14 May, 2024
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I laboratori privati accreditati della Sardegna potranno eseguire il tampone oro/rino faringeo per l’individuazione del virus Sars-Cov-2 ai cittadini che ne faranno richiesta dietro prescrizione medica. Lo ha stabilito la Giunta regionale, che, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato le linee di indirizzo che definiscono le procedure per l’individuazione delle strutture idonee all’esecuzione dei test e gli adempimenti a cui gli stessi laboratori dovranno attenersi.
«Potenziamo il sistema di accertamento diagnostico sul nostro territorio a beneficio dei sardi», spiega il presidente della Regione, Christian Solinas. «Già nel mese di maggio, ricorda il Presidente, la Regione aveva presentato in Conferenza Stato-Regioni la proposta per estendere ai laboratori privati l’esecuzione del test molecolare, a cui è poi seguita, ad agosto, una specifica richiesta al ministero della Salute. Nelle more di una risposta definitiva da Roma abbiamo deciso di intervenire e lo abbiamo fatto con criterio e buon senso. Il controllo della Sanità pubblica sull’attività diagnostica realizzata dai laboratori privati sarà preminente. Un servizio in più che sarà dato ai cittadini nella massima sicurezza.»
«Nel rispetto di quelle che sono le direttive finora emanate dal mMinisterodichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Niedduabbiamo ritenuto opportuno dare la possibilità ai laboratori privati accreditati dalla Regione di svolgere un’attività al di fuori degli ordinari controlli della sanità pubblica, consentendo ai cittadini che non hanno i sintomi della malattia di sottoporsi autonomamente e volontariamente al test. Oltre a dare uno strumento di sicurezza in più utilizzabile da chiunque lo desideri, rispondiamo all’esigenza di tutte quelle persone che per particolari motivi, di lavoro o per spostamenti all’estero, necessitano di avere libero accesso ai tamponi.»
«Resta inalterato il ruolo cardine della sanità pubblica. Chiunque abbia il sospetto di essere entrato in contatto con un caso positivospiega Mario Niedduo riscontri sintomi compatibili con il Covid, dovrà rivolgersi alle strutture pubbliche ed essere preso in carico da queste secondo le modalità previste e messe in campo sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria.»
I laboratori privati che vorranno offrire il servizio di test molecolare con tampone dovranno fare specifica manifestazione di interesse alla Regione certificando i propri requisiti e avranno l’obbligo di comunicare dati ed eventuali positività riscontrate al sistema sanitario pubblico per consentire l’attivazione di tutte le misure necessarie alle indagini epidemiologiche e di prevenzione.

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«Questa riforma ha una portata storica: è studiata per riportare la governance della sanità pubblica sul territorio, vicino ai cittadini, con il supporto di figure manageriali che si impegneranno a tradurre i bisogni della collettività in servizi e assistenza efficienti. La riforma porterà ad un miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e all’acquisto di beni e servizi con procedure semplificate e coerenti per ottimizzare risparmio ed efficienza. Superiamo un modello, fondato sull’Ats, che ha paralizzato il sistema sanitario regionale e la sua capacità di rispondere al bisogno d’assistenza dei sardi, affermando, nel contempo, la volontà di tornare a investire per riqualificare i presidi ospedalieri e realizzare nuove strutture, puntando a cure moderne e di qualità.»

Lo ha detto il presidente Christian Solinas che ha espresso soddisfazione per l’approvazione, oggi in Consiglio, della legge di riforma del sistema sanitario regionale. «Abbiamo preso un impegno preciso con i cittadini e lo abbiamo onorato – ha aggiunto il presidente della Regionela riforma è il frutto di un percorso serio, ponderato e responsabile che guarda al futuro dei servizi nell’Isola e alle necessità del presente.»

