5 December, 2025
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L’artivista viandante Rosalba Castelli ritorna nel Sulcis Iglesiente con il progetto “Orme d’ombra”. L’obiettivo primario della presidente dell’associazione Artemixia di Torino è quello di sensibilizzare cittadini e cittadine sul contrasto alla violenza di genere e la promozione di una cultura del rispetto, con una particolare attenzione per la memoria delle vittime di femminicidio. Compiuta buona parte del suo lungo percorso (circa 1.200 km a piedi, salvo alcuni tratti impraticabili a causa del maltempo o della viabilità), zaino in spalla da 80 giorni, in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Castelli torna là dove tutto è iniziato lo scorso settembre. In questo periodo ha incontrato 1.800 bambini e giovani tra i 5 e i 18 anni.

Lunedì 24 novembre, a Carbonia, alle 9.30, incontrerà i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Beccaria-Loi e alle 11.30 gli studenti dell’Istituto Amaldi Gramsci. Se il tempo lo consentirà, si terrà un momento di riflessione nella via che la città ha intitolato a Gisella Orrù, la giovanissima studentessa di 16 anni vittima di femminicidio nel 1989. Alle 15.00 l’iniziativa “Per non dimenticare Stefania Crobu”, all’abbeveratoio di Cortoghiana Vecchia. È prevista una camminata verso Monte Lisau, nel punto dove è stato commesso l’omicidio: lì verrà posizionato un nastro rosso con il nome di Stefania, ricamato da Cristina Dessì di San Giovanni Suergiu. L’iniziativa vedrà la partecipazione della famiglia Crobu. Il gruppo “amiche di lana” Knit Cafè di Carbonia donerà ai familiari di Stefania un cuscino ricamato.

Intorno alle 16.45, dopo la camminata tutte le persone partecipanti si incontreranno nella frazione di Bacu Abis, nello spazio che accoglie la panchina rossa dedicata a Stefania Crobu, per poi proseguire l’iniziativa nella sede della circoscrizione in via Santa Barbara, dove le autorità presenti interverranno sul tema più generale del contrasto alla violenza di genere. L’iniziativa, patrocinata dal comune di Carbonia su proposta dell’associazione Artemixia Aps, in collaborazione con gli assessorati della Pubblica istruzione, delle Politiche sociali e con la IV Commissione consiliare prevede alcuni interventi, tra cui quello del sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, dell’assessora comunale alla Pubblica istruzione, Antonietta Melas, del presidente del Consiglio comunale Federico Fantinel e di altri rappresentanti della comunità mineraria. È stato rivolto un invito alla partecipazione è rivolto a tutti i sindaci e ai cittadini del territorio. In caso di pioggia, l’evento si svolgerà interamente nella sede della circoscrizione di Bacu Abis, in via Santa Barbara.

Di sera il trasferimento a Iglesias, dove (ore 19.00) una fiaccolata si snoderà per le vie della città. L’arrivo è fissato al Monastero della Vergine del Buon Cammino. Martedì 25 novembre, alle 8.30, don Giorgio Fois celebrerà la Messa al monastero delle Clarisse. Subito dopo Rosalba Castelli si recherà a Domusnovas dove, alle 11.00, è in programma un incontro con le scuole. Alle 15 un evento pubblico in piazza Grazia Raccis (da confermare).

La giornata si concluderà a Cagliari. Alle ore 16.30 è previsto un incontro in Consiglio comunale con Giulia Andreozzi, assessora alla Pubblica istruzione e pari opportunità, e Susi Ronchi, presidente di Giulia Giornaliste Sardegna. Alle 19.00 la manifestazione con l’associazione “Non una di meno Cagliari” per le vie del capoluogo.

«Tornare nel Sulcis e poi a Cagliari, nei giorni vicini alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, non è per me soltanto un passaggio del cammino: è un ritorno alle originisottolinea Rosalba Castelli -. Da qui ho mosso i primi passi e qui mi sono innamorata della Sardegna. È su questa terra che ho conosciuto il Cammino Minerario di Santa Barbara e, soprattutto, un cane randagio (Macchia Adelante, chiamato anche Jackie) che per tre anni ha camminato con me. Oggi la sua storia è diventata una favola che racconto alle bambine e ai bambini per spiegare loro che l’unico amore possibile è quello che custodisce la libertà dell’altro, essere umano o animale che sia. In quasi ottanta giorni ho incontrato 1.800 giovani dai 5 ai 18 anni: un numero che non avrei mai immaginato. Ho incontrato anche tante famiglie ferite dalla violenza, e non era previsto. Stringere le loro mani, ascoltare le loro storie, portare loro un messaggio di vicinanza da parte di tutta la Sardegna che si sta unendo nella memoria, è diventato parte profonda di questo viaggio. Ci sono mani che ricamano, mani che consegnano i nastri, mani che commemorano; ci sono passi che si moltiplicano, voci che si uniscono, cuori che si aprono. È così che, strada dopo strada, abbiamo ricordato Susanna Massidda a Gonnesa, Gisella Orrù a Carbonia, Manuela Murgia a Cagliari, Stefania Crobu a Bacu Abis, Mirko Farci e le sorelline Carlotta e Daniela a Tortolì, Dina Dore a Gavoi, Maria Pina Sedda a Nuoro, Alina Cossu e Monica Moretti a Sassari, Zdenka Krejcikova a Sorso, Michela Fiori, Speranza Ponti, Orsola Serra ad Alghero. È così che abbiamo ricordato anche Cinzia Pinna, con un gesto intimo per la famiglia e con un nastro presente nelle scuole; ed è così che abbiamo ricordato Ambra Dentamaro, la prima donna transgender che abbiamo onorato in questo cammino grazie al Mos – Movimento Omosessuale Sardo. Le persone mi fermano per strada, mi accompagnano per un tratto, mi riempiono la borraccia, si mettono a disposizione: è un movimento spontaneo, collettivo, necessario. Le prime a ricordare sono spesso le insegnanti, come quella che ci ha chiesto di portare Sofia Castelli a Santa Maria Coghinas: quel paese si è riempito di quasi duecento persone, tra bambine, bambini, famiglie e una parte della famiglia di Sofia che vive in Sardegna. Tutto questo non è paragonabile a un singolo gesto isolato del 25 novembre. Per me, tornare nel Sulcis e a Cagliari significa riportare alle comunità l’intensità di questo viaggio nella memoria, incontrare nuovamente le persone a cui ormai sono legata, stringere le mani delle suore del Buon Cammino di Iglesias, e marciare insieme. In memoria di Cinzia, di Stefania, di Grazia, di Manuela, di Monica, di Alina, di Gisella, di Ambra, di Susanna, di Sofia, di Dina, di Maria Pina, di Zdenka, di Michela, di Speranza, di Orsola, delle piccole Carlotta e Daniela, dei fratellini Diego e Amanda, di Mirko e di tutte le sorelle che più non hanno voce. Marciare, e non fermarci. Andare. Il cambiamento non è una possibilità ma l’unica strada che dobbiamo percorrere»

Tutte le iniziative sono raccontate nelle pagine del sito e nei social di Orme d’ombra.

