26 April, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato stamane la riforma di Area, l’Azienda regionale per l’edilizia abitativa. La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 8 (Organi dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa) del Testo unificato 110/181/207/A-Riforma dell’Agenzia per l’edilizia abitativa Area.

Subito dopo l’inizio dell’esame dell’art. 8 la seduta è stata sospesa per la verifica sul contenuto dell’emendamento n.54 (Comitati di garanzia e di indirizzo).

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto il voto segreto sull’emendamento all’emendamento n.69 che prevede la soppressione dell’emendamento n.54 con cui vengono istituiti i “Comitati di garanzia e di indirizzo”. Si tratta di organismi territoriali composti da amministratori locali, sindacati e rappresentanti degli inquilini assegnatari, che contribuiscono con funzione consultiva alla pianificazione dell’attività di Area.

Il presidente ha chiarito che prima occorre votare l’emendamento n. 54 e il testo dell’articolo.

Il relatore della legge Antonio Solinas (Pd), sull’ordine dei lavori, ha annunciato il ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 69, sottolineando la necessità di un coordinamento unitario del testo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato la sua precedente richiesta di voto segreto sull’emendamento all’emendamento n. 69 e di conseguenza, se viene ritirato, la richiesta va attribuita all’emendamento n. 54.

Successivamente è stato messo in votazione il testo dell’articolo, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano.

Subito dopo la seduta è stato sospesa perché, in base al regolamento, devono trascorrere almeno 30 minuti dall’inizio della riunione per poter effettuare la prima votazione col sistema elettronico.

Alla ripresa dei lavori è stato messo in votazione l’emendamento n. 54, respinto con 18 voti favorevoli e 33 contrari.

L’Aula ha poi iniziato l’esame dell’art.9 (Amministratore unico). Sull’emendamento n.46, riguardante le modalità di nomina dell’amministratore unico, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto lo scrutino segreto; la proposta è stata respinta con 6 voti favorevoli e 45 contrari.

Subito dopo è stato messo in votazione il testo dell’art. 9.

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di «organo vitale della legge con cui si realizza l’accorciamento della catena di comando delegando tutto alla Giunta, il vero obiettivo della legge». «Quanto alla figura del direttore generale – ha concluso – deve seguire 377 Comuni e ben 25.000 alloggi; un record italiano, raggiunto con un piccolo risparmio economico che però si pagherà con più inefficienza».

Non essendoci altri iscritti a parlare è stato messo in votazione il testo, che il Consiglio ha approvato.

Voto positivo anche per l’emendamento n.47 che prevede il riferimento al “sistema Regione” ed alla normativa sulla disciplina del personale.

Successivamente è stato approvato il testo dell’art. 10 (Collegio dei Sindaci). All’art. 11 (Comitato regionale per l’edilizia sociale-Cres-Compiti, composizione e funzionamento), approvato, sono state apportate alcune modifiche, contenute negli emendamenti n.67 (Inserimento nel Cres dei sindacati e dei rappresentanti degli inquilini assegnatari), 48 (Composizione del Cres, l’organo consultivo di Area in materia di pianificazione) e 49 (Riconoscimento di un solo rimborso spese ai componenti del Cres).

All’inizio dell’esame dell’art. 12 (Incompatibilità) la seduta è stata sospesa brevemente su richiesta dell’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda.

Alla ripresa dei lavori, il relatore Antonio Solinas (Pd) ha annunciato il ritiro dell’emendamento n.50 che conteneva un riferimento all’art.9 votato in precedenza.

Subito dopo il Consiglio ha approvato per alzata di mano il testo dell’art. 12.

Sull’art. 13 (Fonti di finanziamento), in sede di discussione generale, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha fatto presente che, a suo avviso, «esiste un contrasto fra il testo del codice contratti pubblici e la legge in discussione perchè, pur riconoscendo il ruolo dei professionisti interni di Area si interviene sui progettisti interni penalizzandoli ingiustamente e determinando un calo dell’offerta di lavoro del sistema pubblico».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito quello di Tocco «un falso timore, dato che in realtà gli affidamenti esterni non subiranno alcun calo; al massimo il rilievo poteva avere un fondamento se riferito alla prima stesura del testo esaminata dalla commissione ma poi quella parte è stato modificata proprio con un emendamento della maggioranza». Quindi, ha concluso, «la missione di Area non cambia e col testo in esame viene introdotto un limite derogabile solo a certe limitate condizioni».

L’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, a nome della Giunta, ha ripreso le argomentazioni del consigliere Demontis, ribadendo che «la legge è coerente con nuovo codice degli appalti e, quanto alle eccezioni sollevate, credo che saranno smentite dai fatti quando saranno bandite le gare per le progettazioni esterne; invito anzi gli ingegneri ad iscriversi all’albo dei fornitori e resto disponibile ad una verifica dell’attività svolta fra pochi mesi, confermando ancora che per noi si tratta si una attività virtuosa».

Al termine dell’intervento dell’assessore è stato messo in votazione il testo dell’art. 13, che il Consiglio ha approvato.

L’Aula ha approvato l’emendamento 51 (primo firmatario Solinas, Pd) all’articolo 14. A seguire è stato votato favorevolmente anche il testo dell’articolo 14.

Sull’articolo 15 l’on. Marco Tedde (Forza Italia) ha detto che «occorre una revisione generale delle politiche sulla casa ma è incivile che siano così pochi gli alloggi pubblici, in Italia appena il 5 per cento delle residenze.  Siamo contrari a questa riforma, comunque, perché è calata dall’alto, accorcia la catena di comando consegnando il potere alla Giunta. E non afferma nel concreto il diritto alla casa, considerando le peculiarità della Sardegna. Siamo  sicuri che questa riforma dovrà essere riformata, purtroppo».

Della stessa opinione l’on. Ignazio Locci (Forza Italia), secondo cui «la Giunta intende trasformare Area sul modello della Asl unica e di Abbanoa. La tendenza chiara è voler creare grandi mostri, pezzo per pezzo. E la testa di questi mostri ce la avete nelle vostre tasche. Combatteremo a viso aperto questo disegno, perché è folle».

Invece per l’on. Gianfranco Congiu (Pds)  “la riforma introduce il principio di territorialità del servizio pubblico per rispondere al bisogno di edilizia residenziale pubblica. Noi siamo contrari agli organismi pletorici ed è per questo che li stiamo eliminando, rispondendo invece con l’ingresso dei sindaci e degli osservatori. Solo per il fatto che stiamo cancellando i consigli di amministrazione dovremmo essere premiati”.

Per l’on. Paolo Maninchedda, assessore ai Lavori pubblici, «Area manterrà un’articolazione territoriale dei servizi ed è davvero difficile definire questa riforma come centralistica. Daremo a un organo partecipativo il diritto di proposta annuale: le vostre accuse sono smentite dai fatti. Vedremo quanto la riforma sarà efficace, dipenderà da come sarà interpretata e applicata».

L’articolo 15 è stato approvato e così anche gli articoli 16, 17, 18.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha poi posto il problema del coordinamento delle norme alla luce di alcuni emendamenti approvati ieri e dell’emendamento 54 appena votato. Pertanto, l’oratore ha invitato l’Aula a un coordinamento del testo normativo come previsto dall’articolo 89 del Regolamento interno del Consiglio. La proposta è stata approvata. 

Il presidente ha messo in votazione il testo della legge e l’Aula l’ha approvato con 33 favorevoli e 16 contrari.

Il presidente ha poi sospeso i lavori per la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Lai ha annunciato, ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento, la presentazione della proposta di legge n. 363 “Trattamento del personale comandato presso i gruppi consiliari”.

