26 April, 2024
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Il carcere di Iglesias si avvia alla definitiva chiusura. La conferma viene da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

.«L’apertura del carcere di Uta, che sarà inaugurato alla presenza del vertice del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a dicembre – dice Maria Grazia Caligaris –, coincide con l’ormai imminente chiusura della struttura detentiva di “Sa Stoia”, nel territorio di Iglesias. Lo stesso destino è riservato anche all’Istituto di Macomer (Nuoro). Entro la metà del mese di dicembre è prevista la conclusione della storia dei due Istituti gemelli. Il cui destino è stato definitivamente segnato sette mesi fa da un decreto ministeriale sospeso temporaneamente ma mai annullato, nonostante le manifestazioni e le proteste di amministratori, familiari, detenuti e volontari.»

«La riorganizzazione ministeriale del sistema detentivo in Sardegna – sottolinea Maria Grazia Caligaris – è improntata al risparmio e alla razionalizzazione dell’impiego degli Agenti della Polizia Penitenziaria. Il personale attualmente in servizio nelle due carceri sarà infatti utilizzato in buona parte per completare le piante organiche delle nuove strutture, in particolare quelle di Oristano-Massama e Cagliari-Uta, dove saranno concentrati la maggior parte dei detenuti.»

«E’ ancora incerto invece il destino dei sex offender dislocati a Iglesias. La struttura del San Daniele di Lanusei non può infatti accoglierli per il sovraffollamento. E’ quindi probabile che alcuni di loro vengano trasferiti a Sassari-Bancali e altri nel Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta. L’auspicio è che i trasferimenti avvengano – conclude la presidente di SDR – tenendo conto della vicinanza alle famiglie e dei programmi riabilitativi in atto. La migliore sicurezza infatti è quella di azzerare la recidiva garantendo con opportuni interventi il recupero dell’individuo durante il periodo di privazione della libertà.»

L’assessore regionale del Bilancio e della Programmazione Raffaele Paci smentisce le voci su una cancellazione della riduzione dell’Irap.
«Non solo la Giunta non cancella la riduzione dell’Irap – ha detto Paci – ma anzi la stabilizza, trasformando “a tempo indeterminato” un provvedimento della durata solo triennale che, come deciso dalla precedente legislatura, sarebbe scaduto nel 2015.»
«In Sardegna l’Irap è e resterà la più bassa d’Italia – ha aggiunto l’assessore del Bilancio -. Ma per renderla stabile, una rimodulazione dell’aliquota regionale era necessaria dopo l’ulteriore riduzione dell’Irap decisa dal governo nazionale attraverso la legge di stabilità. La somma del taglio regionale, che pur rimodulato resta, e di quello nazionale, garantirà uno sgravio importante e permanente per le imprese sarde.»
Sulla decisione dell’esecutivo Pigliaru di contrarre un mutuo da 600 milioni, il vicepresidente della Giunta ribadisce che «la Regione chiederà un prestito non certo per pagare debiti come molto spesso accaduto in passato ma per fare investimenti, per aprire cantieri, per superare l’eterno gap infrastrutturale che da sempre penalizza la Sardegna e per iniziare un percorso, troppo a lungo rimandato, di rilancio della sua economia».
Raffaele Paci 7

 

«La gestione della vertenza Igea da parte della Regione è oltremodo scandalosa: tutti gli accordi, compreso l’ultimo del 7 novembre scorso, sono stati disattesi, mentre gli operai, stremati da una situazione sempre più drammatica, sono arrivati al settimo mese senza stipendio. Unico responsabile: la Giunta dei professori, palesemente disinteressata al dramma che stanno attraversamento le maestranze Igea, e convinta di farla franca con il solito “stiamo lavorando”. Un lavoro di cui, tuttavia, non si percepisce alcun frutto.»

Lo ha detto stamane Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, dopo essersi recato a Monteponi a portare solidarietà e vicinanza ai lavoratori.

