26 April, 2024
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Dopo quattordici incontri svoltisi negli ultimi due mesi in tutti i territori dell’isola per illustrare alle organizzazioni di volontariato la nuova riforma del Terzo Settore, le associazioni della Sardegna si incontreranno per avanzare le loro proposte e rivendicare la loro volontà di protagonismo davanti ad una legge fortemente accentratrice. Si svolgerà mercoledì 6 dicembre l’assemblea regionale del volontariato, convocata da Sardegna Solidale a conclusione del ciclo di incontri “Volontariato e Riforma del Terzo Settore. Contenuti e prospettive”. L’appuntamento è fissato a partire dalle ore 16.00 presso la sala convegni dell’Hotel L’Anfora, al km 103 della Statale 131. Nel corso dell’assemblea, Sardegna Solidale presenterà quanto emerso dai seminari territoriali e avanzerà alcune proposte che possono favorire l’attuazione di questa riforma, garantendo una maggiore partecipazione delle associazioni. All’incontro interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru (recentemente nominato a Vienna nel direttivo del Centro europeo del volontariato) ed il presidente del Co.ge Sardegna Bruno Loviselli. 

La nuova legge sul Terzo Settore avrà delle significative ricadute su tutto il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1700 associazioni e circa 30mila volontari. Per questo motivo, non appena la riforma è stata varata Sardegna Solidale ha voluto da subito condividerla con le associazioni di tutti i territori dell’isola. I seminari si sono svolti a partire da settembre a Cagliari, Sassari, Oristano, Ozieri, Macomer, Tortolì, Nuoro, Senorbì, Tempio Pausania, Samugheo, Alghero, Olbia, Villacidro e Carbonia, ed hanno visto la partecipazione di oltre mille volontari in rappresentanza di centinaia di associazioni. Non solo: primo Csv in Italia, Sardegna Solidale ha anche stampato una guida alla riforma che è già stata consegnata a tutte le associazioni.

L’assemblea regionale del volontariato di Tramatza servirà dunque a fare il punto della situazione e ribadire la volontà dei volontari sardi di essere protagonisti del loro futuro.

 

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Anche in Sardegna le associazioni di volontariato dovranno presto adeguarsi alle nuove norme contenute nella legge sul Terzo Settore, recentemente approvata dal Parlamento. Per aiutare le organizzazioni a comprendere appieno le ricadute della riforma, Sardegna Solidale ha organizzato una serie di incontri nel territorio dal tema “Volontariato e riforma del Terzo Settore. Contenuti e prospettive”, il cui ultimo appuntamento si terrà lunedì 27 novembre a Carbonia. A partire dalle ore 16.00, nella sala del Lù Hotel, in via Costituente, interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru e il presidente del Co.ge Sardegna Bruno Loviselli. Il dibattito sarà moderato dal giornalista Vito Biolchini.

Per motivi organizzativi, i referenti delle associazioni che intendono partecipare sono pregati di registrarsi su sito di Sardegna Solidale www.sardegnasolidale.it .

L’incontro di Carbonia chiude un ciclo di quattordici appuntamenti che in tutta l’isola hanno spiegato ad oltre mille volontari, rappresentanti di centinaia di associazioni, le ricadute della nuova riforma. L’appuntamento di lunedì precede l’assemblea regionale del volontariato, in programma mercoledì 6 dicembre a Tramatza, convocata da Sardegna Solidale per presentare in sintesi quanto emerso dai seminari territoriali ed avanzare alcune proposte che possono favorire l’attuazione di questa riforma.

La nuova legge sul Terzo Settore avrà delle significative ricadute su tutto il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1.700 associazioni e circa 30mila volontari. Scopo dell’iniziativa di Oristano è quello di informare il maggior numero di volontari possibile circa le novità introdotte dalla legge 106/16 e dai conseguenti decreti attuativi in tema di volontariato e di Terzo Settore. Per questo nel corso dell’incontro volontari e rappresentanti delle associazioni potranno porre domande e quesiti agli esperti.

