24 April, 2024
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Un laboratorio di una classe dell’Istituto di Istruzione Superiore G.M. Angioy con l’artista Roberto Ziranu ha concluso venerdì 12 gennaio, la mostra “I 12 Graffi”, inaugurata lo scorso 17 dicembre nel Salone della Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia.

Quella di  Carbonia era la ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

                                   

La mostra di Roberto Ziranu è sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

Per la giornata di chiusura, l’artista ha organizzato, in collaborazione con l’assessora della Pubblica istruzione del comune di Carbonia, Antonietta Melas, la visita di due classi dell’Istituto di Istruzione Superiore “G.M. Angioy”, indirizzo Grafica e Comunicazione, guidate dalle docenti della Cinzia Grussu, Simona Mele, Alessandra Manca e Daniela Soru della 4ª B. Roberto Ziranu ha spiegato agli studenti l’origine della mostra, la tecnica utilizzata per la creazione delle opere e presentato le figure dei 12 personaggi. Al termine della presentazione, gli studenti della 4ª A hanno partecipato al laboratorio con l’artista, con il quale hanno creato un ritratto, scelto a maggioranza tra i 12, quello di Gigi Riva.

Gli studenti, le docenti e per ultima anche l’assessora Antonietta Melas, hanno portato il loro contributo all’incisione del volto del grande campione, mostrando in alcuni casi una buona attitudine, sottolineata con piacere da Roberto Ziranu.

Giampaolo Cirronis

         

                            

E’ stata inaugurata ieri, 17 dicembre, nel salone del Museo del Carbone della Grande Miniera di Serbariu, la mostra personale “I 12 Graffi” di Roberto Ziranu, ventunesima ed ultima tappa di un percorso che ha toccato Cagliari, Golfo Aranci, Sardara, Quartu Sant’Elena, Seui, Arzana, Laconi, Fonni, Oristano, Nuoro, Cardedu, Ollastra, Orani (suo paese d’origine), Desulo, Siniscola, Aritzo, Ovodda, Porto Torres, San Gavino Monreale e Bitti.

La mostra di Roberto Ziranu, unica nel suo genere, è un omaggio alla sua Terra – si legge nella presentazione Da.Ma del Guilcer di Daniela Madau – Storico e Critico dell’Arte -. E’ sviluppata in 12 ritratti di altrettanti personaggi che hanno reso e continuano a rendere grande la Sardegna al di fuori dei confini regionali: Eleonora d’Arborea, Costantino Nivola, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Maria Lai, l’Accabadora, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi, Grazia Deledda e Gigi Riva. Si tratta di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno influenzato la produzione artistica di Roberto Ziranu per il loro carisma, la loro carriera, la loro storia, l’alone di mistero che ruota attorno ad alcune delle loro figure.

La mostra si caratterizza per la scelta di pannelli illustrativi e autoportanti che accompagnano i visitatori alla scoperta della Sardegna raccontata attraverso gli occhi, la maestria e le emozioni che Roberto Ziranu incide nei pannelli di ferro. Le opere esposte rappresentano un nuovo traguardo dello scultore oranese, grande conoscitore del ferro.

La mostra “I 12 Graffi” mostra una nuova sfida: ritratti su lastre di ferro attraverso la tecnica dell’incisione e dello sbalzo, unica nel suo genere.

Le 12 opere esaltano l’anima della materia ferrosa e immedesimano i protagonisti ritratti. Ogni opera sembra prendere vita e interagire con lo spazio tramite chiaroscuri generati dai riflessi delle incisioni e dagli sbalzi ottenuti dalle migliaia di martellate, rendendo ogni opera un pezzo unico. Le tappe di questo itinerario si snodano dal Nord al Sud della Sardegna interessando luoghi che rendono omaggio ai vari protagonisti che hanno dato lustro alla nostra Isola, per poi proseguire nel 2024 il suo viaggio nella Penisola e non solo…

Un progetto ambizioso – conclude la nota di presentazione di Daniela Madau – per un artista che vuole esaltare la sua terra natale interagendo con tutte quelle amministrazioni, fondazioni e partner privati che credono nel ruolo dell’arte quale mezzo per la divulgazione della cultura.

Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Carbonia Pietro Morittu e le assessore della Cultura Giorgia Meli e della Pubblica istruzione Antonietta Melas, e il commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna Anna Elisabetta Castelli e del direttore Fabrizio Atzori, impegnati nel sito della Grande Miniera nella giornata conclusiva dell’ultima tappa dell’evento Open Your Mine. Presenti anche i fratelli Ziranu di Carbonia, parenti dell’artista.

Allegate le fotografie della presentazione e l’intervista all’artista Roberto Ziranu.

                 

Si è conclusa ieri, a Carbonia, l’edizione 2023 di Open Your Mine, iniziativa di riscoperta sostenibile e innovativa dei siti del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, con un augurio speciale per gli 85 anni dell’inaugurazione della città.

L’evento, organizzato dal Parco Geominerario in collaborazione con amministrazione comunale, gestori dei siti e associazioni, domenica 17 dicembre ha interessato l’area della Grande Miniera di Serbariu, la città e i suoi dintorni, esaltandone gli aspetti storici, antropologici  e culturali.

I partecipanti al trekking hanno percorso il territorio della città del carbone, scoprendone le particolarità di carattere geologico, minerario, storico e naturalistico con l’ausilio di guide ed esperti.

Il pubblico, nel visitare il museo del carbone, dalla lampisteria ha potuto recarsi anche nelle gallerie, dove si estraeva la materia prima nel secolo scorso, in un percorso tematico culminato nell’apertura della mostra artistica “I dodici graffi”, dello scultore Roberto Ziranu, che resterà aperta fino al 7 gennaio.

Visite guidate anche al museo dei paleoambienti sulcitani E.A. Martel, presso la Fabbrica del Cinema (Ex Dì Memorie In Movimento) e al Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis – Sezione Storia Locale, dove è stato proiettato il documentario del Parco Geominerario “La Grande Miniera di Serbariu, una delle più importanti risorse energetiche d’Italia del 900”, realizzato da Stefano Sernagiotto e Roberto Rizzo, alla presenza delle autorità cittadine, di ex amministratori del Parco e del minatore Giovanni Secci.

A seguire, è stata inaugurata la nuova illuminazione dei “castelli” della miniera, le due caratteristiche strutture a torre che funzionavano da ascensori verso il sottosuolo.

Di sera, in piazza Roma si è tenuta la premiazione del concorso fotografico indetto dal Parco Geominerario “Mining Heritage” 2024, che ha visto la partecipazione di 70 fotografi, anche da oltre Sardegna, le cui foto sono state selezionate per il nuovo calendario dell’ente. Al primo posto si è classificata Eleonora Porta, con la foto “Trenino sotto le stelle”, rappresentante la spiaggia di Piscinas (Arbus), al secondo Roberto Buffa, con la foto “Alla fine del mondo” della Miniera di San Leone (Assemini), ed al terzo Ciro Perna, con la foto “Un dono dal cuore della terra” della Grotta di Santa Barbara (Iglesias). Ai tre vincitori, a cui è stata consegnata una targa, andrà un premio in denaro. Chiusura di serata in musica e allegria, con le cover degli 883 eseguite dal gruppo “Tieni il tempo”.

«Anche quest’anno, abbiamo voluto chiudere Open Your Mine a Carbonia, approfittando dell’occasione dell’anniversario di fondazione per compiere una serie di iniziative utili a suggellare la proficua partnership tra il Parco Geominerario, l’amministrazione comunale e la città tutta, con la Grande Miniera di Serbariu interessata a progetti di sviluppo integrato di primario interesse, che possono fare dell’area un vero e proprio giacimento culturale», ha detto il commissario straordinario Elisabetta Anna Castelli.

«Dall’inaugurazione della nuova illuminazione delle torri – ascensore all’apertura dei siti storico-culturali dell’area mineraria, dal documentario sulla Grande Miniera di Serbariu al concorso fotografico “Mining Heritage” 2024, Open Your Mine ha rappresentato a Carbonia quel modello positivo di sviluppo sostenibile del territorio su cui intendiamo puntare per il futuro, di concerto con le istituzioni, le associazioni e i privati», ha aggiunto il direttore Fabrizio Atzori.

