10 November, 2024
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«La decisione della Glencore di fermare la maggioranza delle produzione a Portovesme nel Sulcis non è certamente un fulmine a ciel sereno, sono due anni che il tavolo del ministero si riunisce ma dal Governo non vengono fuori proposte concrete in risposta ai problemi posti da sindacati e azienda.»

Lo scrive in una nota il deputato del PD eletto in Sardegna.

«I costi energetici in Italia sono il triplo rispetto a Paesi come Francia e Germania, in questi ultimi 5 mesi il PUN è quasi raddoppiato nel nostro Paese ritornando al periodo post Covid e il Governo non ha fatto niente per famiglie e imprese impegnato in scappatelle e separazioni», prosegue Silvio Lai.

«Nel frattempo il tavolo Glencore al ministero delle imprese e del Made in Italy del ministro Urso non si riunisce da febbraio e sul tema dell’energia non è stato capace di produrre niente di concreto che consentisse di mettere l’azienda nei confini delle sue responsabilità. L’assenza del Governo è evidente in questo ulteriore passo in avanti della multinazionale che evidentemente si può permettere di fare quello che vuole coperta dalla insipienza di un ministro finto e di un Governo inesistenteconclude Silvio Lai -. Bene ha fatto la Regione, guidata da soli 5 mesi dalla nuova Giunta Todde, ad incontrare immediatamente azienda e sindacati e bene farà nel sollecitare duramente il Governo ad rendere concreto il tavolo sinora inutilmente convocato al ministero di Urso.»

«L’annuncio del ministro Pichetto Fratin che la Sardegna sarà l’unica regione a non garantire l’uscita dal carbone entro il 2025 non è una sentenza di condanna inappellabile. Se siamo arrivati a questo punto ci sono delle precise responsabilità: si sono persi due anni a causa della Regione, per il suo ricorso contro il DPCM energia e per la totale assenza di interlocuzioni con le istituzioni nazionali e con le imprese di produzione di energia. Mentre Enel non ha ipotizzato negli ultimi anni una conversione della centrale del Sulcis, le proposte di riconversione con un investimento di oltre un miliardo di euro della centrale di Fiumesanto sono ormai di tre anni fa e non hanno mai ricevuto risposte né convocazioni da parte della Regione.»

Lo scrive, in una nota, il deputato del Partito democratico Silvio Lai.

«Nelle altre regioni italiane la riconversione delle ultime 4 centrali a carbone, per altro con gli stessi proprietari di quelle presenti in Sardegna, sono state garantite in meno di 18 mesi aggiunge Silvio Lai -. Questo significa che nonostante i 5 anni persi con la giunta regionale c’è ancora il tempo perché il phase out dal carbone non debba attendere, come dice Pichetto Fratin il 2028 ma si può concludere entro il 2025. Serve naturalmente che la nuova giunta regionale non ancora insediata recuperi il tempo perduto nell’interlocuzione con le imprese di produzione di energia, e di questo sono sicuro che il nuovo esecutivo se ne farà carico, ma serve soprattutto che venga pubblicato il nuovo Dpcm Energia da parte del governo, solo annunciato nelle settimane precedenti le elezioni dopo che lo stesso Governo e la regione avevano perso un altro anno e mezzo», conclude Silvio Lai.

I parlamentari sardi del Pd hanno presentato un’interrogazione al Mimit e un rivolto appello al Governo sulla vertenza Eurallumina.

«L’incontro del 14 dicembre al Ministero con azienda e sindacati, pur confermando la CIG per i lavoratori ha rinviato a fine gennaio l’appuntamento con le soluzioni che però non appaiono certe all’orizzonte – dicono i parlamentari sardi del PD Silvio Lai, primo firmatario dell’interrogazione alla Camera, e Marco Meloni al Senato -. Per quanto riguarda la CIG, ad oggi non è ancora stato emanato il provvedimento di ripartizione delle risorse fra le regioni e il decreto del ministero del lavoro per evitare ritardi nellerogazione ai lavoratori, per ciò che riguarda il blocco azionario dell’azienda, il Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) non ha ancora rivisto la sua decisione nonostante la vendita del 21,37% delle azioni della proprietà effettuata a ottobre, e sul versante del gas, dal ministero non giungono notizie che riportino una soluzione alle problematiche.»

«Euralluminaproseguono i due parlamentari sardi del Pd nell’interrogazione firmata anche da Andrea Casu e Stefano Vaccari -, senza la revoca del provvedimento e senza nuove modalità di approvvigionamento energetico, non può procedere con il progetto di ripartenza dellimpianto e con il relativo investimento da 300 milioni di euro, in una condizione di incertezza sul futuro aziendale che causa persino difficoltà di trovare società per la redazione dei progetti operativi dellimpianto oltreché causare continue richieste di spiegazioni dai fornitori sulla posizione attuale della Società.»

