26 April, 2024
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La lettura dei giornali dei primi giorni del 2023 è stata sconfortante. Farmaci introvabili, intere comunità prive di medici di medicina generale e pediatri. I media hanno riportato il caso di una famiglia costretta a trasferire la madre 91enne, con ambulanza privata, da Carbonia verso un Ospedale cagliaritano e quello di un giovane fratturato costretto al trasferimento a Cagliari. E ancora il miserevole stato delle nascite nel Sulcis Iglesiente.

Merita molta attenzione il fatto che, poche settimane prima, ben 22 Sindaci del Sulcis Iglesiente avevano chiesto una più decisa presenza dello Stato per assicurare al nostro territorio la Sanità Ospedaliera e di base.
Su una testata nazionale, Italiaoggi.it, l’ex Premier Mario Monti accusa il Governo di voler distruggere la Sanità Pubblica: proprio lui che iniziò la stagione dei tagli (nel 2012). Mario Monti paventa il pericolo della fine del Sistema Sanitario Pubblico italiano a favore di una privatizzazione di tipo americano.
Trent’anni fa, quando l’Italia era più povera di oggi, tra Carbonia e Iglesias avevamo una dotazione di circa 700 posti letto ospedalieri, e circa 2.000 dipendenti, nelle due ASL. Allora nascevano almeno due mila bambini per anno e gli ospedali erano in piena efficienza. Cosa avvenne dopo il 1990 che ci ridusse nello stato descritto dai giornali?
Dei primi anni ‘90 tutti ricordano che uscì nelle sale cinematografiche il film di fantascienza di Steven Spielberg – Jurassic Park- che parlava di un’isola abitata da dinosauri mangiatori di uomini. Rimase famosa la frase del matematico del caos che disse: «Dio crea l’uomo; l’uomo crea i dinosauri; i dinosauri mangiano l’uomo».
Invece quasi nessuno ricorda che in quegli stessi giorni le ASL (Aziende Sanitarie Locali) vennero trasformate da aziende pubbliche, amministrate dai Sindaci, in Aziende Pubbliche di Diritto Privato, affidate alla gestione autonoma dei Manager. Lo Stato, con le leggi 502 del 1992 e la legge 517 del 1993, rinunciò al diretto controllo sulla Sanità per darlo ad amministrazioni autonome gestite come aziende private. I Sindaci vennero estromessi dalle ASL, nelle cui amministrazioni li aveva collocati la legge di Riforma Sanitaria 833/78.
Il sottile filo che collega i fatti dei primi anni ‘90 con l’attuale disastro del mercato dei farmaci è difficile da descrivere. Provo a raccontarlo attraverso la nostra esperienza a Carbonia sull’uso di un importante presidio anti-cancro vescicale che iniziammo ad impiegare alla fine degli anni ‘70. Nel 1979 al Sirai si iniziarono a trattare i carcinomi vescicali superficiali, oltre che con la chirurgia, con un metodo innovativo e ancora sperimentale. A Parigi, nell’Istituto Gustave Roussy, avevano appena scoperto che immettendo batteri della tubercolosi, vivi ma attenuati, nella vescica ammalata di tumore in pazienti vaccinati contro la TBC, si creava una risposta infiammatoria vescicale che distruggeva le cellule tumorali sfuggite alla resezione, perché invisibili, e anche i nidi tumorali microscopici che avrebbero dato luogo alla comparsa precoce di un altro tumore. Gli unici a detenere quel particolare ceppo di batteri tubercolari selezionati per quell’uso erano i francesi. Lo producevano nello Istituto Pasteur di Parigi. Tramite la nostra Farmacia ospedaliera riuscimmo a dotarcene, a caro prezzo, e iniziammo ad avere risultati terapeutici straordinari.
Nei pazienti ammalati di cancro alla vescica il tumore rallentava oppure scompariva per sempre. Negli anni ‘90 comparve sul mercato un concorrente belga che produceva un ceppo simile di batteri tubercolari a prezzo più basso. Per le regole del risparmio il nostro Ospedale cambiò fornitore; l’Istituto Pasteur parigino, col calo della richiesta, ridusse la produzione limitandosi alla quantità necessaria per la Francia.
Nel 2.000 comparve un altro concorrente che vendeva un prodotto simile ad un prezzo ancora più basso. Stavolta era canadese. Lasciati i Belgi, iniziammo a comprarlo dai canadesi. Del laboratorio belga non si sentì più parlare. Intorno al 2005 comparvero in vendita colture di batterio TBC per instillazioni vescicali prodotte in India. Il prezzo era ancora più basso di quello canadese. Fermati dalla concorrenza, i canadesi cessarono la distribuzione mondiale di BCG (nome tecnico del prodotto) e la limitarono al consumo nazionale. Gli Stati Uniti lo producevano e lo producono tutt’oggi come prodotto strategico per il proprio consumo.

