6 May, 2024
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Venerdì 3 agosto la rabbia degli agricoltori ed allevatori sardi si concentrerà a Tramatza, dove la CIA regionale Sardegna ha convocato gli stati generali delle campagne per discutere dei gravi problemi che affliggono il comparto base dell’economia isolana. L’appuntamento è per le ore 10.00, alla sala Convegni sulla strada statale 131, dove imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a discutere i sulle vertenze sempre aperte del settore e proporre soluzioni alla crisi economica e strutturale diventata ormai cronica.

Al confronto sono stati invitati l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale Argea, Gianni Ibba, il presidente della commissione Attività produttive della Regione Sardegna, Luigi Lotto, e il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta. Ha annunziato la sua partecipazione anche il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, a sottolineare la valenza dell’iniziativa e per supportare a livello nazionale le proposte che scaturiranno dal confronto.

Gli argomenti che la Cia riverserà sul tavolo, chiedendo con forza alla politica e alle Istituzioni risposte e progetti, saranno tanti: crisi di mercato dei prodotti; ritardo nelle procedure di indennizzo per calamità naturali e danni da fauna selvatica; ritardi nei pagamenti del PSR.

La riunione sarà anche l’occasione per informare e discutere delle prospettive della PAC 2021/2027 e per mettere in capo azioni utili a invertire la tendenza in atto dalle prime proposte della Commissione dell’UE, che vedrà altrimenti penalizzata l’agricoltura italiana e sarda.

«La CIA Nord Sardegna parteciperà compatta con le delegazioni degli allevatori e agricoltori provenienti dalla Gallura, dal Monte Acuto-Goceano, dal Meilogu e dalla Nurra di Sassari ed Alghero – dichiara il presidente provinciale, Michele Orecchioni -. In assenza di risposte convincenti da parte delle istituzioni e della politica, anche a livello provinciale, con il coinvolgimento degli amministratori locali, daremo il via alla mobilitazione della categoria tesa a rilanciare l’attenzione sui temi dello sviluppo e delle prospettive del comparto agricolo.»

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«I licenziamenti effettuati e quelli annunciati in seguito al commissariamento e messa in liquidazione delle associazioni Allevatori regionale (Ara) e provinciali (Apa), sta di fatto paralizzando l’attività del comparto zootecnico isolano, che già soffre la limitazione dei servizi di assistenza tecnica finora garantiti dai lavoratori delle associazioni. La politica e le istituzioni trovino una soluzione immediata alla vertenza.»

Così Michele Orecchioni, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Nord Sardegna, lancia l’allarme sulle difficoltà che sono costrette ad affrontare le aziende zootecniche sarde e sollecita un rapido intervento della Regione Sardegna per evitare l’accentramento a livello nazionale dell’assistenza in zootecnia e per garantire un futuro ai lavoratori di Ara e Apa.

«Se non si agisce rapidamente si rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende agricole e di distruggere il patrimonio genetico e di selezione che in Sardegna ha raggiunto importanti e significativi risultati – aggiunge Michele Orecchioni -. Le scelte scellerate dell’Associazione Italiana Allevatori (Aia), non possono condizionare l’avvio di quella che ormai da più parti è considerata la via maestra: un organismo di certificazione, controllo e tenuta dei libri genealogici che, stante il fatto che la Sardegna detiene più del 50% del patrimonio zootecnico ovicaprino nazionale, deve trovare nell’Isola la sua nascita e crescita. Va scongiurato il disegno dell’Aia di accentrare a livello nazionale l’assistenza tecnica in zootecnia e la gestione degli albi genealogici, considerato che la Regione Sardegna destina alle due strutture circa 18 milioni di euro l’anno.»

Per Cia Nord Sardegna, è necessario correre ai ripari dopo il commissariamento e la messa in liquidazione delle associazioni della Sardegna, decisi da pochi, in assenza totale di confronto: «Adesso occorre accelerare il processo di riorganizzazione per portare una parte dei lavoratori Ara nell’Agenzia Laore e l’altra parte in un soggetto di nuova costituzione, controllato dalla Regione», propone ancora Michele Orecchioni .

«La Cia, pertanto – conclude il direttore provinciale Fabio Chessa – nel dire no alle scelte calate dall’alto e in dispregio degli attori principali, si auspica che le azioni future vengano fatte nell’interesse di  chi davvero in tanti anni ha contribuito a creare le eccellenze della zootecnia sarda, ovvero le aziende zootecniche e i lavoratori.»

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Dopo il grido l’allarme lanciato la settimana scorsa dalla CIA del nord Sardegna sul malfunzionamento del Sistema informatico agricolo nazionale (Sian), che ha messo a rischio la campagna PAC 2018, ieri il Comitato di Gestione dei pagamenti diretti dell’UE, riunito a Bruxelles, ha prorogato al 15 giugno il termine per la presentazione delle domande.

Il risultato ottenuto, per quanto rappresenti una prima vittoria di grande importanza per l’intero comparto agricolo isolano, non appaga i vertici della Confederazione italiana agricoltori nord Sardegna che rilanciano la lotta contro un sistema burocratico obsoleto che frena lo sviluppo del settore: «La Cia ora vigilerà per l’immediato recepimento della proroga da parte del Ministero e della Regione e continuerà comunque la sua battaglia per la semplificazione delle procedure in ogni sede e circostanza, perché il settore primario della nostra economia non può ancora essere vessato da una burocrazia sempre più asfissiante – dichiara il presidente Michele Orecchioni -. Sebbene la proroga non sia risolutiva delle difficoltà di sistema riscontrate e che ancora oggi ci preoccupano molto, attendiamo la modifica degli atti Nazionali e soprattutto l’aggiornamento del sistema informatico per far sì che si possano presentare le domande entro il nuovo termine stabilito», conclude il presidente.

La scorsa settimana la Direzione provinciale della Cia nord Sardegna, aveva denunciato chiaramente che a causa del malfunzionamento del Sian, migliaia di aziende agricole rischiavano di non poter presentare entro il 15 maggio la domanda premio unico e le domande PSR 2018: «Abbiamo chiesto l’intervento urgente del ministero dell’Agricoltura e l’interessamento della Regione, visto che siamo la regione Italiana con il maggior numero di domande a valere sul Piano di Sviluppo Rurale – spiega il direttore provinciale, Fabio Chessa -. Abbiamo da subito coinvolto anche la CIA nazionale, ben consapevoli che il problema ha una valenza generale su tutto il territorio nazionale, e ora salutiamo con favore questo primo risultato».

Lo slittamento della scadenza arriva in sostegno del settore e a supporto delle aziende, fornendo più tempo utile all’inserimento dei dati nel sistema informatico e, soprattutto, tenendo conto del ritardo con cui l’Italia ha recepito le novità normative della riforma di medio termine contenuta nel cosiddetto Regolamento Omnibus, approvato dal Parlamento europeo nel dicembre scorso.