26 April, 2024
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La Regione Autonoma della Sardegna ha impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale il decreto del Direttore Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del ministero dell’Ambiente con il quale si dà immediata attuazione allo scenario di “phase out completo” dall’impiego del carbone per la produzione di energia termoelettrica entro il 31 dicembre 2025. Lo ha deciso la Giunta approvando una delibera in tal senso. Seppure la Regione Sardegna sia fortemente impegnata nel perseguire l’obiettivo della decarbonizzazione, appare altresì evidente che questo presenta problematiche con riferimento alla gestione in sicurezza della rete e dell’intero sistema energetico sardo. Il provvedimento ministeriale, che comporterebbe la chiusura delle Centrali Grazia Deledda di Portovesme e di Fiumesanto a Porto Torres al 2025 senza che sia stato chiarito lo scenario sostitutivo, oltre che essere illegittimo, produrrebbe – secondo la Regione – effetti negativi per la sicurezza del sistema energetico regionale e per l’economia sarda nel suo complesso.

Nell’impugnare il decreto del Ministero, la Regione sottolinea palesi incongruenze nel provvedimento governativo e, soprattutto, l’assenza di investimenti e interventi infrastrutturali alternativi che costituiscono una conditio sine qua non per rendere concreto lo scenario di uscita completa dal carbone al 2025. Per la Regione Sardegna, non si può dare attuazione allo scenario di decarbonizzazione senza tenere in considerazione che occorrono investimenti per la realizzazione di una nuova interconnessione elettrica con il resto d’Italia e una capacità di generazione a gas, alimentata da impianti di rigassificazione riforniti da depositi di Gas Naturale Liquefatto. Secondo la Regione, l’attuazione dello scenario di abbandono del carbone, così come delineato dal ministero dell’Ambiente, in assenza di una alternativa adeguata agli attuali assetti di fornitura di energia termoelettrica, assicurati dal carbone o da altri fonti fossili diverse dal metano, crea condizioni di rischio atte a determinare significativi impatti a livello economico per i sardi e la Sardegna.

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Da tre anni, il “Progetto Vita Indipendente”, finanziato dal ministero del Lavoro e dalla Regione Sardegna, costituisce un prezioso sostegno alla qualità della vita di circa cinquanta cittadini dei Comuni afferenti al PLUS (Piano Locale Unitario dei Servizi) di Iglesias.

Un progetto rivolto alla realizzazione di percorsi di inclusione per persone con disabilità, verso il cambiamento e verso la riscoperta della propria autonomia, in collaborazione con le Istituzioni, con la società civile, con le scuole, con le imprese e con le associazioni.

A conclusione di questa annualità, il PLUS e l’Anffas onlus di Cagliari, che ha in gestione il Progetto, hanno organizzato un incontro pubblico dedicato alla “Vita Indipendente”, tenutosi il 24 gennaio nella sala convegni del comune di Iglesias, in via Argentaria, dove erano presenti tutti i partner del progetto: il PLUS e la ATS Sardegna, con i rappresentanti del Centro di Salute Mentale, e numerosi cittadini del territorio di Iglesias.

Tra i relatori oltre all’Anffas, la dott.ssa Marika Batzella ed il dott. Ilario Carta rappresentanti la Regione (Dipartimento Politiche Sociali) che co-finanzia il progetto.

Nella seconda parte dell’incontro, sono intervenute le persone che, per tutta l’annualità, hanno partecipato alle attività del progetto.

Alcuni di loro sono stati protagonisti nei laboratori di cucito offerti agli alunni delle scuole di Domusnovas e nella cura del giardino nella scuola di Via Grazia Deledda, ad Iglesias.

E’ stata anche presentata un’applicazione sul web intitolata “… Non si vive di solo pane”, ideata e progettata durante il laboratorio di cucina.

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«Non c’è mai stato un numero di traduzioni in lingua sarda come oggi, con libri per ragazzi e per adulti. C’è maggior coscienza del valore del bilinguismo rispetto al passato ma per salvare il Sardo occorre una sinergia tra la famiglia e la scuola.»

Il dato è emerso ieri al centro Ceas di Fonni, durante il convegno a tema “Bilinguismo e comunità”, tra gli appuntamenti della manifestazione “Libri in Barbagia” organizzata dall’AES con il sostegno della Regione. A confrontarsi sono stati i due editori Diego Corraine, della Papiros di Nuoro, e Francesco Cheratzu, della Condaghes di Cagliari, in un incontro dibattito moderato dall’esperto Antonello Garau.

Esprimendosi rigorosamente in sardo, i tre relatori si sono rivolti ai ragazzi delle scuole di Fonni, illustrando alcuni aspetti fondamentali inerenti la legislazione. Cheratzu ha mostrato agli studenti un dizionario in sardo contenente oltre 110mila lemmi, a dimostrazione della grande ricchezza del lessico isolano, spesso ritenuto a torto povero rispetto ad altri idiomi più elevati.