Sul nuovo assetto, che porta alla suddivisione dell’azienda unica in otto Asl, Christian Solinas ha precisato: «È una vittoria dei sardi. Il risultato raggiunto è stato possibile grazie alla capacità di fare sintesi di questa maggioranza, mantenendo fermi gli obiettivi».
«Un passo decisivoha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – nella direzione che abbiamo tracciato sin dall’inizio di questa legislatura. Restituiamo ai territori autonomia e allo stesso tempo, con l’istituzione dell’Ares, manterremo centralizzati quegli aspetti, come gli acquisti e la gestione del personale, che consentiranno di realizzare una spesa efficiente attraverso le economie di scala, a vantaggio di tutto il sistema regionale.»
«Abbiamo importanti sfide davanti a noi. L’emergenza Covid-19ha concluso Mario Niedduha cambiato e sta cambiando il modo di concepire l’assistenza sanitaria in tutto il mondo. Puntiamo a un sistema moderno in cui sviluppare la telemedicina, potenziare le cure territoriali, realizzare integrazione socio-sanitaria e non solo. La riforma è la base solida di un progetto coraggioso, di ampio respiro che riporta al centro le nostre comunità e i loro bisogni.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la Riforma del Sistema sanitario che cancella l’ATS e ripristina le 8 ASL territoriali.

«Sarà un autunno di riforme in cui il Consiglio regionale lavorerà per migliorare le condizioni di vita dei sardi. Oggi con l’approvazione della Riforma del sistema sanitario regionale è stato centrato un altro importante obiettivo: creare una sanità più vicina al cittadino, più efficiente e moderna.»

Ha espresso soddisfazione il presidente del Consiglio regionale Michele Pais per l’approvazione della Riforma.

«Oggi è una giornata storica: dobbiamo essere orgogliosi del risultato raggiunto in Aula. La riforma della Sanità sarda attesa da anni, fortemente voluta dal presidente Christian Solinas e dall’assessore Mario Nieddu, è stata finalmente approvata. Ringrazio la maggioranza e l’opposizione per il lavoro svolto. Il dibattito, pur nella legittima contrapposizione delle parti, è stato vivace ma sempre animato da un grande spirito costruttivo teso a modificare in meglio una sanità che deve rispondere alle esigenze delle persone.»

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«È incomprensibile e inaccettabile che qualcuno, intervenendo sui recenti contagi che si sono verificati nel nostro territorio, continui con insistenza a puntare il dito contro la nostra Isola.»

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in risposta alle dichiarazioni del collega della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

«Grazie alle misure messe in campo e alla responsabilità dei sardi, siamo riusciti a ridurre a un valore prossimo allo zero la circolazione del virus nella nostra regioneaggiunge l’assessore regionale della Sanità -. I casi accertati nelle ultime settimane sono tutti d’importazione, cioè riconducibili a contagi avvenuti fuori Sardegna o a migranti arrivati sulle nostre coste, nonostante l’allarme lanciato dalla regione affinché fossero impediti gli sbarchi clandestini. L’attività di tracciamento e l’isolamento dei contatti dei casi positivi è sempre stata portata avanti con grande professionalità e scrupolo dai nostri sanitari, per garantire la sicurezza dei cittadini.»

«Indicare la Sardegna come un pericolo per le altre regioni, al punto di invocare i test per chi parte dall’Isola, non solo non rispecchia la reale situazione epidemiologica del nostro territorio, ma è profondamente ingiusto nei confronti di una terra che ha combattuto il virus con forza, anche a costo di grandi sacrifici. Spero che certe affermazioni non vengano esternate per spostare l’attenzione da mancanze avvenute altroveconclude Mario Nieddu -. Non accettiamo di essere bollati come untori e di doverne pagare ingiustamente il prezzo anche a livello di immagine.»

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Al via, in Consiglio regionale, l’esame degli articoli e degli emendamenti sulla riforma sanitaria sul Testo unificato della “Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia. Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2006, della legge regionale n. 23 del 2014 e della legge regionale n. 17 del 2016 e di ulteriori norme di settore”. I lavori si sono aperti sotto la presidenza del presidente Michele Pais. Dopo gli adempimenti di rito e la comunicazione all’aula che la consigliera Rossella Pinna ha aderito al gruppo “Partito Democratico”,  il Consiglio è stato sospeso per un’ora, fino alle 12.00. Alla ripresa dei lavori, il Presidente ha sospeso i lavori fino alle 12,45 per consentire alla commissione Sanità di ultimare l’esame degli emendamenti presentati al Testo unico. I lavori della Commissione si sono conclusi alle 13.30. Il presidente Michele Pais ha quindi aggiornato la seduta alle 16.00 per consentire agli uffici di ordinare gli emendamenti.

