29 March, 2024
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Dopo la visita alla Galleria Villamarina e al Pozzo Sella della miniera di Monteponi, ai pellegrini provenienti dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna Gloria, Stefano, Neria, Giancarlo e Chiara sono stati consegnati nel giorno dell’Epifania i Testimonium, per aver percorso oltre 100 km del Cammino Minerario di Santa Barbara assieme al loro cane Kobe.
I Testimonium sono stati consegnati ai pellegrini dal parroco don Ivano Gelso nella Chiesa di Santa Barbara della miniera di Monteponi che nel mese di ottobre del 1985 fu visitata da San Giovanni Paolo Secondo (allora Papa Wojtyla) che si rivolse a Santa Barbara definendola la patrona universale dei minatori.
Nella stessa giornata i pellegrini hanno partecipato alle celebrazioni per l’Epifania nel Santuario del Buon Cammino che si sono concluse con un concerto di musica e canti della tradizione religiosa della Sardegna guidato da Orlando Mascia.
Anche in questo periodo invernale con condizioni climatiche spesso accompagnate dalla pioggia, il pellegrini  hanno manifestato gioia e stupore per la bellezza del Cammino Minerario di Santa Barbara e per la ricchezza del Patrimonio Storico-culturale ereditato dalla millenaria epopea mineraria della Sardegna.
Nell’apprezzare l’organizzazione della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara e l’ospitalità con la quale sono stati accolti nel territorio, anche questi pellegrini sono partiti con il desiderio di ritornare presto per completare la percorrenza del Cammino Minerario di Santa Barbara.

Il Festival Vivere la Terra si avvia verso la sua conclusione. L’evento, che per un mese ha animato e promosso le bellezze e le peculiarità del territorio dei Nuraghi di Monte Idda e Fanaris è stato promosso dall’Unione dei Comuni “I Nuraghi di Monte Idda e Fanaris” che comprende i comuni di Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa e Villaspeciosa, sostenuto dalla Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della P.I. BB. CC. ed è organizzato dall’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di Spettacolo. Mercoledì 29 dicembre e giovedì 30 dicembre, a Siliqua, andranno in scena gli ultimi eventi nel calendario del Festival.

«Siliqua – dichiara la sindaca della cittadina Francesca Atzoriè l’ultimo appuntamento del progetto “Vivere la Terra” una iniziativa che ha visto concretizzarsi le idee e le richieste dei 4 comuni facenti parte dell’Unione dei comuni. Purtroppo, gli appuntamenti del 20 e del 30 dicembre sono stati penalizzati dalle recenti restrizioni in vigore dal 24 dicembre che vietano tutte le feste o simili all’aperto e la consumazione di bevande. Nonostante ciòconclude Francesca Atzori abbiamo scelto di confermare il concerto in programma mercoledì 29 dicembre che vede tra i protagonisti la nostra bravissima cantante e compaesana, Elisa Marongiu.»

Il programma della due giorni ha subito delle variazioni a causa delle nuove misure di prevenzione Covid-19. Forti limiti quindi agli eventi che potenzialmente avrebbero potuto causare un aumento di contagi ma via libera a due degli appuntamenti maggiormente caratterizzanti il Festival Vivere la Terra.

Mercoledi 29 dicembre, a Siliqua, sarà quindi una giornata all’insegna della musica con le note e le suggestioni del concerto Sonus de Paschiscedda. Alle ore 19.00, nei locali del Monte Granatico di via Umberto I, i canti sacri della tradizione popolare sarda eseguiti a cura del maestro Orlando Mascia, da Elisa Marongiu, da Bruno Camedda e Asael Camedda, incanteranno e guideranno i partecipanti alla riscoperta di un repertorio musicale ricco di storia.

Giovedì 30 dicembre, confermato anche l’appuntamento con inaugurazione, all’Esagono comunale di via Oslo, del Murale realizzato dall’artista Davide Pils con il coinvolgimento dei ragazzi del territorio. «L’operaanticipa la sindaca di Siliquasarà dedicata, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri che nella Divina Commedia cita il conte Ugolino, al nostro amato Castello di Acquafredda».

La sera del 30, inoltre, il coro Boxis Nodias di Siliqua si esibirà con una diretta online dedicata a tutta la comunità sarà possibile seguire l’evento sui canali social del coro su Facebook e su Youtube.