Non essendoci iscritti a parlare, l’Aula ha votato il passaggio agli articoli. Successivamente, sono stati approvati i due articoli del provvedimento per alzata di mano e, all’unanimità (39 voti su 39 votanti), il testo finale della legge. La norma esplicita la misura dell’indennità spettante al personale comandato dei gruppi consiliari fissandola in 54 ore mensili di lavoro straordinario.

Il presidente Lai ha quindi annunciato la presentazione di un ordine del giorno unitario sulla chiusura delle scuole elementari e medie di Goni e l’accorpamento con quelle di San Basilio.

Il documento impegna la Giunta regionale e l’assessore alla Pubblica Istruzione a «intervenire nelle sedi competenti e ad adottare ogni misura necessaria affinché il Pes (Punto di erogazione del servizio) della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado del comune di Goni rimanga aperto e venga scongiurato il previsto accorpamento».

Posto in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Lai ha quindi dichiarato chiusa la seduta e convocato il Consiglio per mercoledì 28 settembre alle ore 10.00.

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Nella seduta di ieri il Consiglio regionale ha approvato sette articoli del Testo Unificato sulle “Norme in materia di edilizia sociale e riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa”La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, alcuni consiglieri hanno preso la parola “sull’ordine dei lavori”.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla giornata di domani che, ha affermato, «sarà cruciale per conoscere il destino del quotidiano La Nuova Sardegna perché, come ha ricordato lo stesso presidente Ganau, la proprietà del giornale comunicherà le proprie decisioni sulla cessione o sull’affitto della testata regionale, due percorsi che devono essere chiariti con la massima trasparenza anche, come è già accaduto sia nel 1980 che nel 2012, con ordini del giorno unitari del Consiglio che esprimano la preoccupazione della politica sarda per la salvaguardia del pluralismo dell’informazione».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, invece, ha segnalato che i cittadini del comune di Goni «stanno manifestando contro la chiusura del plesso scolastico locale, una questione gravissima ed emblematica delle difficoltà di tanti piccoli centri della Sardegna; è opportuno quindi che i capigruppo ricevano una delegazione di amministratori del Comune di Goni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha auspicato che «non passi inosservato l’intervento del collega Zanchetta, perché si tratta di un problema di gravità rilevante; la Nuova sta per essere ceduta e questo oggettivamente incide sulla libertà di informazione in Sardegna». «Purtroppo – ha lamentato – non si sente la voce della Giunta regionale, non se ne conosce la posizione ed un preoccupante silenzio pesa su dinamiche e soggetti coinvolti nella vicenda; rivolgo quindi un appello al presidente della Regione perchè intervenga con urgenza».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta, per poter tenere una riunione della conferenza dei capigruppo ed organizzare al meglio i lavori.

Il presidente Lai ha accolto la richiesta, sospendendo la seduta. Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti al Testo unificato 110/181/207/A-Riforma dell’Agenzia per l’edilizia abitativa Area.

Il Consiglio ha approvato per alzata di mano l’art. 1. Sull’art. 2, dopo l’intervento della commissione e della Giunta che hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati, è iniziata la discussione generale.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di «un articolo importante perché individua funzioni della Regione su una materia delicata come quella dell’edilizia sociale che, in Italia come in altre Regione, presenta un panorama molto diverso da quello in discussione». «In Italia – ha ricordato Tedde – siamo all’ultimo posto in Europa con un fabbisogno di 1.8 milioni di alloggi ed una disponibilità di appena 700.000; inoltre, in altre Regioni, si è scelto di operare con strumenti più autonomi ed un taglio imprenditoriale aperti al mondo delle aziende anche se sotto il controllo pubblico». «Il modello sardo che si sta proponendo – ha aggiunto Tedde – va invece in direzione opposta perché mette il sistema interamente sotto il controllo della mano pubblica, secondo una logica di concentrazione dipendente dalla politica che da nessuna parte assicura buoni risultati, una grave anomalia che, oltretutto, sottovaluta la specificità della Sardegna».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto ha ribadito la disponibilità del suo gruppo «a lavorare per riforma organizzativa nel settore dell’edilizia popolare ma, a nostro giudizio, è necessario introdurre organismi di partecipazione dei cittadini, non in termine di legalità ma di conoscenza della realtà del servizio, anche nell’ottica di una riorganizzazione che comporta un obiettivo accentramento del governo dell’ente».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, rivolgendosi ai colleghi della maggioranza, ha criticato «il cambio di rotta che ha portato ad una vera provocazione politica a danno delle classi più deboli che chiedono più case e meno burocrazia, mentre con questa legge si registra una preoccupante lontananza dalla realtà ed una scarsa trasparenza e si alimentano soprusi burocratici e aumento dei costi per gli inquilini». «Questo sistema ci piace poco – ha aggiunto Locci – perché appartiene al passato e le rassicurazioni dell’assessore Paolo Maninchedda non ci convincono perché, al contrario, emerge il disegno molto chiaro che tende ad annullare la funzione sociale di Area, e con essa un servizio reale vicino ai cittadini, replicando sotto altre forme il modello di Abbanoa e della sanità, quello di governare dal centro sulla testa dei sardi, facendo venir meno lo stesso patto sociale fra Regione, Area e cittadini».

Il presidente della commissione Lavori pubblici Antonio Solinas (Pd), su delega del capogruppo, ha invitato i colleghi della minoranza «a superare i confini del ruolo istituzionale, perché in realtà la riforma vuole sburocratizzare senza smobilitare dai territorio, tagliando i consigli di amministrazione per garantire più efficienza». «In commissione – ha spiegato ancora Solinas – si è concordato di dare vita ad un unico ente regionale fermo restando che comunque, all’interno, resterà una organizzazione territoriale nel cui ambito i direttori di servizio in sede locale resteranno i primi interlocutori dei cittadini». «Per quanto riguarda lo stato del patrimonio edilizio – ha concluso – è vero che manca la manutenzione che sarebbe necessaria ed è proprio per questo che si sta cercando di accelerare questi processi; nessuno vuole penalizzare i cittadini, anzi si vuole dare un servizio migliore».

Dopo l’onorevole Solinas è intervenuto  l’on. Edoardo Tocco (Forza Italia), che ha detto: «L’edilizia sociale è il nervo della popolazione e Area spesso ha registrato conflitti e problematiche sulla progettazione e sulla realizzazione dei progetti di edilizia abitativa. E si registra una certa confusione con gli uffici comunali deputati a occuparsi di edilizia popolare e dell’assegnazione degli alloggi. Potrei portare gli esempi delle zone popolari di Cagliari, dove Area non realizza le ristrutturazioni e i cittadini non sanno a chi rivolgersi. Agli uffici bisogna dare indicazioni precise, che invece mancano. Questi sono i temi che la commissione avrebbe dovuto affrontare, evitando di portarli in Aula».

Per l’Udc ha preso la parola l’on. Gianni Tatti, secondo cui «il provvedimento, così come proposto, danneggia un intero settore produttivo come quello tecnico. E’ un atto controproducente questa legge: ben vengano le riforme, senza mascherare dietro questo termine come l’ennesimo tentativo di prendere la pubblica amministrazione con uno stipendificio. Questo si evince dalla lettura dell’articolo 13: è inutile nascondersi dietro un dito».  