Nella foto di copertina Rosalba Castelli con Macchia Adelante, chiamato anche Jackie

Concluso il lungo cammino in Gallura (a Palau e La Maddalena è stata ricordata Cinzia Pinna), l’artivista viandante Rosalba Castelli arriva questa mattina nel Sassarese con “Orme d’ombra”, il progetto dell’associazione Artemixia di Torino che ha come obiettivo primario la sensibilizzazione di cittadini e cittadine per la prevenzione della violenza di genere, in tutte le sue forme, ma con particolare attenzione per la memoria delle vittime di femminicidio. Castelli ha scelto la Sardegna per compiere a piedi, da settembre a dicembre, un lungo percorso (circa 1.200 km) con lo zaino in spalla e un centinaio di nastri, ricamati in buona parte dalle detenute della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino e, strada facendo, da alcune donne incontrate in Sardegna che hanno voluto così ricordare alcune vittime dell’Isola. Un’iniziativa andata oltre le aspettative iniziali e che sta coinvolgendo le comunità locali da Sud a Nord della Sardegna: sono 1.200 i bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni che sinora hanno preso parte agli incontri in varie località dell’Isola.

Oggi Rosalba è a Santa Maria Coghinas dove, alle 11, apporrà un nastro con il nome di Sofia Castelli al Monumento dei Caduti. Sofia aveva 20 anni ed è stata uccisa nel sonno dal suo ex fidanzato con otto coltellate, la notte tra il 28 e il 29 luglio 2023 nel suo appartamento di Cologno Monzese.

Poco dopo, all’Auditorium “Fabrizio De Andrè, un incontro con le scuole organizzato in collaborazione con la ProLoco Coghinese.

Domani, venerdì 21, l’arrivo a Sassari, dove sono in programma un incontro con gli studenti del liceo scientifico Giovanni Spano e la deposizione di un nastro in memoria di Alina Cossu (21enne di Porto Torres uccisa il 9 settembre 1988). Sempre domani ma alle 18 (al Quod-Design in via Mercato, 1b), la presidente di Artemixia sarà ospite di un Aperitivo politico-culturale.

Sabato 22 (ore 11) a Palazzo Ducale è invece prevista una cerimonia con i nastri in ricordo di Monica Moretti (brillante urologa di 38 anni, brutalmente assassinata il 23 giugno 2002 da un suo ex paziente) e Ambra Dentamaro: quest’ultima era una transgender che fu uccisa la notte del 23 settembre 2018, a San Giorgio di Bari. È la prima donna trans che Rosalba andrà a commemorare attraverso questo progetto di memoria collettiva.

Rosalba ha inoltre proposto un incontro con le detenute del carcere di Sassari, per il quale sta aspettando conferma dalle autorità penitenziarie.

«In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Movimento Omosessuale Sardo (Mos) partecipa con profondo senso di responsabilità e solidarietà alla costruzione di un percorso verso la data del 25 novembresottolinea Simone Sanna Venerdini, presidente del Mos -. Quest’anno abbiamo abbracciato con entusiasmo il progetto “Orme d’ombra” di Rosalba Castelli, con la quale abbiamo organizzato una serie di iniziative per e con la città di Sassari. A Palazzo Ducale, sede del Comune di Sassari, daremo vita a un gesto semplice ma carico di significato: presso la postazione “Spazio Occupato” proposta dall’Amministrazione comunale, verranno apposti i nastri a ricordo di due donne del territorio, Monica Moretti e Alina Cossu. Con grande orgoglio, il Mos sarà inoltre la prima tappa dove verrà apposto anche il nastro dedicato a una donna trans vittima di violenza maschile: Ambra Dentamaro. Un gesto particolarmente significativo, che restituisce dignità ad Ambra e al suo nome, non riconosciuto né in ambito giudiziario, né giornalistico, né familiare durante le indagini sulla sua morte, rimasta impunita. Giornalisti, legali e familiari l’avevano infatti chiamata con il suo deadname, ignorando la sua identità di genere e la sua volontà. Questo gesto vuole ricordare che la violenza di genere assume molte forme e attraversa identità diverse, ma ha un tratto comune: la disumanizzazione delle vittime e l’indifferenza che troppo spesso la circonda. Come associazione Lgbt+, crediamo fermamente che la lotta alla violenza di genere richieda alleanze, ascolto e impegno condiviso. Nessuna persona – cisgender o transgender – deve essere lasciata sola. Ogni nome che ricordiamo oggi è un richiamo alla responsabilità collettiva e alla necessità di politiche più efficaci di prevenzione, protezione e sostegno. Siamo qui per affermare che la violenza non è inevitabile. Può e deve essere contrastata ogni giorno, da istituzioni, comunità e singole persone. Oggi onoriamo la memoria; da domani continueremo a lavorare perché nessun’altra vita venga spezzata. Il percorso inizierà con la partecipazione del Mos al TDoR – Transgender Day of Remembrance del 20 novembre, con un evento in piazza organizzato insieme a Trans Support Sassari* e altre realtà del territorio, con le quali torneremo poi in piazza il 25 novembre.»

Prosegue il viaggio di Rosalba Castelli per i paesi del Sulcis, nell’ambito del progetto “Orme d’ombra”. L’attivista artivista e viandante torinese ideatrice del progetto, porta avanti un cammino straordinario di 100 giorni, per sensibilizzare contro la violenza di genere.
Venerdì 27 settembre ha fatto tappa a Nuxis, dove ha incontrato gli studenti delle scuole primarie e secondarie e ieri mattina è stata presente nel sito archeologico grotte Acquacadda Sa Marchesa Nuxis, in occasione dell’iniziativa sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro.
«Ringraziamo l’istituto Comprensivo di Santadi/Narcao per la collaborazione e il gruppo Speleo Club Nuxis per l’accoglienzaha commentato il sindaco di Nuxis Romeo Ghilleri –. Come Amministrazione comunale difendiamo con fermezza i diritti di tutte le donne, sosteniamo la parità di genere e condanniamo ogni forma di violenza.»
Domani Rosalba Castelli sarà a Teulada, martedì a Sant’Anna Arresi.