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Anche in Sardegna le associazioni di volontariato dovranno presto adeguarsi alle nuove norme contenute nella legge sul Terzo Settore, recentemente approvata dal parlamento. Per aiutare le organizzazioni a comprendere appieno le ricadute della Riforma, Sardegna Solidale ha organizzato una serie di incontri nel territorio dal tema “Volontariato e Riforma del Terzo Settore. Contenuti e prospettive”. Dopo i primi appuntamenti di Cagliari e Sassari, il prossimo incontro si terrà martedì 3 ottobre ad Oristano. A partire dalle ore 16.00 nella sala dell’Hotel Mistral2 in via XX Settembre, interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru e il presidente del Co.ge Sardegna Bruno Loviselli. Il dibattito sarà moderato dal giornalista Vito Biolchini.

Per motivi organizzativi, i referenti delle associazioni che intendono partecipare sono pregati di registrarsi su sito di Sardegna Solidale (www.sardegnasolidale.it).

La nuova legge sul Terzo Settore avrà delle significative ricadute su tutto il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1700 associazioni e circa 30mila volontari. Scopo dell’iniziativa di Oristano è quello di informare il maggior numero di volontari possibile circa le novità introdotte dalla Legge 106/16 e dai conseguenti decreti attuativi in tema di volontariato e di Terzo Settore. Per questo nel corso dell’incontro volontari e rappresentanti delle associazioni potranno porre domande e quesiti agli esperti. Ulteriori appuntamenti verranno organizzati già dalla prossima settimana negli altri territori della Sardegna.

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La nuova legge sul Terzo Settore, recentemente approvata dal parlamento, avrà delle significative ricadute su tutto il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1.700 associazioni e circa 30mila volontari. Data la complessità della nuova normativa e l’esigenza di numerose associazioni di approfondire la materia, Sardegna Solidale ha organizzato nel territorio una serie di incontri dal tema “Volontariato e Riforma del Terzo Settore. Contenuti e prospettive”.

Il primo appuntamento è in programma oggi a Cagliari. A partire dalle 16.00 nella sala del T-Hotel, interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, l’esperto di Terzo Settore Tiziano Cericola, il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli, il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau e il portavoce del Forum del Terzo Settore in Sardegna Fernando Nonnis. L’incontro sarà moderato dal giornalista Vito Biolchini. 

Scopo dell’iniziativa è quello di informare il maggior numero di volontari possibile circa le novità introdotte dalla legge 106/16 e dai conseguenti decreti attuativi in tema di volontariato e di Terzo Settore. Per questo nel corso dell’incontro volontari e rappresentanti delle associazioni potranno porre domande e quesiti agli esperti.

Il secondo appuntamento del ciclo “Volontariato e Riforma del Terzo Settore” si terrà mercoledì 27 a Sassari (Hotel Grazia Deledda, ore 16.00). Anche in questo caso, volontari ed associazioni potranno confrontarsi con gli esperti sulle ricadute della nuova normativa. 

Dopo gli incontri di Cagliari e Sassari, ulteriori appuntamenti verranno organizzati nei prossimi mesi negli altri territori della Sardegna.

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La nuova legge sul Terzo Settore, recentemente approvata dal parlamento, avrà delle significative ricadute su tutto il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1.700 associazioni e circa 30mila volontari. Data la complessità della nuova normativa e l’esigenza di numerose associazioni di approfondire la materia, Sardegna Solidale ha organizzato nel territorio una serie di incontri dal tema “Volontariato e Riforma del Terzo Settore. Contenuti e prospettive”.

Il primo appuntamento è per lunedì 25 settembre a Cagliari. A partire dalle 16.00, nella sala del T-Hotel, interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, l’esperto di Terzo Settore Tiziano Cericola, il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli e il portavoce del Forum del Terzo Settore in Sardegna Fernando Nonnis. L’incontro sarà moderato dal giornalista Vito Biolchini.

Scopo dell’iniziativa è quello di informare il maggior numero di volontari possibile circa le novità introdotte dalla legge 106/16 e dai conseguenti decreti attuativi in tema di volontariato e di Terzo Settore. Per questo nel corso dell’incontro volontari e rappresentanti delle associazioni potranno porre domande e quesiti agli esperti. 

