23 April, 2024
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Il commissario Enea, Federico Testa, ha inaugurato la prima sede in Sardegna dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

L’Enea, che può contare su 9 centri di ricerca nel territorio nazionale e oltre 2.700 è anche socio al 50%, assieme alla Regione Sardegna, della Sotacarbo. E proprio nell’ex miniera di Serbariu a Carbonia, che ospita il Centro ricerche Sotacarbo (5.500 mq di superficie coperta, due impianti di gassificazione), Enea ha aperto la sua prima sede nell’Isola.

«Studi e ricerca – ha detto Federico Testa – saranno sempre più importanti ma il destino dei centri di ricerca pubblici dipenderà dalla capacità di far capire perché serviamo.»

Il professor Testa, dopo aver sottolineato il grande apprezzamento per le attività svolte dai tecnici Enea e Sotacarbo nei primi mesi di attività del Polo tecnologico per l’Energia Pulita, avviato lo scorso agosto, ha ribadito l’importanza per la ricerca finanziata coi soldi pubblici di far capire a istituzioni e collettività, che studi e tecnologie sono utili per il territorio, per le persone, per migliorare le condizioni di vita complessive: «È fondamentale dimostrare che serviamo, che quel che facciamo è utile».

In tema di efficienza energetica, la necessità di armonizzare gli obiettivi regionali con quelli nazionali e europei, è uno dei compiti che Sotacarbo sta portando avanti su precisa indicazione della Regione Sardegna. «L’apertura di questi uffici nel nostro Centro – ha commentato il presidente Sotacarbo, Mario Porcu -, contribuirà a consolidare e intensificare i legami anche tra Enea e Regione, per coordinare al meglio i tanti progetti comuni».

«Oltre alle tante attività che hanno accomunato Enea e Sotacarbo in passato, è sostanziale dimostrarsi in grado di cogliere le sfide del futuro – ha ribadito il professor Testa -. È necessario far passare il messaggio che non cambiare caldaie vecchie di sessant’anni nelle scuole, in nome della spending review, non garantisce un risparmio né in termini finanziari né in termini ambientali: la sostituzione con un sistema moderno verrebbe ammortizzata in cinque anni, e il beneficio sarebbe immediato, anche dal punto di vista ambientale. Operazioni di questo tipo oltre che virtuose, hanno il pregio di essere comprensibili da chiunque e aiutano a far capire meglio cosa si fa nei centri di ricerca.»

Volker Krey.

Volker Krey.

L’Ipcc ha presentato in anteprima italiana, questa mattina, le conclusioni del suo Rapporto 2014 nel workshop organizzato a Carbonia da Sotacarbo e Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. «Per combattere il cambiamento climatico bisogna intervenire subito. E tutti insieme». La posizione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) è netta: il problema è globale, riguarda tutti e tutti siamo chiamati a trovare una soluzione. Non c’è alternativa perché non c’è un pianeta di riserva.

Il messaggio che arriva dal workshop internazionale svoltosi ieri a Carbonia su iniziativa della Sotacarbo e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è univoco: se vogliamo evitare che si avverino gli scenari che prefigurano un innalzamento della temperatura terrestre di 6° entro il 2050, non esiste un’unica risposta, ma è necessario che l’intera comunità internazionale si adoperi per mettere in campo tutte le soluzioni tecnologiche in grado di mitigare il problema delle emissioni.

L’Ipcc, organizzazione premiata nel 2007 col premio Nobel, ha affidato a uno dei suoi esperti di punta, Volker Krey, la presentazione in anteprima italiana delle conclusioni del Rapporto 2014 sulle mutazioni del clima. Un rapporto che Lord Nicholas Stern, professore della London School of Economics, ha definito «il più importante documento sul cambiamento climatico mai scritto».

Secondo Krey «sono tre le condizioni necessarie affinché le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) possano avere un ruolo importante nel limitare l’innalzamento della temperatura terrestre a due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali: la risoluzione di alcuni problemi tecnici; la capacità di dare risposta alle preoccupazioni della popolazione; la definizione di un quadro normativo adeguato».