Alla ripresa pomeridiana, il presidente Michele Pais, constatata la presenza molto ridotta in aula dei consiglieri, ha rinviato la seduta alle 17.00. E’ quindi cominciata la discussione dell’art. 1 e dei relativi emendamenti. Sull’ordine dei lavori è intervenuto Massimo Zedda che ha chiesto di sapere perché non era stata firmata la relazione tecnica e chi ne fosse l’autore. Il presidente Michele Pais ha risposto che era stata firmata dalla  direzione generale della presidenza della Regione.

Rossella Pinna, sempre sull’ordine dei lavori, ha detto di aver bisogno di alcune delucidazioni dall’assessore: «Essendo entrata in Consiglio da pochi giorni, non volendo fare ostruzionismo e quindi non chiedendo i 5 giorni previsti per poter studiare gli atti, vorrei fare all’assessore alcune domande».  

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus ha dato parere contrario su tutti gli emendamenti fuorché sul 765. La Giunta ha dato parere conforme.

Nel dibattito generale, all’articolo 1 è intervenuta Rossella Pinna (Pd) che ha detto che questa riforma è un bluff.  Per la consigliera Pd l’articolo 1 è condivisibile ma c’è qualcosa che non convince. C’è una incongruenza tra le finalità ed i mezzi scelti per realizzarli. La consigliera ha affermato di non voler pensare che con questa riforma si tenda solo a fare 48 nuove nomine. Ma i dubbi sono tanti: il sistema delle 8 Asl non ha già nel passato dato risposte ai sardi. Perché allora buttare via il sistema di governance attuale? Perché ripristinare le vecchie ASL?

Massimo Zedda (Progressisti), facendo rilevare la presenza in aula del presidente della Regione, ha sottolineato che quando si tratta di poltrone Christian Solinas c’è sempre. Per Massimo Zedda, leggendo questo testo, si capisce qual è lo scopo della legge: creare nuove poltrone ad un prezzo elevatissimo. Per benefici, cure e per il personale zero. Inoltre, in un periodo di emergenza come questo, nonostante il ritorno del Covid, anziché rafforzare il nostro sistema sanitario, lo rendiamo più debole mettendo mano al sistema sanitario. Insomma, unici nel pianeta, smantelliamo il sistema anziché rafforzarlo. L’unica grande strategia di questa riforma, per il consigliere progressista, è arrivare poco prima delle elezioni comunali ed alle suppletive con la possibilità di promettere incarichi.

Per Daniele Secondo Cocco (Leu) questa riforma è sbagliata nel merito e per tempistica. La gente – ha detto – non vi chiede di fare 8 ASL ma vuole risposte, servizi, cure all’avanguardia ed assistenza. L’esponente di Leu ha parlato dell’ospedale di Ozieri che ha avuto la possibilità di mantenere i servizi esistenti ed ha avuto anche qualche servizio in più.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha ricordato che sul piano normativo spetta allo Stato definire principi e finalità, alla Regione spetta di dare attuazione ai principi. Per Gian Franco Satta l’articolo 1 è un articolo “intruso” che deve essere abolito. Per l’esponente dei Progressisti, con questa riforma si ritorna al passato con l’aggravante che si prepara il terreno per una ulteriore offerta da parte dei privati per gestire il sistema sanitario pubblico. Inoltre,  i costi saranno fuori controllo ed aumenterà il tempo di ospedalizzazione.

Per Gianfranco Ganau (PD), con questo testo unificato la scelta che si fa è riproporre un modello che in passato ha dimostrato di essere inefficiente ed inadeguato. Si vuole smantellare un’altra riforma che era ancora in essere. Se è vero che l’ATS ha creato delle difficoltà – ha detto – bastava modificare e dare autonomia gestionale a livello territoriale. L’unico effetto di questa riforma è moltiplicare le poltrone. Ci saranno 48 nuove nomine che costeranno ai sardi circa 3,5 milioni.

Francesco Agus (Progressisti) ha sottolineato che l’articolo 1 contiene dei principi che nulla hanno a che vedere con la legge. Inoltre c’è poca chiarezza. L’invito fatto da Francesco Agus alla maggioranza è quello di fermarsi, perché nella sanità se si sbaglia è difficile tornare indietro senza creare disastri.