Il secondo appuntamento del ciclo “Volontariato e Riforma del Terzo Settore” si terrà mercoledì 27 a Sassari (Hotel Grazia Deledda, ore 16.00). Anche in questo caso, volontari e associazioni potranno confrontarsi con gli esperti sulle ricadute della nuova normativa.

Dopo gli incontri di Cagliari e Sassari, ulteriori appuntamenti verranno organizzati nei prossimi mesi negli altri territori della Sardegna.

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La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi. È questo il grido che oggi si è alzato forte ad Olbia in occasione della celebrazione della ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, in contemporanea con la manifestazione nazionale svoltasi a Locri. Cinquemila tra studenti, volontari, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e amministratori hanno gremito piazza Mercato e qui, così come in altre quattromila piazze italiane, sono stati letti gli oltre 950 nomi delle vittime innocenti della mafia.

Sul palco di Olbia c’erano anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente di scorta del giudice Borsellino uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano.

«Tutti i nomi dei caduti nella lotta alla mafia vanno ricordati con la stessa forza e la stessa dignità -ha detto Claudia Loi -. Da quel 19 luglio la mia vita è profondamente cambiata ma nonostante tutto io non conservo sentimenti di odio verso gli assassini di mia sorella, ma un profondo sentimento di memoria, legalità e di giustizia. Ora con mio fratello Marcello e mia nipote Manuela portiamo avanti l’eredità che ci deriva dal sacrificio di Emanuela. Siamo sentinelle della memoria, la lampada che illumina la strada della giustizia. E questo oggi è il filo conduttore della nostra vita.»

«La mafia non può essere battuta solo grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma serve la mobilitazione di tutti noi – ha aggiunto Cesare Castelbuono -. E il tempo non cancellerà il ricordo di chi ha creduto nella giustizia e nella legalità».

Si è invece rivolto direttamente ai ragazzi Pino Tilocca. «Noi familiari possiamo vivere una giornata come questa da soli con rabbia oppure in piazza insieme a tante persone, e per questo vi ringrazio per la vostra presenza – ha affermato –. La morte di mio padre è un elemento incancellabile, però oggi io posso essere qua in mezzo a migliaia di persone a parlarne, mentre chi ha ucciso mio padre deve stare zitto e nascosto. Noi possiamo sventolare le nostre bandiere, loro no». Per Tilocca «la qualità reale della lotta alla mafia è data dalla presenza e della partecipazione dei cittadini a giornate come questa. Oggi in Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno è stata celebrata in quattromila piazze, piene di gente viva che non solo ricorda ma dichiara il suo impegno per il futuro. Perché noi vogliamo essere l’esempio di una Italia migliore».

Aprendo la manifestazione, il referente regionale di Libera Giampiero Farru ha ricordato la recente approvazione della legge che istituzionalizza la Giornata del 21 marzo. «Siamo ad Olbia per rilanciare il messaggio che chi non ha memoria non ha storia, perché la memoria è la forza di cambiamento attiva sul fronte dell’impegno e responsabilità. E questa piazza gremita di giovani ci fa dire che anche in Sardegna ci sono testimoni di bellezza».

«La vostra presenza ad Olbia ci riempie il cuore – ha sottolineato nel suo intervento il sindaco di Olbia Settimo Nizzi -. Giornate come questa devono servire per ricordarci che le istituzioni devono lavorare affinché tutti noi possiamo vivere in una società civile dove il diritto prevale sull’abuso.»

«La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi – ha dichiarato il prefetto di Sassari Giuseppe Marani -, perché la lotta alla mafia non è una lotta degli altri. La scuola ha un compito fondamentale per educare alla legalità e la lotta alla dispersione è lotta alla legalità. E ai familiari delle vittime dico: abbiate la certezza che noi non dimenticheremo.»

«La chiesa non poteva non esserci ma ci siete soprattutto voi e questa è la cosa più importante – ha detto il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias monsignor Sebastiano Sanguineti -. Abbiamo visto quello che è successo a Locri, quindi è evidente che la mafia non gradisce il messaggio che arriva da queste piazze. E allora anche da Olbia si deve levare alto il grido: basta con le mafie, basta con il malaffare, gli appalti truccati, le ruberie nelle mille forme in cui si manifestano!»