Non è frequente vedere, in un convegno specialistico come quello che si è tenuto nel Centro ricerche Sotacarbo, una platea così numerosa e attenta. Segno che la consapevolezza del problema è sempre maggiore anche tra i non addetti ai lavori: nessuno (o quasi) mette più in dubbio i fenomeni del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Il dibattito è stato introdotto dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu: «Il mondo ha sempre più bisogno di energia: serve ai Paesi più sviluppati per mantenere i propri standard di vita, a quelli in via di sviluppo per colmare il gap che li separa dai primi e a quelli sottosviluppati che, giustamente, aspirano a raggiungere condizioni meno disagiate».

«Purtroppo devo riscontrare che tra le associazioni ambientaliste c’è grande favore per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica ma non c’è ancora la stessa sensibilità e apertura sulle Ccs, eppure è imperativo non cincischiare più sull’adozione di queste tecnologie», ha spiegato l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. Il presidente della Fondazione dello Sviluppo sostenibile ha anche messo in evidenza come gran parte dei cambiamenti osservati dal 1950 a oggi non hanno precedenti nei decenni e nei millenni passati: l’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera è la più elevata mai rilevata negli ultimi 800mila anni. Le conseguenze sono visibili a chiunque: l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, il livello del mare è aumentato, e le concentrazioni di gas ad effetto serra sono cresciute.

Tutti gli esperti hanno concordato sul ruolo fondamentale che nella lotta al cambiamento climatico può essere svolto dalla diffusione della cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che rappresentano le due fasi essenziali del processo di confinamento geologico della CO2. Tecnologie applicabili sia al settore della generazione elettrica, sia ad altri impianti industriali caratterizzati da elevate emissioni (come ad esempio l’industria siderurgica). È questo il motivo che spinge l’Ipcc a sostenere che «con le Ccs anche i combustibili fossili possono continuare ad essere utilizzati su larga scala».

Il convegno ha visto anche l’intervento di Geoff Morrison, capo scientifico della IEA Clean Coal Centre, che ha rivelato che «i suoi ricercatori stanno ultimando un Rapporto completo, imparziale e indipendente sulla situazione energetica italiana, con una particolare attenzione sul ruolo che può essere giocato nel mix energetico del futuro anche dal carbone, se trattato con le opportune tecnologie». Posizione condivisa dal professor Macchi del Politecnico di Milano: «A differenza di quanto avveniva in passato, anche in un passato recente, oggi si può e si deve promuovere il carbone in Italia, perché esistono le tecnologie che ne consentono un uso pulito. Sono stati fatti passi da gigante in questo campo ma non vengono percepiti, si continua a perpetuare l’immagine del carbone sporco e inquinante».

Nel febbraio 2014, con l’approvazione del decreto “Destinazione Italia”, nella parte del provvedimento dedicata al settore energetico, è stato previsto il finanziamento di 1,2 miliardi di euro per la costruzione di una centrale a tecnologia Ccs da realizzarsi in Sardegna nel Sulcis-Iglesiente. «Si tratta di uno dei progetti più importanti del Polo tecnologico dell’Energia pulita di Carbonia» ha ricordato nel suo intervento il vicepresidente della Sotacarbo Giuseppe Girardi.

Nel mondo attualmente esistono 55 Progetti di centrali con tecnologie Ccs, dei quali 13 operativi. Lo scorso ottobre in Canada è entrato in funzione il primo grande impianto di produzione elettrica da Ccs il Boundary Dam Integrated Carbon Capture and Sequestration Demonstration Project (con una capacità di cattura di 1 milione di tonnellate annue di CO2).