Nelle conclusioni, il futuro della “limba” potrà essere salvaguardato partendo dalla volontà delle famiglie, ma strumento indispensabile – è stato detto – deve essere la scuola, attraverso una legislazione che permette di fare lezioni utilizzando libri in sardo che seguono le diverse materie curricolari.

Durante gli incontri con gli autori del pomeriggio, Francesca Pau ha ricordato la figura di uno straordinario politico di origini bittesi, convinto autonomista e repubblicano, attraverso la presentazione di “Giorgio Asproni, una vita per la democrazia”, edito da Paolo Sorba. Il volume contiene gli atti del convegno tenutosi tra Nuoro e Bitti nel 2008, ed è curato da Francesca Pau insieme al compianto docente Tito Orrù, scomparso nel 2012.

L’opera di Grazia Deledda è stata ricordata attraverso l’intervento appassionato di Isabella Mastino, alla sua prima pubblicazione, che ha proposto al pubblico il suo lavoro “Ma io non vedevo quella luna. Breve antologia di Grazia Deledda” (Alfa Editrice). Dopo essersi appassionata all’opera della scrittrice premio Nobel, l’autrice sassarese ha pensato che mancasse un’antologia, strumento indispensabile per i neofiti desiderosi di avvicinarsi ai contenuti delle principali opere della Deledda.

Diego Corraine ha presentato il volume “In mesu de amigos”, che contiene la traduzione in lingua sarda dell’omonimo libro dello scrittore israeliano Amos Oz, il quale descrive con toni piacevoli ed ironici la storia di un fantasioso giardiniere e la vita all’interno di un kibbutz.

In serata, sala gremita di pubblico al centro Ceas per la presentazione del film “A tenore” del musicista Gavino Murgia. Dopo l’applauditissimo concerto al sax, Murgia ha introdotto il documentario, ricchissimo di testimonianze, di interviste e di curiosità sul canto a tenore. Il lavoro, oltre a sancire il suo esordio in campo cinematografico, è anche il primo docu-film a tutto tondo su questa peculiare espressione musicale.

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Il viaggio letterario di Isola dei libri, il circuito regionale dell’editoria sarda, si conclude nel cuore della Sardegna, a Fonni, con “Libri in Barbagia”. Dal 14 al 16 dicembre è in in calendario un lungo weekend di iniziative dal forte sapore identitario, come richiama in modo evocativo il titolo. Sono previsti incontri con autori, presentazioni delle novità librarie, dibattiti sul bilinguismo e sulla promozione delle ricchezze archeologiche del territorio.

Di notevole interesse saranno anche le osservazioni archeoastronomiche notturne direttamente sul sito nuragico di Gremanu, i reading letterari e le proiezioni (sabato alle 20.00) del docu-film di Gavino Murgia sul canto a tenore e, per la prima volta in pubblico (domenica alle 18.00), del teaser di “Iskida dalla terra di Nurak”.

La manifestazione, alla quale partecipano ben trenta editori da tutta l’isola, è finanziata e coordinata dall’assessorato regionale della Cultura e organizzata dall’AES d’intesa con l’Amministrazione comunale di Fonni e il Ceas locale.

«La mia scelta di individuare e inserire Fonni per l’ultima tappa della manifestazione non è stata casuale – ha affermato l’assessore regionale della Cultura, Giuseppe Dessena – ma pensata e ragionata, così come è stato fortemente voluto l’investimento per il sito di Gremanu. Le nostre comunità hanno uno straordinario paesaggio culturale che deve essere valorizzato e promosso. Trovo questa una delle migliori occasioni: è un evento di promozione della lettura immerso in una cornice dalle suggestioni uniche, tra le cime più alte dell’isola. Un prezioso scenario in cui la promozione dell’Editoria libraria sarda fa da cassa di risonanza di tutte le nostre migliori tradizioni culturali.»

E proprio Fonni, il centro abitato più alto della Sardegna, si presenta come un luogo di grande valore simbolico per accogliere la mostra diffusa dell’editoria libraria sarda, una mostra nata dalla volontà di diffondere, e rendere più capillare, la presenza delle opere pubblicate in Sardegna, anche in aree periferiche.

«Fonni chiude anche idealmente un anno speso dall’AES nel promuovere intensamente un comparto che ha bisogno di recuperare la sua centralità e di superare una crisi strutturale – ha specificato la presidente AES, Simonetta Castia -. Con Libri in Barbagia porremo ancora una volta in risalto il binomio tra l’isola, nelle sue molteplici sfaccettature e peculiarità, e il suo racconto. Non è la prima volta che l’AES rivolge la sua attenzione verso aree geograficamente periferiche, che rispondono all’esigenza di una diffusione capillare del libro sardo e della sua spiccata funzione sociale.»