«Non facciamo cadere il coraggio – ha proseguito il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis – e anzi facciamo sì che il coraggio che ha animato le vittime che oggi ricordiamo sia ogni giorno anche il nostro.»

A nome di tutti gli studenti presenti è intervenuto il giovane Emanuele Corongiu dell’Istituto Marconi di Cagliari: «Nelle nostre scuole in questi mesi abbiamo ricordato figure importanti per la lotta alla mafia come Pio La Torre, e noi oggi siamo qui per ricordare le vittime della mafia, perché non si può sconfiggere la mafia non se ne parla».

Significativi anche gli interventi del presidente del Co.Ge. Bruno Loviselli («Ciò che la mafia teme di più è la confisca dei beni») e di padre Salvatore Morittu che ha affermato: «Certe volte noi sardi ci illudiamo che la mafia nella nostra isola non ci sia, ma io ai ragazzi dico questo: ogni volta che comprate una dose di droga, quei soldi vanno tutti alla mafia. È da lì che deve cominciare la nostra lotta».

Dopo gli interventi e la lettura dei nomi, dai maxischermi allestiti in piazza Mercato è stato rilanciato l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha tenuto dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si è conclusa con la musica degli Almamediterranea.

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Nuoro 71 copia

Nuoro ospita l’edizione 2016 di “Cambia musica: scegli di essere un volontario – Una Scuola che Accoglie”, la manifestazione che apre il progetto “Scuola & Volontariato” grazie al quale nei prossimi mesi centinaia di giovani diventeranno protagonisti della vita di numerosissime associazioni, impegnati in tutta l’isola in progetti riguardanti la solidarietà e il sociale. L’appuntamento è per sabato 10 dicembre a partire dalle ore 10.00, nella sala del Teatro Eliseo, e sarà come sempre una festa. Nel capoluogo barbaricino sono attesi infatti oltre mille di studenti, in rappresentanza degli ottantasei istituti superiori che, in diversi territori della regione, hanno aderito al protocollo d’intesa siglato tra il Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna.

Il programma della giornata si incentrerà sulle testimonianze degli studenti circa le loro esperienze di solidarietà e cittadinanza attiva in corso, ma non mancheranno i momenti di spettacolo con l’esibizione del giovane artista sardo Moses (vincitore dell’ultima edizione di Italia’s Got Talent), del gruppo musicale Radio Violin Trio, dell’artista Manuelle Mureddu, dei percussionisti senegalesi e da diversi gruppi di animatori.

Nel corso dell’iniziativa, che sarà condotta da Giovanni Carroni, interverranno inoltre il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il prefetto Giovanni Meloni, il questore Massimo Alberto Colucci, insieme al presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, al presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli e all’equipe del Progetto “Scuola e Volontariato”.

“Scuola & Volontariato” consente l’attivazione di progetti educativi che fanno perno sui valori fondamentali su cui si fondano il nostro Paese e l’Europa, quali la giustizia, la solidarietà, l’inclusione sociale, la cittadinanza e l’accoglienza, sperimentando la pratica del volontariato come forma di apprendimento, di relazione interpersonale e di servizio. Inseriti all’interno della vita delle associazioni, ragazze e ragazzi accrescono così le loro competenze ma soprattutto si confrontano con una dimensione, quella della gratuità e del dono, che oggi viene sempre più relegata ai margini della nostra società. Grazie al volontariato invece, i giovani scoprono un mondo nel quale impegno, solidarietà e competenza si fondono in un unico concreto progetto di rinnovamento individuale e collettivo, i cui risultati non si colgono solo nel periodo passato a stretto contatto con le associazioni ma, soprattutto, maturano e danno frutti nel tempo.

La manifestazione di Nuoro si propone di incoraggiare l’incontro con l’impegno sociale, con la solidarietà e con l’accoglienza, con l’obiettivo di diffondere sempre più la cultura della solidarietà e il volontariato come stile di vita soprattutto tra le nuove generazioni.