Questa mattina il cammino di sensibilizzazione Orme dombra, ideato dall’artivista viandante Rosalba Castelli e promosso dall’Associazione Artemixia APS, ha fatto tappa a SantAntioco in una giornata intensa e densa di significati.

L’assessore all’istruzione Luca Mereu ha accolto Rosalba Castelli, reduce dal completamento del giro a piedi dell’isola di Sant’Antioco, accompagnandola all’incontro con le studentesse e gli studenti dell’Istituto Alberghiero IPIA, dove per due ore si è tenuto un confronto profondo e partecipato.

L’incontro è avvenuto il giorno successivo al ritrovamento del corpo di Cinzia Pinna, 33 anni, scomparsa l’11 settembre a Palau e ritrovata senza vita nella tenuta del suo assassino. La sua tragica vicenda ha attraversato con forza le parole e la testimonianza di Rosalba, che ha invitato i ragazzi e le ragazze a riflettere: «Il fatto che Cinzia sia stata cercata, attesa, sperata viva fino allultimo, ha unito i cuori in una voce collettiva. Ma la sua storia rischia di essere cancellata, come le è stata sottratta la vita. Ciò che ci resta è rabbia e frustrazione. Oggi siamo qui per gridare i loro nomi, perché non vengano dimenticati: Cinzia, Cesira, e tutte le altre».

Al termine dell’incontro, un gruppo di ragazzi ha accompagnato Rosalba in corteo per le vie di Sant’Antioco, insieme a docenti, la consigliera Daniela Massa, cittadine e cittadini, fino al Parco Archeologico. Qui, in un luogo scelto dai giovani come simbolico, è stato apposto un nastro rosso in memoria di Cesira Bianchet, 82 anni, uccisa esattamente un anno fa a Tarzo dal marito.

Un gesto rituale che ha unito voci e passi in un coro collettivo, per ricordare Cesira, Cinzia e tutte le donne che più non hanno voce.

Dopo il corteo, le ragazze e i ragazzi hanno accompagnato Rosalba fino al Municipio, dove è stata accolta dal sindaco Ignazio Locci. In segno di sostegno, l’adesivo del progetto Orme d’ombra è stato apposto sulla targa dell’ufficio del sindaco, accanto al suo nome, come testimonianza concreta dell’impegno della comunità contro la violenza.

Luca Mereu, assessore della Cultura e Coesione, Parco Archeologico – Comune di Sant’Antioco

«La violenza contro le donne presenta ormai numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze e stereotipi. È fondamentale abbattere i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più vulnerabili nella società, nel lavoro e nella famiglia. Come istituzioni dobbiamo fare la nostra parte, sostenendo iniziative encomiabili come questa: ringrazio Rosalba, anche a nome dellAmministrazione comunale, per la fatica della sua testimonianza.»

Romeo Ghilleri, sindaco di Nuxis

«Siamo felici di accogliere nel nostro territorio Rosalba Castelli, attivista viandante e ideatrice del progetto Orme dombra. È per noi un onore che abbia scelto di fare tappa qui. Come Amministrazione difendiamo con fermezza i diritti delle donne, sosteniamo la parità di genere e condanniamo ogni forma di violenza.«

Alessandra Manca, assessore delle Politiche sociali, Socio sanitarie, Famiglia, Lavoro e Pari opportunità, comune di San Giovanni Suergiu

«LAmministrazione comunale di San Giovanni Suergiu esprime profonda gratitudine a Rosalba Castelli, artivista coraggiosa e sensibile, per aver scelto di portare anche nel nostro Comune il progetto “Orme d’ombra”.

Attraverso il suo cammino, Rosalba dona voce e memoria a tante donne vittime di violenza, trasformando ogni passo in un messaggio di consapevolezza, impegno e speranza.  

Un cammino simbolico, fatto di memoria e impegno per ribadire limportanza di unazione collettiva e costante nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di abuso.»

Rosalba Castelli, artivista viandante

«La vicenda di Cinzia Pinna ci lascia un dolore enorme. La sua storia viene messa in ombra da quella del suo assassino, così come la sua voce le è stata tolta. Per questo dobbiamo restare unite e uniti: nominare le vittime, gridare i loro nomi, trasformare la rabbia in cambiamento. Oggi, a SantAntioco, Cinzia e Cesira sono state ricordate con forza dai ragazzi e dalle ragazze: questo è il modo in cui possiamo restituire dignità e memoria a chi non c’è più.»

Il cammino prosegue:

26 settembre, mattina – Nuxis: incontro con le scuole primarie e secondarie di I grado dell’Istituto Comprensivo Santadi/Narcao, con il sindaco Romeo Ghilleri.

26 settembre, ore 16.00 – San Giovanni Suergiu: appuntamento in Piazza Emanuela Loi, per ricordare la poliziotta sarda uccisa dalla mafia mentre faceva da scorta a Paolo Borsellino.

29 settembre, ore 11.00 – Teulada: alla scuola via Nino Bixio 34

30 settembre, ore 11.00 – Sant’Anna Arresi: alla scuola piazza Aldo Moro 1

Il progetto Orme d’ombra intreccia arte, cammino e memoria: in 100 giorni Rosalba Castelli percorrerà 1.200 km lungo il Cammino 100 Torri e il Cammino Minerario di Santa Barbara, raggiungendo 105 torri costiere della Sardegna. In ciascun luogo depositerà un nastro rosso, ricamato a mano dalle donne detenute del carcere Lorusso Cotugno di Torino, in memoria di una donna vittima di femminicidio.

Il progetto si avvale di numerosi e prestigiosi patrocini, di partnership e collaborazioni che coinvolgono enti e associazioni sia piemontesi, sia sardi.

Gli interventi di Rosalba nelle scuole sono a titolo gratuito.