L’inaugurazione è prevista per venerdì 14 dicembre, alle 10.30, nella Sala conferenze del Ceas, con il saluto della prima cittadina Daniela Falconi, accompagnata dagli interventi di Raffaela Mureddu, vice-sindaco ed assessore della Pubblica istruzione, e di Simonetta Castia, presidente dell’Associazione Editori Sardi. A dare l’avvio ai lavori sarà l’intervento dell’assessore regionale della Pubblica Istruzione e alla Cultura, Giuseppe Dessena.

La mattinata sarà impreziosita da un prologo sugli straordinari “Pani in Barbagia”, attraverso il quale Antonello Cuccu ed Anna Pau, in collaborazione con Ilisso. In contemporanea sarà visitabile una peculiare esposizione di pani rituali di Fonni e del territorio barbaricino.

Gli incontri con gli autori, moderati da Salvatore Taras, prenderanno il via alle 17.00, per ospitare ogni sera alla stessa ora le più interessanti novità librarie del momento. Si parlerà di romanzi, di saggistica e ricerche scientifiche e letterarie, saranno approfondite la figura del politico Giorgio Asproni e l’opera del premio Nobel Grazia Deledda.

Sempre venerdì, dopo le 20.00, Aristeo e SAT guideranno gli appassionati verso un raro appuntamento archeoastronomico sul sito di Gremanu, dal quale poter osservare la “visione nuragica” del cielo e dialogare del rapporto tra paesaggio, archeologia e stelle.

Sono previsti infine due interessanti dibattiti. Il primo, dal titolo Bilinguismo e comunità, si terrà sabato alle 11.00, per mettere a confronto diversi editori sui possibili riflessi del nuovo testo unico sulla lingua e cultura sarda. Il secondo, domenica alle 11.00, sarà dedicato invece all’“Archeologia e territorio in età prenuragica e nuragica”. Interverranno all’incontro l’assessore regionale Giuseppe Dessena, lo storico Attilio Mastino, gli archeologi Alberto Moravetti e Gianfranca Salis e l’editore Carlo Delfino.

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Al fine di consentire i lavori necessari all’abbattimento di un albero pericolante presente in un’area privata, nella giornata di domani, giovedì 6 dicembre, dalle ore 7.30 alle ore 13.30, è stata disposta la chiusura del traffico veicolare in via Napoli e nel tratto di via Grazia Deledda compreso tra la via Roma e la stessa via Napoli, a Carbonia.

 

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Erika Calcagnini (di Rocca di Papa, RM; tesi magistrale presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – Corso di laurea in Letteratura italiana, Filologia moderna e Linguistica) e Maria Stella Malvaso (di Cagliari; tesi triennale presso l’Università per stranieri di Siena – Corso di laurea in Lingua e Cultura Italiana) sono risultate meritevoli dei premi F.A.S.I. per tesi di laurea su Grazia Deledda relative all’anno accademico 2017/2018.

La prima ha presentato una tesi dal titolo “Lo sguardo dell’anima e del paesaggio nella narrativa di Grazia Deledda” mentre la seconda ha svolto una ricerca intitolata “Uno studio critico su ‘Marianna Sirca’ di Grazia Deledda”.

La premiazione in forma ufficiale delle due laureate è avvenuta a conclusione dei lavori del Consiglio direttivo nazionale della F.A.S.I. (al quale partecipano i presidenti di tutti i 70 Circoli affiliati) tenuto nella mattinata di domenica 2 dicembre 2018 a Milano presso l’auditorium del Centro Cardinale Schuster, in via Sant’Antonio 5.   

I riconoscimenti economici alle due giovani studiose sono stati consegnati da Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I., e da Gemma Azuni, componente del Comitato Esecutivo della F.A.S.I., tra gli scroscianti applausi dei presenti.

Il bando prevedeva che a valutare le tesi presentate fosse una Commissione, presieduta dalla presidente della F.A.S.I., e formata da componenti del Comitato Esecutivo e da esperti esterni. Dato però il fatto che, sia per la sezione Tesi di laurea magistrale  sia per quella Tesi di laurea triennale, era stato presentato un solo lavoro, il  Comitato Esecutivo della F.A.S.I. aveva deliberato  all’unanimità di affidare a un giudice unico – professore ordinario di Letteratura Italiana moderna e contemporanea particolarmente esperto di studi deleddiani – l’incarico di valutare, in totale autonomia, se i lavori pervenuti apportavano “contributi originali” (come richiesto dal bando) agli studi su Grazia Deledda e quindi se erano meritevoli di un premio in denaro.