Nel corso della manifestazione diverse associazioni proporranno le loro attività, allestendo banchetti informativi e impegnandosi in esercitazioni e simulazioni sul campo. Un modo in più per far comprendere quali attività intraprenderanno i giovani che aderiranno al progetto “Scuola & Volontariato”. E dopo le testimonianze, la musica, i momenti di riflessione e di spettacolo, un pranzo al sacco concluderà la manifestazione, uno dei punti di forza di Sardegna Solidale. Le scuole che stanno aderendo anno dopo anno al progetto “Scuola & Volontariato” sono sempre di più, a dimostrazione della bontà della strada intrapresa e che punta a trasferire alle giovani generazioni i valori dell’impegno gratuito a favore delle nostre comunità.

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Lunedì 5 dicembre si celebra la Giornata Internazionale del Volontariato. Una ricorrenza importante che Sardegna Solidale onorerà ad Oristano dove nel pomeriggio si terrà la premiazione del concorso di idee “Promuoviamo il Volontariato”. Appuntamento a partire dalle ore 16.00, presso l’Aula consiliare del Comune, in piazza Eleonora.

Il concorso, destinato tutte le associazioni presenti e operanti in Sardegna, è finalizzato alla promozione del volontariato in un’ottica di coinvolgimento, soprattutto, dei giovani. Alle associazioni è stato richiesto di raccontare la loro attività con uno scritto, un video, una foto, un manifesto o un gadget.

Gli elaborati giunti a Sardegna Solidale sono stati 91, presentati da 67 associazioni, a dimostrazione del successo che da anni il concorso riscuote. Negli ultimi mesi una apposita commissione ha visionato, esaminato e selezionato i lavori pervenuti, giungendo a stilare una graduatoria sulla base di tre indicatori: originalità, efficacia/impatto della comunicazione, qualità.

All’iniziativa parteciperanno il sindaco di Oristano Guido Tendas, il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, il presidente del Coge Sardegna Bruno Loviselli, il presidente dell’Avis Sardegna Antonello Carta e i formatori Stefania Aru e Giuseppe Cosseddu.

Giampiero Farru, presidente di Serdegna Solidale.

Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale.

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Si rinnova l’appuntamento con il concorso “Il Volontariato in Sardegna”, organizzato da Sardegna Solidale e riservato alle tesi di laurea e ai lavori di ricerca sul tema della solidarietà e del Terzo Settore nell’isola. La premiazione avverrà venerdì 2 dicembre, alle ore 16.00 presso, l’Aula Arcari della Facoltà di Scienze Economiche, in viale Sant’Ignazio 86, a Cagliari. Alla cerimonia interverranno il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli, il professor Giovanni Sistu della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, e l’economista e formatore Gabriele Mereu.

I lavori pervenuti sono stati ben diciassette, a conferma dell’importanza dell’iniziativa che da anni stimola i ragazzi e le ragazze ad approfondire sotto vari aspetti i temi della solidarietà.

Al concorso hanno partecipato Dolores Brais con un lavoro su “Le rappresentazioni sociali legate all’autismo: percezione e nuove prospettive nel lavoro sociale”, Luisa Brodu (“Per fare un albero ci vuole un seme. Giovani volontari in Pediatria”), Pier Paolo Campus (“La normativa sul volontariato in Italia”), Maria Silvia Caredda (“Psicotraumatologia e psicologia dell’emergenza. Uno studio sul burnout con i modelli di equazioni strutturali”), Erica Ceccarelli (“Il volontariato come dono: l’esperienza di un’associazione dell’Anglona”), Donatella Deiana (“Progettare un’app per il sociale. L’esperienza dell’associazione Casa Emmaus”), Claudia Dessena (“Autismo, servizi e strategie di intervento. La specificità della pet terapy come propulsore di benessere”), Manlio Diana (“I Quattro Sordi”), Chiara Laino (“Percorsi di vita oltre le distanze”), Andrea Marcello (“Le cooperative sociale e la gestione multistakeholder. Il caso della Cooperativa Servizi Sociali”), Giulia Masala (“Promuovere il benessere e l’empowerment della persona con disabilità attraverso lo sport: l’esperienza del Progetto Filippide”), Carlotta Pili (“Il volontariato come pratica educativa. L’esperienza dell’Associazione Bambini Ospedalizzati Sardegna – ABOS”), Mariantonietta Pinna (“Studio di marcatori liquorali nella sclerosi multipla”), Stefania Soro (“Effetti di un programma di attività fisica adattata sul profilo motorio-funzionale e qualità di vita in pazienti con cardiopatia ischemica”), Valeria Sotgiu (“Donare e costruire relazioni. Fund raising come prospettiva per il lavoro di comunità”), Marcella Vinci, Paolo Dentoni e Stefano Lecca (“L’oratorio: inclusione sociale e prevenzione”), Nicola Piras, Lara Porcella, Manuel Soddu e Giovanni Zoccheddu (“Mediterraneo in città. Architettura per l’incontro”).

