29 March, 2024
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Con il giornalista-scrittore Vindice Lecis (Sinistra Sarda), sono 8 i candidati alla carica di governatore che si confronteranno nelle elezioni regionali in programma il 24 febbraio.

61 anni, sassarese, ex giornalista della Nuova Sardegna e del gruppo l’Espresso, Vindice Lecis è il candidato di Sinistra sarda, lista formata da Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, che verrà presentata ufficialmente in una conferenza stampa in programma a Sassari giovedì 17 gennaio, nel corso della quale verranno presentati anche i principali punti programmatici che verranno portati al centro della campagna elettorale.

Le liste che saranno protagoniste della competizione elettorale saranno 26, 11 a sostegno della candidatura di Christian Solinas (centrodestra), 9 per Massimo Zedda (centrosinistra), ed uno per ciascuno degli altri 6 candidati: Andrea Murgia (Autodeterminatzione), Francesco Desogus (M5S), Mauro Pili (Sardi Liberi), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Ines Pisano (Sardegna di Ines Pisano) e Vindice Lecis (Sinistra Sarda).

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Mauro Pili è il sesto candidato alla presidenza della Regione Sardegna. Lo ha designato l’assemblea di “Sardi liberi”, l’aggregazione formata dai movimento Unidos e Progres e da alcuni ex del Partito Sardo d’Azione (tra i quali il consigliere regionale Angelo Carta e l’ex presidente Giovanni Columbu), nel corso della riunione tenuta ieri mattina alla Torre aragonese di Ghilarza.

52 anni (è nato a Carbonia il 16 ottobre 1966), giornalista professionista dal 1990, leader di Unidos, di formazione socialista (è figlio di Domenico, più volte consigliere ed assessore regionale) ha iniziato la sua attività politica a Iglesias, sua città d’adozione, prima da consigliere comunale di minoranza, poi da sindaco. Eletto una prima volta primo cittadino all’età di 27 anni il 5 dicembre 1993 alla testa di un’aggregazione civica, al ballottaggio, con una clamorosa rimonta sul candidato del centrosinistra Nico Grillo (passò dal 22% del primo turno al 53%), venne rieletto nel novembre 1997, quando si impose al ballottaggio ancora sul candidato del centrosinistra, Marco Marras, dopo aver sfiorato la vittoria al primo turno (si fermò al 49,15%).

Nel 1999, dopo aver aderito a Forza Italia, si dimise dalla carica di sindaco il 5 luglio e venne candidato alla presidenza della Regione, ottenendo 151.962 preferenze al primo turno e superando al ballottaggio il candidato del centrosinistra Gian Mario Selis ma, dopo una serie di contrastate vicende politiche interne al centrodestra, riuscì ad essere eletto alla massima carica solo il 15 novembre 2001 e restò in carica fino al 25 agosto 2003. Nel 2004 si ricandidò alla presidenza della Regione e con il 44,18% perse il confronto con Renato Soru, candidato del centrosinistra, che venne eletto con il 45,89%.

Nel 2006 è stato eletto alla Camera dei deputati nelle liste di Forza Italia, confermato prima nel 2008, poi nel 2013, con il neonato Popolo della Libertà. Il 30 settembre 2013, a pochi mesi dall’inizio della XVII legislatura, ha lasciato il gruppo del Popolo della Libertà ed ha formato il movimento autonomo Unidos, aderendo a Montecitorio al gruppo Misto.

Nel febbraio 2014 si è candidato alla presidenza della Regione alla testa di una coalizione di quattro liste (Unidos, Mauro Pili Presidente, Fortza Paris Azione Popolare Sarda e Soberania), ottenendo 42.236 voti (5,72%) da presidente e 37.059 voti (5,43%) con le liste, fallendo l’ingresso di suoi rappresentanti in Consiglio regionale perché la legge elettorale prevede per le coalizioni uno sbarramento al 10%, contro uno al 5% per le singole liste (Mauro Pili, comunque, non sarebbe stato eletto, perché la stessa legge prevede l’elezione automatica in Consiglio solo per i due candidati alla presidenza più votati).