«Come amministratori comunali siamo molto dispiaciuti di non poter fare di più conclude Francesca Atzorima la tutela della salute pubblica viene prima di tutto. Rimane comunque una grande soddisfazione per avere collaborato con grande unità e passione insieme agli amministratori e alle realtà locali per la buona riuscita dell’evento. Quella del festival Vivere la Terra è sicuramente un’esperienza da riproporre, speriamo, senza restrizioni e senza le preoccupazioni che comporta una pandemia ma con la stesso desiderio di promuovere il territorio e di creare momenti di partecipazione sociale. Obiettivi che per le nostre comunità sono fondamentali per lo sviluppo culturale ed economico. In conclusione permettetemi di dedicare un ringraziamento all’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di Spettacolo che ha curato e seguito l’organizzazione, all’assessore della Cultura di Siliqua, Isacco Fanni, per l’importante supporto organizzativo, ed alla Fondazione Banco di Sardegna per avere finanziato l’iniziativa e ai quattro sindaci colleghi di Vallermosa, Villaspeciosa e Decimoputzu per aver creduto nell’iniziativa e di aver scelto di portare avanti l’evento.»

 

 

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Le “lollas” – casette storiche – di un villaggio disabitato attorno a un nuraghe si trasformeranno per un weekend di fine agosto in padiglioni, palchi musicali, musei, sedi di laboratori interattivi e convegni. È l'”Expo della musica sarda”, ovvero “Is sonus de is perdas fittas” che animerà il micro centro attorno alla chiesa di San Simone a dieci chilometri da Escolca – nel sud Sardegna – dal pomeriggio di sabato 31 agosto alla sera di domenica primo settembre (l’ingresso giornaliero ha un costo di 5 euro). L’evento – organizzato dall’associazione culturale Iscandula, in collaborazione con la Pro loco di Escolca – è dedicato alla memoria di Antonello Trudu (cultore di musica sarda del paese). Un evento pionieristico nel suo genere che punta al dialogo tra realtà istituzionali come il Conservatorio e le tante scuole di launeddas attive da decenni. Un luogo di confronto tra poeti, suonatori itineranti (organetto, launeddas, benas, fisarmonica) ed il pubblico. Un percorso che si snoda tra mostre fotografiche, dibattiti di archeoastronomia, prove pratiche con gli strumenti tradizionali della musica sarda affiancati dai Maestri, concerti e infine – ogni sera – Bell’Arrosa, un ballo sardo collettivo sotto le stelle di fine estate nella prima e unica discoteca dedicata alle danze isolane. Il tutto arricchito dalla presenza del noto fotoreporter nazionale Uliano Lucas, da concerti e performance improvvisati nonché dai servizi del punto ristoro.
Il programma. In apertura, alle 17.00, di sabato 31 agosto i saluti del sindaco di Escolca, Eugenio Lai e del presidente della Pro loco, Aldo Piras. Il padrone di casa Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula e direttore artistico, presenterà brevemente il programma e l’idea di partenza: la prima fiera della musica sarda, un luogo di scambio e di crescita per addetti ai lavori ma anche per i profani. Alle 17.30, il primo degli incontri del sabato che saranno coordinati dal giornalista Pier Sandro Pillonca, il tema è archeologia e archeoastronomia: interverrà Arnold Lebeuf (ex docente di Storia delle Religioni a Cracovia) con un contributo su Il pozzo di Santa Cristina, un osservatorio lunare; a seguire Mauro Peppino Zedda – archeoastronomo di Isili, autore di diverse pubblicazioni sulla civiltà nuragica – con Il significato astronomico dei nuraghi e L’allineamento del nuraghe del villaggio di Nuraxi al solstizio estivo. Alle 18.00, si discute di sviluppo con gli imprenditori locali, per una sessione di interventi dal titolo Idee e pratiche per lo sviluppo del territorio. Parleranno Viviana Sirigu, responsabile del panificio Kentos, Artemio Olianas, responsabile delle cantine Olianas di Gergei, Paolo Cortis, responsabile di Zafferano Cortis di Villanovafranca; in chiusura ancora Dante Olianas dialogherà su Le potenzialità turistico-culturali del villaggio di Nuraxi.
Domenica pomeriggio primo settembre si continua con gli appuntamenti moderati da Enzo Vacca noto Liboriu (artista e socio fondatore di Iscandula). Il via alle 17.00, con il convegno “La musica sarda nella scuola italiana”, interverranno Giorgio Sanna e Gianluca Floris, rispettivamente direttore e presidente del Conservatorio di Cagliari. Il primo illustrerà “Il ruolo istituzionale dei Conservatori nella valorizzazione della cultura del territorio”, il secondo scenderà nei dettagli con “L’esperienza della classe di Launeddas al Conservatorio di Cagliari”. In chiusura Paolo Zedda – ex consigliere regionale e primo firmatario della legge 22/2018 sulla disciplina della politica linguistica regionale – parlerà de “Una tutela della lingua sarda e delle arti proprie della Sardegna”. Dalla lingua sarda all’antropologia, alle 18.00, con “La Sardegna di Bentzon”, il più importante studioso della musica sarda. L’intervento di Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia dell’Università di Cagliari si concentrerà su: “Bentzon nella ricerca sulla musica sarda”, è quindi la volta di Uliano Lucas che analizzerà – da fotoreporter – “La Sardegna nelle foto di Bentzon dal ’55 al ’65”; a seguire la testimonianza di Christian Ejlers, compagno di viaggio di Andreas Bentzon con: “La Sardegna degli anni ’50 vista da due giovani intellettuali danesi”. Infine, “Un omaggio a Bentzon”, a cura di Paolo Frau, ex assessore della Cultura del comune di Cagliari.