Il professore incaricato dalla F.A,S.I. ha giudicato positivamente i due lavori e li ha ritenuti degni di un riconoscimento e ha demandato al Comitato Esecutivo della FASI il compito di stabilire questo riconoscimento. La decisione del Comitato esecutivo è stata quella di assegnare alle autrici delle due opere i riconoscimenti economici previsti dal bando.

L’antefatto del bando

La F.A.S.I., Federazione delle 70 Associazioni Sarde nell’Italia continentale, che promuove e incoraggia gli studi fuori dell’isola sulle personalità che rappresentano l’alta cultura della Sardegna, nel giugno 2017, a 90 anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura e a 80 anni dalla morte, ha inteso rendere onore alla grande scrittrice Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936).

Interprete del mondo dell’emigrazione sarda organizzata nell’Italia continentale, la F.A.S.I., in rapporto alle ricorrenze sopracitate e all’avvio dell’“impresa” culturale dell’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia della scrittrice, e anche come attuazione di una deliberazione presa all’unanimità da parte della Consulta regionale per l’Emigrazione, aveva voluto dare un proprio specifico  contributo alle celebrazioni deleddiane.

Ritenendo opportuno premiare e segnalare i giovani meritevoli di tutti i Dipartimenti di studi letterari istituiti presso tutte le Università dell’Italia continentale che con i loro lavori avessero apportato contributi originali agli studi su Grazia Deledda, aveva indetto un concorso a premi per tesi di laurea magistrale e triennale sull’argomento conseguite nell’anno accademico 2017-2018.

Lo scopo era  quello di diffondere nelle scuole la conoscenza dell’eredità artistico-culturale e di pensiero lasciateci dalla scrittrice, oggi studiata in tutto il mondo ma  ancora presa in scarsa considerazione nella Penisola: di fatto era scomparsa dai progetti didattici e dai programmi scolastici nazionali, fino al cambiamento operato fortunatamente negli ultimi due anni grazie a benemerite iniziative della commissione Cultura della Camera dei deputati.

Per l’anno accademico 2017-2018 la F.A.S.I. aveva deciso pertanto di offrire i seguenti premi:

1) un premio di euro 1.500,00 al primo classificato per laurea magistrale;

2) un premio di euro 500,00 primo premio per laurea triennale

per tesi riguardanti Grazia Deledda contenenti originali e nuovi apporti alla materia studiata e valutate in ambito accademico con punteggio non inferiore a 90/110.

Nella mattina di domenica 2 dicembre 2018, l’epilogo del concorso, con il quale, sia detto senza immodestia, la F.A.S.I. organismo centrale e i suoi 70 Circoli hanno dato ancora una volta conferma dell’alto livello dell’attività promozionale della cultura sarda che essi svolgono in maniera intensiva, praticamente nel corso di tutte le settimane dell’anno.

Paolo Pulina

Vicepresidente della FASI

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Il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2018, nella sede sociale, ha presentato il libro-intervista con Manlio Brigaglia “Tutti i libri che ho fatto”, pubblicato postumo a cura di Salvatore Tola e Sandro Ruju presso le edizioni Mediando di Sassari.

Ed è stato proprio Salvatore Tola l’ospite d’onore per questa commemorazione celebrativa del professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), doverosa indiscutibilmente nei confronti di una delle figure più rappresentative dell’intellettualità sarda del secondo Novecento e del primo decennio del Terzo Millennio.

Non poteva peraltro esimersi da un ricordo riconoscente il mondo dell’emigrazione, al quale Manlio Brigaglia è sempre stato vicino sia come firma di prestigio del mensile “Il Messaggero Sardo” (con articoli divulgativi che hanno fatto conoscere gli eventi e i personaggi più significativi della storia sarda anche a sos chi non aiant istudiadu), sia come oratore affascinante in occasione di iniziative culturali dei Circoli della Lega Sarda poi Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.).

Manlio Brigaglia ha espresso la sua solidarietà agli emigrati  per tutte le loro battaglie (pro sa limba; contro le scorie nucleari; per la continuità territoriale; per il riconoscimento dell’insularità) e in occasione dei Congressi della federazione dei circoli sardi dell’Italia continentale non ha mai fatto mancare un suo messaggio di incoraggiamento.

Con Pavia Manlio Brigaglia ha avuto un legame particolare, testimoniato da quanto ha scritto nella presentazione del libro di Gianni De Candia: “Sardegna: la grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero sardo’, 1974-2014” (Sassari, Delfino, 2016).