Ora, a distanza di cinque anni, il leader di Unidos sarà nuovamente candidato alla presidenza, alla testa di una singola lista: “Sardi liberi”.  Ad oggi la sua è la sesta candidatura, dopo quelle di Andrea Murgia (Autodeterminatzione), Massimo Zedda (Centrosinistra), Christian Solinas (Centrodestra), Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) e Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi). Nei prossimi giorni dovrebbe essere ufficializzata anche la settima, quella del magistrato del Tar del Lazio Ines Pisano, che ha annunciato recentemente la sua “discesa in campo” per le elezioni regionali che, quasi certamente, si terranno il 24 febbraio 2019.

 

 

 

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Paolo Maninchedda ha vinto, com’era ampiamente prevedibile, le Primarias del Partito dei Sardi per la scelta del candidato governatore per le elezioni regionali del prossimo mese di febbraio.

I votanti sono stati ben 18.605 tra i 20.455 iscritti al voto, nei seggi aperti dal 6 dicembre scorso alle 18.00 di ieri, 16 dicembre.

L’ex assessore regionale dei Lavori pubblici, 57 anni il prossimo 28 dicembre, ha ottenuto 15.452 voti. Alle sue spalle, nell’ordine, gli altri quattro candidati: Matteo Murgia, 1.024 voti; Antonio Sardu 1.011; Giovanni Pannunzio 343; Gian Paolo Casula 335. 440 le schede bianche

Paolo Maninchedda è così il quinto candidato alla carica di governatore. Il sesto lo esprimerà la lista Sardi Liberi nata dall’accordo raggiunto tra Unidos, Progres ed alcuni ex esponenti del Partito Sardo d’Azione.

Contestualmente all’indicazione del candidato governatore, le Primarias del Partito dei Sardi prevedevano anche un voto per il referendum sulla Nazione Sarda: «È condiviso che il popolo sardo, con la sua millenaria storia mediterranea ed europea, ha diritto ad autodeterminarsi, vale a dire a scegliere pacificamente le proprie forme di autogoverno. A partire da questa consapevolezza, ritieni che si possa affermare quanto segue? “La Sardegna è una nazione, cioè una comunità portatrice di diritti e interessi propri, che in quanto tale necessita di maggiori poteri per interpretarli, difenderli, affermarli”».

Hanno votato 18.552 dei 20.610 iscritti al voto. Il Sì ha ottenuto 17.725 voti, il No 396. 431 le schede bianche.

 

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Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 5 e 5 bis della legge di stabilità 2019-2021. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 5 della legge di stabilità 2019 e degli emendamenti collegati.

Aprendo la discussione generale, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che dall’articolo emerge in modo prepotente la verità della finanziaria, cioè che la Giunta non ha capito le vere esigenze dei sardi ed ha una visione accademica della realtà sarda. Una visione tecnocratica lontana dalle persone, in altre parole, che non indica prospettive future, non ha attenzione per le imprese, non semplifica la burocrazia, non incide sugli sprechi e relega il turismo in un ruolo marginale mortificando una delle più autentiche vocazioni della Regione.

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha osservato che quando si parla di politiche di sostegno alle attività economiche è necessario avere una visione di lungo periodo non appiattita sulla gestione delle emergenze tanto più che questa è l’ultima finanziaria della legislatura ed occorreva sfruttare l’opportunità di lasciare un segno positivo. Al contrario, ha aggiunto, l’economia regionale è stata lasciata nella sua sofferenza, dall’agricoltura al turismo, dai trasporti, dall’artigianato dove la Giunta non ha inciso nonostante il buon lavoro della commissione speciale, confermando complessivamente la volontà di trascurare il problema della crescita della Sardegna.