«Sono padri di famiglia che non sanno più come andare avanti, strozzati dai debiti e abbandonati da una classe dirigente che, oggi al governo, mostra di non sapere fare il proprio lavoro – ha aggiunto Locci -. Inoltre, per una ventina di precari i contratti risultano in scadenza e ancora nessuno ha fornito loro le giuste rassicurazioni. A questo punto, vista l’imbarazzante incapacità di gestire la vertenza da parte della Giunta Pigliaru, sarebbe il caso che si andasse in Consiglio regionale con una proposta di legge urgente che ponga la parola fine, regolarizzando la situazione degli operai e mettendo in sicurezza l’immenso patrimonio minerario oggi a rischio per ragioni di pubblica sicurezza. Più passa il tempo, più lo scenario si aggrava. Non si capisce cosa stiano aspettando gli uffici regionali competenti a liquidare all’Igea i tre milioni di euro di fatture scadute, o a trasferirle gli 8 milioni stanziati nell’assestamento di bilancio. L’Assessorato regionale all’Industria ha tutti i poteri per velocizzare le pratiche e dare una scossa alla burocrazia. Ma è evidente che Maria Grazia Piras sta pensando ad altro. A breve, poi, chiuderà la Ragioneria della Regione e per assicurarsi gli stipendi (almeno un anticipo prima di Natale) gli operai dovranno attendere il 2015. E questo sarebbe gravissimo, un ulteriore offesa all’indirizzo di centinaia di famiglie sarde.»

Ignazio Locci 7 copiaMinatori Igea

Daniele Reginali 6 copiaMinatori Igea

«La situazione dei lavoratori dell’Igea è oramai insostenibile. E’ necessario che vengano pagati subito gli stipendi dei lavoratori. La Regione deve intervenire e trovare una soluzione al problema. Non si può continuare a tergiversare e perdere tempo creando solo danni ai lavoratori e alle famiglie. La Regione ha titolo e competenze. Le usi e intervenga in maniera decisa  con una soluzione industriale strutturale che dia un futuro a Igea. Sulla pelle delle persone non si puo’ giocare.»

Lo ha detto stamane Daniele Reginali, segretario del Partito Democratico di Carbonia Iglesias.

Gianluigi Rubiu 65 copia

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione sulla scadenza dei pagamenti per gli interventi di sostegno economico ai dipendenti delle fabbriche in forte difficoltà.

«Da giorni attendono risposte dalla Regione sulla cassa integrazione in deroga – spiega Rubiu -. Con un sottile filo di speranza che si possa sbloccare la situazione, per una ripresa dell’attività produttiva. Un esercito di senza lavoro e le aziende in crisi accomunati da un destino davvero assurdo. Stipendi fermi da mesi, con gli ammortizzatori sociali inesistenti.»

L’emergenza riguarda, in modo particolare, il Sulcis Iglesiente e l’Ogliastra ma si allarga anche agli altri territori della Sardegna, come certificano le chiusure di diversi stabilimenti anche nel Medio Campidano e nel Nuorese.

«E’ un’ecatombe senza fine – aggiunge Rubiu – che sta mettendo in ginocchio il nostro sistema economico e sociale. Occorre predisporre tutti gli interventi necessari per consentire il pagamento della cassa integrazione per tutte le richieste già avanzate per l’anno in corso con l’apposita proroga, attivandosi altresì in vista del 2015 visto che tantissime famiglie trovano nel trattamento di integrazione salariale l’unica forma per portare avanti le spese necessarie al sostentamento del proprio nucleo familiare.»

Anche sugli interventi di sostegno al reddito incombe la preoccupazione di nuove sforbiciate da parte del Governo.

«Sarebbe un disastro – sottolinea ancora Gianluigi Rubiu -. Per questo appare opportuno realizzare un fronte comune tra le Regioni per impedire che si attui la riduzione dei beneficiari della cassa integrazione in deroga e mobilità in vista dei prossimi stanziamenti.»

«La pesantezza derivante dal prolungarsi della crisi – conclude Rubiu – rende sempre meno sopportabili le ripercussioni sociali e materiali in chi è direttamente coinvolto. Proprio per questo sono inaccettabili ed incomprensibili i ritardi nella corresponsione dei sussidi e le volontà di restringere le tutele garantite dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali. Sarebbero poi davvero inconcepibili tagli al sistema di interventi per il sostegno al reddito.»

Lunedì 15 dicembre, dalle 9.30, nelle sale dell’Ufficio Orientamento al lavoro dell’università di Cagliari – via Ospedale n. 121, Cagliari, l’azienda Elliot – Geri Hdp incontrerà i laureati e i laureandi dei corsi di laurea in Scienze economiche, giuridiche e politiche. L’incontro è curato dallo staff dell’Ufficio orientamento al lavoro – Job Placement (direzione Ricerca e territorio).