 

Come l’anno scorso, anche l’edizione 2023 di Open Your Mine si chiuderà a Carbonia, in occasione dell’anniversario di fondazione della città. Domenica 17 dicembre, il programma si ripartirà tra la Grande Miniera di Serbariu, con l’apertura delle realtà operanti al suo interno, e il territorio cittadino, con un trekking tematico, la visita al centro storico ed appuntamenti serali in piazza Roma.
Organizzato dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, in collaborazione con il comune di Carbonia, CICC (Centro Italiano della Cultura del Carbone), SBIS (Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis), Consorzio Sistema Culturale Sardegna, Museo PAS (Paleo Ambienti Sulcitani) E.A. Martel e Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, Open Your Mine prevede diverse iniziative gratuite, con numero limitato di partecipanti e prenotazione obbligatoria.
Presso la Grande Miniera di Serbariu, si potranno visitare gli spazi espositivi del Museo del Carbone, con possibilità di scendere nel sottosuolo dove, nel secolo scorso, si estraeva carbone, nonché partecipare all’inaugurazione della mostra “I dodici grafi”, di Roberto Ziranu, nei locali dell’ex lampisteria. Apertura anche per il Museo PAS E.A. Martel, con l’esposizione di pregiati campioni e riproduzioni di carattere geologico e paleontologico. Ancora, presso la Fabbrica del Cinema (Ex Dì Memorie  In Movimento), visite guidate all’ufficio del Direttore della miniera (con gli arredi d’epoca) e all’ex Caveau della Direzione.
Porte aperte anche allo SBIS – Sezione Storia Locale, con visite libere e proiezione del documentario “La Grande Miniera di Serbariu, una delle più importanti risorse energetiche d’Italia del 900”, realizzato dal Parco Geominerario.
Per gli amanti delle attività all’aperto, alle 9.00, inizierà un trekking a tema geologico e minerario, seguito da guide ambientali escursionistiche, che si svilupperà su un percorso ad anello per 10 km e dislivello di 350 metri. E’ prevista anche la visita guidata “Le origini della città del Carbone” in centro, con apertura del piano terra e primo piano della Torre Littoria.
La sera, in piazza Roma si terrà la premiazione del concorso fotografico indetto dal Parco Geominerario “Mining Heritage” e l’annessa presentazione del calendario 2024 dell’ente, a cui seguirà il concerto del gruppo “Tieni il tempo”, con la musica degli 883.
Maggiori informazioni e aggiornamenti (programma e orari) su www.parcogeominerario.sardegna.it (News & Eventi) e sui social network del Parco.
Open Your Mine è un’iniziativa ideata, promossa e coordinata dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, in collaborazione con le amministrazioni locali, le associazioni e i gestori dei siti delle diverse aree del Parco. L’evento culturale è rivolto promuovere l’identità dei territori del Parco, migliorarne la percezione ed evidenziarne le potenzialità in chiave innovativa e sostenibile, sotto il profilo economico, culturale e ambientale.
 

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Sono arrivate da tutto il mondo, dal Messico alla Siberia, da Cipro al Senegal, le 220 iscrizioni all’11° Premio Andrea Parodi, l’unico concorso italiano dedicato alla world music, che terrà le sue finali dall’8 al 10 novembre come sempre a Cagliari, al Teatro Auditorium Comunale di Piazza Dettori. Una intensa tre giorni dedicata a un grande artista sardo come Andrea Parodi, che dal pop d’autore dei Tazenda era arrivato come solista ai vertici della musica d’impronta etnica.

Nove gli artisti selezionati per le finali: Aniello Misto con “Aumm aumm” (cantata in napoletano); Ararat Ensemble Orchestra con “Nietaan” (in wolof); Dindùn con “L’amur” (in piemontese); Giuseppe Di Bella con “Ncucciarisi” (in siciliano); Feral Cor con “La Sajetana” (in genovese); Kor con “Albore” (in logudorese); La Maschera con “Te vengo a cerca’ “ (in napoletano e wolof); Monsieur Doumani con “Gongs” (in cipriota); Terrasonora con “Padre vostro” (in napoletano e swahili).