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«Noi abbiamo grande interesse per l’energia pulita e per le società impegnate in questo campo». Così la professoressa Yu Zhufeng, vicedirettore Shenhua Science and Technology, ha spiegato le ragioni della presenza del grande gruppo industriale cinese nel Centro ricerche Sotacarbo di Carbonia. «Noi vogliamo sviluppare tecnologie che consentano un utilizzo pulito delle fonti di energia, per questo abbiamo avviato contatti in Europa e nel resto del mondo con le società più avanzate in questo settore: grazie a realtà come Sotacarbo possiamo sapere lo stato dell’arte della ricerca in questo campo in Europa.»

L’arrivo in Sardegna di Shen Hua, il più grande gruppo industriale cinese nel settore dell’energia e prima società al mondo nell’estrazione del carbone, rappresenta il primo risultato concreto dell’accordo stipulato due settimane fa tra Sotacarbo e Cers (China Energy Research Society) e approvato dall’Assessorato alla Programmazione della Regione Sardegna e dall’Ambasciata cinese in Italia.

La delegazione cinese, composta da quattro dirigenti di Shen Hua e tre rappresentanti del governo di Pechino, ha visitato il Centro Ricerche Sotacarbo e incontrato i rappresentanti della società per un confronto e una collaborazione sui temi di interesse comune. Al termine della visita degli impianti, si è svolta una riunione che ha visto anche la partecipazione del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti.

«Per il Polo tecnologico per l’energia pulita del Sulcis l’incontro con Shen Hua rappresenta il primo atto concreto in attuazione dell’accordo siglato col consorzio Cers – dice il presidente Sotacarbo, Mario Porcu -. Stiamo operando affinché l’attenzione nei nostri confronti di uno dei più grandi gruppi del mondo nel settore energetico si traduca in progetti operativi.»

L’interesse del colosso cinese per il mercato europeo al momento è indirizzata verso Regno Unito e Italia, i Paesi dove sono in corso di attuazione i progetti più innovativi sulle tecnologie “low carbon” (a basse emissioni di anidride carbonica).

Sia il governo britannico che quello italiano nei mesi scorsi hanno infatti dato il via libera alla realizzazione di centrali con tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2, con finanziamenti rispettivamente di un miliardo di sterline per gli impianti di Selby in Inghilterra e di Peterhead in Scozia; e di 1,2 miliardi di euro per la centrale da 350 megawatt da costruirsi nel Sulcis Iglesiente.

Dopo aver voluto toccare con mano la realtà inglese – visitando la centrale Drax nello Yorkshire – i dirigenti di Shen Hua e la rappresentanza del governo cinese al seguito hanno voluto conoscere le opzioni low Carbon allo studio nel Centro ricerche Sotacarbo.

Tra queste grande interesse è stato manifestato sia per la tecnologia di ossicombustione senza fiamma, sia per la centrale Ccs da 350 megawatt che verrà realizzata nel Sulcis. Shen Hua potrebbe avere un ruolo di primo piano anche nel mercato europeo, prendendo parte alle fasi esecutive e commerciali di tecnologie dal potenziale commerciale enorme.

