19 May, 2024
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È atteso per domani mattina il parere della II commissione, presieduta da Gavino Manca (Pd), sul piano di dimensionamento scolastico 2017-2018, adottato dalla Giunta regionale lo scorso 12 gennaio con la deliberazione n. 2/14. La nuova convocazione del parlamentino della Pubblica istruzione è arrivata al termine dell’audizione dell’assessore Claudia Firino che ha registrato una sostanziale condivisione, da parte dell’intera maggioranza, del documento che ridefinisce la rete scolastica regionale e l’offerta formativa in Sardegna.

Le situazioni critiche evidenziate nel corso dei rispettivi interventi dai consiglieri Edoardo Tocco (Fi), Mario Tendas (Pd), Ignazio Locci (Fi), Eugenio Lai (Sel) e Rossella Pinna (Pd) e dallo stesso presidente Gavino Manca, attengono questioni che sono state oggetto di segnalazione alla commissione e che riguardano in particolare: le scuole primarie di Goni e Segariu (la cui riapertura è stata sollecitata dal consigliere Tocco e dalla consigliera Pinna); la richiesta dell’Unione dei comuni dell’Alta Marmilla per l’istituzione di un “istituto globalizzato” nonché l’attivazione di un nuovo indirizzo “agrario sperimentale” per l’istruzione secondaria (sostenuta anche dal consigliere Tendas); la richiesta dell’istituto Einaudi di Senorbì per l’attivazione dell’indirizzo formativo “Servizi socio-sanitari” (supportata dal consigliere Lai e dalla consigliera Pinna); l’istituzione di un istituto globalizzato per le scuole secondarie di Sant’Antioco (illustrata dal consigliere Locci) e l’attivazione a Sassari nell’istituto “Pellegrini” dell’indirizzo “Viticoltura e enologia” , ribadita da Gavino Manca.

Il consigliere del Partito dei sardi, Roberto Desini, ha invece ricordato le sottolineature critiche rivolte al piano per la scuola da parte del suo partito («non si possono calare in Sardegna criteri e parametri nazionali») ma ha riconosciuto «la disponibilità dell’assessore Firino per superare le diverse problematiche evidenziate dal Pds». Desini insieme con il consigliere dei Rossomori, Paolo Zedda, ha posto l’accento sulla necessità di una legge regionale sull’istruzione. «Sarebbe inoltre opportuno – ha spiegato Zedda – riaprire il confronto con lo Stato per stipulare accordi di maggior vantaggio per la Sardegna, così come è avvenuto per Valle d’Aosta e Friuli, sulla base delle deroghe concesse alle Regioni in cui insistono consistenti minoranze linguistiche».

L’assessore della Pubblica Istruzione ha dapprima illustrato i contenuti del piano di dimensionamento, soffermandosi sui criteri e gli obiettivi: «Abbiamo lasciato ai territori, attraverso le conferenze provinciali, l’organizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa». Su quest’ultimo aspetto Claudia Firino ha rimarcato l’attenzione dell’assessorato, sulla base del pronunciamento della stessa commissione Cultura, per scongiurare duplicazioni e una eccessiva parcellizzazione dell’offerta formativa.

Rispondendo ai quesiti e alle questioni sollevate dai singoli consiglieri, l’assessore della Cultura, ha ribadito «aperture e disponibilità, per andare in contro alle esigenze dei territori» ma per il caso della riapertura delle scuole primarie di Goni e Segariu ha precisato che le competenze sono in capo al ministero ed ha escluso che i due istituti scolastici possano rientrare all’interno del piano di dimensionamento 2017-2018. «Così come sono prerogativa del ministero», ha spiegato la Firino replicando alla consigliera Pinna che aveva mostrato perplessità sui criteri utilizzati per definire i 10 ambiti scolastici in cui è stata suddivisa l’Isola, «ma non ci sfugge l’importanza di tale strumento per quanto attiene in particolare la mobilità degli insegnanti ed è per questo che, nonostante non sia di aiuto la transizione istituzionale che interessa gli Enti locali, siamo pronti a sostenere eventuali proposte di modifica».

L’assessore ha quindi rassicurato il consigliere Tendas ed anche il vice presidente del Consiglio, Ignazio Locci, ricordando che in sede di approvazione definitiva delle linee guida è prevista «la revisione delle decisioni riguardanti gli istituti globali» e si è detta pronta a valutare «con precisi criteri che garantiscano equità e parità di trattamento» le proposte riguardanti le attivazioni di nuovi indirizzi formativi nei diversi istituti dell’Isola che ne hanno ravvisato l’opportunità.

«Invito i consiglieri – ha concluso l’assessore Firino – a considerare il piano di dimensionamento e la riorganizzazione della rete scolastica regionale all’interno  delle politiche per il diritto allo studio messe in campo da questa amministrazione, insieme con l’efficacia delle azioni intraprese e delle importanti risorse stanziate per migliorare la scuola, ma ammetto però che alla Sardegna manca ormai da troppo tempo una legge sarda sull’istruzione.»

