15 December, 2025
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La Sardegna potrà avere tre Camere di Commercio, compresa quella di Nuoro. Il Governo ha comunicato in Conferenza Stato-Regioni l’accoglimento della proposta della Regione Sarda relativamente alla nuova organizzazione del sistema delle Camere di commercio. Lo ha comunicato questo pomeriggio l’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, presente alla riunione.

«Nel dettaglio – ha sottolineato Filippo Spanu – è stata accolta la richiesta formulata a suo tempo dal presidente Francesco Pigliaru, affinché nel nuovo sistema camerale possano trovare posto la nuova Camera di commercio di Cagliari-Oristano, la Camera di commercio di Nuoro – in quanto area montana e isolana in deficit di infrastrutture di collegamento – e la Camera di commercio di Sassari, area frontaliera diretta con la Francia e avente condizioni geo-economiche per le quali possa essere valutata la deroga appositamente prevista dalla normativa vigente. Entrambe queste ultime Camere godono anche di un equilibrio economico e finanziario tra i migliori del sistema camerale italiano.»
L’assessore Spanu sottolinea anche che «attraverso questa conformazione, sarà possibile avere una sede regionale di Unioncamere che, nell’idea dell’Amministrazione regionale, dovrà garantire un forte coordinamento tra le azioni intraprese dal sistema camerale e le politiche imprenditoriali sull’impresa portate avanti dalla Regione».

«E’ un’ottima notizia quella data dalla Giunta regionale sulla riorganizzazione del sistema delle camere di commercio che prevede tre sedi in Sardegna. Abbiamo lavorato in molti a questo risultato ed il Governo ha riconosciuto le buone ragioni proposte – ha commentato il senatore del Pd Silvio Lai -. Tre camere di commercio consentono uno sviluppo equilibrato delle aree del Nord del centro e del Sud. In particolare il mantenimento dell’autonomia di Nuoro permette alle aree interne di conservare un proprio profilo di sviluppo locale. Abbiamo lavorato in senato perché venisse consentito il mantenimento delle camere nelle aree montane come Nuoro e con il lavoro della Giunta regionale si è ottenuto questo risultato senza nuocere al resto dell’isola. Anche quella del nord Sardegna pur non raggiungendo le 75mila aziende – conclude Silvio Lai – resta autonoma permettendo l’esistenza di un sistema camerale regionale adeguato alle caratteristiche ed alle esigenze della nostra isola.»

«Apprendiamo con piacere che la conferenza Stato Regioni ha voluto riconoscere alla Sardegna tre Camere di Commercio: Cagliari-Oristano, Nuoro e Sassari, consentendo così alla Camera di Commercio di Nuoro di mantenere la propria autonomia, come deliberato dal Consiglio Camerale fin dall’avvio della procedura di riassetto del sistema delle Camere di Commercio italiane – si legge in una nota della Camera di Commercio di Nuoro -. Oltre alle specificità della nostra circoscrizione territoriale, è stata riconosciuta l’efficienza dell’Ente camerale, parametro alla base del quale si fonda l’intera procedura di riassetto del sistema.»

«Apprezziamo la coerenza della Regione Autonoma della Sardegna nel mantenere fede alla propria decisione assunta già più di un anno fa ed in particolare esprimiamo un ringraziamento all’assessore Filippo Spanu che ha sostenuto le istanze della Sardegna con perseveranza e metodo, dando seguito alla integrazione normativa a suo tempo realizzata grazie all’emendamento del senatore Giuseppe Luigi Cucca – si legge ancora nella nota -. Ora attendiamo con fiducia che il Governo, nell’emanazione del Decreto, confermi il deliberato della Conferenza Stato Regioni.»

«Il mantenimento di tre Camere di Commercio in Sardegna – conclude la nota della Camera di Commercio di Nuoro -, consentirà il mantenimento della struttura di Unioncamere Sardegna, importante soggetto di coordinamento regionale fra le Camere di Commercio e partner della Regione Autonoma della Sardegna in importanti progetti nel campo della digitalizzazione, del turismo e dell’alternanza scuola-lavoro.»