Le attività. In alcune “lollas” del villaggio sarà visitabile la mostra fotografica Nimbus con gigantografie, sagome e i formati 50 x 50. Sono tutte riproduzioni degli scatti dell’antropologo danese Bentzon realizzate tra il 1955 e il 1965. Una lolla in particolare sarà dedicata al rapporto stretto tra il danese con il Maestro di Villaputzu che suonava ad Escolca per il carnevale, Antonio Lara: un viaggio attraverso foto e lettere. Alle 19.30 di sabato e domenica una guida d’eccezione: il fotoreporter di fama internazionale, Uliano Lucas.
In altre lollas ancora musica dal vivo con l’opportunità di interagire insieme ai Maestri-costruttori. Nei laboratori: launeddas (Franco Melis, Luciano Montisci, Peppe Cuga, Giancarlo Seu, Nino Mura ed Ignazio Olianas), sonallas ossia campane (Ignazio Floris, da Tonara), set di campanacci (Pitano Perra), tamborra-tamburo (Gavino Sedda, Gavoi), benas e altri oggetti sonori (Mondo Usai, Seneghe). Chiudono il cerchio con la voce che si fa strumento il gruppo tenore Su cuntrattu di Seneghe che si esibirà il 31 agosto, mentre i cantori Filippo Urru e Rossano Cardia (basciu e contra) accompagneranno i poeti Paolo Zedda e Severino Monni si potranno ascoltare il primo settembre.
Vibrazioni del passato: nella lolla numero 4 (dentro il nuraghe) si potranno osservare da vicino le repliche degli strumenti dei bronzetti nuragici. Non solo una semplice esposizione: si potrà sentire il loro suono, da confrontare con quello di altri strumenti del Mediterraneo. Il laboratorio è a cura di Pitano Perra (esperto costruttore di strumenti musicali di Maracalagonis).
Spazio alla sperimentazione musicale sotto la guida dei Maestri di launeddas arrivati dal Campidano, dal Sinis e dal Sarrabus sulla scia di corsi e scuole già avviate. Le lollas diventano così punti di contatto tra le scuole di musica di Gigi Arisci (Cagliari), Stefano Cara (Sinnai), Andrea Pisu e Giancarlo Seu di Villaputzu, Stefano Pinna (Cabras), Orlando Mascia (Maracalagonis, Capoterra e Villa San Pietro), Franco Melis (Tuili), Bruno Camedda (Musei, Maracalagonis, Santadi, Siliqua, Elmas e Ussana).
Musica e poesia saranno anche itineranti grazie al gruppo di artisti in movimento: il tenore Su cuntrattu de Seneghe, i poeti Severino Monni e Paolo Zedda insieme al cantante Alberto Zucca; alle launeddas Peppe Cuga, Franco Melis, Nino Mura, Paolo Olianas e Giancarlo Seu che suonerà anche la fisarmonica insieme a Marcello Caredda. All’organetto diatonico Luca Schirru.
La locandina dell’evento è stata realizzata da Massimo Congiu Carboni, suonatore di launeddas, architetto e grafico.