 

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Il consigliere regionale Alessandro Unali, componente del Gruppo Misto, ha aderito al gruppo del Partito dei Sardi. Nato a Sassari 52 anni fa, diplomato da perito elettrotecnico, assistente Capo della Polizia di Stato, è stato eletto tre anni fa nella lista di Rifondazione – Comunisti Italiani – Sinistra Sarda. Il gruppo consiliare guidato da Gianfranco Congiu passa così da quattro a cinque componenti. «Il Partito dei sardi cresce in quantità e qualità – ha dichiarato Gianfranco Congiu in una conferenza stampa tenuta nei locali del Consiglio regionale – e con l’adesione di Alessandro Unali proseguiamo nel nostro cammino politico per il superamento dell’autonomia e per incrementare la quota di Sardegna all’interno del parlamento sardo».

«Siamo la terza forza politica del parlamento dei sardi e la prima forza indipendentista della Sardegna – ha proseguito il segretario Franciscu Sedda – e le nuove adesioni al Pds dimostrano che si può realizzare quella unità che, in politica, tutti invocano ma che quasi nessuno pratica.»

«Aderisco al Pds – ha spiegato Alessandro Unali (recentemente confermato questore nell’ufficio di presidenza) – dopo un percorso condiviso fin dall’inizio della legislatura e perché mi riconosco nel programma incentrato sulla sovranità, il lavoro e la solidarietà tra i sardi.»

A dare il benvenuto ad Unali anche i suoi nuovi colleghi di gruppo Roberto Desini («Dicono che chi governa perde consensi ma al Partito dei Sardi accade il contrario»), Augusto Cherchi («siamo l’unica forza politica che cresce e proseguiamo con le nostre battaglie di buon senso a difesa degli interessi dei sardi») e Piermario Manca («Siamo passati da 2 a 5 consiglieri con un incremento del 150% perché continuiamo ad essere una forza politica critica, propositiva e responsabile»).

 

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Abbattere i costi di trasporto sostenuti dalle società dilettantistiche sarde, per disputare gare e competizioni nelle isole di Carloforte e La Maddalena. È questa, in sintesi, la finalità della proposta di legge n. 391 illustrata questa mattina alla stampa dai presentatori Roberto Desini (primo firmatario), Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi (Partito dei Sardi) e da Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti) a cui si aggiungono i sottoscrittori Piermario Manca (Pds), Luca Pizzuto (Sel), Giuseppe Meloni (Pd) e Alessandro Unali (Misto). 

«I costi dei collegamenti con le isole minori – ha dichiarato Roberto Desini – pesano sui magri bilanci delle società sportive al punto che molte squadre trovano conveniente pagare la sanzione per la mancata partecipazione piuttosto che disputare gare o incontri a Carloforte o alla Maddalena. Vogliamo far cessare questa disparità di trattamento e riaffermare ovunque nell’Isola i principi dello sport e la sua valenza educativa e sociale soprattutto per i più giovani.»

La soluzione al problema, avanzata nella proposta di legge e concordata con i vertici regionali del Coni, prevede che, attraverso una modifica della legge n. 17 del 17 maggio 1999 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna) il Coni stipuli apposita convenzione con il vettore marittimo che opera da e per le isole minori e faccia fronte, agli oneri relativi all’abbattimento dei costi di trasporto per le società dilettantistiche sarde, con le risorse che la Regione già trasferisce al Coni per effetto delle disposizioni della  legge 17/99.

La spesa è quantificata in circa 45.000 euro l’anno.

Pieno sostegno all’iniziativa è stato dichiarato dal presidente regionale del Coni, Gianfranco Fara, («siamo pronti alla collaborazione e le carenze nei trasporti, esterni ed interni all’Isola, restano un fattore penalizzante per tutti i sardi») mentre il capogruppo dell’Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, ha evidenziato come le problematiche che attengono le società sportive siano solo una parte della questione nodale che riguarda gli alti costi dei collegamenti con le isole minori.

«La responsabilità – ha spiegato Pierfranco Zanchetta – non è dell’armatore quanto delle Regione che determina le tariffe e l’alto costo dei biglietti penalizza oltremisura l’economia di Carloforte e La Maddalena.»

Il capogruppo del Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu, ha quindi salutato con favore l’adesione alla proposta di legge del Pds di numerosi consiglieri della maggioranza ed ha auspicato un’ampia condivisione in Aula «su un provvedimento che punta a limitare i danni della “doppia insularità”». «È una proposta di buon senso – ha concluso Augusto Cherchi (Pds) – che vuole dare ristoro alle nostre isole, penalizzate, come lo è la Sardegna nei confronti del Continente, dall’alto costo dei trasporti».

 

 

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Durissimo attacco del presidente e del coordinatore regionale dei Riformatori sardi Roberto Frongia e Pietro Fois alla Giunta regionale sull’approvazione della proposta di legge n. 389 firmata da Pietro Cocco, Fabrizio Anedda, Daniele Secondo Cocco, Roberto Desini e Pierfranco Zanchetta, “Modifica della legge regionale 30 novembre 2016, n. 30, per lo svolgimento temporaneo delle attività di cui alla convenzione Ras-Ati Ifras nelle more della procedura di scelta dell’aggiudicatario del nuovo Piano per i lavoratori del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna”.