Per l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, «è stato già chiarito all’Ordine degli ingegneri e degli architetti di Cagliari che riconoscere ad Area il costo degli appalti delegati è assolutamente nella norma; già accade ai Comuni e ai consorzi di bonifica. Vi invito a verificare come sta funzionando il nostro nuovo albo fornitori della Regione. Oggi Area amministra 25 mila alloggi ma non è del tutto insufficiente. Deve migliorare il rapporto con i suoi utenti: occorre investire in personale e in procedura. Ma in due anni questa Giunta ha stanziato 40 milioni di euro per risanare oltre mille alloggi. Si poteva fare di più ma prima non è stato fatto. Abbiamo generato 29 appalti che sono stati vinti per il 90 per cento da imprese sarde». Per l’esponente della Giunta «è necessaria la riforma della legge 13».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «l’assessore Maninchedda sa difendersi benissimo da solo e io parlerò del perché le critiche dell’opposizione sono infondate. Non capisco perché un ente pubblico economico non possa funzionare come un spa: si tratta solo di individuare una buona qualità del management. La struttura dell’ente è però ben disegnata da questo disegno di legge».

L’emendamento 15 è stato respinto. Così il 14. Approvato, con il voto segreto richiesto dal capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, l’emendamento 52 (Pizzuto e più) che aveva ricevuto il parere contrario della Giunta e della commissione.

L’emendamento (27 voti favorevoli su 47 votanti) prevede un ruolo per «i comitati di garanzia e di indirizzo di cui all’articolo 5 bis della presente legge» al posto del sistema delle autonomie locali e delle organizzazioni maggiormente rappresentative di interessi nel campo dell’edilizia sociale.

Dopo il voto l’assessore Maninchedda ha chiesto una breve sospensione dei lavori. Alla ripresa dei lavori l’Aula ha approvato con 31 favorevoli e 18 contrari l’emendamento n. 44 (Solinas A. e più) che sostituisce il comma 6 dell’articolo 2 e che prevede che la commissione consiliare esprima il parere entro 30 giorni dalla trasmissione delle proposte del Cres sui piani attuativi annuali e pluriennali.

Posto in votazione è stato approvato, dunque, il testo dell’articolo 2 (Funzioni della Regione) ed è stato invece respinto (45 no  a 3 sì) l’emendamento aggiuntivo n. 16 (Busia).

Il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai (Sel), ha quindi aperto la discussione sul testo e egli emendamenti all’articolo 3 (Funzioni delle autonomie locali) e non essendoci iscritti a parlare si è proceduto con la votazione (invito al ritiro della commissione e della Giunta) dell’emendamento n. 17 (Busia) che non è stato approvato con 48 contrari e un solo favorevole. Posto il votazione il testo dell’articolo 3 è stato  approvato con 33 sì e 16 contrari.

Aperta la discussione sull’articolo 4 (Osservatorio regionale sulla condizione abitativa – ORECA) il relatore della maggioranza Antonio Solinas (Pd) ha invitato al ritiro la presentatrice dell’emendamento n. 18 (Busia) ed ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 45 (Solinas A. e più). La Giunta ha dichiarato parere conforme e l’Aula ha prima respinto l’emendamento n. 18 (46 no e 1 sì) e poi ha dato via libera al testo dell’articolo 4 (32 favorevoli e 16 contrari). Tra le due votazioni il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha domandato al presidente di Lai di invitare l’assessore Maninchedda ad esimersi dal dare indicazioni di voto e il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha chiesto con tono polemico se l’invito riguardasse anche il presidente Pigliaru e l’assessore Paci, entrambi presenti in Aula.

Posto in votazione è stato dunque approvato l’emendamento aggiuntivo n. 45 (Solinas A. e più) che al comma 6 dell’articolo 4, dopo le parole «provvede alla definizione» aggiunge «dell’organizzazione».

Dichiarato decaduto l’emendamento n. 24 si è passati alla discussione dell’articolo 5 (Azienda regionale per l’edilizia abitativa – AREA) e il presidente ha comunicato che lo spostamento dell’emendamento aggiuntivo n. 5 (Orrù) all’articolo 15 e dell’emendamento 54 (Pizzuto e più) all’articolo 8. Il consigliere Orrù ha dunque comunicato il ritiro dell’emendamento n. 5 ed il relatore di maggioranza Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato parere contrario all’emendamento n. 36 (Rubiu e più); favorevole all’emendamento n. 66 (Solinas A. e più); contrario al n. 37 (Rubiu e più) e al n. 35 (Rubiu e più), favorevole all’emendamento n. 68 (Giunta regionale) che emenda il n. 53 (Pizzuto e più).

L’assessore Maninchedda ha dichiarato parere conforme a quello della commissione ed ha ricordato che il regolamento consiliare consente alla Giunta l’espressione del parere in sede di votazione in Aula.

Il Consiglio non ha dunque approvato l’emendamento n.36 ed ha approvato (31 sì e 18 no)  il n. 66 che al comma 3 sopprime le parole «ed esercita inoltre le competenze in materia di edilizia attribuite esplicitamente dalla Giunta regionale».  L’approvazione ha comportato la decadenza dell’emendamento n. 37 e si è proceduto con l’approvazione (32 sì e 12 no) del testo dell’articolo 5. Respinto l’emendamento aggiuntivo n. 35 l’Aula con 31 favorevoli e 16 contrari ha approvato la proposta di modifica della Giunta (emendamento 68) all’emendamento n. 53, approvato con 35 sì e 12 no.  Respinto l’aggiuntivo n. 53 si è passati all’articolo 6 (Funzioni e attività di Area), il consigliere Orrù (Psd’Az) ha confermato il ritiro degli emendamenti a sua firma e il relatore di maggioranza, Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato parere contrario a tutti gli emendamenti presentati all’articolo 6. La Giunta si è detta conforme al parere della commissione e il presidente Lai ha dichiarato inammissibili l’emendamento n. 19 (Busia) ed ha respinto con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 41, 40, 57, 58, 59, 60, 61 e 62 ed ha invece approvato con 32 favorevoli e 16 contrari il testo dell’articolo 6.

Il relatore Antonio Solinas, seguito dall’assessore Maninchedda, ha modificato il parere all’aggiuntivo n. 55 (Pizzuto e più) e l’Aula ha respinto il n. 38 (Rubiu e più) e il n. 63 (Tocco e più) ed ha approvato il n. 55 che inserisce il comma 3 bis che stabilisce che Area ogni sei mesi debba pubblicare un bando pubblico relativo ad immobili ad uso commerciale destinati ai giovani sotto i 40 anni.

Nella discussione sull’articolo 7 (Statuto, regolamenti e carta dei servizi) il relatore Antonio Solinas ha invitato al ritiro la presentatrice degli emendamenti n. 20, 21 e 22 (Busia) che sono stati tutti respinti con distinte e successive votazioni mentre il Consiglio ha approvato con 29 favorevoli e 17 contrari il testo dell’articolo 7.

Il presidente del’Assemblea ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula per oggi (mercoledì 21 settembre) alle 10.30.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

 

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Per contrastare l’emergenza idrica, sempre più grave, nel corso della riunione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino della Sardegna, convocata ieri a Cagliari, presieduta dall’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, è emersa la proposta di realizzare interventi urgenti per uno stanziamento complessivo di circa 10 milioni. Per l’occasione, il Comitato è stato integrato dalle strutture tecniche degli assessorati dei Lavori Pubblici e dell’Agricoltura, dall’Ente Acque Sardegna e dai rappresentanti di Abbanoa.
Nella prima parte della riunione, il direttore dell’Autorità di bacino, Roberto Silvano, ha presentato la relazione analitica sulla situazione complessiva del sistema idrico sardo. È emerso che il biennio 2014-2016 ha conosciuto una quantità di precipitazioni fra le più basse degli ultimi 94 anni: si tratta quindi di una situazione straordinaria. Dall’analisi dei singoli sistemi idrici emerge il ruolo fondamentale dei grandi bacini: le condizioni meno critiche si registrano, infatti, proprio in quelli più estesi come il Tirso-Flumendosa, mentre quelle oltre la soglia di vigilanza si verificano nonostante la presenza di dighe collaudate.
Secondo quanto è emerso, quindi, non corrisponde a verità l’assunto secondo il quale l’attuale scarsità idrica sia dovuta alla differenza fra capacità e autorizzazione dei bacini. Le problematiche sono invece state individuate nell’isolamento dei bacini più a rischio rispetto al sistema integrato regionale, nella necessità di manutenzione e miglioramento degli impianti di sollevamento e nell’aumento del fabbisogno dovuto alla stagione turistica. Sulla base di questi elementi, il Comitato ha elaborato una serie di proposte per interventi a breve, lungo e medio termine. Per migliorare la condizione degli impianti entro la prossima primavera, saranno necessari lavori per circa 8-10 milioni di euro.