«L’insegnamento e altri impegni mi hanno impedito di accettare molti degli inviti che mi venivano rivolti dai circoli degli emigrati sardi. Invidiavo il mio amico Tito Orrù, che da Cagliari volava dappertutto ogni volta che lo chiamavano: gli invidiavo quello spirito di servizio che la gente gli riconosceva riconoscente. Credo che nessun sardo di quelli  che stavano in Sardegna e andavano nei circoli sia mai stato tanto voluto bene quanto lui. Praticamente ho finito per andare quasi soltanto al Circolo “Logudoro” di Pavia, quando presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) era Filippo Soggiu, che abitava proprio lì a Pavia. In realtà ci andavo chiamato come a un obbligo da Paolo Pulina, prima grande organizzatore di manifestazioni nel circolo, poi eletto a responsabile nazionale per i problemi della cultura. Paolo Pulina, ploaghese di nascita e di affetti (difficile dimenticarsene con tutti i libri e le pagine di storia e memorie che ci ha scritto sopra) era stato mio alunno al Liceo “Azuni” di Sassari alla metà degli Anni Sessanta. Nei primi mesi lavorava sui libri con una durezza d’impegno che ricordava la fatica di chi lavora la terra. L’intelligenza, motore di quell’indomabile afficcu, lo portò a buoni risultati scolastici sassaresi e l’accompagnò agli studi milanesi in via Festa del Perdono nei “meravigliosi” anni dei grandi movimenti studenteschi. Laureato in Lettere, lo ritrovai (anche se non ci eravamo mai persi di telefono) funzionario del Sistema bibliotecario della Provincia di Pavia. Con lui ho ritrovato, andando a Pavia, Gesuino Piga, a lungo anche presidente del circolo, che ricordavo autorevole direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e grande amico del mio maestro Alberto Boscolo. A Pavia, l’inesauribile fantasia e, perché no, lo speciale attaccamento alla sua terra suggerivano a Pulina convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna. Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda. Qui del resto veniva spesso Tito Orrù, ispirato forse anche dall’aura risorgimentale che si respira nella città dei Cairoli.»

Dopo i saluti della presidente del “Logudoro” Paola Pisano, orgogliosa di poter onorare la memoria di una personalità così importante per la cultura sarda, ha preso la parola  Salvatore Tola, che dagli inizi degli anni Settanta del Novecento è stato il più stretto collaboratore di Manlio Brigaglia.

Il relatore ha sottolineato il fatto che «spesso intento a rivedere dattiloscritti e bozze che gli venivano affidati e impegnato a tutto campo sul fronte culturale, Manlio Brigaglia ha lasciato pochi e scarni scritti autobiografici. Per fortuna questa intervista (svolta a più riprese e da lui attentamente rielaborata fino agli ultimi giorni) getta luce sulla sua attività di collaboratore di riviste e giornali e, soprattutto, di “facitore” di libri. Attraverso questa lunga testimonianza, che pure non affronta altri aspetti importanti della sua vita di studioso e di insegnante, emerge il quadro di una complessa personalità di uomo di cultura e anche, più semplicemente, di uomo».

Salvatore Tola ha raccontato numerosi divertenti aneddoti riferiti alla sua pluridecennale frequentazione con il professore che gli hanno permesso di conoscerlo come grande uomo, esempio straordinario certamente di impegno culturale e moralità, ma anche campione per doti di spirito (per questo volume aveva concepito il sottotitolo: “Storia di uno che voleva fare l’editore ed è finito correttore di bozze”), la cui capacità affabulatoria era proverbialmente nota e attirava masse di ascoltatori  perché era condita con gli ingredienti di una verve inimitabile.

Salvatore Tola ha voluto soffermarsi su una delle tante opere cui Manlio Brigaglia ha legato il suo nome e che a Lui era particolarmente cara: “L’Enciclopedia della Sardegna” in tre poderosi volumi (PaoloPulina ha ricordato che, presentandola, Manlio Brigaglia aveva usato questo “comincio”: «“Questo l’ho fatto io”, come dice il titolo di una famosa rubrica della “Settimana enigmistica”»).

Ha detto Salvatore Tola: «Gli interessi del prof. Manlio Brigaglia erano sempre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primo luogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economia alle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turistico. Fu da questa conoscenza capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla, insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una vera e propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volumi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui in collaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone e Guido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre), può essere considerata il suo capolavoro nel campo della divulgazione. Non si tratta di un dizionario enciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspetti dell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente accostati e organizzati. Tutti i pezzi sono stati sottoposti a quel lavoro di revisione del quale era grande specialista: sempre con l’intento primario di renderli quanto più possibile leggibili».

Assente, perché ancora in Sardegna, Filippo Soggiu, presidente emerito del “Logudoro” e della FASI, dopo quello di Salvatore Tola sono seguiti altri intervenuti.

Il presidente onorario del “Logudoro”, Gesuino Piga ha ricordato la comune amicizia sua e di Manlio Brigaglia con il professor Alberto Boscolo ed il sentimento che lo ha sempre accomunato a Manlio Brigaglia per le sorti della Sardegna e per la necessità del riscatto economico e sociale dell’Isola.