Sempre per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda ha sostenuto che turismo vuol dire trasporti e pianificazione paesaggistica e sotto questo profilo l’esecutivo ha lasciato la Sardegna ferma al palo. Insufficienti, ha proseguito, anche le azioni sul lavoro nonostante i grandi investimenti sulla nuova Agenzia Aspal ed inoltre, sulla programmazione territoriale, l’incidenza delle azioni locali è stata molto bassa riducendo gli impatti positivi sul territori.

Al termine degli interventi il Consiglio ha approvato l’articolo 5 il cui contenuto è stato modificato dai seguenti emendamenti: 18 (Sabatini) – 1.5 milioni per la prevenzione della tracimazione dei corsi d’acqua limitrofi allo stagno di Santa Gilla; 605 (Sabatini) – variazione delle coperture del provvedimento precedente; 33 (Sabatini) – 8 milioni nelle annualità 2019-2021 per i “cantieri verdi”; 548 (Giunta) – 5 milioni per l’integrazione del bando sui “progetti di filiera”; 38 (Pizzuto) – 80.000 a favore dell’Agenzia Agris per progetti agricoli di rotazione “cereale-leguminosa”; 46 (Forma) – 100.000 a favore dell’Agenzia Laore per la promozione delle produzioni lattiero-casearie ovine; 289 (Rubiu) 50.000 a favore del Comune di Iglesias per la rievocazione della Sortilla; 547 (Giunta) – 5 milioni per gli investimenti dei Comuni sul miglioramento della viabilità rurale; 588 (Congiu) – 3 milioni per l’inclusione dei Comuni non svantaggiati nei progetti ammissibili per il miglioramento della viabilità rurale; 1 (Moriconi) – 20.000 per il contratto di rete in agricoltura per le produzioni collegate alle intolleranze alimentari; 5 (Dessì) – 10.000 per la rete di imprese Visit Sulcis; 78 (Lotto) – inserimento dei lavoratori Aras in una apposita lista gestita da Aspal per l’affidamento di progetti in materia di selezione genetica degli ovini, aggiornamento banche dati zootecniche e formazione degli allevatori; 607 (Congiu) per l’inserimento di 36 lavoratori inizialmente esclusi nelle misure a favore degli ex lavoratori del polo di Ottana; 604 (Sabatini) – per l’inserimento dei lavoratori Aras nei piani di tutela della salute animale in collaborazione con Ats e Izs; 165 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto sperimentale di una struttura zootecnica nel comune di Luogosanto; 166 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto di agricoltura sociale nel comune di Tempio; 167 (Sabatini) – 200.000 all’Unione dei Comuni Alta Gallura per la riqualificazione del mattatoio sovra-comunale di Aggius e la realizzazione di un centro di controllo della filiera del bovino e dell’agro-alimentare; 562 (Deriu) – 500.000 complessive nelle annualità 2019-2020 per un programma sperimentale di indagine sui giovani Neet con particolare riferimento alle zone interne.

Il presidente Ganau ha messo in discussione e poi al voto l’articolo 5 bis e gli emendamenti, sui quali si sono pronunciati l’assessore Raffaele Paci e la commissione Bilancio con il presidente Franco Sabatini.

Approvati gli emendamenti 580, 163 (Cocco, 27 milioni di euro per le azioni di sostegno al settore artigiano sardo). Approvato poi l’emendamento di sintesi 587 a firma dell’on. Congiu (Pds), con 2 milioni di euro per sostenere il passaggio generazionale del mondo artigiano. 

Su questo è intervenuto l’on. Roberto Deriu (Pd), presidente della commissione speciale che nei mesi scorsi ha audito le organizzazioni di categoria sul tema della crisi del commercio e dell’artigianato in Sardegna. Roberto Deriu ha parlato di “vicinanza concreta al comparto” e ha ringraziato tutti i componenti della commissione speciale per il lavoro di indagine svolto. Si è associato anche il vice Gianni Lampis (Fdi).

Approvati anche gli emendamenti tecnici 594, 168 (piano Sulcis) e 520.