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Con un appuntamento dal titolo “Pelli, corde, canne e legni” domenica 16 giugno, alle 11.00, a Cagliari, cala il sipario su aCòa, la rassegna che la Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto dedica alle musiche tradizionali del Mediterraneo.

Ospiti di quest’ultimo appuntamento – in programma come sempre negli spazi della Fondazione Siotto di via dei Genovesi 114 – saranno i polistrumentisti Orlando ed Eliseo Mascia, che passeranno in rassegna gli strumenti meno conociuti della tradizione musicale sarda. Dai flauti a canna alle benas (strumenti a fiato simili alle launeddas) sino alla chitarra sarda sarà un viaggio alla riscoperta di un patrimonio musicale non sempre conosciuto. Il pubblico potrà ascoltare le musiche della tradizione ma anche dialogare con i protagonisti del matinèe e avere risposte alle sue curiosità. A coordinare sarà come sempre l’etnomusicologo Marco Lutzu, direttore artistico della manifestazione.

Orlando Mascia, di Maracalagonis, è polistrumentista, costruttore e collezionista di strumenti della tradizione. Chiamato a partecipare a diversi progetti di collaborazione, ha suonato in tutto il mondo. Suo figlio Eliseo ha seguito le sue orme, diventando un eccellente polistrumentista, esperto in particolare in tamburelli.

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Una pista da ballo d’eccezione sul Golfo degli Angeli: venerdì 21 luglio 2017, dalle 21.00, la terrazza del Bastione Saint Remy a Cagliari si trasformerà in sala sotto le stelle. Non una serata qualsiasi ma Bell’arrosa, una discoteca di ballo sardo all’aperto. Nessun volume assordante, tutti in cerchio o a braccetto per piccoli gruppi. L’appuntamento, con ingresso gratuito, è stato organizzato dall’associazione culturale Iscandula che da oltre trent’anni si occupa di promuovere e diffondere la musica tradizionale e in particolare le launeddas. Il nome scelto è un omaggio alla figura più acrobatica della danza – detta anche Sciampitta – quando il ballerino, tenuto da altri due compagni, esegue i passi capovolto. Nella lunga serata di festa si alterneranno vari professionisti: Orlando Mascia, alle launeddas e altri strumenti sardi; Bruno Camedda, fisarmonica e organetto; Graziano Montisci e Michele Deiana alle launeddas; Eliseo Mascia, percussioni, e ospite speciale Cosimo Lampis, alla batteria. Ma i veri protagonisti saranno i ballerini di ogni età.

Bell’arrosa si propone di rievocare uno storico evento a venti anni dalla sua realizzazione e dal contagioso successo. Era infatti il 1997 quando Iscandula ideò la serata-pioniera a Quartu Sant’Elena, organizzata dal Circolo Ottocento del compianto Alberto Orrù. Si tenne nei locali della Casa Sarritzu dove si riunirono giovani arrivati dai paesi lontani, adulti, anziani e bambini. Tutti a ballare – esperti e non – senza dover aspettare la festa del patrono o senza doversi iscrivere necessariamente a un gruppo folkloristico. E fu proprio da quell’input che nacquero varie scuole di ballo tra cui Cagliari e Quartu Sant’Elena. Ma al secondo appuntamento arrivarono i controlli e infine la Polizia – verificata l’inadeguatezza dell’impianto elettrico – inflisse una multa di quattro milioni ed una diffida. Dopo qualche tempo e in altre sedi, l’esperimento fu ripetuto ma senza il successo straordinario dell’esordio. Fino a oggi.

Secondo l’antropologo danese Andreas Fridolin Bentzon, il primo in assoluto a studiare – e registrare negli anni Cinquanta – la musica delle launeddas, il loro uso è arrivato fino a noi proprio grazie ai balli del fine settimana. Il suonatore veniva infatti ingaggiato dai giovani di un paese con un contratto scritto detto Tzaracchia con il quale si impegnava ad accompagnare i balli di tutti i sabati e le domeniche per l’intero anno. Questa attività gli garantiva uno stipendio saldato di solito al raccolto. Una ricostruzione confermata anche dal ritrovamento, da parte del dottor Carlo Pillai, di alcune copie dei contratti conservati nell’Archivio di Stato di Cagliari. Poi i balli domenicali caddero in disuso dopo la seconda guerra mondiale con l’arrivo dei fonografi e soprattutto della Siae che imponeva il pagamento di una tassa (non dovuta perché si tratta di musica di pubblico dominio) che spesso superava addirittura il cachet dei suonatori. E così le piazze dei paesi smisero di essere delle piccole ‘discoteche’ all’aria aperta.