 

 

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«Sono bastate poche settimane per vedere già rispettati alcuni degli impegni assunti dalla commissione infortuni sul lavoro dopo la missione a Nuoro e Porto Torres per la vertenza amianto. Credo sia un fatto estremamente positivo che evidenzia, da una parte, la rilevanza del problema esposto nel corso delle audizioni, dall’altra, la sensibilità mostrata dalla presidente Fabbri e dai componenti della commissione che da subito hanno lavorato per dare le prime risposte in tempi brevissimi.»

Lo afferma il senatore del Partito democratico Silvio Lai che commenta così le notizie relative ai primi effetti della missione della commissione parlamentare in Sardegna.

«Condivido totalmente la scelta della commissione di programmare già dal mese di settembre un’audizione con i vertici dell’INAIL – aggiunge Silvio Lai -. Alla luce anche di quanto emerso le settimane scorse nella visita in Sardegna risulta a questo punto necessario un confronto per affrontare uno dei temi centrali di questa vertenza: l’aggiornamento della relazione della Contarp del 2003 che di fatto non ha consentito ai lavoratori sardi esposti all’amianto di poter ottenere i benefici e la tutela prevista dalla legge. E sempre la necessità di acquisire nuovi elementi ha portato la Presidente Fabbri ad incontrare già nei giorni scorsi i responsabili dell’Istituto Superiore della Sanità. È evidente che quanto successo in Sardegna sia un caso che meriti un’attenzione particolare e devo dire che questa attenzione è stata dimostrata da subito con atti e interventi parlamentari. Tra questi anche un’interrogazione sul mancato inserimento di Ottana nell’elenco dei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche. Interrogazione presentata dalla stessa senatrice Fabbri a cui ho voluto aggiungere anche la mia firma. Per quanto mi riguarda ribadisco tutto il mio impegno anche riguardo alla prevista istituzione del tavolo tecnico tra enti, associazioni, operatori e magistratura. Ritengo – conclude Silvio Lai – che anche questo sia un passaggio importante nel percorso che, mi auguro, possa portare al riconoscimento dei diritti dei lavoratori sardi e dei loro familiari.»

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«Ieri sono intervenuto in commissione trasporti al Senato durante l’audizione di Enac, nell’ambito di una indagine conoscitiva che prevede l’audizione del nuovo assessore ai trasporti Carlo Careddu alla ripresa dei lavori.» Lo scrive in un post nella sua pagina Facebook il senatore del Partito democratico Silvio Lai.

«Non c’è stato alcun conflitto né accuse da parte di Enac nei confronti della Regione Sardegna – afferma Silvio Lai -. Al contrario è stata ribadita la volontà a proseguire nel lavoro comune sui bandi della continuità aerea della Sardegna anche di fronte ai cambiamenti del sistema delle compagnie aeree europee che mettono alla prova il sistema speciale di cui gode l’isola. Il presidente dell’ENAC, prof. Vito Riggio, ha rappresentato come l’imposizione degli oneri di pubblico servizio sui tre aeroporti sardi sia un unicum in Europa e che questo è pienamente giustificato dalla particolare condizione dell’isola ma i continui cambiamenti del mercato aereo e le trasformazioni degli assetti societari devono essere tenuti presente perché possono influenzare anche un sistema consolidato come quello dato alla Sardegna.

«D’altronde, le destinazioni non mature come quelle del nord dell’isola, se affidate al solo mercato non possono garantire collegamenti costanti durante l’inverno né prezzi bassi ai residenti. La continuità toglie dal mercato alcune rotte ma garantisce, continuità e frequenza dei voli, e un prezzo medio. Per quanto riguarda il caso di Cagliari, anche nel passato alla prima chiamata del bando non si erano presentate le compagnie perché le condizioni poste erano severe e a tutto vantaggio dei consumatori. D’altronde una compagnia in stato di amministrazione controllata come Alitalia non poteva certo partecipare ad un bando che la impegna per 4 anni. In ogni caso la strada del nuovo bando per la sola destinazione di Cagliari è condivisa da tutti gli attori, Giunta, Governo, Commissione Europea e Enac. L’unica attenzione posta da Enac, sulla quale la Giunta è già all’opera, è la necessità di una possibile estensione dopo il 9 novembre del contratto esistente su Cagliari, perché potrebbero non essere concluse le procedure del secondo bando. Per il resto – conclude Silvio Lai – tanto rumore per nulla.»