«Oltre essere palesemente illecita – affermano Roberto Frongia e Pietro Fois -, mortifica le migliaia di giovani disoccupati nonché coloro i quali si trovano nelle stesse condizioni dei lavoratori dell’ATI Ifras. Igea, Ati Ifras e Parco Geominerario si sarebbero dovuti occupare di bonifiche e gestione dell’immenso patrimonio minerario. Ad oggi hanno sperperato centinaia di milioni euro senza ottenere alcun risultato. Intanto, il Sulcis Iglesiente continua a pagare un prezzo altissimo in termini ambientali. La salute dei cittadini residenti vale pochissimo, anzi nulla. Chi ha inquinato, chi continua ad inquinare e chi non ha vigilato deve pagare.»

«Lo diciamo da anni – aggiungono il presidente e il coordinatore regionale dei Riformatori sardi -: è conclamata la gravissima omissione delle istituzioni centrali e locali. Il Governatore avrebbe dovuto esercitare tutte le prerogative della Regione Sarda in materia di disciplina dell’attività mineraria imponendo all’Igea S.p.a. l’esecuzione di tutti i lavori, radicali e definitivi, per la messa in sicurezza e per il ripristino ambientale dei siti minerari dismessi. La Regione avrebbe dovuto vigilare e controllare: non è stato fatto alcunché. Anzi, la Regione, chiaramente colpevole del mancato controllo della sua società in house, ha assistito passivamente al depauperamento delle competenza dell’Igea, sancendo il suo sostanziale fallimento.»

«Agiremo in ogni sede competente – concludono Roberto Frongia e Pietro Fois -, per vedere riconosciuti i risarcimenti per i danni ambientali e perché vengano identificati gli eventuali reati derivanti dall’omissione di atti dovuti e venga finalmente tutelata la salute dei cittadini residenti.»

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Il Partito dei sardi stronca le linee guida e l’ipotizzato piano di dimensionamento scolastico 2016-2017 che proprio in questi giorni sono all’approvazione delle varie conferenze provinciali ma che non hanno ancora ricevuto il parere della II commissione del Consiglio regionale. «Se dovesse concretizzarsi una proposta di piano come quella che fino ad ora è stata ipotizzata – ha dichiarato il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu – lo qualificheremo come un atto ostile e contrario alle volontà del popolo sardo e voteremo “no” in Giunta, nelle commissioni consiliari e in Aula.»

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, i consiglieri del gruppo Pds (Augusto Cherchi e Roberto Desini) insieme con il segretario del partito, Franciscu Sedda, non hanno risparmiato critiche al documento redatto dall’assessorato della Pubblica Istruzione e che individua i criteri e le modalità per la programmazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2016-2017 in Sardegna.

«Diciamo basta alla riproposizione di modelli e regole che non sono pensati per la realtà sarda – ha dichiarato Augusto Cherchi – e questo principio vale per la scuola come per i trasporti e, soprattutto, per la sanità.»

Roberto Desini ha evidenziato invece come la II commissione del Consiglio regionale non sia stata ancora convocata per esprimere il parere di merito sul documento proposto dall’assessore Claudia Firino (Sel) e si è detto «contrario nella forma e nella sostanza ad un piano di dimensionamento che non tiene conto delle reali necessità degli studenti, delle famiglie e dei docenti della Sardegna».

«La Sardegna è diversa dall’Italia – ha affermato Franciscu Sedda – e abbiamo bisogno di soluzioni mirate per i bisogni dei sardi ed è questo che chiediamo, sul piano prettamente politico, alle forze politiche del centrosinistra per lanciare la fase 2 della Legislatura, dove tutti dobbiamo avere in testa solo i sardi e la Sardegna.»

Il gruppo consiliare del partito dei sardi ha proposto dunque l’applicazione delle disposizioni dettate dall’articolo 9 comma 4 della legge regionale n. 3 del 7 agosto 2009 che, così come affermato nella mozione a suo tempo presentata dall’onorevole Congiu (mozione n.  193 del 6 novembre 2015), consente deroghe ai più stringenti criteri ministeriali per la predisposizione del piano di dimensionamento scolastico.

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Clima sempre più teso tra i partiti della maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale. Dopo le dimissioni degli assessori degli Affari Generali Gianmario Demuro e dell’Agricoltura Elisabetta Falchi e l’uscita dei Rossomori dalla maggioranza, oggi arriva un’altra bordata con destinazione l’assessore della Sanità Luigi Arru e quindi il Partito Democratico, dal consigliere del Partito dei Sardi Roberto Desini.

Motivo del contendere è il passaggio della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe alla Asl 1.