L’Aula è passato all’esame dell’articolo 6 e dei relativi emendamenti, con i pareri di rito.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha chiesto preliminarmente al presidente del Consiglio di far intervenire l’assessore Arru per riferire all’Aula sulla situazione del Policlinico di Sassari. Anche l’on. Gianfranco Cherchi (Pds) è intervenuto per chiedere all’assessore alla Sanità lumi sull’attuazione della riforma sanitaria e «sugli atti adottati da direttori generali che fanno riferimento a una rete ospedaliera non votata dal Consiglio ma dalla Giunta. Lei non può esautorare il Consiglio dalle sue prerogative».

Il presidente Gianfranco Ganau ha detto che la richiesta di audizione dell’assessore Luigi Arru durante la manovra finanziaria non può essere considerata ammissibile ma la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha reiterato la richiesta. E’ poi intervenuto l’assessore Luigi Arru (come sua prerogativa in qualunque momento ai sensi del Regolamento) e ha detto sul Policlinico di Sassari: «La Regione non c’entra nulla e va chiarito. Ma c’è in corso una procedura fallimentare per soddisfare i creditori: non riesco a capire cosa dovremmo fare noi se non mantenere il nostro budget. E’ una partita molto complessa in mano al giudice».

Dopo l’intervento dell’assessore della Sanità ha preso la parola l’onorevole Roberto Desini (Pds) che ha attaccato con veemenza l’operato dell’assessore Luigi Arru, chiedendone a più riprese le dimissioni dall’incarico. «Non  vedo l’ora che arrivi febbraio – ha tuonato il consigliere della maggioranza – per liberare la sanità dall’assessore Arru che proprio in queste ore è smentito dalla Conte dei Conti sulla spesa sanitaria». Roberto Desini ha lamentato le lungaggini delle liste d’attesa, la spesa farmaceutica fuori controllo, la chiusura delle guardie mediche, il continuo ricorso alle agenzie interinali e il blocco del turnover». «Le consegno simbolicamente un asinello – ha concluso il consigliere Pds – perché lei lasci quest’Aula a caddu e s’ainu».

Francesco Agus (Misto – Cp) ha invitato, invece, glia assessori Luigi Arru e Raffaele Paci a promuovere un emendamento orale per consentire la stabilizzazione dei biologi che hanno prestato servizio nelle Asl, alla luce della inapplicabilità del decreto 75/2017 e della dichiarata inammissibilità di un emendamento proposto in accorso con la Giunta.

Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) è intervenuto per prendere le distanze dalle parole utilizzate, nel corso del suo intervento, dal  consigliere Roberto Desini all’indirizzo dell’assessore Luigi Arru, seguito dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco che ha criticato duramente il collega del Pds («ha oltrepassato il limite») ed ha invitato il presidente del Consiglio a censurare “certo tipo di interventi che sono inaccettabili”.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, è intervenuto in qualità di vice presidente dell’esecutivo regionale per manifestare solidarietà all’assessore Luigi Arru mentre il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha invitato l’Aula e l’assessore Luigi Arru a concentrarsi sulla sostanza delle critiche che gli esponenti del Partito dei sardi muovono all’indirizzo del responsabile della sanità. «Vogliamo chiarezza e risposte – ha concluso il capogruppo di maggioranza – sugli atti che vengono posti in essere dal manager Ats,  in contrasto con il piano di riordino della rete ospedaliera e sulla vicenda del Policlinico di Sassari».

Il vice capogruppo Fi, Marco Tedde, ha parlato di “fallimento della maggioranza, non solo in riferimento alle questioni della sanità” ed ha ricordato le critiche rivolte al presidente della Giunta da parte dell’ex assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, in ordine alle nomine dei dirigenti ed “alle selezioni vinte dal alcuni capi gabinetto”. Marco Tedde ha concluso lamentando pesanti penalizzazione per il Nord ovest dell’Isola in materia di sanità “anche per gli effetti negativi di una riforma che si interpreta per gli amici e si applica per i nemici”.