Con loro vari ospiti, scelti dalla direttrice artistica Elena Ledda: i peruviani Jorge Pardo & Francisco Rey Soto, il macedone Stracho Temelkovski, il Duo D’Altrocanto, dal Veneto, e Daniela Pes, vincitrice del Parodi 2017.

L’ingresso agli spettacoli è libero e gratuito, previa prenotazione presso il Boxoffice Tickets di Cagliari.

Si comincerà già il 7 novembre con una anteprima al club Jazzino con Jorge Pardo & Francisco Rey Soto.

Giovedì 8 la serata inaugurale, che, dalle 20.30, vedrà la prima esibizione dei finalisti con il brano in gara ed un altro brano del proprio repertorio.

Venerdì 9 prenderà il via il denso calendario di incontri e appuntamenti diurni (tutti a ingresso gratuito, ospitati nella Sala Conferenze Search, al Palazzo Civico di Cagliari, in Largo Carlo Felice). Alle 10.00 ci sarà un seminario sui diritti connessi per gli artisti interpreti ed esecutori tenuto dall’avvocato Emanuela Russo. A seguire, alle 11.15, la conferenza “L’autore e l’editore” a cura dell’avvocato Maria Grazia Maxia, che proporrà una panoramica sul diritto d’autore e sull’editoria. In chiusura, alle 12.30, la proiezione del video di “Pitzinnos in sa gherra” cantata da Patrizia Cirulli. La canzone, scritta da Fabrizio De André e Gino Marielli, era stata originariamente interpretata da Andrea Parodi con i Tazenda nel 1992 a Sanremo.

Fitto anche il programma pomeridiano. Alle 16.30 “Metti che talvolta noi si possa tornare…”, presentazione del brano “Il sogno”, contenuto in “Quando sarò più giovane”, il nuovo album di Gigi Marras, e scritto e cantato con Parodi. Condurrà Claudio Agostoni che tirerà le fila anche degli appuntamenti successivi, in programma dalle 17: la presentazione di due libri, “Ribelli e ostinati – I suoni del ‘68” di Felice Liperi e “Amico Faber”, Fabrizio De Andrè raccontato da amici e colleghi di Enzo Gentile.

La serata, dalle 20.30, vedrà tutti i finalisti proporre la canzone in gara insieme ad un brano del repertorio di Andrea Parodi. Come ospite salirà sul palco Daniela Pes.

Il 10, giornata finale, si comincerà alle 10.30 (sempre nella sala conferenze Search) con la presentazione del Cd “Palma De Sols” di Mauro Palmas, intervistato da Jacopo Tomatis e Duccio Pasqua. Alle 11.15, si terrà la 4ª edizione del dibattito internazionale sulla World Music. Il titolo quest’anno è “Dall’’autentico’ al cliché – Stereotipi nella world music”, a cura di Jacopo Tomatis in collaborazione con Labimus e Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio. Interverranno Ignazio Macchiarella, Marco Lutzu, Ciro De Rosa, Timisoara Pinto, Mauro Palmas e Andrea Del Favero.

L’appuntamento al Teatro Auditorium sarà stavolta alle 18.30 con “Il canto a chiterra”, un dialogo fra Marco Lutzu ed Ottavio Nieddu tra immagini e racconti. Dalle 20.30 la serata finale con l’esibizione dei concorrenti (con il solo brano in gara) e con Jorge Pardo & Francisco Rey Soto, Stracho Temelkovski e il Duo D’Altrocanto.

Sarà anche consegnato a Daniele Cossellu, storico fondatore dei Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”, il Premio Albo d’oro 2018, assegnato ogni anno ad una figura di rilievo del mondo culturale e artistico italiano. Premio realizzato dall’artista artigiano Roberto Ziranu. Poi, prima della proclamazione dei vincitori, la ormai tradizionale jam session finale con gli ospiti, gli artisti presenti in giuria ed Elena Ledda.

