14 December, 2025
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Il Comitato Porto Solky prosegue la sua battaglia per la realizzazione del porto polifunzionale di Sant’Antioco. Sabato sera, la sala i Sufeti, ha ospitato un affollatissimo incontro nel quale il comitato ha reso pubblico un documento Anas «che sancisce l’inesistenza di penali, quindi scioglie l’ultima riserva per la rimodulazione dei finanziamenti a favore della realizzazione del porto polifunzionale di Sant’Antioco e la messa in sicurezza della SS 126 tra bivio Sirai e Sant’Antioco».

I rappresentanti del Comitato (i portavoce sono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau) hanno svolto una relazione sull’esito dell’incontro con il coordinamento del Piano Sulcis, avvenuto recentemente presso la Regione Sardegna, nel corso del quale è stata presentata la proposta sul porto polifunzionale «che l’intero territorio del Sulcis attende da decenni», e sono state evidenziate «le criticità ed incongruenze inerenti la realizzazione del nuovo ponte che di fatto impedirebbero un vero sviluppo della nautica».

E’ stato inoltre chiarito che «i finanziamenti non si perdono», come «confermato dallo stesso coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, che ha altresì sottolineato l’essenzialità che le rimodulazioni dei finanziamenti devono avvenire attraverso atti ufficiali».

«Non si fanno opere inutili e, soprattutto, contro la volontà della popolazione – è stato sottolineato – non si mandano i carri armati a fare il ponte di Sant’Antioco.»

«Per quanto riguarda le tanto temute penali, ennesimo terrorismo psicologico dopo il falso ponte pericolante», il Comitato ha fatto formale richiesta di informazioni ad Anas Roma «la quale, dando riscontro ai quesiti posti, ha finalmente fugato ogni dubbio in maniera inequivocabile che ad oggi “non esistono penali!»

E’ stato quindi affrontato il problema relativo all’appalto aggiudicato che, grazie alla normativa vigente, «può essere revocato a seguito di sopravvenuti motivi di pubblico interesse, quali:

  • Il viadotto non è più un progetto strategico.
  • Il viadotto nasconde il ponte romano.
  • Il viadotto sposta l’uscita del paese nella zona industriale.
  • Il viadotto deturpa lo skyline del paese e della laguna.
  • L’attuale ponte non è pericolante, tra l’altro in questi giorni l’amministrazione comunale di Sant’Antioco ha già richiesto fondi per la sua riqualificazione.
  • Il viadotto impedirebbe la realizzazione del raccordo tra la nuova darsena turistica e le aree ex Sardamag destinate alla ricettività al servizio della nautica.
  • Una variata questione economica, esiste un notevole incremento dei costi che dai 19 milioni del 2015 si è passati ai 67 milioni preventivati da Anas nel 2016.»

L’assemblea ha deciso di inviare un formale invito a tutti i consiglieri comunali «affinché prendano in carico tutto il lavoro svolto dal Comitato Porto Solky e le relative conclusioni in un incontro pubblico da svolgersi presso l’aula consiliare, possibilmente entro il prossimo sabato 24 febbraio, in modo tale che la Politica, intesa a tutti i livelli, esprima pubblicamente le proprie volontà prima delle elezioni Politiche del 4 marzo».

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Lunedì 5 febbraio i portavoce del comitato Porto Solky sono stati ricevuti, a seguito della loro formale richiesta, dal coordinatore del Piano Sulcis e dal Responsabile dell’Unità di Progetto.

«L’incontro si legge in una nota di Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau – ha dato la possibilità di illustrare la proposta del Porto Polifunzionale e la relativa interferenza del nuovo Ponte/Viadotto attualmente in fase di progettazione oltre alla inadeguatezza delle opere portuali Durante l’esposizione della proposta sono emerse convergenze di intenti che si sintetizzano nel totale recupero delle aree portuali ed ex Sardamag a favore di un reale sviluppo della nautica. Punto cardine della proposta è la realizzazione di una nuova darsena turistica il più possibile adiacente alle aree ex Sardamag e la riqualificazione dell’attuale ponte, elemento indispensabile per la fruizione dei servizi portuali e per una nuova viabilità per Calasetta e le varie località marine dell’isola. Inoltre, con la bonifica e riconversione delle aree ex Sardamag, come già previsto dagli strumenti urbanistici, si potrebbe realizzare il polo turistico ricettivo e di servizi inerenti alla nautica da diporto ed il mare che l’intero territorio del Sulcis attende da decenni.»

«Con la realizzazione dello scenario proposto, o ad esso similare che comunque non vada a duplicare i servizi offerti dagli altri porticcioli turistici (Portoscuso, Carloforte, Calasetta e la stessa Marina di Sant’antioco), ma bensì vada ad offrire servizi alternativi e una cantieristica ad alta specializzazione oggi assenti, tale da attrarre le grosse imbarcazioni che solcano le rotte del Mediterraneo e di conseguenza innescare un processo virtuoso di sviluppo economico nell’intero indotto che ruota attorno alla nautica da diporto – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. Il comitato Porto Solky ritiene che l’elemento fondamentale e imprescindibile per poter gettare le basi per un reale rilancio economico e sociale dell’intero territorio del Sulcis sia la condivisione degli intenti da parte dei vari soggetti preposti alla pianificazione e alla rimodulazione dei finanziamenti.»