Dopo una breve sospensione dei lavori l’Aula non ha approvato, con successive e distinte votazioni, gli emendamenti n. 361, 398, e 335 sul quale aveva preso la parola la capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, che aveva ricordato la recente sentenza della Corte dei Conti che – a suo giudizio -certifica il fallimento della gestione della sanità sarda.

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Domani, martedì 4 dicembre, gli iscritti abilitati a votare sulla piattaforma Rousseau residenti in Sardegna, saranno chiamati a scegliere il candidato presidente del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni regionali. L’annuncio ufficiale è stato pubblicato stamane nel sito www.ilblogdellestelle.it , nel quale si ricorda che, da Statuto, possono votare gli iscritti entro il 22 giugno 2018 con documento certificato.
I 5 candidati che sono risultati più votati al termine del primo turno ed ammessi al secondo turno di ballottaggio, sono (in ordine alfabetico): Cherchi Marcello, Desogus Francesco, Forcillo Donato, Mandas Gianluca e Sulis Anna. I partecipanti al primo turno erano 26.
Ogni iscritto avrà a disposizione una preferenza.
La votazione è attiva sulla piattaforma Rousseau, nella giornata di domani, dalle ore 10.00 alle 19.00.
I risultati, con l’indicazione del candidato governatore del Movimento 5 Stelle, che prenderà il posto di Mario Puddu, vincitore della prima consultazione tra gli iscritti e poi uscito di scena per rinuncia spontanea, a seguito della condanna ad un anno inflittagli dal Tribunale di Cagliari, per una vicenda di abuso d’ufficio, in riferimento ad una vicenda verificatasi quando era sindaco di Assemini, dovrebbero conoscersi già in serata.
Il candidato del Movimento 5 Stelle a governatore della Sardegna sarà il quarto, dopo Andrea Murgia per Autodeterminatzione, il senatore sardista Christian Solinas per la coalizione di centrodestra ed il sindaco di Cagliari Massimo Zedda per la coalizione di centrosinistra.
I candidati alla carica di governatore dovrebbero essere sei. Dal 6 al 16 dicembre il Partito dei Sardi sceglierà il suo con le “Primarias” (i candidati sono cinque: Gian Paolo Casula, Paolo Maninchedda, Matteo Murgia, Giovanni Panunzio ed Antonio Sardu). Mauro Pili dovrebbe scendere in campo, infine, come cinque anni fa, con il suo movimento Unidos, questa volta, con ogni probabilità, alleato con alcuni movimenti che si battono per l’autonomia della Sardegna.

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L’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini dopo la riunione, tenutasi questa mattina a Cagliari nella sede dell’assessorato, in cui ha convocato tutte le parti coinvolte, ha annunciato che «è imminente la firma del protocollo d’intesa fra tutte le strutture interessate alla messa in sicurezza degli svincoli di Ottana sulla 131 dcn e per l’esecuzione delle opere necessarie e la successiva gestione».

Alla riunione erano presenti, oltre all’assessore e al capo di Gabinetto Mario Uras, il responsabile dell’Anas per la Sardegna, Valter Bortolan e  dell’area compartimentale Cagliari, Enrico Atzeni, il sindaco di Ottana Franco Saba, il presidente del Consorzio Industriale della Sardegna Centrale Piero Guiso. «Quello di oggi è l’ultimo di una serie di confronti con Anas iniziati per volontà del mio predecessore Paolo Maninchedda per risolvere una situazione di grande pericolosità – dice Edoardo Balzarini – ed è servito per stabilire i compiti di ciascun soggetto interessato, in modo da procedere subito nelle attività  delegando le rispettive strutture tecniche sulla base di apposito protocollo da sottoscrivere entro 15 giorni da oggi».

Nella riunione è stato definito che Anas si farà carico dei  lavori necessari nell’ambito degli accordi quadro già in essere sulla base della progettazione che verrà finanziata dalla Regione mentre il Consorzio Industriale, la Provincia ed il Comune metteranno a disposizione le aree e le opere interessate agli interventi e, unitamente all’Anas, si faranno carico della successiva gestione per quanto di rispettiva competenza. 