«Sulla sanità stiamo continuando a fare del male ai nostri conterranei, e io non voglio essere complice di queste nefandezze». Roberto Desini, si dissocia dalle politiche messe in atto dall’assessorato alla Sanità e attacca l’assessore Luigi Arru accusandolo in aula di avere mentito sulla portata finanziaria del passaggio dell’Ipab San Giovanni Battista di Ploaghe alla Asl di Sassari: «Quando vi fu il salvataggio dell’Ipab, l’assessore Arru dichiarò che il trasferimento sarebbe avvenuto a costo zero per le casse regionali – spiega Desini – lo assicurò ma né lui né la struttura sono mai stati in grado di dimostrarlo. Per questo motivo, e per il fatto che per noi il provvedimento era del tutto illegittimo, in quella circostanza il nostro Gruppo votò contro. E non sbagliammo – aggiunge Desini -. Oggi i fatti ci danno ragione, visto che nella variazione del bilancio passata in Consiglio è scritto testualmente, “Al fine di consentire alla Asl numero 1 di Sassari lo svolgimento delle funzioni trasferite a seguito dell’estinzione dell’Ipab fondazione San Giovanni Battista con sede in Ploaghe è autorizzata nell’anno 2016 la spesa di euro 3.470.000”. Ma non sarebbe dovuto essere a costo zero?» chiede l’esponente del PdS. «E allora l’assessore ha dichiarato delle cose non vere, che si stanno dimostrando con i fatti. Ma l’assurdità dell’operazione non è solo una questione economica: al San Giovanni Battista ci sono in dotazione organica 56 OSS e all’Asl di Sassari, nell’intera Asl, ce ne sono 162. Ma vi dirò ancora di più: al San Giovanni Battista di Ploaghe ci sono 36 fisioterapisti mentre in tutta la Asl ce ne sono 54. Pertanto l’IPAB ha il 67 per cento della dotazione della Asl di Sassari. Abbiamo il coraggio una volta per tutte di voltare pagina – conclude Roberto Desini – davanti a questa gestione della sanità’ davanti a questo schifo?»

desiniroberto

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Dopo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dimessosi a caldo (dimissioni poi congelate per qualche giorno, fino all’approvazione definitiva della legge di bilancio), il travolgente successo del NO al referendum costituzionale di domenica, ha fatto una prima vittima anche in Sardegna, nella Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru. L’assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione, Gianmario Demuro (Partito Democratico), si è dimesso pochi minuti fa. Le sue dimissioni erano nell’aria da ieri, unitamente a quelle dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi (Rossomori).

I malumori in seno alla maggioranza sono emersi anche stamane, nel corso delle votazioni per il rinnovo degli uffici di presidenza delle commissioni. Il Partito dei Sardi, come ha annunciato Roberto Desini, non ha partecipato alle votazioni in segno di aperta contestazione del metodo usato dalla maggioranza e, al momento del voto, la maggioranza ha perso la presidenza della IV commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità”, a vantaggio del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna che, a parità di voti con il presidente uscente Antonio Solinas (Pd), è stato eletto in quanto consigliere più anziano. Sono stati confermati gli altri quattro presidenti: Francesco Agus, Sel (I commissione “Autonomia e ordinamento regionale”), Gavino Manca, Pd (II commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale”), Franco Sabatini, Pd (III commissione “Programmazione, bilancio e politiche europee”), Luigi Lotto, Pd (V Commissione “Attività produttive”), Raimondo Perra, Psi (VI commissione “Salute e politiche sociali”).

Gianmario Demuro 2 copia

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Il Partito dei Sardi non condivide il modo di procedere usato dalla maggioranza nell’elezione dei nuovi Uffici di presidenza delle commissioni. Lo scrive in una nota il consigliere regionale Roberto Desini.

«Quanto accaduto domenica scorsa al referendum evidentemente non è servito, ancora una volta non si riesce a cogliere ciò che sta avvenendo fuori dai palazzi della politica – scrive Roberto Desini -. Per questo motivo, il Partito dei Sardi non ha partecipato al voto per il rinnovo degli Uffici di Presidenza delle commissioni permanenti del Consiglio regionale. Lo ha fatto perché non condivide il modo di procedere della maggioranza.»

«Le commissioni sono scadute a settembre, da allora abbiamo chiesto inutilmente la convocazione di un vertice di coalizione per individuare un percorso condiviso che portasse alla definizione dei nuovi assetti degli organismi consiliari. Così non è stato. Siamo contrari alla scelta di conservare lo status quo – ha concluso Roberto Desini – e, di fatto, di congelare il rinnovo delle commissioni con la conferma dei precedenti Uffici di presidenza.»

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Questa mattina il Partito dei Sardi ha presentato nella saletta delle conferenze stampa del Consiglio regionale, le sue proposte per risolvere la situazione del precariato in Sardegna, attraverso specifiche iniziative consiliari.

Quanto pesa il precariato nelle amministrazioni pubbliche della Sardegna? Come procedere alle stabilizzazioni senza conoscere le dimensioni del fenomeno? Domanda alla quale cerca di rispondere il Gruppo consiliare del Partito dei Sardi che ha avviato da alcuni mesi un’indagine conoscitiva.

«A giugno abbiamo inviato una richiesta le Asl della Sardegna, all’Azienda Brotzu e alle due Aou di Cagliari e Sassari – ha spiegato il capogruppo del PdS in Consiglio regionale Gianfranco Congiu – finora abbiamo ottenuto risposta solo da 5 aziende con dati peraltro parziali e difformi. Solo tre strutture hanno fornito dati esaustivi. Noi vogliamo risolvere il problema del precariato ma per farlo occorre avere un quadro generale della situazione. Eliminando il precariato si alza il livello di qualità dei servizi, presupposto per ridurre i costi fuori controllo del sistema sanitario isolano.»

