8 May, 2024
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Riparte la mobilitazione del mondo agro-pastorale sardo. La presidente regionale di Più Sardegna, Valentina Manca, ha diffuso una nota con la quale vengono chiamati a raccolta tutti gli operatori e i consumatori della filiera agro alimentare della Sardegna.

«Chiediamo che le forniture di latte agli industriali siano regolate da un contratto triennale basato sul costo di produzione medio del litro di latte stabilito convenzionalmente in 1,12 € + IVA, che consideri il valore della prestazione lavorativa del nucleo familiare dell’allevatore in misura fissa ed equivalente a 0,60 €// litro; pretendiamo dalla nuova ministra delle Politiche Agricole, l’introduzione e l’applicazione nell’ordinamento nazionale di quanto già previsto, al riguardo, dall’art. 148 del Regolamento del Parlamento Europeo n. 1308/2013″, ed in particolare dal paragrafo 2 lettera ” i “ – si legge in una nota – Approviamo un piano di regolazione dell’offerta del pecorino romano fondato su presupposti diversi: le quote di produzione assegnate agli allevatori.»

L’associazione ha convocato la seconda assemblea generale che si svolgerà a Tramatza domenica 15 settembre 2019, alle ore 10,30, nella sala congressi dell’Hotel Anfora c/o distributore della ESSO, con la partecipazione dell’assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

All’ordine del giorno la condivisione ed approvazione dei seguenti  punti:

  1. – Integrazione, ufficializzazione ed attivazione del direttivo regionale degli allevatori della Sardegna, istituito nella precedente assemblea, che rappresenti, in modo unitario, l’intera categoria nell’incontro urgente richiesto alla nuova ministra delle Politiche Agricole on.le Teresa Bellanova.

Al direttivo sarà affidato il compito di portare avanti con forza, nei tavoli tecnici e della programmazione, le rivendicazioni della categoria, affermando la necessità urgente ed inderogabile di introdurre nel sistema nazionale la tipologia contrattuale prevista ma fino ad oggi non adottata, dall’art. 148 del Regolamento (UE) N. 1308/2013 del parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 che offre agli stati membri, la possibilità di stabilire che «le consegne di latte crudo da parte di un agricoltore ad un trasformatore di latte crudo devono formare oggetto di un contratto scritto fra le parti, che rispetti quanto previsto dal paragrafo 2 lettera “i”.

Il contratto riguarda esclusivamente le forniture di latte agli industriali caseari, mentre non è necessario mettere a punto un contratto e/o un’offerta di contratto se l’agricoltore consegna il latte crudo a una cooperativa della quale è membro.

2) Approvazione dei criteri e presupposti su cui si fonda il Piano di regolazione dell’offerta del Pecorino Romano D.O.P. predisposto da “PIU’ SARDEGNA, alternativo a quello proposto dal Consorzio di Tutela, che molte cooperative hanno già rigettato ritenendolo inadeguato. Quote di produzione assegnate agli allevatori; consapevolezza ed approvazione  preventiva degli orientamenti produttivi della cooperativa; affidamento del controllo della gestione della produzione degli allevamenti .

3) illustrazione dei presupposti normativi su cui si fonda la legittimità della richiesta di introduzione nell’ordinamento di un contratto che regoli le forniture di latte ai trasformatori industriali, applicando le norme di un regolamento già in vigore del quale, guarda caso, l’unica disposizione che fino ad oggi si è ritenuto di dover applicare è quella  prevista dall’art. 150 (reg. UE 1308/2013) che riguarda i “Piani di Regolazione dell’Offerta dei formaggi a D.O.P.”.

4) il punto sulle iniziative assunte dalla parte politica in un ottica di risoluzione della vertenza.

Nel frattempo si invitano i soci delle cooperative casearie a richiedere  ai presidenti delle rispettive cooperative di sospendere l’approvazione del piano di regolazione dell’offerta predisposto dal Consorzio, in attesa di valutazione della alternativa proposta di Più Sardegna.

