26 April, 2024
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«Dio ha creato i colori per arricchire il mondo e renderlo più bello e accogliente.»

Lo ha detto Mamadou Camara, 28 anni, nato in Guinea, che oggi vive nel centro di accoglienza per richiedenti asilo Casa Emmaus a Iglesias e che sogna di diventare chef. Per raggiungere questo traguardo sta completando il ciclo di studi all’Istituto “Galileo Ferraris” di Iglesias.

Mamadou Camara è intervenuto nell’aula Magna del “Ferraris” all’incontro che ha aperto l’iniziativa “Sardos e Migrantes”, organizzata dalla Regione sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione.

«Le parole di Mamadou – ha dichiarato Filippo Spanu – riassumono il senso di questi momenti di approfondimento con i quali vogliamo far capire quanto sia importante per i giovani vivere in una società aperta e rispettosa di tutti, al di là del colore della pelle, dell’appartenenza etnica e delle religioni. Crediamo che i ragazzi, con corrette informazioni e sentendo i racconti drammatici di chi ha lasciato il suo paese devastato da guerre, povertà e conflitti etnici possano farsi un’idea del fenomeno migratorio.»

Sono intervenuti anche il giovane richiedente asilo Ibrahim Djallo, originario del Gambia, il direttore di Casa Emmaus Fernando Nonnis, la mediatrice culturale Carla Pinna ed il dirigente scolastico Massimo Mocci, si è svolta una degustazione di piatti tipici di Siria e Marocco.

Filippo Spanu ha inoltre ringraziato per il lavoro che stanno svolgendo ai fini dell’inclusione e dell’integrazione dei migranti gli operatori impegnati nel campo dell’accoglienza, che in Sardegna sono circa 1.000, ed i responsabili di Cas e Sprar: «Abbiamo costruito un modello fondato su un’accoglienza diffusa, nell’isola la media delle presenze nelle strutture è di 28 persone. Un plauso va anche ai Comuni che hanno offerto il loro prezioso sostegno alla costruzione di questa rete di solidarietà».

E proprio sul ruolo dei comuni era incentrato l’incontro successivo che si è svolto negli spazi del centro culturale a cui hanno preso parte, oltre all’assessore Filippo Spanu e a Fernando Nonnis, il sindaco di Iglesias Mauro Usai e Luca Di Sciullo, che ha presentato il Dossier statistico sull’immigrazione curato dal Centro Studi e Ricerche Idos.

Sempre a Iglesias, in piazza Sella, si è poi svolto un altro momento di degustazione di piatti africani preparati dai giovani richiedenti asilo prima dello spettacolo “C.arte d’imbarco” che ha chiuso, al Teatro Electra, l’intensa giornata di Sardos e Migrantes.

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Gli ultimi mesi dell’anno hanno dato l’opportunità ad alcune ragazze del centro di accoglienza straordinaria di prendere parte al corso di formazione professionale dal titolo “gestione della sala e gestione sicura del luogo di lavoro” organizzato dalla Confesercenti Provinciale di Cagliari e volto all’acquisizione delle competenze di base del servizio di gestione della sala. Le ragazze hanno accolto con molto entusiasmo l’opportunità  e, nonostante le difficoltà con la lingua italiana, si sono sperimentate nelle lezioni teorico- pratiche ottenendo l’attestato finale. Il corso, che si è tenuto tra novembre e dicembre dell’anno appena concluso, si è rivelato una buona occasione per imparare termini tecnici della lingua italiana e approcciarsi ad una nuova professione, nella speranza che possa convertirsi in uno strumento spendibile nel mercato del lavoro. Da qualche mese, inoltre, le giovani e neomaggiorenni ragazze del CAS frequentano il Centro Giovani della città di Iglesias, un servizio rivolto ai giovani e agli adolescenti dai 14 ai 30 anni. In una realtà in cui accade spesso che persone con differenti background culturali vivano insieme in società è necessario che vi siano spazi alternativi che permettano di sperimentare la conoscenza e il rispetto delle diversità che fanno parte del nostro quotidiano, per creare uno spirito di accoglienza, mutua accettazione, scambio costruttivo e arricchimento di valori. L’idea della collaborazione con il Centro Giovani del Comune di Iglesias nasce con l’obiettivo di favorire la creazione di un momento di incontro e scambio tra i giovani ospiti di Casa Emmaus e i coetanei iglesienti in un percorso di scoperta del Sé e dell’Altro, per agevolare il passaggio di informazioni e lo scambio costruttivo di esperienze. Nelle serate al centro giovani, ormai divenute appuntamento fisso, i ragazzi si cimentano in tombolate multilinguistiche, giochi di società, partite al biliardino e momenti di socializzazione.