Da allora il produttore mondiale più conveniente per l’Europa è l’India. Ciò che è successo col BCG è avvenuto anche per molti farmaci generici come gli antibiotici, i cortisonici, gli antinfiammatori FANS, gli ormoni, gli anti-ipertensivi, gli anticoagulanti, etc. L’India, e la Cina, avevano investito nella produzione industriale, a basso prezzo, di farmaci generici che avevano perso l’esclusiva. L’Europa, trovando conveniente acquistarli dall’India e dalla Cina ridusse fortemente la produzione di quei farmaci rendendosi dipendente dalle fabbriche farmaceutiche dei due paesi orientali. Adesso, con la carenza lamentata dai giornali stiamo scoprendo che, oltre a soffrire di dipendenza energetica dallo straniero, soffriamo anche della dipendenza farmaceutica. L’India, sfruttando la sua posizione di forza nel mercato farmaceutico ha aumentato i prezzi dei sui prodotti. Le nostre amministrazioni non ci stanno e l’India non ci dà farmaci. Da qui l’improvvisa penuria di farmaci: gli indiani ci hanno chiuso i rubinetti. Questo è il lato amaro della delocalizzazione delle fabbriche europee avvenuta nella euforia della globalizzazione e della finanziarizzazione dell’economia.
E’ avvenuto che la politica fatta con lo slogan della «efficienza ed efficacia, al minor prezzo possibile» ci ha resi dipendenti dal mercato e ci ha fatto dimenticare che esistono prodotti strategici e servizi strategici (come quello sanitario) che non sono cedibili. Invece abbiamo rinunciato alle industrie strategiche del farmaco e stiamo cadendo nello stesso errore con la Sanità pubblica.
E’ un fenomeno simile a quanto avvenuto nel mercato del grano, dei fertilizzanti, dei microchip, dei prodotti minerari, etc. Per effetto di questa strana concorrenza asimmetrica la globalizzazione mostra difetti per cui il calcolo ragionieristico della temporanea convenienza finanziaria ci ha portati alla penuria alimentare, farmaceutica, energetica e di sicurezza.
Proprio il calcolo puramente ragionieristico basato su una temporanea convenienza finanziaria fece perdere di vista l’esistenza di altri parametri da utilizzare nel calcolo economico come: la sicurezza, la soddisfazione, la fiducia, etc.; tutti valori non monetizzabili ma alla base della aggregazione sociale e della democrazia.
Per coincidenza, contemporaneamente al film Jurassic Park sui dinosauri, fu applicata la legge 142 del 1990. All’articolo 51 essa avviava una rivoluzione nelle amministrazioni dei Comuni. I poteri di gestione della spesa passavano totalmente nelle mani dei Direttori degli uffici a cui veniva garantita autonomia ed indipendenza. Alla parte politica, cioè ai Sindaci e ai Consigli comunali rimaneva la funzione di indirizzo e di controllo. La funzione amministrativa era passata alla Burocrazia.
Questa legge fu l’inizio di tutte le leggi che seguirono.
Contemporaneamente alla legge 142/90, che regolamentava i Comuni e le Province, vennero prodotte, con lo stesso spirito, le leggi che portarono all’“aziendalizzazione” degli Ospedali Pubblici. Anche in quel caso i Sindaci perdettero totalmente le precedenti funzioni avute nella gestione delle ASL (aziende sanitarie locali), e venne loro lasciata la sola possibilità di formulare pareri “non vincolanti”. A questo punto, l’apparato amministrativo sanitario, capeggiato dal Manager, rispondeva al solo controllo regionale.
Oggi l’apparato amministrativo sanitario regionale è costituito da un ente pubblico autonomo che gestisce tutte le contrattazioni: da quelle per l’acquisto di farmaci a quelle per l’aggiornamento strumentale e l’assunzione del personale. La burocrazia per sua natura ragiona con i numeri, con i regolamenti e con gli algoritmi, e cerca di ottenere il massimo risultato gravando il meno possibile sul bilancio. Con queste regole negli anni ‘80 non saremmo stati in grado di approvvigionarci di farmaci innovativi per il cancro e curare nei nostri ospedali patologie difficilissime.
Purtroppo, con il nuovo sistema i risultati sono quelli che stiamo vedendo e che la gente lamenta sui media sperando d’essere ascoltata.
E’ difficile, quasi impossibile, trovare una colpa per la carenza di farmaci, per la carenza di personale, per le lunghe file d’attesa nei Pronto soccorso, per la fuga di medici e infermieri dagli ospedali, etc.
Tutto, nelle norme dettate dalle leggi e dai programmi sanitari, è perfetto. Corrisponde esattamente ai fini che si posero gli autori delle riforme sanitarie, dal 1992 in poi, che istituirono la privatizzazione delle aziende. Tuttavia, con l’estromissione dalle ASL dei Politici, che sono l’unica possibile cinghia di trasmissione con i cittadini, qualcosa si è guastato ed i calcoli matematici non corrispondono alla soddisfazione popolare.