«Alle Asl abbiamo chiesto i dati del lavoro interinale – ha aggiunto il consigliere Augusto Cherchi – dopo 5 mesi abbiamo a disposizione dati parziali e disomogenei. Noi non pretendiamo di decidere come e quali dati devono essere forniti. Una volta individuate le modalità i dati devono però essere omogenei. Altrimenti non si potrà mai mettere mano al fenomeno.»

L’indagine del PdS riguarderà nei prossimi mesi anche il precariato nelle altre amministrazioni pubbliche: «Siamo partiti dalla Sanità perché è lì che il fenomeno assume proporzioni allarmanti – ha detto Roberto Desini – le Asl ricorrono ai precari per carenza di personale o per assicurare l’erogazione dei servizi. Di fatto si reggono sul precariato. Eppure esistono graduatorie di concorsi e selezioni pubbliche che vengono sistematicamente ignorate. Questo conferma ciò che denunciamo da tempo: la politica ha interesse a mantenere una situazione di instabilità».

L’indagine non è una caccia alle streghe – assicurano i consiglieri regionali del PdS – alla Sanità viene destinato il 50% del bilancio regionale, l’obiettivo è garantire servizi commisurati alle risorse impegnate. «Noi affrontiamo la questione globalmente, non siamo alla ricerca di un capro espiatorio – ha detto il consigliere Pier Mario Manca – da due anni chiediamo i dati di tutte le Asl e non di una in particolare. Questo deve essere l’approccio, non vogliamo innescare una guerra tra bande».

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Il Consiglio regionale ha approvato l’articolato delle Variazioni di bilancio. Domani il voto finale al disegno di legge. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti all’art.1 del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazioni al bilancio 2016 ed al bilancio pluriennale 2016-2018.

La prima votazione ha riguardato gli emendamenti 41, 160 e 298 soppressivi del riconoscimento dei debiti fuori bilancio rinviata questa mattina a causa della mancanza del numero legale. Gli emendamenti sono stati respinti.

Successivamente l’Aula ha respinto una lunga serie di emendamenti proposti dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n.88 presentato dalla Giunta. Prevede per l’anno 2016 la spesa complessiva di 120 milioni di euro di cui 95 milioni assegnati al ripiano del disavanzo 2015 del sistema sanitario regionale e 25 per coprire il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dei farmaci innovativi.

Contraria l’opposizione che, attraverso il consigliere Ignazio Locci di Forza Italia, ha sottolineato che, da un lato, «il disavanzo 2015 presenta ancora partite aperte e, per quanto riguarda i farmaci innovativi che la Sardegna paga a differenza di tutte le altre regioni d’Italia, la Regione deve sollecitare l’intervento dello Stato, perché i farmaci innovativi rientrano nei Lea (livelli essenziali di assistenza)».

L’Aula con successive e distinte votazioni ha respinto gli emendamenti n. 231, 233 e 190. Ritirato l’emendamento 103 non è stato approvato il 237, dichiarato inammissibile il 203, non sono stati approvati gli emendamenti 239 e 204. Inammissibile il 110 non sono stati approvati il 247 e il 195. Approvato l’emendamento 355 (Sabatini e più) che modifica l’autorizzazione di spesa e emenda il 97, approvato, (Sabatini e più) che sostituisce il comma 18 dell’articolo 1 con la seguente dicitura: «E’ autorizzata, a favore della Cìttà metropolitana di Cagliari, la somma pari a euro 1.500.000 per I’anno 2017, euro 1.000.000 per l’anno 2018 ed euro 500.000 per l’anno 2019, al fine di incentivare I’acquisizione a tempo indeterminato o a tempo determinato, con le modalità previste dall’articolo 36, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di personale dotato di idonea esperienza necessario a garantire la continuità delle funzioni e dei servizi trasferiti dalla provincia di Cagliari, ai sensi della legge regionale n. 2 del 2016, attraverso concorsi pubblici per titoli ed esami che prevedano la valorizzazione delle competenze ed esperienze maturate presso le amministrazioni provinciali (Missione 18, Programma O1, titolo 1, scoi 1059)».

Non sono stati approvati, invece, gli emendamenti 253, 258, 260, 264, 266 e 268.

Sull’emendamento 187 (Pittalis e più) è intervenuta a sostegno la vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha auspicato l’approvazione della proposta di integrazione in sede di rinnovo contrattuale dei dipendenti dell’amministrazione regionale, degli enti e delle agenzie regionali.

Posto in votazione l’emendamento 187 non è stato approvato, così come hanno avuto disco rosso dall’Aula il n. 270, 331, 284, 287, 287, 288, 292, 294 e 297.

Approvato l’emendamento sostituivo parziale n. 90 (giunta regionale) che modifica gli importi indicati al comma 37 dell’articolo 1 e così recita: «1. Al primo capoverso l’importo di euro 13.542.190,24 è sostituito con l’importo euro “14.656.274,06”: 2. Alla lettera c) l’importo di 8.384.836, 18 è sostituito con il seguente “9.498.920,00».