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Per combattere la povertà non servono più soldi ma migliori servizi. Perché la povertà raccontata dai poveri è ben diversa da quella immaginata dalle amministrazioni, che pure investono cifre poderose (in Sardegna la spesa pro capite è di 108 euro, a fronte dei 38 euro di media nazionale) per raccogliere però risultati parziali, se non insoddisfacenti. È il risultato della ricerca “Le trappole della povertà in Sardegna: soluzioni e strategie”, realizzata dalla Fondazione Zancan su commissione del Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale” e presentata ieri a Cagliari nel corso di un incontro svoltosi nell’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.

La ricerca si è basata su 52 interviste ad altrettante famiglie povere sarde, ed è stata integrata da due focus group a cui hanno partecipato esperti, volontari ed amministratori. Il risultato è un quadro inedito del fenomeno perché «anche in Sardegna si continuano a fare politiche contro la povertà senza sentire i maggiori esperti: cioè i poveri», ha affermato Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale.

La domanda di partenza è stata: quali sono i principali fattori legati alla condizione di povertà, soprattutto di lunga durata, delle famiglie?

Ogni famiglia ha indicato in media tre criticità e la prima (richiamata con una percentuale del 95 per cento) è stata l’assenza di un lavoro, seguita da problemi legati all’abitazione (65 per cento) e alla salute (58 per cento). «È evidente dunque che una semplice erogazione finanziaria non risolve assolutamente la gran parte dei problemi connessi alla povertà, che è un fenomeno generato da fattori concomitanti che dunque necessita di una molteplicità di azioni», ha spiegato il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato.

Con la seconda domanda è stato chiesto alle famiglie di indicare gli interventi, forniti da soggetti pubblici o privati, che li hanno aiutati maggiormente.

Il 95 per cento delle famiglie ha ottenuto contributi, il 69 aiuti di prima necessità e il 29 per cento assistenza abitativa. Servizi di orientamento e sostegno, agevolazioni sui servizi per bambini/ragazzi e assistenza domiciliare hanno riguardato rispettivamente il 27, 23 e 13 per cento delle famiglie.

A fornire questi aiuti sono stati nell’11,7% dei casi familiari o amici (e quasi due terzi di questi aiuti sono stati contributi a sostegno del reddito del nucleo), nel 33,1% enti privati (associazioni, organizzazioni di volontariato), e nel 55,2% enti pubblici di vario livello. In questo caso, circa tre quarti degli aiuti sono stati contributi economici diretti (erogazioni di sostegno al reddito, contributi per lavori socialmente utili, pensioni e indennità di invalidità) o indiretti (contributi per visite mediche e farmaci, per affitto o utenze).

Ma come le famiglie hanno valutato gli aiuti ricevuti? Su una scala da uno a cinque, il livello medio di utilità degli aiuti ricevuti è quasi 3,7. Ma non tutti gli interventi sono stati ritenuti ugualmente utili. Paradossalmente, ai contributi economici e ai beni materiali di prima necessità le famiglie hanno attribuito un livello di utilità più basso (tra 3,5 e 3,6), mentre al sostegno fornito in forma di prestiti agevolati è associato il massimo livello di utilità (punteggio medio 5,0), seguiti dai servizi di assistenza abitativa (4,7), orientamento/sostegno psicosociale e assistenza sociosanitaria (4,5), servizi di assistenza domiciliare (3,9) e accoglienza residenziale (3,6). «Se i servizi di microcredito sono i più apprezzati significa che le persone vogliono restituire le risorse ricevute – ha spiegato Vecchiato – segno che l’assistenzialismo non è ineluttabile ma è generato dalle politiche messe in campo».