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Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini ha aderito al Partito dei Sardi. «Esprimo grande soddisfazione per l’adesione di Roberto Desini al Partito dei Sardi che conferma così la nostra crescita e rafforza la nostra presenza nel parlamento dei sardi». Così il segretario del Pds, Franciscu Sedda, ha ufficializzato il passaggio del capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, dal Centro democratico al partito che in giunta è rappresentato dall’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda e che in Consiglio regionale ha eletto nelle proprie liste  Augusto Cherchi (Oristano), Pier Mario Manca (Sassari) e Gianfranco Congiu (Nuoro). 

«La mia adesione al Pds è una scelta di carattere esclusivamente politico – ha spiegato Roberto Desini che è anche sindaco di Sennori – che conclude un percorso di condivisione di valori e iniziative con i colleghi del gruppo, tutte nel segno della sovranità e della volontà di lavorare uniti nell’interesse della Sardegna e dei sardi». Roberto Desini ha inoltre spiegato come il rallentamento, da parte dei vertici del Centro democratico in Sardegna, del processo di unificazione con il Partito dei Sardi («così come sancito nell’ultimo congresso regionale del Cd e che ha avuto come primo risultato positivo la creazione del gruppo unitario in Consiglio») stia alla base della sua decisione di procedere con l’adesione al Pds.

Franciscu Sedda e Roberto Desini hanno quindi sottolineato il maggior “peso” politico del Partito dei sardi in seno alla maggioranza di centrosinistra che governa l’Isola («l’obiettivo è spingere il governo della Regione verso traguardi sempre più ambiziosi») e in risposta alle domande dei giornalisti su una eventuale richiesta per un nuovo assessorato in giunta, il segretario Franciscu Sedda ha escluso che il tema centrale sia rappresentato «dall’avere una persona in più nell’esecutivo» quanto dal rafforzare programmi ed azioni che vadano nel verso dell’autogoverno e della sovranità («se Pigliaru dichiarasse la Repubblica di Sardegna siamo pronti a rinunciare a tutti gli assessorati»).

I consiglieri Pds, Augusto Cherchi, Gianfranco Congiu e Pier Mario Manca si sono uniti alla soddisfazione espressa dal segretario Sedda per l’adesione di Roberto Desini e ribadendo la volontà di proseguire nel cammino tracciato («fatto di idealità indipendentiste e concretezza nell’azione di governo») non hanno escluso ulteriori nuovi ingressi nel Partito dei Sardi in Consiglio regionale.

Roberto Desini.

Roberto Desini.

Franciscu Sedda.

Franciscu Sedda.

Paolo Maninchedda.

Paolo Maninchedda.

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Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio il documento n. 14/XV/A “Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d’atto della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza” ed il passaggio agli articoli del testo unificato n. 110-181-207 “Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato la decisione di iniziare l’esame dell’ordine del giorno con il documento n.14/XV/A – Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d’atto del Consiglio della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di Sorveglianza.

Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Attività produttive – Agricoltura Luigi Lotto (Pd).

Nel suo intervento Luigi Lotto ha sottolineato fra l’altro che il documento in esame «è fra i più importanti per la programmazione economica della Regione e comprende un ampio piano di investimenti per lo sviluppo dell’agricoltura, già approvato dalla Ue nell’agosto del 2015, per circa 1 miliardo e 300 milioni nel periodo 2014-2021. Il piano – ha aggiunto – contiene inoltre significativi elementi di innovazione, soprattutto per la possibilità di intervenire sui programmi in corso d’opera attraverso la verifica dell’andamento e dei risultati, ma anche con la precisa scelta politica di puntare sull’ammodernamento delle aziende ed il sostegno ai giovani che intendono tornare alla terra». «Altri punti qualificanti del piano – ha ricordato Lotto, «riguardano il benessere animale, i Gal (Gruppi di azione locale) e le agevolazioni per zone interne, tutti interventi destinati ad imprimere una svolta nell’utilizzo dei fondi Ue indicando una precisa priorità al settore agricolo integrandolo con altri comparti produttivi e sviluppando la multifunzionalità delle imprese». Per quanto riguarda i processi di spesa, ha concluso il presidente della commissione Attività produttive, «saranno strutturati in modo efficiente all’interno della programmazione regionale, per evitare le inutili rincorse del passato per evitare di perdere risorse o le richieste di proroghe sui programmi in corso».

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il documento, attraverso un ordine del giorno (primo firmatario il vice-capogruppo del Pd Roberto Deriu) che prende dei contenuti del Piano di sviluppo rurale (Psr). Il Consiglio ha approvato l’ordine del giorno.

Successivamente, l’Assemblea ha iniziato l’esame del secondo punto all’ordine del giorno, il Testo unificato (Pl n.110, 181 e 207/A) “Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa Area”.

Per illustrare il provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Governo del territorio – Lavori pubblici Antonio Solinas (Pd).

Si è quindi passati all’esame del Testo unificato in materia di edilizia sociale  e riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa (Area) approvato dalla commissione “Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità” lo scorso 5 maggio.

Nella relazione di maggioranza, il presidente della Quarta Commissione, Antonio Solinas (Pd),  ha illustrato i contenuti del provvedimento e indicato gli obiettivi della legge.

Dopo aver ricordato l’iter in Commissione, Solinas ha spiegato le ragioni che hanno portato l’organismo consiliare a varare un provvedimento che si occupa esclusivamente della riforma di Area rimandando a un periodo successivo l’esame della nuova disciplina sull’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. «Tale scelta si è fondata sulla considerazione che tale normativa, seppur connessa col tema della riforma di Area, in realtà affronta argomenti totalmente differenti e bisognosi di trattazione autonoma incentrandosi principalmente nel difficile problema di tutelare non più solo alcune categorie svantaggiate, ma anche tutti i cittadini che per determinate ragioni, anche temporanee, non sono più in grado di sostenere un canone di mercato quali ad esempio le famiglie monoreddito, i lavoratori precari, le famiglie monogenitoriali, i genitori separati o divorziati, i giovani e gli anziani. La Commissione si è comunque impegnata ad affrontare, quanto prima, la rivisitazione della vigente disciplina dell’assegnazione degli alloggi popolari».

Solinas ha quindi illustrato le principali novità introdotte dal testo di riforma di Area, prima fra tutte la cancellazione del Cda e l’introduzione della figura dell’amministratore unico. «La Commissione – ha proseguito Solinas – si è soffermata in primo luogo sullo strumento di programmazione generale degli interventi di edilizia sociale di competenza della Regione prevista all’articolo 2 che, apparendo molto sfumata, rendeva, a suo giudizio, debole il collegamento tra le finalità della legge enunciate nell’articolo 1, la programmazione strategica mediante la quale tali finalità vengono trasfuse in indirizzi concreti e la fase di partecipazione a tali scelte dei soggetti portatori di interessi. Si è pertanto ritenuto preferibile inserire nel testo la previsione di uno strumento ad hoc denominato Documento di programmazione degli interventi di edilizia sociale (DoPIES) valido per tutta la legislatura, disciplinandone puntualmente il contenuto ed il procedimento di adozione ed approvazione, valorizzando la fase di acquisizione degli interessi partecipativi degli enti locali, del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio regionale».