Non approvati il 208, e il 316, l’Aula ha approvato il testo dell’articolo 1 ed ha di seguito respinto l’emendamento aggiuntivo n. 212.

Approvato l’emendamento n. 100 (Giunta regionale) che dopo il comma 4 dell’articolo 1 aggiunge la seguente dicitura: «4bis: Il comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dall’articolo 6 della legge regionale n. 17 del 2016, è sostituito dal seguente: “3. Il collegio sindacale delle aziende ospedaliero-universitarie dura in carica tre anni ed è composto da tre membri, di cui uno designato dal presidente della Regione, d’intesa con l’università, uno dal ministro dell’economia e delle finanze e uno dal ministro della salute.” 4ter: Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i componenti dei collegi sindacali in carica presso le aziende ospedaliero-universitarie cessano dalle funzioni e il nuovo collegio è ricostituito secondo le disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 11 della legge regionale n. 10 del 2006, come modificato dalla presente legge».

Non approvato l’emendamento n. 226, sul contenuto dell’emendamento n. 105 (Sabatini e più) che, con un’aggiunta all’articolo 1 dopo il comma 5, autorizza per l’anno 2016 la spesa di 500.000 euro alla Casa Serena di Iglesias, quale contributo per il suo funzionamento, si è acceso un vivace scambio tra la maggioranza e le opposizioni.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proposta avanzata dal centrosinistra «una marchetta» ed ha dichiarato il voto contrario. L’esponente centrista ha quindi ricordato che in Sardegna operano tre Case Serena (Iglesias, Sassari e Alghero) ed «è dunque profondamente ingiusto stanziare contributi solo ad una di esse».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, condividendo le preoccupazioni del suo collega Oppi, ha invitato l’assessore Paci a riflettere sulla proposta «che discrimina Sassari e Alghero».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha esplicitato l’invito all’assessore perché fosse assunto l’impegno ad inserire nella legge finanziaria contributi anche per le casa serena di Sassari e Alghero.

L’assessore Paci ha quindi riconosciuto la fondatezza delle perplessità mostrate dai consiglieri intervenuti ma ha precisato che l’intervento rappresenta «l’approdo di un processo di chiusura della funzione attuale della casa serena di Iglesias e i contributi servono per coprire debiti pregressi». «Così mi è stato illustrato – ha precisato il vice presidente della Regione – e personalmente sono contrario a interventi una tantum che non siano inseriti in una razionalizzazione, offro dunque massima disponibilità a garantire interventi analoghi per le altre strutture operanti nell’Isola».

Il consigliere del Pds, Roberto Desini, ha chiesto una sospensione dei lavori ma il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha ripercorso le difficoltà in cui versa il comune di Iglesias nella gestione della Casa Serena che incide sul bilancio per circa tre milioni di euro. «La spesa maggiore – ha aggiunto il consigliere dei democratici – è rappresentata dal costo del personale, ci sono 60 dipendenti per 60 ospiti ed è questa la ragione per la quale il Comune ha trasmesso alla commissione Bilancio una relazione nella quale si avanzava la richiesta di un contributo per il funzionamento della Casa Serena che a breve sarà chiusa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha però incalzato assessore e maggioranza affermando che il comune di Iglesias avrebbe approvato (ieri, mercoledì 30 novembre) una variazione di bilancio appostando la cifra che è in discussione in Aula.

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha dichiarato di accogliere le intenzioni positive espresse dall’assessore Paci ed ha dichiarato voto favorevole considerando il contributo alla sola Casa Serena di Iglesias “un caso particolare”. Su esplicita richiesta di chiarimento formulata dal consigliere Fi, Alberto Randazzo, il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato di ritirare la richiesta di sospensione avanzata in precedenza. Lo stesso Roberto Desini ha quindi riaffermato che Giunta e maggioranza sono impegnati a porre rimedio alle pesanti situazioni create nel passato e si è detto fiducioso perché in futuro possano essere soddisfate anche le eventuali esigenze delle Case Serena di Sassari e Alghero. Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha fornito alcune precisazioni sul reclutamento del personale precisando che le Case Serena erano strutture Enaoli e che in passato la struttura di Iglesias aveva usufruito di un contributo di 2.5 miliardi di lire da parte della Regione. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha contestato il riferimento “al passato” fatto da chi “è tre anni al governo della Regione” ed ha rimarcato la disparità di trattamento di Iglesias, rispetto a Sassari e Alghero. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha aggiunto che è «evidente che solo chi ha qualche santo in Paradiso riesce a restare sotto la coperta corta delle finanze regionali” mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha affermato che nel recente passato anche la struttura di Sassari ha potuto contare sui contributi della Regione e che, pertanto, “non c’è da scandalizzarsi per l’intervento ad Iglesias».