Ecco, questo è il parallelismo con Jurassic Park: Dio ha creato la Politica, la Politica ha creato la Burocrazia, la Burocrazia ha mangiato la Politica.
La Burocrazia ha bisogno della Politica dei territori.

Mario Marroccu

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Martedì 3 dicembre 2019 ricorre la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita nel 1992 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani considera importante in tale ricorrenza promuovere i diritti ed il benessere delle persone con disabilità nelle scuole.

In tale occasione promuove la conoscenza dei più importanti personaggi affetti da qualche forma di disabilità che hanno contribuito al progresso della società: il fisico, astrofisico e cosmologo, Stephen Hawking, la pittrice Frida Kahlo, il regista Steven Spielberg, lo statista Winston Churchill, il matematico John Nash, il pittore Toulouse Lautrec, i compositori Richard Wagner e Ludwig Van Beethoven, il musicista Stevie Wonder, i president degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln e Franklin D. Roosevelt, l’atleta Beatrice Vio “Bebe”, l’informatico Steve Jobs, l’attivista Helen Keller solo per citarne alcuni. L’apporto di tali figure è stato inestimabile; la disabilità non è stata un limite, ma una possibilità di esprimere le proprie potenzialità in maniera diversa e raccontare e offrire al mondo prospettive, soluzioni e “visioni” innovative.

Invitiamo il MIUR ad impegnarsi nella maniera più tempestiva possibile per formare adeguatamente docenti qualificati nel sostegno, onde supportare nella maniera più appropriata i giovani studenti bisognosi di strategie didattiche adeguate alle loro caratteristiche, per evitare, come accade all’inizio di ogni scolastico, il reiterarsi di cattedre vuote di personale specializzato.

Gli istituti scolastici sono invitati inoltre ad organizzare nel mese di dicembre attività, eventi ed incontri, sul tema segnalandoci le principali iniziative.

