29 March, 2024
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Seconda serata, domani (venerdì 22) a Cagliari, per il Karel Music Expo edizione numero tredici, il festival delle culture resistenti ideato e organizzato dalla cooperativa Vox Day, in programma fino a sabato 23 negli spazi dell’EXMA, il Centro Comunale d’Arte e Cultura in via San Lucifero.

Si comincia all’insegna del cinema, alle 19.00 (ingresso gratuito), con tre cortometraggi del progetto “Visioni Sarde”, vetrina istituita dalla Fondazione Sardegna Film Commission per promuovere su scala nazionale e internazionale il cinema di qualità prodotto in Sardegna e valorizzare i giovani talenti isolani; ecco dunque “Il nostro concerto” di Francesco Piras (2018; entrato nella cinquina dei candidati per il miglior cortometraggio ai David di Donatello 2019), che racconta la nascita di un’amicizia tra un pensionato cagliaritano e una pianista tedesca, tramite una chat-room musicale di “Superstar”. L’umanità semplice degli abitanti dell’antico rione popolare di San Donato, del centro di Sassari, è lo scenario in cui si svolge “La notte di Cesare” (2018 Premio Miglior Film Sardo e ambientato in Sardegna al Sandalia Sustainability Film Festival e Premio speciale della giuria Giovani – Visionio Sarde), del filmmaker sassarese Sergio Scavio, che sarà presente alla proiezione: una storia in cui un anziano solitario, si ritrova a badare al figlio della sua vicina, di origine straniera, dando vita a un rapporto che travalica l’età e le differenze culturali. Un originale sguardo contemplativo caratterizza invece “The wash – La lavatrice” (2018; Premio del Pubblico alla manifestazione “Visioni Sarde nel Mondo” dello scorso aprile alla Casa del Cinema a Roma), in cui il regista cagliaritano Tomaso Mannoni – anche lui ospite della serata – dipinge i chiaroscuro della quotidianità a Capo Teulada, sede del noto poligono militare, tra “panni lavati” (letteralmente e metaforicamente), militari che vivono il territorio sardo come un campo di battaglia, mentre aumentano i decessi per tumore riconducibili alle esercitazioni militari. Una denuncia suggerita, mai cavalcata, in un silenzio assordante, sullo sfondo di un paesaggio contemporaneamente bellissimo e terribile.

La musica tiene banco a partire dalle 21.00 (ingresso con biglietto) con il primo dei quattro set in scaletta, quello dei sassaresi Manuel Attanasio (voce e elettronica) e Peppino Anfossi (violino e effetti), riuniti sotto il marchio Nunc: un progetto di sperimentazione vocale e strumentale con riferimenti ad artisti come Meredith Monk, Demetrio Stratos, Fatima Miranda, Astor Piazzolla, Kronos Quartet, Bjork, Mike Patton.

Riflettori puntati poi sugli Alpine Dweller, formazione in arrivo dall’Austria, composta dai giovani Joana Karácsonyi, Flora Geißelbrecht e Matthias Schinnerl: un trio che unisce stili apparentemente incompatibili, fondendo influenze di musica folk con il sofisticato cantautorato urbano, e combinando musica tradizionale di regioni lontane con il pop, attraverso un’ampia gamma di strumenti, chitarra, ukulele, viola, arpa e percussioni.

Matthew Frederick, sul palco della sala showcase nel terzo set della serata, fonde un amore precoce per i cantautori classici con influenze più recenti, per creare una miscela personale e senza tempo di pop, indie-folk, blues con una dose di classica contemporanea. Leader della band Climbing Trees, il musicista gallese, dal suo debutto nel 2011 a oggi, ha pubblicato quattro album, due EP e undici singoli.

Preceduti da una nuova performance di Rugiada Cadoni (presente al festival anche con un’esposizione di sue opere), chiudono la seconda giornata del Karel Music Expo gli italiani C’mon Tigre, un duo intorno al quale ruota un collettivo di musicisti di varia provenienza, muovendosi fra tradizione e sperimentazione. È del 2014 il primo album che li ha portati a suonare nei principali club e festival italiani ed europei; in “Racines”, il nuovo disco, uscito lo scorso febbraio, i suoni del Mediterraneo – il mare della loro terra – si intersecano, intrecciano e sovrappongono in un caleidoscopio di altre sonorità e un approccio nuovo, meticcio, cosmopolita, che sfugge alle etichette per l’affermazione di un’attitudine libera fatta di commistioni con il jazz, l’afrojazz, le ritmiche dell’hip hop, il funk, la disco anni Settanta. I C’mon Tigre (voce, synth, chitarre) saranno sul palco del Karel Music Expo con Beppe Scardino (sax, synth), Marco Frattini (batteria, synth), Matteo Lenzi (vibrafono, synth) e Mirko Cisilino (tromba, flicorno, synth).

