26 April, 2024
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Sarà inaugurata domani, mercoledì 1 aprile, alle ore 16.00, presso la Lampisteria della Grande Miniera di Serbariu, la seconda edizione della Mostra di pani pasquali del Sulcis Iglesiente “Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus –  tra tradizione e innovazione”.

La seconda edizione della Mostra sarà divisa in due sezioni, una riservata ai prodotti artigianali dei panifici, l’altra dedicata alle produzioni familiari.

La mostra è organizzata dalla Sezione Antropologica del Museo del Carbone, diretta dalla Prof.ssa Paola Atzeni, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Carbonia e del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

La Mostra sarà visitabile sino al 12 aprile 2015, tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00. Ingresso gratuito.

La mostra  “Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus” ha ricevuto il riconoscimento quale evento più votato all’interno del premio Italive 2014, promosso da Codacons, con la partecipazione di “Autostrade per l’Italia” e con la collaborazione di Coldiretti.

La mostra di pani pasquali del Sulcis Iglesiente, allestita nel mese di aprile del 2014 presso la lampisteria della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, è stata organizzata dalla sezione antropologica del Museo del carbone, diretta dalla prof.ssa Paola Atzeni, con la collaborazione del comune di Carbonia, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e dell’Università degli studi di Cagliari.

La Mostra era divisa in due sezioni, una riservata ai prodotti artigianali dei panifici, l’altra dedicata alle produzioni familiari. “Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus” aveva come obiettivo il far conoscere, ad un pubblico sempre più ampio, i modi di vivere la Pasqua che hanno storicamente caratterizzato le famiglie operaie (in cui le donne producevano questi pani) e quelle cittadine che avevano relazioni con gli ambienti rurali, da cui ricevevano i pani del buon augurio. I 72.007 voti ottenuti sul portale Italive.it (contro una media di 2/3.000 voti ottenuti dagli altri eventi) dimostrano il pieno raggiungimento dell’obiettivo.

«Ringrazio gli organizzatori della Mostra che hanno contribuito a portare il nome della Città, del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC) e delle tradizioni della città e del territorio, al di fuori dei confini sulcitani e regionali – ha detto Loriana Pitzalis, assessore della Cultura del comune di Carbonia -. Il premio dimostra ancora una volta come la cultura sia strumento di trasmissione dei tratti peculiari di un popolo e mezzo per far conoscere il nostro territorio.»

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“Le Marie in miniera: persone e simboli”.

Le 37 Marie che da una settimana hanno occupato la galleria Villamarina non chiedono solo gli stipendi arretrati, ma specialmente un futuro sicuro e dignitoso per sé e per la generazione dei figli, loro e nostri. Il loro forte impegno riguarda, per certi aspetti, il futuro di tutti noi.

Le Marie in miniera sono tutte dipendenti dell’Igea, società regionale che deve realizzare opere di messa in sicurezza, di bonifica, di risanamento ambientale specialmente nelle aree minerarie dismesse. Esse abitano la miniera per far realizzare opere d’interesse nazionale. Opere previste con decreto del Ministero dell’Ambiente nel 2003, precisate su proposta della regione Autonoma della Sardegna in un’ordinanza del Presidente del Consiglio nel 2008, comprese nel più recente Piano Sulcis. La straordinaria iniziativa di queste donne riguarda intollerabili rimandi non solo di stipendi, ma congiuntamente di opere per la salute delle matrici ambientali (aria, suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee) dell’isola e dell’Italia, ma anche del mondo. Esse congiungono, a loro modo, mondi locali e mondo globale.

Le nostre Marie vogliono realizzare lavori dignitosi per continuità e qualità operative di risanamento. Si tratta di opere che migliorano pratiche e saperi, vivere e saper vivere non solo dell’umanità mineraria addensata nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese e diffusa in tutta la Sardegna, ma della stessa civiltà umana. Opere che includono noi tutti in un futuro vitale condiviso.

Le  Marie che abitano la miniera proprio in questa fase e in questi modi producono anche una parte di storia culturale: delle opere e delle idee, delle relazioni e dei luoghi minerari. Esse raccolgono, nei luoghi di archeologia industriale  destinata al turismo, il filo storico-culturale del malsano minerario e lo intrecciano, con loro nuovi ed autonomi significati, a quello del vitale minerario.

