti nomine:

Su proposta del Comitato regionale di Servizio del Rinnovamento nello Spirito (RNS) è stato confermato quale consigliere spirituale Regionale il reverendo don Tonino Carta, della diocesi di Nuoro.

E’ stata confermata la nomina del presidente della Sezione Sardegna Sud dell’Unitalsi, Sergio Zuddas, dell’arcidiocesi di Cagliari, eletto dalla relativa Assemblea sezionale.

Si conferma la nomina del presidente della Sezione Sardegna Nord dell’Unitalsi, Roberto Manca, dell’arcidiocesi di Sassari, eletto dalla relativa Assemblea sezionale.

Inoltre:

Su istanza dell’arcivescovo di Cagliari, S.E. Mons. Arrigo Miglio, la Conferenza Episcopale Sarda esprime parere favorevole all’introduzione della causa di beatificazione di Suor Teresa Tambelli delle Figlie della Carità.

Infine, nella seduta del 5 gennaio scorso, la Conferenza aveva anche provveduto alla nomina a Incaricato regionale del Servizio di Pastorale Giovanile del Rev.do don Enrico Perlato, dell’arcidiocesi di Oristano.

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conf-stampa-caritas

Combattere il disagio e la dispersione scolastica attraverso delle borse di studio da assegnare ad alunni le cui famiglie sono in un disagio economico tale da non poter loro garantire il proseguo degli studi all’Università. Con questo obbiettivo la Caritas diocesana, organismo pastorale della diocesi di Iglesias, ha promosso il progetto “Iscola de Maduridàde”. Consentirà di istituire 60 borse di studio, dell’importo di 500,00 euro ciascuna, suddivise in 20 borse per anno per tre anni consecutivi. Saranno destinate in favore dei ragazzi più meritevoli delle quinte classi delle scuole secondarie di secondo grado del territorio che, privi di un supporto famigliare a causa di condizioni economiche avverse, corrano il rischio di non poter avere accesso all’Università nel prossimo triennio. Il progetto è stato presentato ieri mattina con una conferenza stampa presso il seminario vescovile “Maria Immacolata” ad Iglesias. L’idea progettuale, nata dalla lettura costante delle fragilità del territorio da parte della Caritas, si avvale della collaborazione di altri Uffici pastorali della Diocesi tra cui l’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro e la Pastorale Giovanile già attivi, insieme alla Caritas diocesana, nell’ambito del “Progetto Policoro”.

Ad illustrare il progetto sono stati il vescovo di Iglesias monsignor Giovanni Paolo Zedda, il direttore della Caritas diocesana, Raffaele Callia e il gruppo degli animatori che si avvale di un’equipe formata da Isabella Rosas, Antonio Melis, Francesco Manca, Federico Cocco, Elena Sanna Carla Lai e Simone Cabitza che lavoreranno nelle scuole e appartengono alle diverse pastorali diocesane.

«Iniziative della Caritas sono occasione per tutta la comunità cristiana – ha detto il vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda – occasione per capire quello che abbiamo e anche per migliorare le possibilità di intervento e sensibilizzare le persone a non chiudersi ma ad aprirsi a venire incontro alle difficoltà che si presentano.»

Il progetto è finanziato dal “Fondo CEI 8xmille Italia” e si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera d’Italia. L’obiettivo è combattere il disagio e la dispersione scolastica, sia attraverso un’azione di mentoring scolastico sia con l’istituzione di borse di studio.

«I giovani sono il presente e hanno bisogno oggi, non domani, di essere accompagnati offrendo delle opportunità che passano attraverso un tema che è cardine che è quello dell’istruzione – ha spiegato Raffaele Callia – direttore della Caritas della diocesi di Iglesias -. Se vogliamo cambiare questo territorio dobbiamo cercare chiaramente di favorire le condizioni di occupazione e di lavoro ma dobbiamo anche creare una generazione adeguata a questo cambiamento e la cultura e l’istruzione sono ingredienti irrinunciabili.»

Il risultato che si propone il progetto è duplice. Da un lato tutelare il diritto allo studio per almeno 60 giovani maturandi del territorio sostenendo le rispettive famiglie nella spese dell’immatricolazione universitaria e dell’acquisto dei testi accademici, ma anche favorire la formazione di sei giovani impegnati nelle realtà ecclesiali ed accompagnarli nella costituzione di un’associazione di promozione sociale che si occupi di erogare servizi nel campo dell’educazione inclusiva.

Tito Siddi

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La Caritas diocesana, organismo pastorale della diocesi di Iglesias, promuove il progetto “ISCÒLA de MADURIDÀDE”, che presenterà nell’ambito di una conferenza stampa venerdì 22 gennaio, alle 11.30, presso il Seminario vescovile “Maria Immacolata”, in via Tenente Cacciarru.

L’idea progettuale, nata dalla lettura costante delle fragilità del territorio da parte della Caritas, si avvale della collaborazione di altri Uffici pastorali della Diocesi di Iglesias, come l’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro e la Pastorale Giovanile, già attivi – insieme alla Caritas diocesana – nell’ambito del “Progetto Policoro”.