 

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Dopo l’appuntamento di oggi nel parco dei Petroglifi di Cheremule, detto anche necropoli di Museddu, il Festival delle Bellezze dell’Insieme Vocale Nova Euphonia, per la direzione artistica del maestro Vincenzo Cossu, farà tappa domani a Sassari, nel Chiostro di Santa Maria di Betlem per la seconda giornata. Primo protagonista della serata sarà il Nova Euphonia del maestro Vincenzo Cossu, unico gruppo vocale della Sardegna specializzato in musiche da cinema. Composto da 30 elementi, per lo più giovani del territorio, ha nel suo repertorio temi e canzoni per il cinema di autori come Morricone, Piovani, Williams, Zimmer, Vangelis e tanti altri. A seguire la bellezza della danza immaginale del gruppo Chentuladas. Spazio poi al concerto della cantante Rita Casiddu. Accompagnata dai musicisti Peppino Anfossi, al violino, ed Andrea Fanciulli, alla chitarra, presenterà un repertorio dalla forte impronta spirituale, con brani di cantautori italiani e non solo. A condurre la serata sarà, come tutte le giornate del Festival, la giornalista Luciana Satta.

Il giorno successivo, venerdì 19 luglio, l’appuntamento sarà nel Teatro Su Campusantu ‘Ezzu di Cargeghe, con la pittrice Isa Falconi, che presenterà una selezione delle sue opere più suggestive, l’attore Matteo Gazzolo, in “Vaghe stelle – letture dei classici della letteratura e della poesia nel teatro sonoro”, accompagnato dal sassofonista Francesco Scognamillo e, in chiusura, il concerto della corale studentesca Città di Sassari, diretta dal maestro Vincenzo Cossu.

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Dopo aver festeggiato l’8 marzo con un omaggio floreale e la musica dei “Senza Base”, aver ascoltato il tributo ai Pearl Jam a firma “No code” e aver passato lo scorso sabato insieme alla “Big Band” direttamente dal carnevale di Tempio, il Miramare Gastro & Music Pub si prepara per un altro fine settimana all’insegna della qualità e della musica dal vivo. Friday Tribute Night arriva al quindicesimo appuntamento consecutivo. La rassegna che apre le porte della Riviera del Corallo ai migliori tributi in musica made in Sardinia, in questi mesi si è accreditata come kermesse di punta dell’intrattenimento nella città di Alghero.

Venerdì 16 marzo ancora un omaggio al pop italiano, questa volta tocca agli 883 e Max Pezzali. Sul palco del pub la band cagliaritana “Tieni il Tempo”, progetto musicale che da un lustro riempie le piazze di tutta la Sardegna attraverso i testi del cantautore lombardo. Quello messo in scena da “Tieni il Tempo” è uno spettacolo perfetto, curato in ogni particolare e che ha portato i cinque musicisti isolani a condividere il palco con artisti del calibro di Gabry Ponte, Bianca Atzei, Dear Jack, Moreno o i comici di Zelig e Colorado Cafè. In scaletta ovviamente tutte le hits, dagli esordi con Mauro Repetto fino alla straordinaria carriera da solista. Sabato 17 è St. Patrick’s Day, festività tradizionale irlandese da tempo conosciuta in tutta Europa e non solo. Per l’occasione la direzione artistica non poteva non proporre un concerto a tema con shanty e irish drinking songs. I “Bordell” – Pietro Fiori alla voce, Andrea Fanciulli alla chitarra, Raffaele Fanciulli al basso e Peppino Anfossi al violino – guideranno il pubblico in un lungo viaggio tra le verdi colline d’Irlanda e i profumi di luppolo e salsedine amati dai vecchi lupi di mare, trasformando con le loro sonorità il Miramare in una vera e propria osteria di Dublino. A chiudere la serata le selezioni di Davide Merlini, storico dj sassarese che ha da poco spento le 30 candeline d’attività con vinili e cd.