«Per questoaggiungonoserve un colpo di reni da parte del Governo e del ministro Urso, non si può arrivare al buio al prossimo appuntamento: occorrono le risposte concrete sulla CIG e sul gas e occorre che il CSF prenda una decisione sul blocco delle azioni che rendono l’operatività aziendale limitata alla ordinaria amministrazione.»

«Eurallumina non è una azienda qualunque e soprattutto il Sulcis non è un territorio qualunque, sul quale non porre attenzioni speciali e il nostro appello al Governo è per una azione rapida e concreta, non si può aspettare ancora senza certezze», concludono Silvio Lai e Marco Meloni.

«È passato un mese dall’11 novembre, quando il Presidente della Giunta Regionale Solinas ha accettato di ritirare il ricorso al Consiglio di Stato in cambio non certo di un accordo firmato tra Regione e Governo a Palazzo Chigi, bensì di una riunione via Skype cui faceva seguito un semplice comunicato congiunto.»

I parlamentari del Pd Silvio Lai e Marco Meloni denunciano così il fatto che, a distanza di un mese dal ritiro del ricorso da parte della Regione, non si conoscano ancora i termini dell’accordo sottoscritto, su quali impegni questo accordo si basi, né quali siano i vantaggi per la Sardegna.

«Il problema non è la lentezza nota di Solinas o la propaganda del Governo Meloni affermanoma che da questo accordo dipendono i destini di oltre un miliardo di investimenti annunciati e il futuro lavorativo di migliori di lavoratori, nel Sulcis come nel Nord Sardegna. E da questo dipende l’assetto energetico dell’isola e la possibilità di andare in tempi brevi oltre la decarbonizzazione e ponendo un limite all’assalto dell’eolico sull’Isola. Per questo motivo abbiamo presentato una’nterrogazione al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che non lasceremo impolverare sui tavoli del Ministero, ma sulla quale gli chiederemo di darci una risposta in aula nel più breve tempo possibile. Non comprendiamo perché, se questo accordo è stato definito, il suo contenuto non sia stato inserito nel Decreto Energia approvato dal Governo che, finalmente, nei giorni scorsi ha avuto anche la bollinatura. A meno che la definizione sia solo sulla carta e subordinata ad altre verifiche; il che significherebbe che la Regione ha ritirato il ricorso senza alcuna garanzia.»

«Nell’interrogazioneproseguono i due parlamentari del Pdchiediamo al Governo di sapere in che tempi e con quale modalità sia prevista la formalizzazione degli impegni assunti dal Governo nei confronti della Regione Sardegna. Chiediamo in che tempi SNAM potrà procedere con la metanizzazione dell’Isola in base alle nuove indicazioni, se siano già state comunicate dal Governo e in che tempi potranno essere concluse le opere, e chiediamo quali siano conseguentemente i nuovi tempi per la trasformazione delle centrali a carbone (Fiumesanto di EpH e Sulcis di Enel) di cui si prevede ad oggi il phase-out entro dicembre 2028, considerato che gli stessi proprietari stanno convertendo altri siti con tempi di soli 24 mesi.»

Nell’interrogazione si chiede poi di avere chiarezza sul Tyrrenian Link e sulla durata delle batterie previste in caso di emergenza, ovvero quali siano gli studi scientifici indipendenti utilizzati per confermare lo scenario di Terna, che prevede un sistema energetico regionale basato solo sui tre cavi (Sapei, Sacoi in fase di potenziamento e Tyrrenian Link) che collegheranno la Sardegna al continente, sulla base dei quali si ritiene che non saranno necessarie centrali di produzione in Sardegna, fatta eccezione per le rinnovabili.

«Ma soprattuttoconcludono i parlamentari Silvio Lai e Marco Melonichiediamo in quali tempi potrà essere data certezza di questi scenari ai soggetti imprenditoriali che nel Sulcis e a Porto Torres hanno proposto progetti di trasformazione industriale nella direzione della riconversione ecologica e che attendono risposte da oltre un anno, senza che Governo e Regione se ne siano seriamente interessati.»