 

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Il Partito dei Sardi sceglierà con le “Le Primarias – Primarie Nazionali Sarde”, dal 6 al 16 dicembre, il candidato alla presidenza della Regione Sardegna per le elezioni in programma nel prossimo mese di febbraio.

I candidati alle “Primarias” sono cinque (vedi scheda allegata).

«Le “Primarias – Primarie Nazionali Sarde” vogliono essere un grande momento di partecipazione, dibattito, mobilitazione popolare dei sardi attorno alla definizione non solo di una candidatura per la presidenza della RAS ma ancor prima di una visione della Sardegna, della sua identità politica, dei suoi poteri istituzionali, delle soluzioni da elaborare e mettere in pratica per cambiare e migliorare radicalmente la vita dei sardi.»
Si vota presentandosi ai seggi con un documento di identità. Possono votare tutti coloro che abbiano compiuto i 18 anni di età. Si voterà on line ed «il voto sulla Nazione Sarda» verrà esteso a coloro che hanno compiuto 16 anni e ai sardi nel mondo.

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Le dighe del Coghinas, dell’Alto Flumendosa e del Taloro tornano in capo alla Regione e, dal 1 gennaio 2019, saranno gestite da Enas. Con tre delibere approvate lo scorso 9 ottobre, l’Esecutivo regionale ha sancito la conservazione da parte della Regione delle concessioni di derivazione scadute per i sistemi 3B Coghinas Mannu di Porto Torres, 6A Alto Flumendosa Sa Teula e Tirso 2A Taloro, e il trasferimento della gestione delle relative opere ad Enas, che diventa così il gestore unico dei grandi laghi artificiali della Sardegna.

«È un passaggio molto importante perché permetterà alla Regione di ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche invasate nei bacini artificiali dell’isola – ha detto il presidente Francesco Pigliaru questa mattina in conferenza stampa – con notevoli vantaggi nella gestione delle acque, soprattutto nei periodi di siccità, e consentirà di abbattere in modo significativo o azzerare i costi energetici sostenuti dal sistema idrico multisettoriale, compresi quelli legati al sollevamento che sono sostenuti dai Consorzi di bonifica. È bene ricordare inoltre che stiamo parlando di energia perfettamente sostenibile – ha concluso Francesco Pigliaru –, che anche sul piano paesaggistico ha decisamente meno impatto rispetto ad altre fonti rinnovabili.»

La Giunta prosegue così l’azione, già avviata fin dai primi mesi del suo insediamento, per il recupero della titolarità delle dighe, finora gestite da Enel, in ragione di concessioni ormai scadute.

«Completiamo l’attività partita nel 2014, perché la strategia di questa Giunta sulla gestione delle acque è quella della piena applicazione della legge 19, che ha istituito il Sistema idrico multisettoriale – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini -. Il coordinamento unico dei bacini è una peculiarità che molte regioni ci invidiano. Al sistema mancavano tre bacini molto importanti, che con queste delibere vengono integrati e lo completano. La nostra visione – ha precisato l’assessore dei Lavori pubblici – è ambientalistica e solidaristica: l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche del sistema servirà per coprire i costi, mentre quella in eccesso non sarà immessa sul mercato ma ogni beneficio derivante da questo surplus sarà usato per abbattere i costi a carico dei cittadini.»

Il 27 maggio 2014, con l’approvazione di quattro delibere proposte dall’allora assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, la Regione è subentrata nella titolarità delle concessioni nell’ambito del sistema idrico multisettoriale regionale. Le dighe coinvolte sono quelle di Cumbidanovu, vicino a Orgosolo e Monti Nieddu a Sarroch, entrambe in costruzione, e le dighe su Flumendosa, Taloro e Coghinas, opere idrauliche gestite da Enel S.p.A per le quali la Società ha fatto fa ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.