Il presidente della Quarta Commissione ha poi brevemente illustrato il secondo  punto qualificante della legge: l’integrazione della “scarna disciplina attuativa” della legge regionale n. 5 del 2015 che demanda alla Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, l’approvazione di un disegno di legge di riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa (AREA) che preveda, oltre al riordino delle funzioni regionali in materia di edilizia residenziale pubblica, anche funzioni di attuazione ed, eventualmente, gestione di opere pubbliche attribuite alla competenza regionale.

«La Commissione – ha spiegato Solinas – ha ritenuto preferibile che i termini e le modalità di esercizio di tali funzioni aggiuntive siano individuate da una apposita deliberazione della Giunta regionale che si deve attenere al rispetto dei criteri direttivi previsti in legge, deliberazione da sottoporre al previo parere della Commissione consiliare competente». Antonio Solinas ha, infine, difeso la decisione di ridurre da dieci ad otto i componenti del Comitato regionale per l’edilizia sociale e di ridurne la remunerazione pur condividendo la sua funzione di organo di raccordo tra i compiti della Regione e quelli degli enti locali.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale. Prima dell’apertura del dibattito è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per un chiarimento sull’ordine dei lavori: «Sbaglio o c’era un’intesa per rinviare la discussione alla prossima settimana?».

«No – ha risposto il presidente Gianfranco Ganau – la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di rimandare alla prossima settimana la discussione di articoli ed emendamenti.»

Ha quindi preso la parola il consigliere dell’Udc Gianni Tatti che, in premessa, ha chiarito che il provvedimento in discussione non è stato votato all’unanimità dalla Quarta Commissione contrariamente a quanto riportato nel sito web del Consiglio regionale.

Gianni Tatti ha poi duramente criticato la legge di riforma di Area: «Non si riesce a capire quali occulte manovre si celino dietro a un Dl che non farà altro che peggiorare la situazione – ha detto il consigliere di minoranza – questa non è una riforma, fa specie leggere che si rimanda ad un altro provvedimento la discussione dell’emergenza abitativa. Si concentra l’attività solo sulla riforma di Area, se non ci si occupa dell’accesso alla casa di chi non può permetterselo di cosa stiamo a discutere?»

Secondo Tatti, la legge « mira a creare l’ennesimo centro di potere nelle logiche spartitorie dell’attuale maggioranza. Non ci si rende conto dei danni che si stanno arrecando ai cittadini. La priorità è dare risposte a chi la casa non ce l’ha. Se Area venisse trasformata in agenzia si andrebbe a togliere una grossa fetta di mercato a un settore come quello delle libere professioni messo già a dura prova dall’attuale congiuntura economica. La Regione, in questo modo, affossa i settori produttivi. Compito della politica è quello di dare risposte ai cittadini e alle imprese. Servono provvedimenti che diano opportunità per creare benessere».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni (Riformatori) è intervenuto per chiedere un rinvio della discussione generale. «Manca qualche capogruppo impegnato a Roma per la vertenza Alcoa – ha detto dedoni – è inopportuno dibattere senza la loro presenza».

Il presidente Ganau ha ricordato che la circostanza era stata valutata dalla Conferenza dei capigruppo e che in quella sede non era stata avanzata nessuna richiesta di rinvio.

Il dibattito è proseguito con l’intervento del consigliere del Pd Salvatore Demontis che ha difeso il provvedimento. «Area funziona male, una riforma è necessaria – ha esordito Demontis – stiamo utilizzando gli strumenti per tentare di migliorare la situazione. La programmazione strategica sarà affidata alla Regione, mentre i piani operativi pluriennali e annuali si faranno in collaborazione con il Cres».

Secondo Demontis, con l’attuale provvedimento si cambierà in modo radicale la governance  di Area: «Ci sarà un amministratore unico e un direttore generale con pieni poteri gestionali. E’ una grande novità. Area nasce da una fusione degli Iacp, oggi funziona come se ci fossero tanti direttori generali. Io non sono in linea di principio per gli accentramenti – ha affermato Demontis – ma, in questo caso, non ci sono alternative. Non cambia però la mission: Area continuerà ad occuparsi di edilizia sociale tenendo conto delle mutate esigenze dei cittadini».

Il consigliere del Pd ha infine dato un’indicazione personale sugli obiettivi da raggiungere sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica. «Preso atto che dirigenti e professionisti hanno competenze e vocazioni diverse – ha detto Demontis – creerei una Spa sulla falsa riga di una struttura di  missione: pochi dipendenti e ricorso al mercato per la realizzazione di strutture complesse. Questo sarebbe il modo per accelerare la realizzazione delle opere pubbliche senza incorrere nell’errore di delegare alla pubblica amministrazione l’intero ciclo di un’opera complessa».

Il consigliere dell’Uds Mario Floris (Misto) ha parlato di “due muri” realizzati dal governo e dal parlamento italiano che «contrastano con i principi autonomistici sull’uso del territorio». Il decano dei consiglieri regionali ha quindi posto l’accento su quelli che ha definito “pericoli per l’autonomia” che deriverebbero dalla riforma costituzionale che entro l’anno in corso sarà sottoposta al referendum.

«La riforma – ha dichiarato Floris – tocca la nostra specialità autonomistica e faccio appello perché si apra una sessione dei lavori contro i voleri neo centralisti del governo italiano in danno della nostra autonomia». Mario Floris ha quindi citato ad esempio la parte della riforma del Senato che contrasta con l’articolo 17 comma 2 dello Statuto sardo laddove si stabilisce che l’ufficio di consigliere sia incompatibile con quello di componente di una delle due Camere e che l’articolo in questione può essere modificato solo con le procedure di riforma costituzionale.

A giudizio di Floris molte parti del provvedimento in discussione in Aula sarebbero, qualora approvate, a rischio impugnativa («la legge di edilizia sociale è fondata sul governo del territorio che lo Stato vorrebbe di sua competenza, così come sono già passati sotto competenza dello Stato molti degli argomenti trattati in questa legge» e la legge nel suo complesso rappresenta «un provvedimento fuori tempo massimo, come è affermato anche nella relazione di accompagnamento».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha definito il disegno di legge “poco chiaro” e caratterizzato da finalità di “accentramento amministrativo”. Orrù ha quindi rivolto aspre critiche nei confronti dell’operato della Giunta («gli stessi esponenti della maggioranza lo bocciano») ed ha affermato che la legge di riforma di Area «servirà soltanto per tenere unita la coalizione nel segno delle poltrone».

«Nel concreto – ha proseguito il consigliere di minoranza – il testo in esame contiene mere enunciazioni di principio e una lunga serie di tecnicismi tipici dei burocrati». Orrù ha quindi criticato l’introduzione di nuovi organismi («il Cres con annessi rimborsi e spese per presenza») e del collegio di sindaci con compensi («un modo alternativo di investire soldi destinati alle case popolari»).

Sottolineature negative sono state inoltre rivolte all’iter previsto nel provvedimento per la localizzazione dell’edilizia sociale («sette sindaci possono decidere sull’edilizia popolare per conto di tutti glia altri comuni») e alla partecipazione di Area nei fondi immobiliari («ignorate che la Sardegna ha già speso 5 milioni di euro per la gestione di un fondo con gestione fallimentare come è quella rappresentata dal fondo Torre Sgr») nonché alla scarsa trasparenza nella previsione normativa inerente la gestione di opere pubbliche di natura diversa da quelle dell’edilizia sociale.