«Sta iniziando la nuova stagione produttiva, non possiamo permetterci di affrontarla come in passato all’insegna dell’incertezza – affermano Valentina Manca, presidente dell’Associazione ed Alessio Atzeni, Antonio Scanu, Roberto Mulvoni e Antonello Brodu, allevatori componenti del direttivo, che esprimono solidarietà nei confronti dei produttori di pesche di San Sperate, costretti a dare ai animali gran parte del prodotto, invenduto per la concorrenza di quello estero -. Il passar del tempo consente agli industriali di sfruttare la debolezza finanziaria degli allevatori costretti in questo periodo in cui non ci sono entrate, ad affrontare cospicue anticipazioni che li induce, inevitabilmente, ad accettare le caparre offerte dagli industriali, vincolandosi a questi ultimi. Solo con l’affiancamento di tutti i gruppi di allevatori che si sono impegnati portando avanti le istanze comuni, è possibile risolvere il problema. Non capiamo perché lasciandosi trasportare da sentimenti opposti a quelli necessari per portare avanti uniti le legittime rivendicazioni, i gruppi del Nord Sardegna stiano rischiando di vanificare gli sforzi che Piu’ Sardegna sta compiendo nell’interesse di tutti.»

«Ribadiamo di voler:

– condividere con tutti gli allevatori le nostre proposte;

– definire con atti concludenti il lavoro avviato dai gruppi spontanei, come noi senza bandiera, e stringendoci la mano, unire gli sforzi per il raggiungimento dell’obiettivo comune.

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Dopo aver partecipato a giugno al tavolo di filiera presso il Ministero, che ha sancito la definitiva disgregazione del movimento senza bandiere ed essersi opposta, con successo, al tentativo del capo di gabinetto del ministro, dott. Fiorentino di estrometterla dalla trattativa, l’associazione Più Sardegna presenta al Governo, al ministero delle Politiche agricole e all’assessore regionale dell’Agricoltura, un’ulteriore proposta operativa, che se approvata potrebbe definire positivamente la vertenza latte, nel momento in cui i trasformatori delle regioni del centro nord, stanno chiudendo i contratti di fornitura del latte di origine Spagna, al prezzo di 1,18 € + IVA franco stabilimento di trasformazione.

Valentina Manca, presidente di Più Sardegna, chiede pertanto agli industriali caseari e a tutti i movimenti spontanei, di affiancare l’associazione appoggiando in modo unitario, la nuova proposta che se accolta potrebbe rappresentare la svolta dopo mesi di stallo.

Ciò anche in considerazione del fatto che sono venuti a mancare i presupposti che avevano determinato l’approvazione del decreto sull’emergenza. Infatti le ipotizzate giacenze non esisterebbero più e forse non sono mai esistite. Da qui la difficoltà di utilizzo dei fondi destinati al bando per la fornitura del pecorino romano agli indigenti ad altri impieghi.

In sintesi la proposta prevede che i fornitori della materia prima latte e gli industriali caseari stipulino, un “contratto di rete, impegnandosi a perseguire lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato.

Il contratto dovrà essere garantito dal governo, dai ministeri interessati e supportato dall’Assessorato dell’Agricoltura e dalla R.A.S., che dovranno garantire agli industriali caseari, che si impegneranno a riconoscere agli allevatori il prezzo minimo di 1 € + IVA , uno sgravio contributivo nelle forme ritenute più opportune, determinato nella misura del 10%, per ogni annualità di contratto.

Si tratta di un passaggio fondamentale per intervenire in modo incisivo sula vertenza, prosegue Valentina Manca che invita la parte politica a valutare positivamente la proposta e gli industriali caseari a promuoverla.