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Il nuovo decreto Sud approvato oggi al Senato regolamenta in maniera chiara l’istituzione delle Zone Economiche Speciali. Perché la norma sia definitiva occorrerà attendere il voto finale della Camera ma la scelta di istituire una Zes in ogni Regione del Mezzogiorno è definitiva.

«È una buona notizia per la Sardegna – ha dichiarato il senatore dem Silvio Lai – perché sino a qualche settimana fa l’ipotesi era di limitare solo a tre porti del Sud (Napoli, Gioia Tauro e Taranto) questa possibilità. È prevalsa la strategia, per altro già presente nel testo del Governo, di una rete di zone economiche speciali istituite dalle Autorità portuali basandosi sui porti Ten-T, come Cagliari, estendendola al contempo anche agli altri porti appartenenti alla stessa Autorità. Questo significa che toccherà alla nuova Autorità insieme alla Regione scegliere sedi ed estensione delle Zes aprendo l’opportunità anche per Porto Torres, Olbia e Oristano.»

«Con il decreto vengono rese chiare le regole. Le zone economiche speciali regolamentate con questa normativa erano da tempo attese – aggiunge Silvio Lai –Si tratta di aree a burocrazia zero, con corridoi doganali semplificati e protocolli che rendono veloci le transazioni amministrative. Luoghi dove la Visco Sud con il suo credito d’imposta, è estesa sino al 2020 ed ampliata sino ai 50 milioni per singolo investimento.»

«Si tratta di una misura selettiva destinata alle aziende che abbiano interesse ad esportare o importare e che vedano in una semplificazione e accelerazione dei processi doganali un forte vantaggio competitivo – sottolinea ancora Silvio Lai -. In questo modo uno dei punti deboli delle aziende nel mezzogiorno, la fragilità del passaggio dal mercato locale a quello internazionale spesso dovuto all’ostacolo rappresentato dalla complessità delle procedure quando a doverle affrontare sono piccole imprese, viene superato. È stato inoltre recepito nel testo finale un emendamento da me presentato come primo firmatario che porta da 5 a 7 anni il periodo di tempo minimo per cui le imprese dovranno mantenere la loro attività nelle Zone economiche speciali per non perdere i benefici concessi. Una modifica che serve a limitare l’azzardo morale di chi cerca finanziamenti, anche se la modalità di sostegno alle imprese non è quella dei contributi a fondo perduto ma il credito di imposta.

In questo contesto il polo della chimica verde, già potenziato in questo decreto con il nuovo articolo che recepisce la direttiva europea – conclude Silvio Lai -, potrebbe aumentare fortemente la sua attrattività se le eventuali aziende di filiera potessero trovare mercati esteri e spazi di insediamento in una nuova Zes a Porto Torres.»

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«Il Nord Sardegna sta soffrendo la siccità più di altre parti dell’isola e sarebbe incredibile se ci fossero opere finanziate e concluse in grado di contribuire al disagio degli agricoltori e non farlo. Opere che avrebbero potute essere già utilizzate come quelle relative all’utilizzo delle acque reflue nelle grandi città.» Lo afferma in una nota il senatore del Partito democratico Silvio Lai.

«Per questo ho chiesto al ministero competente quali siano le infrastrutture finanziate dallo Stato (ministeri economia, ambiente e agricoltura) in questo campo e se sia vero il caso della condotta per il riutilizzo delle acque reflue di Sassari ai fini agricoli, finanziate per quasi 60 milioni tra nuovo depuratore e connessione tra la città e il bacino del Cuga, realizzato e collaudato da 4 anni e non ancora entrato in funzione – ha aggiunto Silvio Lai -. Si tratta di un’opera risalente al 1995, dunque a molti anni fa, tempi di gravi e dannose siccità, pianificata all’interno di un accordo di programma che aveva coinvolto tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali, e che comprendeva, oltre l’utilizzo delle acque reflue di Sassari, l’interconnessione tra il bacino del Temo, Cuga e Bidighinzu e quello del Coghinas.»