Due giornate intense e cariche di emozione hanno visto protagonista Carbonia, che ha accolto il cammino di sensibilizzazione “Orme d’ombra”, ideato dall’artivista viandante Rosalba Castelli e promosso dall’Associazione Artemixia APS.
Il 18 settembre: Monte Sirai
Il Parco Archeologico ha aperto le porte con una visita guidata, condotta con passione da Katia, alla scoperta del villaggio nuragico e punico. In questo contesto, Rosalba – insieme alla viandante Juliette e a Valentina del sitarcheologico – ha deposto, sulla stele del Parco sotto la figura del dio Bes (divinità protettrice delle persone fragili, delle donne incinte, delle bambine e dei bambini), il nastro di Giulia Tramontano e Tiago. Un rituale intimo, scandito da un mantra recitato a tre voci, culminato in un abbraccio tra le ragazze e in lacrime versate nel ricordo di Giulia e del figlio che portava in grembo, affidati alla protezione del dio Bes.
Da Monte Sirai, Rosalba e Juliette hanno proseguito verso la città di Carbonia, dove al Borgo di Caput Acquas la comunità si è ritrovata lungo il sentiero di  Oretta per deporre un nastro rosso in memoria di Oretta Scalisi, insegnante coraggiosa uccisa nel 1957 mentre percorreva la strada di campagna verso la scuola di Piolanas.
Un gesto simbolico di grande valore, reso possibile anche grazie al lavoro dell’associazione Senso Comune, che ha ripulito e reso praticabile il sentiero e il mausoleo a lei dedicato, e alla partecipazione del Centro Antiviolenza Carbonia-Iglesias – Associazione Donne al Traguardo.
Le istituzioni hanno sottolineato con forza il significato della giornata:“Un’iniziativa di sensibilizzazione di grande forza che coinvolge la comunità tutta, le associazioni, il Centro Antiviolenza, l’amministrazione comunale e le scuole. Camminiamo insieme verso uno stesso obiettivo: contrastare la violenza di genere. Oggi, a Piolanas, nel luogo in cui insieme abbiamo ricordato Oretta Scalisi, è stata una forte e indescrivibile emozione” – hanno dichiarato Antonietta Melas, Assessora alla Pubblica Istruzione, e Irina Piras, assessora delle Politiche sociali del comune di Carbonia.
Dal canto suo, l’Associazione Senso Comune ha rievocato il cammino di memoria già intrapreso tre anni fa: «Ieri siamo tornati sul sentiero di Oretta per riprendere il cammino di Pace, Giustizia, Libertà e Dignità che abbiamo intrapreso nel 2022, quando con i soci e le socie di Senso Comune abbiamo deciso di onorare la memoria di Oretta Scalisi ripulendo il sentiero che dalla vecchia stazione di Barbusi conduceva alla scuola di Piolanas, dove Oretta nel 1957 ha trovato la morte. Ritornare al mausoleo costruito dai suoi colleghi e dalle sue colleghe insegnanti e ristrutturato con un duro lavoro sempre nel 2022 è stata una vera emozione. La Pace, il silenzio e la contemplazione del creato ci hanno permesso di ricordare ancora una volta che Oretta vive nelle menti e nei cuori di chi ha deciso di coltivare il vizio della Memoria e di adottarlo come stile di vita», ha dichiarato Ghigo De Pasquale, presidente ODV Senso Comune.

Il Centro Antiviolenza Carbonia-Iglesias – Associazione Donne al Traguardo ha espresso il proprio sostegno: «Il Centro Antiviolenza Carbonia-Iglesias Donne al Traguardo accompagna la lodevole iniziativa di Rosalba Castelli e dell’Associazione Artemixia, che unisce in un cammino persone, territori, storie e memorie, dimostrando che fare rete per contrastare la violenza è non solo pensabile ma, insieme, possibile», ha sottolineato Maria Mameli, referente del Centro Antiviolenza di Carbonia.
Fondamentale l’appoggio del Cammino Minerario di Santa Barbara, presente nella persona di Ponziana Ledda e Sabrina. Orme d’ombra ha appreso del sentiero grazie al Cammino Minerario di Santa Barbara che ha ospitato Rosalba e Juliette nella sua posada di Carbonia.
Il giorno successivo, 19 settembre, Orme d’ombra ha incontrato le scuole, cuore pulsante della comunità e della memoria viva.

L’assessora Antonietta Melas, il 19 settembre, ha accompagnato Rosalba in due istituti scolastici. Una delegazione di studentesse, studenti e insegnanti della Scuola Media Sebastiano Satta, dopo aver ascoltato la testimonianza di Rosalba Castelli e le parole dell’assessora, ha portato il nastro di Gisella Orrù – ricamato nottetempo dalle sorelle Annalisa e Cristina Masala della Tina Mar di Iglesias – lungo le strade di Carbonia fino alla panchina a lei dedicata in Piazza Rinascita, intonando con voce emozionata: «Siamo il grido altissimo e a gran voce di Gisella e di tutte quelle che non han più voce».
La dirigente scolastica ha voluto ricordare Gisella, uccisa a soli 16 anni nel 1989: «Oggi ricordare Gisella significa fermarsi insieme a riflettere sul valore della vita, sul rispetto e sulla responsabilità personale. (…) Ricordare Gisella Orrù significa imparare a non voltarsi dall’altra parte, a scegliere sempre il dialogo al posto della violenza, la solidarietà al posto dell’egoismo, il rispetto al posto del sopruso. Che il ricordo di Gisella diventi per tutte e tutti noi un seme di consapevolezza e un impegno concreto, ogni giorno, contro ogni forma di violenza», Antonella Rita Pisu, dirigente scolastica IC “Satta” di Carbonia.
Anche l’Istituto di Istruzione Superiore G. M. Angioy ha partecipato attivamente predisponendo l’auditorium della scuola per accogliere la testimonianza dell’attivista viandante sotto gli occhi emozionati e attenti di più di 100 studentesse e studenti: «Le ragazze e i ragazzi dei corsi di Grafica e Comunicazione e di Informatica dell’Istituto Angioy hanno accolto oggi con emozione e interesse l’artivista Rosalba Castelli. L’Istituto ringrazia Rosalba poiché la sua sensibilità artistica e la profondità del messaggio hanno offerto ai nostri studenti e alle nostre studentesse spunti preziosi di riflessione e un’occasione autentica di crescita civile e personale», ha detto Teresa Florio, dirigente scolastica IIS G.M. Angioy.

Il progetto Orme d’ombra intreccia arte, cammino e memoria: in 100 giorni Rosalba Castelli percorrerà 1.200 km lungo il Cammino 100 Torri e il Cammino Minerario di Santa Barbara, raggiungendo 105 torri costiere della Sardegna. In ciascun luogo depositerà un nastro rosso, ricamato a mano dalle donne detenute del carcere Lorusso Cotugno di Torino, in memoria di una donna vittima di femminicidio.
«Camminare insieme significa trasformare la memoria in azione, dare voce alle storie delle donne colpite da violenza e costruire una cultura del rispetto», ha concluso Rosalba Castelli.
Carbonia si unisce così al percorso collettivo di Orme d’ombra, trasformando lamemoria in un impegno vivo e condiviso contro la violenza di genere.