Le Marie in miniera ordiscono cioè  in modi propri  certi valori storico-antropologici. Intessono i loro valori con quelli del passato che caratterizzarono non solo le pratiche quotidiane di cura per la sicurezza lavorativa di tantissimi lavoratori specialmente del sottosuolo, ma anche le funzioni d’importanti opere d’ingegno dei migliori ingegneri. Per dirla in breve, cambiare i luoghi di rischio in luoghi sicuri e vitali, trasformare il tempo lavorativo pericoloso per la vita in tempo sicuro di vita  furono in miniera caratteristici modi di cura di sé e degli altri. Furono modi di fare che trasformavano gli istanti di pericolo in semi del futuro.

Le Marie mettono i semi del futuro con modi propri nel profondo del presente inquinato. Esse seminano infatti nel malsano minerario, ed anche nelle nostre teste e nei nostri cuori, il futuro di nuove forme di vita ecocompatibili, assai prossime alle scienze e alle antropologie ambientali-paesaggistiche. Provano nel contempo a tessere, in tutta evidenza, una nuova trama topologica che vuole rivificare la natura nel nostro contemporaneo globale in cui si situano i difficili progetti locali di futuro.

Per alcune persone e per  alcuni gruppi le Marie in miniera son già persone che esprimono, con i loro corpi in opera, valori condivisi. Son già persone e simboli. Alcuni rappresentanti di un comitato, assai attivo per la salvezza e la valorizzazione dei pani pasquali del Sulcis-Iglesiente ed in particolare della bambina con l’uovo (sa pippìa cun s’ou), hanno portato loro questi pani. Essi riconoscevano nell’impegno delle Marie i contenuti simbolici di questo pane che riguarda le capacità umana di rigenerare oltre che se stessi e il tempo, lo spazio e il mondo.

Emerge, a saper guardare le Marie in miniera, una nuova cultura produttiva condivisa, caratterizzata da esigenze di riabilitare e di rivitalizzare lo spazio e il tempo, e specialmente di dare nuova dignità culturale alla cura di sé, degli altri e dell’altro da noi. Una nuova cultura, inventiva della nostra difficile contemporaneità, prende corpo a partire dai territori minerari: un avvento che forse è un avvenire.

Paola Atzeni

Membro del Comitato Scientifico del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC) – Miniera di Serbariu – Carbonia

Cagliari 5 dicembre 2014

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L’Associazione culturale S’Ischiglia, con il patrocinio della Società Umanitaria, della Gestione commissariale dell’ex Provincia Carbonia Iglesias e del Liceo Scientifico Paritario Pirandello, venerdì 7 novembre alle ore 17.15, presenta, nella sede del Liceo Pirandello, in via Umbria 20, a Carbonia,  la conferenza della professoressa Paola Atzeni, docente di antropologia culturale all’Università di Cagliari, che parlerà del tema “La cultura agro-pastorale degli habitat sparsi nel Sulcis-Iglesiente, con particolare rilevanza sul ruolo delle donne”.

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Si conclude domani “Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus fra tradizione e innovazione”, mostra di pani pasquali del Sulcis Iglesiente.

La mostra è divisa in due sezioni, una riservata ai prodotti artigianali dei panifici, l’altra dedicata alle produzioni familiari, e sarà visitabile fino al 21 aprile, dalle 10.00 alle 17.00.

La mostra, allestita nel Museo del Carbone della Grande Miniera di Serbariu, è organizzata dalla Sezione Antropologica del Museo del Carbone, diretta dalla Prof.ssa Paola Atzeni, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del comune di Carbonia, del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e dell’Università degli Studi di Cagliari.

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Sarà visitabile dall’11 al 21 aprile 2014, presso la Lampisteria della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia, “Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus”, mostra di pani pasquali del Sulcis Iglesiente. La mostra è organizzata dalla sezione antropologica del Museo del Carbone, diretta dalla prof.ssa Paola Atzeni, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del comune di Carbonia, del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e dell’Università degli studi di Cagliari. L’inaugurazione della mostra è prevista il giorno 11 aprile, alle ore 16.00.

La mostra ha l’obiettivo primario di far conoscere, ad un pubblico sempre più ampio, i modi di vivere la Pasqua che hanno storicamente caratterizzato sia le famiglie operaie originarie del Sulcis Iglesiente (in cui le donne producevano questi pani) sia quelle cittadine che avevano relazioni con gli ambienti rurali, da cui ricevevano i pani del buon augurio.