Elliot è una società di consulenza e progettazione, che offre soluzioni in ambito customer care alla clientela. Fa parte di Geri Hdp, un gruppo attivo da vent’anni nella gestione del credito, con quattro sedi in Italia e due all’estero. La finalità dell’incontro è quella di permettere all’azienda di far conoscere la propria attività ai laureati e ai laureandi di Ateneo, in vista di futuri inserimenti lavorativi. Per lo sviluppo della sede di Cagliari, Elliot recluta candidati abili nel lavoro in team, dotati di entusiasmo e di dinamismo, con competenze nel sistema Excel e conoscenza dell’inglese.

«La Sardegna deve andare oltre la sentenza del giorno 8 gennaio 2013 emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo che ha condannato lo Stato Italiano per violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, censurando i trattamenti inumani derivanti dall’accertata condizione di sovraffollamento delle carceri.»

Piero Comandini, primo firmatario di una mozione urgente, insieme agli esponenti del gruppo PD della maggioranza in Consiglio regionale, ribadisce che nonostante la condanna della Corte Europea e i vari appelli del Presidente della Repubblica la situazione penitenziaria non è cambiata e la Sardegna ha raggiunto limiti massimi, nonostante le denunce fino ad oggi nulla è cambiato per ripristinare le politiche di competenza regionale. Mentre si registra un costante aumento di reclusi sia indigeni che extracomunitari che aspettano mesi per un primo giudizio portando ad un sovraffollamento delle strutture penitenziarie, causando un collasso sulla dotazione di beni indispensabili, molte strutture rischiano la chiusura.

Piero Comandini sollecita una risposta da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, dal Ministro della Giustizia e dal Ministro delle Infrastrutture e della Salute, e precisa che «la mozione non vuole essere un atto prepotente nei confronti dell’esecutivo regionale, anzi, vuole accendere un riflettore comune sul tema, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno e la sensibilità delle istituzioni affinché venga chiarito, all’opinione pubblica, che si sta facendo quanto possibile per verificare che il processo di riordino giudiziario, specialmente degli istituti penitenziari presenti nell’isola, metta in atto un programma di interventi immediati in grado di creare condizioni di vivibilità, ripristinare i servizi e le dotazioni dei beni di prima necessità, nonché di risolvere, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e in via definitiva, il problema del sovraffollamento carcerario in Sardegna».

Piero Comandini sottolinea che, affinché tutto possa funzionare al meglio, «è necessario potenziare il corpo di Polizia Penitenziaria e definire gli incarichi dirigenziali degli Istituti isolani attestato che, cinque Direttori gestiscono 12 Istituti comprese tre ex Colonie Penali (Mammone, Isili e Is Arenas)».

Il trasferimento dei detenuti dal carcere di Buoncammino nella nuova struttura di Uta ha messo in evidenza la situazione di crisi che vive l’intero sistema carcerario, a partire da quello sanitario dove a Uta, carcere modello, attualmente ci sono solo due medici che effettuano il servizio 24 ore su 24, mancano l’archivio delle cartelle cliniche, i telefoni e i computer e, il Centro clinico dove si trovano i farmaci salva vita, non è di facile accesso, da non trascurare inoltre la mancanza di un’ambulanza e il disagio che potrebbe crearsi, in caso di emergenza, per il trasferimento di un detenuto in una dalle strutture sanitarie urbane.

Piero Comandini sottolinea che «ogni discorso sulla sanità in carcere non può prescindere dalla condizione dell’uomo, per il quale il concetto di salute non può limitarsi alla mera assenza di malattia in quanto il carcere è una summa di malattie psico-fisiche».

Piero Comandini 6

E’ in programma sabato sera, nella sede dell’associazione culturale “Isidoro Sarritzu”, in via Eligio Porcu 231, alle 18.30, a Quartu Sant’Elena, la presentazione del libro sulla vita di Enrico Berlinguer curato da Pierpaolo Farina, che ha sistematizzato per la prima volta in una raccolta di oltre 400 pagine i discorsi, gli scritti e le interviste dell’ex-segretario del PCI, che ha portato il 14 giugno 2013 Bianca Berlinguer a rompere il silenzio dopo 29 anni e a parlare per la prima volta in pubblico del padre.

Interverranno l’autore, Pierpaolo Farina, giovane di 24 anni, e Tore Corona, presidente della Fondazione Berlinguer.

La presentazione è organizzata dall’associazione culturale “Isidoro Sarritzu” e dal circolo del partito della Rifondazione Comunista di Quartu Sant’Elena.