 

 

Una mattinata intensa ed emozionante ha visto l’arrivo a Portoscuso di Orme d’ombra, il cammino di sensibilizzazione ideato e portato avanti dall’artivista viandante Rosalba Castelli, presidente di Artemixia APS ETS. Rosalba è stata accolta al porto dall’assessore al Turismo e allo Sport Attilio Sanna e, poco dopo, dall’assessora ai Servizi sociali Monica Napoli, dall’assessora alla Pubblica istruzione Ornella Pilisio, dalla dirigente scolastica Paola Grosso dell’Istituto Comprensivo Vittorio Angius, da don Antonio Mura e da numerose realtà associative locali: Associazione culturale Vergine d’Itria, HHT Italia, Croce Azzurra, Avis Portoscuso, Gruppo Folk Sa Turri, Auser Portoscuso, Coro polifonico femminile di Portoscuso, Pro Loco Portoscuso.

Il percorso è poi proseguito fino alla suggestiva tonnara di Portoscuso, dove ad attenderla c’era un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Vittorio Angius: almeno tre classi, per un totale di circa 40 studenti e studentesse. Le giovani e i giovani hanno accolto Rosalba Castelli con cartelli dal forte impatto: “L’amore non lascia lividi”, “Un uomo violento non si cambia, si denuncia”, e messaggi di sostegno al progetto Orme d’ombra.
Durante il dialogo con loro, Rosalba ha guidato un gesto collettivo: dal contare una sola mano alzata fino a scoprire la forza di decine di mani levate insieme al cielo. Una metafora potente della necessità di unire le forze per abbattere i muri della violenza.
Ad arricchire il momento, la consegna a Rosalba del gagliardetto della città e di un paio di scarpe nuove da parte dell’amministrazione comunale: un dono simbolico, perché ogni viandante ha bisogno di scarpe per proseguire il cammino, e Portoscuso ha voluto accoglierla così, per poterla accompagnare anche dopo, “passo dopo passo” (che è il titolo della tesi di sociologia etnografica che scrisse Rosalba dopo il Cammino di Santiago).
Il rito collettivo si è poi spostato alla Torre Spagnola di Portoscuso, dove ragazze e ragazzi hanno portato con Rosalba il nastro con il nome di Vanessa Ballan, giovane donna uccisa a soli 27 anni, madre di un bambino di 5 anni e in attesa di un secondo figlio. Le studentesse e gli studenti hanno voluto dare un nome a quella vita mai nata: Joele, anch’egli vittima innocente della violenza. La voce di Sofia ha scandito i nomi, mentre Francesca ha retto il nastro consegnato a Rosalba, che lo ha appeso insieme alla comunità, in un momento di grande intensità.
A documentare l’evento anche le telecamere della RAI, che dedicheranno un servizio sul TG3 regionale.

«Siamo tutte e tutti un’unica voce per le donne che più non hanno voce. E con questo canto diventiamo un grido altissimo», ha ricordato Rosalba nel suo discorso, parlando del vento che spinge nella direzione giusta quando le comunità si uniscono per un cambiamento reale.
L’assessora Monica Napoli ha espresso parole di grande vicinanza e apprezzamento per il progetto Orme d’ombra e per il significato di questo percorso: «Il comune di Portoscuso ha accolto con grande partecipazione e entusiasmo la tappa del progetto artistico e sociale “Orme d’ombra”, che vede la camminatrice Rosalba attraversare 100 torri della Sardegna per onorare la memoria delle donne vittime di violenza. Siamo onorate e onorati che Portoscuso sia parte di questo percorso di sensibilizzazione così importante. Rosalba, con il suo cammino, porta con sé la voce di tutte le donne che hanno subito violenza e ci ricorda il nostro dovere di istituzioni, cittadine e cittadini nel contrastare questo fenomeno. Il progetto “100 torri, 100 cammini, 100 vite”, promosso dall’associazione Artemixia, si inserisce nel quadro normativo internazionale e nazionale per la prevenzione della violenza di genere e la promozione di una cittadinanza attiva e inclusiva. Come Amministrazione comunale siamo profondamente sensibili a queste tematiche e continueremo a promuovere iniziative di sensibilizzazione e a lavorare per una cultura del rispetto e della parità di genere nella nostra comunità. L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come l’arte e l’impegno sociale possano unirsi per veicolare messaggi di cambiamento e speranza».
Entusiasta anche don Antonio Mura, il quale ha così commentato l’iniziativa: «Cara Rosalba, proprio in questi giorni ho sentito parlare di te e di questa iniziativa, grazie per quello che fai. Innanzitutto, ti sei subito inserita a Portoscuso e nel nostro contesto sociale, hai camminato come viandante nella vita della nostra gente portando il gesto grande della condivisione, una fraternità e sorellanza che deve essere capace di avversare la violenza contro le donne. Le donne purtroppo continuano a subire violenze, alcune platealmente evidenti, altre invece chiaramente nascoste, inoltre hai coinvolto i ragazzi delle scuole, oltre agli adulti, li hai affascinati dal racconto, non è facile coinvolgere quella fascia d’età e per questo ti ringrazio. La scuola è il luogo in cui si educa, dove si fa emergere dall’interiorità di ogni persona il rispetto della vita. Con te abbiamo visto un modello educativo chiaro che passa attraverso il camminare, il condividere e il lasciarsi condividere, l’attraversare la vita camminando verso gli altri. Buona strada».
Proprio il legame con le scuole e con le ragazze e i ragazzi rafforza ulteriormente il valore del progetto, portando la sensibilizzazione e la divulgazione alle generazioni più giovani, che saranno le persone adulte di domani: «I ragazzi di oggi sono molto sensibili, necessitano di stimoli nuovi, di nuove attività ed esperienze, e proprio questa iniziativa permette loro di fare un’esperienza completamente nuovaha detto Paola Grosso, dirigente dell’Istituto Comprensivo V. Angius di Portoscuso -. I ragazzi devono mettersi in gioco con qualcosa che vada al di là delle mura scolastiche, la cultura si fa ovunque, non solo a scuola, non solo studiando o spiegando sui libri dalla tale pagina alla tal’altra, sono le esperienze vissute le più preziose e questa è sicuramente una delle testimonianze più importanti a cui i ragazzi potranno assistere. Io credo tantissimo in questo progetto e nei semi che può lasciare in ciascuno di noi».
Gli incontri con le scuole sono iniziati martedì 16 settembre, a Carloforte, dove una comunità altrettanto coesa ed entusiasta ha accolto Rosalba Castelli, e dove la vicesindaca Elisabetta Di Bernardo, presente in loco, non ha lesinato parole piene di entusiasmo per Orme d’ombra e per il cammino intrapreso in memoria delle vittime di femminicidio.
«Carloforte è lieta di accogliere il progetto Orme d’ombra, promosso dall’associazione Artemixia, di cui ci tengo anche a sottolineare questa simpatica x che li contraddistingue ha detto la vicesindaca -. “Oltre che sull’“isola madre”, la Sardegna, questo progetto è approdato anche sulla nostra isola, l’isola di San Pietro. La presidente dell’associazione Rosalba Castelli sta dando vita ad una importante attività di sensibilizzazione e partecipazione comunitaria sul tema della violenza di genere e sul femminicidio e lo fa attraverso un cammino in solitaria che vuole coinvolgere e rendere partecipi le tante comunità che incontra lungo il suo cammino. Noi oggi cammineremo con lei lungo le strade della cittadina di Carloforte fino all’arco di via Solferino dove deporremo il nastro realizzato dalle donne detenute della Casa Circondariale “Lorusso – Cotugno” di Torino. Il nastro reca nome e cognome di una donna vittima di femminicidio. Carloforte partecipa con grande entusiasmo e convinzione al progetto “Orme d’ombra” perché riteniamo che si debbano tenere accesi i riflettori su questi temi così delicati e drammaticamente attuali, non solo in giornate dedicate, come il 25 novembre o l’8 marzo, ma sempre. E oggi 16 settembre, accendiamo tutti insieme quei riflettori!! Pensiamo inoltre che questo cammino comunitario rivesta un significato profondo non solo per il mondo femminile ma anche per quello maschile, ed è importante lavorare insieme per acquisire maggiore consapevolezza su ciò che ognuno di noi può fare senza mai girarsi dall’altra parte. Il cammino di “Orme d’ombra” per un tratto si snoderà lungo le antiche mura di cinta della nostra cittadina che simbolicamente rappresentano una barriera, una protezione contro ogni forma di violenza, un sostegno che uomini e donne facendo rete e diventando comunità possono erigere all’insegna del coraggio, della speranza e della rinascita.»