Per quanto riguarda invece gli aiuti non ricevuti, le famiglie hanno individuato 152 aiuti di cui avrebbero avuto bisogno (e l’85,5% delle famiglie ha citato almeno un aiuto mancato). Il 71 per cento delle famiglie ha lamentato l’assenza di servizi per il lavoro, il 60 di contributi e il 20 di assistenza abitativa.

Ma non tutti gli aiuti “mancati” hanno pesato ugualmente sulle famiglie in difficoltà.

Il livello massimo di gravità è stato associato alla mancanza di sostegno socio educativo (dopo-scuola per i figli), supporto psicologico o informativo, assistenza sanitaria, sociosanitaria e domiciliare, agevolazioni sul credito.

Di poco inferiore (4,9) è il livello medio di gravità attribuito al mancato sostegno per la frequenza di servizi educativi e percorsi scolastici dei figli (servizi di trasporto e mensa scolastica, borse di studio, agevolazioni per nidi).

4,7 è il livello medio di gravità associato alla mancanza di servizi di orientamento e intermediazione al lavoro.

Minore è invece la gravità media attribuita al mancato ricevimento di contributi economici (4,5) e beni materiali di prima necessità (4,2).

Sotto questo aspetto, sono significative alcune voci raccolte nel corso della ricerca.

I servizi per l’impiego non ti rispondono… tutti vogliono persone con esperienza, ma se non ti fanno fare neppure un tirocinio… (Int. 21)

Mi sono rivolta a enti o associazioni solo quando mi sono trovata alle strette, e ho sempre chiesto il meno possibile… spesso mi sono trovata di fronte a persone che mi hanno umiliata… lo vedo anche in comune… come si permettono di etichettare, di non portare rispetto… non tutti son così, ma alcuni sì, e danno molto fastidio… non so, è una questione di approccio iniziale: gli aiuti ci sono, ma il modo con cui vengono fatte queste cose fa la differenza… (Int. 29)

Parlo solamente del problema di mio figlio, lo Stato cioè non esiste… la Asl diciamo non esiste… un colloquio faceva ogni due mesi perché c’era una neuropsichiatra che doveva seguire mille bambini… [I servizi per il figlio] non ci sono stati, assenti, irreperibili. [Quanto grave è stata la mancanza da uno a cinque?] Dieci si può scrivere? (Int. 37)

L’ultima parte dell’intervista alle famiglie ha cambiato prospettiva, secondo l’idea guida del welfare generativo per cui la lotta alla povertà non può prescindere dall’idea che “non posso aiutarti senza di te”. Il 73 per cento delle famiglie ha così affermato di essere pronta a mettere a disposizione della comunità (vicini di casa, associazioni di volontariato, parrocchia ecc.) le proprie risorse o capacità. «In questo ambito il volontariato può fare molto – ha spiegato Vecchiato – facendo incontrare offerta e domanda, tenuto conto che le famiglie hanno espresso un giudizio positivo sull’importanza del ruolo delle associazioni di volontariato nel sostenere le famiglie povere, attribuendo un punteggio medio pari a 4,1».

Al termine della presentazione (a cui hanno preso parte anche il presidente del Comitato promotore del Csv Sardegna Solidale don Angelo Pittau, il  direttore regionale della Caritas don Marco Lai, il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli, il consigliere regionale Luca Pizzuto ed il responsabile del Servizio Studi e Ricerche di Caritas Sardegna Raffaele Callia), sono state premiate le associazioni partecipanti al concorso “Poveri per sempre?”, promosso da Sardegna Solidale per far emergere le strategie contro la povertà messe in campo dal volontariato nei vari territori. Alla premiazione sono intervenuti Vittorio Pelligra (docente di Politica Economica Università di Cagliari), Gianni Concas (volontario Mensa del Viandante) e Linda Migliaccio (Presidente del Gruppo Volontariato Vincenziano Sardegna).