Sull’emendamento 738, soppressivo dell’articolo 1, sono intervenuti: Piero Comandini (Pd) che ha detto all’assessore che questa non è una riforma ma l’elencazione di promesse elettorali e ha illustrato la situazione all’Oncologico di Cagliari, dove anche stamattina i pazienti erano costretti a sostare al sole, con 39 gradi, per aspettare di entrare in ospedale per fare le visite; Alessandro Solinas (M5S) che ha affermato che si sta tornando indietro e che si sta scombinando la sanità sarda in un momento in cui potrebbe tornare il Covid. Per Laura Caddeo (Progressisti) l’articolo 1 è condivisibile ma è pleonastico. Una riforma di tale importanza doveva essere condivisa; Massimo Zedda (Progressisti) ha espresso voto favorevole all’emendamento 738 e ha esaminato comma per comma l’articolo 1, dicendo che è un articolo ridondante e che non serve a nulla. Di nuovo non c’è niente, solo poltrone; Michele Ciusa (M5S) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. I principi dell’articolo 1 sono condivisibili ma qui dobbiamo ragionare sulla carenza di medici, di infermieri, di oss, delle liste di attesa infinite; Francesco Agus (Progressisti) ha parlato ancora di moltiplicazione di poltrone e della grande confusione che si creerà negli ospedali; Antonio Piu (Progressisti) ha sollevato il problema anche dell’opportunità politica. E’ opportuno in questo momento così grave – ha chiesto – riformare la nostra sanità? C’è il virus che certo non è sconfitto; Giuseppe Meloni (PD) ha espresso voto favorevole all’emendamento; Desirè Manca (M5S) ha posto l’accento sull’inutilità di una riforma che serve solo a creare 48 nuove poltrone; anche Maria Laura Orrù (Progressisti) voterà a favore dell’emendamento, perché l’articolo 1 è condivisibile ma poi non viene messo in pratica; Eugenio Lai (Leu) ha detto che questa riforma non avvicina per niente la sanità ai cittadini.

L’emendamento 738 è stato bocciato.

Sull’emendamento 144 (uguale all’articolo 565), soppressivo dell’articolo 1, sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti), secondo il quale dal 15 agosto il virus andrà in crescendo e poi a settembre esploderà. Ed è un paradosso che in Aula si discuta di riforma sanitaria con una situazione così grave; Laura Caddeo (Progressisti) ha fatto rilevare che nella Riforma mancano la profilassi, l’educazione alla salute, la ricerca. Una buona riforma dovrebbe tener presente questo. Una governance che non si occupa dei bisogni non ci serve; Desirè Manca (M5S) si è soffermata sulla lettera B dell’articolo 1; per Francesco Agus (Progressisti) questo modo di legiferare non è produttivo né chiaro. Rossella Pinna (Pd) ha ricordato il caso dell’ospedale di San Gavino; Piero  Comandini (PD) ha dichiarato di votare a favore dell’emendamento 144; Alessandro Solinas (M5S) ha espresso la convinzione che l’articolo 1 vada cassato, perché contiene promesse che poi il testo non mantiene: «Si scrive governance si legge poltrone». Eugenio Lai (Leu), secondo il quale anche la lettera G (prevenzione ed attività sportiva) dell’articolo 1, non lascia presagire nulla di buono.

L’aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 343, sostitutivo totale dell’art. 1, presentato dai consiglieri di Leu Eugenio Lai e Daniele Cocco. A favore si sono espressi i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus, Massimo Zedda, Maria Laura Orrù e Gianfranco Satta, del PD Giuseppe Meloni ed il capogruppo di Leu Daniele Cocco. Messo in votazione, l’emendamento n. 343 è stato respinto con 32 voti contrari e 18 a favore.

Stessa sorte per gli emendamenti soppressivi parziali nn. 170 e 564. A favore sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti Francesco Agus, Laura Caddeo, Gian Franco Satta, Massimo Zedda, del M5S Desirè Manca, Michele Ciusa e del PD Rossella Pinna.

Sull’ordine dei lavori ha preso la parola il consigliere del PD Roberto Deriu: «Per ragioni tattiche, la maggioranza non si esprime. Il popolo sardo merita un dibattito più esplicito. La maggioranza faccia un calcolo per capire quanti giorni occorreranno, procedendo in questo modo, per approvare la legge. Se si ordinasse un dibattito più composto e complesso, potremmo avere una discussione più interessante per il popolo sardo. Il dibattito rischia di essere unilaterale. Rivolgo quindi un appello alla maggioranza anche se credo che cadrà nel vuoto.»