Il nostro slogan della giornata è #unascuolapertatutti

“Credo che le persone disabili dovrebbero concentrarsi sulle cose che il loro handicap non impedisce di fare e non rammaricarsi di quelle che non possono fare.” (Stephen Hawking)

Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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“Cinema sotto le stelle”, ecco la risposta iglesiente, dopo la chiusura del cinema multisala, avvenuta nel 2014, in attesa della sua riapertura, che appare ormai certa, dopo l’acquisto all’asta da parte di un gruppo di imprenditori romani che gestisce multisale nella Capitale. Dopo aver rappresentato un primato nell’industria dello spettacolo della Provincia (8 sale per un pubblico potenziale di 1.500 spettatori), la sua chiusura in questi tre anni, a Iglesias, ha lasciato agli amanti del cinema come uniche possibilità, lo spostamento in altri centri o lo streaming di poca qualità… O forse no: quest’estate, per 2.318 persone non è stato così.

Organizzato dal Centro Iniziative Culturali ARCI di Iglesias con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Iglesias, “Cinema sotto le stelle”, dal 1 luglio al 6 agosto (data di proiezione dell’ultimo film in lista), ha portato colore al programma dell’Estate Iglesiente presentando, nei giardini della biblioteca comunale, una rassegna di undici film nel corso di ventun serate. I film, tutti del 2016 e due del 2017, hanno incontrato l’interesse di diversi tipi di pubblico: a partire dai bambini, che hanno rappresentato la maggioranza degli spettatori per “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile” (Steven Spielberg), agli amanti del fantasy con “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali” (Tim Burton) e del romantico con “La La Land” (Damien Chazelle). Non manca il cinema sardo di grande successo con “L’accabadora” di Enrico Pau, che ha registrato il tutto esaurito in entrambe le serate (nella prima era presente anche il regista) con un totale di 481 spettatori, nonostante la tematica difficile e il tema “oscuro”. Grande partecipazione però anche per il film comico “L’ora legale” (Ficarra e Picone) che ha contato, nel corso delle due serate di chiusura della rassegna, 240 ingressi, e per il grande classico “La bella e la bestia” (Bill Condon) che, di produzione Disney, fa tornare tutti un po’ bambini.

Altri titoli in rassegna sono stati “La verità sta in cielo” (Roberto Faenza) che ha aperto le danze del cinema all’aperto, “Snowden” (Oliver Stone), “La luce sugli oceani” (Derek Cianfrance), “Jackie” (Pablo Larraín) e “Hacksaw ridge” (Mel Gibson).

Così, in conclusione della terza edizione del “Cinema sotto le stelle”, Iglesias si dimostra ancora una volta una città culturalmente attiva ed affamata di eventi, in cui il cinema e lo spettacolo non possono mancare. Il grande successo dell’“Accabadora”, sia nelle due giornate iglesienti, che in un panorama regionale, illumina una parte dello spirito popolare che, soprattutto in questo periodo e specialmente da parte delle nuove generazioni, viene denigrato e messo in disparte a favore della globalizzazione e dell’imposizione dei “grandi colossi”: l’importanza della produzione locale e la valorizzazione della storia del proprio territorio – in questo caso di un personaggio tipicamente sardo.

La location, nel cuore della città, mostra come si possa affiancare la pregnanza qualitativa dell’offerta alla disponibilità del proprio territorio, e l’eterogeneità dello staff organizzativo (in cui sono stati coinvolti anche quattro giovani ragazzi) prova che l’incontro tra generazioni sotto un obiettivo comune è possibile e – ancor più importante – estremamente fruttuoso.

In conclusione, le parole di Pietro Angelo Tocco, presidente dell’ARCI (l’associazione organizzatrice dell’evento): «È stata un’esperienza fortemente formativa, graditissima dal pubblico, con un’offerta che ha soddisfatto ogni genere di preferenza cinematografica. Cinema di qualità, cinema per tutti, è stata questa la formula scelta in occasione di questa terza sperimentale edizione che ci vedrà coinvolti anche il prossimo anno in un’organizzazione più attenta alla promozione e magari più estesa sia nell’offerta dei film che nei giorni di programmazione».

E così, chi l’ha perso quest’anno, la prossima estate (o prima, in occasione del Cinema del Mediterraneo) potrà godersi l’emozione di un bel film mescolata al vento fresco di una notte al “Cinema sotto le stelle”. In attesa della riapertura del cinema multisala di Monte Figu.

Viola Bonesu