Concluse le dichiarazioni di voto l’emendamento 105 è stato approvato ed il relatore di maggioranza, Franco Sabatini (Pd) è intervenuto nel merito dell’emendamento n. 82 (Forma, Pd)  che proponeva lo stanziamento di 3 milioni di euro a favore del bonus famiglie numerose. Sabatini ha rassicurato la collega Forma sulle iniziative che a tal proposito la Giunta avrebbe posto in essere e che si concretizzeranno nel 2017, concludendo il suo intervento con l’invito al ritiro della proposta modificativa.

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha quindi chiesto l’intervento dell’assessore Paci al fine di ottenere rassicurazione circa la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato sostegno all’emendamento Forma ed ha evidenziato la drammatica situazione in cui versano migliaia di famiglie sarde mentre il consigliere di Fd’I, Paolo Truzzu, ha definito “vergognoso” considerare gli interventi di politica per le famiglie nel contesto delle povertà.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha quindi evidenziato la massima attenzione al problema posto dalla consigliera Forma ed ha preannunciato un pacchetto di interventi a sostegno delle famiglie e l’attivazione di una serie di investimenti a partire dal 2017.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha salutato polemicamente la presenza dei diversi assessori in Aula («ben trovati ma eravate assenti quando sarebbe stata utile un’interlocuzione in Consiglio») ed ha fatto un appello perché tutta l’Aula sostenesse l’emendamento della Forma. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Attilio Dedoni (Riformatori) e Angelo Carta (Psd’Az).

Il presidente del Consiglio ha dunque domandato alla consigliera Daniela Forma lumi sul ritiro dell’emendamento n. 82 e la presentatrice ha quindi formalizzato il ritiro. L’emendamento è stato fatto proprio dalla minoranza (così ha annunciato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni) e il suo omologo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha rimarcato l’assenza di garanzie per la continuità nell’erogazione dei bonus famiglia.

Posto in votazione l’emendamento 82 non è stato approvato dall’Aula.

L’emendamento 101 è stato messo in discussione ed approvato.

L’emendamento 192 (che riguarda la clausola sociale a favore del personale in servizio nel sistema archeologico, museale e bibliotecario) a firma del consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) è stato respinto nonostante l’invito al voto del sardista Carta.

Lunga discussione sull’emendamento 84 (Pittalis), per il quale si è speso l’on. Locci (Forza Italia), a sostegno dei Comuni per un maggiore finanziamento destinato alle manutenzioni dei musei e dei siti archeologici. «E’ possibile sostenere con  questo voto il lavoro delle coop, proprio nel giorno in cui viene il ministro Franceschini a raccontare storielle sulla cultura».

Per il Pd l’on. Piero Comandini ha detto: «Questo problema è già nella testa della maggioranza e il Pd ha presentato per primo l’emendamento a tutela del settore. Esiste certo un problema di finanziamenti ma ci siamo già impegnati a intervenire in maniera strutturale in questo settore».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha ricordato che «ci sarebbe una proposta di legge. Bene, vediamola perché ad aprile i Comuni non avranno in tasca i soldi della finanziaria. Ci sono 850 persone tra biblioteche e musei che devono essere tutelate dal Consiglio regionale». 

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) «non possiamo fare a meno di evidenziare che è necessario rivedere gli strumenti normativi sui beni culturali. Biblioteche e beni archeologici sono diversi tra loro e spesso consentono agli enti locali di incamerare risorse attraverso i biglietti».

L’emendamento 84 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’emendamento 107 (con un ulteriore emendamento n. 333), che prevede un contributo a favore dell’attività didattica dei Comuni.

Respinto l’emendamento 243 mentre sul 109 (a firma Truzzu e più) relativo alla diaria di missione per il personale di Argea l’assessore Paci ha dato parere favorevole e l’emendamento è stato poi approvato.

Sui contributi addebitati ai consorziati dei Consorzi di bonifica l’on. Angelo Carta (Psd’az) ha chiesto che «i 5 milioni vadano per legge, in modo vincolante, ad abbassare le quote a carico degli agricoltori. Questo è lo spirito della mia norma». Il riformatore Attilio Dedoni si è detto a favore e così anche l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia), che ha chiesto: «Perché il comma 15 non lo abbiamo inserito nella legge che abbiamo approvato qualche giorno fa? Abbiamo necessità di capire dall’assessore Paci se davvero questi 5 milioni saneranno le vecchie cartelle pazze degli agricoltori».

Respinti gli emendamenti 193, 111, 255, 275, 278, 279, 281, 285 e 289.

Approvati gli emendamenti 83 (provincia di Oristano), 98 (piani forestali) e 89 (lavoratori Tossilo), sul quale ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd) e prima l’on. Locci (FI). Anche l’assessore Paci ha voluto contribuire al dibattito spiegando che “ci sono strumenti di ingegneria finanziaria sui progetti per Tossilo, stiamo soltanto dando copertura ai lavoratori nelle more del progetto nuovo. Analogo intervento stiamo usando in altri contesti sardi”. Favorevole anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Sosterremo ogni intervento a tutela dei lavoratori ma la Giunta si ricordi di definire una volta per tutte la partita deei lavoratori in utilizzo».