Attraverso l’esposizione si vuole richiamare l’attenzione su questi particolari prodotti, sul “saper-fare” e sul “lavoro-benfatto”, che caratterizzarono e ancora distinguono culturalmente alcuni soggetti professionali e familiari, uomini e specialmente donne, riconoscendo le loro speciali identità di abilità e di eccellenza. Si vuole inoltre richiamare l’attenzione sul grande valore simbolico evidenziato da “sa pippia cun s’ou”, che esprimeva la capacità culturale delle donne e degli uomini della zona di generare e di rigenerare la natura e le persone, e quindi il mondo, per verificarne l’attuale vitalità e portata culturale. Pur nei modi limitati dalla attuale crisi finanziaria, infine, si intende incoraggiare la partecipazione democratica alle attività di ricerca ed espositive, specialmente temporanee, del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC).

La mostra sarà suddivisa in due sezioni: una riservata ai prodotti artigianali, l’altra dedicata alle produzioni familiari. Sia gli artigiani sia le altre persone che intendono partecipare all’iniziativa sono invitati a donare al museo entro il 10 aprile, dalle ore 10.00 alle 17.00, i tipi di “pani con l’uovo” di loro produzione (informazioni e contatti: 0781 62727, e-mail info@museodelcarbone.it). Per gli artigiani sono necessari, ai fini dell’esposizione, almeno tre esemplari di ogni tipo, di cui uno avvolto in carta trasparente, come esempio di pacco-dono ormai in uso in vari panifici. Ogni esemplare dovrà essere accompagnato dai biglietti da visita con il recapito del panificio; i biglietti da visita sono inoltre necessari per favorire i contatti con ogni espositore per eventuali prenotazioni ed ordini d’acquisto. Anche i pani di produzione familiare dovranno essere accompagnati da un biglietto da visita, eventualmente scritto a mano, identificativo della persona e del luogo di provenienza. Ad ogni partecipante sarà consegnato un attestato di partecipazione.

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La Sezione Antropologica del Museo del Carbone, diretta dalla prof.ssa Paola Atzeni, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Carbonia, del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e dell’Università degli Studi di Cagliari, organizza Sa pippia cun s’ou e is coccoeddus fra tradizione e innovazione, mostra di pani pasquali del Sulcis Iglesiente. La mostra sarà visitabile dall’11 al 21 aprile 2014 presso la lampisteria della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia.

L’inaugurazione è prevista il giorno 11 aprile alle ore 16.00.

La mostra persegue in primo luogo l’obiettivo di far conoscere ad un ampio pubblico modi di vivere la Pasqua che hanno storicamente caratterizzato sia le famiglie operaie originarie del Sulcis Iglesiente, in cui le donne producevano questi pani, sia quelle cittadine che avevano relazioni con gli ambienti rurali, da cui ricevevano questi pani del buon augurio.

Altri obiettivi dell’esposizione sono assai importanti: in particolare, negli attuali cambiamenti che caratterizzano il passaggio dalla tradizionale produzione familiare a quella attuale artigianale e commerciale, si vuole richiamare l’attenzione verso questi prodotti e modi del “saper-fare” e del “lavoro-benfatto”, che caratterizzarono e ancora distinguono culturalmente alcuni soggetti professionali e familiari, uomini e specialmente donne, conferendo a loro speciali identità di abilità e di eccellenza. Si vuole inoltre richiamare l’attenzione sul grande valore simbolico evidenziato da “sa pippia cun s’ou”, che esprimeva la capacità culturale delle donne e degli uomini della zona di generare e di rigenerare la natura e le persone, e quindi il mondo, per verificarne l’attuale vitalità e portata culturale. Pur nei modi limitati dalla attuale crisi finanziaria che non consentono l’esposizione di importanti studi etnografici realizzati documentando i contesti pertinenti, infine, gli organizzatori intendono incoraggiare la partecipazione democratica alle attività di ricerca ed espositive, specialmente temporanee, del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC).