Il cammino prosegue con le prossime tappe ancora lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara, che continua a regalare emozioni e suggestioni in scorci da favola. Giovedì 18 settembre ore 18 ritrovo a Borgo di Caput Acquas (Carbonia) per percorrere insieme il sentiero di Oretta e deporre il nastro di Oretta Scalisi. Saranno presenti l’assessora della Pubblica istruzione Antonietta Melas, l’assessora delle Politiche sociali Irina Piras, il presidente dell’associazione Senso Comune che ha ripulito il sentiero, Ghigo De Pasquale, e a nome del centro antiviolenza di Carbonia Maria Mameli.

Venerdì 19 settembre al mattino Rosalba incontrerà alle 8.45 le classi della scuola secondaria di primo grado Sebastiano Satta di Carbonia e alle 10.00 una classe dell’I.I.S.S. G.M. Angioi, inoltre una delegazione di ragazze e ragazzi accompagnerà il nastro di Gisella Orrù giovanissima sedicenne uccisa a Carbonia nel 1989.

Dalle miniere di Montevecchio alle torri sul mare, dalle comunità locali alle scuole, fino alle Suore Clarisse e alle Drag Queen: il progetto contro la violenza di genere unisce mondi diversi in un’unica voce di memoria e resistenza.

È partito il 7 settembre da Montevecchio “Orme d’ombra”, il cammino di sensibilizzazione ideato e condotto dall’artivista Rosalba Castelli, presidente di Artemixia APS ETS. Un percorso a piedi lungo oltre 1.200 km che intreccia memoria, comunità e prevenzione della violenza di genere, portando con sé i nastri rossi ricamati a mano dalle donne detenute del carcere Lorusso Cotugno di Torino, ciascuno con il nome di una donna vittima di femminicidio.

Il viaggio si è inaugurato dal Sentiero delle Cernitrici, con la deposizione dei primi 11 nastri alla presenza delle comunità di Arbus e Guspini. Rosalba Castelli ha poi proseguito verso Piscinas e Portixeddu, fino a Buggerru dove, il 10 settembre, ha deposto altri quattro nastri insieme alla comunità locale, alle istituzioni, all’assessora Simona Spada e a diverse associazioni territoriali.

L’11 settembre è stato il turno della prima torre di Cala Domestica, che ha accolto il nastro dedicato a Meena Kumari. 

Una giornata indimenticabile a Iglesias.

Oltre 300 persone si sono riunite in Piazza Oberdan per una marcia collettiva tra le vie decorate da ombrelli colorati, fino al Monastero Beata Vergine del Buon Cammino. La giornata si era aperta con la benedizione delle Clarisse e l’incontro con 20 donne della comunità Emmaus, impegnate in percorsi di rinascita: alcune di loro hanno camminato con Rosalba fino alla piazza.

Hanno partecipato istituzioni, associazioni e cittadinanza, tra cui l’assessora Angela Scarpa, la presidente della commissione politiche sociali Giuseppina Lorenzoni, la sindaca di Domusnovas Isangela Mascia, la vicesindaca Maria Elena Lusci e l’associazione Circhiola con la presidente Grazia Villafranca. Presenti anche pellegrine arrivate appositamente, come Nadia, 55 anni.

Un ringraziamento speciale è andato al Cammino Minerario di Santa Barbara e al suo fondatore recentemente scomparso, Giampiero Pinna. La moglie, Mimma Perra, ha annunciato un impegno concreto: garantire acqua a pellegrine e pellegrini lungo il percorso.

Nel Monastero, le Clarisse hanno letto preghiere e testi sulla prevenzione della violenza e ricordato le vittime sarde di femminicidio. Rosalba ha donato il nastro di Santa Barbara alle sorelle e quello di Grazia Raccis, giovane uccisa a Domusnovas a fine ’800, all’associazione Circhiola.

Il rito collettivo ha unito passato e presente, rinnovando l’impegno contro la violenza di genere. Infine, con la sua voce e le mani a ritmo, Rosalba Castelli ha chiamato la piazza al silenzio e poi al grido: “Dobbiamo fare rumore!”. Iglesias ha risposto compatta: una comunità intera unita nel dire “basta”.