Il deputato del Partito democratico Silvio Lai interviene dopo l’annuncio fatto stamane dalla Portovesme srl di spostare ad un altro sito il progetto pilota Li Demo.
«Un altro fallimento del ministro Urso, dimenticati i tavoli di crisi in Sardegna nel silenzio di Solinas Glencore ha deciso di spostare fuori dall’Italia il progetto pilota Li Demo, elaborato dai tecnici della Portovesme Srl sulla produzione di carbonato di Litioscrive in una nota il parlamentare del Pd -. L’incertezza sui tempi delle autorizzazioni di Valutazione di Impatto Ambientale da parte della Regione hanno portato a questa decisione che non apprezziamo ma comprendiamo. Ai ritardi della Giunta regionale si accompagna la disattenzione del Governo Meloni che a parole dice che non ostacola chi produce e in realtà si occupa solo di fare propaganda senza realizzare alcun fatto. Solo per stare in Sardegna nessuna risposta a Eph sul progetto di investimento a Fiumesanto, nessuna convocazione della cabina di regia prevista per legge sulla chimica verde, nessuna risposta sui costi energetici dell’isola esclusa dai bonus metano, zero assoluto per il Nord come per il Sulcis dove non si registra nessuna iniziativa su Glencore come su Eurallumina messa nelle condizioni di rischio dal commissariamento e oggi in attesa dell’addendum fondamentale per il prosieguo degli investimenti. Dopo un anno di Governo Meloni nessun atto concreto.»
«Per quanto ci riguardaconclude Silvio Lai depositeremo nelle prossime ore una interrogazione sulla vicenda del progetto Li Demo per capire se oltre ai ritardi della Regione ci siano ritardi e paralisi da parte del ministero competente su una iniziativa industriale sperimentale che si muoveva sul solco della decarbonizzazione e della transizione ecologica ed energetica e che l’Italia ha deciso di perdere nella inesistente politica industriale nazionale, tutta rivolta alla negazione della realtà e caratterizzata dalla totale assenza di una visione.»

«Il governo intervenga sul blocco della Rusal e scongiuri così il rischio, concreto, di compromettere il progetto di ripartenza dell’impianto Eurallumina. In gioco ci sono investimenti per 300 milioni di euro e 1000 posti di lavoro tra diretti e indotto.»

Il deputato del Partito democratico Silvio Lai lo ha chiesto con un’interrogazione ai ministri dell’Economia e Finanze e dello Sviluppo economico sulla situazione dell’impianto di Portoscuso.

«Il progetto per la ripartenza dell’impianto prevede la totale riconversione della raffineria a gas e si fonda sul sistema di “Virtual Pipeline” per la metanizzazione della Sardegna, previsto dal DPCM Sardegna – aggiunge Silvio Lai -. L’impugnativa del Decreto, da parte della Regione Sardegna, è una prima criticità da superare per la realizzazione del progetto e si unisce alla difficoltà nel completare in tempo i lavori dell’escavo nel porto di Portoscuso e alla necessità di firmare prima possibile l’addendum ai protocolli di intesa Eurallumina del 2009 e del 2012.»

«Ma c’è un altro ostacolo da rimuovere e riguarda un provvedimento firmato l’8 maggio scorso dal Comitato di Sicurezza Finanziaria del Ministero dell’Economia e Finanza che ha congelato le azioni dell’Eurallumina perché riconducibili, a suo giudizio, al sig. Oleg Vladimirovich Deripaskasottolinea Silvio Lai -. Tale provvedimento non terrebbe conto delle modifiche successive nella composizione azionaria della società che non consente al sig. Deripaska di poter avere un controllo su di essa. Gli effetti del congelamento della Società sul progetto di riavvio causano l’impossibilità di proporre l’investimento nelle condizioni attuali e la difficoltà di fare contratti con le società di ingegneria per la redazione dei progetti operativi oltre che stipulare contratti di fornitura di altri servizi. Il blocco dell’operatività del conto corrente, con lunghe procedure per poter effettuare pagamenti di stipendi e fornitori costituisce inoltre un problema per lavoratori e fornitori nell’ottenimento dei propri corrispettivi.»

Per tutti questi motivi il deputato del Pd chiede ai Ministri di intervenire per una revisione o un ritiro del provvedimento, scongiurando così il rischio di veder vanificato un investimento di 300 milioni di euro che vedrebbe impegnati 1.000 lavoratori in un territorio che non può permettersi di perdere occasioni occupazionali di questa portata.

“Diritto alla salute: situazione in Sardegna e nel Sulcis Iglesiente”: è il tema dell’incontro dibattito organizzato dal Partito Democratico del Sulcis Iglesiente per lunedì 17 luglio, con inizio alle 18.00, nella sala convegni del Lù Hotel, in via della Costituente, a Carbonia.

«Sono a rischio i fondamentali diritti dei cittadinisi legge nella locandina di presentazione -, chiusura dei reparti, mancanza di medici e personale sanitario, interminabili liste d’attesa, ritardi fondi PNRR, mancata attuazione del Piano aziendale.»

Interverranno sindaci e amministratori, medici e infermieri, personale ospedaliero, associazioni di volontariato e rappresentanze sindacali.