«Per tali ragioni – ha concluso il consigliere del Psd’Az – chiedo che il testo ritorni all’esame della commissione.»

Dopo la rinuncia all’intervento del consigliere Antonio Solinas (Pd) il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non avendo altri iscritti a parlare ha concesso la parola all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda.

Intervenendo per la replica a nome della Giunta, l’assessore ha richiamato il Consiglio ad una lettura attenta degli atti, «a cominciare da quelli in cui si prevede l’amministratore unico, una scelta che rappresenta l’esatto contrario della distribuzione di prebende e poltrone, della riduzione della partecipazione o della complicazione della governance». In realtà, ha proseguito richiamando il Consiglio al dovere di essere informato sullo stato degli atti «la situazione di alcuni istituti della Sardegna presentava 3 bilanci non approvati e 21 miliardi di euro bloccati, compreso l’accordo di Sant’Elia, e direttori di distretto pagati come direttori generali della Regione». Soffermandosi poi sui rapporti fra Regione e la Torre, Paolo Maninchedda ha respinto tutte le critiche, definendole il frutto «di esercizi retorici della peggiore destra italiana» e ricordando che l’accordo fra Regione e Torre Sgr ha consentito la realizzazione ad Olbia di 61 alloggi popolari di 100 metri quadri ciascuno, costati non più di 7 milioni di euro». Abbiamo sempre sollecitato lo sviluppo degli interventi di housing sociale che peraltro sono in crisi in tutto il mondo, ha affermato ancora l’assessore dei Lavori pubblici, «e lavorato per mettere ordine in un patrimonio degradato, sbloccare risorse ferme da 10 anni oggi quasi tutte in gara, e far ripartire il progetto di Sant’ Elia hanno dove ci sono 29 appalti in corso 28 dei quali vinti da imprese sarde». «La semplificazione della governance – ha sostenuto – funziona ed era necessaria, così come è necessario riconoscere il ruolo di Sindaci di Comuni con patrimoni immobiliari significativi, fermo restando che poi i dirigenti delle aree tecniche ed amministrative restano sul territorio e si occupano di interventi territoriali». Affrontando il tema più complessivo della riforma di Area che, in base alla legge in discussione, può svolgere su mandato attività legate alla realizzazione di infrastrutture, Paolo Maninchedda ha dichiarato che «si può discutere sul come raggiungere questo obiettivo, tenendo presente però che il solo portafoglio di lavori Regione-Anas fa perdere ricchezza alla Regione perché non ha non un suo strumento autonomo, nessuno pensa di fare in casa la progettazione ma se avessimo potuto fare bandi e portarli fino alla progettazione esecutiva la situazione sarebbe stata molto diversa». «Gli stessi Comuni – ha continuato – non riescono a fare le gare e chiedono uno strumento che adesso non c’è, insomma è impossibile continuare a non fare niente, è una questione molto complessa che è sbagliato impoverire; ora abbiamo davanti una legge molto semplice che può risolvere grandi problemi e non capisco le contrapposizioni».

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde si è detto sorpreso dalle dichiarazioni polemiche dell’assessore Paolo Maninchedda, a suo giudizio «fuori luogo perché l’Aula vuole dare un contributo e non si possono scaricare sul Consiglio problemi interni alla maggioranza che evidentemente l’assessore non riesce a comporre». «Gli strumenti messi in campo dalla legge sono inadeguati – ha aggiunto Tedde – anche perché alla base c’è una politica che vuole accentrare e ridurre la catena di comando, una politica che fa il paio, ad esempio, con quelle della sanità e di Abbanoa; un indirizzo legittimo che non condividiamo, del resto in tutta Italia ci si muove nella direzione opposta ed è la Sardegna che sta sbagliando strada».

Il consigliere Ignazio Locci, anch’egli di Forza Italia, ha lamentato che, «in questo anno e mezzo la Giunta ha commissariato Area smontandola pezzo per pezzo e sistemando amici, per cui la storiella del peggio della destra è in realtà la storia vera del peggio del peggio della sinistra».

Successivamente il Consiglio ha approvato con 28 voti favorevoli e 17 contrari il passaggio agli articoli. Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che il termine per la presentazione degli emendamenti scadrà lunedì prossimo alle 11.00, mentre l’Aula riprenderà l’esame della legge martedì pomeriggio. Subito dopo ha tolto la seduta e convocato l’ufficio di presidenza.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Palazzo della Regione 3 copia

La Giunta regionale, riunita questo pomeriggio a Villa Devoto, sotto la direzione di Francesco Pigliaru, ha approvato l’integrazione alla delibera dello scorso luglio sugli indirizzi per le proposte di finanziamento finalizzate a progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale (Delibera n. 44/16). La modifica odierna, proposta dalla Presidenza, consente che il ruolo di capofila delle proposte progettuali ammissibili a finanziamento, a valere sui fondi della L.R. 19/96, possa essere ricoperto, oltre che dagli Enti locali, anche dalle organizzazioni non governative, dalle associazioni di volontariato, dalle università, dagli enti di ricerca e dalle imprese, aventi sede legale e operativa nella Regione Sardegna.
Via libera della Regione ai comuni che chiedono di poter utilizzare le economie derivanti dal finanziamento regionale destinato alla riqualificazione delle case popolari di loro proprietà per interventi aggiuntivi e migliorativi. L’intervento regionale, avviato nel 2014, ha coinvolto 176 comuni per una spesa totale di 10.839.000 euro e con un cofinanziamento da parte delle amministrazioni comunali tra il 24 e il 56%. Con la delibera odierna, proposta dall’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, le amministrazioni comunali potranno impiegare le economie realizzate sugli interventi avviati nel 2014 per realizzare ulteriori lavori negli edifici e nelle aree circostanti: miglioramento delle condizioni abitative, eliminazione di barriere architettoniche, sistemazione degli spazi comuni, del verde urbano, impianti sportivi e centri di aggregazione sociale e culturale. I Comuni sono autorizzati a procedere a condizione di cofinanziare l’opera e ultimare i lavori entro 12 mesi.
Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha approvato la collaborazione con il sistema camerale attraverso il progetto “Enterprise-Oriented” proposto dall’Unione Regionale delle Camere di Commercio, con capofila la Camera di Sassari. Attraverso l’utilizzo dello stanziamento, già previsto in Finanziaria, di 200 mila euro, il progetto è finalizzato ad accompagnare le imprese nel processo di definizione della progettazione territoriale, aiutandole nella comprensione degli strumenti da utilizzare per migliorare il proprio grado di competitività e di integrazione con il sistema produttivo di riferimento. Approvazione definitiva è stata poi data a quattro delibere contenenti le direttive alle imprese nell’ambito della strategia 2 “Creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese” della Programmazione Unitaria 2014-2020. Tre delle direttive di attuazione riguardano le micro, piccole e medie imprese (MPMI), la quarta i Progetti di ricerca e sviluppo. Le linee guida sono allegate alle delibere.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, la Giunta approvato l’intesa con la Capitaneria di Porto di Cagliari per l’aggiornamento del Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che fanno scalo nel porto turistico di Cala Verde, a Pula, nel prossimo triennio. Giudizio positivo, condizionato a prescrizioni, sulla compatibilità ambientale per la realizzazione del terzo modulo di discarica a servizio della piattaforma di trattamento e smaltimento di Villacidro, proposto dal Consorzio Industriale Provinciale del Medio Campidano; prorogata la delibera (N. 28/72 del 24 giugno 2011) che esprimeva un giudizio di compatibilità ambientale per l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi in località Serra Scirieddus, nel comune di Carbonia.
Non sarà sottoposta a ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale (condizionata a prescrizioni) l’aggiunta di una piattaforma per la produzione di compost di qualità in un impianto di recupero inerti e riciclaggio di materia prima secondaria situato nel comune di Sarroch.
Nulla osta alla immediata esecutività della determinazione del direttore generale dell’Arpas per la “2° variazione al bilancio di previsione 2016-2018” per consentire l’utilizzo straordinario della quota dell’avanzo non vincolato per finanziare spese di manutenzione delle reti di monitoraggio meteorologico, a supporto delle attività del Centro Funzionale Decentrato della Regione Sardegna.