L’iniziativa sarà illustrata dal Vescovo, S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda, dal direttore della Caritas diocesana, Raffaele Callia, e dal gruppo degli animatori del progetto.

Il progetto è finanziato dal “Fondo CEI 8xmille Italia” e si rivolge agli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado del Sulcis Iglesiente. L’obiettivo è combattere il disagio e la dispersione scolastica, sia attraverso un’azione di mentoring scolastico sia con l’istituzione di 60 borse di studio: nel prossimo triennio, infatti, verranno sostenuti gli allievi che a causa delle condizioni economiche avverse rischiano di non avere accesso all’Università.

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Grande partecipazione, a Carbonia, alla XXIX edizione della Marcia della Pace, promossa come ogni anno dalla diocesi di Ales Terralba ed organizzata in collaborazione con il comune di Carbonia e con i soggetti promotori. Un apporto fondamentale è stato dato dal mondo dell’associazionismo del territorio, presente con una quarantina di realtà. Come negli anni passati, anche per l’edizione 2015, c’è stata l’adesione di tutta la Sardegna, unita dal desiderio di un mondo di pace e di una società giusta e solidale. 

Il tema della XXIX Marcia è stato “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, in un mondo in cui l’indifferenza, frutto dell’individualismo esasperato, sta creando atroci disuguaglianze.

Nel corso della mattina c’è stato un momento di riflessione al quale hanno partecipato circa cinquecento giovani. Presso la Grande Miniera di Serbariu si sono tenuti tre Workshop dedicati ai temi della Povertà, del Lavoro e dell’Ambiente.

Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, attuale arcivescovo di Campobasso e già vescovo di Locri, ha anche partecipato agli workshop parlando ai ragazzi con estrema semplicità catturando la loro attenzione.

Il pomeriggio è stato dedicato alla Marcia, iniziata dalla Grande Miniera di Serbariu, poco dopo le 15.00. Al termine dei saluti del sndaco di Carbonia Giuseppe Casti e del vescovo di Ales-Terralba monsignor Giovanni Dettori, la marcia è partita seguendo il seguente percorso: Grande Miniera di Serbariu, Piazza Sergio Usai, strada di collegamento Grande Miniera – Piazza Pietro Cocco, via Costituente, Piazza Repubblica, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, Piazza Roma.

Sul sagrato della chiesa di San Ponziano, don Angelo Pittau ha introdotto gli interventi dell’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, tornato nel Sulcis dopo aver guidato una ventina d’anni fa la diocesi di Iglesias; mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo della diocesi di Iglesias; mons. Gian Carlo Maria Bregantini.

«A Locri, nel sud Italia, in 25 anni di ministero – ha detto mons. Bregantini – ho imparato che se un popolo ha coraggio, se un popolo impara a dire una parola positiva e toglierne un’altra meno positiva, si può affrontare il futuro.»

«Ho ammirazione per la vostra terra – ha aggiunto – ma io che provengo dalla Val di Non dove il lavoro della terra ha prodotto una mela famosa in tutto il mondo perché quella gente ha saputo valorizzare quanto producevano, vi dico che le vostre bellezze devono essere valorizzate, vissute per creare occasioni di lavoro e di benessere». Quasi una polemica con chi, invece, vorrebbe tutelare l’ambiente mettendolo sotto una campana di vetro e poterlo ammirare solo dall’esterno per non contaminarlo.»

E tutto questo, mons. Bregantini lo ha detto dopo aver ammirato e ascoltato la storia della Grande Miniera di Serbariu da dove è partita la Marcia, cercando di comprendere il dramma che il Sulcis e tutta la Sardegna, stanno vivendo a causa di una indifferenza che sta paralizzando ogni possibilità di progettare il futuro, ma sta anche provocando uno scoramento fra la gente.

Citando Papa Francesco, mons. Bregantini ha evidenziato una parolaccia nella parola “ormai” che spesso campeggia nei cuori di chi non ha più speranza in un futuro migliore.

«Per questo – ha detto – è necessario riconoscere tutti i segni dell’indifferenza, quella che lascia Dio fuori da ogni cosa, quella che ci fa dire “a me non me ne importa”, quella che divide la società e accentua il razzismo, quella che consente ai responsabili di industrie pericolose di non informare le persone sui danni fisici che possono provocare, ma anche una indifferenza religiosa , una comunitaria e una ambientale che, magari ci fa riconoscere le nostre bellezze, ma non si fanno progetti per sviluppare e trasformare i doni di Dio per creare benessere e lavoro.»

«Passare dall’indifferenza alla speranza per questo territorio e per tutta la Sardegna». È quanto ha evidenziato don Angelo Pittau, promotore e ideatore della Marcia che da 29 anni si svolge gli ultimi giorni di dicembre. «E da Carbonia – ha detto – da tutta la gente che ha accolto il nostro appello e che attorno al messaggio di papa Francesco per la 49.a giornata mondiale della pace “vinci l’indifferenza e conquista la pace” deve nascere una speranza di riscatto sociale, economico e occupazionale per la nostra isola».

Sono intervenuti anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato il saluto della città e ringraziato tutti i presenti, ed alcuni giovani, rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni.

Allegato il servizio fotografico di Nadia Pische

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