A seguito del pronunciamento del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, avvenuto il 17 maggio 2017,nel quale i provvedimenti assunti dalla Regione non sono stati ritenuti sufficientemente lesivi, la Giunta, con tre nuove delibere, ha riavviato le  procedure per acquisire definitivamente la titolarità delle dighe di Coghinas, Alto Flumendosa e Taloro, con l’accertamento dell’intervenuta scadenza, in data 9 settembre 2001, del termine delle concessioni a Enel e con la presa d’atto della conservazione, da parte della Regione, della titolarità delle concessioni, oltre a disporre il subentro, a partire dal 1 gennaio 2019, di Enas nella gestione.

Presente alla conferenza stampa anche Giovanni Sistu, amministratore unico di Enas, per il quale «questo intervento ci consentirà di poter disporre direttamente delle risorse, che ora Enas veicola dopo il rilascio da parte di Enel. I sistemi che oggi tornano alla Regione sono fondamentali per la loro capacità di produzione energetica.

 

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Andrea Murgia, 46 anni, funzionario della Commissione Europea, sarà il candidato di Autodeterminatzione alla presidenza della Regione. Questa mattina l’annuncio ufficiale durante una conferenza stampa in Consiglio, presenti i rappresentanti delle 8 sigle confluite nel movimento: Rossomori, Sardigna Natzione, Irs, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes e Radicales Sardos.

«La candidatura di Andrea Murgia è il frutto di un lavoro complesso, di un percorso condiviso da tutte le forze riunite intorno ad Autodeterminatzione – ha detto il consigliere regionale dei Rossomori Emilio Usula – è un segnale di speranza per portare avanti il progetto di emancipazione della Sardegna.»

«Autodeterminatzione riparte dopo aver superato il traumatico post elezioni politiche – ha aggiunto il presidente del movimento Fabrizio Palazzari – il nostro è un movimento aperto, nato per rappresentare la Sardegna e i sardi che vivono fuori dall’Isola. Il nostro candidato, a differenza di quelli delle altre coalizioni indicati da Milano e Roma, è stato scelto a Tramatza.»

Andrea Murgia, che nel 2009 venne candidato nel listino da Renato Soru e nel 2014 partecipò alle primarie della coalizione del centrosinistra, ha aderito ai Rossomori il 2 luglio scorso, giorno della scomparsa di Gesuino Muledda che di quel partito fu fondatore e leader politico. «Ho deciso di lasciare il perimetro del centrosinistra e del Pd dopo il referendum sulle trivelle – ha spiegato Andrea Murgia – il mio dialogo con Autodeterminatzione è iniziato un anno fa. Ho sposato questo progetto perché vedo assoluta lealtà tra le forze politiche che lo sostengono e camminano nella stessa direzione. Voglio portare Autodeterminatzione dentro il Consiglio regionale, nonostante una legge elettorale che ci penalizza ma con la quale occorrerà confrontarsi».

Incalzato dai giornalisti, Andrea Murgia ha chiarito la collocazione politica del Movimento: «E’ scontato che non guarderemo a destra – ha detto Andrea Murgia – in passato io sono stato vicino al centrosinistra ma, anche in quel caso con una proposta tutta sarda. Escludo inoltre qualsiasi ipotesi di accordo con il Pds di Paolo Maninchedda. Vogliamo dare un segnale di discontinuità: chi ha appoggiato la Giunta Pigliaru, anche con incarichi di Governo, non può essere nostro alleato. In caso contrario si creerebbe solo confusione».

Sul programma di governo, Andrea Murgia ha puntato molto sul rapporto con l’Europa: «Io lavoro a Bruxelles dove mi occupo di fondi europei – ha affermato il candidato di Autodeterminatzione -, l’Europa mette a disposizioni moltissime risorse che andrebbero sfruttate meglio. Oggi la nostra capacità di spesa è di circa mezzo miliardo di euro all’anno mentre potrebbe arrivare a 1,5 miliardi. Nella prossima programmazione saranno disponibili circa 10 miliardi di euro, un’opportunità per i giovani sardi, i disoccupati, gli studenti e gli incapienti».