A Roberto Deriu ha replicato il consigliere di Sardegna 20Venti Stefano Tunis: «Non si scorge l’ambito all’interno del quale questo dibattito si dovrebbe articolare. Sentiamo parlare di poltrone e subiamo accuse sul tema della riorganizzazione. Diteci qual è l’ambito di discussione. Vediamo per il momento solo un atteggiamento ostruzionistico. Noi siamo disponibili ad accogliere proposte».

Si è poi passati all’esame degli emendamenti nn. 171 e 563, soppressivi parziali dell’art 1. Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato all’aula la scadenza dell’ordinanza n. 35 sul distanziamento nei luoghi di lavoro, sollecitando un nuovo intervento chiarificatore da parte della Giunta. Gli emendamenti sono stati respinti con 29 voti contrari e 18 a favore.

Bocciati anche i soppressivi parziali nn. 172 e 562. Massimo Zedda ha ricordato la scadenza dei termini dell’ordinanza sulle sale da ballo: «Un intero settore tra poche ore non saprà cosa fare. E’ dovere di chi governa assumersi, ogni tanto, un briciolo di responsabilità». A favore degli emendamenti soppressivi sono intervenuti i consiglieri del M5S Alessandro Solinas, dei Progressisti Laura Caddeo, Gianfranco Satta e Francesco Agus.

Ha quindi preso la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere dei progressisti Massimo Zedda che ha chiesto un chiarimento sulla programmazione della seduta e il rispetto degli orari concordati (10-20). L’ex sindaco di Cagliari, si è poi espresso a favore degli emendamenti soppressivi nn. 173 e 561. «Vi occupate di governance anziché preoccuparvi di migliorare i servizi ai cittadini – ha detto Massimo Zedda – oggi si può prenotare una visita intra moenia in pochi giorni mentre non è ancora ripartita l’attivintà ambulatoriale ordinaria». Favorevole agli emendamenti anche la capogruppo del M5S Desirè Manca. Messi in votazione gli emendamenti sono stati respinti con 33 no e 21 sì.

Disco rosso anche per i soppressivi parziali nn. 174 e 560. A favore sono intervenuti Desirè Manca ed Alessandro Solinas del M5S, Francesco Agus, Gianfranco Satta dei Progressisti e Giuseppe Meloni del Pd. Per la maggioranza ha preso la parola il consigliere di Udc-Cambiamo Antonello Peru: «Mi dispiace che l’appello degli onorevoli Deriu e Tunis non sia stato accolto. Il dibattito è strano. In campagna elettorale i candidati del centrosinistra e del M5S si erano espressi contro la Asl unica. Zedda disse che la Asl unica avrebbe lasciato il posto alle aziende nel territorio. Mentre il candidato dei Cinque Stelle Desogus affermò “l’Asl unica è stata un fallimento”. Il centrosinistra era contrario alla sua stessa riforma. Noi stiamo realizzando ciò che avete detto in campagna elettorale. I casi sono due: o il centrosinistra rinnega il passato oppure l’assessore Mario Nieddu ha scritto il testo della riforma su suggerimento dell’opposizione». Ad Antonello Peru ha replicato Zedda: «Peru cita un articolo dell’Unione Sarda durante la campagna elettorale. Ma nel 2016 sulla riforma del centrosinistra dissi: “Si pensa alla sede dell’Ats e non alla salute dei cittadini”. In campagna elettorale affermai che dovevano essere fatte delle verifiche sull’Ats. Qualcuno della sua parte politica mi chiese di far fuori l’assessore Luigi  Arru dalle liste elettorali. Non accettai».

Anche il consigliere del M5S ha respinto le considerazioni di Antonello Peru: «Evidentemente ha letto male. Noi volevamo affrontare i problemi della sanità. Voi invece vi occupate solo di poltrone, questa è la verità».

L’Aula ha poi esaminato gli emendamenti nn. 175 e 559, soppressivi della lettera e) del comma 1 dell’art. 1. A sostegno delle due proposte si sono espressi Massimo Zedda, Francesco Agus, Maria Laura Orrù e Laura Caddeo dei Progressisti, il capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere Alessandro Solina dello stesso M5S. Contro invece si è pronunciato il consigliere Stefano Tunis (Sardegna20Venti). Il consigliere Giorgio Oppi (udc-Cambiamo) è intervenuto sull’ordine dei lavori, ricordando l’impegno a chiudere la seduta entro le 21.00.