A condurre l’edizione 2018 sarà Ottavio Nieddu con la collaborazione e gli interventi di Gianmaurizio Foderaro.

Molti i premi e i bonus per il vincitore del “Parodi”: avrà l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2019 di alcuni festival partner: l’“European Jazz Expo” in Sardegna, Folkest in Friuli, il Negro Festival di Pertosa (Salerno). Ed inoltre al Premio dei Premi al Mei di Faenza, allo stesso Premio Parodi e in vari altri eventi e serate che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una borsa di studio per la propria crescita artistica di 2.500 euro. Al Premio della Critica andrà un videoclip offerto dalla Federazione degli Autori.

In palio ci sarà poi anche un tour di otto concerti, realizzato grazie a NuovoImaie (progetto finanziato con i fondi dell’art.7 L. 93/92).

Saranno assegnate anche una serie di menzioni specifiche: al testo, alla musica, all’arrangiamento, all’interpretazione, alla reinterpretazione del brano di Andrea Parodi. Ed inoltre: la menzioni della Critica Internazionale, dei ragazzi in sala e degli stessi concorrenti.

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Andrà a Daniele Cossellu, storico fondatore dei Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”, il Premio Albo d’oro 2018, il riconoscimento assegnato ogni anno nell’ambito del Premio Andrea Parodi di Cagliari ad una figura di rilievo del mondo culturale e artistico italiano.

Daniele Cossellu ha avuto il merito di diffondere tra i giovani e nel mondo la cultura ancestrale del Canto a tenore della Sardegna, suscitando anche l’attenzione di un personaggio come Peter Gabriel che nel 1996 ha voluto produrre l’album “S’amore ‘e mama” della formazione di Bitti con la Real World, la sua casa discografica. Il premio sarà un oggetto d’artigianato artistico realizzato ad hoc da Roberto Ziranu.

Un ulteriore tassello si aggiunge così alla ricca programmazione della undicesima edizione del “Parodi”, in programma dall’8 al 10 novembre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale.

Come da tradizione, il contest dedicato ad artisti emergenti di world music (l’unico in Italia) verrà arricchito dalla presenza di importanti ospiti provenienti da tutto il mondo. Il tutto con la direzione artistica di Elena Ledda.

A contendersi la vittoria saranno Aniello Misto con “Aumm aumm” (cantata in napoletano); Ararat Ensemble Orchestra con “Nietaan” (in wolof); Dindùn con “L’amur” (in piemontese); Giuseppe Di Bella con “Ncucciarisi” (in siciliano); Feral Cor con “La Sajetana” (in genovese); Kor con “Albore” (in logudorese); La Maschera con “Te vengo a cerca’ “, (in napoletano e wolof); Monsieur Doumani con “Gongs” (in cipriota); Terrasonora con “Padre vostro” (in napoletano e swahili). I finalisti sono frutto di una approfondita selezione fra ben 220 iscritti.

Sul versante degli ospiti, a salire sul palco del Teatro Auditorium saranno, nella serata finale, i peruviani Jorge Pardo & Francisco Rey Soto (che si esibiranno anche il 7 novembre al Jazzino in una anteprima del Premio), il macedone Stracho Temelkovski e, dal Veneto, il Duo D’Altrocanto. Un importante spazio andrà poi alla trionfatrice del Premio Parodi 2007, Daniela Pes, sul palco venerdì 9 novembre. Per lei ci sarà un intero concerto il 31 ottobre, proprio in qualità di vincitrice del Parodi 2017, all’Exma di Cagliari nell’ambito dell’European Jazz Expo.

A condurre l’edizione 2018 sarà Ottavio Nieddu con la collaborazione e gli interventi di Gianmaurizio Foderaro.

L’ingresso agli spettacoli è libero e gratuito, previa prenotazione presso il Boxoffice Tickets di Cagliari.