«Gli ostacoli all’utilizzo di un’opera che garantirebbe all’agricoltura 15 milioni di metri cubi di acqua all’anno e la totale indipendenza dalle piogge sarebbe il declassamento della diga del Cuga, da uso civile ad uso agricolo, con la conseguenza che Alghero non potrebbe più ricevere le acque da quel bacino. In realtà il comune catalano utilizza già le acque del bacino del Coghinas e ci sono ampie possibilità tecniche per limitare al solo Cuga l’utilizzo delle acque per l’agricoltura preservando e distinguendo il resto del bacino – sottolinea ancora il senatore del Partito democratico -. Naturalmente potrebbe essere influente in questo ostacolo tecnico il fatto che, una volta limitata all’uso agricolo, la gestione della diga del Cuga passerebbe da un ente regionale ad un altro, locale e più specializzato.»

«Questa vicenda sarebbe peraltro all’attenzione della Corte dei Conti perché vede un’opera totalmente finanziata dallo Stato, realizzata e non utilizzata dalla Regione che espone l’amministrazione al rischio di un richiamo. Si tratta di un caso specifico, riguardante il passato, ma che potrebbe essere emblematico di un lato della medaglia che riguarda la siccità e le nostre responsabilità locali sulla gestione più adeguata di questa calamità naturale. Spero – conclude Silvio Lai – che la vicenda, se confermata e individuate le responsabilità, possa essere sbloccata al più presto per consentire che gli agricoltori della Nurra non debbano competere per le loro produzioni con l’acqua ad utilizzo civile.»

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«Un segno di civiltà a tutela della salute individuale e nel rispetto di quella collettiva»: sono le parole di apprezzamento di Silvio Lai, senatore democratico, dopo l’approvazione, da parte di Palazzo Madama, della legge di conversione del decreto in materia di prevenzione vaccinale che ora passa alla Camera per il voto definitivo entro il prossimo 6 agosto. 

«Il provvedimento si è reso necessario a fronte della preoccupazione che ad un evidente riscontro statistico sulla diminuzione delle vaccinazioni potesse corrispondere, come già sta avvenendo per il morbillo, la ripresa di malattie che nel secolo scorso hanno prodotto gravi epidemie – aggiunge Silvio Lai -. L’introduzione della copertura vaccinale in età scolastica assume anche un valore di giustizia sociale e di contrasto alle diseguaglianze. Il Senato, facendo leva sulle indicazioni della scienza e della ricerca, ha saputo valorizzare, senza pregiudizi per la diversità di opinioni, il testo governativo introducendo alcune modifiche qualificanti che ne faciliteranno la concreta applicazione e consentiranno di dare le giuste informazioni sui rischi effetti-benefici che, in assenza di conoscenze di merito, possono aver provocato confusione e preoccupazione.»

«L’obbligo vaccinale introdotto non può assumere valore coercitivo poiché non si può che partire dall’assunto che la libertà individuale termina quando può ledere la salute degli altri. E i numeri stanno a dimostrare questo: più di tremila e trecento casi di contrazione del morbillo nei primi sei mesi del 2017 e di questi quasi il 90% su soggetti non vaccinati. Di contro l’OMS ha stimato che ogni minuto vengono salvate cinque vite, pari a 7.200 vite al giorno, grazie proprio alla somministrazione dei vaccini. Non si poteva non intervenire così come sarà doveroso, e la legge lo favorisce, rimettere al centro di una grande campagna pubblica di sensibilizzazione le famiglie e le istituzioni locali per dare certezze e sicurezza a chi, per paura, disinformazione, strumentalizzazione, ha fino ad ora fatto scelte diverse. Avere. infine introdotto la possibilità di fare un tagliando applicativo ogni tre anni per alcuni obblighi vaccinali sulla base dei dati epidemiologici è attestazione di rigore e di responsabilità legislativa – conclude Silvio Lai -, nell’interesse generale della collettività.»