Il libro verrà presentato anche domenica 30 novembre, alle 18.30, a Iglesias, in via Giuseppe Verdi, angolo Piazza Pichi.

Presentazione del libro su Enrico Berlinguer

Luigi Arru 7 copia
«In Sardegna nessun allarme per i vaccini antinfluenzali.» A dirlo è l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, che sottolinea come l’Aifa abbia bloccato solo due lotti del vaccino Fluad della Novartis Vaccines and Diagnostics srl., ma si tratta di un ritiro cautelativo. L’agenzia del farmaco ha un potere indipendente e agisce a garanzia della salute dei cittadini. L’assessore della Sanità aggiunge: «Il Fluad è il vaccino più sicuro e viene distribuito da anni nelle Asl ai cittadini – pazienti oltre i 65 anni. Per questo è bene non diffondere il panico: non vaccinarsi per una informazione letta in maniera distorta potrebbe essere molto più pericoloso e dannoso per la salute dei più anziani. Il ritiro cautelativo dei due lotti servirà a fare le dovute verifiche per capire se effettivamente i decessi siano legati alla somministrazione del vaccino o sia stata soltanto una coincidenza.»

 

Murale a Fonni 3 copia

Fonni si prepara ad accogliere i turisti in occasione di Cortes Apertas, la manifestazione che si svolgerà il 6, 7 e 8 dicembre nel paese barbaricino. Un evento che si preannuncia da record: sotto il tema principale delle “Mammas – le madri”, saranno infatti tantissime le iniziative e le tradizioni esposte in occasione di Cortes Apertas: ben 55 corti, 71 espositori fonnesi e 17 mostre.

 La conferenza stampa di presentazione dell’evento si svolgerà venerdì 28 novembre alle ore 11.00, presso il T Hotel di via dei Giudicati, a Cagliari. Saranno presenti Stefano Coinu, sndaco di Fonni, Marco Cualbu, assessore della cultura del comune di Fonni, Antonello Balloi, assessore delle Attività produttive, Maria Antonietta Busia, presidente Pro Loco Fonni e Delia Cualbu, imprenditrice. Quest’anno, infatti, l’offerta turistica sarà affiancata anche dalla nuova piattaforma di web marketing 3.0, con tante novità, offerte e news. “Visit Fonni” il portale turistico del Comune, nato per promuovere il territorio, è presente sui social network Twitter, Pinterest e Facebook, dove conta più di 20.000 affezionati, primo fra i canali turistici dedicati ai paesi della Sardegna.

Fonni, il più alto paese della Sardegna con i suoi 1.000 metri di altitudine, è il penultimo dei 28 paesi che aprono le loro cortes all’interno di Autunno in Barbagia.

È il mondo della Barbagia, aspra, bella e selvaggia, epicentro della Sardegna, terra rimasta fuori dal tempo ma proiettata nel futuro, fiera e consapevole dell’unicità delle tradizioni, evocatrici di antichi rituali, che fa mostra di sé a Fonni in occasione di Cortes Apertas. Fonni regalerà a tutti i visitatori un pezzo di Sardegna autentica, un’esperienza di gusto e di colori, di antiche tradizioni, di balli e musica. Le vibrazioni di canti antichi e le armonie profonde dei tenores catapulteranno lo spettatore in un altro mondo, in Sardegna, dentro la Sardegna.

Il rito de Su Cohone e’ Vrores, il suggestivo pane votivo di San Giovanni, profumi di memoria antica in cui non può mancare la realizzazione del formaggio pecorino e “s’Uscradura de Su Mannale” raccontano uno spaccato della tradizione gastronomica fra sacro e profano.

 Le ricamatrici, con decorazioni e trame, vestiranno di colori i tessuti, riallacciando i fili di storie perdute, mentre mani sapienti mostreranno la ferratura e la bardatura dei cavalli alla maniera di Fonni e il battesimo della sella. Ed ecco gli Urthos e Buttudos, le maschere tradizionali di Fonni, fanno il loro dirompente ingresso in una lotta perenne fra uomo e animale, bene e male. S’Urthu vestito di pelli nere o bianche, di montone o di caprone, cercherà di scappare e di liberarsi arrampicandosi ovunque, mentre sos Buttudos, uomini incappucciati vestiti di nero, con dei campanacci sulle spalle, con grande fatica e con le catene lo domeranno. In contrapposizione alle maschere brutte, Sas mascheras Limpias si presenteranno ballando, e indossando il costume tradizionale fonnese femminile rappresenteranno l’eleganza e la bellezza.