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E’ stato sottoscritto oggi il protocollo d’intesa fra Sotacarbo e Cers (China Energy Research Society), approvato dall’assessorato della Programmazione della Regione Sardegna e dall’Ambasciata cinese in Italia, che prevede lo sviluppo di diverse attività in comune per un periodo iniziale di 5 anni. Si tratta di un’alleanza scientifica fra Sardegna e Cina per potenziare l’attività di ricerca nei settori dell’energia e dello sviluppo sostenibile, in particolare sull’uso sostenibile di combustibili fossili.
«La fase dell’estrazione del carbone in Sardegna, che così come era concepita finora è chiaramente chiusa, ha lasciato nella nostra terra competenze, esperienze e know how che ora dobbiamo utilizzare per stringere partnership tecnologiche con Paesi come Cina e Stati Uniti che sul carbone puntano moltissimo, soprattutto in chiave di energia pulita per il futuro – ha detto l’assessore regionale a Programmazione e Bilancio Raffaele Paci -. Senza essere autoreferenziali siamo consapevoli che quelle competenze rappresentano una risorsa decisiva per indirizzare l’utilizzo globale delle fonti fossili su binari sostenibili. Dobbiamo dunque studiare e sviluppare nuove tecnologie in Sardegna per venderle nel resto del mondo.»
Tra i vari temi di ricerca individuati, che saranno oggetto della collaborazione, si possono segnalare le tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2, l’ossi-combustione, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Ambiti eterogenei e diversificati, ma in linea con le innovative linee di attività del nuovo Polo Tecnologico per l’energia pulita e con i relativi programmi di sviluppo definiti a livello nazionale e regionale. L’accordo di collaborazione scientifica tra Sotacarbo, che dal 1989 rappresenta l’Italia nel Clean Coal Centre dell’Agenzia internazionale per l’Energia, e Cers è il primo sottoscritto nell’ambito delle attività del nuovo Polo tecnologico e certifica l’importanza a livello internazionale delle attività svolte nell’ex miniera di Serbariu a Carbonia nel Centro di ricerche Sotacarbo. Le relazioni avviate con il mondo industriale e della ricerca cinese seguono un percorso analogo a quello appena avviato da Sotacarbo col Department of Energy (Doe) degli Stati Uniti, che solo un mese fa ha incontrato a Washington i vertici aziendali per porre le basi per definire termini e contenuti di una futura collaborazione.
«Oggi a Pechino c’è un meeting internazionale importantissimo e, per evitare picchi di inquinamento, abbiamo dovuto chiudere metà parco macchine e metà industrie – ha detto il presidente del Cers Yu Xinyang – Ma queste iniziative non possono essere la soluzione. Sono accordi come quelli di oggi che tracciano la strada per risolvere il problema dell’inquinamento a lungo termine.»
Il 2 agosto 2013 il ministero italiano dello Sviluppo Economico e la Regione Sardegna hanno firmato l’accordo per la creazione di un polo di eccellenza per la produzione di energia pulita e la costruzione di una centrale elettrica a carbone nel Sulcis con tecnologia a basso impatto ambientale. L’8 agosto 2014, il Mise, la Regione, Enea e Sotacarbo hanno firmato un accordo per un programma decennale nel nuovo polo di eccellenza sull’energia pulita. Partner del calibro del Cers, di Shenhua o del Doe garantiscono che l’eccellenza promessa dal neonato Polo tecnologico del Sulcis non resti una chimera ma abbia concretizzazione immediata.
«L’accordo sottoscritto con il supporto della Giunta regionale con la China Energy Research Society è il primo passo concreto verso l’internalizzazione del Centro Ricerche Sotacarbo – ha detto il presidente di Sotacarbo, Mario Porcu -. L’attenzione dei maggiori gruppi industriali della Cina è un riconoscimento della validità dell’impostazione tecnologica e strategica voluta dalla Società, e evidenzia la capacità attrattiva, nei confronti di importanti investitori stranieri, dei progetti di ricerca avviati da Sotacarbo nel Polo tecnologico dell’Energia pulita.»
La Cina basa il suo sistema elettrico sul carbone ed è il secondo produttore mondiale di CO2. E’ prevista una diminuzione percentuale nell’uso di questa fonte, che però aumenterà in quantità e rimarrà, comunque, la principale del paese asiatico. Pur non avendo sottoscritto il protocollo di Kyoto, la Cina partecipa alle principali iniziative internazionali finalizzate all’incremento dell’efficienza di conversione energetica degli impianti di produzione elettrica e alla riduzione delle emissioni della CO2.

 

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Mario Porcu, presidente della #Sotacarbo, ha salutato con grande soddisfazione la firma dell’accordo di programma “Ricerca di Sistema Elettrico”.