Messi in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 175 e 559 sono stati respinti con voti 33 contrari e 18 favorevoli.

Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed aggiornato i lavori dell’Aula a domani mattina alle 9.00.

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Carla Cuccu, segretaria della commissione Sanità del Consiglio regionale, ha presentato una nuova interrogazione al governatore, Christian Solinas e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, per garantire ai pazienti in ossigenoterapia domiciliare di poter ricaricare lo stroller direttamente presso le farmacie territoriali.

«Se venisse accolta la mia propostaha spiegato Carla Cuccu – sarebbe un grosso vantaggio per i tanti pazienti, purtroppo affetti da malattie polmonari, che li vede costretti a dover utilizzare la bombola d’ossigeno liquida e lo stroller dato che, allo stato attuale, possono essere ricaricati solo tramite il collegamento all’unità di base.»
«È necessario che la Regione garantisca anche a loro la stessa libertà di movimento degli altri cittadiniha concluso Carla Cuccu -. Non bisogna fare due pesi e due misure: il governatore Solinas e l’assessore Nieddu eliminino questa sorta di barriera ed attivino questo servizio in favore di questi pazienti».

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«Per il Santa Barbara di Iglesias si prevedono importanti interventi strutturali che consentiranno di rispondere all’esigenza di rilanciare un presidio in cui sono stati individuati 12 posti letto in terapia intensiva e 8 di sub-intensiva. All’interno della struttura verranno svolti lavori edili, attività sugli impianti ed è prevista un’importante implementazione delle dotazioni di strumenti ed attrezzature. Un investimento complessivo di circa 3 milioni e 800mila euro. Tutto questo, garantendo il prosieguo di tutti gli altri servizi presenti e ove previsto coinvolgendo l’altro presidio ospedaliero cittadino CTO.»

Lo ha detto il consigliere regionale Michele Ennas (Lega) commentando l’approvazione, da parte del ministero della Salute, del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19.

«Il Santa Barbaraha aggiunto Michele Ennasè il simbolo della politica fallimentare sulla sanità della sinistra a livello cittadino e a livello regionale. Durante la legislatura del presidente Francesco Pigliaru, PD come il governo cittadino, è passato da ospedale di riferimento del territorio ad ospedale periferico nella rete disegnata da Luigi Arru, completamente abbandonato in termini di manutenzioni nonostante ospiti ancora diversi servizi. Uno scippo, nel silenzio generale. Oggi diventa il simbolo della centralità del nostro territorio nel fronteggiare l’emergenza in atto, inserito assieme ai presidi principali della Sardegna tra quelli destinati a fronteggiare questa importante emergenza sanitaria cominciando a riacquisire un ruolo centrale nella sanità regionale. Ringrazio il presidente Christian Solinas e l’assessore Mario Niedduha concluso Michele Ennascon coerenza stiamo dimostrando di perseguire l’obiettivo di valorizzare la nostra sanità, guardando a tutti i territori.»

 

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«Per il Santa Barbara di Iglesias, prevediamo importanti interventi strutturali che consentiranno di rispondere all’esigenza di rilanciare un presidio in cui abbiamo individuato 12 posti letto in terapia intensiva e 8 di subintensiva, di cui 4 convertibili in terapia intensiva all’occorrenza.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, commentando il via libera del ministero della Salute al Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 varato in via definitiva dalla Regione Sardegna il 9 luglio.

Nei presidi ospedalieri dell’Isola già predisposti alla gestione dei casi Covid-19 nelle precedenti fasi dell’emergenza sanitaria, Santissima Trinità di Cagliari, San Francesco di Nuoro e cliniche San Pietro dell’Aou di Sassari, a cui si aggiungono gli ospedali San Martino di Oristano e Santa Barbara di Iglesias, saranno attivati 101 nuovi posti letto di terapia intensiva, di cui 6 di terapia intensiva pediatrica, e 115 posti letto di terapia subintensiva, attraverso la riconversione di posti letto già attivi. Il 50% di questi ultimi, inoltre, sarà allestito in modo da essere, all’occorrenza, immediatamente convertibile in terapia intensiva.