Il cammino è proseguito a Gonnesa: la città si è riunita intorno alla memoria della gonnesina Susanna Massidda, il cui nastro è stato deposto accanto al pilone del cammino, sul muro esterno del municipio. Grazie all’attivazione delle associazioni locali come UTE Gonnesa e alla consigliera comunale Beatrice Collu. 

Il 16 settembre Orme d’ombra sarà a Carloforte, dove è prevista alle 11 una camminata comunitaria con le classi quinte del liceo cittadino, associazioni e cittadinanza, fino alla deposizione di un nastro sull’arco di Carloforte. 

Il mattino del 17 settembre, invece, l’artivista sarà accolta da Portoscuso in una camminata dall’antica tonnara alla Torre Spagnola.

Il progetto sta riscuotendo un’attenzione crescente: numerose scuole stanno contattando Orme d’ombra per ospitare la testimonianza di Rosalba Castelli e avviare percorsi educativi sulla prevenzione della violenza di genere, la cura delle relazioni e la decostruzione degli stereotipi.

Fin dal suo inizio il cammino si è aperto con un segnale forte di inclusione e pluralità: al suo arrivo dall’aeroporto di Cagliari, Rosalba è stata ospite del locale Fico d’India, dove ha presentato il progetto durante una serata di spettacolo Drag Queen. 

Dalle Clarisse alle comunità popolari, dalle scuole ai luoghi della notte, Orme d’ombra sta creando un abbraccio collettivo che unisce la Sardegna e il Piemonte.

Rosalba Castelli: «Sono profondamente commossa dalla partecipazione e dall’affetto che sto ricevendo tappa dopo tappa. Orme d’ombra nasce come cammino di memoria, ma sta diventando anche un cammino di comunità: la Sardegna mi sta accogliendo con un abbraccio che non dimenticherò mai. Dalle donne detenute di Torino che hanno ricamato i nastri, fino alle bambine, alle studentesse e agli studenti, alle Clarisse e alle Drag Queen che incontro lungo il percorso: ognuno e ognuna porta un pezzo di questo viaggio, e insieme gridiamo che la violenza si può e si deve fermare».

Isangela Mascia, sindaca di Domusnovas : «Il progetto ideato e realizzato da Rosalba è non solo interessante ma soprattutto innovativo e incredibilmente inclusivo. Parliamo fin troppo di donne e femminicidio ma forse lo facciamo spesso con parole sbagliate, o forse è il metodo che non funziona. Durante il breve tratto di strada nel quale abbiamo accompagnato fisicamente Rosalba, ci siamo confrontate sul fatto che la vita è di ognuna di noi e nessuno deve essere autorizzato a deciderne le sorti. Ma a volte parlare non basta, e allora camminiamo insieme, ragioniamo insieme, divulghiamo insieme. La comunità di Domusnovas da qualche anno utilizza anche le parole scritte, i disegni dei bambini, le frasi di chi vuole stare accanto a chi ha bisogno, e quelle di chi ha realmente bisogno di aiuto. Lo fa grazie a “Sa mariga de s’aggiuru”, l’anfora dell’ aiuto, che viaggia in tutti i paesi della Sardegna per raccogliere pensieri e disegni, e lo fa arrivando a tutte e tutti, fin dalla scuola dell’ infanzia».

Oggi poi abbiamo aggiunto un pezzettino alla nostra personale battaglia contro la violenza di genere: il nastro rosso con il nome ricamato sopra donato da Orme d’Ombra alla nostra associazione Circhiola è un simbolo per noi fondamentale, da quando questa associazione si occupa di far conoscere la storia di Grazia Raccis, prima vittima di femminicidio conosciuta del nostro paese, e alla quale, nel nostro piccolo abbiamo dedicato una piazza.

Parole, segni, simboli.

È uno dei nostri modi di affermare che “adesso basta”!!

Grazie a Rosalba per averci coinvolte in questa sua fantastica avventura. Siamo con te!

Attrus’annusu in saluri!

Angela Scarpa, assessora delle Politiche sociali del comune di Iglesia: «L’iniziativa di Rosalba Castelli tiene viva l’attenzione sulla lotta contro la violenza sulle donne, un impegno che deve essere di tutta la comunità».

Monica Napoli, assessora deo Servizi sociali e delle Pari opportunità del comune di Portoscuso: «Il comune di Portoscuso ha accolto con grande partecipazione e entusiasmo la tappa del progetto artistico e sociale “Orme d’ombra”, che vede la camminatrice Rosalba attraversare 100 torri della Sardegna per onorare la memoria delle donne vittime di violenza. Siamo onorati che Portoscuso sia parte di questo percorso di sensibilizzazione così importante. Rosalba, con il suo cammino, porta con sé la voce di tutte le donne che hanno subito violenza e ci ricorda il nostro dovere di istituzioni e cittadini nel contrastare questo fenomeno».

Il progetto “100 torri, 100 cammini, 100 vite”, promosso dall’associazione Artemixia, si inserisce nel quadro normativo internazionale e nazionale per la prevenzione della violenza di genere e la promozione di una cittadinanza attiva e inclusiva.

«Come Amministrazione comunale siamo profondamente sensibili a queste tematiche. Continueremo a promuovere iniziative di sensibilizzazione e a lavorare per una cultura del rispetto e della parità di genere nella nostra comunità.»

L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come l’arte e l’impegno sociale possano unirsi per veicolare messaggi di cambiamento e speranza.»

Elisabetta Di Bernardo, vicesindaca del comune di Carloforte: «Per la nostra comunità è un grande orgoglio ospitare il progetto Orme d’ombra e accogliere Rosalba Castelli nelle strade di Carloforte. La camminata del 16 settembre rappresenta un momento collettivo di condivisione e di impegno contro la violenza: deporre sull’arco della città un nastro con il nome di una donna vittima di femminicidio significa trasformare un luogo simbolico in un segno visibile di memoria e resistenza. Siamo particolarmente fiere e fieri che proprio la scuola di Carloforte sia la prima a incontrare questo cammino: le quinte classi del nostro liceo, insieme alla cittadinanza e alle associazioni, saranno parte attiva di un messaggio potente che dice con forza no alla violenza e sì alla vita».