Il professor Ettore Cau (che è stato docente di Paleografia e poi anche Preside per un anno della Facoltà di Magistero a Sassari nel periodo 1976-1980) ha rievocato i tempi in cui è stato frequentatore assiduo sia del prof. Brigaglia sia del comune amico, il gesuita prof. Raimondo Turtas, autore di una monumentale “Storia della Chiesa in Sardegna”.

Un ricordo è stato portato anche dal prof. Lucio Casali, pavese amante della Sardegna (fa parte della commissione cultura del “Logudoro”) e da Antonello Argiolas (presidente onorario  del Circolo “Grazia Deledda” di Magenta e componente del Comitato Esecutivo della FASI).

Paolo Pulina ha distribuito ai presenti copia del suo articolo apparso su questo sito: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/il-libro-postumo-di-manlio-brigaglia-curato-da-salvatore-tola-e-sandro-ruju/

Edoardo Ruiu

edf

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Con il deposito presso gli uffici del servizio di valutazione ambientale dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, della documentazione inerente l’aggiornamento per la sostituzione del progetto chp con vapordotto da Enel (variante al progetto originale per l’ammodernamento della raffineria di allumina di Portovesme) si fa più forte e pressante la richiesta di arrivare alle definitive autorizzazioni da parte delle rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica e dei lavoratori Eurallumina. La richiesta e che queste debbano pervenire assolutamente entro la fine dell’anno in corso. La richiesta della RSU delle tute verdi sulcitane di poter svolgere un incontro per fare il punto sul percorso procedurale ed evidenziare l’urgenza di una conclusione positiva è stata recepita e mercoledì 19 settembre 2018, presso l’assessorato regionale dell’Industria, su convocazione dell’assessore Maria Grazia Piras, si svolgerà alle ore 16.00, una riunione a cui sono stati invitati a partecipare: la presidenza della Giunta regionale, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, l’assessore del Lavoro Virginia Mura, il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, le segreterie generali regionali Cgil, Cisl e Uil, le segreterie dei chimici a livello regionale e provinciale, l’azienda Eurallumina con il presidente Vincenzo Rosino e l’amministratore delegato Luca Vincenzi.

Dal punto di vista tecnico, la variante al progetto aggiornato consiste principalmente nella sostituzione della prevista centrale cogenerativa a carbone (chp) per produrre l’energia termica ed elettrica necessaria alla raffineria, con un vapordotto di convogliamento del vapore dalla centrale termoelettrica Grazia Deledda di Portovesme dell’Enel distribuzione, con restituzione delle condense da parte dell’Eurallumina. Prevede, inoltre, la riduzione della vita utile dall’installazione sino ai 10 anni, e la limitazione dell’altezza di deposizione dei residui di lavorazione nel bacino nei settori a e b attuali, l’eliminazione dell’installazione del secondo scaricatore portuale ed il prelievo della energia elettrica necessaria dalla rete nazionale. Rimane sostanzialmente confermata la conversione della raffineria per l’utilizzo delle bauxite tri-idrate con l’attacco da alta a bassa pressione, l’ampliamento areale del bacino per lo stoccaggio dei residui di lavorazione previo trattamento di disidratazione attraverso un impianto di presso filtratura, ed il progetto per lo scarico portuale del carbone con consegna all’esistente carbonile Enel.

L’iniziativa consentirà il raggiungimento delle condizioni necessarie per la ripresa delle attività di Eurallumina, garantendone la competitività sui mercati internazionali. Il progetto comporterà, rispetto alla precedente configurazione dell’impianto, una riduzione delle emissioni in atmosfera. La messa a dimora dei residui delle lavorazioni disidratati consentirà di migliorare l’impatto ambientale del sito di stoccaggio adeguandolo alle migliori tecnologie disponibili del settore (mtd). Le opere connesse alla realizzazione avranno limitati impatti paesaggistici, e non sono attesi effetti ambientali significativi sia in fase di cantiere che di esercizio. Il progetto ha già ricevuto la valutazione positiva del ministero dell’Ambiente in data 29/05/18. Alle autorizzazioni Via ed Aia, è legato il sostegno ai lavoratori nel periodo transitorio (per il 2019, l’avvio produzione è indicato per l’inizio del secondo semestre 2020) essendo gli attuali ammortizzatori sociali in scadenza 31/12/2018, e per ottenere un rinnovo occorre avere la certezza degli investimenti che non potranno partire senza le sopracitate autorizzazioni. Per questo motivo cresce la preoccupazione tra i lavoratori che non hanno mai interrotto lo stato di mobilitazione permanente, e sono pronti a mettere in campo ogni possibile iniziativa per il raggiungimento dell’obiettivo lungamente inseguito, e che mai come in questo momento appare raggiungibile. Il piano industriale prevede 357 lavoratori diretti (saranno un centinaio le nuove assunzioni) e il convogliamento di altre 250 persone tra indiretti, indotto, servizi e fornitori. Attualmente, per il mantenimento degli impianti, si alternano in rotazione circa 100 lavoratori diretti ed una trentina degli appalti. Gli investimenti previsti sono circa 240 milioni di euro.