Carla Pinna, CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria)

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Conoscere l’arte, la lingua italiana e la comunità che li accoglie con una caccia al tesoro e degli indovinelli. Così ragazze e ragazzi, ospitati presso il centro di accoglienza straordinaria (CAS) di Casa Emmaus e nella struttura per minori stranieri non accompagnati (MSNA), hanno scoperto dove si trova la fontana di “Su Maimoni”, gli ingredienti del mustazzeddu e che Pan di Zucchero è “una montagna che esce dall’acqua”.

L’idea della caccia al tesoro nasce per permettere agli ospiti di interagire con la comunità locale, esplorare in modo creativo e divertente la città e destreggiarsi nel territorio, elaborando informazioni e orientandosi. E’ un’attività che fornisce la possibilità di muoversi, di fare, scoprire e confrontarsi, in cui la lingua diviene strumento di espressione del sé e d’interazione sociale.

L’attività si è svolta in due giornate, a metà e alla fine di luglio, e ne sono stati protagonisti ragazzi e ragazze provenienti da diversi paesi dell’Africa, quali Gambia, Nigeria, Camerun, Costa d’Avorio e Mali. Questo ha permesso loro di scoprire in maniera ludica le bellezze artistiche della città, ma anche le tradizioni gastronomiche e i servizi presenti sul territorio. Partendo dalla piazza principale, e suddivisi in squadre eterogenee, hanno esplorato la città seguendo le indicazioni  con l’aiuto di una cartina.

In breve tempo, gli indovinelli sono stati risolti e i compiti portati a termine, grazie alla collaborazione di passanti e commercianti del centro, che hanno offerto il loro aiuto nello svolgimento del gioco. I vincitori sono stati decretati non solo in base al tempo impiegato ma anche alla completezza e precisione nelle risposte.

Carla Pinna, CAS (Centro Accoglienza Straordinaria)

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Anche quest’anno, come ormai accade da ben cinque anni, si sono disputati i “Giochi matematici del Mediterraneo”.

Ai giochi hanno partecipato le classi terze, quarte e quinte della scuola primaria e le prime, le seconde e le terze della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia, sotto la dirigenza di Romina Lai. La gara ha visto le classi partecipanti impegnate in tre prove: la prima di classe, la seconda d’istituto e la terza regionale.

Il 4 marzo si è svolta, a Selargius, la terza prova, quella regionale, che ha fornito la possibilità ai primi classificati di ogni classe, di accedere alla gara nazionale che si svolgerà a Palermo.

Ma leggiamo le impressioni dei partecipanti più piccoli, che si sono emozionati nel prender parte ad un evento che li ha coinvolti non poco.

Luca Colasanto, alunno della terza A tempo pieno di via Mazzini, insegnante Nicoletta Leone, ha ricevuto la medaglia di bronzo per essersi classificato al terzo posto.

«Dopo la prova ci hanno riunito tutti in una stanza, per aspettare i risultati… io avevo molta paura, il cuore mi batteva forte forte… quando poi hanno letto il mio nome, il cuore mi batteva ancora di più… ma per la contentezza!»

Lorenzo Pinna, classe quarta C tempo normale, insegnante Carla Pinna, andrà a Palermo perché si è classificato al primo posto ed ha ritirato con gioia la medaglia d’oro.

«All’inizio ero calmo, poi però ogni cinque minuti chiedevo quanto mancava… mi sono persino colpito l’occhio col foglio! Poi ho iniziato a sudare… mancava poco tempo e avevo ancora quattro prove… stavo morendo dal caldo… la maestra non pensava che ce l’avrei fatta! Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto: Alex, Daniele, Francesco e tanti altri compagni.»

Paolo Mammarella, classe quarta B tempo normale, insegnante Carla Pinna, si è classificato al terzo posto, medaglia di bronzo.

«Anche l’anno scorso ho partecipato ai Giochi del Mediterraneo, però quest’anno mi è piaciuto di più perché c’era anche qualche mio compagno di classe. Mi sarebbe piaciuto che tutta la classe si fosse classificata per andare tutti insieme a Palermo, perché io adoro i giochi di squadra. Per me le prove sono state divertenti e facili, anche se non sono arrivato primo ma terzo. Ho dato, comunque, una soddisfazione alle maestre, soprattutto a maestra Carla, insegnante di matematica, e ai miei compagni di classe.»

Alessio Billai, classe quinta B tempo normale, insegnante Isa Pani, si è classificato al terzo posto, medaglia di bronzo…

«Quando sono arrivato a Selargius ero teso. Alla fine della prova ero tranquillo e quando mi hanno premiato tra i primi tre avevo ansia. Sono arrivato terzo e dopo aver ritirato la medaglia e l’attestato sono rientrato a casa felice e contento.»

Leggere le emozioni dei bambini ti dà come un senso di pace, “di cose vere”, loro si raccontano senza timori, parlano delle loro paure, delle loro aspettative…

Il segreto, da parte degli adulti, sta nel non caricarli di troppe aspettative, di fargli vivere le esperienze serenamente, in modo che possano diventare bagaglio da “tirar fuori” quando “la vita lo chiede!”

Nadia Pische