Da qui l’invito ad un incontro aperto per la sottoscrizione delle manifestazioni di interesse necessarie per supportare l’iniziativa, di cui Più Sardegna avrà il ruolo di soggetto proponente, da estendere agli industriali caseari, che assumerebbero il ruolo di parte attiva e non di controparte, ed a tutti gli allevatori interessati, che fin da ora vengono invitati a contattare l’Associazione rappresentata, ai fini di una loro partecipazione al progetto che se approvato rappresenterà il nuovo corso della filiera.

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Dopo gli incontri in Regione e in Prefettura a Sassari l’associazione Più Sardegna presenta al ministero delle Politiche agricole e all’assessore regionale dell’Agricoltura tre proposte operative e chiede di poterne coordinare gli interventi.

Si tratta di tre passaggi, che l’associazione ritiene fondamentali per intervenire in modo incisivo sula vertenza.

1) – L’affidamento a “Più Sardegna” della realizzazione e della gestione del Piano di regolazione dell’offerta del Pecorino Romano D.o.p.., in sostituzione del Consorzio di Tutela.

2) – Gestione commissariale delle cooperative responsabili degli eccessi di produzione incontrollata del Pecorino Romano per una stagione produttiva, con inserimento delle stesse in un progetto di filiera sperimentale e/o in un contratto di filiera, finanziati con i fondi nazionali destinati all’emergenza: chiediamo l’affidamento della gestione a Più Sardegna e ai gruppi spontanei di allevatori.

«La necessità – spiega Valentina Manca, presidente di Più Sardegna – è quella di riconvertire il sistema produttivo delle cooperative. Serve mettere in rete non  meno di sei stabilimenti caseari, che potranno operare congiuntamente condividendo scelte produttive che mirino, al miglioramento e diversificazione delle produzioni, alla valorizzazione del latte di qualità e dei prodotti derivati, alla commercializzazione unitaria dei prodotti, alla promozione della Sardegna, introducendo modelli di gestione oculata, improntata al risparmio energetico e alla necessità di affrontare i mercati utilizzando marchi regionali identificativi unici.»

3) – Stipula di un contratto di fornitura del latte prima dell’avvio della campagna produttiva con prezzo minimo del latte ovino, non inferiore al costo di produzione stabilito da ISMEA in € 1,12 + IVA, che dovrà essere integrato con quello dei derivati dalla trasformazione ovvero panna, burro e ricotta, equivalente a 0,50 €/ kg.

Più Sardegna chiede di affidare a ICQRF Sardegna (Ispettorato centrale repressione frodi) il compito di determinare le giacenze di Romano nei caseifici.

Si propone inoltre la modifica del disciplinare di produzione del pecorino romano D.o.p., prevedendo che nella produzione possa essere aggiunta una percentuale di latte di capra nella misura massima del 10/15 %. Ciò al fine di migliorarne la qualità ed i profumi.

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«Il tavolo di filiera del latte deve rientrare a Cagliari, non per una questione di campanile o per andare contro gli interessi degli altri soggetti coinvolti nella vertenza, ma per le specifiche competenze in materia demandate alla Regione Autonoma della Sardegna.»

La richiesta arriva dall’associazione “Più Sardegna – Sin. Agri”, il sindacato degli operatori e dei consumatori della filiera agro alimentare della Sardegna, alla vigilia dell’incontro convocato nella Prefettura di Sassari.

«Nel ribadire la piena condivisione della legittimità delle richieste di tutti i pastori sardi ed affiancandoli nella protesta – afferma Valentina Manca, presidente e portavoce di “Più Sardegna” – la nostra associazione ritiene di dover affidare al nuovo Consiglio regionale, eletto dalla maggioranza dei cittadini e per questo meritevole di fiducia, la gestione della vertenza del latte.»

“Più Sardegna” è nata in seguito all’iniziativa di un folto gruppo di allevatori, delle loro famiglie e dei consumatori. I rappresentanti dell’associazione hanno partecipato all’incontro con l’assessore regionale dell’Agricoltura Gabriella Murgia che si è tenuto nei giorni scorsi a Cagliari, presso la commissione agricoltura del Consiglio regionale.