RSU Eurallumina

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Il NurArcheoFestival si fa ancora in due. La rassegna teatrale, organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, anche quest’anno ha messo in campo, in accordo con l’sssessorato regionale del Turismo, un festival nel festival, che dal 13 al 24 agosto coinvolgerà diversi comuni con meno di tremila abitanti: Laconi, Pau, Meana Sardo, Perdaxius, Barumini, Bitti, Allai, Villaperuccio.
Si parte con uno degli appuntamenti più attesi, “Canne al vento”, paesaggi sonori, una nuova produzione del Crogiuolo liberamente ispirata al romanzo di Grazia Deledda, pensata appositamente per i 10 anni del NurArcheoFestival, con protagonista Caterina Murino, voce recitante, testo e regia di Rita Atzeri, in scena lunedì 13 agosto, alle 22.00, al Menhir Museum – il Museo della statuaria preistorica in Sardegna – di Laconi (alle 21.30 si terrà la visita guidata al Museo). Caterina Murino sarà accompagnata dalle musiche originali di Francesco Medda – Arrogalla e dal coro composto dalla stessa Rita Atzeri e dalle attrici e cantanti Gisella Vacca, Manuela Ragusa, Alessandra Leo. L’anteprima nazionale dello spettacolo è stata presentata il 9 agosto al Teatro Romano di Nora, nell’ambito della Notte dei Poeti, raccogliendo applausi convinti di consenso e apprezzamento. 

“Canne al vento, paesaggi sonori” ha l’impianto dell’oratorio per voce recitante e coro ed è sospeso fra il tempo passato e quello moderno e contemporaneo. Alla voce narrante di una intensa Caterina Murino – l’attrice cagliaritana ha raggiunto con il cinema la notorietà internazionale – sono affidati gli estratti del romanzo della scrittrice nuorese premio Nobel, un fermo immagine su una Sardegna di un passato ormai remoto, che giunge a noi, oggi, grazie agli ambienti naturali, che si è riusciti a preservare e mantenere incontaminati. Una Sardegna arcaica, che i moderni viaggiatori ricercano quando sbarcano sulla nostra terra, affiancando spesso a questa immagine anche idee stereotipate sul “sardo” e sulla “sardità”: dal porceddu all’ospitalità ad ogni costo. Al coro delle quattro attrici e cantanti è affidato il compito di fare da contrappunto, attraverso la lettura di brani di autori come Francesco Masala e Marcello Fois, testimonianze, fatti di cronaca. Raccontando, dunque, la mutazione paesaggistica e antropologica che dalla Sardegna dei primi del Novecento ci conduce al duemiladiciotto, attraverso una storia di mancati riconoscimenti e falsi miti, passando attraverso il fallimento di due piani di rinascita, la fede nel nuovo Dio Petrolio, l’impianto dell’industria bellica (basi militari, Rwm di Domusnovas), i problemi dell’occupazione, il sogno di un’isola museo che rilancia la sua economia e vive di turismo, l’emigrazione dei nostri nonni e l’accoglienza dei migranti. A Francesco Medda Arrogalla il compito di creare una partitura sonora che riporti al tempo presente la Sardegna arcaica immortalata dalla Deledda, per affiancarla e fonderla con sonorità contemporanee.