 

Mancano ormai pochi giorni all’avvio del percorso di “Orme d’ombra”. L’artivista Rosalba Castelli, da anni impegnata con l’associazione Artemixia e con il progetto Rosso Indelebile nella sensibilizzazione contro le discriminazioni, la violenza di genere e le violenze verso le persone LGBTQIPA+, è pronta a muovere i primi passi di questo cammino in terra sarda.
Il percorso prenderà avvio il 6 settembre, alle ore 19.00, con un evento di presentazione pubblica presso l’Anfiteatro di Arbus, insieme all’assessora alle Politiche Sociali Toniella Raccis, all’assessore del Turismo William Collu e rappresentanti di Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Alma Escursioni, Angeli nel Cuore, GAL Linas Campidano, Associazione Cammino 100 Torri. La partenza ufficiale è prevista per domenica 7 settembre alle ore 8.30 da Montevecchio, piazzetta delle Cernitrici.
Il cammino proseguirà lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara – dedicato alla santa protettrice dei minatori, martire e vittima di violenza – per poi innestarsi nel Cammino delle 100 Torri, che abbraccia l’intero perimetro della Sardegna. Un itinerario suggestivo che diventerà occasione di riflessione, divulgazione e coinvolgimento delle comunità locali. Il percorso toccherà 100 Comuni e 105 torri: in ciascuna, Rosalba Castelli deporrà un nastro ricamato a mano dalle donne detenute del carcere Lorusso e Cotugno di Torino. Su ogni nastro è inciso un nome, un cognome, una vita spezzata dal femminicidio. Dalla morte di Giulia Cecchettin a oggi i nomi sono già 170.
In una società che ancora poggia su basi patriarcali, le donne diventano troppo spesso bersagli di un potere che si manifesta con la forza. Vite spezzate da un desiderio di controllo e possesso che affonda le radici nella cultura, nei ruoli di genere, nell’incapacità relazionale e in quella violenza sommersa che alimenta quella visibile.
Il cammino non sarà solo trekking: in ogni tappa Rosalba Castelli aprirà spazi di dialogo con la società civile attraverso incontri, azioni rituali e artistiche, passi condivisi e momenti di riflessione. La partenza del 7 settembre alle 8.30 da Montevecchio, con ritrovo in piazzetta delle Cernitrici, sarà una camminata di comunità che aprirà i primi 2 km dei 1.284 totali, con un invito rivolto alle cittadine e ai cittadini di Arbus e Guspini lungo il Sentiero delle Cernitrici. È stato scelto questo tracciato perché dedicato alle undici donne e bambine che persero la vita nella tragedia della miniera Atzuni il 4 maggio 1871, simbolo delle durissime condizioni di sfruttamento del lavoro femminile e minorile nelle miniere sarde tra Ottocento e Novecento. In loro memoria verranno deposti undici nastri con i nomi e i cognomi delle vittime. All’iniziativa parteciperanno le assessore Sara Vacca di Arbus e Francesca Tuveri di Guspini, la scrittrice Iride Peis e associazioni locali come X Conoscere X Fare.
Il cammino proseguirà verso Piscinas e quindi in direzione sud. Il 10 settembre alle ore 19.00, a Buggerru, con la partecipazione dell’assessora alla Cultura Simona Spada, Fidapa Sulcis Iglesiente e associazioni locali e si terrà una camminata comunitaria lungo un altro Sentiero delle Cernitrici, con partenza da via Nanni Frau e conclusione al monumento in piazza, dove verranno deposti quattro nastri dedicati alle vittime della tragedia del 18 marzo 1913.
La mattina dell’11 settembre a Cala Domestica Rosalba incontrerà la prima torre e inviterà le persone presenti a deporre il primo nastro, quello con il nome di Meena Kumari, uccisa dal marito a Salsomaggiore Terme il 28 novembre 2023: la prima donna uccisa dopo la morte di Giulia Cecchettin. Iglesias incontrerà il progetto Orme d’ombra il 13 settembre, con un trekking urbano aperto alla cittadinanza che attraverserà le vie della città fino alla chiesa del Buon Cammino, dove verrà consegnato alle monache clarisse il nastro di Santa Barbara, e successivamente all’associazione Circhiola (Domusnovas) il nastro dedicato a Grazia Raccis. In tale occasione sarà presente anche la poetessa Bice Flores che ha dedicato i suoi versi proprio a Grazia Raccis. L’associazione Domusnovas inoltre porterà il nastro nella piazza che verrà dedicata alla giovane diciassettenne uccisa e stuprata dal cugino nel 1895.

Con l’inizio dell’anno scolastico, il cammino entrerà anche nelle aule: incontri dedicati a studentesse, studenti e docenti permetteranno di approfondire i temi della parità e della prevenzione della violenza di genere.
A novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il percorso si concluderà con il rientro a Torino. Seguiranno due momenti conclusivi: a dicembre, con l’inaugurazione di un’installazione a Torino, e nel 2026, con la realizzazione di una nuova installazione permanente in Sardegna. Entrambe saranno segni visibili dell’impegno assunto per ricordare le vittime di ieri e di oggi e per prevenire e contrastare la violenza di domani.
Il progetto si avvale di numerosi e prestigiosi patrocini, partnership e collaborazioni, che coinvolgono enti e associazioni sia piemontesi sia sardi.

 

Ha conosciuto il Cammino Minerario di Santa Barbara un anno fa attraverso internet e, particolarmente incuriosita da un’avventura in Sardegna, ha deciso di affrontare una nuova straordinaria esperienza. Rosalba Castelli, 44 anni, originaria di Torino, amante della natura e dell’avventura, ormai da alcuni lustri fa parte della grande famiglia universale dei camminatori solitari e, dopo aver affrontato numerose esperienze nei Cammini italiani ed europei, tra questi per ben tre volte il Cammino di Santiago di Compostela, è alla continua ricerca di nuovi orizzonti, finora a lei sconosciuti.

Arrivata un anno fa nel Sulcis Iglesiente, ne è rimasta letteralmente affascinata ed ha percorso la prima parte del Cammino Minerario di Santa Barbara, ponendosi l’obiettivo di proseguirlo quest’anno e nei prossimi, fino alla conclusione. Stamane, 5 ottobre, giorno del suo 44° compleanno, l’abbiamo incontrata a Monte Sirai, dove ha trascorso la notte in compagnia del fidato cane Adelante, “accompagnatore ufficiale” di tanti viandanti lungo le tappe del Cammino Minerario di Santa Barbara, e in una lunga intervista abbiamo raccolto la testimonianza di questa sua esperienza straordinaria, alla continua scoperta di un autentico tesoro della natura qual è il Sulcis Iglesiente, che probabilmente, chi lo vive ogni giorno, non sempre riesce ad apprezzare fino in fondo, come merita.

Giampaolo Cirronis

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