«La nascita di questo Polo tecnologico – ha detto Mario Porcu, dopo aver firmato l’Accordo assieme al neo commissario dell’#Enea Federico Testa e ai rappresentanti del ministero per lo Sviluppo economico e della Regione Autonoma Sardegna – rappresenta una grande opportunità per la nostra Isola e per il Sulcis in particolare. Per questo sento il dovere di ringraziare la Regione Sardegna e il governo italiano per averlo voluto con molta determinazione.» 

Così, dopo poco più di un anno, entra nella fase operativa il protocollo d’intesa sottoscritto il 2 agosto 2013 tra lo stesso ministero per lo Sviluppo Economico e Regione Autonoma della Sardegna per la costituzione di un Polo di eccellenza italiano sull’Energia pulita.

Il fulcro dell’accordo è un Piano decennale di attività che comprende tutte le energie pulite, in coerenza con le strategie definite in sede europea. Il via libera alla fase esecutiva del programma di attività rappresenta un passaggio di fondamentale importanza per la Sardegna, chiamata ad ospitare un Polo al quale è stato affidato un ruolo centrale nella ridefinizione delle future politiche energetiche in campo nazionale.

La sfida per il Polo di eccellenza italiano sulle Energie pulite – che avrà sede a Carbonia nel Centro ricerche Sotacarbo, presso l’ex miniera di Serbariu – sarà innanzitutto mostrarsi, da subito, capace di dare risposta alla necessità di ricerca, innovazione e sviluppo di tecnologie avanzate nel settore energetico. Una ricerca che dovrà sempre più finalizzata all’applicazione industriale, per poter dare risposta alle attese di imprese e cittadini di veder avviato un recupero occupazionale. Aspettative di cui il presidente Sotacarbo è consapevole: «Ci attende tanto lavoro per garantire l’eccellenza del Polo e sfruttarne tutte le potenzialità. In questo senso posso anticipare che abbiamo già avviato diversi progetti internazionali a emissioni zero e per collaborare su alcuni di questi a settembre ci incontreremo col Dipartimento dell’Energia Usa». 

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E’ in programma martedì 15 luglio 2014 nell’auditorium del #Centro Ricerche Sotacarbo, alla #Grande Miniera di Serbariu, la seconda edizione dell’#International Sulcis CCS Summer School. Gli interventi avranno inizio alle ore 9.00, con il messaggio di benvenuto del presidente Sotacarbo ing. Mario Porcu, seguito dai rappresentanti della Regione Autonoma Sardegna e dal dirigente Enea delegato italiano del Working Party Fossil Fuel IEA ing. Giuseppe Girardi.

Sono previsti gli interventi di Giorgio Cau/Daniele Cocco (Università di Cagliari), su “Sources of CO2 and energy balance”; Liliana Panei (Italian Ministry of Economic Development, Italy), su “CCS in the European and Italian policies”; Paolo Deiana (ENEA), su “The ENEA experience on CCS“; Enrico Maggio (Sotacarbo), su “The development of CCS technologies: the Sotacarbo experience”; e, infine, Gabriele Calì/Alessandro Orsini (Sotacarbo), su “Visit to the Sotacarbo pilot platform and laboratories”.

Martedì 6 maggio, l’Auditorium del Centro Ricerche Sotacarbo ospiterà un convegno sulle valutazioni sull’utilizzo delle biomasse forestali per la cogenerazione diffusa. I lavori verranno introdotti, alle 9.15, dall’ing. Mario Porcu, presidente della Sotacarbo, e dopo il saluto del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, verranno presentati da Francesco Floris, presidente Ati-Sezione Sardegna, e da Giuseppe Girardi, vicepresidente della Sotacarbo.