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«La nostra missione in Sardegna si chiude con quattro proposte per garantire ai lavoratori sardi esposti all’amianto parità di trattamento rispetto a quelli delle altre regioni. In questi due giorni abbiamo sentito la quasi totalità dei soggetti interessati. Sono emerse una serie di contraddizioni rispetto ai dati e alle informazioni fino ad oggi disponibili su questo delicato argomento. A queste contraddizioni vogliamo dare una risposta.» Così la Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, senatrice Camilla Fabbri, ha chiuso la visita nell’isola che ha toccato ieri la sede della prefettura di Nuoro ed oggi quella di Sassari. In entrambe le occasioni sono stati ascoltati i rappresentanti delle istituzioni, i lavoratori e le associazioni che li rappresentano, i sindacati, oltre ai rappresentanti di ATS, Inail e Inps.

«Abbiamo già da 4 anni aperto un focus su questo problema – ha aggiunto Camilla Fabbri – e su sollecitazione del senatore Silvio Lai abbiamo voluto approfondire le specificità della Sardegna. Al termine delle audizioni abbiamo individuato quattro proposte: prima di tutto ci rivolgeremo all’Inail per capire rispetto alla relazione Contarp del 2003  se, alla luce di tutto quello di cui si è venuti a conoscenza successivamente, non ritenga di rivedere le conclusioni di quella relazione. Ci rivolgeremo direttamente all’Inail nazionale, senza voler smentire il lavoro fatto ma per capire se quel lavoro può essere aggiornato con elementi nuovi. Da parte nostra, chiederemo poi una perizia anche coinvolgendo l’Istituto superiore di Sanità, vista anche la documentazione acquisita in questi giorni. Proponiamo anche l’istituzione di un tavolo inter-istituzionale tra Inps, Inail e le Procure interessate e l’adozione di un atto di indirizzo sulle questioni previdenziali. Un ulteriore passaggio riguarda, infine, la rivalutazione di alcuni siti per valutare il loro inserimento tra quelli di interesse nazionale: ad esempio Oristano e Ottana. Quando esistono contraddizioni evidenti – ha concluso la Presidente – la politica si deve mettere a disposizione per fare chiarezza.»

Il senatore Silvio Lai che insieme ad altri colleghi parlamentari sardi del PD aveva sollecitato la visita della Commissione: «Serve da subito una verifica ed un approfondimento per arrivare ad avere ad una sintesi tra i dati ufficiali e quelli presentati dai lavoratori e dalle associazioni. Ringrazio la Commissione per la sensibilità dimostrata da subito nel voler venire direttamente a conoscenza del caso. Quello che ci aspettiamo ora è un salto di qualità in questa vertenza. Si aprono spiragli importanti ed una speranza per i nostri lavoratori trattati diversamente rispetto a quelli delle altre regioni. Tengo a segnalare poi che abbiamo riscontrato anche la disponibilità delle istituzioni a rivedere le proprie conclusioni. Il direttore dell’ATS, ad esempio, ha detto che bisogna lavorare per estendere i controlli, su circa 50 mila lavoratori solo un migliaio sono quelli sotto osservazione. Le quattro proposte rappresentano forse la soluzione del problema degli esposti amianto e questo non può che essere un fatto positivo».

Per la senatrice Paola Pelino il nostro compito ed il nostro impegno al termine di questa due giorni sarà quello di lavorare per eliminare le sperequazioni tra lavoratori sardi e quelli del resto della penisola, tra quello che è avvenuto in Sardegna e quel che è avvenuto in altre regioni. Sulla stessa linea anche il senatore Daniele Borioli: «Su questioni come questa serve parità di trattamento in tutto il Paese. È evidente inoltre che abbiamo bisogno di attualizzare gli strumenti e dunque anche del rapporto Contarp del 2003, questo anche per per l’evoluzione di queste patologie».

Al termine delle audizioni, la commissione si è recata a Porto Torres, per un sopralluogo nello stabilimento industriale Eni Versalis.

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Giovedì 13 e venerdì 14 la commissione d’inchiesta sarà a Nuoro e Sassari per una missione sulla vicenda amianto in Sardegna ed un sopralluogo sulle fabbriche del petrolchimico coinvolte nella vicenda. Nel pomeriggio di giovedì (i lavori previsti al mattino sono stati spostati a causa dei lavori parlamentari sul decreto vaccini) a Nuoro saranno incontrati vertici istituzionali, sindacati e associazioni del territorio, oltre a Inail e Inps regionali mentre il giorno dopo a Sassari, oltre ai vertici territoriali di istituzioni, sindacati e associazioni dei lavoratori, saranno ascoltati la giunta regionale e l’Ats sardegna, che ha raccolto l’eredità delle Asl.