Successivamente al positivo incontro con il Coordinamento del Piano Sulcis, al quale è stata lasciata una copia della proposta, i portavoce del comitato stanno procedendo analogamente verso l’Amministrazione comunale «affinché lo scenario proposto venga inserito nella VAS (Valutazione Ambientale Strategica) relativa alla pianificazione del nuovo Piano Regolatore Portuale di Sant’Antioco».

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Il comitato Porto Solky continua a manifestare perplessità sulla Variante del PRP – “Piano Regolatore Portuale” che ha iniziato il suo iter con la prima riunione svoltasi presso l’aula consiliare martedì 19 dicembre 2017 durante la quale è stata presentata la relazione di scoping predisposta dalla società Criteria (incaricata nel 2009 dalla precedente amministrazione).

«Durante l’esposizione della relazione è emerso che il nuovo PRP si basa su opere pensate 60 anni fa: due scogliere, una banchina del sale e un ridotto escavo delle aree portuali – infrastrutture funzionali all’epoca quando il traffico commerciale aveva ben altra mole e promiscuità di merci movimentate – ma sopratutto non erano state pensate per la realizzazione di un porto per la nautica da diporto – scrivono in una nota Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau –. In questo ultimo trentennio si è auspicato il rilancio del Porto in un ottica polifunzionale che, pur mantenendo l’attuale funzione commerciale e migliorando la filiera della pesca, mirasse alla creazione di un porto turistico che vada ad attrarre i natanti in transito nelle rotte del mediterraneo, quindi valorizzare e incrementare l’attività cantieristica. Appare evidente che le premesse del nuovo PRP non sono funzionali alla pianificazione di scenari che possano realmente sviluppare elevate ricadute occupazionali.»

«Il comitato Porto Solky, cogliendo favorevolmente l’invito dell’Amministrazione comunale nel presentare suggerimenti e proposte, vuole sottoporre all’attenzione dell’intero territorio del Sulcis e sopratutto agli enti preposti alla pianificazione, ai finanziamenti ed alle progettazioni, uno scenario possibile del Porto Polifunzionale ed il suo raccordo con il tessuto urbano dal quale non si può prescindere se non si vogliono compiere gli errori del passato – aggiungono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -, ecco gli interventi necessari:

– nuova darsena turistica, separata da quella commerciale e possibilmente adiacente le aree ex Sardamag, adatta agli ormeggi di yachts e barche a vela oltre i 10 mt che rappresentano il target da attrarre al fine di creare un importante indotto economico;

– valorizzazione delle aree ex Sardamag da destinare alla ricettività turistica, servizi connessi alle attività marinaresche, centro culturale e ricreativo per interconnettere l’area portuale  alla città in un unico water front dall’ex lido al nuovo porto turistico;

-una nuova viabilità che raccordi il riqualificato ponte esistente, implementato dalla pista ciclabile, con il nuovo porto, le spiagge, il paese, Calasetta e la messa in sicurezza della SS 126 tra Sirai e Calasetta, anche con percorsi alternativi.»

«Nel corso della riunione, il comitato ha evidenziato tali carenze ed invitato l’Amministrazione a tener conto, nell’iter di predisposizione della Variante, delle osservazioni presentate, in sintonia con la volontà manifestata dalla stessa Amministrazione di voler modificare le proposte del Piano Sulcis. Il comitato Porto Solky vuole promuovere il nuovo porto di Sant’Antioco come possibile volano di rilancio per tutto il territorio, e nello stesso tempo chiede che il Piano Sulcis vada a rimodulare i finanziamenti per l’inutile e dannoso nuovo ponte, dimostrandosi così un vero piano di sviluppo che investe in modo oculato in progetti che creino effettive ricadute occupazionali, nel caso specifico con il rilancio delle attività portuali, della nautica, della filiera della pesca e della cantieristica. Il comitato Porto Solky ha presentato formale richiesta di poter proporre nei tavoli istituzionali la suddetta proposta di Porto Polifunzionale – concludono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -, sarebbe auspicabile prolungare gli incontri periodici organizzati dal coordinamento del Piano Sulcis al fine di inserire uno spazio dove fare partecipare i portavoce del comitato.»

 

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Nuova presa di posizione dei coordinatori del Comitato Porto Solky Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau, sui progetti che riguardano lo sviluppo dell’isola di Sant’Antioco.