Coordineranno i lavori il segretario PD Sulcis Iglesiente Mauro Esu; il capogruppo del PD nel Consiglio comunale di Iglesias, Franca Fara; la coordinatrice regionale del Forum Salute-Welfare, Laura Pisano. Le conclusioni verranno fatte dal segretario regionale del Partito democratico Piero Comandini e dal deputato del Partito democratico Silvio Lai.

Lo scenario strategico per lo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese della Sardegna al tempo del PNRR. È questo il titolo del convegno organizzato dalla CNA Sardegna che si terrà sabato 8 luglio, alle 9.30, presso il T-Hotel di Cagliari. I lavori, presieduti e coordinati dal segretario regionale della Cna Sardegna Francesco Porcu, saranno aperti dal presidente regionale della CNA Luigi Tomasi. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la presentazione della ricerca realizzata da CNA Sardegna, interverranno Gianni Chessa, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna; Maria Antonietta Mongiu, archeologa, presidente del Comitato Tecnico Scientifico per l’insularità in Costituzione; Francesca Ghirra, componente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazione della Camera dei deputati; Silvio Lai, componente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati; Pierluigi Saiu, assessore dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; Alessandra Todde, componente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati; Alessandra Zedda, consigliera regionale, già vice-presidente della Giunta regionale; Salvatore Deidda, presidente della X Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati.

Concluderà l’incontro, il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini. 

«Nella foga di apparire ambientalista, pur in un governo che predica il contrario e che con il capogruppo al Senato di FDI è addirittura negazionista dei cambiamenti climatici, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, al festival Green&Blue, dà per certa la chiusura delle centrali a carbone in Italia entro il 2025 o anche prima, peraltro citando solo le due centrali di Civitavecchia e Brindisi e ignorando le due centrali presenti in Sardegna, del Sulcis (Enel) e di Fiumesanto (EPH).»
Lo hanno detto i deputati del PD Silvio Lai e Marco Meloni.
«Delle due l’una: o il ministro è debole in geografia e per lui la Sardegna non fa parte del Paese, oppure dovrebbe spiegare come sia possibile chiudere le centrali a carbone esistenti nell’Isola – aggiungono Silvio Lai e Marco Meloni -. L’arrivo del cavo di Terna è ottimisticamente previsto non prima del 2027, data che in realtà non potrà essere rispettata a causa della lunga lista d’attesa nella produzione di questi cavi. In secondo luogo non ci sono certezze dell’arrivo in Sardegna del metano, fondamentale nella transizione energetica italiana e europea ma bloccato da fattori politici e giuridici di cui sono responsabili la Regione Sardegna quanto il governo.»
«In questo contesto quanto dichiarato dal ministro appare del tutto impossibile da realizzarsi e si riduce a pura propaganda. Se quanto egli afferma si avverasse, ai Sardi resterebbe solo l’uso del fuoco per il calore e delle candele per l’illuminazioneconcludono Silvio Lai e Marco Meloni -. Nel caso in cui invece il governo volesse occuparsi di tutto il Paese, occorre un netto cambio di passo. Al momento, la conseguenza della cancellazione della Sardegna dalla cartina geografica del Governo e dell’insipienza della Giunta regionale è che le aziende e gli investitori non sanno come orientarsi e conseguentemente rinviano, quando non vi rinunciano del tutto, gli investimenti, spesso con effetti irreversibili. Il danno per l’economia sarda è di tutta evidenza gravissimo.»

«Per la Portovesme srl non è più tempo di raccomandazioni ma di impegni concreti. Il governo invece si sottrae. Per questo oggi, in sede di votazione del decreto bollette, non ho accettato la proposta del governo di trasformare un ordine del giorno, a mia firma e della collega Francesca Ghirra, in una raccomandazione sulla crisi della Portovesme.»

Lo scrive, in una nota, Silvio Lai, deputato del Partito democratico.

«Non si possono prendere in giro oltre 1.500 lavoratori, tra diretti e indiretti, che sono a casa senza alcuna tutela e nella migliore delle ipotesi in cassa integrazione con un taglio deciso dei loro stipendi che non garantisce la dignità di vita a migliaia di famiglie. In realtà cosa si chiedeva? Di arrivare come in passato è avvenuto per altre aziende ad accordi bilaterali per la fornitura dell’energia elettrica vista l’assenza in Sardegna di un metanodotto conclude Silvio Lai -. Al tempo stesso chiedevamo al governo di alzare il livello della trattativa ai massimi livelli manageriali internazionali per consentire di riattivare l’attività industriale. Il Governo si è invece girato dall’altra parte così come ha fatto finora la regione Sardegna»