 

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Giovedì 20 agosto, alle ore 21.00, il Teatro Actores Alidos porterà in scena lo spettacolo-concerto “Galanìas” presso l’Anfiteatro di Piazza Marmilla a Carbonia.

Lo spettacolo è organizzato in collaborazione con il Comune di Carbonia nell’ambito del progetto ARCHEOMEDSITES Projects “Tutela, valorizzazione e qualità della gestione. Applicazione dei modelli di gestione nei siti archeologici e nei contesti urbani”. Capofila del progetto è il MIBACT; il comune di Carbonia è partner insieme al ministero della Cultura del Libano, l’Institut National du Patrimoine della Tunisia, la Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea (PaBAAC), la Soprintendenza archeologica per le province di Avellino-Benevento-Caserta e Salerno, la Soprintendenza Archeologica delle province di Cagliari e Oristano, il Comune di Siena e di Firenze, Università di Sassari, FederCultura, Ricerca e Cooperazione.

“Galanìas”, con la regia di Gianfranco Angei, è affidato alla calda voce dell’interprete principale boghe sola Valeria Pilia (autrice di alcuni testi e di tutti gli arrangiamenti in chiave polifonica), che guida le altre quattro interpreti, Elisa Marongiu, Valeria Parisi, Roberta Locci e Manuela Ragusa, in canti tradizionali e di nuova composizione, con l’accompagnamento del polistrumentista Orlando Mascia.

Il nuovo progetto musicale degli Actores Alidos segue la scia del successo del primo disco “Canti delle Donne Sarde”, che ha debuttato nel 2001 al Festival “Waves” in Danimarca ed ha partecipato a prestigiosi Festival di venti nazioni europee, ottenendo numerosi riconoscimenti e Premi tra cui il Primo Posto al Festival Malzhaus Folkherbst di Plauen e il Premio Maria Carta in Sardegna nel 2007.

In “Galanìas” le Donne Sarde di Alidos affrontano, con spirito innovativo, un nuovo progetto musicale ispirato alle bellezze armoniche e interpretative dei canti femminili della Sardegna. In equilibrio tra innovazione e tradizione, suggestioni antiche e contemporanee Galanìas propone canti femminili rivisitati in chiave polifonica che si alternano a canti inediti e vanti appartenenti al repertorio maschile.

Il concerto offre una grande varietà musicale, passando dai canti a ballo a quelli di lavoro, dalle ninna nanne ai canti sacri, dalle filastrocche ai canti d’amore, dai canti di festa a quelli di tradizione maschile per rendere uno spaccato antico e nello stesso tempo moderno delle sonorità della nostra terra. Ricchezza timbrica ed espressiva delle voci, sonorità di vari strumenti di lavoro, delicate atmosfere teatrali, danza tradizionale e videoproiezioni di antichi filmati, trovano armonia in un concerto dalla forte componente spettacolare e concorrono a divulgare i valori della cultura identitaria del canto femminile della Sardegna.

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E’ in corso di svolgimento, a Serbariu, la festa patronale di #San Narciso e #Santa Giuliana. Questa sera, alle 20.30, si svolgerà la sagra de “Pani cun tamatiga e sartizzu arrustu”; alle 21.30, spettacolo musicale con il gruppo “I Jannas”.

Domenica mattina, alle 8.30, Santa Messa celebrata dal parroco, don Luigi Sulas; alle 11.00, Santa Messa celebrata da don Giampaolo Cincotti, parroco di Gesù Divino Operaio; alle 18.00, processione con partenza da Piazza Parrocchia e sviluppo attraverso Via Filzi, Via Diaz, Via Sant’Antonio, Via San Narciso, Via Cesare Battisti, Via Santa Caterina, Via San Giuseppe, Via Filzi ed arrivo in Piazza Parrocchia. Accompagneranno la processione i gruppi folk di Fluminimaggiore, Perdaxius, Villamassargia, Serbariu, la Banca Musicale di Carbonia e i suonatori di launeddas ed organetto. Alle 21.30, spettacolo di balli folkloristici con i gruppi di Serbariu, Villamassargia, Fluminimaggiore. A seguire “Ballus in pratza” con Bruno Camedda ed Orlando Mascia. Alle 22.45 spettacolo pirotecnico con premiazioni del concorso a premi e del terzo torneo di calcetto San Narciso.

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