Il festival nasce per omaggiare un grande artista sardo come Andrea Parodi, che dal pop d’autore dei Tazenda era arrivato come solista ai vertici della musica d’impronta etnica. Durante le giornate del festival sue canzoni (insieme a quelle degli ex vincitori del concorso) saranno diffuse nelle attività commerciali del centro storico di Cagliari, mentre nella seconda serata del Premio tutti i finalisti proporranno un suo brano.

Nel corso della manifestazione verrà ricordato anche durante gli appuntamenti pomeridiani, con la presentazione del brano “Il sogno”, contenuto in “Quando sarò più giovane”, il nuovo album di Gigi Marras, e scritto e cantato proprio con Andrea Parodi. Ci sarà inoltre la proiezione del video di “Pitzinnos in sa gherra” cantata da Patrizia Cirulli. La canzone, scritta da Fabrizio De André e Gino Marielli, era stata originariamente interpretata da Parodi con i Tazenda nel 1992 a Sanremo.

Molti altri sono gli appuntamenti previsti nelle mattine e nei pomeriggi. Attualmente in via di definizione, saranno comunicati prossimamente.

Molti i premi e i bonus per il vincitore del “Parodi”: avrà l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2019 di alcuni festival partner: l’“European Jazz Expo” in Sardegna, Folkest in Friuli, il Negro Festival di Pertosa (Salerno). Ed inoltre al Premio dei Premi al Mei di Faenza, allo stesso Premio Parodi e in vari altri eventi e serate che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una borsa di studio per la propria crescita artistica di 2.500 euro.

In palio ci sarà poi un tour di otto concerti, realizzato grazie a NuovoImaie (progetto finanziato con i fondi dell’art. 7 L. 93/92).

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Ieri, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’AREUS, a Nuoro, l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha evidenziato, tra l’altro, la presenza all’interno della stessa di un quadro che ritrae l’emozionante ricordo, tra i tanti, di un giovane medico attivo nel 118, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, nonché l’opera dell’artigiano-artista Roberto Ziranu che ha realizzato la Sardegna col colore della terra.

«In una sede prestigiosa, proprietà del comune di Nuoro, prosegue la costruzione di una delle 5 aziende regionali del Sistema Sanitario, che ha il compito di governare il sistema di emergenza, attraverso la gestione delle centrali operative del 118, elisoccorso, coordinamento, trasporto del sangue, trasporto organi ed equipe, formazione del personale sanitario – ha detto Luigi Arru -. AREUS come collegamento, tessuto connettivo tra tutti i comuni della Sardegna, dei presidi ospedalieri, per realizzare la REGIONALIZZAZIONE delle cure (cure avanzate, tempestive per le patologie che pongono in pericolo di vita le persone con infarto miocardio, ictus, politrauma trasportati nei centri ad alta specializzazione). Orgoglioso come Sardo per la realizzazione di un’azienda sanitaria moderna, orgoglioso come NUORESE, per aver restituito alla mia città un edificio prestigioso, nel quartiere del Nuraghe.»

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“Faccia a faccia” è una rassegna di sette mostre: Mariano Chelo ospiterà, volta per volta, nel suo studio di Via Garibaldi 45, a Cagliari, un amico artista a una cena virtuale e, davanti ad un bicchiere di vino, come si fa tra amici, i due affronteranno un argomento.

A conversare però non saranno loro ma i loro lavori, esposti in due pareti una di fronte all’altra: il “Faccia a faccia”, infatti, riguarda le opere degli artisti, che saranno effettivamente e concretamente proposte nelle due pareti opposte dello studio. Anche il bicchiere di vino non sarà metaforico, ma reale: a ogni incontro parteciperanno anche delle Cantine che presenteranno al pubblico i vini di loro produzione con una degustazione guidata gratuita.

Il primo ospite della rassegna Faccia a faccia sarà il raffinatissimo artista Igino Panzino, autore di una “pittura” sintetica ma eloquente, colta e allo stesso tempo molto gradevole.