Come sempre i concerti del pub affacciato sulla passeggiata degli algheresi sono ad ingresso libero e il locale ha anche attivo il servizio di cucina a cura di chef Claudio Cubeddu con piatti e burger di pesce, carne e vegetariani.

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«Ho sentito un accordo segreto, suonato da David e gradito al Signore», è il primo verso dell’Hallelujah di Leonard Cohen, la più classica delle preghiere moderne,  che oggi, a pochi giorni dal Natale, esce – in tutti i digital store – in una suggestiva versione in lingua sarda che porta la firma di Nicola di Banari. Una traduzione quasi letterale, tranne che per la prima strofa dove l’autore, alla ricerca di questo «accordo segreto», lo trova in Sardegna nel canto a tenore. A generarlo la somma delle quattro voci e delle loro armoniche che ne creano dal nulla una quinta, che nessuno esegue ma che si sente distintamente. Ed è così che in questo miracolo musicale, quello che Nicola di Banari nel suo testo chiama “il re dei buoi” (appunto, i tenores), intona un Hallelujah. Il canto a tenore è uno stile corale unico al mondo, espressione del mondo agro-pastorale, che dal 2005 è stato inserito dall’Unesco tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità per la sua unicità e la sua bellezza.

Il brano esce accompagnato da un video che, per le riprese e il montaggio, porta la firma di Eugenio Unida.

Hallelujah è il secondo singolo del cantautore sardo che anticipa l’uscita dell’album “Per Amore” (Tronos Digital), prevista per marzo 2018.

Da sempre autore dei Nasodoble, Nicola di Banari – accompagnato dal violinista Peppino Anfossi, con cui da sempre collabora – dà il via ad un percorso personale che si caratterizza da un lato per il sarcasmo e la leggerezza con cui tratta i temi civili e dall’altro per l’intensità delle corde più sentimentali.

Nasodoble - Cazz boh 02 (m)

La loro musica si potrebbe catalogare alla voce “rock d’autore”, me è in realtà una riuscita combinazione di generi differenti, arrangiati e interpretati con maestria, al servizio di testi densi di rime eccentriche, allitterazioni, assonanze, giochi di parole; una cifra stilistica non facile da etichettare, quella dei Nasodoble, poetica e visionaria con la giusta dose di humour e ironia, che trova la sua dimensione congeniale in concerto. Come quello organizzato dalla cooperativa Forma e Poesia nel Jazz che li vedrà di scena domenica sera (26 luglio) a Cagliari, con inizio alle 21,30 al Lazzaretto (il centro culturale in via dei Navigatori, nel quartiere Sant’Elia).

Nata nel 2004, la band sassarese approda nel capoluogo sardo reduce dalla pubblicazione, lo scorso marzo, del suo terzo album, “SeMiCerchi” (dopo “Bestiario”, del 2005, e “Perigolosi”, del 2010): undici brani dalle atmosfere e le sonorità variegate, com’è nel loro stile, compresi una cover di “Summer On A Solitary Beach” di Franco Battiato, e un omaggio a Patrizio Fariselli degli Area (anagrammato nel titolo del pezzo, “Hommage à Alfio Zarlisi Petri”) in perfetto stile progressive anni Settanta.

Un “disco discolo”, come l’hanno definito gli stessi Nasodoble, preceduto già l’estate scorsa dal grande successo nella rete del video dalla sua canzone più popolare, Cazz boh“, impreziosita dalla partecipazione di altre voci illustri della musica sarda di oggi: Ilaria Porceddu, Joe Perrino, Beppe Dettori, più la chitarra blues di Francesco Piu. Una ballata amara che parla di Sardegna e di crisi, di terre rubate e avvelenate, di limba, di incendi, di aziende all’asta, di debiti e suicidi. “Una canzone condita di riso sardonico che mette a fuoco il disastro politico, sociale, mafioso, militare e industriale della Sardegna degli anni zero”, come spiega Alessandro Carta, autore del brano e voce del gruppo di cui condivide da sempre le sorti con Peppino Anfossi (violino elettrico), Simone Sassu (piano e tastiere), Andrea Fanciulli (chitarre), Alessandro Zolo (basso fretless) e Carlo Sezzi (batteria).

Oltre a tre album (“Bestiario” del 2005, “Perigolosi” del 2010, e il recente “SeMiCerchi”) e alla partecipazione a varie compilation, nei loro undici anni di attività i Nasodoble contano esibizioni sui palchi di importanti festival sia in Sardegna che nella penisola.