L’Aula ha, dunque, approvato l’emendamento 89 e 108 (Lai e più) sulla piattaforma Sardegna Turismo, 81 (spese dell’Istituto ciechi), 91 (messa in sicurezza dello svincolo di Ossi), 92 (contributi alle organizzazioni di impresa), sul quale gli onorevoli Ignazio Locci, Attilio Dedoni e Marco Tedde hanno mostrato perplessità. «Possibile che il Consiglio regionale si debba occupare durante la variazione di bilancio di un contributo di 200mila euro a Confindustria?», ha detto l’on. Tedde. «Siamo alla inciviltà legislativa con queste marchettine».  Della stessa opinione il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Questi sono soldi che saranno spesi in consulenze e noi lo denunceremo in ogni sede». Il sardista Carta ha detto: «Questo emendamento maschera una convenzione ed è contro un principio che voi stessi avete enunciato».

Sempre per Forza Italia è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha aggiunto: «Questo contributo  è in competenza 2016 e non è chiaro quali sarebbero le attività che in pochi giorni Confindustria dovrebbe svolgere. State prendendo in giro la Sardegna senza manco eleganza: se proprio glieli volete dare, dateglieli con la prossima manovra. Ma dove pensate che noi abitiamo?». Anche l’on. Edoardo Tocco (FI) ha chiesto all’assessore Paci una parola di chiarimento: «Stasera c’erano dei poveracci qua sotto e noi qui stiamo dando 200 mila euro per fare cosa poi? Questa roba fa tornare la vista a un cieco».

L’on. Pittalis (FI) ha rinnovato alla Giunta l’invito al ritiro e ha chiesto che la somma stanziata sia destinata al sistema delle autonomie locali: «Qual è l’urgenza di fare una convenzione la prossima settimana con Confindustria?».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) «se vogliamo dare un sostegno impieghiamo le risorse nella direzione degli enti locali». Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «non è la prima volta che vengono finanziate le organizzazioni di categoria e non c’è scritto da nessuna parte che i soldi andranno a Confindustria». Per l’on. Piero Comandini (Pd) «il finanziamento è a favore delle imprese e delle loro organizzazioni, che hanno costi crescenti”.

Secondo l’on. Paolo Truzzu (Fli) «lo scandalo non è dare soldi alle imprese ma dare mancette sotto Natale». Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «gli enti locali si trovano in difficoltà e bisognerebbe che la Giunta li aiutasse».

Per l’on. Fabrizio Anedda (Misto) «si tratta di un regalo di Natale e comunque 200 mila euro non fanno nulla».

Per l’assessore Raffaele Paci «i contributi per tutte le associazioni sono presenti in legge, per i sindacati come per le coop, per gli artigiani e le industrie. Dobbiamo riorganizzare il settore dei contributi in generale perché è assurdo che noi diamo questi contributi indipendentemente da un progetto e l’impegno che provo a prendere  è questo: risorse in cambio di servizi. Prendo proprio questo impegno per il 2017».

Sull’ordine dei lavori l’on. Pittalis ha detto: «Questo è un capitolo di nuova istituzione, non è un capitolo dell’Industria da rimpinguare. A cosa servono questi soldi da qui al 31 dicembre? Colleghi, vi propongo una cosa seria: un emendamento orale perché vi sia il parere della commissione consiliare competente sul progetto che chiedete al Consiglio regionale di finanziare».

L’assessore Raffaele Paci ha detto: «I soldi saranno dati con rendicontazioni a fronte di un programma che dovrà essere approvato dalla Giunta. Non facciamo in tempo ad acquisire il parere della  commissione».

L’emendamento orale Pietro Pittalis è stato accolto e l’emendamento 92 è stato approvato.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 99=102 (Pizzuto e più) che introduce alcune modifiche all’art. 3 della legge 18 del 2016 “Reddito di inclusione sociale”. La correzione porta da 60 a 40 mesi il periodo di residenza in Sardegna richiesto per poter accedere al Reis. La proposta è stata approvata.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento n. 85 (Pittalis e più). Sul punto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia): «Proponiamo di rifinanziare con un milione di euro la manutenzione del canale navigabile dell’arcipelago del Sulcis – ha detto Ignazio Locci – l’opera è stata definanziata per destinare le risorse alla Provincia. E’ corretto porvi rimedio». L’emendamento, votato con procedura elettronica, è stato respinto (22 no e 16 sì).

Successivamente sono stati approvati gli emendamenti n.93 (proroga dell’utilizzo dei lavoratori della Società Bonifiche Sarde da parte dell’Agenzia Forestas); 94 (autorizzazione spesa di 646mila euro per l’integrazione del fondo rischi di Fidicoop) 106 (incremento di 100mila euro per un capitolo di spesa della Pubblica Istruzione). Respinto invece l’emendamento 205.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome della minoranza, ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti: «Abbiamo capito che non c’è disponibilità al dialogo e ad accogliere suggerimenti e proposte. Non siamo avvezzi ai bracci di ferro – ha affermato Pittalis – ciò non significa che vogliamo tirare i remi in barca. Ci riserviamo domani di fare le dichiarazioni di voto alla legge».

Si è quindi passati alla votazione dei restanti tre articoli che sono stati approvati in rapida successione. Via libera anche agli allegati A, B , C e D.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.

Consiglio regionale 403