“Canne al vento” è il romanzo che valse alla scrittrice nuorese il Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Narra le vicende della famiglia Pintor: padre, madre e le quattro figlie (Ruth, Ester, Noemi e Lia) che abitano in un villaggio sardo, chiamato Galte. Si tratta di una famiglia di origine nobile, dove le donne si dedicano ai lavori domestici e sono costrette a sottostare alla volontà di un padre prepotente, che si preoccupa solo di mantenere il prestigio e la reputazione della sua famiglia agli occhi della comunità isolana. Insieme a loro il fedele servitore Efix, un uomo tormentato dal senso di colpa per un antico delitto. Solo Lia si ribella a questa condizione di mestizia malinconica, trasgredendo le regole imposte dal padre, Don Zame, che è descritto come un uomo cupo e violento, paragonato al diavolo. Lia decide quindi di fuggire dalla Sardegna e approda a Civitavecchia. Don Zame impazzisce per il disonore e tenta invano di inseguirla, rimanendo poi vittima di una misteriosa morte. L’apparizione di Giacinto, il figlio di Lia, porta, nel bene e nel male, nuova linfa nella vecchia casa (e agli intrecci della trama), suscitando reazioni contrastanti nelle zie. Poi tutto torna come prima. Il tempo ricomincia a scorrere con la lentezza consueta. Il senso di immobilità è scosso solo dalla morte di Efix e dal matrimonio di convenienza di Noemi con il ricco cugino don Pedru (in scena viene efficacemente riportato il significativo contrasto fra l’attitidu, il tradizionale canto funebre, per il servo e la festa di nozze).
La  fragilità umana – gli uomini e le donne sono visti come esseri fragili, piegati come canne al vento – l’amore, l’onore, la povertà, l’amara consapevolezza di un destino già segnato, sono alcuni fra i temi che emergono dalla lettura del testo. Sullo sfondo il paesaggio sardo, visto come un mondo senza tempo e pervaso da una sorta di mistero. La Deledda descrive l’amata Sardegna, soffermandosi da una parte sulla staticità delle antiche usanze e rilevandone dall’altra il rapido sviluppo industriale e tecnologico. E si diletta a scrivere sia in lingua italiana che in lingua sarda, utilizzando molto spesso termini dialettali.

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Dopo la seconda giornata (sabato 21 luglio) alla Butterfly House e al sito di Monte Baranta, a Olmedo, che hanno accolto le esibizioni della Corale studentesca Città di Sassari e del Coro polifonico Turritano, si è conclusa ieri con la tappa finale a Torralba la prima edizione del Festival delle Bellezze.

A partire dalle 18.00 a fare da scenografia all’evento ieri, domenica 22 luglio, è stato il tramonto sul Nuraghe Santu Antine e in serata, alle 21.00, le sale del Cinema Caffè di Torralba.

La serata al Nuraghe Santu Antine si è aperta con l’esibizione del Coro Femminile di Padria, che ha eseguito “Deus ti salve Maria” sotto la direzione del maestro Antonella Senes, docente di canto e musica corale a Giave, a Bonorva e a Padria.

Nel corso della serata testi di Grazia Deledda, Marcello Fois e Sergio Atzeni hanno scandito diversi momenti suggestivi fra i canti del Coro sardo Città di Ozieri, Direttore Mario Coloru, e del Concordu Planu de Murtas di Pozzomaggiore del maestro Piergiorgio Masia: Procurade e moderare, S’Anzonedda, Sabore e Sardigna, Saldigna mia, Duru  Duru…

La presenza dei cori è stata possibile grazie a Antonio Deiara, musicologo e compositore di fama nazionale.

Dopo Emergency, protagonista della prima giornata al Centro Restauro di Li Punti, Ponti non muri, presente alla seconda giornata nella Butterfly House, è stata la volta ieri di Amnesty International. Da diversi anni quest’ultima associazione collabora con il direttore artistico dell’evento, il maestro del Nova Euphonia Vincenzo Cossu. In tutti i concerti, sin da aprile 2017, il Nova indossa il braccialetto giallo Verità per Giulio Regeni. Prima del passaggio dal Nuraghe Santu Antine al Cinema caffè di Torralba, dove si è svolta la seconda parte della serata, il pubblico ha partecipato al rinfresco, denominato simbolicamente dal maestro Vincenzo Cossu “Agape” in memoria dell’antico rito paleocristiano che univa convivialità e condivisione caritatevole. Il ricavato del rinfresco, infatti, sarà devoluto in parte proprio ad Amnesty.

La serata è proseguita al Cinema Caffè di Torralba, palco del Cine-concerto dei giovani del Nova Euphonia. Presenti all’evento il sindaco di Torralba, Vincenzo Dore, la segretaria generale del comune di Torralba, Tomasina Manconi, la presidentessa della FERSACO, Maria Maddalena Simile, il direttore della Scuola civica di Musica Meilogu, Bruno Camera, la referente per la Soprintendenza del Nuraghe Santu Antine, Nadia Canu, direttore del centro di Restauro di Li Punti, Alba Canu, che ha portato i saluti del sindaco di Sassari, Nicola Sanna.

Si conclude così la prima edizione del Festival delle Bellezze. La sfida organizzativa di una giovane associazione Culturale-Musicale, l’Insieme Vocale Nova Euphonia. Un’occasione per offrire alla musica di qualità contesti straordinari. Un tentativo di fare rete fra le realtà più dinamiche del panorama culturale isolano: la Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro; i comuni di Sassari, Olmedo e Torralba; la Scuola Civica di Musica Meilogu; la FERSACO; la cooperativa La Pintadera; il Cinema caffè di Torralba, Amnesty International; Emergency; Ponti non Muri. L’evento ha registrato la presenza di circa un migliaio di visitatori nelle tre giornate del Festival delle Bellezze.

Luciana Satta