«La visita in Sardegna della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro rappresenta l’occasione attesa da molti anni per fare luce sulla vicenda sarda dei lavoratori esposti all’amianto nei petrolchimici, innanzitutto, e in altri settori produttivi e della difesa – così ha affermato il senatore del Silvio Lai, tra i promotori della iniziativa -. Si tratta di una risposta ad una richiesta di intervento della commissione, che ha lavorato in questi anni su questo tema, tra gli altri, sollecitata da molti parlamentari sardi sulla vicenda dei lavoratori sardi esposti all’amianto.»

«I due giorni di audizioni a Nuoro e Sassari, e di sopralluoghi ad Ottana e a Porto Torres consentiranno di approfondire tutte le problematiche legate al mancato riconoscimento dei diritti e dei benefici previsti dalla legge per chi ha operato negli stabilimenti dell’isola nei quali è stata accertata la presenza di amianto – ha aggiunto Silvio Lai -. Si tratta dell’occasione per mettere fine ad un’ingiustizia per la quale i lavoratori, i loro familiari, i sindacati e le associazioni che da anni seguono questa vicenda hanno lottato e lottano da diversi anni.»

«Si tratta di una missione di fondamentale importanza, per la quale ringraziamo la presidente Camilla Fabbri e i componenti della Commissione -ha concluso Silvio Lai -, oltre ai colleghi parlamentari sardi impegnato su questo fronte: siamo certi arriverà la massima collaborazione da parte di tutte le istituzioni e gli attori locali all’azione della commissione d’inchiesta.»

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Dopo l’incontro con il capogruppo del Partito democratico nella commissione Attività produttive, Gianluca Benamati, una delegazione dei rappresentanti sindacali Alcoa ha incontrato il segretario regionale del Partito democratico, Giuseppe Luigi Cucca ed il capogruppo in Senato, Luigi Zanda, insieme ai senatori Ignazio Angioni e Silvio Lai, per discutere della norma da inserire nella legge europea, ora all’esame della Camera, a favore delle imprese energivore, che consentirebbe l’abbattimento dei costi di energia e quindi il riavvio dello stabilimento. I senatori del Partito democratico hanno assicurato il massimo impegno nel facilitare l’approvazione del testo nel passaggio al Senato.

«Si tratta di un provvedimento che porrebbe fine all’annosa vertenza dei lavoratori Alcoa – ha commentato il segretario regionale del Partito democratico, il senatore Giuseppe Luigi Cucca – consentendo la ripresa della produzione a condizioni più competitive, come avviene in altri stati europei. È un intervento atteso da tempo, che il Partito Democratico intende sostenere per assicurare un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie, in un territorio già gravemente colpito dalla crisi.»

 

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Nuovo appuntamento della campagna di sensibilizzazione dell’associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince ONLUS. il 14 luglio alle ore 20.30 presso il Palazzo Ducale di Sassari è prevista la proiezione del documentario “Buonasera, Moby Prince” di Paolo Mastino del TGr Sardegna. il lavoro cinematografico ripercorre i 26 anni della storia del traghetto Moby Prince, incendiatosi dopo essere entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo il 10 aprile del 1991 nel porto di Livorno, in cui morirono 140 persone in attesa di soccorsi mai arrivati.

Dopo anni di verità processuali poco credibili e di comodo, finalmente la Commissione parlamentare d’Inchiesta, istituita a luglio del 2015 in Senato, sta facendo luce su aspetti fino ad allora controversi e poco chiari. Dopo il documentario seguirà un incontro-dibattito aperto a tutti i cittadini che hanno voglia di verità e giustizia, moderato da Anna Piras, caporedattore del TGr Sardegna, a cui parteciperanno, oltre a Paolo Mastino, il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, i tre senatori sardi della Commissione d’Inchiesta, Silvio Lai, presidente, Emilio Floris e Luciano Uras, il presidente dell’associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince ONLUS, Luchino Chessa. Una puntuale occasione per fare il punto del lavoro fin qui svolto dalla Commissione Parlamentare a poco meno di sei mesi dalla fine del suo mandato.