La mostra sarà suddivisa in due sezioni: una riservata ai prodotti artigianali, l’altra dedicata alle produzioni familiari. Sia gli artigiani sia le altre persone che intendono partecipare all’iniziativa sono invitati a donare al Museo entro il giorno 10 Aprile, dalle ore 10.00 alle 17.00, i tipi di “pani con l’uovo” di loro produzione (informazioni e contatti: tel. 0781 62727, e-mail info@museodelcarbone.it). Per gli artigiani sono necessari, ai fini dell’esposizione, almeno tre esemplari di ogni tipo, di cui uno avvolto in carta trasparente, come esempio di pacco-dono ormai in uso in vari panifici. Ogni esemplare dovrà essere accompagnato dai biglietti da visita con il recapito del panificio; i biglietti da visita sono inoltre necessari per favorire i contatti con ogni espositore per eventuali prenotazioni e ordini d’acquisto. Anche i pani di produzione familiare dovranno essere accompagnati da un biglietto da visita, eventualmente scritto a mano, identificativo della persona e del luogo di provenienza. Ad ogni partecipante sarà consegnato un attestato di partecipazione.

Gli organizzatori ringraziano ogni persona, associazione, istituzione anche scolastica di ogni ordine e grado – e in particolare i giornalisti e gli altri informatori – che vorrà collaborare in vari modi alla riuscita della mostra, con l’augurio che questa iniziativa possa contribuire a far conoscere più ampiamente i “saper-fare”, tradizionali ed innovativi, che caratterizzano gli abitanti della zona sia nelle attività artigianali e professionali, sia nelle diffuse capacità di “lavoro ben fatto”. Queste importanti abilità, se ben unite, possono infatti contribuire a rigenerare il nostro difficile presente e a ben generare un nostro miglior futuro.

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Anche quest’anno, l’ultima domenica di marzo, ACLI gruppo “Le Mani Amiche” organizza la serata dedicata alla donna ed in particolare ad una donna sarda che si è distinta non solo nelle varie discipline artistiche o nei più svariati settori culturali e di ricerca, ma anche nel mondo del lavoro. Da qualche anno l’associazione è affiancata dall’associazione culturale “Palmas Vecchio” che collabora alla realizzazione della manifestazione e gode anche del patrocinio del comune di San Giovanni Suergiu,

Quest’anno, il 30 marzo, alle 18.00, la serata sarà dedicata a Paola Atzeni, antropologa, specializzata in tradizioni popolari che negli anni si è interessata, in maniera particolare, al mondo dei minatori sardi e a tutto quello che alla loro vita si riferisce, autrice inoltre di numerosi saggi.

A rendere omaggio a Paola Atzeni, ci saranno qualificati ospiti: Cristina Maccioni, programmista, regista ed attrice teatrale; Tore Figus, della Società Umanitaria di Carbonia; Stefania Manca, virtuosa suonatrice di organetto e Tiziano Dessì, valente chitarrista. “Donne sarde di ieri e di oggi: omaggio a Paola Atzeni” si svolgerà a San Giovanni Suergiu, a partire dalle ore 18.00, nell’Aula consiliare di via Roma. Moderatrice della serata sarà Sabrina Sabiu.

Domani, martedì 10 dicembre, dalle ore 9.30 alle ore 19.30, presso la sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, si terrà il seminario di antropologia “Discorsi di miniera. Analisi, interpretazione e trattamento delle fonti”.

Il seminario, organizzato dal laboratorio della Sezione Antropologica del Centro Italiano della Cultura del Carbone con la collaborazione del comune di Carbonia e del  Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio dell’Università di Cagliari, persegue l’obiettivo di incrementare il confronto interdisciplinare sui metodi non solo di spoglio e produzione documentaria ma anche di analisi, di interpretazione e di trattamento dei dati al fine di migliorare le tecniche specifiche di ricerca.

Nel corso della giornata si terranno due sessioni di lavoro, una mattutina e una pomeridiana, in cui sono previsti gli interventi di diversi professori provenienti dalle Università di Cagliari, Roma e Firenze (Paola Atzeni, Plinio Carta, Marcello Ghiani, Antonello Sanna, Pietro Clemente, Claudio Natoli, Alessandro Portelli, Felice Tiragallo, Pietro Clemente, Maria Luisa Di Felice, Francesco Bachis, Antonio Maria Pusceddu, Emanuela Usai, Cristina Marras e Alessandro Portelli) che si confronteranno sulle variate sfaccettature che compongono al vita di miniera.