 

Il ministero della Sanità ha approvato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 varato in via definitiva dalla Regione Sardegna il 9 luglio. Ora il Piano potrà entrare nella fase operativa, con la realizzazione delle opere infrastrutturali nei presidi e l’implementazione delle attrezzature, dei mezzi e del personale.

«La risposta del Governo – dice il presidente Christian Solinas – è un ulteriore conferma della bontà del nostro lavoro e delle misure adottate dalla Regione per far fronte all’epidemia e garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. È un piano che potenzia l’assistenza sanitaria ospedaliera sul territorio e rafforza il modello organizzativo adottato per rispondere alla pandemia durante la fase più critica. La Sardegna è in grado di fronteggiare qualsiasi emergenza.»

Nei presidi ospedalieri dell’Isola già predisposti alla gestione dei casi Covid-19 nelle precedenti fasi dell’emergenza sanitaria, Santissima Trinità di Cagliari, San Francesco di Nuoro e cliniche San Pietro dell’Aou di Sassari, a cui si aggiungono gli ospedali San Martino di Oristano e Santa Barbara di Iglesias, saranno attivati 101 nuovi posti letto di terapia intensiva, di cui 6 di terapia intensiva pediatrica, e 115 posti letto di terapia subintensiva, attraverso la riconversione di posti letto già attivi. Il 50% di questi ultimi, inoltre, sarà allestito in modo da essere, all’occorrenza, immediatamente convertibile in terapia intensiva.

«La bassa circolazione virale nell’Isola – spiega l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu – non deve farci abbassare la guardia. Il piano individua interventi e risorse importanti per potenziare la capacità d’assistenza del nostro sistema sanitario e garantire maggiore sicurezza, attraverso, ad esempio, la rimodulazione dei percorsi nei pronto soccorso. In particolare, per il Santa Barbara di Iglesias, prevediamo importanti interventi strutturali che consentiranno di rispondere all’esigenza di rilanciare un presidio in cui abbiamo individuato 12 posti letto in terapia intensiva e 8 di subintensiva, di cui quattro convertibili in terapia intensiva all’occorrenza.»

Sono stati individuati nel piano, inoltre, 112 posti letto di area medica, di cui 18 da dedicare ai pazienti pediatrici, per la gestione dei pazienti che necessitano di assistenza a bassa complessità o nella fase riabilitativa post-acuta, e stabilisce la riorganizzazione e ristrutturazione dei Pronto Soccorso con l’obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare a aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di sicurezza anti-contagio.

Indicati anche gli spazi attrezzabili con le strutture mobili nelle aree di sosta dell’ospedale San Francesco di Nuoro e delle Cliniche Universitarie dell’Aou Sassari.

Il Piano avrà una dotazione di 42 milioni di euro, che serviranno per l’acquisto di attrezzature e la realizzazione dei lavori strutturali. La Regione ha inoltre provveduto con sue risorse all’implementazione dei mezzi disponibili per il trasporti dei pazienti tra le strutture ospedaliere e per le dimissioni protette mentre è prevista una dotazione di 12 milioni di euro per il reclutamento del personale da dedicare ai reparti di terapia intensiva, semintensiva e ordinaria, ai Pronto soccorso e ai trasporti secondari.

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Entro l’autunno saranno in tutto sessanta i medici dell’emergenza territoriale che ultimeranno il percorso formativo. Si è conclusa oggi a Nuoro la formazione per i primi 15 medici previsti nel bando di Areus pubblicato nello scorso mese di agosto. 

«Da oltre quindici anni, in Sardegna, non si procedeva all’abilitazione di nuovi medici dell’emergenza territorialedichiara l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu -. Le nuove forze in campo ci consentiranno di rispondere alle carenze di personale nel 118, con la conseguenza di potenziare un servizio fondamentale per il nostro territorio.»

«Stiamo mantenendo l’impegno preso. Nonostante l’emergenza sanitaria abbia determinato un inevitabile rallentamento, oggi raggiungiamo un primo importante risultato, sia per i cittadiniconclude l’assessore regionale della Sanità -, sia per i gli stessi operatori di un comparto che si è sempre contraddistinto per grande professionalità e spirito di servizio.»