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I Riformatori sardi ritornano all’attacco della Giunta regionale e della maggioranza che la sostiene, sulla riforma del sistema sanitario. 

«I commissari non possono essere prorogati neppure per l’ordinaria amministrazione, dunque la lettere con cui la direzione dell’assessorato della Sanità dice agli attuali vertici di Asl e aziende ospedaliere che sono in prorogatio è solo carta straccia – sostengono i Riformatori sardi -. La Giunta regionale e la sua scalcagnata maggioranza, in cui il collante dell’occupazione del potere non è più sufficiente neppure a salvare le apparenze, questa volta si sono  superate e sono  riuscite a far restare completamente acefalo il servizio sanitario della Sardegna. All’inizio di luglio approvano al legge 17, che istituisce la ASL unica, nella quale statuiscono con sicurezza che entro il 31 agosto verranno nominati i vertici delle aziende. Sono talmente sicuri che non prevedono neppure la possibilità di prorogare i commissari, non danno retta ai suggerimenti dell’opposizione, macché, una maggioranza granitica come la loro non ha bisogno di scappatoie, loro nomineranno entro il 31 agosto e basta. Naturalmente il 31 agosto arriva e loro non si sono messi d’accordo su nessuna nomina, anzi, si spacca perfino la Giunta dove ben 7 assessori nominati da Francesco Pigliaru si rifiutano di votare il candidato proposto dallo stesso Pigliaru per la ASL unica.»

«Nulla o ben poco – aggiungono i Riformatori sardi -, si sa delle procedure seguite dall’assessore Arru per arrivare alla designazione della ipotetica rosa degli 8 candidati giudicati più adeguati tra i 105 dell’elenco e proposti da Arru alla Giunta, tanto che uno dei pochi assessori dotati di raziocinio politico, Paolo Maninchedda, si sente in dovere di rendere pubblica la sua totale estraneità alla faccenda.»

Ospedale Brotzu Cagliari 3

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Palazzo della Regione 2 copia

Altri 900mila euro, dopo i primi 600mila di giugno, sono stati programmati dalla Regione per interventi di ripristino di opere pubbliche danneggiate da calamità naturali ovvero alluvioni, frane, piene o mareggiate. Complessivamente, infatti, nel bilancio 2016 era previsto lo stanziamento di un milione e mezzo di euro. «Molti Comuni della Sardegna ci hanno rappresentato situazioni di diffuso pericolo e danni a opere pubbliche come conseguenza di alluvioni o frane ma anche del dissesto idrogeologico spesso causato dalle eccezionali avversità atmosferiche – dice l’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda -. La Regione sta intervenendo con scelte mirate, basandosi su precisi criteri per individuare i Comuni che hanno più urgenza, dando la precedenza laddove ci sono seri rischi per l’incolumità dei cittadini. Altri interventi saranno programmati e finanziati nei prossimi mesi».
I Comuni interessati agli stanziamenti della Giunta sono Esterzili (100mila euro per la messa in sicurezza di via Roma), Giave (80mila euro per la frana nel versante di Su Pittu), Ulassai (100mila euro per la messa in sicurezza dalla caduta massi in prossimità del centro abitato), Villacidro (75mila euro per via della Pineta), Gairo (22mila euro per messa in sicurezza della località Su Sirboni), Tortolì (40mila euro per il ripristino della strada di collegamento Orrì con la Statale 125), Bono (180mila euro per la messa in sicurezza e il ripristino delle condizioni di stabilità del muro di contenimento sottostante Viale della Libertà), Provincia di Sassari (50mila euro per la messa in sicurezza degli argini del Riu Padrongianus presso il Parco Fluviale) e Posada (20mila euro per Riu Paule Pedru). Ci sono anche altri 233mila euro per completare la messa in sicurezza della Provinciale 7 Desulo-Fonni, in modo da consentire agli studenti pendolari di cominciare e proseguire regolarmente l’anno scolastico, scongiurando così i disservizi della passata stagione. I primi 600mila euro erano stati destinati a Sassari per l’intervento di messa in sicurezza del muro crollato alla Marina di Platamona, e a Macomer per il ripristino del collegamento con la 131 interrotto a causa di una frana.

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Morandi - Maninchedda 1 copia

Maria Grazia Piras A copia

La Giunta regionale mette in campo 90 milioni di euro, di cui 12 già precedentemente programmati, per dare il via al processo che ha come obiettivo finale l’autosufficienza energetica di Comuni ed edifici pubblici regionali, ovvero la riduzione progressiva del consumo fino allo zero quando si riuscirà a produrre solo quello che si consuma. Inizia l’era degli edifici intelligenti che usano solo l’energia necessaria, non la sprecano anzi la autoproducono e, attraverso reti smart, trasferiscono la parte in eccesso alle strutture che ne hanno bisogno. Il che significa risparmio e migliore qualità della vita per i cittadini sardi, sia perché i soldi “salvati” potranno essere reinvestiti in opere pubbliche, sia per gli indiscutibili vantaggi ambientali.

«Sappiamo che il futuro è qui e investiamo risorse pubbliche importanti con il preciso obiettivo di spingere il mercato in questa direzione, orientarlo verso un settore che è destinato a generare lavoro e benessere – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru -. La logica, che è la stessa che sta alla base del nostro piano energetico, è quella che seguono l’Europa e il mondo: andare nella direzione in cui le energie rinnovabili sostituiranno quelle fossili. L’obiettivo non è avere moltissimi edifici di questo genere, bensì creare reti e connessioni tra loro, generando l’equilibrio che permette di raggiungere l’autosufficienza.» 

Per la prima volta due assessorati – i Lavori pubblici guidati da Paolo Maninchedda e l’Industria da Maria Grazia Piras – fanno insieme un bando unendo le forze, anche economiche, in un’unica direzione: la delibera è stata approvata oggi e prevede la pubblicazione contestuale delle linee guida. Tempi rapidi dunque (bando a ottobre e graduatorie a maggio 2017) per mettere la Regione e dunque Comuni, Unioni di Comuni, Asl e Consorzi Industriali nelle condizioni di procedere con l’efficientamento energetico. Gli interventi prevedono prima di tutto l’efficientamento energetico degli edifici, poi la costruzione di reti intelligenti che colleghino più edifici e infine la sistemazione di pile che accumulano l’energia in surplus e la distribuiscono alle strutture che ne hanno bisogno grazie a un sistema di monitoraggio che controlla costantemente la situazione e regola la distribuzione di energia. Vere e proprie isole energetiche, insomma. Sono coinvolti anche investitori privati purché iscritti all’Albo Esco (Energy Service Company): all’aumentare del loro impegno finanziario è legato un meccanismo moltiplicatore delle risorse regionali. Incentivi sono previsti anche per l’installazione di pannelli solari per la produzione di energia pulita.