«Ancora oggi tantissime persone sono convinte che il ponte di Sant’Antioco sia pericolante, questo perché vittime di una campagna di disinformazione e di terrorismo psicologico che oramai imperversa sul territorio da anni, il tutto strumentalizzato al fine di giustificare la costruzione del nuovo ponte – ricordiamo opera inutile sotto tutti i punti di vista – che costerebbe alla collettività 57,5 milioni di euro a discapito dei finanziamenti per la messa in sicurezza della SS126 tra Carbonia e Sant’Antioco e la realizzazione del porto polifunzionale nel Golfo di Palmas, finanziamenti oggi inesistenti per cui il comitato Porto Solky chiede la rimodulazione – scrivono in una nota Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau -. Fino ad oggi non è mai stato smentito che il ponte stia crollando, anzi grazie ai vari tam tam mediatici su Facebook, a servizi televisivi fuorvianti e alla stampa locale che periodicamente pubblicava articoli evocanti a un ponte pericolante, si è arrivati al punto che tantissimi automobilisti, prima di attraversare il ponte, si tolgono le cinture ed aumentano l’andatura con la speranza di non restare intrappolati a causa di un improvviso cedimento.»

«Il ponte non è in pericolo – aggiungono Alfonso Curridori, Rolando Marroccu e Daniele Garau –, così come ha dichiarato testualmente l’assessore dell’Urbanistica del comune di Sant’Antioco, ingegner Francesco Garau, il quale spiega che a, seguito del superamento del severo collaudo statico/dinamico eseguito recentemente, è emersa la necessità di attuare la MAI effettuata manutenzione programmata e gli interventi conservativi più idonei, che saranno noti a breve dopo le ultime verifiche, al fine di rimuovere la limitazione puramente cautelativa di 40 tonnellate per senso di marcia, quindi garantirne la sicurezza per altri 50 anni.»

 

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Venerdì 10 novembre, a Sant’Antioco, si è svolto un incontro pubblico organizzato dal comitato Porto Solky sulla storia delle infrastrutture portuali per l’isola.

Rolando Marroccu, uno dei portavoce del comitato, ha evidenziato come «tutte le proposte progettuali  hanno come elemento propulsore per l’economia la realizzazione di un nuovo porto polifunzionale nel golfo di Palmas attraverso la riconversione e l’ampliamento dell’attuale porto e la bonifica delle aree Sardamag, così da ospitare senza limitazioni grandi yacht e barche a vela oltre i 10 metri, che rappresentano il target da attrarre affinché l’indotto della nautica sviluppi elevate ricadute occupazionali». «Contrariamente alle aspettative – ha aggiunto Rolando Marroccu – il Piano Sulcis ha invece finanziato altre opere».

Rolando Marroccu ha citato, in particolare, il nuovo ponte e circonvallazione, per un totale di 57,5 milioni di euro.

«Dall’altro lato – denuncia il comitato Porto Solky -, Sant’Antioco rimane ancora priva di un porto turistico adiacente le aree Sardamag (le cui bonifiche necessitano di altri 12-14 milioni di euro), giacché allo stato attuale il Piano Sulcis non contempla alcuna progettazione e tantomeno nessun finanziamento per la sua realizzazione.»

Il comitato Porto Solky propone di rimodulare i 57,5 milioni di euro di ponte e circonvallazione a favore della realizzazione del porto turistico nel Golfo di Palmas, della bonifica delle aree Sardamag e di un intervento di riqualificazione urbana del lungomare di Sant’Antioco, nonché la messa in sicurezza della SS 126 tra Carbonia e Sant’Antioco.   

«Un primo passo positivo – commenta Alfonso Curridori, altro portavoce del comitato – è avvenuto grazie al recente avvio da parte dell’amministrazione comunale della procedura di valutazione ambientale strategica del piano regolatore portuale grazie al quale ha affermato il sindaco Locci, intervenuto nell’incontro, si potrà integrare, con il coinvolgimento dei cittadini, la pianificazione – oggi inesistente – per il porto turistico e le aree al contorno.»

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Si è costituito mercoledì 28 giugno, a Sant’Antioco, il comitato cittadino “Porto Solky” che ha come obiettivo «impedire la realizzazione di un inutile ed impattante nuovo ponte e circonvallazione che oltre a nascondere il vecchio ponte romano andrebbero a spostare l’uscita del paese nella zona industriale, aspetti che la maggior parte della popolazione ancora oggi non conosce».

Il Comitato rivendica un uso più razionale e utile dei finanziamenti in modo tale da creare una reale opportunità di sviluppo e favorire benessere per tutto il territorio del Sulcis Iglesiente; ad esempio la riconversione delle aree portuali degradate in porto commerciale e turistico e rendere più funzionale e sicura la strada Statale 126 nei tratti più critici.

Il Comitato conta già sull’adesione di centinaia di cittadini ed è aperto alla partecipazione di quanti sono interessati a promuovere un futuro diverso per il Sulcis. Si è impegnato ad attivare iniziative di informazione, anche in collaborazione con le associazioni ambientaliste e di categoria che condividono i medesimi obbiettivi, e a rapportarsi con le istituzioni interessate, affinché si compiano gli atti necessari per la rimodulazione dei finanziamenti.

Il direttivo del comitato è composto da cinque portavoce, Alfonso Curridori, Daniele Garau, Rolando Marroccu, Giuseppe Pintus e Fabio Serra, uniti dalla convinzione che il Sulcis abbia enormi potenzialità di sviluppo.