Altri fronti su cui concentrarsi saranno la sanità “oggetto di scelte economiciste”, la legge urbanistica («per fortuna bloccata sul nascere») e la legge elettorale («che ostacola il principio di rappresentanza, in Europa solo la Turchia ha una soglia di sbarramento oltre il 5%»).

Ancora da capire se Autodeterminatzione si presenterà alle prossime elezioni con un’unica lista o come coalizione: «Non è un passaggio tecnico ma politico – ha rimarcato Murgia – lo valuteremo insieme. In ogni caso sceglieremo i candidati migliori aprendo le nostre porte a tutti i sardi».

 

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«La nuova legge sui contratti pubblici è una grande legge nazionale della Sardegna, che affronta e risolve molti nodi nel settore degli appalti, tutela le imprese sarde, apre nuovi spazi di mercato per i nostri giovani professionisti, migliora l’efficienza e la competitività del sistema regionale.»

Lo ha dichiarato il segretario del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, illustrando i principali contenuti della legge approvata ieri dal Consiglio regionale, ringraziando per questo traguardo la Giunta, la maggioranza, le forze di opposizione e tutto il Consiglio. E’un segno, ha affermato, che «l’unità dei sardi può produrre concretamente grandi cambiamenti».

«Grazie alla legge – ha aggiunto Paolo Maninchedda – finisce una sorta di schiavitù della Sardegna nei confronti dell’Anas che, fra l’altro, aveva un aggio sulle opere realizzate nel territorio regionale del 12.50% (classificate alla voce spese generali) senza che questa remunerazione trovasse riscontro nello snellimento dei tempi di progettazione e realizzazione, o nel ruolo assegnato alle imprese sarde nel sistema degli appalti.»

Paolo Maninchedda ha citato, in proposito, l’esempio di un tratto della 131 – tratto Bonorva dove, dall’aggiudicazione del progetto definitivo nel 2015, sono passati ben 2 anni per arrivare al progetto esecutivo e attualmente l’opera è completata solo in parte.

L’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, si è poi soffermato sulle parti più innovative della legge, che «assegna alla Regione una autentica capacità di programmazione delle opere strategiche, semplifica l’iter burocratico dei lavori, responsabilizza le imprese e incentiva la crescita dei professionisti locali, senza trascurare la qualità architettonica, la sicurezza e le sostenibilità ambientale e sociale degli interventi».

«Finalmente – ha commentato il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu – gli appalti in Sardegna cominciano a parlare sardo, con tante novità positive per i sardi che operano nel settore e soprattutto con misure di forte semplificazione che individuano con chiarezza i soggetti che possono e devono dare risposte perché conoscono e governano tutte le varie fasi dei procedimenti legati alle opere.»

Per le imprese ed i professionisti, in particolare, «sarà disponibile una sola fonte telematica che permetterà l’accesso in tempo reale a tutti i bandi e le gare della Sardegna, dalla Regione ai Comuni agli altri enti territoriali».

Il consigliere Roberto Desini, sul piano politico, ha messo l’accento sul fatto che «stavolta la politica ha percepito l’importanza di una legge come questa e lo ha fatto bene ed in tempi ragionevoli; vuol dire che si può fare ed anzi è un modello da replicare».

Il presidente del Partito dei Sardi Franciscu Sedda, infine, ha ricordato che «il portafoglio Anas in Sardegna è di circa 2 miliardi, quindi la quota di risorse che vengono restituite al circuito regionale è di 120 milioni». «Questo – ha affermato Franciscu Sedda – significa difendere l’economia della Sardegna, con una legge certamente ricca di tecnicalità ma anche con una precisa visione della società sarda». «Una legge – ha concluso Franciscu Sedda – frutto di unità e ciò significa, come messaggio-chiave per le prossime elezioni regionali, che la Sardegna ha bisogno di una guida politica forte per sfruttare al meglio le sue grandi potenzialità».