Nella sessione del mattino, sono previste le relazioni di Sofia Mameli, rappresentante di Chimica Verde Bionet, sul tema “Le biomasse: la normatica di riferimento”; Fabio Tore, rappresentante della Regione Sardegna, sul tema “Politiche regionali di ricerca e innovazione nel settore energetico”; Pier Francesco Orrù ed Emanuela Melis, dell’Università di Cagliari, sul tema “Valutazione della biomassa ritraibile nella foresta di Monte Olia”; Efisio Antonio Scano, di Sardegna Ricerche, sul tema “Quantificazione e caratterizzazione energetica delle biomasse forestali in Ogliastra”; Daniele Cocco, dell’Università degli studi di Cagliari, sul tema “La sostenibilità ambientale nell’impiego energetico delle biomasse”; Angelo Moreno, rappersentante dell’Enea, sul tema “Celle a combustibile alimentate a syngas dalla gassificazione di biomasse”.

Nella sessione pomeridiana, dopo la pausa pranzo, interverranno Giovanni Roncato, rapprsentante di CPL Concordia, sul tema “Synfon: impianti di piccola taglia per la cogenerazione diffusa”; e Alessandro Saponaro, del Centro Combustione Ambiente, sul tema “La gassificazione delle biomasse e l’esperienza del Centro Combustione Ambiente”. Seguirà il question time. La giornata si concluderà con la visita guidata da Alberto Pettinau, rappresentante della Sotacarbo, ai laboratori e alla piattaforma pilota Sotacarbo.

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I dati sulle preferenze ai singoli consiglieri a Iglesias. Il più votato in assoluto risulta Gianluigi Rubiu, del’UDC, con 2.095 voti; Simone Pinna, di Sinistra Ecologia Libertà, con 736 voti; Pietro Cocco, del Partito Democratico, con 648 voti; Simone Saiu, di Fratelli d’Italia, con 404 voti; Giuseppe Ottaviani, dei Riformatori Sardi, con 337 voti; Paolo Dessì, di Forza Italia, con 312 voti; Pietro Morittu, del Partito Democratico, con 302 voti; Francesco Fele, dell’UDC, con 297 voti; Paolo Collu, di Unidos, con 293 voti; Mario Porcu, di Forza Italia, con 273 voti; Alberto Cacciarru, di Sinistra Sarda, con 249 voti; Letizia Cossu, di Forza Italia, con 216 voti; Peppino La Rosa, dei Riformatori Sardi, con 176 voti; Federico Palmas, dei Riformatori Sardi, con 112 voti.

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I dati sulle preferenze ai singoli consiglieri a Carbonia sono definitivi. Il più votato in assoluto risulta Pietro Morittu, del Partito Democratico, con 1.661 voti; lo segue Luciano La Mantia, di Unidos, con 1.216 voti; Luca Pizzuto, di Sinistra Ecologia Libertà, con 886 voti; Pietro Cocco, del Partito Democratico, con 759 voti; Peppino La Rosa, dei Riformatori Sardi, con 733 voti; Luisa Poggi, del Partito Democratico, con 682 voti; Francesco Fele, dell’UDC, con 551 voti; Mario Porcu, di Forza Italia, con 426 voti; Gianluigi Rubiu, dell’UDC, con 382 voti; Paolo Dessì, di Forza Italia, con 306 voti; Ignazio Locci, di Forza Italia, con 286 voti; Sandro Masciarelli, dell’UDS, con 189 voti; Andrea Impera, di Gentes, con 183 voti; Aldo Mulas, del Movimento Sardegna Zona Franca, con 134 voti; Elvira Usai, di Comunidades, con 127 voti; Guido Vacca, del PSI, con 116 voti.

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Forza Italia ha sciolto gli ultimi dubbi sulla scelta dei quattro candidati alle elezioni regionali del 16 febbraio nella circoscrizione di Carbonia Iglesias. Sono tre uomini e una donna: Paolo Luigi Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi alla terza consiliatura, consigliere regionale uscente eletto nelle liste del Partito Sardo d’Azione nel 2009; Mario Porcu, ingegnere, consigliere comunale a Carbonia, presidente della Sotacarbo e direttore generale della Carbosulcis; Ignazio Locci, consigliere comunale a Sant’Antioco ed ex consigliere provinciale; Letizia Cossu, avvocato di Iglesias.