Il suo è un percorso artistico interessante sotto tutti i punti di vista: dal “Gruppo della Rosa” in poi, è stato uno dei protagonisti di spicco dell’arte contemporanea italiana. I suoi quadri si confronteranno con le opere del “padrone di casa”, Mariano Chelo: l’artista originario di Bosa ha fatto suo il concetto che la pittura è la vera forma di libertà e che con l’arte ci si può esprimere pubblicamente riuscendo a celare comunque una certa intimità. Sperimentatore per natura, ha praticato numerosi linguaggi pittorici, apparentemente scollegati ma in realtà uniti da un robusto filo conduttore: il raccontare.

L’argomento di questo primo incontro sarà “PERCORSI“.

I due artisti proporranno le rispettive sintesi dei lavori realizzati negli ultimi decenni e, pertanto, si darà vita a due percorsi paralleli delle loro esperienze artistiche. Il successivo appuntamento con “Faccia a faccia” vedrà protagonista Roberto Ziranu.

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E’ ripartita a ritmo serrato la nona edizione del NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri. Che quest’anno ha messo in campo, in accordo con l’Assessorato regionale del Turismo, un festival nel festival, che fino al 1° settembre coinvolgerà alcuni comuni dell’Isola con meno di tremila abitanti. Sposando cultura e turismo, l’obiettivo è quello di combattere lo spopolamento dei piccoli paesi attraverso le attività culturali per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale.
Il NurArcheofestival, inoltre, quest’anno si sta spostando con “Dott. Camper”, un punto informativo viaggiante che segue gli spettacoli in cartellone per promuoverli nelle località costiere.

“QUANDO NUR FA AMICIZIA CON IS” è lo spettacolo che viene rappresentato domani, venerdì 25 agosto, alle 19.00, al Museo dell’Ossidiana di Pau. Scritto e diretto da Rita Atzeri, è l’esito scenico del laboratorio per attori in erba condotto dalla stessa Atzeri (con Elena Alfonso, Benedetta e Beatrice Coturno, Youssu Faye, Rebecca Nocerino, Filippo Sotgiu, Pietro ed Alice Zonza). La regista dello spettacolo convoca i giovani attori per una prova, ma non si presenta all’appuntamento. I piccoli si interrogano sul perché di questo anomalo comportamento, mentre attendono che arrivino i soliti ritardatari. Misteriosamente uno alla volta i bambini scompaiono, i tre rimasti vanno alla ricerca dei loro amici. Inizia così un viaggio nel tempo che porta i bambini indietro fino al paleolitico, superato lo stupore per il loro aspetto e abbigliamento, divertiti attraversano le ere geologiche, scoprendo come vivevano i nostri antenati fino ad arrivare al periodo nuragico. I giovani attori protagonisti da cacciatori si trasformeranno in agricoltori, allevatori, costruiranno vasi di terracotta, utensili sempre più efficaci, scopriranno l’ossidiana, daranno vita a luoghi di culto, fino a costruire i nuraghi.

La canzone dedicata all’Ossidiana è composta da Ennio Atzeni. Le visite guidate al Museo si svolgeranno negli orari 10.00/12.00 e 16.00/18.00. Alle 11.30, su prenotazione, è prevista la visita guidata al Sentiero Nero de Sa Perda Crobina.

Il giorno dopo, il 26, si vola a Talana, al Nuraghe Bau ‘e Tanca, dove alle 19.00 verrà presentato “CI SERVE UNA FAVOLA”, un atto unico per bambini, prodotto dal Teatro d’Inverno di Alghero, di e con Stefania Ambroggi, con la regia di Giuseppe Ligios (anche attore in scena).

Un autore di testi teatrali per bambini è in piena crisi, non trova uno spunto interessante per scrivere un nuovo spettacolo. Quanto più lui si dispera, tanto più la sua prima attrice si dimostra ottimista, certa che qualcosa di buono alla fine salterà fuori. Per vincere lo scetticismo dell’autore, la ragazza lo condurrà in un viaggio musicale tra alcune delle più celebri canzoni disneyane tratte da “Aladin”, “La sirenetta”, “Oceania“, “Rapunzel”, “Frozen” e “Il Re Leone”.

Seguirà una degustazione di prodotti tipici. 