«Dopo le prime misure sulla mobilità elettrica e sull’audit energetico per le imprese, continuiamo a dare attuazione al Piano Energetico, appena approvato in via definitiva – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Questa delibera programma risorse importanti per rendere concreto il nuovo modello energetico che abbiamo proposto. Cercare l’integrazione fra efficientamento degli edifici pubblici e reti intelligenti di gestione dell’energia è una sfida tanto per la Regione quanto per gli Enti Locali. La delibera – ha aggiunto l’assessore Piras – stanzia altre risorse fondamentali per l’attuazione del Piano. In primo luogo i PAES, che saranno la declinazione del PEARS sui territori. Quindi la sperimentazione delle Smart Grid nei Comuni che hanno porzioni di rete proprietarie. Ancora, ci sono ulteriori risorse per la mobilità elettrica. I fondi previsti nel Patto andranno a incrementare la dotazione per queste linee di intervento. Ci auguriamo – ha concluso la titolare dell’Industria – che queste importanti dotazioni finanziarie pubbliche attivino un effetto moltiplicativo sui capitali privati, sempre più essenziali negli investimenti in campo energetico. La Regione, con questa delibera, sta mettendo gli Enti locali nelle condizioni di progettare. Ora ci attendiamo dai Comuni una programmazione rapida finalizzata a una veloce e sicura spendita delle risorse.»

Cinquanta milioni (30 dai Lavori pubblici e 20 dall’Industria) sono destinati a interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici e di realizzazione di micro reti nelle strutture pubbliche della Sardegna. Soggetti beneficiari del programma, attuato mediante avviso pubblico, potranno essere la Regione, i Comuni singoli o associati, le Province, le Università, le Asl e i Consorzi industriali. Undici milioni e 600mila euro andranno ad Area per l’efficientamento energetico degli alloggi di edilizia popolare, interventi che riguarderanno sia interventi sul patrimonio di edilizia residenziale di proprietà di Area sia sul patrimonio regionale, compresi gli edifici destinati a “Centri servizi per il lavoro”; 5 milioni e 800mila euro serviranno a realizzare la seconda fase dell’impianto pilota Solare termodinamico nell’area industriale di Ottana; 5 milioni vanno ad attività di monitoraggio, sperimentazione, valorizzazione delle attività Smart grid e implementazione del progetto Smart City in chiave COP21; 3 milioni sono destinati al programma Smart Community nei comuni che possono essere autonomi nella gestione delle reti elettriche; 1 milione ai Comuni per lo sviluppo di Smart Grid e 2 milioni (a completamento di precedenti 3 milioni) alla realizzazione del programma di integrazione della mobilità elettrica con le Smart City.

«La Regione considera le azioni di efficientamento e risparmio energetico nel comparto pubblico strategiche nell’interesse di tutti i sardi e le promuove con convinzione attraverso gli strumenti che ha a disposizione – sottolinea l’assessore Maninchedda -. E con questa delibera aggiungiamo un tassello in più, perché interveniamo anche negli edifici di edilizia residenziale pubblica attraverso Area, per migliorare la qualità della vita dei residenti. L’efficientamento energetico degli edifici sarà realizzato per esempio attraverso opere di isolamento termico dell’involucro degli edifici, impianti di climatizzazione ad alta efficienza, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici, ma fra gli obiettivi ci sono anche le scuole sostenibili. L’intervento della Regione in questo settore sarà utile anche ad attivare processi di filiera che – conclude Maninchedda –consentiranno di attrarre investitori pubblici e privati.»

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Palazzo della Regione 3 copia

«Quello di oggi è il primo di una serie di incontri di approfondimento sui singoli punti del Patto che abbiamo firmato con il Governo e che porterà in Sardegna quasi 3 miliardi di euro. Cominciamo con le infrastrutture e proseguiremo con gli altri temi. Vogliamo spiegare in modo molto chiaro quali risorse sono destinate a realizzare cosa e con quali tempi.»

Con queste parole il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha aperto stamattina a Villa Devoto la conferenza stampa condivisa con l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e dedicata agli interventi infrastrutturali.
«Il Patto, al quale si è lavorato con grande impegno e in stretta collaborazione con il Governo, è un passaggio fondamentale per la legislatura e per la Sardegna – ha spiegato il presidente Pigliaru -. Come si è detto, conta due componenti: le risorse statali ordinarie, ma programmate in modo da rispondere alle reali esigenze dei territori, e fondi straordinari, aggiuntivi, destinati a mitigare gli svantaggi dati dalla condizione di insularità. Per la prima volta ne abbiamo calcolato i costi e, nello stesso tempo, individuato soluzioni. Il Patto contiene le risposte alle nostre richieste, il riconoscimento operativo completo da parte del Governo, e mette in campo risorse importanti che dobbiamo spendere bene, ottenendo risultati concreti nei tempi stabiliti. Tra noi e Palazzo Chigi è stato costituito il comitato di gestione del Patto: Regione e Governo si controlleranno a vicenda e ci sarà un monitoraggio costante.»

Presentando il tema della giornata, Francesco Pigliaru, infine, ha ricordato come la mobilità interna, insieme a continuità territoriale e metano, sia uno dei pilastri dell’accordo. «La discontinuità geografica ha tenuto la Sardegna fuori da ogni network. Per questo è sempre stata trattata con meno attenzione rispetto ad altri territori, accumulando un gap infrastrutturale non più sostenibile. Il Patto dà risposte anche a questo».
Per strade, porti, sistemi idrici e mitigazione del rischio idrogeologico, sommando le risorse del Patto a quelle dei contratti ANAS e della Cabina di Regia, si arriva a oltre 2 miliardi di euro. Per colmare lo storico deficit infrastrutturale, la Sardegna può contare su 1 miliardo e 443 milioni di euro in più a carico dello Stato e su 557 milioni 920mila euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione, previsti nella quota del 12,6% del Fondo assegnato alla Regione. «Abbiamo tre portafogli diversi, uno della Sardegna, uno dell’Anas e l’altro del Governo con la cabina di regia – spiega l’assessore Maninchedda -. Con questi tre diversi portafogli lo Stato finanzia le grandi opere di competenza dello Stato e noi finanziamo le nostre. Prima non accadeva così, basta pensare alla Sassari-Olbia, che con i suoi oltre 900 milioni ha quasi consumato l’intero importo del Fsc regionale disponibile. La Sardegna finora è stata molto trascurata e penalizzata finanziariamente. Noi, con questo accordo, iniziamo a rimettere ordine. Ora serve una gara di efficienza, dovranno essere accelerati progettazione e appalto delle opere. Sono sicuro che la Sardegna, riuscirà a spendere tutte le risorse che le sono state assegnate».
Per le strade ci sono 162 milioni di euro del Fsc, 512 della Cabina di regia più 931 milioni 26mila euro inseriti nel contratto di programma dell’Anas fino al 2020, per un totale di 1 miliardo e 700mila euro. 345 milioni 920mila euro vanno ai sistemi idrici e agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico: sono previsti per esempio interventi di messa in sicurezza di una cinquantina di dighe per aumentare la capacità d’invaso e per il collegamento Tirso-Flumendosa 4° lotto per la connessione col Sulcis Iglesiente (59 milioni). 50 milioni, infine, serviranno a riqualificare e ampliare i porti principali della Sardegna compresi i porti turistici, a cominciare da quelli del Sulcis fino ad Alghero e La Maddalena. Fra gli interventi sulle strade ci sono il tratto nord della circonvallazione di Olbia per collegare la Sassari-Olbia con la SS 125-133 bis Olbia-Palau (90 milioni di cui 11,8 del Fsc); l’eliminazione degli svincoli a raso sulla SS 554, 30 milioni più 80 a carico dello Stato per il collegamento fra l’attuale e la nuova 554, mentre a carico dell’Anas ci sono 128 milioni 400mila euro per l’adeguamento del secondo lotto; la messa in sicurezza della Sassari-Olbia (dal km 192,500 al km 209,5) con 20 milioni del Fsc a cui si aggiungono 280 milioni per completare l’ultimo tratto della Statale 131 tra l’innesto della nuova strada e l’abitato di Sassari.