“Arti antiga” è il titolo della mostra di artigianato artistico che verrà inaugurata sempre sabato 26 agosto, alle 17.00, nella Casa Museo di Talana (un’antica abitazione recuperata e salvata dal Comune). L’esposizione nasce dall’esigenza di regalare agli spettatori del NurArcheoFestival un’occasione di approfondimento della conoscenza della cultura materiale della Sardegna, un sapere antico che si è sviluppato attraverso il “fare” delle mani sapienti di artigiani – artisti. In esposizione la tessitura di Elena Mulas di Urzulei, la ceramica di Ignazia Tinti di Assemini, le scultura in ferro di Roberto Ziranu di Nuoro.

Un messaggio di solidarietà, speranza e rinascita espresso in creazioni artistiche all’insegna di maestria artigiana e fede, di identità e originalità. L’assessorato regionale dell’Artigianato ha selezionato sulla base di padronanza della lavorazione, ispirazione alla tradizione, originalità ed espressione emotiva legata all’evento religioso rievocato, undici inediti presepi realizzati da maestri sardi di manufatti tradizionali, iniziativa che rientra nell’attività di valorizzazione e promozione dell’artigianato artistico. Le opere saranno esposte in dieci centri tra quelli maggiormente coinvolti dalla tragica alluvione del 18 novembre: una decisione a posteriori che rappresenta un simbolico segnale di solidarietà e ripresa per le popolazioni colpite.
«Durante l’estate avevamo ideato e attivato un bando per la realizzazione di presepi artigianali – ha spiegato l’assessore Luigi Crisponi durante la conferenza stampa di presentazione – una volta selezionati e realizzati, nei giorni della consegna delle creazioni artistiche la Sardegna ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia recente. Dal 18 novembre, giorno dell’alluvione, c’è un’altra Sardegna, perciò a quel punto abbiamo deciso di destinare ognuno dei presepi ad alcuni dei centri più colpiti, in segno di solidarietà e volontà di rinascita, un simbolico abbraccio verso chi ha sofferto di più. Dietro il presepe quest’anno c’è la Sardegna in tutto il suo valore solidale, grazie all’opera di artigiani che hanno messo a disposizione arte e passione.»
I presepi selezionati sono stati realizzati da tre artigiani di Nuoro, le botteghe Arte Metalli ed Etoile e da Roberto Ziranu, da Federico Coni di Ales (OR), di Gianni Deledda di Bultei (SS), Nicola Filia di Olbia, Antonella Musu di Samugheo (OR), Giampaolo Mameli di San Sperate (CA), Alessio Vilia di Sarule (NU), Costantino Puddu di Sedilo (OR) e Matteo Loi di Ussassai (OG); tre manufatti sono in ferro battuto, due in ceramica, due in cuoio, uno in legno, uno in vetro, uno in pietra e uno in argento e tessuto. I pezzi dei vari manufatti occupano lo spazio di circa un metro di ampiezza per circa mezzo metro di altezza

«Le opere degli undici artigiani – ha aggiunto Crisponi – alcuni dei quali hanno partecipato in questi giorni ad Artigiano in Fiera a Milano, sono un tributo alla maestria manufatturiera che custodisce le radici della Sardegna ma che mostra sperimentazioni originali, espressione di una costante ricerca artistica.»

Saranno destinati a dieci comuni colpiti dagli straordinari e drammatici eventi atmosferici: a Bitti, alla questura di Nuoro (dove andrà uno in ferro fiammato), per il coinvolgimento degli agenti e in ricordo della scomparsa dell’ispettore Luca Tanzi, a Olbia, Oliena, Onanì, San Gavino, Siliqua, Terralba, Torpè e Uras; l’undicesimo, resterà in esposizione nei locali dell’assessorato a Cagliari.

A corredo dell’iniziativa saranno distribuite in tutta la Sardegna le cartoline riportanti gli undici centri in cui verranno posizionate le creazioni artistiche per invitare i fedeli a stringersi in segno di solidarietà con le popolazioni colpite e incentivare la visita dal vivo nei luoghi dei presepi. Inoltre, è in corso di realizzazione il catalogo che raffigura le opere con immagini e descrizione della realizzazione degli undici presepi.